J.-J. Gaume: A che serve il Papa?
[J.-J. GAUME: “A quoi sert le Pape?”; X ed. – Paris 1861]
I.
A che serve il Papa?
No, non si tratta di un incubo. Dopo milleottocento anni di Cristianesimo, in pieno secolo diciannovesimo, secolo, si dice, del progresso e dei lumi, nelle assemblee legislative, nei saloni, nei ritrovi, nei negozi, nell’intimità del focolare domestico, come nelle campagne e nelle città, milioni di creature battezzate sono giunte a chiedersi, con una baldanza desolante: a che serve il Papa, e soprattutto il Papa-Re? Formulata in modo più o meno simile, cosa significa, ci chiediamo a nostra volta, una tale domanda? Questo significa che la nozione del Papato, come lo stesso Figlio di Dio ha stabilito, si altera in modo esecrabile, e questo significa che il principio fondamentale della Chiesa, passa dallo stato di dogma allo stato di “problema”. Questo significa che il potere conservatore delle società civilizzate, cada nell’ostilità, o quanto meno nell’indifferenza divenuta contagiosa anche per i cristiani. Quanto a ciò che si chiama il mondo, la caduta del trono di San Pietro lo scuote non più della sospensione di un pagamento, meno di un calo in borsa, lo intimorisce meno che un battito di mani, meno di un ballo di fine anno. In mezzo a questo deragliamento generale, una parola sul Papa-Pontefice, e sul Papa-Re. E perché questa parola? Per impedire la catastrofe! Nell’ora attuale la vecchia Europa può paragonarsi ad una nave in rotta, passata attraverso un uragano e prossima alle cascate del Niagara. Perché dunque questa parola? Per due ragioni che non mancano di gravità. La prima al fine di riassumere brevemente tutto ciò che è stato detto della questione pontificia, in modo da fornire alle anime rette, nei giorni di pericolo, un’arma facile e sicura contro i sofismi rivoluzionari. La seconda col fine di proiettare un ultimo raggio di luce sull’abisso senza fondo nel quale sta per sprofondare l’Europa senza il Papa.
II.
A che serve il Papa?
Bisognerebbe piuttosto chiedere a cosa “non” serva il Papa! A cosa serve la testa sulle spalle dell’uomo? … ebbene ciò che la testa è all’uomo, questo è il Papa alla Chiesa. Senza testa, non c’è corpo, così senza Papa, non c’è Chiesa; senza Chiesa, niente Cristianesimo. – Vediamo: tutti voi, letterati ed illetterati, uomini e donne, che discutete la questione romana con più leggerezza, e forse meno scienza, di quanto non fareste per una questione di teatro o di moda; che, nella vostra impazienza di vederla finita, trovate che il Papa sia lento nel cedere: comprendete la portata del vostro linguaggio? Voi non temete di chiamare il Papato una vecchia istituzione della quale il mondo può oramai disinteressarsi, e “fanatici” quelli che la difendono. Senza gran pena voi fate la vostra parte nella caduta del trono pontificale. Ai vostri occhi essa non sarà che un disturbo accidentale negli equilibri europei, una scossa incapace di compromettere i vostri interessi, tutto al più una semplice avaria, riparabile con poco danno. Ma avete ben riflettuto? Leggete la storia. Senza il Papa, avrete il mondo come era prima del Papa: sotto l’una o l’altra forma, la schiavitù di base, Nerone come re, satana come dio. Liberi di negarlo, ma i fatti sono i fatti! Non c’è né luce, né civilizzazione, né letteratura né giornalismo, né pretese qualsiasi: tra l’uomo ed il paganesimo con le sue onte ed i suoi crimini, la storia non ha mai conosciuto e non conosce che un’unica barriera: il Papa. Con lui sparisce ciò che solo impedisce i crimini e le onte del paganesimo: la Chiesa ed il Cristianesimo. Guardate il mappamondo. Senza il Papa voi avreste il mondo come ancora è in Cina, nel Tibet, in Oceania: degradazione morale, ignoranza, antropofagia, superstizioni cruente. In una questione non ci sono che due termini, vano è cercarne un terzo. Tra il Cristianesimo ed il satanismo, non c’è alcuno spazio. L’uomo è nato per adorare: chi non adora il Dio Altissimo, adora il dio infimo. Chiunque non adori il Dio Spirito, adora il dio materia, il dio metallo, il dio carne, il dio ventre, come dice San Paolo “ … quorum Deus venter”. Interrogate i vostri ricordi. Senza il Papa, voi avreste il mondo come era divenuto in Francia all’epoca del ’93: Robespierre alla Convenzione, Fouquier-Tinville al palazzo di giustizia; Simon con i suoi strumenti sulla piazza della rivoluzione; Carrier a Nantes; Venere a Notre-Dame; la Bastiglia dappertutto. Malgrado tutte le certificazioni di probità, di onore e di filantropia che si amano proclamare nel nostro tempo, non si può esser certi di nulla, eccetto una cosa: senza Papa, non c’è Cristianesimo. E senza Cristianesimo, tutto ciò che si è visto al di fuori del Cristianesimo, può essere rivisto. “Non c’è alcun crimine, ha detto un grande genio [S. Agostino], commesso da un uomo o da un popolo, che non possa essere commesso da un altro uomo o da un altro popolo, se questo non è aiutato da Dio, che ha fatto gli uomini ed i popoli. “Per impedire il ritorno di tali avvenimenti!”: ecco innanzitutto a cosa serve il Papa.
III.
A che serve il Papa?
A che serve il sole in natura? Orbene! Ciò che il sole è alla natura, il Papa lo è al mondo civilizzato. Qui una negazione accentuata esce dalle vostre labbra. Con la mano mostrate l’Inghilterra, la Russia, gli Stati-Uniti (oggi disuniti), gli altri popoli separati dalla Chiesa: e voi trionfate. Povero trionfo! La vostra obiezione, più che un non senso è un errore grossolano. La verità è che le nazioni eretiche o scismatiche, senza alcuna eccezione, vivono del Papa, non vivono che del Papa. Se tastate il loro polso, troverete che le pulsazioni normali sono quelle cattoliche. Che cos’è secondo voi che costituisce la loro esistenza come nazioni cristiane? Senza dubbio l’elemento cristiano. E a chi sono debitrici dell’elemento cristiano? Al Papa, non vi dispiaccia, e al Papa solo. Da una parte è il Papa che ha loro inviato i primi apostoli del cristianesimo. Dall’altra parte, se tutte queste nazioni conservano delle cose cristiane, anche la Bibbia, lo devono alla Chiesa, e di conseguenza al Papa, senza il quale la Chiesa non esisterebbe e non sarebbe mai esistita. Ne segue quindi che nessun protestante, nessuno scismatico, possa fare un atto qualsiasi di vita cristiana, un atto di fede nella Scrittura, senza farne uno alla necessità ed all’infallibilità del Papa. Ogni uomo che dice: “io credo alla Bibbia, ma non credo al Papa”, non sa cosa dice. Egli mente a se stesso e vive d conseguenza. Il giorno in cui rivivrà, sarà o ateo o cattolico. Nel frattempo egli non vive, vegeta. Così il protestante può negare la personalità del Papa, ma di buono o cattivo grado è forzato ad ammettere il principio del Papa. C’è di meglio. Questa necessità del Papa, per restare cristiano, è talmente implacabile, che nessuno è così papista del protestante. Il Cattolico non riconosce che un solo Papa, vescovo di Roma da diciotto secoli. Il protestante non si contenta di così poco. Egli ha tanti papi quanti ministri, re o regine ha; nelle affermazioni religiose, egli ha se stesso nel corso della giornata. Egli ha sempre un Papa con sé, egli è Papa a se stesso! – Se la quantità è a vantaggio del protestante, la qualità è a favore del cattolico. Il Papa cattolico non cambia mai. L’essenza del papa protestante è quella di cambiare sempre. Essi non sono mai d’accordo tra di loro, neanche con se stessi. Ne volete la prova? Osservate le miriadi di sette nelle quali è sbriciolato il dogma cristiano, … al punto tale che tutto ciò che resta oggi delle credenze comuni, tra i protestanti, dice un loro ministro, potrebbe scriversi sull’unghia del pollice! – Per sua natura, questo principio di divisione tende alla divisione infinita. Chi impedisce di giungervi? È ancora il Papa … e perché? Perché il Papa è un’affermazione, e fintanto che esiste un’affermazione, la negazione non può essere completa. Abbiatelo per certo. Senza l’azione indiretta del vero Papa sui paesi protestanti, vale a dire senza l’influenza permanente dell’affermazione cattolica nel mondo battezzato, da lungo tempo le ultime vestigia della verità cristiana, e con essi gli ultimi elementi della civilizzazione, sarebbero spariti dalle nazioni eterodosse. È dunque vero: ciò che il sole è per la natura, il Papa lo è per il mondo cristiano. Come solamente il sole, anche quando scende al di sotto dell’orizzonte, conserva per molto tempo ancora la luce al mondo fisico, così il Papa solo, Vicario immortale di Colui che illumina ogni uomo che viene sulla terra, conserva il Cristianesimo in tutte le sue componenti, cattoliche o non, del mondo civilizzato. Non vi sembra nulla questo?
IV.
A che serve il Papa?
A che serve la chiave di volta in un edificio? … Ebbene, il Papa è la chiave di volta dell’edificio sociale, il quale non può sussistere senza dignità, senza libertà, senza sicurezza, senza proprietà. – Conservando il Cristianesimo, il Papa conserva la dignità umana. “Saper resistere fino al sangue piuttosto che piegarsi davanti all’orrore dell’ingiustizia”: ecco ciò che costituisce la dignità dell’uomo. Questa dignità, alle quali le società devono i loro appoggi, e l’umanità le sue glorie, riposa essenzialmente sul Papa. Come? Perché il sacrificio stesso della vita alla verità e alla giustizia, implica la conoscenza certa, la convinzione invincibile della verità e della giustizia. – Una tale “certezza” esige due condizioni, l’infallibilità e la libertà della parola, organo della verità e della giustizia. Ora, senza il Papa indipendente, non può esistere nessuna libertà di parola, la libertà che occorre, manifesta e riconosciuta, per dirigere la fede! – Al suo posto cosa avremmo? Oggi l’incertezza del vero e l’incertezza del diritto. Domani, una di queste grandi strappi che si chiama scisma. Con lo scisma un lugubre corteo di divisioni, di odio, di prevaricazioni, di perturbazioni religiose e sociali, la rovina della fede e la corruzione dei costumi. Avremo per preti: funzionari avidi, popes ignoranti, come in Russia; clergymen maritati, come in Inghilterra; per Chiesa: una donna di servizio, condannata agli uffici più degradanti, e che ingoia, senza dir parola, tutti i rifiuti del disprezzo, e tutte le onte della servitù. – Cosa avrete ancora? Il fatto al posto del diritto. L’infallibilità usurpata in luogo dell’infallibilità legittima. I re saranno Papi. Invece del Simbolo cattolico, avrete dei “credo” fabbricati dall’uomo, firmati Elisabetta o Nicola. Davanti a stracci di carta, usciti dallo studio di un despota o dal salottino di una cortigiana, dovrete prosternarvi. Sotto pena di morte, dovrete baciarli con il Vangelo, e baciandoli, abdicare ad ogni dignità morale. Così avvilita in ciò che ha di più nobile, cosa diviene l’umanità? Un pagano lo ha detto: un bovino esposto sul campo in una fiera, e sempre pronto ad essere aggiudicato al migliore offerente: Urbam venalem et mature perituram si emptorem invenerit. – Che diviene la società? Quella che è dappertutto senza il Papa: un ampio bazar dove tutto si vende, perché tutto si compra, libertà, onore, coscienza. Cosa divengono gli uomini più fieri? Ciò che furono nella Roma dei Cesari: valletti tuttofare, avvocati tuttodire, eccetto la verità, prestanti qualunque giuramento, cortigiani sinceri ugualmente verso Vitellio e verso Otone, un senato augusto deliberante con grave serietà sulla salsa di rombo che deve nutrire il loro maestro. – Conservare la dignità umana: ecco, ancor più, a cosa serve il Papa!
V.
A che serve il Papa?
Il Papa serve a conservare la libertà. Il bene di cui l’uomo oggi si mostra più geloso (e meno fiero), è la libertà. I doveri di tutti sono le mura di cinta della libertà di ciascuno. Senza Papa, non c’è Chiesa. E senza Chiesa, chi insegnerà i doveri dei re verso i popoli, i doveri dei popoli verso i re, dei padri verso i figli, dei ricchi verso i poveri; dei forti verso i deboli, e reciprocamente? Nessuno! Chi, con la stessa autorità li riprenderà quando li avranno elusi, dicendo, fosse pure all’imperatore: “questo non ti è permesso”, “non licet”? Nessuno. – con il Papa cadono tutte le barriere protettrici della libertà. Al suo posto cosa avremo? Ciò che l’umanità senza il Papa ha avuto sempre e dappertutto: licenziosità e despotismo. – Scritti con il fango impastato di sangue, queste due parole significano in ogni lingua e in tutti i paesi: arbitrio, insolenza, ingiustizia, oppressione, lacrime, miserie. – Esse significano Tiberio, Eliogabalo, Diocleziano, Ivan, Enrico VIII, Couthon, Marat, e tutta quella dinastia di “tigri” coronate o non coronate, che hanno fatto dire a ragione: “Per nulla al mondo vorrei avere a che fare con un principe ateo. Se avessi voglia di farmi pestare in un mortaio, io sarei ben sicuro di essere frantumato”. Rendere impossibile la dinastia dei tiranni: ecco ancora a che serve la dinastia dei Papi.
VI.
A che serve il Papa?
A cosa serve l’armata ai confini del regno? A che serve il parafulmine sull’edificio? La diga davanti al torrente? Le mura di cinta intorno alla città? – Armata, parafulmine, diga, bastione, il Papa è tutto questo! – Imperatori e re, sappiatelo bene, il Papa protegge le vostre frontiere e le vostre corone. – Popoli, grandi e piccoli, il Papa garantisce la vostra nazionalità, la vostra autonomia. – Nobili e ricchi, il Papa protegge i vostri castelli e le vostre torri. – Banchieri, negozianti, operai, il Papa protegge le vostre casseforti, i vostri magazzini, le vostre casse di risparmio. – Lavoratori ed abitanti delle campagne, il Papa salvaguarda le vostre eredità e i vostri poderi. È il Papa ed il Papa solo che salvaguarda tutto questo. Voi lo comprenderete. A vostro avviso, chi protegge il mondo dal furto, dall’ingiustizia: … il comunismo? La forza? No. La forza è uno strumento cieco. Essa difende o attacca, conserva o spoglia, secondo la volontà di colui che la impiega. Chi dunque … il diritto? Da dove viene il diritto? Dalla stessa sorgente della verità. Perché? Perché il diritto non è che la verità applicata alla proprietà. Qual è la fonte della verità? È l’uomo? Impossibile. Chi dunque? Voi l’avete nominato: è Dio! – Poiché il diritto ha la sua origine e di conseguenza la sua regola in Dio, ne segue che il diritto pubblico, il diritto internazionale, il diritto di proprietà, come ogni altro diritto, è di natura divina. Ora, senza il Papa, il diritto divino non ha né organo divino, né garanzia divina. Esso viene rimpiazzato dal diritto umano, dal “nuovo diritto”. – Che cos’è il diritto umano? È il diritto dell’uomo, divenuto egli stesso il suo Dio, che prende come regola i suoi atti, non la legge eterna della giustizia, ma i suoi capricci ed i suoi interessi. È il diritto della forza, il diritto della convenienza, il diritto della cupidigia: “Fortitudo nostra lex justitiae” . È il diritto di Davide che fa perire Uria, per prendergli Bethsabea; il diritto di Nerone che fa tagliare la testa ai proprietari in Africa, per aggiungere questa provincia ai suoi possedimenti, il diritto dei sovrani del nord che si impadroniscono, nell’ultimo secolo, della povera Polonia spartendosela a pezzi. Il suo codice è breve: fatti in là che mi devo mettere io, altrimenti … – In queste condizioni, la forza altrui, la convenienza dell’altro, la bramosia del rivale, sono una minaccia perpetua ai vostri beni ed alla vostra sicurezza. Si vuole un Papa, perché si vogliono tutte queste cose. Tenetelo come tredicesimo articolo del simbolo. – Avete dubbi? Interrogate i francesi che hanno vissuto gli anni settanta e gli italiani che vivono ora. – In tutti i tempi ed in tutti i luoghi, i lupi della foresta richiedono il pastore, perché mirano alle pecore. Malgrado i loro dinieghi ipocriti, i lupi della rivoluzione, del socialismo, del comunismo, del nuovo diritto, non fanno eccezione. Il loro accanimento contro il Papato dovrebbe aprirvi gli occhi, e farvi capire che il Papa serve a qualcosa, anche nei vostri interessi temporali. – In verità, quando si vedono i popoli ed i re dell’Europa attaccare il Papato, ci si figura una schiera di forsennati che stanno per demolire l’edificio ove sono riparati, e che cadendo li schiaccerà sotto le sue rovine.
VII.
A che serve il Papa-Re?
Io sento mille voci che gridano: “Anche noi vogliamo il Papa, bisogna che ci sia il Papa. Ma c’è il Papa-Re, ed il Papa-Pontefice. Se non vogliamo il primo, vogliamo però il secondo. È per esaltare il Pontefice che abbassiamo il Re. Se aboliamo il temporale è solo per amore dello spirituale. Il vero mezzo per arricchire il Pontefice di amore e venerazione, è spogliare il Re della sua corona e dei suoi beni. Lasciateci fare e vedrete. – Ma cosa vedremo? … che già vediamo? Ciò che vedremo lo sa Dio. Ciò che noi vediamo è la caparbietà dei vostri sforzi, per rendere il Papa-Pontefice incapace o impotente. Ma prima di dimostrarlo, esaminiamo perché il Papa-Re vi dispiace così tanto: “Ah, voi dite, perché i suoi Stati sono mal governati. Pio IX sordo ad ogni consiglio, si ostina a restare immobile in mezzo al progresso universale. I suoi soggetti ci fanno pietà”. Siete ben sicuri delle vostre affermazioni? Parlate sinceramente? Sareste pronti a lasciarvi tagliare, non la testa, o la mano, ma la prima falange del mignolo? L’Inghilterra, la Francia o il Piemonte oggi, sono per voi il tipo della civilizzazione e del progresso? A questi paesi beati comparate gli Stati del Papa, e voi gridate gemendo: “che differenza”! Qui abusi innumerevoli; là giustizia, e regolarità dappertutto. “Negli Stati del Papa, la legislazione e incomparabilmente più imperfetta”. Menzogna! – “l’autorità meno paterna” Menzogna! – La giustizia più mal resa”. Menzogna! “la miseria più profonda”. Menzogna! – Le finanze peggio amministrate”. Menzogna! “La libertà [da non confondere con la licenziosità] meno grande”. Menzogna! “L’istruzione meno avanzata”. Menzogna! “La proprietà meno rispettata”. Menzogna! “Le imposte più pesanti”. Menzogna! “La vita più cara”. Menzogna! – Tutte queste menzogne ed altre ancora sono constatate in due opere, irrefutabili come la storia. La prima parla in cifre ed con cifre ufficiali: si chiama Roma e Londra. La seconda è dell’ambasciatore stesso di Francia a Roma, M. de Rayneval, che, senza dubbio, non era pagato per fare l’apologia degli Stati del Papa. In un rapporto diplomatico, che voi non leggerete mai, questo testimone così competente e che parla da cotale altezza, dice tra le altre, due cose: “ Io non smetto di interrogare le persone che vengono a denunciare gli abusi del governo papale. Questa parola è parola di Vangelo. Ma in cosa consistono questi abusi? È quanto io non ho potuto ancora scoprire. Tutte le misure adottate dall’amministrazione pontificia portano il segno della saggezza, della ragione, del progresso. Non c’è un solo dettaglio di natura che interessi il benessere, sia morale, sia fisico delle popolazioni, che sia sfuggito all’attenzione del governo o che non sia stato trattato in modo favorevole. In verità, quando certe persone dicono che il governo pontificio forma un’amministrazione che non può avere come scopo il bene del popolo, il governo potrebbe rispondere: “studiate i nostri atti e condannateci, se osate”. Ecco pertanto come voi siete ingannati o ingannatori. E certi cattolici hanno l’imprudenza di fare eco a tante calunnie! Essi ignorano forse che oggi la menzogna, inventata dagli uni e sdoganata dagli altri, è più che un’arma? È una potenza. Essa tenta, come abbiamo promesso di mostrare, di rendere il Papa incapace ed impotente.
VIII.
Impossibile.! … voi chiedete a che serve il Papa-Re? Nessuno lo sa meglio di voi. Se non servisse a niente, voi non lo attacchereste. La prova evidente che egli serve a tutto, è che voi l’attaccate dappertutto. La vostra distinzione tra il Papa-Pontefice e il Papa-Re non è che una illusione. Il Papa è la continuazione del Figlio di DIO, Pontefice e Re. Nella sua Persona, l’unione della Regalità e del Pontificato è necessaria, per rappresentare davanti alle generazioni che passano, il Re e il Pontefice che non passa. Venuti dalla stessa origine, queste due prerogative tendono allo stesso scopo. Il Re serve al Pontefice, come il corpo serve all’anima. Radicalmente privato del potere temporale, il Papa è un’anima senza corpo. Stabilito per comandare a degli esseri sia materiali che spirituali, come potrà il Papa, anima senza corpo, mettersi in relazione con questi soggetti? Apostoli del puro spirituale, spiegateci il problema: altrimenti voi convenite di non sapere ciò che dite, e che il primo effetto delle vostre utopie sarà il relegare il Papa e la Chiesa nel mondo angelico, vale a dire, secondo il vostro pensiero, nell’impero della Luna. – Impotente! Voi parlate del vostro rispetto per il Papa-Pontefice, divenuto semplice vescovo di Roma. Il Papa-Pontafice è Re, è la più alta maestà sulla terra: perché egli è la Personificazione vivente della regalità eterna ed eternamente indipendente, del Figlio di Dio sul mondo. Il Papa, Pontefice e Re è il Papa marciante come il primo tra i monarchi; il Papa che gode, ad un grado inaccessibile ad ogni altro, del prestigio e della sovranità. Questo prestigio è doppiamente indispensabile sia per imprimere, vicino e lontano, il rispetto ai principi e agli uomini fino all’estremità della terra, sia per conservare, brillante come il sole, il sigillo dell’indipendenza, necessaria alla parola pontificale. – Tale è l’augusto carattere con il quale si presenta il Papa-Re. Ed è impotente ad ottenere il vostro rispetto e la vostra obbedienza?! Cosa dico? Voi osate propinargli l’ingiuria e il disprezzo! … voi mi direte, “l’errore della sua regalità”. Ah , se egli non fosse Re! … di quale rispetto lo circonderemmo!” Fedelmente tradotto, questo linguaggio significa: “Quando il Papa sarà disceso dalle altezze alle quali lo ha elevato il consiglio di Dio e il rispetto dell’universo … ; quando in luogo di essere il primo dei sovrani, non sarà più un Re ma un soggetto … ; Quando non avrà più organi ufficiali per intimare i suoi ordini ai principi ed ai popoli, né rappresentanti accreditati per difendere gli interessi della Religione nel mondo intero … ; quando la sua parola solitaria, senza protezione legale, potrà ogni giorno essere snaturata, troncata, tradotta in controsenso da una stampa ostile … ; quando infine, non si parlerà più del Papa e a chiunque sarà permesso di oltraggiarlo impunemente … : è allora che tutti cadranno alle sue ginocchia, rispettosi come i primi cristiani, obbedienti come novizi” !? – Non resta che una cosa da ottenere: che vi si creda!
IX.
“Noi l’otterremo”, voi aggiungete; perché noi siamo Cattolici nel fondo delle viscere; ed anche, senza errare, più cattolici del Papa! Se noi chiediamo la soppressione del temporale, è per liberare lo spirituale, rendere il Papa più libero e ricondurre la Chiesa alla sua primitiva perfezione. Gesù-Cristo è nato in una grotta: Egli non ha posseduto nulla; Egli ha dichiarato che il suo reame non è di questo mondo. San Pietro non ha avuto se non la sua barca ed il suo bastone. I primi Papi furono poveri come lui. In luogo dei palazzi, essi abitavano nelle catacombe. Cosa è più bello?” Tutto questo è vero, ma è anche vero secondo le classiche teorie sull’origine delle società, che ci fu un tempo in cui i re vivevano di ghiande come loro soggetti; in cui essi non avevano per palazzi se non capanne, per equipaggio i loro piedi nudi, e come mantello reale se non la loro pelle. Cosa di più perfetto? Cominciate dunque a far rivivere, nel secolo diciannovesimo, questo felice stato di “santa natura”; poi vedremo di ricondurre la Chiesa a quelli che voi chiamate i bei giorni della sua persecuzione primitiva. – Proseguendo nella comparazione che vi piace fare tra il presente ed il passato, voi giungete alla conclusione della legittimità, all’utilità finanche della spoliazione del Papa. Siate allora consequenziali ed aggiungete alle litanie: “San Mazzini, san Garibaldi, san Vittorio Emanuele grandi benefattori della Chiesa, pregate per essa e per noi”. – Ma andiamo al fondo delle cose, o voi credete ai vostri ragionamenti, o non ci credete. Se non ci credete, allora perché li fate? Se ci credete, non solo non siete Cattolici, ma nemmeno cristiani. Voi dite che il temporale non è né necessario, né utile alla Chiesa; che è addirittura contrario alla sua perfezione ed un ostacolo alla vostra salvezza. La Chiesa afferma il contrario. Essa dunque si inganna manifestamente. Se la Chiesa si inganna, è il Figlio di Dio stesso che si inganna, Lui che ha promesso di essere tutti i giorni della durata dei secoli con la sua Chiesa che insegna ed agisce. Noi diciamo “la Chiesa”, notatelo bene; perché noi vi diffidiamo dal citare un solo Papa che sia stato del vostro stesso avviso, o un suo Vescovo veramente Cattolico che non pensi come il Papa. – Chi siete allora voi per insorgere contro tale autorità e volete distruggere il Papato così come Dio ed i secoli lo hanno costituito? Chi siete voi per accusare la Chiesa, o per non aver compreso le parole o gli esempi del suo Fondatore, o per averli indegnamente disprezzati? Chi siete voi per dire al Vicario di Gesù-Cristo: noi sappiamo meglio di voi quel che conviene alla Religione, e ciò che non le conviene? Quale spirito vi anima quando osate dichiarare il Padre del mondo cristiano testardo, ingrato, incapace di governare i suoi popoli? Da dove venite voi? Chi vi manda? Riformatori, quali miracoli accreditano la vostra missione? Dov’è il vostro mandato? Da chi è firmato? Giù la maschera, almeno una volta: mostrate il vostro volto!
X.
Perché vogliamo un Papa-Re?
Voi esitate, ma se la vostra bocca resta muta, i vostri atti parlano e cosa dicono? Essi dicono che malgrado le vostre migliori rassicurazioni di rispetto per il Papa-Pontefice e dell’amore dello spirituale, voi non volete il Papa-Pontefice più del Papa-Re. Essi dicono anche che voi non volete il temporale se non perché da lungo tempo fate buon mercato dello spirituale. Chi dunque oggi attacca il potere temporale di San Pietro se non coloro che con i loro scritti e con i loro atti, testimoniano grandemente il loro disprezzo per il potere spirituale.? Quello che volete, ve lo diciamo noi ora: voi volete sbarazzarvi di questo vegliardo che vi disturba. Voi vorreste annientare il Papato che voi sapete non dover mai patteggiare con le vostre dottrine. Non essendovi dato questo, voi volete incatenarlo ed indebolirlo. Quando sotto il pretesto dell’unità di Italia, avete rinchiuso il Papa in Vaticano e stabilito intorno alla sua dimora una linea di circonvallazione piemontese … ; quando nessuna corrispondenza venuta dai quattro angoli del mondo cattolico potrà pervenire al Santo Padre senza passare per il controllo degli agenti piemontesi, … quando nessuna risposta potrà essere data senza passare per lo stesso controllo … ; quando infine, per dir la parola, il Vicario di Cristo sarà il locatario di Vittorio Emanuele, con Mazzini maggiordomo e Garibaldi portinaio, il giro sarà compiuto. – Voi avrete reso il governo della Chiesa impossibile a Pio IX, come lo fu già a Pio VII, prigioniero in Savona. In questo stato, lo ammettiamo, si vedranno i soldati di Pilato, flettere il ginocchio davanti al Vicario di Gesù-Cristo e dirGli schernendolo: Salve re delle coscienze: “Ave rex judaeorum”. – Ecco cosa volete! Questo gioco sacrilego per quanto tempo vi basterà? Chi può rispondere? Tre cose soltanto sono certe: Il Calvario non è lontano dal Pretorio; San Pietro fu crocifisso in Vaticano; e qualche anno dopo il deicidio, Tito si accampava intorno a Gerusalemme di cui non restò pietra su pietra. Quanto a voi Cattolici, voi potete, con lo sguardo fermo ed il cuore alto, guardare al futuro. I necrofori dormiranno nelle tombe che avranno scavato per voi. Nell’attesa, a tutti i sofismi contentatevi di rispondere: “io sono figlio della Chiesa, e come in tutti i secoli cattolici, io credo ciò che crede il Santo Padre; io approvo quello che egli approva; io condanno ciò che egli condanna, né più né meno. Su questo cuscino dei martiri e dei santi, io dormo in pace! “In pace in idipsum dormiam et requiescam”. Lo si vede, nessuno al mondo tiene così ampio spazio come il Papa, ed il Papa-Re. Se egli sparisce, la sua assenza lascia un vuoto che non sarà mai colmato! Capo della Chiesa, sole del mondo, chiave di volta della società, organo di ogni dovere, protettore di tutti i diritti: se egli cade, tutto crolla con lui, e sprofonda in un abisso senza fondo. Tale è la risposta a questa domanda: A che serve il Papa, ed il Papa-Re?
XI.
Perché il Papa serve a tutto?
Il Papa serve a tutto, egli è tutto ciò che noi abbiamo già detto, non perché è un uomo, ma perché è il Papa. L’uomo è una cambiale. Di per se stesso la cambiale non è nulla, niente più di un pezzo di carta. Così è l’uomo. Ma la cambiale vale ciò che rappresenta, così come l’uomo che si chiama: Papa. Cosa vale il Papa? Ciò che egli rappresenta. E che cosa rappresenta? Dio stesso. Depositario scelto da Dio e depositario unico, in lui si concentra tutto ciò che nell’ordine morale, Dio è per il mondo civilizzato. Per il mondo civilizzato Dio è tutto: Religione, società, famiglia, diritto, giustizia, dignità, libertà, sicurezza. Il Papa è tutto questo. – Vicario di Dio, tutti questi tesori escono dal Papa come il calore e la luce vengono dal focolare incandescente, come il sangue esce dal cuore e porta la vita a tutte le parti dell’organismo. Dal Papa queste forze elementari sono messe in azione, mantenute in armonia, applicate in misura conveniente, secondo i climi, i tempi e le persone. Ciò che tutti gli esseri devono dire del Creatore, i principi civilizzatori delle nazioni cristiane possono dire parlando del Papa: è in lui che abbiamo la vita, il movimento e l’essere: “In ipso enim vivimus, et movetur, et sumus”. Eliminate il Papa, e la divina cambiale di banca è distrutta. Il valore che rappresenta non esiste più. Le transazioni necessarie tra il potere ed il dovere, si faranno allora con la carta-moneta dei cambiamenti politici, degli espedienti effimeri, assegni senza garanzia, avranno corso con i proiettili dei cannoni rigati o con il selciato delle barricate. È dunque manifesto che attaccando Pio IX, non è l’uomo che si attacca, ma il Papa, e attaccando il Papa, si attacca Dio stesso, così com’è dato all’umanità cristiana costituita per essere elevata fino a Lui. Caduto il Papa, occorre ridirlo, l’idea sovrana di Dio redentore, di Dio civilizzatore, ricade nello stato di lettera morta, per perdersi ben presto nella polvere del dubbio e finire nel niente della negazione universale, con tutte le sue conseguenze. Con queste verità fondamentali si misura l’enormità dell’attentato che si commette oggi.
XII.
Perché il Papa è così bistrattato?
Stando così le cose, sembra che sotto il cielo dell’Europa, non si dovrebbe incontrare né un solo uomo, né una sola donna che non tenga al Papa, e al Papa-Re, così come ognuno tenga e debba tenere al Cristianesimo, alla civilizzazione, alla sua dignità personale, alla sua libertà, alla sua fortuna, alla sua sicurezza. – Altro è la realtà. Il Vicario del Figlio di Dio, come d’altra parte il Figlio di Dio stesso, è oggi tradito dagli uni, abbandonato dalle altre: “relicto eo, omnes fugerunt”. Si è fatto il vuoto intorno a lui, ed egli percorre la sua via dolorosa in mezzo all’indifferenza delle nazioni. – Di questa indifferenza mostruosa, presagio sinistro di innominabili catastrofi, qual è la causa? Non si ama ciò che non si vuol conoscere. Ora, chi è meno conosciuto del Papa, anche tra i Cattolici? Essi sanno del Papa che Egli è il capo della Chiesa, che istituisce i Vescovi e canonizza i Santi. – Ma il posto che il Papa occupa nel mondo; l’obbedienza filiale che gli devono i re ed i popoli; l’influenza indispensabile della sua azione, sia nell’ordine temporale che nell’ordine spirituale; i benefici immensi di cui l’umanità gli è debitrice; l’indipendenza necessaria della sua Sede; di tutto questo cosa sanno le generazioni moderne? Niente! – Di chi è la colpa? A rischio di stancare certe orecchie sorde, noi non tralasciamo di affermare la verità. Noi ci indirizziamo a tutti coloro che hanno fatto i loro studi classici , e la società ad immagine dei loro studi, e noi domandiamo loro se abbiano mai avuto tra le mani un solo libro greco, latino, francese, storico, scientifico o di altro genere, che risponda seriamente, con tutta verità a questa domanda fondamentale: “a che serve il Papa?” – Ognuno di noi non può dire in tutta sincerità: “noi conosciamo a memoria i ruoli diversi di tutti gli dei del paganesimo; le lotte dei patrizi e dei plebei; le decisioni più o meno importanti del senato e dell’areopago; i fatti, gesta e detti di Alessandro, di Cesare, di Socrate e di Cicerone. – Ma la necessità sociale del Papa; le lotte eroiche dei Papi in favore della libertà dei popoli, … ma i benefici dei Papi, … ma le vittorie dei Papi sulla forza bruta e sulla barbarie, … ma la grande saggezza dei Papi nel governo del mondo: chi ce ne ha mai parlato? – “Tutta la nostra istruzione classica, storica, letteraria, giuridica, politica, talvolta pure teologica, è indifferente o ostile al Papato. È non è stupefacente che in presenza dei suoi nemici, noi restiamo indifferenti, muti, disarmati? Noi siamo quello che ci hanno fatto. Se noi siamo colpevoli, più colpevoli sono coloro che ci hanno reso ciò che noi siamo.”
.XIII.
Solenni avvertimenti
In mezzo a queste lamentevoli disposizioni, la cui responsabilità pesa con più forza su coloro che meno lo credono, che fa il Santo Padre? Umiliato, coperto di oltraggi, minacciato nella sua libertà, forse anche nella sua vita, egli si rivolge a tutti e ad ognuno, ai re come ai popoli; e sotto forma di supremo addio, dice loro queste parola di Geremia, scritta veramente per la circostanza: “Ecco che io sono tra le vostre mani: fate di me quel che vi piacerà. Ma sappiatelo bene: se voi mi oltraggiate, se attentate alla mia libertà o alla mia vita, voi chiamate tutti i fulmini del cielo sulle vostre persone, sui vostri reami, e sui loro abitanti: perché io sono veramente il luogotenente di Dio. L’organo della sua volontà il depositario dei suoi diritti”. [“Ego autem ecce in manibus vestris sum: facite mihi quod bonum et rectum est in oculis vestris. Verumtamen scitote et cognoscite quod, si occideritis me, sanguinem innocentem tradetis contra vosmetipsos, et contra civitatem istam, et habitatores ejus: in veritate enim misit me Dominus ad vos, ut loquerer in auribus vestris omnia verba haec.” Ger. XXVI, 14-15] – Lo crederanno essi? Forse! Quello che è certo è che “il mondo passerà, ma le parole di verità eterna non passeranno. Così come i loro precursori, i nemici attuali del Papato saranno frantumati come vasi di terracotta: e quando la rivoluzione avrà gettato al vento le loro polveri, il Papa, unico superstite di tutti i poteri, continuerà a proclamare, tra le rovine delle cose umane, il cantico della sua immortalità regale: “Et portae inferi non praevalebunt”!
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Questa libricino fu scritto da mons. Gaume all’epoca di Pio IX. Egli aveva avuto, ed aveva, dei veri grandissimi Papi, e rettamente interpretava e difendeva il ruolo del Santo Padre. Chissà, oggi che il soglio di Pietro è occupato dagli agenti della sinagoga deicida usurpante, vicari di entità indecifrabili, forse di Belial? … che hanno posto l’abominio della desolazione sugli altari di Gesù-Cristo, cosa scriverebbe mai? Ai posteri l’ardua e “banale” sentenza … direbbe nonno Basilio! Invochiamo il buon Dio affinché ponga presto fine, con il soffio della sua bocca, a questi tempi di apostasia, e rimetta al suo posto l’Autorità degna di Lui, come descritta dal Mgr. Gaume! Dio ci conceda!