La strana sindrome di nonno Basilio 31
Caro direttore sono qui a raccontarle ancora delle bizzarrie dello zio Pierre, del quale le ho riportato tempo fa il contenuto di una lettera che penso lei ricorderà bene per la stravaganza del contenuto, anche se a rileggerla oggi, non sembra poi tanto strampalata … vuol vedere che in fondo avesse ragione lui? Mah … Così, ancora una volta, approfittando dell’assenza di mia moglie, (…. mi raccomando, non glielo faccia sapere!!!) sono salito non senza grande sforzo, fino alla soffitta di casa per rovistare tra le lettere che lo zio Pierre aveva inviato, dopo la mia malattia, e che per questo io non avevo mai potuto leggere, anche perché mia moglie aveva pensato bene di nasconderle, preoccupata per il mio stato di salute, e per le conseguenze disastrose che avrebbero potuto suscitarmi [e non le posso dare tutti i torti … come vedrà]. Cerco di condensarne il contenuto. Si parla di un personaggio ecclesiastico che secondo lo zio stava mettendo in atto le manovre finali della sovversione di tutta la Tradizione ecclesiastica, in modo da introdurre delle novazioni, già condannate da Santi Papi come Pio IX, Leone XIII, Pio X, Pio XI e XII, in modo subdolo, rivestendo marchiani errori filosofici, politici e teologici con espressioni moderniste equivoche e “da lingua biforcuta” (beh … ma questo è proprio il linguaggio dello zio!), mettendo in rilievo “quanta contraddizione esista tra quello che ci fu insegnato una volta e quello che ci viene disinsegnato oggi (spudoratamente sdoganato dalla cosiddetta ridicola “ermeneutica della continuità”!) con l’abiura di quanto ricevuto come dottrina sicura, eterna, universale, irreformabile ed infallibile della “Ecclesia docens”, ossia del Magistero cattolico di sempre! “Il mio dovere di cristiano – continua lo zio – … mi obbliga a constatare, con il mio intelletto che rende “omaggio ragionevole” a Dio, mediante la Fede (Cfr. Rom. XII, 1 – Pio IX: “Qui pluribus”, DB 1837.) che la Chiesa aveva sempre parlato lo stesso linguaggio, mentre, invece, con questo strano personaggio, in apparenza dimesso ed umile, sornione ma decisamente “ruspa demolitrice” (sic!) da tempo preparata e rodata da “coloro che odiano tutti gli uomini”, si è usato un altro linguaggio nel nome della “novità”, del “cambiamento”, cambiamento che nasconde in realtà “eresie”, “scismi” e “apostasia manifesta”! Un “abuso di potere”, quindi, che ci porterà in una situazione senza precedenti, tanto da far dire già allo stesso personaggio (il 7 dicembre 1968) di essere arrivati in uno stato di “auto-demolizione” accelerata, mediante la “Riforma” (attenzione …. non si trattava di un’allerta, ma di un segnale in codice per dire, a chi doveva capire: “l’obiettivo è stato raggiunto ormai, il resto verrà da sé gradualmente” … the work in progress!!). Gesù ci ha detto: «li riconoscerete dai loro frutti» (Mt. VII,16): ed infatti la Chiesa continua a distruggersi, proprio con questa “Riforma” nata tra l’altro quando Essa si stava già difendendo dagli attacchi, interni ed esterni, di una religione riformista che aveva ripreso, dopo la bufera luterana, uno straordinario vigore nel XVIII° secolo spinta dai marrani della quinta colonna. Qui comincia a parlare lo storico: segno precorritore di tutti i disordini fu il “Sinodo di Pistoia” che Pio VI condannò duramente con la Bolla “Auctorem Fidei” del 28 agosto 1794 (DB 1501-1599 …. sottolineo che la sigla si riferisce al Denzinger, che i preti di una volta conoscevano bene, soprattutto lo zio Tommaso!, ma che oramai non fa parte del loro bagaglio culturale né dottrinale! – n.d. Bas. -). Dopo la bufera rivoluzionaria francese, la società, con le idee dettate dalle “conventicole cabalistiche” di Emmanuele Kant e di Jean Jacque Rousseau, col loro “soggettivismo” e “naturalismo”, [le solite idiozie gnostiche riciclate … la solita minestra riscaldata] aveva dato uno scossone alle certezze della Fede e alla necessaria elargizione della Grazia. Fu la “rivolta dell’uomo contro Dio” che troverà il suo profeta in Lamennais. I Papi fecero subito fronte con l’enciclica “Mirari Vos” di Gregorio XVI, del 15 agosto 1832 (DB 1613-1617) e come Lui, si sono comportati tutti gli altri Papi (che avevano a cuore la custodia del “Depositum Fidei”, la principale attività papale, fino alla vigilia del Vaticano II: centotrent’anni di lotta! Facciamo una breve analisi storica: Il “Sillabo” dell’8 dicembre 1864 (DB 1688-1780) tracciò un elenco degli “errori” del “Modernismo”; Pio IX si batté contro il “Liberalismo cattolico” (16 giugno 1871; 11 dicembre 1876). Il Concilio Vaticano (quello vero!), segnò l’apogeo di quel pontificato col trionfo della Fede divina e dell’Autorità infallibile della Chiesa e del suo Pontefice. E poi Leone XIII che con le sue encicliche: “Immortale Dei”, “Libertas Praestantissimum” (DB 1866) combattè il “Liberalismo”, dichiarandolo “delirio”, “libertà di perdizione”, “licenza”, perché metteva l’uomo contro Dio. Pio X s’impegnò su tutto il fronte dell’“errore”, soprattutto contro il “Modernismo dottrinale” con l’enciclica “Pascendi” del 1907 (DB 2071-2110) e la “Lettera sul Sillon” del 25 agosto 1910, contro l’utopia politico-religiosa di Marc Sanguier. Pio XI, con la sua enciclica “Quas Primas” dell’11 dicembre 1925 (DB 2194-2196) definì una dottrina che è all’opposto dell’attuale secolarizzazione, e con la sua enciclica “Mortalium Animos” del 6 gennaio 1928, condannò tutto ciò che oggi trionfa con l’attuale blasfemo “ecumenismo”, targa dell’apostasia anticristica. Pio XII (al quale, direttore, come lei ben sa, sono legatissimo perché è stato e … direi, è ancora il mio Papa … W il Papa!) combatté con tutta la Sua copiosa Opera magistrale, come la “Mistici Corporis” del 29 giugno 1943, contro l’ecclesiologia riformista; come il “Divino Afflante Spiritu” del 30 settembre 1943 contro il “Modernismo biblico”; come la “Mediator Dei” del 20 novembre 1947 sulla sacra liturgia; come la “Haurietis Aquas” del 16 maggio 1956 sul Sacro Cuore; come, soprattutto, la sua stratosferica “Humani generis” del 15 agosto 1956 contro il “riformismo dogmatico” e contro il nuovo Modernismo (caro direttore, la invito a leggere, se non lo ha mai fatto, queste encicliche, per capire innanzitutto come si scrive un’enciclica veramente cattolica, e poi per misurare la grandezza poliedrica, lo spessore immenso di questo Santissimo Papa che non finiremo mai di rimpiangere). Disgraziatamente nel 1963, è salito sulla Cattedra di San Pietro, con spintarelle non provenienti dallo Spirito Santo, ma ben altro spirito, uno spirito fumoso, cornuto, con zampe di capra, denti voraci e fame di anime, questo strano personaggio, dall’aria di intellettuale salottiero, ed ha cominciato a mettere in atto tutto ciò che la Chiesa, prima di lui, aveva sempre respinto con forza e condannato! … oltre ad altri strani “vizietti” e conoscenze extracortina! [ … qui veramente non riesco a seguirlo bene]. Le “novità” ebbero inizio intanto già dal discorso di apertura di uno stravagante e chiaramente “falso” concilio, o meglio conciliabolo, convocato in barba alla bolla “execrabilis di Pio II, l’11 ottobre 1962, pronunciato dall’allora Santo Padre (così diceva lui, ma chissà se lo fosse realmente? … intanto con certezza era un massone iniziato alla loggia del grand’Oriente di Parigi … perfezionato in Turchia!), ma che era stato preparato e redatto da questo Arcivescovo (“Testimonianza di Mons. Colombo”.). Era un “Messaggio al Mondo”, votato, per acclamazione, il 20 ottobre dai “l”adri conciliari. Più tardi, asceso al cardinalato, in barba alla volontà di Pio XII, che lo aveva trovato con i suoi “amichetti” a comunicare con i boiardi del KKB per segnalare la presenza di vescovi e sacerdoti operanti oltrecortina, prelati che poi venivano giustiziati o spediti “in ferie” in Siberia) ne fece un elogio ditirambico, dicendo: «Gesto insolito, ma mirabile. Si direbbe che il carisma profetico della Chiesa sia improvvisamente esploso» (Cfr. “Discorso al Concilio” del 29 settembre 1963). Seguì, poi, l’enciclica “Pacem in Terris”, una falsa enciclica tutta ispirata alla “Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo”, alla “libertà” e alla “pace universale”, [sembra scritta da Robespierre!] in accordo con l’ideologia gnostico-kabalista-muratoria. Compare nel frattempo anche il “testo segreto” del fanta-gesuita Karl Rahner, proposto ai Padri conciliari come un compendio della “Nuova Teologia”, che si sarebbe dovuto adottare (Cfr. “Lettres 132, 204”, p. 2). Ed ecco che il “modernismo” esplode con i due “Discorsi d’apertura” e di “chiusura” della “II Sessione”del conciliabolo riaperto, due discorsi impregnati di “spirito nuovo” ammantati delle scomuniche di Pio II, Paolo IV, Pio V, Pio IX … e chi più ne ha …, benché abilmente oscillanti tra gli estremi e le contraddizioni. Ma ormai, nel 1964, aveva già scelto la “Riforma”, difatti nella sua prima pseudo-enciclica “Ecclesiam Suam” del 6 agosto 1964 – già adombrata nel suo Discorso del 29 settembre 1963 – apre l’orizzonte ad una “Nuova Religione”, che tutti i Papi, suoi predecessori, avevano respinto come “seduzione del Demonio”! Da allora egli sta consolidando e aggravando la “Riforma”, appunto la “seduzione del demonio”. Ma lo scoop maggiore lo ha fatto all’ONU, nota organizzazione mondialista, in anticipo sui tempi del Nuovo Ordine Mondiale, di cui rappresenta la prova generale, pronunciandovi un discorso che io oserei dire “aberrante”; e, infine, il 7 dicembre 1965, ha promulgato la “Dichiarazione sulla Libertà religiosa” e la “Costituzione Pastorale sulla Chiesa” nel mondo di oggi; e, per ultimo, ha pronunciato un “Discorso alla gloria dell’Uomo che si fa Dio” (Cfr. Discorso del 7 dicembre 1965), un Discorso delirante, degno di lucifero in persona, che non ha mai avuto precedenti negli Annali della Chiesa! (Direttore … ma questa è pura fantasticheria “alla zio Pierre”!!… lo perdoni …). Da allora, la “Vecchia-Vera Religione” è stata virtualmente abbandonata per essere sostituita con un falso “culto dell’Uomo”, abominio della desolazione, che sfocerà nella costituzione della “Chiesa dell’Uomo”, meglio l’anti-Chiesa, travestita da Chiesa di Cristo, di cui conserverà l’apparenza, l’esteriorità, e qualche rito svuotato dal suo contenuto soprannaturale con simboli astratti e confusi, o peggio copiato dai cavalieri rosa+croce e dai cavalieri kadosh [… e questi chi saranno mai?] … una specie di Cinecittà, con facciate di cartone e polistirolo, e dietro … il vuoto. Vado ad annunciarti i temi principali di questa “Nuova Chiesa”: LA SUA “NUOVA RELIGIONE”: “IL CULTO DELL’ “UOMO”, ove vige un amore incondizionato, ma non dipendente né regolato dall’amore di Dio, che è, invece, un amore affrancato dalla Verità, dalla Legge, dalla Grazia! Un amore luciferino …, magari saffico o sodomitico! Mentre Gesù amò il giovane ricco, perché da sempre fedele alla Legge di Dio, qui invece l’uomo diventa “centro e capo del mondo” con i suoi veri e soprattutto falsi bisogni. Leggi le parole di questo discorso del 7 dicembre 1965 e comincerai a capire quale varco si è aperto per l’umanesimo ateo filosofico e muratorio, in ultima analisi all’anticristo stesso. “La religione di Dio che si è fatto uomo, si è incontrata con la religione (perché tale è) dell’uomo che si fa Dio, [illuminato da Prometeo-lucifero, n.d.Bas.]. Cosa è avvenuto? Uno scontro, una lotta, un anatema? Poteva essere, ma non è avvenuto (…). Una simpatia immensa lo ha tutto pervaso. La scoperta dei bisogni umani … ha assorbito l’attenzione del nostro Sinodo. Dategli merito di questo, almeno, voi, umanisti moderni, rinunciatari alla trascendenza delle cose supreme, e riconoscerete il nostro nuovo (?) umanesimo: anche Noi, Noi più di tutti siamo i cultori dell’uomo”! (Direttore, ma questo mi sembra uno dei discorsi che si tengono nelle conventicole filantropiche anticristiche … questa volta allo zio veramente gli ha dato di volta il cervello … ma qui dice che questo è un discorso all’ONU di questo fantoccio kazaro …spacciatosi per Papa!). La prossima volta ti parlerò del resto …”. Qui, mi pare … si chiude la missiva … direttore … direttore!? … c’è ancora? È ancora saldamente seduto nella sua poltrona? Allora può leggere la chiosa: “I Pastori in tutto questo tacciono, il gregge è allo sbando anche se tutto ciò non è ancora avvenuto irrimediabilmente, ma se si continua così (non loquendo, nec currendo, sed tacendo) vi si arriverà inevitabilmente. Quando si vede un lupo non solo si deve parlare, ma addirittura gridare a piena voce: “attenzione, al lupo!”. “Clama ne cesse”, scriveva Isaia. “Vi è un tempo per ogni cosa, […] uno per tacere e uno per parlare, uno per far la pace e uno per la guerra” (Qoelet, III, 17.), ed oggi non è tempo di tacere, né di far pace, ma di ‘gridare sui tetti quel che abbiamo sentito all’orecchio’ (Mt X, 27) e di combattere (Mt X, 34) per la salvezza delle anime, che corrono il pericolo di essere sedotte dalle nuove false dottrine -la Iezabel della Nuovelle Theologie-, predicate ed imposte da “lupi, draghi, basilischi, serpentoni, vestiti da agnelli”. (Mt VII, 15). San Luigi Grignion de Montfort, nella sua “Preghiera infuocata”, al n. 28 urla: «Permettetemi, o Signore, di gridare dappertutto: al fuoco, al fuoco, al fuoco! Aiuto, aiuto, aiuto! Al fuoco dentro la casa del Signore, al fuoco nelle anime, al fuoco sin dentro il Santuario! Aiutiamo i nostri fratelli che vengono assassinati spiritualmente!». Per il momento è tutto, ma c’è dell’altro ancora, direttore, non si perda la continuazione. Saluti da nonno Basilio.