FESTA DI CRISTO RE (2018)

FESTA DI CRISTO RE  (2018)

(Giov., XVIII, 33-37)

1.

LA REGALITÀ DI CRISTO

Il conquistatore della Terra Promessa, l’invitto condottiero d’eserciti, stanco e vecchio presentiva che la sua giornata era al tramonto, e la morte gli era dietro le spalle. Allora in Sichem radunò tutte le tribù d’Israele coi loro principi, coi seniori, coi giudici, coi magistrati: la pianura, come un prato quando passa il vento, fluttuava di persone. E Giosuè parlò al popolo così: « Stirpe d’Israele! i vostri padri, spesse volte, hanno servito a re e a dei stranieri e furono schiavi in Mesopotamia e in Egitto. Ora il Signore vi ha liberati da ogni tirannia e con la sua mano vi ha deterso il pianto dagli occhi: vi diede una terra meravigliosa che voi non avevate lavorato; vi diede città che voi non avevate costrutte; vi diede oliveti e vigne che voi non avevate piantato. Dopo tutto questo, voi siete ancora liberi. Volete ritornare schiavi dei tiranni e dei falsi dei a cui servirono in Egitto e in Mesopotamia i vostri padri, o volete unicamente ubbidire al Dio nostro, al vero Re? Scegliete. Io e la mia famiglia siam decisi a servire il Signore. – Tutto il popolo rispose: « Non abbiamo altro Dio fuori di lui: lui solo è nostro Re ». « Allora togliete in mezzo a voi gli dei stranieri, e servite al Dio nostro e ubbidite ai suoi comandamenti » rispose Giosuè. Fu dunque conclusa un’alleanza solenne tra il popolo e il Signore, e una pietra stragrande fu posta in memoria sotto una quercia, « Ecco questa pietra starà in testimonianza per voi e per le generazioni che verranno, — esclamò Giosuè, — perché nessuno osi negare quello che a Dio ha giurato ». Tutto il popolo si disperse e ciascuno ritornò alla propria casa (GIOSUÈ, XXIV, 1-27). – Nel 1926, come il vecchio condottiero d’Israele, Pio XI parlò a tutto il popolo cristiano con una magnifica lettera. « Le nostre anime hanno un Re grande e buono: un Re che è morto per darci la vita, ha versato il suo sangue per affrancarci dalla schiavitù del peccato, ha istituito il sacramento dell’Eucaristia per rimanere in mezzo a noi a governarci. Purtroppo, molti uomini si sono a lui ribellati per tornare schiavi delle passioni e del demonio. Che scegliete: o servire satana e il mondo per poi essere dannati nel fuoco’ eterno o servire Gesù Cristo nell’osservanza dei comandamenti e nel rinnegamento degli istinti cattivi per poi essere beati in paradiso? ». Tutti i Cristiani di buona volontà hanno risposto: « Noi scegliamo d’essere sudditi di Gesù Cristo: nessun altro re conoscono le anime nostre ». Allora il Papa, in memoria perenne della consacrazione del mondo intero a Cristo Re, ha posto non una pietra fredda e muta, ma una festa devota ed entusiastica, da celebrarsi ogni anno nell’ultima Domenica d’ottobre: la festa della Regalità di Nostro Signor Gesù Cristo. Per ciò oggi raccogliamo la nostra mente a meditare: chi è questo Re, come è il suo regno, quali sono i suoi nemici.

1. IL RE

Dice il santo Vangelo che sotto il pretorio di Pilato la plebe di Gerusalemme urlava: « Abbiamo trovato costui che sollevava il popolo a rivoluzione; ha cominciato dalla Galilea ed è venuto fin qua dicendo a tutti d’essere il Re dei Giudei ». Pilato ode le accuse ed in segreto interroga Gesù per sapere la verità. Gli domanda: « Sei tu il Re dei Giudei? » Gesù non risponde. « Non odi — continua Pilato — quante cose costoro gridano contro di te? Discolpati ». Gesù non risponde ancora. « Ma dunque — insiste il giudice romano — sei Re davvero? ». – « Tu l’hai detto: Io sono Re ». Rex sum ego (Giov., XVIII, 37). Ed aveva ragione. Chi è il re? è colui che sopra gli altri ha il triplice potere di far leggi, di giudicare, di punire. Orbene, Gesù Cristo possiede questo triplice potere.

Ha il potere di far le leggi. « Voi sapete — diceva alle turbe il Maestro divino — che fin ora c’è stata una legge che permetteva l’odio al nemico e la vendetta fino a dente per dente, occhio per occhio. Adesso io vi do la legge dell’amore: fate del bene a quelli che vi fan del male, pregate per quelli che vi perseguitano e vi odiano. Voi sapete che fin ora c’è stata una legge che proibiva l’adulterio; adesso io vi dico che anche uno sguardo immodesto e un pensiero cattivo è peccato. Voi sapete che fin ora c’è stata una legge che puniva i ferimenti e gli omicidi; adesso io vi dico che punirò col fuoco anche le parole ingiuriose ed offensive» (Matth., V).

Ha il potere di giudicare. Spiegando ai discepoli la parabola della zizzania, Gesù disse che quando verrà nella sua maestà, starà sopra un trono, e gli Angeli saranno in giro a lui: allora separerà gli uomini a uno a uno, secondo il giudizio dei loro peccati » (Matth., XIII, 40). E S. Giovanni ebbe una terribile visione: « Ho visto — scrive — tutti i morti, e grandi e piccoli, radunati davanti a un trono altissimo: furono aperti i libri delle loro opere e Gesù li giudicava secondo quello che vi stava scritto » (Apoc, XX, 12). Del resto lo diciamo nel Credo che Cristo « ascese al cielo: di là ha da venire a giudicare i vivi e i morti ».

Ha il potere di punire e di premiare. Parlando del giudizio finale il Signore ha detto: « Allora il Re a quelli di destra dirà: venite, o benedetti del Padre mio, vi ho preparato un regno eterno di delizie, perché  quando avevo fame voi mi sfamaste e quando avevo sete voi mi dissetaste. Ma poi volgendosi a quelli di sinistra dirà: voi che m’avete fatto patire e fame e sete siete condannati all’inferno col demonio e gli angeli ribelli » (Matth., XXV, 33-45). Dunque Gesù Cristo è Re. È Re perché Dio gli ha dato ogni potestà su tutta la terra. È Re perché tutti gli uomini erano schiavi del peccato ed Egli li ha comprati non con oro né con argento ma col prezioso sangue suo. È Re perché tutti gli uomini erano sotto il dominio del demonio per il peccato originale ed Egli li ha conquistati morendo sulla croce. Per natura, per acquisto, per conquista è nostro Re e noi lo riconosciamo: « Tu Rex gloriae, Christe! ».

2. IL REGNO

« Sono Re! » disse Gesù a Pilato. « Ma il mio regno non è di questo mondo. Se fosse di questo mondo i miei discepoli con le spade mi avrebbero difeso dai Giudei, e milioni di Angeli invincibili avrebbero sterminato i miei nemici ».

Il Regno di Gesù Cristo non è un regno materiale. Egli avrebbe potuto venire al mondo come un potente imperatore, con la sua capitale, col suo palazzo, col suo esercito, con la sua flotta: ne avrebbe avuto anche il diritto. Però, per nostro amore preferì la stalla alla reggia, la corona di spine alla corona d’oro, la canna allo scettro, la croce al trono. Ma se il suo Regno non è materiale è però superiore ad ogni altro. – I re di questo mondo comandano sui corpi, egli sui cuori. I re di questo mondo si fanno ubbidire con la forza, egli con l’amore. I re di questo mondo hanno palazzi e troni, ed Egli ha le sue chiese e i suoi altari. I re di questo mondo hanno gli eserciti ed anch’Egli li ha, e più belli e più valorosi: sono migliaia di fanciulle che amano Cristo R e più del padre e della madre più della loro giovinezza e si ritirano nei conventi ove per Lui consumano la vita, adorandolo giorno e notte; sono migliaia di uomini che rinunciano alle carriere fulgide del mondo ai guadagni e si fanno religiosi, sacerdoti; sono migliaia di giovani robusti che hanno il coraggio di lasciare il paese dove sono nati, e la patria amata, e vanno per deserti e per selve, fino agli ultimi confini del mondo, senza nulla fuor che un crocifisso, per estendere il Regno di Cristo.

Il Regno di Cristo è universale. Ogni regno di questo mondo ha i suoi confini: l’Italia è limitata dalle Alpi e dal mare, l’Inghilterra non regna sulla Russia né sulla Francia …, anche l’impero romano che fu il più grande di tutti aveva le sue colonne d’Ercole. Il regno di Gesù Cristo non ha confini: è grande come tutta la terra. Su ogni campanile di ogni paese trovate la croce; tra l’erba di ogni cimitero trovate la croce; nelle capanne dei selvaggi trovate la croce. Se il Papa, viceré di Cristo, dice una parola, quella parola con venerazione è ascoltata in ogni parte del mondo.

3. IL REGNO DI CRISTO È ETERNO

Quando Gesù Cristo cominciò a regnare, sul mondo comandavano gl’imperatori romani: ora, tutti gli imperatori romani sono morti e morto è il loro impero, mentre ancora Cristo vince, regna, comanda. Erano già quattrocento anni che viveva la Chiesa di Cristo, quando Clodoveo fondò l’impero dei Franchi; ora quell’impero con tutti i suoi imperatori è morto, mentre ancora Cristo vince, regna comanda. Erano già mille anni che viveva la Chiesa di Cristo, quando Guglielmo il Conquistatore stabiliva in Inghilterra la dinastia dei re Anglo-Normanni; ora quella dinastia con tutti i suoi re è spenta, mentre ancora Cristo vince, regna, comanda. Erano già mille e duecento anni che c’era la Chiesa di Cristo, quando in Germania cominciò la dinastia degli Asburgo; ora quella dinastia con tutti i suoi re è spenta, ma Cristo ancora vince, regna, comanda. – Erano già mille e seicento anni che regnava Cristo quando ascendeva al trono della Russia la casa dei Romanoff; ora quella casa nella grande guerra si è estinta, ma Cristo ancora vince, regna, comanda. – Dov’è Nerone che voleva soffocare in fasce il regno di Dio? È morto, cacciando nel cuore il suo pugnale. Dov’è Giuliano l’Apostata che voleva distruggere fin anche il nome di cristiano? È morto, sconfitto in guerra, disperatamente urlando: « Galileo hai vinto! ». – Dov’è Lutero che ha strappato mezza Europa al dolce giogo di Gesù? È morto, guardando il cielo con occhi delusi. Anche Voltaire che voleva schiacciare con le sue mani come una formica il Re dei Re, è morto mordendo come un cane le sue coperte. – Anche Napoleone, che aveva osato dare uno schiaffo al vecchio Papa e trascinarlo in esilio, è morto, vinto e solo, in uno scoglio in mezzo alle acque. – E Cristo vince, regna, comanda ancora oggi, e vincerà e regnerà e comanderà anche domani. Sempre.

 I NEMICI

« Io sono un Re umile e mite di cuore » ha detto Gesù, « e il giogo del mio regno è dolce e soave ». Se è così, è chiaro che i nemici di Cristo Re e del suo regno sono quelli che il cuore non hanno umile e mite, ma superbo e crudele. Ed ha cuore superbo chi non vuole pregare. « Pregare? ma chi, se non mi manca niente? Ho salute, ho danari, ho divertimenti, ho piaceri, che altro posso desiderare di più? Non ho bisogno di nessuno, nemmeno di Dio ». E non vedono che sono sepolcri imbiancati con dentro l’anima morta e putrefatta; non sanno che anche i beni materiali sono dono di Dio; di Dio che li ha creati, che li conserva, che li ha redenti, che li giudicherà un giorno. Questi superbi di cuore hanno orrore di accostarsi ai sacramenti. « Confessarci? in che cosa abbiamo sbagliato? e chi ha diritto di sapere i miei segreti? Comunicarci? noi non siamo deboli, noi facciamo da soli».Ed ha cuore superbo chi non osserva i comandamenti. « Io non sono suddito di nessuno » dicono in pratica i nemici del Regno di Cristo, e disubbidiscono a tutti i comandamenti. Credono che Gesù non possa comandare a loro di non bestemmiare, di non rubare; e soprattutto, non vogliono nessun freno ai loro piaceri. Pretendono di poter lecitamente pensare e dire le cose più invereconde, pretendono di poter lecitamente soddisfare alle passioni più vergognose. Nemici del purissimo regno di Cristo sono quelli che diffondono lo scandalo, che leggono libri osceni, che frequentano balli e spettacoli dove regna il demonio; nemici del regno di Cristo sono quelli che dissacrano il sacramento del matrimonio e trascurano l’educazione cristiana dei figli; nemiche del regno di Cristo sono quelle disgraziate che nonostante i comandi del Papa e dei Vescovi si coprono con vesti di pagana sensualità; con vesti che cominciano troppo tardi, finiscono troppo presto e sembrano tessute col vento.Ed ha cuore duro chi odia i suoi nemici e conserva nel cuore le offese, e con gioia velenosa aspetta il momento di rendere il male ricevuto o di farne uno maggiore; il regno di Cristo è regno d’amore e le sue leggi sono soltanto di amore e di pace.Ed ha cuore duro chi non sente compassione dei bisognosi, degli ammalati che domandano cure e conforto, dei poveri che chiedono un po’ di pane, delle Missioni e delle opere buone che aspettano la nostra offerta, delle anime del purgatorio.Ma se con segno più evidente e infallibile volete distinguere i nemici del Regno di Cristo, guardate se odiano il Papa, se lo calunniano, se lo disobbediscono: chi è nemico del Vice-Re è nemico del Re.

CONCLUSIONE

Un piccolo Re di Normandia, dopo lunghe peregrinazioni e vicende, tornava dalla Crociata nel suo regno. Camminava a stento per i digiuni e le fatiche, ed aveva una ferita ancora aperta e sanguinante sul petto. Quando toccò i confini della sua terra due lagrime gli sgorgarono da sotto le nere ciglia e gli rigarono il volto. Era forse mezzodì e faceva caldo. Nell’ascendere incontrò un uomo che portava una brocca colma di acqua fresca: « Sono il tuo Re che torna: dammi da bere ». L’altro guardò stupito e gli rispose villanamente: « Non conosco nessun Re: tu sei uno straccione !» e riprese la sua strada senza più voltarsi indietro. – Il povero Re tristemente lo vide sparire dietro una siepe e mormorò: « Domani, avrai sempre sete senza poter bere mai nel mio regno ». – Intanto scendeva la sera e la reggia era ancora lontana. Annottava, quando vide disegnarsi sul sentiero una striscia di luce; c’era una casa. Attraverso la porta socchiusa guardò in quella casa: sul tavolo fumavano le vivande, un uomo una donna e un giovanotto soltanto sedevano in giro. Il Re aveva fame e sonno; fermandosi sulla soglia, gemette: « Date al vostro Re, o buona gente, un pane e un po’ di paglia per dormire ». Il marito s’alzò di scatto bestemmiando, e lo scacciò fuori nell’oscurità, e chiuse l’uscio col chiavistello. Il povero Re sotto le stelle intinse il dito nella sua ferita sanguinante sempre e scrisse sull’architrave di quella casa: « Non est pax nec hodie nec cras ». Albeggiava appena, quando entrò sotto il portone della sua reggia. Non riconobbe più la sua casa così splendida una volta, così pulita: sembrava ora la scuderia. Sentì un gran vociare venire dalle sale, si fermò in ascolto: « Il Re è morto: è finito il tempo della tirannia. Si ordini a tutto il paese di bruciare la sua aborrita immagine, si stabiliscano grandi feste in cui ciascuno farà quello che vuole ». Il povero Re non poté più trattenersi dalla commozione, sospinse la porta e gridò: « Rallegratevi! il vostro Re è tornato a regnare ». Fu un urlo: tutti quei maggiorenti e principi levarono i pugni contro di lui: « Via! non ci sono più Re ». Da quel giorno in quel regno cominciarono le rapine, le violenze, le pesti, le guerre, i terremoti. – Cristiani, comprendete la bella leggenda. Cristo, il Re dei nostri cuori, torna a regnare. Guai all’individuo che non lo disseterà con la sua anima! avrà sempre sete nel fuoco dell’inferno. Guai alle famiglie che non lo accoglieranno! non avranno più pace, né in questo né nell’altro mondo. Guai alle nazioni che non rispetteranno i suoi diritti inviolabili, saranno oppressi dai disastri fisici, economici, morali.

Per la MESSA:

www.exsurgatdeus.org DOMENICA in festo DOMINO NOSTRO JESU CHRISTI REGIS


Commemoratio Dominica XXIII Post Pentecosten V. Octobris
Absólve, quǽsumus, Dómine, tuórum delícta populórum: ut a peccatórum néxibus, quæ pro nostra fraglitáte contráximus, tua benignitáte liberémur.
Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum.
R. Amen.

Autore: Associazione Cristo-Re Rex regum

Siamo un'Associazione culturale in difesa della "vera" Chiesa Cattolica.