“LA CHIESA” di mons. De Ségur

Per chi non avesse attualmente ben chiaro che cosa sia la Chiesa di Cristo, unica fondata dal divino Maestro, unica via per giungere alla salvezza eterna dell’anima, magari confondendola con la falsa “chiesa ecumenica dell’uomo”, sbandierata dai media in funzione del mondialismo ormai prossimo venturo (salvo diverse disposizioni dell’ultima ora dell’Altissimo!), o con le altrettanto false “parrocchiette” scismatiche pseudo-tradizionaliste di auto-referenziati “santi” ed obnubilati teologi, anch’esse funzionali all’inganno di “coloro che hanno per padre il diavolo”, riportiamo questo scritto illuminante di un grande autore del XIX secolo, mons. De Ségur, con tanto di imprimatur ed approvazione ecclesiastica, per cui possiamo star tranquilli circa inganni o deviazioni dottrinali, fatte passare disinvoltamente come cattoliche ed alle quali ci hanno assuefatto i modernisti eretici della “nouvelle thèologie” con i loro apostati fiancheggiatori, oramai insediati saldamente nei sacri palazzi, con talari nere, rosse, porpora o bianche … ma dai “sepolcri imbiancati” ci aveva già messo in guardia il divino Redentore.

 

Mons. L.-G. De Segur

“La Chiesa”

[ Roma tipogr. Tiberina, 1883]

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I.

La Chiesa e la Religione.

   La Religione è il vincolo spirituale che unisce Iddio all’uomo; la Chiesa è la forma esteriore che Iddio medesimo ha dato a quel vincolo. La Religione è la conoscenza, il servizio e l’amore del vero Dio; la Chiesa è la società degli uomini fedeli che conoscono e praticano la Religione.

Quel che è il corpo in rapporto all’anima, tale è la Chiesa in riguardo alla Religione. Il corpo e l’anima, creati da Dio e uniti insieme compongono l’uomo vivente; tutto l’intiero uomo. Così è del Cristianesimo che Gesù Cristo ha formato di due elementi, l’uno spirituale ed invisibile che comprende la verità religiosa, la santità, la vita dell’anima e l’altra esteriore, visibile e terrestre che comprende la gerarchia de’pastori, l’insegnamento cattolico, i sacramenti, il culto divino; e l’uno e l’altro sono d’istituzione divina e l’unione di ambedue costituisce il Cristianesimo.

La Chiesa è divina come la Religione, la Religione è quello che insegna la Chiesa, ciò che conserva e difende nel nome di Dio medesimo; ed anche distinguendo la Chiesa dalla Religione è impossibile separare l’una dall’altra, come è impossibile separare l’anima dal corpo volendo conservare la vita. « Che l’uomo non separi quel che Iddio ha unito », tale è la gran legge della vita religiosa dell’umanità. I protestanti hanno fatta tale scissione; altro non è loro rimasto che una chimera di religione. Rigettando la Chiesa, hanno perduto il Cristianesimo e la fede. Il Cristianesimo e la Chiesa non formano che una sola cosa.

II

Se la Chiesa è puramente spirituale.

Np, la Chiesa non è puramente spirituale ed eccone il perché: Essendo la Chiesa la società de’cristiani che conoscono e praticano sulla terra la vera Religione, ella è della medesima natura dei cristiani, cioè spirituale e corporale insieme. Noi non siamo puri spiriti; la Religione nostra non può essere puramente spirituale. Lo è spirituale e tutta celeste e divina perché vien da DIO e perché unisce a Dio la nostre anime; ma necessariamente ella ha una parte tutta terrestre e visibile che associa il nostro corpo al culto che noi rendiamo a DIO e ci applica così interamente ai servizio del nostro Padre che è nei cieli.

Così l’insegnamento religioso della Chiesa, così com’è tutto divino è affidato da GESÙ CRISTO al Papa, ai Vescovi che sono uomini; il sacerdozio della Chiesa ch’è il sacerdozio divino del Cristo si esercita in mezzo di noi mediante i sacerdoti che sono uomini; la grazia di DIO che è puramente spirituale, ci vien comunicata per mezzo dei Sacramenti che sono segni esteriori e sensibili stabiliti a tale effetto dal medesimo Signor Nostro; il culto finalmente che la Chiesa rende a DIO ed il cui oggetto è egualmente spirituale è accompagnato da cerimonie, da riti esteriori che ne sono come il corpo.

Quei tali che pretendono che la Chiesa sia puramente spirituale, non intendono punto di Cristianesimo, o per dir meglio, intendono perfettamente che sbrigandosi della parte visibile della Religione, che altro non è che la Chiesa, si spacciono ad un tempo di quel decalogo insopportabile che violano da mane a sera e da quelle disgradevoli verità cristiane che non parlano che di santità, e di giustizia “che ardiscono minacciare i perversi del fuoco eterno dell’inferno”. Una Chiesa al tutto spirituale, sarebbe assai più comoda; nessuno la vedrebbe, non se ne sentirebbe parlare da alcuno; la non sarebbe incomoda a verun galantuomo. Ecco la Chiesa che conviene alle coscienze de’ liberi pensatori.

III.

Come non può esservi che una sola Chiesa di GESÙ CRISTO.

Egli non vi ha che un DIO; non vi ha che un CRISTO, che una sola fede che un solo battesimo; dunque non può esservi che una Chiesa, vale a dire una sola società che possiede la vera fede, che adori il solo vero DIO, il solo vero CRISTO.

La Chiesa è l’inviata da GESÙ CRISTO sopra la terra; CRISTO non ha due inviati, come non ha due religioni, due dottrine, due battesimi. La Chiesa è una come uno è GESÙ CRISTO. Ella è la sua sola sposa legittima e diletta, che gli da dei figliuoli e gli genera dei cristiani. Quindi gli Apostoli, scrissero, nel simbolo della fede. « Io credo ALLA santa Chiesa » e non ALLE sante Chiese; e il primo Concilio generale, ha formulato questa stessa verità anche più chiaramente dicendo nel simbolo di Nicea — Io credo alla Chiesa che è UNA. »

Se per impossibile si supponessero due vere Chiese, una delle due: o queste Chiese insegnerebbero e praticherebbero la stessa religione ed allora si confonderebbero in una sola; ovvero si contraddirebbero, ed una di esse necessariamente sarebbe falsa e perciò stesso cesserebbe di appartenere a GESÙ CRISTO che è verità infinita. Dunque non può esservi che una sola Chiesa di GESÙ CRISTO.

IV.

Che la sola Chiesa cattolica è l a CHIESA di GESÙ CRISTO.

   Egli è quasi inutile il dimostrarlo. La sola Chiesa cattolica risale per una successione non interrotta di Pontefici e di Vescovi sino a S. Pietro primo Sommo Pontefice e sino agli Apostoli primi Vescovi e primi predicatori del Vangelo. Or chi non sa che GESÙ CRISTO medesimo ha mandato al mondo S. Pietro e gli Apostoli? E per questa ragione che la Chiesa cattolica è nominata altresì Apostolica e Romana. Essa è romana dalla sua origine, da che il suo primo Papa per ispirazione di DIO, elesse la città di Roma per sede episcopale e vi morì martire. Il Papa successore dì S Pietro e Capo visisibile della Chiesa è Vescovo di Roma; ed ogni Chiesa prendendo il nome dal suo Capo, si gloria del nome di Chiesa Romana.

Tutte le altre Chiese spurie che nel corso de’ secoli si sono successivamente separate dalla grande, santa Chiesa Cattolica, Apostolica e Romana, perciò stesso si sono separate da GESÙ CRISTO, perdettero la grazia di DIO e divennero adultere e non spose. La storia ha registrato la data della loro nascita, ossia del loro divorzio, ed il nome è conosciuto degli uomini perversi che presiedettero a quella separazione, è per sé solo una condanna inappellabile; così il divorzio della Chiesa Greco-Russa in Oriente ebbe compimento nel IX secolo per l’empio Fozio, patriarca di Costantinopoli; quello della Chiesa protestante d’Inghilterra per opera di Enrico VIII e della degna sua figlia Elisabetta nel secolo XVI; la separazione delle sette protestanti di Alemanna, di Francia, etc. per opera del frate apostata Lutero, del fanatico Calvino e di altri uomini di tal tempra; tutti separati da GESÙ CRISTO e dagli Apostoli, non solo per l’interruzione de’ secoli, ma ancora per dottrine al tutto opposte alla vera fede apostolica.

In mezzo alle defezioni delle false Chiese, la Chiesa cattolica s’avanza a traverso i secoli sempre immutabile nella sua dottrina, sempre una nella sua costituzione, nella sua fede, nella sua morale, producendo santi, continuando i suoi miracoli, raddrizzando gli errori umani e diffondendo ovunque penetra, la luce della vera civilizzazione e la vita della vera religione.

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Se può uno salvarsi fuori della Chiesa

Si, in apparenza, no in realtà — Si: in questo senso che può uno salvarsi senza appartenere esteriormente alla santa Chiesa cattolica. Vi sono infatti fuori della Chiesa delle anime che sono in una perfetta ed invincibile buona fede che amano sinceramente la verità e che si farebbero certamente cattoliche se si conoscessero nell’errore; se d’altronde tali anime sincere, osservano del loro meglio ciò che credono essere la volontà di Dio, se sfuggono a tutto il potere il male, è certo che è possibile la loro salute; perché è di fede che « DIO vuole la salvezza di tutti .gli uomini » e che quei soli si perdono che mettono volontariamente ostacolo a questa santissima e paterna volontà.

Ciò nondimeno è egualmente vero il dire che non può salvarsi fuori della Chiesa. Infatti le anime di buona fede or dette, appartengono alla Chiesa, vale a dire a Cristo Signore nostro che vive ed opera nella Chiesa. Costoro sono cattolici che si ignorano e che non sono responsabili dell’involontaria sventura che li separa esteriormente dalla gran famiglia di GESU’ CRISTO. Dessi non si salvano se non perché sono cattolici e quindi è sempre vero che fuori della Chiesa non vi è salvezza. Il che vale lo stesso che il dire che senza la buona fede è impossibile di appartenere a Dio, né in questo mondo né nell’altro. Che vi ha di più semplice?

VI.

Se può separarsi la Chiesa dal Papa.

Né più né meno di quel che sarebbe il separare il corpo dal capo di un uomo vivo. L’unione del capo al corpo è la prima condizione della vita. Ora avendo GESÙ CRISTO stabilita la sua Chiesa per vivere ed estendere la vita sino alla fine dei secoli, per ciò stesso ha stabilito di diritto divino l’unione del capo e delle membra, l’unione del Papa suo Vicario, suo rappresentante visibile con i Vescovi, i Sacerdoti ed i Cristiani che formano insieme il corpo della santa Chiesa.

Il Papa è il padre della grande famiglia di DIO sopra la terra; ecco perché noi lo chiamiamo nostro Santo Padre; noi lo chiamiamo “santo” perché la sua paternità è tutta spirituale, tutta santa e tutta divina. Come la famiglia forma un tutto composto del padre, della madre e dei figli; cosi la Chiesa forma un tutto composto del Papa, dei Vescovi e dei fedeli.

Egli è dal Papa che i Concilii generali, o ecumenici istessi desumono la loro suprema autorità: senza il Papa, non è possibile Concilio ecumenico; Egli solo lo aduna, egli solo lo scioglie; i loro decreti di fede non sono irreformabili che dopo l’alta sanzione del Papa e per il fatto della stessa sanzione il Papa non soggiace al giudizio di alcuno, a nemine judicatur; Ei non dipende da alcuno e tutti sono dipendenti da lui: Egli è il capo del Concilio perché è capo della Chiesa.

« Il Papa e la Chiesa è una medesima cosa » diceva S. Francesco di Sales; non si può separarsi dal Papa senza separarsi dalla Chiesa. Questo è un dogma di fede e chiunque lo negasse, sarebbe eretico. Non si può colpire il Papa senza ferire col medesimo colpo la Chiesa intera.

   Ora separarsi dalla Chiesa, disprezzarla, colpirla è un separarsi da GESÙ CRISTO e un disprezzare IDDIO, sollevarsi contro DIO: « Chi disprezza voi, disprezza Me. » Gli empi non colpiscono il Papa se non per distruggere la Chiesa; e non pretendono distruggere la Chiesa, se non per arrivare sino a Colui che hanno crocifisso e contro il Quale satana li spinge di continuo con un misterioso ed impotente furore.

VII.

Come è organizzato il governo della Chiesa.

Come un’armata. La Chiesa infatti è l’esercito di Cristo e noi tutti siamo soldati di DIO combattenti il demonio ed il peccato e diretti alla conquista del Paradiso, e da ciò il nome di Chiesa militante. Un esercito ha sempre un generale in capo destinato dal Sovrano a comandare a tutti in suo nome, e perciò tutti, senza eccezione, soldati, ufficiali e generali devono esatta ubbidienza al generale in capo. L’esercito è diviso in vari corpi, comandato ognuno da un capo speciale; e questi corpi si suddividono alla loro volta in reggimenti, in compagnie etc. con ufficiali subordinati gli uni agli altri nell’unità del comando e dell’ubbidienza. In fine per la suprema direzione dell’esercito il generale in capo riunisce a sé lo stato maggiore di ufficiali e di aiutanti di campo che trasmettono i suoi ordini ai diversi capi del corpo.

La Chiesa è organizzata precisamente nella stessa guisa. Il suo Capo supremo rappresentante di Cristo comanda a tutti colla stessa autorità di Colui del quale tiene il posto; tutti devono ubbidirgli e Iddio lo assiste nel suo comando. Il Papa è altresì il Vescovo, il Pastore, è il Pontefice della Chiesa universale, il Vescovo dei Vescovi, il giudice supremo ed infallibile di tutte le questioni religiose. La Chiesa riposa sopra di lui, sulla di lui autorità , in tal modo è stata stabilita da Nostro Signore.

Subordinati al Papa e intorno a lui sono i Vescovi, che uniti al Papa governano le diverse diocesi del mondo e per rafforzare il governo della diocesi e facilitare le relazioni dei Vescovi col Pontefice Sommo, le Diocesi sono riunite in provincie a cui presiedono gli Arcivescovi.

Ciascun Vescovo alla sua volta divide la sua diocesi in un certo numero di parrocchie al governo delle quali sono proposti sacerdoti chiamati curati e con il parroco altri sacerdoti chiamati vicari. Finalmente vengono i semplici fedeli.

Vi si scorge altresì l’unità, la forza e la somma semplicità del governo della Chiesa. Tutti nella Chiesa ubbidiscono al Papa, come nell’esercito tatti ubbidiscono al generale in capo: non vi ha che un comando che da Gesù Cristo passa pienamente al Papa, dal Papa agli Arcivescovi ed ai Vescovi e da questi ai Parrochi ed ai Sacerdoti e si estende fino al più umile dei fedeli.

In quella guisa che lo stato maggiore partecipa al supremo comando dell’esercito rappresentando a riguardo di tutti il generale in capo, cosi nella Chiesa i Cardinali e gli altri ecclesiastici applicati dal Papa a certe funzioni, amministrano e governano a nome del sommo Pontefice tutta intera la Chiesa cattolica. Queste chiamansi Congregazioni Romane; desse sono relativamente al Papa nel governo spirituale, ciò che sono d’altronde i diversi Ministeri a riguardo del capo dello stato. La loro autorità è la stessa autorità del Papa che per loro mezzo giudica, governa e decide tutti gli affari della Chiesa cattolica. I Cardinali, i Prelati e le sacre Congregazioni formano lo stato maggiore spirituale del sommo Pontefice.

Finalmente nella Chiesa come in un’armata, vi sono dei segni esteriori per distinguere i diversi gradi della gerarchia: la sottana o veste sacerdotale per il sommo Pontefice è di color bianco; per i Cardinali è di color rosso; per i Vescovi come per i Prelati, di color violetto; per i semplici sacerdoti di color nero.

VIII.

Che sono nell’organizzazione della Chiesa, gli Ordini Religiosi e le Associazioni Cattoliche?

Quello che presso il pastore è un cane vigilante e fedele, aiutandolo a custodire il gregge e a difenderlo dai lupi. I lupi temono più i cani che il pastore, benché i cani non facciano che secondare il pastore, solo vero pastore, quindi si crederebbero tosto vittoriosi del pastore e del gregge, se potessero sbrigarsi di quegli accoliti importuni che stan sempre in guardia; che vanno e vengono di continuo, tutto vedono e sentono da lungi il minimo lupastro.

Tale è il secreto dell’odio profondo ed incurabile che tutti i lupi a due zampe ebbero sempre, hanno ed avranno ai nostri Religiosi. E benché i Religiosi non facciano parte della gerarchia ecclesiastica propriamente detta, sono suscitati da DIO per assistere potentemente questa sacra gerarchia nella predicazione della divina parola, nella educazione della gioventù, nella direzione delle coscienze, nella conversione dello anime e in tutte le altre opere di zelo cattolico. Gli empi sanno bene quel che fanno allorché se la prendono contro gli Ordini religiosi e quando adoprano contro di essi ora la persecuzione e la violenza, ora la calunnia; sordi intrighi e tutte le astuzie di un’avversione implacabile.

È lo stesso, in grado minore tuttavia, delle Associazioni di fede e di pietà, che suscita da ogni parte nel nostro secolo il risveglio religioso, del che la Chiesa ogni giorno benedice IDDIO. Desse uniscono fortemente i fedeli attorno ai loro Pastori per aiutarli colla preghiera e coll’elemosina a propagare, conservare e difendere la fede, ed estendere il regno di GESÙ CRISTO, a soccorrere i poveri e a salvare le anime. Non vi sono che i malvagi ed i ciechi che ne prendono ombra.

IX.

La Chiesa insegnante e la Chiesa insegnata.

La Chiesa cattolica è composta di Pastori e di fedeli. Il corpo dei Pastori si chiama la Chiesa insegnante; comprende il Papa ed i Vescovi ed in certo senso i Preti; la Chiesa insegnata comprende tutti i fedeli chiunque siano, anche re, e principi. Una tale distinzione è d’istituzione divina.

Quando si parla della Chiesa riguardo alla sua autorità, alla sua missione etc. non si tratta che della Chiesa insegnante, che del Papa e de’ Vescovi, che soli hanno ricevuto da GESÙ CRISTO il diritto e il dovere d’insegnare, di governare e di giudicare. La Chiesa insegnata approfitta di questi privilegi, ma non vi partecipa.

Il Papa riassume in sé la pienezza dell’autorità della Chiesa insegnante; egli ne possiede l’infallibilità dottrinale, la suprema potestà di giudicare senza appello, di comandare o proibire. Ogni Vescovo nella sua Diocesi insegna altresì con autorità; giudica, governa, fa leggi, ma la sua potestà non essendo suprema è dipendente da una potestà superiore; i suoi atti in caso di contesa non sono inappellabili e non hanno valore definitivo se non dopo la conferma del sommo Pontefice. I Vescovi non sono i Vicari del Papa, sono i suoi fratelli e se egli è loro superiore, non è in qualità di Vescovo, ma nella sua qualità di sommo Pontefice eletto da Cristo per pascere le pecore non meno che gli agnelli.

In quanto ai Sacerdoti che IDDIO ha dato ai Vescovi per aiutarli nella carica pastorale, non sono giudici della fede, nondimeno essi insegnano», ma non fanno che trasmettere e distribuire l’insegnamento, a quali essi medesimi lo ricevono. Essi sono alla testa della Chiesa insegnata, come i figli primogeniti della famiglia cattolica.

Tutta la Chiesa è altresì nell’infallibilità religiosa; la Chiesa insegnante perché GESÙ CRISTO è con lei tutti i giorni sino alla fine dei tempi e l’assiste col suo Santo Spirito; la Chiesa insegnata, perché riceve e conserva fedelmente la verità purissima che le apporta il corpo de’ suoi Pastori.

X

Il solo dogma è egli oggetto dell’autorità del Papa e dei Vescovi ?

Non già: la fede è soltanto una parte della Religione come l’intelligenza non è che una parto dell’uomo. Nostro Signore GESÙ CRISTO ha incaricati i Pastori della sua Chiesa di far conoscere e di far praticare agli uomini non solo ogni verità, ma ancora ogni giustizia, tutta la morale, tutta la virtù. La Chiesa è costituita da DIO Madre spirituale e Maestra infallibile di tutti gli uomini, dei popoli come degli individui, dei governanti, come dei governati, dei sapienti e dei filosofi come dei semplici. Essa è inviata da GESÙ CRISTO per essere la luce del mondo » vos estis lux mundi. »

Questa missione dunque comprende assai più del domma. Tutte le questioni umane qualunque esse sieno, dal momento che riguardano la coscienza ed i costumi, sono di diritto divino di sua competenza; nessuno può declinarla senza ribellarsi contro GESÙ CRISTO che a Lei ha dato la sua missione « chi ascolta voi, ascolta me; chi disprezza voi, disprezza me »!

E siccome la Chiesa è infallibilmente assistita da Dio, in tutto ciò che concerne l’adempimento del suo dovere, essa sola è competente per regolare ciò che a lei spetta, ciò che ò giudicabile dal suo tribunale e ciò che spetta alla sua giurisdizione. I nostri scrittorelli giornalisti, urleranno e sbraiteranno a loro posta; il buon DIO cosi ha stabilito; e ciò che è fatto è fatto.

Che dire in conseguenza dell’ anticristiana stranezza di taluni che decidono dall’altezza della loro ignoranza che il Papa ed i Vescovi non sono cristiani, che non intendono i veri interessi della Religione, agitano imprudentemente le coscienze, dovrebbero fare così, hanno torto di fare quell’altro etc. etc? È il povero ortolano della favola che vuol risalire alla Provvidenza; è stenterello che non sa leggere e che tratta di filosofia; è il ciabattino che con i lumi della sua botteguccia discute la politica del suo governo. Povere teste stravolte! … e ancor peggio, poveri cuori ribelli e molto colpevoli!

XI.

La Chiesa fa ella poco conto delle potestà secolari?

Nessuno come la Chiesa rispetta la potestà laica. Essa rispetta e fa rispettare tutte le vere autorità; la famiglia, la proprietà, la società, lo stato. Anche di recente per la bocca de’ Sommi Pontefici ha condannato le erronee dottrine di Lamennais e delle sette rivoluzionarie che pretendevano che la potestà temporale sia un’usurpazione e che l’insurrezione sia il più santo dei doveri.. I settari detestano la Chiesa precisamente a causa dell’incrollabile energia con cui difende tutti i princȋpi d’ordine e di ubbidienza, tanto nella società civile come nella società religiosa.

Se nel corso de’ secoli la Chiesa talvolta ha biasimato, giudicato ed anche condannato gli atti di certi principi e di certi stati, non è stato perché facesse poco conto delle potestà secolari, ma unicamente perché il suo dovere religioso l’obbligava a difendere verso e contro tutti la giustizia e la verità e i grandi princȋpi della pubblica morale. È il peccato è l’ingiustizia che ha colpito e non già l’autorità dei principi. Operando in tal guisa ella ha fatto per le nazioni e i loro sovrani ciò che fa ogni giorno per gl’individui ; essa ha illuminate e raddrizzate le loro coscienze, ha mostrato loro la via del dovere, si è sforzata di ricondurle al bene, non le ha mai condannate né colpite di anatema che dopo aver esaurito tutti i mezzi di persuasione e di dolcezza.

   Il demonio e gli amici suoi nel denunziare la Santa Sede e l’Episcopato come nemici delle potestà laiche, hanno un solo scopo, ed è di sollevare contro la Chiesa il braccio secolare e far rovesciare col trono l’altare, che ne è il più solido sostegno.

Il potere secolare è degno di sommo rispetto in tutto ciò che si attiene al governo temporale degli Stati; ma nel suo stesso governo deve essere morale, deve essere secondo DIO, deve aiutare nel miglior modo la missione di salute che la Chiesa ha ricevuta dal Signore per santificare e per salvare tutti gli uomini; e se è giusto ed equo, non deve meravigliarsi che i Pastori delle anime gli rammentino i suoi doveri in nome di GESÙ CRISTO, lo illuminino e lo riprendano come lo fanno per ciascuno dei fedeli. Laico, vuole egli forse dire anticristiano? Se cosi fosse, nessuno in coscienza potrebbe esser laico.

XII

Quale influenza cerca la Chiesa di conquistare in questo mondo.

È l’influenza del bene, dei buoni costumi, della giustizia; del servizio di DIO. Essa non vuole altro, checché ne dicano i suoi nemici ; ma cotesto ella lo vuole, lo vuole ad ogni costo e per conquistarlo non risparmia né fatiche, né sudori, né il suo sangue. Che importano alla santa Chiesa i vani calcoli dell’umana politica? Essa non vi s’immischia se non in vista della coscienza ed allora è nel suo diritto.

La Chiesa romana vuol far regnare GESÙ CRISTO nel mondo perché è inviata per questo. Il divino Maestro prima di ritornare in cielo le disse « mi è stato dato ogni potere in cielo e sopra la terra. Andate adunque ammaestrate tutte le nazioni ed in-segnate loro ad osservare le mie leggi » ed essa va, coll’autorità di DIO, facendoLo conoscere, facendoLo servire ed amare. Nessuna cosa la trattiene e nulla mai la tratterrà. Per far trionfare la verità ella invoca con egual diritto la libertà e l’autorità; mezzi umani che ritraggono tutta la loro eccellenza dal buon uso che se ne fa e che la Chiesa onora grandemente facendoli servire alla salvezza delle anime.

Che si gridi quanto si vuole alla doppia faccia, all’usurpazione all’agitazione clericale, all’orgoglio del clero e ad altri travisamenti di tal genere: la Chiesa non adempirà meno perciò la sua santa, potente, la sua dolce e benefica missione. Ella salva anche quelli che dopo averla bestemmiata nel modo il più indegno, le chiedono aiuto nel giorno del pericolo e della prova.

No, la Chiesa non usurpa quando ammaestra i principi ed i popoli, quando si oppone a quello che è vietato da DIO, quando condanna sulla terra ciò che GESÙ CRISTO condanna in cielo. Ella fa il suo dovere a riguardo di quelli che non fanno il loro. Dessa non turba mai le coscienze se non quando bisogna destarle da un sonno pericoloso; essa non agita mai se non le questioni che devono essere agitate ed il suo preteso orgoglio non è altro se non il profondo ed unico sentimento della divina missione che tiene da DIO. Avventurati anche in questo mondo quei che accettano con amore la divina influenza della Chiesa e quindi si sottraggono dall’influenza malefica di tutte le pazze idee che sconvolgono le intelligenze e rovinano le società insieme colle anime.

XIII.

Se i Vescovi ed i Preti sono funzionari pubblici.

Essi non lo sono in verun senso. I ministri di DIO, non possono essere ministri dei re della terra. L’annuo stipendio che i vescovi e curati cattolici ricevono da certi governi, non cambia in verun modo il loro ministero. In Francia a mo’ d’esempio, un tale stipendio, non è un salario di pubblico funzionario, ma bensì il pagamento di un debito riconosciuto ufficialmente dall’Imperatore Napoleone I innanzi al Papa Pio VII dopo la grande rivoluzione. Le proprietà del clero erano state involate e confiscate ed il Papa, supremo amministratore di tutti i beni della Chiesa, cedette a’ suoi diritti su quelle proprietà ingiustamente rapite, mediante una scarsa indennità che il governo francese assunse l’impegno di pagare annualmente ai Vescovi ed ai Parroci di tutto le Chiese di Francia.

Lo stipendio de’ funzionari civili, non ha in verun modo un tal carattere. Gli è uno stipendio onorevole, senza dubbio, ma in fondo è un vero salario per i servizi che rendono allo Stato. La loro autorità è soltanto una delegazione del potere civile; ed una tale delegazione può cessare per la sola volontà del Sovrano che loro la toglie a suo piacimento.

I Vescovi ed i Sacerdoti al contrario esercitano il ministero cattolico in nome di DIO soltanto; non dipendono che da GESÙ CRISTO e dal Papa suo Vicario. La loro missione sorpassa i limiti di tutti gli Stati e li domina come il cielo domina la terra. Essi predicano il rispetto per l’autorità temporale senza dipendenza da lei, almeno in ciò che concerne il loro santo ministero; poiché è un non intender nulla delle questioni spirituali e temporali, religiose e civili l’assimilare i ministri della Chiesa ai funzionari dello Stato, come fanno tutto giorno quei deplorabili giornali che inondano e pervertono l’Europa.

XIV

Come sì fa il Vescovo.

Affinché un sacerdote eserciti le sacre funzioni dell’Episcopato, richiedonsi due condizioni. Bisogna primieramente che sia eletto ed istituito dal Sommo Pontefice che è il Vescovo de’ Vescovi incaricato da GESÙ CRISTO di governare e di far governare dai suoi venerabili Fratelli i Vescovi, ogni porzione della Chiesa universale. Nella Chiesa il solo Papa ha il diritto di fissare nel mondo intero i limiti delle Diocesi, di crearne delle nuove e d’investire della giurisdizione pastorale il sacerdote a cui giudica a proposito di confidare l’incarico di una Diocesi. La giurisdizione è il potere di governare, d’insegnare, di giudicare, di sciogliere o di legare. Senza questa giurisdizione, che appartiene pienamente al Papa e che egli solo può conferire, un prete non ha alcun potere ecclesiastico in una diocesi ; se un prete si permettesse di farla da Vescovo, di far leggi, di dare dispense, tutti i suoi atti sarebbero nulli di pieno diritto ed egli stesso incorrerebbe ipso facto la scomunica maggiore, degna punizione degli scismatici e degli intrusi.

La seconda condizione richiesta perché un prete possa esercitare legittimamente e validamente le funzioni episcopali è la consacrazione per mezzo dei Sacramento dell’Ordine. Se mai, come è accaduto talvolta in tempi di scisma, si trovasse un Vescovo ed un prete sì dimentichi de’ loro doveri l’uno per conferire e l’altro per ricevere la consacrazione episcopale, senza la volontà del Papa, lo sciagurato prete consacrato in tal guisa, avrebbe veramente il carattere di Vescovo, potrebbe validamente amministrare il Sacramento di Confermazione e il Sacramento dell’Ordine; ma tutto ciò sarebbe illecito in prima linea; come la consacrazione eucaristica fatta da un prete interdetto, è valida, ma illecitissima, colpevolissima e sommamente sacrilega.

In seguito di certe convenzioni dette concordati tra la Santa Sede e diversi governi temporali, la designazione o nomina de’ futuri Vescovi è lasciata dalla Chiesa all’iniziativa del Sovrano. Ma una tal nomina non ha alcun valore religioso finché non è ratificata dal Papa con un atto ufficiale a cui nulla può supplire e che chiamasi L’istituzione canonica.

Ecco in qual modo un prete può divenire Vescovo.

XV

Che cos’è uno scisma.

Lo scisma ò un gran peccato e una grande follia. È la separazione dal Papa Capo della Chiesa, e per conseguenza la separazione dalla Chiesa società di DIO: e quindi la separazione da DIO stesso. Lo scisma è la rivolta di un certo numero di cristiani, ecclesiastici o laici, contro la legittima autorità della Chiesa e del suo Capo. È un peccato mortale di prim’ordine e i principi, i Vescovi, i preti e i laici che se ne rendono colpevoli, avranno a renderne al tribunale di GESÙ CRISTO un conto tanto più terribile, quanto che quasi sempre questo delitto di alto tradimento cattolico è seguito dal delitto di eresia ancor più grave; la disubbidienza ha per degna ricompensa l’apostasia dalla fede; la Grecia, la Russia, la Svezia, la Prussia, l’Inghilterra, per lo scisma sono state gettate nell’eresia.

Una Chiesa scismatica, vale a dire separata dal Papa e dalla Chiesa universale, cade immediatamente sotto il giogo delle potestà di questo mondo e si avvilisce ben tosto in una servitù vergognosa. Ella perde tutto il suo sugo religioso, tutta la sua morale autorità, tutta la sua forza, tutta la sua dottrina; ella diviene nelle mani del potere un istrumento servile e spregiato e bene spesso il suo ministero non è che un soccorsale di polizia. Questo chiamasi una Chiesa nazionale ed un clero raffazzonato in tal guisa, ha la fortuna di possedere una Costituzione civile.

Povere Chiese nazionali e povere costituzioni civili del Clero! Voi siete troppo degne di compassione per essere da noi paventate, troppo assurde per metterci a confutarvi ! Membri vivi della Santa Chiesa di DIO, noi vogliamo sempre vivere della sua vita, non formare che una medesima cosa con essa e col Cristo e rimanere inviolabilmente unite al sommo Pontefice che è il centro dell’unità cristiana, il solo Dottore che mai travia, il Vescovo universale di tutti i figliuoli di DIO! LO scisma è la morte è il disonore, e noi nol vogliamo.

XVI.

Della menzogna storica contro la Chiesa ed il Papato

« Mentiamo, mentiamo francamente, scriveva l’onesto Voltaire ad uno de’suoi onesti amici, ne resterà sempre qualche cosa » ecco la parola d’ ordine che da più d’un secolo seguono fedelmente tutti i nemici della fede. Essi hanno mentito, mentiscono e mentiranno; e DIO sa se ne rimane qualche cosa !

Ahimè! questo diluvio di menzogne inonda non solo la Francia, ma l’Europa ed il mondo intero. È una vasta cospirazione che snatura i fatti, parodia tutti i caratteri, inventa tutte le falsità per far credere alla gioventù, al popolo e a tutti, che la Chiesa cattolica è uno spegnitoio, un focolare d’intrighi di tenebrosi maneggi; di delitti; che il Papato ò violento e sanguinario, che la sua esistenza è incompatibile colla sicurezza della Stato, colla pubblica pace; ch’ella non vive che di ambizione e di cupidigia, che i Papi furono i nemici del genere umano e che è giunto il tempo di vendicare quell’abominevole papato. Ecco ciò che si dice, ecco ciò che si scrive, ciò che si stampa in tre quarti de’ nostri giornali, nei romanzi sedicenti storici, coadiuvati in ciò da innumerevoli libelli anticlericali che diffonde a milioni la propaganda protestante. Ecco ciò che si dice e che si crede, la MENZOGNA STORICA è la grande arma degli empi.

Io non posso qui confutare in dettaglio tali calunnie sì grossolane e detestabili; io mi limito a constatare il fatto ed asserirlo innanzi a DIO e innanzi alla scienza e a supplicare ogni persona onesta, nell’interesse della sua eterna salute, di non prestar fede a tali affermazioni malefiche che produce ogni giorno non l’amore della verità, ma una cieca ignoranza, un odio satanico contro Nostro Signore Gesù Cristo.

XVII.

Che la sola Chiesa è la madre de’ piccoli e de’ poveri.

Egli è un fatto sì notorio e sì pubblico che è inutile stabilirlo con prove. La sola Chiesa cattolica fa le suore della carità, i fratelli delle scuole Cristiane, le piccole sorelle de’ poveri. Il succo divino che possiede la vera Chiesa soltanto, può produrre, perpetuare e sviluppare in proporzioni gigantesche quell’incomparabile sacrificio di sé, quell’umile eroismo di ogni giorno, di cui il cielo sarà la magnifica ricompensa. Le sette protestanti e le Chiese nazionali, hanno voluto tentare un tal prodigio; elle fecero come il corvo della favola, che volle imitare l’aquila prendendo un montone; desse furono prese là appunto ove credevano prendere e si è veduto una volta di più ciò che la sola verità genera la carità.

La Chiesa cattolica è la madre dei poveri, dei fanciulli, dei piccoli, dei deboli, di tutti quelli che hanno bisogno di amore. Essa sola li ama in pratica come in teorica. Le altre hanno talvolta la teoria e cianciano e scrivono sulla beneficenza, ma lasciano alla Chiesa, a suoi ministri ed a’ suoi Ordini religiosi, l’ardua fatica del servizio de’poveri, dell’educazione religiosa de’ fanciulli, della cura degli infermi, de’ mentecatti degli abbandonati, la visita de’ poveri vergognosi; in una parola il sollievo delle umane miserie.

L’amore di GESÙ CRISTO, che s’intenda bene, 1’amore della Vergine MARIA, l’amore al Santissimo Sacramento, il celibato cattolico, l’abnegazione della vita religiosa, ecco il segreto, ecco la sorgente inesauribile della cristiana carità della Chiesa. Essa soltanto possedé un tal segreto, questa viva sorgente, ed ecco perché sola, ad onta delle ingratitudini di cui è tutto giorno abbeverata, è passata e passa come GESÙ CRISTO, facendo il bene, transiit benefaciendo, UNITÀ, VERITÀ, CARITÀ: tal’è l’inimitabile divisa cattolica!

XVIII.

Del grande delitto di chi osteggia la Chiesa

Assalire la Chiesa e la Santa Sede, è assalire GESÙ CRISTO; è assalire IDDIO « chi disprezza voi me disprezza » La guerra alla Chiesa di qualsivoglia pretesto si cerchi di ricoprirla, è una guerra sacrilega e parricida, perché la Chiesa è l’opera di DIO e la Madre dell’umanità. Qual nome è da darsi ad un figlio perverso che odia la madre sua, che la calunnia, l’oltraggia, la percuote; che vorrebbe discacciare ed uccidere?

Assalire la Chiesa è assalire l’anima e la salute eterna di ciascun di noi; perché l’anima nostra e la nostra salute sono confidate dalla Provvidenza, alla Chiesa, come la nostra vita e la nostra sanità quando eravamo nell’infanzia, erano dalla medesima Provvidenza affidate alla nostra buona madre. È un assalire la società e l’incivilimento, che sono egualmente l’oggetto della sacra missione della Chiesa cattolica e che ben tosto degenerano, quando la luce della fede e la forza della religione non le garantiscono.

È osteggiare sopra tutto il povero popolo, l’immenso numero degli sventurati che non hanno in questo mondo per loro porzione, che lacrime e privazioni e che la Chiesa sola sa consolare, loro mostrando l’Eternità che si avvicina, loro mostrando la culla, la croce di GESÙ CRISTO, i patimenti dei martiri, le fatiche dei Santi, il tabernacolo dell’Eucaristia, il cuore paterno del prete, l’amor tutelare e tenero della Beata Vergine MARIA, Madre del dolcissimo Salvatore.

Finalmente è un’osteggiare l’infanzia la cui innocenza e debolezza non hanno altro ricovero che la Chiesa e della quale IDDIO ha detto nel suo Vangelo « se alcuno scandalizza uno di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio che gli fosse legata al collo una macina e fosse gettato in fondo al mare! »

Lo stesso Signore ha detto inoltre: « se alcuno non ascolta la Chiesa, che sia per voi come un pagano ed un ladro » Che sarà mai di coloro che non solamente non danno ascolto alla Chiesa, ma ribellano apertamente contro di essa, sollevano sopra il sacro capo di lei una mano maledetta! Questi tali sono sulla spaziosa strada che conduce dritto all’inferno, lata via quae ducit ad perditionem.

XIX.

Se la Chiesa abbia a durare ancor lungo tempo.

Noi non ne sappiamo nulla: ma ciò che noi sappiamo, perché GESÙ CRISTO ed i suoi Apostoli ce l’hanno detto, è che la Chiesa durerà quanto il Mondo, mentre questo non esiste se non per il Cristo e la sua Chiesa. Quel che sappiamo è che all’avvicinarsi degli ultimi tempi della Chiesa e del mondo, vi saranno terribili seduzioni capaci di far crollare gli stessi eletti; un apostasia generale delle società, come società; una perdita quasi universale della fede, flagelli e miserie d’ogni genere; finalmente una generale persecuzione più formidabile di tutte le precedenti ed una tribolazione tale, dice il Vangelo, che non ve ne sarà stata altra somigliante dal principio del mondo: “tribulatio magna, qualis non fuit ab initio mundi”.

Codesti tristi giorni sono a noi vicini? Io l’ignoro, ma ciò che so e tutti vedono è che una crisi spaventevole minaccia la Chiesa nel mondo universo e che a noi tutti fa d’uopo, se non si vuole soccombere alla tentazione, vegliare e pregare, divenir più veramente cristiani, più solleciti degli interessi della fede, più assidui alla sacra mensa, più generosi al sacrificio; in una parola, più santi e più distaccati dalla terra. Bisogna pagare colla nostra persona, pagare con i nostri beni, metterci interamente al servizio di GESÙ o della sua Chiesa. Noi non abbiamo nulla a temere: noi siamo di DIO e l’avvenire è nostro ! Che il sacro esercito di Cristo rinserri le sue fila attorno a’ suoi capi immediati, che sono i Vescovi e attorno al supremo Pastore delle anime che è il Sommo Pontefice; che non si lasci sedurre dalle astuzie scismatiche di Satana e che nelle prove che potranno sopraggiungere, si rammenti sempre la gran parola di S. Ambrogio: OVE È PIETRO, IVI È LA CHIESA. “Ubi Petrus, ibi Ecclesia”.

 

 

Autore: Associazione Cristo-Re Rex regum

Siamo un'Associazione culturale in difesa della "vera" Chiesa Cattolica.