LO SCUDO DELLA FEDE (179)

A. D. SERTILLANGES, O. P.

CATECHISMO DEGLI INCREDULI (XVI)

[Versione autoriz. Dal francese del P. S. G. Nivoli, O. P. – III ristampa. S. E. I. – Torino 1944]

LIBRO TERZO

LA CHIESA

II. — I caratteri divini della Chiesa.

a) Il fatto sovrumano.

D. Credi evidente che la Chiesa abbia un’« anima divina »?

R. Questo focolare di verità e di santità nel mondo, questo fermento della povera pasta umana sempre pronta a ricadere e a inacidirsi, questa società così stupenda nella sua fondazione, nella sua espansione, nella sua esatta successione, nella sua fecondità Spirituale, nella sua perpetuità, nella sua unità ad onta di tante lacerazioni secolari, nella sua stabilità in mezzo a tutto quello che vacilla, non è forse un argomento incomparabile in favore della sua missione e della sua divinità?

D. Tu ci vedi un miracolo?

R. Vi è certamente un miracolo nel solo fatto della Chiesa, e ci vuole tutta la potenza di accecamento dell’abitudine per non accorgersene. Supponi una società di amicizia che sia fondata un giorno nelle condizioni in cui si fondò la Chiesa; sottomettila alle medesime traversie; falla durare così per due mila anni, e spandila sopra tutto l’universo con effetti proporzionati a questi: poi mi dirai che cosa pensi della sua vitalità e a quali cause umane una tale vitalità potrebbe veramente essere assegnabile.

D. Il fatto è così ampio come questo?

R. Il governo attuale e i frutti attuali della Chiesa si estendono a oltre trecento milioni di anime. Addiziona le generazioni passate, calcola le future, e computa il gregge di Cristo. Nessuna opera umana può essere, sia pure lontanamente, paragonabile a quest’opera. « Ciò sorpassa l’uomo », specialmente se si confronta il risultato coi mezzi: semplicità alla base di un’immensa complicazione; umiltà a servizio di una onnipotenza; sorgente appena visibile che dà origine a un fiume che si allarga sino a formare un oceano.

D. Ne parli come di una creazione.

R. Attese le condizioni della sua fondazione e del suo trionfo, attesa la sua struttura visibile e specialmente spirituale, la Chiesa, come dice Bossuet, è veramente «un edificio tratto dal niente, una creazione, l’opera di una mano onnipotente ».

D. Tuttavia gli storici notano, nel corso dei tempi, le cause di questo successo della tua Chiesa.

R. Ho già risposto a un argomento di questa forma, e ti dicevo: Tutto ha delle cause; ma bisogna spiegare come queste cause si trovino all’opera nel momento opportuno, senza mai fare difetto, senza fallire il loro effetto, senza lasciarsi annullare da tante altre cause di deviazione o di rovina.

D. Di quali cause contrarie parli tu?

R. Esse abbondano, e talune ebbero tutta l’apparenza di cataclismi mortali. Lunghe e terribili persecuzioni, eresie, scismi, pericoli di assorbimento da parte di capi politici, debolezza e colpe dei fedeli, a volte perfino dei pastori, invasioni barbare che parevano sommergere ogni cosa, formidabile pressione dell’Impero, grande scisma di Occidente, riforma, filosofismo, rivoluzione francese… non sono che le principali crisi. Ora la Chiesa ha attraversato tutto senza perire e senza corrompersi; essa non soccombette mai a questo doppio pericolo, che la minaccia sempre. Che cosa può umanamente spiegare questo?

D. Vi è il genio, la forza, la virtù che operano nella Chiesa come dovunque.

R. Se avviene come dovunque, ciò non spiega niente. Di fatto il genio esiste dovunque, ed è raro dovunque; la Chiesa non ne ha di più che il suo conto. La forza per lo più vi è assente. La virtù fa parte del fenomeno da spiegare. Nient’altro si può invocare che la potenza del germe e il suo adattamento all’ambiente in cui esso lavora. La Chiesa, come un vivente, trova in sé le sue forze di creazione, di accrescimento, di difesa, di riparazione, di progresso. Ciò è ad essa naturale, dato il suo essere; ma è lo stesso suo essere che lo fa divino. « La vita è creazione », dice Claudio Bernard; la Chiesa vive, ed è Iddio che crea.

D. Il vivente di cui parli fu veramente fedele al suo germe? la Chiesa attuale risponde alla sua prima istituzione?

R. Tutto l’essenziale della Chiesa attuale si trova in San Paolo.

D. I protestanti lo negano.

R. Newman intraprese un vasto lavoro per contestarlo con maggiore scienza; a misura che egli si avanzava, vedeva rivolgersi la situazione; alla fine si convertì.

D. Altri, al presente, in Francia, ritornano alla prima idea di Newman, e forse sono meglio attrezzati.

R. Vi sono oggi degli uomini di valore: essi sono meglio attrezzati se si vuole; ma la loro passione anticristiana è troppo manifesta; essa fa torto a se stessa; e succede ad essa, come sempre alla passione, di non correggere la cattiveria o il malvolere se non con la stoltezza. Del resto, ve ne sono di quelli che non capiscono niente affatto, e di quelli che capiscono tanto meno in quanto non vogliono capire.

D. La rigidità de’ suoi principii è forse la ragione della lunga durata della Chiesa e della sua resistenza alle cause di dissoluzione.

E. Resterebbe da spiegare la rigidità secolare della Chiesa in mezzo a un mondo che non è meno seducente secondo lo spirito che secondo le potenze della carne. Abbiamo dato sopra un giudizio di questa difficoltà. Ma inoltre Pascal ti oppone un ragionamento affatto contrario. « Gli stati perirebbero, dice egli, se non si facessero piegare sovente le leggi alla necessità. Ma la religione non ha mai tollerato questo e mai ne ha tatto uso. Così ci vogliono degli accomodamenti o dei miracoli.Non è strano che ci si conservi piegando, e questo non è propriamente un mantenersi. E infine ancora essi periscono interamente; non ce n’è uno che abbia durato mille anni. Ma che questa Religione siasi sempre mantenuta, e inflessibile, ciò è divino ».

D. La Chiesa sì è mantenuta indubbiamente, ma sempre in mezzo alle contradizioni.

R. Ragione di più perché essa abbia bisogno di una soprannaturale protezione. La passione degli uomini si scalda pro e contro di essa; ma è l’imparzialità del tempo che la giudica. A misura che le obiezioni e gli antagonismi andranno moltiplicandosi, la Chiesa potrà sempre più opporre loro l’argomento e la forza della sua perpetuità.

D. A che cosa attribuisci tu queste contradizioni?

R. La Chiesa è contradetta perché, giudicando dal punto di vista dell’eternità, essa è sempre in ritardo o in anticipo sopra qualche cosa, esigendo od opponendosi riguardo a qualche cosa. Essa non può così attendere giustizia se non dai fatti, non dagli uomini, che giudicano in generale, fosse pure a distanza, secondo i loro pregiudizi e le loro passioni.

D. La storia non è dunque per la Chiesa?

R. La storia, sì, ma non sempre gli storici. La storia è per la Chiesa, perché registra quello che la Chiesa ha fatto; 1a fede è a più forte ragione per la Chiesa, perché inoltre essa prevede quello che la Chiesa farà. Ma ciò che fa la Chiesa è quasi sempre sospetto a qualcuno, talvolta allo stesso credente.

D. La Chiesa non prende la propria difesa?

R. Essa lascia dire. È «un blocco di forza silenziosa », come avrebbe detto Carlyle.

D. Spieghi nello stesso modo le persecuzioni?

R. Le due questioni non possono mancare di corrispondersi. La Chiesa è perseguitata perché rivendica dei diritti e impone dei doveri; perché si paventa la sua potenza e ci si irrita delle sue pretese. Ciascun secolo mette alla prova la Chiesa, ed è per questo che essa è; e per questo che essa è, altresì, ciascun secolo la conferma, aggiungendo un nuovo abbigliamento alla sua giovane eternità.

D. Qual è per la Chiesa la suprema garanzia d’indipendenza?

R. Il martirio, Quando si è pronti a morire, si è liberi,

D. Vuoi spiegarmi il tuo pensiero?

R. Ascolta questo breve dialogo: — Taci, o io ti uccido! — La mia morte sarà la mia più alta parola. — Tutto morrà di te eccetto la tua parola. — Dunque io non morrò punto, — Vattene al diavolo! — Vado, ma in grado di poter servire Dio,

D. Giungeresti fino a rallegrarti delle persecuzioni, delle contradizioni?

R. «Vi è del Piacere a trovarsi in una nave sbattuta dalla procella, quando si è sicuri di non perire » (PASCAL).

D. Lo stato presente della Chiesa ti pare che giustifichi una tale fiducia?

R. Lo stato della Chiesa non fu mai più favorevole e più ricco di speranze. Nel 1874, non è dunque gran tempo, Disraeli, membro di un gruppo religioso dissidente e rappresentante di un grande impero, diceva al Parlamento inglese: «Io non me lo posso dissimulare, la Religione Cattolica è un organismo potente, e se mi è permesso di dirlo, il più potente che esista oggi ».

D. Certi Cattolici stessi credono a un regresso.

R. I lodatori del Passato ne dimenticano le miserie; i di tale parzialità di sguardo è certo naturale; sotto un certo aspetto essa è virtuosa, perché milita in favore del nostro ideale; ma tentiamo di vedere quello che è. La Chiesa è piena di vita; sua costituzione; il suo ultimo concentramento organico, punto di partenza di una più ricca espansione che si annunzia da ogni parte, non data che da un mezzo secolo. Ieri stesso si liberava definitivamente del temporale e accresceva così agli occhi del mondo il suo incomparabile prestigio Spirituale; la santità vi circola più che mai, e la sua potenza incivilitrice è così evidente che i gruppi politici più animati contro di essa cercano insistentemente questo focolare spirituale. L’avvenire è davvero largamente aperto davanti alla Chiesa, e benché essa sia antica, pure non è e non sarà mai vecchia. Avviene di essa, e assai meglio ancora, come della terra ad ogni primavera, dell’universo in ciascuno de’ suoi cicli. Il ricominciamento eterno è la legge di ciò che non muore.

Autore: Associazione Cristo-Re Rex regum

Siamo un'Associazione culturale in difesa della "vera" Chiesa Cattolica.