La strana sindrome di nonno Basilio: 20

 

nonno

Egregio direttore, la saluto cordialmente prima di passare a raccontarle quanto è capitato in questi giorni nella mia famiglia, a lei oramai nota in quasi tutti i componenti, viventi e trapassati, antichi e recenti. Tra questi ultimi si è da poco aggiunta, anche se per motivi pratici di collaborazione con mia moglie, oramai “attempata” e con qualche difficoltà nella gestione di una casa oramai per noi troppo grande e di un marito malandato e malfermo, una signora pacioccona, ben piantata fisicamente, proveniente dall’est europeo, di carattere gradevole e dall’accento con cadenze tra lo slavo ed il napoletano, cosa che la rende più simpatica e spesso comica, quasi teatrale: la simpaticissima Ludmilla, nome che tutti noi affettuosamente abbiamo abbreviato in Mila. Ricordo con certezza che era un sabato, giorno in cui mi piace recitare con Caterina, la mia carissima nipote, il “Piccolo Ufficio della Beata Vergine Maria”, ovviamente, manco a dirglielo, nella forma tradizionale in latino. Caterina è molto attenta a questa recita che lei cerca di effettuare ogni giorno da quando ha indossato lo Scapolare del Carmelo impostole solennemente, così come richiesto dalla Santa Vergine a Fatima per resistere “fortes in fide”  nei tempi presenti (che la cara nipotina sostiene essere di diffusa e profonda apostasia … mah?! Ed ecco che Mila, tra una faccenda e l’altra, ascoltandoci immersi nella preghiera, inizia a dire: “ … la venerazione per la Madre di Gesù Maria Santissima è comune alla nostra religione!”. “È vero – rispondo io prontamente – ma allora perché negate i dogmi della Immacolata Concezione e dell’Assunzione proclamati dalla Chiesa Cattolica?”. Ludmilla non si aspettava questa replica, e sorpresa se ne esce con un: “no saccio mo’ dire questo pobblemo”. “… e allora te lo comincio a spiegare –ribatto-: intanto c’è il motivo solito e cioè che, sebbene gli Ortodossi, dai quali provieni, affermino che Maria sia la Tutta Pura, esente dal peccato attuale, si ostinano a negare che Maria nacque priva del peccato originale, e questo ovviamente solo per evitare di fornire punti d’unione con la Teologia cattolica, la quale non è invenzione di nuovi dogmi, cara Mila, cari lettori e caro direttore (come lei ben sa, naturalmente!), ma approfondimento e chiarimento del deposito della Tradizione apostolica”. Poi mi rivolgo a Caterina, interessata alla questione, e riprendo: “Un altro esempio che riprova paradossalmente, nello stesso ambito ortodosso, la verità dei dogmi cattolici, è che loro stessi credono nella Dormizione di Maria Vergine, con successiva Assunzione al Cielo (dogma che la Chiesa Cattolica ha affermato solennemente solo nel 1950 con il “mio” Papa, l’immenso Pio XII – e qui non posso fare a meno di accendermi di sacro fuoco!) e che gli Ortodossi professano da sempre “senza saperlo”. “Ora, come sarebbe possibile l’Assunzione in Cielo del corpo di Maria –osserva argutamente Caterina- se fosse macchiato dal peccato originale?” . “Giusto, ma i sedicenti Ortodossi rispondono a questo quesito con una dottrina sul peccato originale già condannata dalla Chiesa ben prima del Grande Scisma (e che in teoria dunque loro non dovrebbero accogliere, ma lo fanno comunque, commettendo il grave peccato contro lo Spirito Santo: “impugnare la verità conosciuta”… e da loro stessi già accettata in precedenza). Questa dottrina è nota come semipelagianesimo”. In questo frangente giunge pure Mimmo con il suo amico, Yuri. “E adesso da dove è uscito questo .. semipela…coso … come si dice?”. “Cari ragazzi, vi racconto allora l’evento: quando l’eretico Pelagio, nel IV secolo, affermò che la libertà umana sarebbe di per sé in grado di realizzare la salvezza attraverso un’autonoma decisione di accogliere o non accogliere la Grazia e attraverso la capacità di compiere opere buone; la Chiesa prontamente condannò infallibilmente questa eresia, detta, dal nome del suo fondatore, pelagianesimo, nel Concilio di Efeso (431), e sant’Agostino di Ippona (Santo anche per gli orientali!) emerse come la figura cardine in questa lotta antipelagiana. Successivamente, alcuni teologi marsigliesi elaborarono una nuova dottrina, detta semipelagianesimo, per contrastare quello che a loro avviso era una visione troppo rigida sul peccato originale, spregiativamente chiamata “agostinismo” e che vedevano in Tertulliano e sant’Agostino i principali esponenti. Questi teologi semipelagiani diffusero in Oriente la dottrina secondo la quale Adamo ed Eva commisero sì, il peccato originale, ma i loro discendenti ereditarono solo le conseguenze del peccato e non anche la colpa (la Chiesa invece insegna che l’uomo eredita dai progenitori sia la colpa sia le conseguenze, per questo motivo se uno muore senza valido Battesimo cristiano non può accedere nel regno dei cieli, come anche insegna il Vangelo). Questa dottrina semipelagiana fu condannata infallibilmente nel Concilio di Orange nel 529, (quindi ben prima del Grande Scisma, per cui anche gli Ortodossi la dovrebbero rigettare), eppure continuò ad essere insegnata e creduta presso le chiese orientali. Per queste ragioni, gli Ortodossi, e guardo Yuri di sottecchio, oggi insegnano che la Madonna non è definibile come Immacolata Concezione, in quanto tutti gli uomini vengono concepiti “immacolati”, perché non ereditano la colpa originale ma solo le conseguenze del peccato. La Madonna avrebbe mantenuto semplicemente il naturale stato di innocenza per tutta la propria vita, a differenza degli altri uomini, e quindi considerata degna di essere assunta in cielo dopo la Dormizione. Questa è ovviamente un’eresia assurda, grande quanto il Monte Bianco, che impedisce ulteriormente la già compromessa unità con gli scismatici per gravissimi motivi dottrinali…” . Nella discussione si inserisce ancora Mimmo che accenna, affascinato, al concetto di Theosis (letteralmente “divinizzazione”), concetto che da noi in occidente viene interpretato in modo gnostico e fuorviante rispetto alla Theosis ortodossa. Sono costretto ancora a puntualizzare: “Vedi Mimmo, lo stesso concetto da te enunciato è presente nel Cattolicesimo, se non più approfondito addirittura, dato che è in Occidente che questo concetto è nato, per opera di San Cirillo d’Alessandria e di Sant’Agostino di Ippona, due dottori della Chiesa. Ne parla in maniera eminente anche San Tommaso d’Aquino, e ti ricordo che la teologia tomista ha carattere vincolante”… “ … eh sì altro che Rahner e Ratzinger”-sbotta Caterina- (direttore, ma questi mo’ chi sono … da dove spuntano fuori?). “La theosis –riassumo- non è divinizzazione nel senso che l’Uomo deve divenire uguale a Dio. Questa falsa interpretazione è di matrice gnostica, panteistica, emanatistica, professata dalle conventicole filosofeggianti pseudo-filantropiche adoranti il baphomet, oltre che radice del modernismo, già solo per questo chiaramente luciferino [perciò ampiamente condannato, stroncato da tutti i Papi dalla fine del ‘700 in poi], rifacendosi alla falsa promessa del “serpentone” dell’Eden, allorquando disse: “Mangiate dell’albero della vita e sarete come Dio” “Eritis sicut Dei” (mi sembra di risentire la voce dello zio Tommaso nelle sue omelie …). L’uomo sarà divino nel senso che sarà perfetto in sé, ad opera dello Spirito Santo, solo “dopo” il Giudizio Universale, e questo è un concetto base non solo della teologia ortodossa, ma anche di quella cattolica. Chi afferma il contrario lo fa per ignoranza o perché a servizio del “farfariello” (il nemico, come con disprezzo lo chiamava la cara nonna Margherita). Scrive l’Aquinate, l’Angelo della scuola, come appellato ai miei tempi: “L’Unigenito Figlio di Dio, volendo che noi fossimo partecipi della sua divinità, assunse la nostra natura, affinché, fatto uomo, facesse gli uomini dèi” (Opusculum 57 in festo Corporis Christi, ) . Questo logicamente non significa che noi diverremo parte integrante della Trinità o assumeremo gli attributi perfettissimi di Dio. L’uomo è corrotto dal peccato originale, egli è per il momento incline (ma non in maniera inesorabile) al male, tuttavia la sua vera natura è quella di amare Dio e compiere il bene. Dunque in questo senso il termine divinizzazione è da intendere come “restaurazione della natura primigenia dell’uomo”, natura perfetta e non perfettissima (che ha invece solo Dio) … mi rivolgo di colpo a Yuri e gli chiedo: “Ma tu a quale chiesa orientale appartieni?”. “Ma perché quante chiese ci sono?” chiede Mimmo sbalordito. “Le chiese ortodosse sono acefale, non hanno cioè un’unità, ogni singolo vescovo è un capo a sé stante, autonomo nella sua giurisdizione, e le chiese ortodosse rappresentano chiese nazionali, e non si capisce perché si ostinino a proclamarsi cattoliche, cioè universali, visto che nei fatti sono ristrette ad un ambito geografico circoscritto! Ma la divisione (e la confusione, soprattutto!) c’è anche a livello cristologico, ….. Tu forse non sai, Mimmo, che la Chiesa Cattolica dichiarò solennemente nel Concilio di Calcedonia (451) che in Cristo vi sono due nature, quella umana e quella divina, non mescolate e non rappresentando però in Lui due persone distinte. La gran parte delle chiese ortodosse orientali accetta la definizione di Calcedonia sulla natura di Cristo, ma altre si sono divise ulteriormente e sono dette “non-calcedonesi”. Una di queste è la chiesa difisista, detta anche nestoriana, dal fondatore di questa cristologia eretica: Nestorio, che sosteneva che in Gesù Cristo le due nature, umana e divina, formavano due persone distinte e poneva come conseguenza il fatto che la Santa Vergine Maria non fosse Madre di Dio, ma solo dell’Uomo Gesù. Le chiese monofisiste si oppongono alle chiese ariane (ormai scomparse, Deo gratias!). Mentre le seconde proclamavano unicamente la natura umana di Cristo, le prime ne proclamano unicamente la natura divina. Gesù Cristo – dicono loro – non è vero uomo, ma solo vero Dio. Così facendo, accettarono le eresie di matrice gnostica quale il Docetismo e spianarono la strada ad alcune correnti eretiche successive, quale il Catarismo, e in seguito influenzarono uno dei cardini dell’Islam, con  tanto di matrice gnostica:  sia docetisti che catari, infatti, sostenendo unicamente la divinità di Cristo, affermavano anche che Egli non poteva soffrire, né avere un genere sessuale proprio, né morire, e quindi la morte in croce fu solo apparente, né ovviamente avere Maria per Madre, in quanto Gesù è solo vero Dio, essendo generato direttamente dal Padre e Maria fu solo il mezzo per manifestare il Verbo al mondo, ma in alcun modo concorse alla procreazione del Corpo. Le chiese monofisite sostengono che la natura di Cristo è solo una, dovuta al mescolamento di quella umana e quella divina. Divinità e umanità, dunque, in Gesù Cristo sono confuse, non nettamente distinte, come invece sostiene il Concilio di Calcedonia. Costituiscono queste alcune delle chiese ortodossi più influenti, come quella copta, quella etiopica e quella armena. Che guazzabuglio, … Yuri, cerca di tornare alla vera fede, quella proclamata anche dai tuoi antenati!” Ma è giunta l’ora della “pappa” e mettiamo da parte allora i guazzabugli mentali che confondono coloro che credono di essere Cattolici, come Mimmo ed il suo “presunto” parroco, oramai facente parte anche lui, poverino – dice Caterina – della “spelonca latronum” insediata come “sinagoga di satana” nella Chiesa di Cristo, e che cerca la verità nel dialogo con confusi, schizofrenici, dementi e allucinati, atei strampalati e chi più ne ha più ne metta! … ma che vorrà dire direttore?! … Questi non mi fanno capire più nulla, mi aiuti la prego, mi aiuti! … adesso ci mancavano solo le collaboratrici domestiche e gli idraulici dell’est ad alimentare la “bagarre”, ed a confondermi ancor più … “salvum me fac, Domine, non confundar…” ! La saluto caramente. Mi rifarò vivo appena mi riprenderò … Suo, nonno Basilio e famiglia.

Rinnovazione delle Promesse fatte al Battesimo

Rinnovazione delle Promesse fatte al Battesimo

[Da: la via del paradiso, 3^ed. Siena 1823]

Da recitarsi nel giorno anniversario della nostra nascita e nelle maggiori Solennità, particolarmente il dì dell’Epifania del Signore, col simbolo degli Apostoli e con gli Atti Cristiani.

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Ecco o mio DIO, il Figliuol prodigo, il quale, dopo aver fatto nel Sacro Battesimo una professione solenne di rinunziare al demonio, alle sue pompe, alle sue opere, di non vivere più secondo le inclinazioni dell’uomo antico, e di seguire inviolabilmente le massime di Gesù-Cristo per grazia, e fatto tempio vivo del Santo Spirito, ha dissipato questi beni preziosi, ed ha perduto queste gloriose distinzioni per le sue colpe.

Ah! Mio Padre e mio DIO, ho peccato contro di Voi, ho offeso Voi, violando i miei voti con uno spergiuro orribile, e la mia professione cristiana con una vergognosa apostasia. No, non sono più degno d’esser chiamato vostro figliuolo. Ma pure eccomi alla vostra presenza per chiederVi perdono, e per darVi soddisfazioni per tutti i peccati commessi dopo il Battesimo, e perché voglio in avvenire vivere unicamente per Voi: approvo e ratifico tutte le promesse che furono fatte in mio nome nell’atto del mio Battesimo. Rinunzio nuovamente al demonio, vale a dire alle leggi e alle massime corrotte del mondo, di cui egli è il principe. Rinunzio alle sue pompe, cioè al falso splendore degli onori, ed alle lusinghe de’ piaceri. Rinunzio ugualmente alle sue opere, che sono i vizi ed i peccati, e rinunzio generalmente a tutte le inclinazioni del primo uomo.

Protesto e prometto solennemente, quando a Voi piacerà prolungare i miei giorni, di vivere sempre nella pratica ed osservanza delle Sante Regole Evangeliche, e di operare secondo gli esempi e nello spirito di Gesù-Cristo, che è spirito di umiltà, che fugge gli onori, spirito di povertà, che distacca il cuore dall’effetto delle ricchezze; spirito di penitenza, che tiene la carne soggetta colla mortificazione dei sensi.

Mi rammenterò nel breve tempo che ancora mi resta da vivere, che il Sacerdote, nelle sacre cerimonie del mio Battesimo, tre volte soffiò verso di me per discacciarne il demonio, e che il Santo Spirito, il quale è rappresentato da questo soffio, vi subentrò per essere l’anima di tutte le mie azioni, e per farmi vivere della vita di Gesù Cristo.

Mi rammenterò che io sono stato immerso e come sepolto nel sacro Fonte e nelle acque battesimali, per farmi conoscere ch’io debbo essere morto a tutte le inclinazioni del peccato, e ch’io fui sepolto con Gesù Cristo in questo Sacramento, per resuscitare con Lui alla nuova vita della grazia.

Mi rammenterò che quella unzione del Sacro Crisma, la quale mi fu fatta sulla fronte, significa che, essendo io divenuto mediante il Battesimo, membro di un corpo di cui Gesù Cristo è il Capo, spero aver parte all’unzione della sua grazia ed ai lumi del suo Spirito.

Mi rammenterò che mi fu imposta quella sacra fascia che suol darsi in vece della candida veste, la quale davasi nei primi tempi ai novelli battezzati, per far loro comprendere che avevano contratto l’obbligazione di menare una vita senza macchia, come convienesi a quei che hanno l’onore d’essere i pretendenti alla vita eterna, “candidati aeternitatis”.

Finalmente non dimenticherò giammai che mi fu posta in mano una candela accesa per indicare le tre virtù principali, cioè la Fede, la Speranza e la Carità, le quali debbono in me risplendere colle buone opere ed i santi esempi.

Mio DIO, la grazia del mio Battesimo è l’opera vostra. “Domine, opus tuum in medio annorum vivifica illud”. Rinnovatela in me, Ve ne supplico, perché Vi è facile il farlo in ogni età. Riparatene le rovine cagionate da’ miei peccati colla vostra misericordia, e conservatemi a Voi più fedele in avvenire, e perseverante nelle obbligazioni e nei voti contratti al mio Battesimo per i meriti di Gesù Cristo Signore Nostro. Così sia.