CAUSA E PRINCIPIO DELLE MALATTIE.
MEZZI PER GUARIRLE. -2-
DI
UN PRETE DEL CLERO DI PARIGI
CAPITOLO III
POTENZA DEL SEGNO DELLA CROCE, DEL SANTO NOME DI GESU’, E DELL’ACQUA BENEDETTA.
Il lettore noterà indubbiamente che i segni della Croce sono moltiplicati nelle preghiere che noi inseriamo alla fine di questo libro. La ragione è che tutti i beni ci vengono dalla Croce. I santi di tutti i secoli e di rutti i paesi, si sono sempre serviti del segno della Croce per operare i loro miracoli e guarire i malati, e come insegna San Doroteo, abate d’Egitto, del IV secolo: « Il demonio perde tutta il suo potere alla presenza della Croce di Gesù-Cristo. » Ecco perché si legge nelle preghiere del breviario questa invocazione indirizzata a Dio: « Signore, con il segno della Croce liberateci dai nostri nemici – Per signum crucis, de inimicis nostris libéra nos, Deus noster. » Ed ancora: « Ecco la croce di Gesù-Cristo, fuggite parti avverse. – Ecce crucem Domini, fugite partes adversæ. » – È dunque vero che il segno della Croce fatto con fede può cacciare i demoni. L’invocazione del santo Nome di Gesù ha la stessa potenza. La storia ecclesiastica ne riporta un gran numero di esempi. Noi ne citiamo qualcuno che si leggerà con interesse. È la voce dei martiri e degli apologisti che noi ascoltiamo: San Giustino, filosofo cristiano, martirizzato nel II secolo, afferma positivamente nel libro delle “Antichità giudaiche” che il demonio obbedisce a coloro che lo scacciano pronunciando il santo Nome di Gesù. Minuzio Felice, oratore latino del II secolo, non è meno esplicito.« Voi sapete bene – egli dice nell’Octavius – che questi demoni sono costretti a confessare ciò che sono, quando tormentandoli, noi li facciamo uscire dai corpi con parole che li torturano e con preghiere che li bruciano. » San Cipriano, vescovo di Cartagine, martirizzato nel 258, diceva che: « egli cacciava i demoni dai corpi che essi ossessionavano, intimando loro di uscire nel Nome di Gesù-Cristo, e per la virtù del segno “della Croce”. Oh, se volete vedere -egli diceva- come i demoni sono tormentati, torturati dalle parole sante e sacre che noi pronunciamo, quando li comandiamo e li cacciamo nel Nome di Gesù-Cristo dai corpi che ossessionano ». Lattanzio, celebre filosofo ed apologista cristiano del II secolo, è anche egli positivo. Egli dice che « i discepoli di Gesù-Cristo cacciano i demoni nel Nome del loro Maestro, e con il segno della Passione: « Questo mostrerà quanto il segno della Croce sia terribile per i demoni e si vedrà come, costretti dal Nome di Cristo, essi escano dai corpi che ossessionano. Allora egli racconta questo episodioo storico. Egli dice che il demonio, consultato dall’imperatore Diocleziano, non aveva osato rispondere in presenza di un cristiano che aveva fatto il segno della croce. Tertulliano, uno dei dottori più illustri della Chiesa di Cartagine, nel III secolo, portava questa audace sfida ai pagani dei suoi tempi: « che si porti davanti ai tribunali, davanti a tutto il mondo, e non in un luogo chiuso, qualcuno che sia veramente posseduto dal demonio “quem agi dæmone constet”, ed un cristiano, chiunque esso sia, il primo venuto “a quolibet cristiano”, comandi a questo spirito di parlare: questo spirito maledetto confesserà che non è che un demonio e che, mentre altrove si dice falsamente Dio, egli non oserà mentire ad un cristiano. Se non lo confessa subito, spargete sul luogo stesso, senza indugio, senza alcuna nuova procedura il sangue di questo cristiano temerario (Apologetica, 23). Che sicurezza! Quale fede eroica in questa sfida! Chi può credere che Tertulliano possa compromettere con tanta leggerezza la vita di un cristiano! È per questa ragione, ed ispirato dalla stessa fede, che Bossuet, che noi amiamo citare, dice ancora che, forzato dalla parola di un fedele, il demonio depose la sua impudenza. Un’altra volta, Tertulliano, indirizzandosi al proconsole d’Africa, Scapula, cita i nomi propri dei posseduti liberati da lui, e dice che essi sono pronti a rendere omaggio alla verità. Anche i vostri ufficiali e consiglieri potrebbero istruirvi in essa, il segretario di uno di essi, il figlio di un altro, senza contare un gran numero di uomini di qualità, e gente comune che sono state liberate da noi e dalla malattia e dal demonio”. Egli racconta nella sua opera intitolata “gli spettacoli” che una dama romana andò in buona salute al teatro e ne tornò posseduta dal demonio: “Theatrum adiitet cum dæmonio rediit”; esso, evocato e biasimato per aver osato attentare ad una matrona cristiana, rispose difendendosi: “io ho colto l’occasione, e non penso di aver fatto torto a nessuno. Tutto ciò che trovo sulle mie terre mi appartiene “Constanter et justissime feci quia in meo eam inveni…”, se l’avessi trovata in chiesa io non avrei mai osato avvicinarla, ma io l’ho trovata nella mia assemblea, tra le danze ed i piaceri, e l’ho presa come cosa che si trovava nel mio feudo e quindi mia proprietà”. Quale insegnamento in queste parole! Quale soggetto di meditazione per coloro che sono al mattino in chiesa, e la sera in riunioni pericolse!!! Non si può ignorare l’influenza perniciosa che eserciti il teatro su tutta una categoria di figli del popolo che vi si introducono, riportandone una spaventosa precocità di vizio. Per un gran numero il teatro è il vestibolo della prigione; come per molti ricchi, è l’abisso ove sprofondano l’onore e la fortuna. So bene che si dice che il teatro sia entrato nei nostri costumi; che bisogna andare per non singolarizzarsi, diventare asociali; e poi esso non fa alcuna cattiva impressione, né allo spirito, né ai sensi. Illusione!!! In effetti, anche se i soggetti rappresentati non sono sempre cattivi, il luogo è sempre pericoloso. Se noi citassimo tutte le testimonianze dei pagani, greci o romani, contro il teatro, si vedrebbe che essi lo consideravano come una scuola di vizio. Tertulliano dice che il teatro è un “luogo infame” e “chiesa del diavolo”. Si dice che a Roma nessun attore fosse ammesso né a corte, né al tribunale, né al senato, e che era escluso da tutti gli onori militari e civili. San Giovanni Crisostomo lo chiama “l’impuro cibo di satana”. Sant’Agostino si domanda come possa un cristiano pregare al mattino in chiesa e correre poi in teatro per applaudire satana e le suo opere. Salviano, questo celebre prete che viveva a Marsiglia nel IV secolo dice: “… che ritorno al diavolo, e che rinuncia alle promesse battesimali quando si va a teatro!”. Del resto tutti i padri della Chiesa, tutte le decisioni dei Concili, dicono che un cristiano che abbia rinunciato, col suo Battesimo, a satana, alle sue pompe ed alle sue opere, non debba più frequentare il teatro che chiamano con diversi nomi, come “scuola del vizio”, “focolaio di corruzione”, “perdita di innocenza”, “mare in cui la virtù fa spesso naufragio”. Il teatro non è dunque una scuola di moralità ed un innocente piacere. Non restiamo stupefatti quindi dalla severità della Chiesa su questo soggetto. È in questi luoghi, sempre pericolosi, che il demonio va a cercare numerose vittime; anche tra le persone che si credono pie e che corrono a frotte. satana ha osato attaccare Nostro Signore stesso mentre pregava e digiunava nel deserto. Gli sembra dunque naturale tendere insidie alle anime che vanno “da lui”. È allora che egli introduce il peccato nella loro anima, e dei germi patogeni nei loro corpi. Felice ancora quando non porta egli stesso la torcia incendiaria nella “propria casa”, per far bruciare tutti coloro che vi si trovano!!! Lo abbiamo visto spesso, quanti teatri sono stati bruciati e quanti bruceranno ancora!!! Ciò che sto dicendo, lo so, è opposto a tutto quello che si chiama lo spirito dei tempi moderni. Gli increduli, i cristiani indifferenti, riverseranno su questo soggetto il loro sarcasmo ed i loro ghigni beffardi. Compiangiamoli e preghiamo per essi che sono nelle tenebre e nell’errore, mentre noi siamo nella luce e nella verità. E poi ci meravigliamo se il demonio agisce così, attaccando dei semplici cristiani, egli che ha osato attaccare nostro Signore stesso. Noi abbiamo ricordato più in alto gli assalti furiosi che satana ha portato a Giovanni M. Vianney, questo santo curato d’Ars, che ha reso illustre il clero francese per la sua carità e per le sue ammirevoli virtù. Ed egli non ci attaccherebbe? È inammissibile! Origene, questo gran dottore della Chiesa che teneva la celebre scuola di Alessandria, assicura che « il più piccolo, il più infimo tra i Cristiani ha tra le mani questo ammirabile ed infallibile potere di espellere i demoni là dove essi sono. » Ora, se il più piccolo e più infimo tra i Cristiani ha questo mirabile ed infallibile potere, cosa non potrà un Prete [cioè un “vero” Prete, oggi introvabile – ndr. -], che è un altro Gesù Cristo, “sacerdos alter Christus” e che ha ricevuto missione e potere, per la sua dignità di esorcista, di espellere e cacciare i demoni? S. Gregorio Nazianzeno (IV secolo) esclama: « quante volte questo mi è successo! ». In ultimo luogo citiamo il poeta latino cristiano Prudenzio, che viveva nel IV secolo, e che afferma nel suo libro di Apoteosi contro i Giudei che « il demonio è cacciato e torturato dal nome di Gesù-Cristo. » Si legge ancora la recita di più miracoli operati dal segno della Croce, ed invocando il Nome di Gesù, in San Gerolamo, in Teodoreto, in San Sulpizio severo, in San Agostino, in Vittorio de Vita ed altri scrittori ecclesiastici. Queste autorità della prima antichità, questi miracoli riportati da Santi il cui nome è venerato pure tra i protestanti, rendono molto credibili ciò che gli autori dei secoli successivi scrivono dei miracoli operati dal segno della Croce. Sarebbe troppo lungo il catalogo. Penetrato da questa credenza, ed appoggiato a testimonianze storiche sì incontestabili, mons. Gaume ha pubblicato un libro intitolato: “Il segno della croce nel XIX secolo” [pubblicato anche su questo blog –ndr. -], nel quale enumera la potenza, l’efficacia di questo segno divino nell’ordine temporale, e dice: «il segno della Croce ridona la salute e guarisce tutte le malattie; calma le tempeste, spegne il fuoco, protegge dagli incidenti, arresta le onde, fa rientrare le acque nel suo alveo, allontana le bestie feroci, preserva dal veleno, dal fulmine; esso purifica l’aria, l’acqua, il fuoco e ne caccia il demonio ». Infine ricordiamo queste ultime parole: « esso fa dei Cristiani degli strumenti di prodigi. » Lo storico Fleury ci dice che nei primi secoli, i Cristiani guarivano le malattie, cacciavano i demoni, non solo dagli uomini, ma pure dagli animali e dai luoghi che gli erano dedicati. Essi pregavano, facevano dei segni di Croce sui malati pronunciando il Nome di Nostro Signore Gesù-Cristo. « E questo Nome da solo aveva tanta forza da cacciare i demoni anche se pronunciato dai malvagi. » Imitiamo questi grandi e valorosi Cristiani. satana non è più forte oggi di quanto non lo fosse nei primi secoli. Io affermo che un malato, avendo la fede, può guarire, o almeno alleviarsi considerevolmente da sé, facendo il segno della Croce sul suo male, ed ingiungendogli di sparire nel nome di Gesù-Cristo. Potrei citare tanti esempi. Ne riporto uno solo: « una signora, ancor giovane, aveva un reumatismo gottoso che la teneva a letto da diverse settimane. Uno dei suoi ginocchi si era gonfiato considerevolmente, ed il minimo movimento le era impossibile. Conoscendo la sua fede viva e la sua grande pietà le suggerii il pensiero di fare da se stessa dei segni di Croce sul suo male invocando il Santo Nome di Gesù. La sera stessa ella si mise in raccoglimento e pregò Dio, cominciò a fare col suo pollice dei segni di Croce sull’area malata. Ella seguì il consiglio che le avevo dato di comandare al male di sparire nel nome di Gesù-Cristo, e per la potenza del segno della Croce. Era appena passato un minuto che già vedeva diminuire il gonfiore sotto i segni della Croce che ella moltiplicava. Sbalordita ed entusiasta, chiamò sua sorella che era nella camera accanto e che fu testimone di questa guarigione; perché in effetti questa era avvenuta. Il male era sparito nel giro di qualche minuto, e all’indomani ella poteva camminare senza sofferenza e senza dolore. Dunque, poveri malati, abbiate fede e fiducia in Dio, imitate questo esempio, ed il Signore vi guarirà! È dunque certo che il segno della Croce ed il Nome sacro di Gesù irritino e abbattano i demoni che fuggono tremanti … Contremiscunt. Lo si può notare molto spesso quando si fa una novena per ottenere la guarigione di un malato. Quasi sempre, durante il corso di questa novena, le sofferenze sono più acute, più intense, le crisi più violente. Si potrebbe supporre che le preghiere siano inutili, ed il malato stia per morire, tanto che si raddoppiano i dolori. È il demonio, spirito di malattia che è tormentato, torturato, irritato dalle preghiere che si indirizzano al cielo, e che lo scacciano dal corpo che rendeva malato. Invitato ad uscire nel nome di Gesù-Cristo, egli fugge; ma fa soffrire colui che egli tormentava, e … conseguentemente ha luogo la guarigione. Si vedono anche tutti i giorni, dei poveri moribondi che resistono alle più pressanti ed affettuose esortazioni di persone che le circondano, e che lo scongiurano, nel nome della loro eterna salvezza, di ricevere i soccorsi della Religione, per riconciliarsi con Dio. Si prega, si piange, ci si dispera, si crede che il povero malato stia per morire nella sua empietà. Quando improvvisamente chiede un prete e muore con i sentimenti della più grande pietà. A chi attribuire questo cambiamento sì repentino? Oltre le preghiere, molto spesso, sono di ausilio anche una medaglia della Santissima Vergine, o quella di San Benedetto, un Crocifisso od altri oggetti di pietà posti sul malato, anche a sua insaputa. Questo oggetto benedetto mette in fuga il demonio che era là, al capezzale del morente, per impadronirsi della sua anima. Per sottrarsi alle influenze diaboliche, San Agostino giungeva a desiderare che i Cristiani fossero esorcizzati tutti i giorni. E San Crisostomo consigliava ai Cristiani del suo tempo di dire ogni mattino, con la bocca o con il cuore. “Abrenuntio tibi satana, et coniungor tibi, Christe”. Era come dire di impegnarsi a non far più parte delle schiere comandate da satana, ma di appartenere alla milizia di Gesù-Cristo. La storia ci riporta che un santo Prete, nominato Gassner, che viveva in Germania nel 1752, guariva i malati con la preghiera, il segno della Croce, l’imposizione delle mani, e soprattutto con l’invocazione del sacro Nome di Nostro Signore Gesù-Cristo. Egli affermava che un terzo delle malattie era provocato dal demonio. Migliaia di malati lo circondavano incessantemente. Egli era approvato dal grande Papa Benedetto XIV, allora regnante. Circa sessanta anni orsono si parlava molto di un altro santo Prete che viveva pure in Germania, il principe Hohenlohe, che guariva allo stesso modo tutti i malati che si presentavano a lui. Egli guariva pure da lontano coloro che si raccomandavano alle sue preghiere, dirigendo il suo pensiero verso di essi. – In una seconda opera che ha fatto pubblicare mons. Gaume e che ha come titolo: “l’acqua benedetta nel XIX secolo”, si leggono delle pagine toccanti sulla potenza e l’efficacia dell’acqua benedetta per cacciare il demonio, pulire le piaghe e guarirle. Questa potenza dell’acqua benedetta è stata insegnata fin dalla culla del Cristianesimo. Le costituzioni apostoliche riportano le formule di questa benedizione, che noi riportiamo qui. « Sanctifica, Domine, hanc aquam, tribue ei juvandi et repellendi morbum, fugandi dæmonies, expellendi insidias ». Signore, santificate questa’acqua; fate che per essa le malattie siano risanate e spariscano, che metta in fuga i demoni e preservi dalle sue insidie ». [diciamo solo per inciso che queste formule di benedizione vanno usate solo da “veri” sacerdoti, aderenti alla “vera” Chiesa Cattolica, quella di Papa Gregorio, altrimenti è meglio evitare accuratamente quella che sarebbe purtroppo un’acqua maledetta! – ndr. -]. Hincmar, arcivescovo di Reims, tenne un sinodo il 1 novembre 852, ed in uno degli articoli si esprime così: « ogni domenica, ogni prete, prima della Messa, farà dell’acqua benedetta con cui si aspergerà il popolo entrante nella chiesa, e coloro che vorranno ne riporteranno per aspergere le loro case, le loro terre, le loro bestie, il cibo degli uomini e delle bestie. » Ci sono numerose prove storiche dell’efficacia dell’acqua benedetta che sarebbe troppo lungo riportare qui. – Per riassumere, ricordiamo dunque gli effetti salutari che produce questa acqua santa, quando se ne serve con fede e pietà. Essa caccia i demoni dai luoghi che occupa, fa cessare i mali che egli causa; serve a guarire le malattie; essa purifica le case o altri luoghi in cui si trovano i fedeli; allontana le insidie del nemico, che essa respinge e blocca; essa protegge i campi ed i raccolti; allontana l’aria pestilenziale e corrotta, e tutto ciò che potrebbe essere nocivo all’anima ed al corpo. Questi effetti dell’acqua benedetta dipendono dal grado di fede con la quale se ne impiega. Più questa fede sarà viva, tanto più velocemente saremo esauditi!
CAPITOLO IV
L’IMPOSIZIONE DELLE MANI E LA SUA
POTENZA
Fino allo stabilirsi del protestantesimo nel XVI secolo, tutti i Cristiani, vescovi, preti e laici, che venivano chiamati presso un malato, pregavano, invocavano il nome di Gesù-Cristo e, quando possibile e conveniente, facevano dei segni di Croce e stendevano le mani soccorrenti sulle parti del corpo che erano affette; e molto spesso si rendeva la salute a questi ammalati che avevano fede. Imponendo le mani, questi Cristiani, imitavano nostro Signore Gesù-Cristo, che fece sì spesso questa azione per guarire i malati che venivano a Lui. Questa azione di Nostro Signore non deve essere assimilata a quella che facevano i saggi dell’India, i sacerdoti egiziani e greci. I riti del paganesimo prescrivono l’estensione o imposizione delle mani per guarire i malati; ma questa non era che un’azione magnetica. Mentre nei Cristiani è un’azione santa che conferisce ai malati che abbiano fede, un dono spirituale che è la grazia della santità: “Gratia sanitatum”, come dice San Paolo ai Corinti (I, 12-29). L’imposizione delle mani era praticata nella legge giudaica. Noi vediamo il sommo sacerdote stendere le sue mani sul popolo di Israele per benedirlo da parte di Dio. Giosuè non fu riempito dello Spirito di saggezza, se non perché Mosè impose le sue mani su di lui (Deut. XXXIV, 9). Si tratta quindi ben veramente di un’azione santa nella Religione Cattolica. E con questa azione, la Santa Chiesa stende le sue mani materne su di noi, ci copre come uno scudo. Essa si occupa dei nostri corpi e dell’anima. Essa ci preserva e ci garantisce contro i colpi del demonio; Essa gli dice: non toccare questa creatura, ella è mia. Indietro, dunque, satana! Con questa azione ancora, la santa Chiesa ci benedice ed attira sulle nostre teste la grazia di Dio. È con l’imposizione delle mani che gli Apostoli comunicano lo Spirito Santo ai Cristiani del loro tempo. È con l’imposizione delle mani e pronunciando il santo Nome di Gesù, che essi guariscono i malati (Atti c. V). – Ancora e sempre con l’imposizione delle mani, ripetute e moltiplicate, che nel Battesimo, si caccia il demonio. – È con l’imposizione delle mani che i Vescovi [quelli veri con Giurisdizione! –ndr. -] danno il Sacramento della Confermazione. Quando i sacerdoti sono ordinati e consacrati a Dio, si impongono loro le mani. – La santa assoluzione, nel Sacramento della Penitenza, è data al peccatore alzando e stendendo le mani verso di lui. Nel Sacramento del Matrimonio, si dà la benedizione nuziale stendendo la mano verso i giovani sposi. Leggiamo questa prescrizione nella lettera di San Giacomo sul soggetto della Estrema Unzione; « Se qualcuno è malato, faccia chiamare i preti della Chiesa, affinché impongano le mani facendo unzioni di olio in nome del Signore; e la preghiera, unita alla fede, salverà il malato. » È come conseguenza di questa prescrizione che la preghiera, amministrando questo Sacramento si pronunziano queste parole, con la mano stesa sul malato: « Che ogni potenza del demonio sia annientata in te, nel nome del Padre, del Figlio e dello spirito Santo, ed anche per l’imposizione delle nostre mani “Extinguatur in te omnis virtus Diaboli, per impositionem manuum nostrarum”.» La Chiesa ci insegna dunque, con queste ultime parole, che il demonio può provocare la malattia, ma anche, che può essere scacciato con la preghiera e l’imposizione delle mani. È a causa dell’efficacia e della potenza di questo Sacramento sullo spirito del male che lo si riceveva tutti i giorni nel IX secolo, come il Santo viatico, quando si era pericolosamente malati. Lo storico Fleury ce lo dice, parlandoci del vescovo S. Ramberto, morto l’ 11 giugno 888. Egli aggiunge che era l’uso in quei tempi. Le sante vedove della Chiesa primitiva erano elevate alla dignità di diaconesse con l’imposizione delle mani.”Suscipientes manûs impositionem”. (Concilio di Calcedonia.), non c’è dunque alcuna cerimonia di Culto Cattolico senza l’imposizione delle mani. Essa è un segno di protezione e di amore da parte di Dio. Un morente benedice la sua famiglia stendendo e ponendo la sua mano debole sulla testa di coloro che sta per lasciare: è un’azione istintiva e che risiede in natura. Il reverendo Padre Valuy, della Compagnia di Gesù, nel suo mirabile libro intitolato: “Le Directoire du Prêtre”, raccomanda di insegnare ai genitori a presentare i propri figli al curato, al prete, quando passa, affinché li possa benedire, toccarli, ed imporre loro le mani. Così faceva il divino Maestro. Gli si presentavano i fanciulli affinché li toccasse (S. Luca XVIII, 15). Non si dovrebbe forse sempre chiamare un prete presso un bambino malato, anche per colui che è nella culla? Non sarebbe come per lui comunicargli la grazia della salute “Gratia sanitatum”, anche quando la malattia non fosse causata dal demonio; l’esperienza prova che spesso, una preghiera, una benedizione, un segno di Croce, una imposizione delle mani guarisce questi cari piccoli ammalati; perché il demonio attacca sia l’innocente che il colpevole; e la prova ci viene data da S. Agostino che ci parla “dei mille insulti che il demonio fa sopportare ai piccoli bimbi battezzati ed innocenti” (Città di Dio, lib. 22). Quali sono questi insulti se non questa serie di malattie che affliggono l’infanzia? Nella cattolica Irlanda esiste da tempo immemore, l’uso di andare dal Prete per farsi imporre le mani e toccare con segni di croce quando si è sofferenti. È una traccia dell’antica fede. Gli infermi ed i malati trovano il loro sollievo e spesso pure la guarigione nell’imposizione delle mani, nei segni della Croce accompagnati dalla preghiera mentale od orale. Nelle nostre campagne noi troviamo ancora questo costume nella espressione popolare rimasta: “Far toccare un malato”, vale a dire stendere la mano su di lui, recitare delle preghiere, e fare dei segni di Croce sul suo male. “Io ti tocco, si diceva, che Dio ti guarisca”. E Ambrogio Paré, questo celebre chirurgo del XVI secolo (1517-1590), diceva anche queste parole: “io l’ho curato, ma Dio lo ha guarito”. Purtroppo ai nostri giorni i Preti stessi considerano a torto come una superstizione questa azione che Nostro Signore Gesù-Cristo ha fatto così spesso, ed ha raccomandato ad i suoi Apostoli e discepoli di praticare; non solo essi se ne astengono, ma addirittura la vietano! Da questo deriva che invece di avere soccorso dal loro santo ministero, ci si indirizza a persone che mancano quasi sempre di una fede chiara e di una vera pietà. Sono questi i Cristiani infimi ed abietti agli occhi del mondo di cui parla Origene, ma non di meno superiori ai Giudei e temuti dai demoni a causa della loro fede, qualunque essa sia, a causa del loro glorioso titolo di Cristiano, e per i segni di Croce di cui si servono recitando sui malati le loro semplici preghiere. Se i Giudei, anche coloro che non erano per Gesù-Cristo, cacciavano nel suo Nome i demoni dai corpi, guarivano i malati con l’imposizione delle mani (S. Matt. VII, v. 22; XII, v. 27), perché dunque i Cristiani, anche i più umili non ne avrebbero il potere? perché il demonio li teme, come dice Bossuet? Ma soprattutto, se i Preti, che sono altri Gesù-Cristo: Sacerdos alter Christus, e di conseguenza le personalità più alte della terra, si ricordassero della potenza e della santità delle loro mani consacrate, essi farebbero tante meraviglie che ben presto la fede rinascerebbe nelle anime che porterebbero ad una reazione religiosa. Si crederebbe allora al sovrannaturale; i fatti avrebbero più logica ed eloquenza degli scritti più sublimi e dei discorsi più magnifici. – Qualunque sia il rango nella gerarchia della Chiesa, il Prete è la permanenza di Gesù-Cristo quaggiù, e quand’anche fosse un umile servitore dell’ultima borgata, egli ha ricevuto la missione ed il potere di cacciare il demonio con la dignità dell’esorcista, di cui è investito; non potrà guarire i malati ossessi? La visita di un prete porta sempre gioia, egli è sempre stimato, ricercato dalle famiglie veramente cristiane per le quali egli è il Santo di Dio (S. Luca IV-34). Il demonio trema e fugge davanti al Nome santo di Gesù; egli trema e fa altrettanto davanti al ministro di Dio. I miei benamati confratelli hanno dovuto rimarcarlo nel corso del loro santo Ministero. O voi tutti, chiunque voi siate; voi che satana carica di mali, di dolori ed infermità, andate dunque a presentarvi ai Preti [superfluo sottolineare: ai Preti Cattolici “veri” –ndr.-], come un tempo Nostro Signore lo ordinò ai lebbrosi: “ostendite vos sacerdotibus” (S. Luca, XVII, 14), e se avete una fede ardente, essi vi libereranno e vi guariranno. Se voi non potete andare verso di loro, chiamateli, ed essi vi risponderanno come faceva Gesù-Cristo nella sua vita mortale: “ego veniam et curabo eum” [io verrò e lo guarirò] (S. Matteo, VIII, 7). Preti di Gesù-Cristo, usate dunque questa potenza per la gloria di Dio e per il sollievo di tutti coloro che soffrono. Le vostre mani sacerdotali, mani sante e venerabili, poiché impregnate di divinità per l’onore che esse hanno di toccare ogni mattina, al santo Sacrificio della Messa, Nostro Signore Gesù-Cristo in Persona: le vostre mani io dico, saranno così potenti quando le imporrete sui malati, esse saranno come le mani di Gesù-Cristo stesso, come il dito di Dio “digitus Dei”. Da esse uscirà, come un tempo da quelle del Signore, una virtù che guarirà tutti coloro che sono oppressi dal demonio: “oppressos a diabolo” (S. Marco, III, 10 – S. Luc. VI, 19). All’opera dunque! Ci sono in Francia 50.000 preti e milioni di veri fedeli. Noi siamo un’armata formidabile ed invincibile; noi non possiamo essere vinti dal demonio. Quando Gesù-Cristo era sulla terra, la fede in Lui era così viva e così ardente che tutti coloro che avevano bisogno di essere soccorsi, si precipitavano su di Lui per toccare il bordo del suo vestito, e venivano guariti (S. Marco VI, 56). Andiamo dunque verso di Lui nella persona del suo Prete, e saremo guariti dalle nostre infermità spirituali e corporali. Il marchese de Mirville assicura, nel suo libro sugli spiriti, che il demonio ha paura e fugge davanti ad una punta acuminata: chissà che non abbia paura anche di questo contatto umano-cristiano: l’imposizione delle mani, quella soprattutto del Prete? Se Gesù-Cristo, la verità stessa, che non può né ingannarsi né ingannare, non avesse dato grande importanza a questa azione, l’avrebbe mai potuta praticare, insegnare e consigliare? È a causa di questo insegnamento del Salvatore che i Vescovi dei primi secoli, riuniti nel Concilio di Milevi tenuto nell’anno 416, volevano che l’imposizione delle mani fosse fatta in tutto il mondo nella Chiesa. “Manuum impositiones ab omnibus celebrentur in Ecclesia”. Molto spesso i Santi pregavano ed imponevano le mani per più giorni di seguito sui malati che erano stati loro presentati. La storia ce ne riporta numerosi esempi. Gesù-Cristo stesso impose le sue divine mani in un due riprese diverse su di un cieco per rendergli la vista (S. Marco XVVV-22). Si legge nella vita di S. Agostino (354-430) che si recava senza indugio presso i malati che lo facevano chiamare affinché imponesse loro le mani. “Cumque ab ægrotantibus peteretur, ut ipsis manus imponeret, ad eos, sine mora, pergebat”. San Fiacrio (670), questo Santo sì conosciuto e popolare, aveva una reputazione tale di santità, che da ogni parte gli recavano dei malati che egli riportava in salute con la sola imposizione delle mani. Gli si chiedeva soprattutto la guarigione delle ulcere: “Cum, autem virtutum ejus fama longe diffunderetur, undequaque ad eum adducebantur infirmi quod sola manus impositione sanitati restituebat”. San Germano d’Auxerre (IV secolo), guarì con l’imposizione delle mani, un giovane gentiluomo chiamato Elipius, che era gravemente malato. Il re Childeberto era malato senza speranze per i medici; San Germano, vescovo do Parigi (VI secolo), gli impose le mani e d’un colpo si ritrovò guarito. Childeberto riporta egli stesso il miracolo nelle lettere da lui inviate con le quali dona, riconoscente, alla Chiesa di Parigi ed al Vescovo Germano, la terra di Celles ove egli aveva recuperato la salute in modo sovrannaturale (Godes-carde). E quasi ai giorni nostri il santo Curato di Ars non si comportava diversamente: egli pregava imponendo le mani sui malati che ricorrevano a lui, e noi sappiamo che li guariva quasi sempre. – Uno degli storici di Pio IX (Ville-frange, 6 édit., pag. 431), ci dice che un giorno Pio IX si recò in ospedale. Tra i malati gliene segnalarono dieci il cui stato era disperato, … un giovane canadese, tra l’altro, agonizzava. Egli non aveva se non il Prete al suo capezzale. Il Papa si avvicinò a questi malati, impose loro le mani, li toccò, pregò ed essi guarirono tutti. Pio IX agì in questa circostanza come agirono tutti i Santi per lunghi secoli. Malgrado la nostra profonda indegnità, non esitiamo mai ad invocare Dio perché Egli guarisca i malati con la nostre preghiere. Dio si serve spesso degli strumenti più deboli per operare guarigioni veramente straordinarie. (Ep. Cor. I.) è quello che S. Paolo chiama « il dono di guarire i malati. » “gratia curationum”. (Ep. Cor. l. XII-28.). Concludiamo dicendo che se Gesù-Cristo non avesse voluto che si facesse l’imposizione delle mani sui malati, non avrebbe dato questo potere a tutti coloro che credono in Lui.