Nozione del perdono di Assisi.
… Che dai primi vespri della vigilia al tramonto del sole del dì 2 di agosto di ogni anno si può lucrare in qualunque chiesa dell’ordine francescano e in ogni altra che ne goda il privilegio.
A poco più di un miglio da Assisi, città di Romagna presso Perugia, fin dall’anno 342, fu da quattro pii eremiti innalzata una piccola cappella in onore di Maria. Data nel sesto secolo ai Padri Benedettini, fa ampliata ed abbellita, non che dotata di una piccola porzione di terreno, donde le venne il nome di Porziuncola a cui, per le apparizioni degli Angeli in progresso di tempo avvenute, fu sostituito quello di: Santa Maria degli Angioli.
Francesco detto serafico, che diede tanto lustro ad Assisi in cui ebbe i natali, frequentò da fanciullo codesta piccola chiesa: e vedendola derelitta e cadente, la domandò e la ottenne dal benedettino Abate P. Tebaldo, e si occupò con molta premura a t’istaurarla: e fabbricatasi in sua vicinanza una piccola abitazione, la preferì a qualunque altro luogo per farvi la propria dimora: tanto più che, dopo avervi abitati per due anni senza la compagnia di alcuno, sentendo un giorno al Vangelo della Messa, la raccomandazione di Cristo ai proprii discepoli di non portare nei loro viaggi né denaro, né bisaccia, né abiti, né scarpe, né bastone, prese queste parole per norma della sua vita, e per prima regola del nuovo ordine dei Minori, che instituì poco dopo, onde promuovere con più efficacia la gloria di Dio e la santificazione delle anime. – Fu in questo suo domicilio che nell’anno 1221, una notte gli apparve un Angelo, e lo avvisò di recarsi subito al vicino Oratorio, dacché ivi lo attendevano Gesù Cristo e la Vergine con un numeroso corteggio di Angioli. A questo annuncio, tripudiarne di gioia, andò Francesco nella nuova cappella; e appena vi scese, che vide, come gli era stato predetto, in mezzo a un gran corteggio di Angeli, Gesù Cristo insieme alla Vergine, che amorosamente lo incoraggiava a domandargli quella grazia che egli credesse più opportuna, non solo pei Frati del suo Ordine, ma ancora per tutti quelli che visitassero quella Chiesa. Il serafico Patriarca, più premuroso del bene spirituale che di quello temporale, domandò che chiunque andasse a visitare quella piccola chiesa, potesse avere un’Indulgenza Plenaria di tutti quanti i propri peccati, quando presso approvato confessore ne avesse fatto sincera confessione. Gesù Cristo mostrò il più vivo gradimento per tal domanda, e gli impose d’andar dal Papa, per raccontargli l’avuta visione, e pregarlo d’accordargli con decreto questa Plenaria indulgenza. Stupì a tal domanda il Pontefice Onorio III, che allor si trovava in Perugia, a cui appunto per questo poté facilmente parlare il Santo, ma pur vi aderì, per quanto a principio gli paresse poco conveniente la concessione di un’Indulgenza non mai accordata prima di lui, cioè un’Indulgenza Plenaria, libera, universale, perpetua come era quella che domandava Francesco. Volendo però dargli in proposito l’opportuno diploma, Francesco lo ricusò dicendo che Iddio medesimo avrebbe pensato ad autenticargli questo favore, dacché chi aveva cominciato l’opera si sarebbe dato premura di renderla intera e compita. Ed ecco come venne a verificarsi quanto si predisse dal Santo. – Siccome per la sopradetta indulgenza non era stabilito alcun giorno particolare, così san Francesco pregò il Signore di fargli conoscere in proposito la sua volontà. Nè rimase egli deluso nella sua aspettazione. Al principio dell’ anno 1223, mentre trattenevasi in orazione nella detta cappella, si trovò agitato da bruttissima tentazione. Per trionfare compiutamente egli si spogliò de’ suoi abiti, e si ravvolse in un vicino cespuglio di pungentissime spine. Piacque tanto al Signore questo eroismo che il compensò con tre prodigi. Il primo fu quello di coprire il serafico Patriarca d i nuovo abito bianco; il secondo che tra le spine spuntarono improvvisamente le più belle rose, ad onta del rigore della stagione, dacché era il mese di gennaio; il terzo che alcuni Angeli, i quali lo ricrearono col loro canto, lo avvisarono di tornare alla chiesa ivi lo attendeva Gesù Cristo colla sua ss. Madre. Andatovi Francesco all’istante, e adorato il divin Redentore, che vi trovò fatto visibile ai suoi occhi mentre il pregava a fargli conoscere il giorno più opportuno per l’Indulgenza, ebbe in risposta che dessa doveva cominciare al dopo pranzo del giorno in cui S. Pietro fu liberato dal carcere (1 Agosto) e durare fino alla sera del giorno susseguente. Sparita la visione, andò Francesco dal Papa per raccontargli l’accaduto. E siccome la sua visione era autenticata dalla presentazione delle rose, che solo per miracolo si potevano trovare in quella stagione, così Onorio III, non solo gli accordò la Bolla implorata, ma ordinò che i sette vescovi delle città più vicine, cioè d’Assisi, di Perugia, di Todi, di Spoleto, di Foligno, di Nocera e di Gubbio io vi si recassero il primo giorno di agosto per farne la solenne pubblicazione, il che avvenne fra un concorso sterminato di popolo, a cui s. Francesco medesimo fece conoscere con apposito discorso la preziosità della grazia ottenuta. – Una così solenne Indulgenza, che fin dal principio fu dichiarata perpetua, era ristretta alla sola chiesa della Madonna degli Angioli che ben tosto venne cambiata in un magnifico tempio. Ma dal Papa Gregorio XV con Bolla 4 luglio 1622, fu estesa a tutte le chiese dell’Ordine Francescano. Innocenzo XI poi il 12 gennaio 1678 la dichiarò applicabile ai defunti; e Innocenzo XII il 21 agosto 1699, la dichiarò perpetuamente in vigore anche nell’Anno Santo in cui cessano tutte le altre. – questa Indulgenza che comincia dopo mezzodì del giorno 1 agosto, e dura fino al tramonto del giorno 2 ha una particolarità tutta sua, ed è, che in detto tempo si può acquistarla tante volte, quante volte si ripete la visita di qualsivoglia chiesa appartenente al Francescano istituto. – Questo privilegio affatto nuovo, oltre ad avere l’incontrastabile appoggio delle Bolle Pontificie e dello dichiarazioni della Congregazione del Concilio del 7 luglio 1700, e 4 dicembre 1722, fu dichiarato per vero, legittimo, quindi sussistente in perpetuo, dalla santa Congreg. delle Indulgenze il 22 febbraio 1847. – Unitevi adunque ancor voi a quei fedeli sinceramente divoti che si fanno una gloria di approfittare d’un dono così prezioso, qual è la Indulgenza plenaria acquistabile “Toties Quoties”, cioè quante volte si rinnova la visita di una delle chiese in cui ha luogo, come nella gran chiesa della Porziuncola, il così detto Perdono d’Assisi, il quale fu solennemente riconosciuto dallo stesso Benedetto XIV nel lib. 13, cap. 18 della sua celeberrima opera sul Sinodo Diocesano. Datevi quindi premura di fare speciale ricorso alla SS. Vergine, per la cui intercessione fu da Gesù Cristo accordato il tesoro inestimabile di sì preziosa indulgenza, al quale scopo troverete utilissime le seguenti Orazioni:
I. Per quella benignità tutta particolare con cui per mezzo degli Àngioli resi più volte visibili nella ristorata Chiesa della Porziuncola, mostraste di gradir la premura del vostro fedelissimo servo S. Francesco d’Assisi, perché colle elemosine da lui raccolte, la tolse al totale decadimento a cui si trovava vicina, e la vestì di nuovo decoro, ottenete a noi pure, o gran Vergine, di meritarci sempre più amorevole il vostro patrocinio col cooperare costantemente alla vostra maggiore glorificazione. Ave …
II. Per quel favore specialissimo che voi impartiste al vostro fedelissimo servo san Francesco d’Assisi quando con voce miracolosa lo avvisaste di recarsi alla chiesa della Porziuneola per godervi la vista di voi e del vostro divin Figliuolo visibilmente comparsi tra mezzo agli Angioli in quella chiesa; e vedendolo poi prostrato ai vostri piedi, lo assicuraste del vostro appoggio per ottenervi qualunque grazia egli fosse per dimandare al vostro divino Unigenito, ottenete a noi tutti, o gran Vergine, di vivere, a somiglianza di quel gran Patriarca una vita di continua mortificazione e di continua preghiera, onde essere certi del compimento delle nostre speranze in qualunque cosa facciamo a voi ricorso. Ave…
III. Per quell’ammirabil prontezza con cui interponeste presso il vostro divin Figliuolo la vostra mediazione a favore del vostro fedelissimo servo San Francesco d’Assisi, quando vi domandò che fosse accordata Plenaria Indulgenza a tutti coloro che visitassero la chiesa della Porziuncola nel giorno anniversario della vostra apparizione, e poi moveste il pontefice Onorio III a garantire a tutto il mondo la verità dell’avvenuto prodigio, e a confermare colla sua autorità la da voi ottenuta Indulgenza, ottenete a noi tutti, o gran Vergine, di far sempre, a somiglianza di S. Francesco, nostra particolare premura l’assicuramento del perdono dei nostri falli, e di esser sempre solleciti d’acquistar lo spiritual tesoro delle ssante Indulgenze, con cui scontando ogni pena alle nostre colpe dovuta, ci rendiamo sempre più certo l’immediato possesso della gloria, sempiterna del cielo dopo i brevi travagli di questa misera terra. Ave, Gloria…
Oremus
Concede, misericors Deus, fragilitati nostrae presidium, ut qui sanctae Dei Genitricis memoriam agimus, intercessionis ejus auxilio, a nostris iniquitatibus resurgamus. Per eundem Dominum, etc.