CAPITOLO XXXIV
CONCLUSIONE.
I.
Abbiamo da una parte ricordato il grido di morte, emesso nello stesso tempo, nell’antico e nel nuovo mondo, contro il Clericalismo; abbiamo dall’altra annunziate le conseguenze di quest’odio ignoto negli annali dei popoli battezzati. Se Dio non ha pietà dell’uman genere, queste conseguenze saranno, fra le altre, la risurrezione del sacrificio umano diretto o indiretto, siccome s’è spiegato.
II.
Or ripieni di spavento, domandiamo: in qual modo, dopo diciannove secoli di Cristianesimo, il mondo è giunto al punto in cui lo vediamo? Non v’ha effetto senza causa. L’uomo è un essere ammaestrato. L’uomo forma la società, a lei comunicando tutto ciò che ha ricevuto. A coloro che la condannano, la società attuale può rispondere: « Egli è vero, io son ben colpevole ed infelice. Ma di chi è la colpa? Non sono già io che mi son fatta qual sono; io sono quale m’han fatto. »
III.
La società attuale essendo, nel suo complesso, satolla di odio contro il Cattolicesimo, ha dunque ricevuto in copia l’odio del Cattolicesimo. Dove lo ha essa ricevuto? Nell’insegnamento. Dapprima nell’insegnamento delle lettere e della filosofia; poscia nell’insegnamento della stampa che n’è la derivazione. La causa principale e tuttodì operativa dei presenti mali è dunque l’insegnamento della gioventù, sopratutto della gioventù letterata, che, per la sua superiorità, fa il popolo a sua immagine. Il rimedio del male, se pur ce n’è uno nelle mani dell’uomo, sarebbe la riforma radicalmente cristiana dell’educazione.
IV.
Predicate in tutti i modi, da più di quaranta anni, queste verità che abbagliano, tanto son luminose, non sono state dal maggior numero né considerate, né ricevute, né, a più forte ragione, praticate, come dovevano esserlo. Questa cecità, o meglio ostinazione, inconsapevolmente forse presso gli uni, ma consapevolissimamente presso gli altri, ha prodotto ciò che vediamo. Che vediamo?
V.
Malgrado il risveglio del Cattolicesimo su alcuni punti, e in una certa parte della società; risveglio che si manifesta nei frequenti e numerosi pellegrinaggi, nella creazione di circoli cattolici d’operai e di militari, e d’altre buone opere di fede e di carità: non ci daremo già a credere che il mondo è salvo. Quando trattasi di delitti nazionali, Dio non si lascia disarmare per alcune particolari preghiere, o per alcuni pellegrinaggi, nei quali il suo occhio non ha giammai scorto un solo di quei grandi colpevoli che eccitano la sua collera e provocano le sue vendette. Il fatto di Sodoma che poteva andar salva per dieci giusti non è una legge. La legge delle nazioni colpevoli sì, è Ninive penitente. – D’altronde da alcune manifestazioni cristiane, non segue che la maggior parte delle popolazioni non addivenga ognora vieppiù materialista, indifferente ed anche ostile alla religione; che fino le migliori provincie, città e campagne, non siano invase dallo spirito rivoluzionario; che questo spirito non faccia ogni giorno rapidi progressi, come testificato, fra le altre, in cinque anni d’intervallo, la formazione delle due camere legislative del 1871 e del 1876. Gli è dunque doloroso, ma vero il dirlo: andiamo di male in peggio; le nazioni han deviato; ed insorgendo contro il Cattolicesimo, che è la vera vita, si precipitano verso la morte.
VI.
Saremmo noi in tale stato, se si fosse compreso che faceva mestieri, sotto pericolo di gettar polvere al vento, apprestar il rimedio al male, salvando, mercé un’educazione cristiana, le generazioni ancora vergini dall’errore e dal vizio; che, fatte poche eccezioni, le generazioni già formate batteranno ostinatamente la loro strada, atteso che non si raddrizzino le querce vecchie, e non si fan ritornare i fiumi alla loro sorgente? In luogo di tutto questo, che si è fatto?
VII.
Si sono consumati dei monti di carta, rivi d’inchiostro; molto tempo, molte fatiche e fin molto talento e molto genio. Si è inondato il mondo d’apologie, di dimostrazioni, di polemiche, di critiche, di confutazioni, di lamentazioni, di discussioni. Notte e giorno si è battagliato contro i rivoluzionari e i miscredenti; cento volte sono stati convinti di stoltezza, di calunnia, di cattiva fede; li han creduti sconfitti, ed essi stanno in piedi meglio di prima.
VIII.
Sono essi intanto in tutta Europa padroni della posizione. I loro empii libri, i loro osceni romanzi vanno in voga, e vendonsi a migliaia; mentre la più parte dei libri buoni non ha che una ristretta pubblicità, se pur non rimangono tutti sepolti nei magazzini. I loro giornali si moltiplicano; e molti abbondano d’associati; mentre i buoni giornali, in picciolissimo numero, o chiudono il loro ufficio, o vivono a stento, come meglio possono, giorno per giorno.
IX.
Le loro dottrine han prodotto i loro frutti. Di vittoria in vittoria sono giunti alla disorganizzazione universale, alla negazione radicale d’ogni verità e d’ogni diritto; alla mostruosa invasione dell’immoralità e del suicidio; alla completa spoliazione della Chiesa; all’imprigionamento del Papa; all’impianto dell’eresia nel cuore stesso della cattolicità [il “modernismo” è oramai la setta dominante nei palazzi e nei templi un tempo cattolici ove la massoneria ecclesiastica si è “impiantata” radicalmente –ndr.-]; al bestiale dell’essere umano ed alla riabilitazione di satana. – Sino ad ora veruna corporazione aveva assistito ufficialmente ad un seppellimento civile. Era riservato all’Accademia di medicina di Parigi il dare, per la prima, un simile scandalo. Presentato dai medici, che sono stimati meglio di ogni altro per conoscere la natura dell’uomo, e da medici incaricati di ammaestrare la gioventù, questo scandalo inqualificabile per sè stesso è spaventevole nelle sue conseguenze. Il fatto è questo. Un certo Sig. Axenfeld, professore alla Scuola di medicina di Parigi, è stato seppellito civilmente, senza che l’avesse chiesto. Ciò che è più particolarmente scandaloso si è la pompa che ha accompagnato le sue esequie, a cui non ebbe già parte il prete. Dieci professori e undici dottori collegiali, in veste rossa, condotti dai signori Gosselin e Bouchardat assessori, preceduti dal mazziere e dai bidelli, hanno accompagnato il feretro del Sig. Axenfeld. Cosi la Facoltà medica, ufficialmente, con tutto l’apparato, bidelli e mazzieri, ha assistito a un seppellimento civile. Questo è progresso! [chissà cosa direbbe il povero mons. Gaume davanti al “progresso” delle “unioni” omosessuali di politici, passato in prima serata televisiva? –ndr.-]. Ancora un altro progresso: si legge nei Droits de l’homme, settembre 1876: « Ieri sera, racconta l’Egalitè di Marsiglia, ba avuto luogo la cerimonia civile, per la quale il nostro amico cittadino Malaucène, ha voluto surrogare, pel suo neonato, il battesimo religioso. Il nostro collaboratore Clodoveo Hugues è stato il compare, e la signorina Luisa Tardif la comare. Questa piccola festa di famiglia s’è compita maravigliosamente. Il poeta dell’Egalitè, come dice la Gazette du Midi, ha poeticamente battezzato il figlioccio con questo quadernario, che val bene il latino della Chiesa:
PERCHÈ SE RITORNASSE IN TERRA IL CRISTO NON SAREBBE PIÙ CRISTIANO, IN NOME DELLA NATURA AUSTERA IO TI BATTEZZO CITTADINO. [Puisque, s’il revonait sur terre, Le Christ ne serait plus chrètien, An nom de la Nature austère, Je te baptise citoyen.]
II giornale les Droits de l’Homme qualifica come “filosofica” questa parodia. Noi ci prendiamo la libertà di dirla abominevole e buffonesca, ma d’altronde perfettamente degna della mandria d’Epicuro. Per coloro infatti che 1’han composta, il battesimo della natura deve aprire la vita dell’ uomo, come la sepoltura deve chiuderla. [chissà in quale tugurio dell’inferno si trovano ora il “battezzato”, i compari e gli assistenti! Chissà se ancora stanno brindando … o forse sì, con oro fuso con calice infuocato insieme al loro padrino generale: lucifero – ndr.-].
CAPITOLO XXXV.
(Continuazione del precedente.)
I.
Perché tante vittorie dalla parte dei malvagi, e tante disfatte dalla parte dei buoni? Perché invece di portare risolutamente la scure alla radice dell’albero avvelenatore, s’è portata soltanto ai rami; invece di concentrar le nostre forze e dirigere tutti i nostri sforzi contro la cittadella del nemico, ci siamo divisi e ci siamo fatti battere. Non poteva essere altrimenti, e sino a tanto che non cambieremo tattica, andremo di disfatta in disfatta. Lasciamo parlare qui 1’esperienza.
II.
Nei primordi di questo secolo, allorché la Francia era ancora grondante del sangue versato dalla Rivoluzione, la quale non era che una scena degli studi del collegio, la Provvidenza suscitò alcuni gran geni per esserle di faro e ritrarla dalla via ov’erasi perduta : il Sig. de Chateubriand, nella letteratura; il Sig. de Bonald, nella filosofia; il Sig. de Maistre, nella scienza sociale; il Sig. de la Mennais, nella scienza religiosa. Questi uomini illustri han lasciate opere piene di salutari dottrine, la cui pratica avrebbe rigenerata la Francia, e colla Francia forse tutta Europa.
III.
Perché mai questi grandi maestri non ebbero discepoli, ad eccezione de la Mennais, che lo deve all’educazione particolare del clero? Perché mai nell’uscir di collegio la gioventù francese, arrivando a Parigi, in luogo di nutrirsi delle dottrine insegnate da quegli uomini grandi, le ha poste da banda per frequentar le scuole del Royer-Collard, del Beniamini Costant, del Cousin, del Quinet, del Michelet e d’altri anticlericali?
IV.
Non v’ha cosa men difficile a comprendere. Queste giovani generazioni erano state gettate, dai loro studi classici, in una corrente d’idee affatto differenti dalle cattoliche; e correvano ai maestri il cui insegnamento era lo sviluppo continuato della loro prima educazione. Non v’ha dubbio, che a questa cagione principalmente debba attribuirsi l’anticristianismo che, sotto il nome di liberalismo e di razionalismo ha da un mezzo secolo invaso la gioventù francese.
V.
Da tale gioventù è costituita oggi la Francia. Addivenuta padrona di ogni posizione: nella magistratura, nella milizia, nell’accademie, nelle camere legislative, nella diplomazia, in tutte le grandi amministrazioni, essa trasmette ciò che ha ricevuto, e trasmettendolo forma la società a sua immagine: lebbrosa dalla testa ai piedi, quale la vediamo.
VI.
Se l’educazione continua ad essere quel che è, mezzo cristiana e mezzo pagana, ed anche più pagana che cristiana, non verranno su che ibride e tristi generazioni, incapaci di resistere al male. L’invasione che noi deploriamo non pure continuerà; ma a ragion dell’acquistata forza, si accelererà sempre più. Che sarà mai se l’istruzione, addivenuta laica, non è più una madre, ma una matrigna; non una nutrice, ma un’avvelenatrice patentata?
VII.
Riforma dunque dell’educazione. Riforma pronta; riforma radicale; riforma interamente cristiana nei libri come negli uomini: poiché la salute del mondo dipende da ciò. Senza questo, con tutte le opere nostre di rigenerazione, noi che faremo? Tutt’al più una pesca con l’amo; mentre gli anticlericali la faranno colla rete. Noi continueremo a dar dei colpi di spada all’acqua, o, come dice la Scrittura, getteremo le nostre mercanzie in un sacco sfondato. – Ma chi opererà tale riforma? Vescovi, preti, religiosi, padri di famiglia, tutti vi pongano mano. Tuttavia, riconosciamo umilmente la nostra impotenza. [Oggi proprio i vescovi, falsi e sacrileghi, oltre che intruppati in varie obbedienze massoniche, sono i veicoli di eresie e dottrine grondanti apostasia, ed ancor peggio i preti ed i religiosi, falsamente consacrati e quindi sacrileghi e blasfemi, i padri di famiglia devono pensare alle concubine, alle adultere loro compagne ed agli illegittimi frutti del peccato … solo la Vergine Santissima ci salverà! –ndr.-]. Iddio solo, cambiando gli uomini, può operare questa necessaria riforma. Gridino dunque tutte le lingue e tutti i cuori verso il Padre delle misericordie, come fecero gli apostoli, presso a naufragare: Signore, salvateci! Noi periamo:
Domine salva nos, perimus.
FINE