UN’ENCICLICA AL GIORNO TOGLIE GLI APOSTATI DI TORNO: UBI PRIMUM DI S. S. PIO IX

In questa Lettera il Santo Padre, da poco eletto al Soglio della Cattedra di S. Pietro, e già esiliato a Gaeta, inizia la sua opera di definizione dogmatica della Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria, Madre del Cristo, Dio incarnato, opera che si concluderà con la definizione infallibile ed irriformabile della “Ineffabilis Deus”, del 1954. Questa verità di fede attendeva la sua proclamazione ufficiale dalla Santa Sede da tempo immemorabile, ma solo in quel tempo la imperscrutabile Volontà di Dio permetteva la conclusione di quell’iter dogmatico, confermato oltremodo dalle Apparizioni della Santissima Vergine di Lourdes a Bernadette Soubirous. Si può qui constatare le prudenza estrema del Pontefice, la sua volontà di coinvolgere tutto il mondo ecclesiastico, tutta la Chiesa militante, finanche i laici, chiamati alla preghiera perché le sue decisioni fossero illuminate dallo Spirito Santo. Un tripudio quindi di gioia e timore, di venerazione e di saggezza prudente, quella saggezza poi mortificata e calpestata dalle “porte degli inferi”, i cui rappresentanti hanno eclissato la Chiesa Cattolica con l’infame conciliabolo c. d. Vaticano II, abominio dottrinale e ruggito satanico, volto a stravolgere le deboli volontà di sedicenti e falsi Cattolici solo di nome, “canne al vento” flesse ad ogni vento di dottrina ed incapaci di radicarsi nella vera fede della Chiesa di Cristo. Il Santo Padre Pio IX, opera qui con la delicatezza di un padre che ama i figli affidati dal Pastore celeste a Simon-Pietro, il Principe degli Apostoli ed ai suoi successori perpetui, senza interruzione, quei figli stessi che Cristo Redentore, dall’alto del suo trono regale, il Crocifisso, ha affidato alla Madre sua, la Vergine Maria, affinché fosse Corredentrice e pegno di Salvezza certa per chi a Lei si affida imitandola ed ubbidendola. Che questa lettera susciti quindi in noi sentimenti di amore incondizionato alla Vergine Santissima, Immacolata dal primo istante della sua Concezione, in vista dei meriti di Cristo, il Figlio di Dio e di Maria, e ci sproni a sostare fino all’ultimo istante della nostra vita mortale, nell’Arca di salvezza, l’unica vera Arca di salvezza, la Chiesa Cattolica guidata dall’unico “Nocchiero”, il Vicario di Cristo, l’unica guida certa al porto di salvezza che attende tutti coloro che lo hanno riconosciuto credendo alla parola di Gesù Cristo:  “… su questa pietra fonderò la mia Chiesa”, e quindi solo essa sarà garanzia di salvezza, per coloro solo che sono soggetti all’Autorità dell’unico “vero” Santo Padre, Gregorio XVIII, pur se prigioniero, come lo era all’epoca Pio IX, impedito, eclissato da bestie immonde, immagini del loro padre infernale che li attende beffardo e gongolante nel regno della eterna dannazione. Meditiamo con gioia questa lettera Enciclica passando poi alla straordinaria Ineffabilis Deus, dove potremmo esplodere in un inno di gioia alla Vergine e a Dio Padre, Artefice di questa misericordia immensa; e a nostro conforto nell’ora presente, ora di grande tribolazione per la Chiesa ed i veri Cristiani, ricordiamo che “ … portæ inferi non prævalebunt”, e soprattutto:

“… IPSA conteret caput tuum!”.

ENCICLICA
UBI PRIMUM
DEL SOMMO PONTEFICE

PIO IX

A tutti i Venerabili Fratelli

Patriarchi, Primati, Arcivescovi e Vescovi dell’orbe cattolico.

Il Papa Pio IX.

Venerabili Fratelli, salute e Apostolica Benedizione.

Non appena fummo elevati, non per nostro merito, ma per arcano disegno della divina Provvidenza, alla sublime Cattedra del Principe degli Apostoli e prendemmo in mano il timone di tutta la Chiesa, fummo presi da grandissima consolazione, Venerabili Fratelli, nel rilevare come già sotto il Pontificato del Nostro Predecessore Gregorio XVI, di felice memoria, fosse divenuto ardente nel mondo cattolico il desiderio che finalmente venisse definito dalla Sede Apostolica, con solenne provvedimento, che la Santissima Madre di Dio e Madre nostra amabilissima, l’Immacolata Vergine Maria, era stata concepita senza peccato originale. Questo piissimo desiderio è chiaramente e indubbiamente testimoniato dalle suppliche inviate al Nostro Predecessore e a Noi: suppliche con le quali celebri Vescovi, insigni Capitoli di Canonici e Famiglie Religiose, tra le quali l’inclito Ordine dei Predicatori, gareggiarono nell’implorare con insistenza che si permettesse di annunciare pubblicamente e di aggiungere nella sacra Liturgia, particolarmente nel Prefazio della Messa della Concezione della beatissima Vergine, l’aggettivo “Immacolata”. Sia il Nostro Predecessore, sia Noi esaudimmo molto volentieri queste aspirazioni. A ciò si aggiunge che moltissimi di voi, Venerabili Fratelli, non cessarono di inviare lettere al Nostro Predecessore e a Noi stessi, per implorare con rinnovate istanze e raddoppiato entusiasmo che definissimo come dottrina della Chiesa Cattolica che il concepimento della beatissima Vergine Maria fu del tutto immacolato ed assolutamente immune dal peccato originale. Né sono mancati, anche ai giorni nostri, uomini insigni per ingegno, virtù, pietà e dottrina, i quali con i loro dotti e poderosi scritti hanno illustrato questo argomento e questa piissima opinione; tanto che molti si stupiscono che la Chiesa e la Sede Apostolica non abbiano ancora decretato alla santissima Vergine quell’onore che la comune pietà dei fedeli così ardentemente desidera sia tributato alla Vergine dal solenne giudizio e dall’autorità della Chiesa e della medesima Sede Apostolica. – Senza dubbio questi voti sono tornati di sommo gradimento e gioia a Noi che, fin dalla Nostra più tenera età, nulla abbiamo avuto più a cuore che venerare con speciale pietà, devozione e intimo affetto la beatissima Vergine Maria, e mettere in pratica tutto ciò che era diretto a procurare la maggiore lode e gloria della stessa Vergine, e a promuoverne il culto. Perciò, fin dall’inizio del Nostro supremo Pontificato, con il maggior ardore possibile, abbiamo rivolto le Nostre sollecitudini e il Nostri pensieri ad una così importante questione, e non abbiamo trascurato di innalzare umili e devote preghiere a Dio, affinché voglia illuminare la Nostra mente con la luce della sua grazia celeste, onde possiamo conoscere ciò che in tale materia dobbiamo fare. Grande infatti è la Nostra fiducia in Maria, la beatissima Vergine che fece salire i suoi meriti sopra i cori angelici fino al trono di Dio; che schiacciò con la potenza del suo piede il capo dell’antico serpente; che, collocata fra Cristo e la Chiesa, tutta amorevole e piena di grazia, liberò il popolo cristiano dalle più gravi calamità, dalle insidie e dagli assalti di tutti i nemici, sottraendolo sempre alla morte. Voglia Ella anche ai nostri giorni, con lo splendido tratto del misericordioso affetto materno, con il suo patrocinio sempre efficace e potentissimo presso Dio, allontanare le presenti tristissime vicende piene di lutti, le gravissime tribolazioni, le angustie, le difficoltà e i flagelli della collera divina, che ci affliggono per i nostri peccati; voglia sedare e disperdere le agitatissime tempeste di mali, da cui, con profondo Nostro dolore, è dappertutto sbattuta la Chiesa, e cambiare così in gioia la Nostra amarezza. Voi infatti ben sapete, Venerabili Fratelli, che ogni fondamento della Nostra fiducia riposa nella santissima Vergine; dal momento che Dio ha posto in Maria la pienezza di ogni bene, sappiamo che ogni speranza, ogni grazia, ogni salvezza derivano da Lei, perché questa è la volontà di Colui che stabilì che tutto ricevessimo per mezzo di Maria. – Pertanto abbiamo scelto alcuni ecclesiastici di specchiata pietà ed affermati negli studi teologici, ed alcuni Nostri Venerabili Fratelli Cardinali di Santa Romana Chiesa, illustri per virtù, religione, santità, senno e conoscenza delle cose divine, e abbiamo affidato loro l’incarico di fare, conforme alla loro prudenza e dottrina, un diligente, profondo e completo esame dell’argomento, comunicandoci successivamente con pari scrupolosità il loro parere. Così facendo, riteniamo di seguire le orme dei Nostri Predecessori e di imitare i loro esempi. – Abbiamo perciò pensato, Venerabili Fratelli, di scrivervi la presente Lettera per spronare la vostra esimia pietà e il vostro zelo pastorale, e per inculcarvi con ogni premura di volere, secondo il vostro prudente giudizio, indire e tenere pubbliche preghiere nelle vostre diocesi, onde il clementissimo Padre di ogni lume si degni di illuminarci con la luce del suo divino Spirito, perché in una cosa di tanta importanza possiamo prendere quella deliberazione che più risponda alla maggior gloria del suo Nome, alla lode della beatissima Vergine ed all’utilità della Chiesa militante. Desideriamo inoltre ardentemente che, con la maggiore sollecitudine possibile, vogliate farci conoscere quale sia la devozione che anima il vostro clero e il vostro popolo cristiano verso la Concezione della Vergine Immacolata, e con quale intensità mostri di volere che la questione sia definita dalla Sede Apostolica; ma soprattutto, Venerabili Fratelli, amiamo sapere quale sia in questa materia il vostro pensiero ed il vostro desiderio. – E poiché abbiamo già permesso al clero romano che, invece di quelle contenute nel comune Breviario, possa recitare le speciali ore canoniche in onore della Concezione della beatissima Vergine, recentemente composte e pubblicate, con la presente Lettera concediamo anche a voi, Venerabili Fratelli, se ciò sarà di vostro gradimento, che tutto il clero delle vostre diocesi possa recitare lecitamente e validamente le stesse ore canoniche della Concezione della santissima Vergine in uso presso il clero romano, senza che dobbiate perciò domandare il permesso a Noi o alla sacra Congregazione dei Riti. – Non dubitiamo affatto, Venerabili Fratelli, che per la vostra particolare pietà verso la santissima Vergine Maria sarete lieti di corrispondere con ogni premura ed ogni zelo a questi Nostri desideri, e che vi affretterete ad inviarci le opportune risposte, che vi abbiamo richiesto. Frattanto, come auspicio di ogni celeste favore e come particolare attestato della Nostra benevolenza verso di voi, ricevete l’Apostolica Benedizione, che con vivissimo affetto impartiamo a voi, Venerabili Fratelli, a tutti i sacerdoti e ai fedeli affidati alle vostre cure.

Dato a Gaeta, il 2 febbraio 1849, anno terzo del Nostro Pontificato.