PECCATO VENIALE

PECCATO VENIALE.

[G. Dalla Vecchia: Albe primaverili; G. Galla ed. Vicenza, 1911]

Et ecce leprosus veniens, adorabat eum dicens:

Domine, si vis, potes me mundare.

Ed ecco un lebbroso, accostatosi a lui, lo adorava, dicendo: Signore, se vuoi, puoi mandarmi.

(Matt. XVIII, 2.)

ESORDIO. — Un lebbroso si avvicina a Gesù, si prostra, lo adora, lo prega : Signore, se vuoi, puoi guarirmi. E Gesù: Voglio; già sei guarito… E da quel povero corpo emaciato la lebbra scomparve… Notate : Il lebbroso viveva, ma il suo male lo avrebbe

stremato, corroso fino a morirne… Il lebbroso riconosce la potenza divina di Gesù: Se vuoi, puoi mondarmi, si affida alla sua bontà…

— L’anima, che volontariamente e con frequenza commette il peccato veniale, è una povera lebbrosa. Il peccato veniale, vera lebbra spirituale, le snerva le forze, le corrode ogni energia per il bene, per resistere alle tentazioni; e lentamente la conduce alla morte col peccato grave… — E intanto essa crede in Gesù, frequenta i sacramenti…; ma, se non si emenda, la sua vita si affievolisce…, si spegne.

— Povera infelice! gettati ai piedi di Gesù, lo prega: Domine, si vis, potes me mundare. — Ed oggi da questa croce Gesù ti risponde: Lo voglio. — Signore, tu lo vuoi? Aiutami dunque a meditare bene che cosa sia il peccato veniale contro di te, contro l’anima mia… Ed io pure ti dirò: Signore, con la tua santa grazia, anch’io voglio guarire da questa lebbra così schifosa e di tanto danno al mio progresso spirituale.

PARTE PRIMA

Il peccato veniale è una piccola disobbedienza alla legge di Dio; si dice veniale, perché non dà morte all’anima e viene perdonato con più facilità. — Però, sebbene veniale, non è cosa piccola, né riguardo a Dio, né pei danni che apporta all’anima. — Infatti: 1° – Che cosa fa il peccato veniale contro Dio?

— L’offende. — Offende un’infinita Maestà, il nostro Benefattore, il nostro unico e sommo Bene. — Non gli volti le spalle, come col peccato mortale, ma gli rechi dispiacere. Innalzi fra te e Dio un velo denso, che impedisce ai raggi della sua grazia e del suo amore di giungere fino a te. — Non attenti alla sua vita; ma però lo flagelli, lo cingi di spine… E non ti pare orribile?

— Prendi una bilancia: da una parte poni tutti i dolori di questa vita, vi aggiungi anche 1’inferno, in quanto è pena; dall’altra vi metti una sola bugia ufficiosa… Pesa più quel peccato veniale; mentre l’inferno è pena, la bugia è colpa; ed ha più ragione di male la colpa, che la pena (S. Tommaso). — Tutti i dolori della Vergine e dei Santi non possono cancellare una sola colpa veniale…; e Gesù è morto anche per i peccati veniali. Offende Dio: se un’anima ama il Signore, eviterà certo il peccato veniale, che gli dà tanto dispiacere.

2° – Che cosa fa Dio contro il peccato veniale?

— Lo odia. — La colpa, anche più piccola, ripugna essenzialmente alla divina natura. — Egli, la stessa purezza, non può tollerare la minima macchia.

— Lo castiga. — Maria, sorella di Mosè, mormora contro il fratello… ; per tre giorni è coperta di lebbra.

— Sara, moglie di Lot, per una curiosità, diventa una statua di sale. — Un atto d’impazienza… ; batte due volte la rupe, da cui zampilla l’acqua, e Mosè non può entrare nella terra promessa. — I Betsamiti (50.000) guardano l’Arca con poco rispetto… ; e sono colpiti di morte.

— S. Gerardo fisa un po’ troppo un oggetto pericoloso, e tosto diventa cieco. — S. Francesca romana sta un po’ di tempo oziosa, e riceve dall’Angelo uno schiaffo solenne…

E, se per i peccati mortali vi è 1’inferno, per i veniali vi è il Purgatorio. Anche nel purgatorio, e fuoco, ed atroci dolori, e privazione della vista di Dio… Vi si deve soddisfare la divina giustizia fino all’ultimo centesimo.

Il Kempis scrive: « Un’ora di purgatorio sarà più dolorosa, che cento anni di grave penitenza qui sulla terra. »

— E l’Angelico: « Signore, se il fuoco, che ci avete dato in questo mondo per vostra misericordia, è così terribile, che cosa sarà quello del purgatorio, acceso dalla vostra giustizia per l’espiazione della colpa? ».

— E dirai cosa piccola il peccato veniale? — Ma i Santi erano risoluti a qualunque sacrificio piuttosto, che commettere una piccola colpa… E tu?

3° – Che cosa fa il peccato veniale contro l’anima?

L’anima innocente è tutta bella, e Dio l’onora di sua amicizia. Quam pulcra es, amica mea!… Surge, propera, amica mea, et veni (Cantico). — È l’amica, la figlia, la sposa di Dio… — Ora il peccato veniale allenta questa preziosa amicizia, rompe l’intimità fra l’anima ed il suo Signore. Infatti; l’amicizia consiste:

(a) Nell’unione dei cuori. (Eadem velle, eadem nolle).

— Col peccato veniale, con quella critica, con quella vanità, tu fai il contrario di quello che vuole il Signore.

— Tu offuschi il candido velo dell’innocenza; Dio non trova più in te le sue compiacenze e cerca altre anime più generose… Ecco rotta 1′ intimità, l’amicizia…

(b) Nella comunicazione dei beni. — Dio è diffusivo di sua natura, Deus charitas est. Ti ricolma di favori, di attenzioni. — Tu, con le piccole colpe, gli ricusi i leggeri sacrifici, che Egli ti chiede… Uno sguardo…, una curiosità…, un affetto… ; e tu gli neghi cose sì piccole!

— Disgustato se ne lamenta coi suoi eletti… ; a poco per volta, ritira le sue grazie…, non ti onora più dei suoi favori… ; le ispirazioni, gl’impulsi segreti, le sue visite di amore si fanno sempre più rare… Incìviam te evomere ex ore meo (Apoc. III, v. 10). L’amicizia non è più.

(c) Nell’esercizio di amore. — Tu cerchi sempre le occasioni di mostrare all’amico l’affetto che nutrì per Lui.

— Dio ti ama davvero; è sempre pronto ad accorrere alle tue chiamate…, sollecito ti presta aiuto, conforto… — Tu invece, a parole, tante proteste di amore; ma poi vieni meno alle promesse più sante. Tu sei quindi tiepido, infedele, ingrato verso il tuo Amico divino. Ed Egli si asconde, ti rigetta, ti abbandona… Maledictus…, qui facit opus Dei fraudolenter (Ieremia XLVIII, 10).

Maledetto chi fa l’opera di Dio con negligenza. — Quindi non sei più il suo amico… E potrai tenerti tranquillo? E non ti risuona terribile la sentenza di G. C.: Chi non è con me, è già contro di me? Ma l’amicizia si mostra specialmente – (d) – nella stabilità dell’affetto; essa deve durare anche oltre la tomba. — Dio ti ha sempre amato, e sempre ti amerà, se a Lui fedele. Cantate perpetua dilexi te, et ideo attraxi te, miserans. (Geremia XXXI. 3). — Un dì sarà il tuo premio per i secoli eterni… Ma tu gli ricusi le piccole cose, quindi non lo ami; esponi debole il fianco al demonio…, che a tempo opportuno darà un assalto più fiero…, e cadrai nella colpa mortale. — In pigriiiis humiliabitur contignatio. (Eccli. IX, 18).

; Giuda, prima avaro, poi traditore, sacrilego, muore impiccato. — Pietro, prima presuntuoso, poi negligente…, rinnega il divino Maestro… Questa è la storia di tutti i malvagi… Qui spernit modica, paullatim decidet (Eccli. XIX, 1).

4° – Dunque: che cosa deve fare l’anima contro il peccato veniale?

(a) Temerlo…, evitarlo, a qualunque costo… ; ed appunto, perché si tratta di cose piccole, vi sarà più diligente…

In omnibus operibus tuis præcellens esto. (Eccli. XXXIII., v. 23).

(b) Si fortificherà, per combatterlo, colle pratiche di pietà, con le giaculatorie, coll’esame della sera; con una tenerissima devozione a Gesù in Sacramento…

(c) Confesserà con esattezza e pentimento tutte le colpe anche più piccole; e riceverà la forza per non ricadervi… Qui timet Deum, nihil negligit (Eccles. VII, 19).

(d) Userà diligenza nell’acquistare le sante indulgenze …; nel compiere qualche piccola mortificazione… ; nell’adempimento dei propri doveri, per fare sulla terra un po’ di penitenza dei peccati veniali commessi, e diminuire così il tempo del Purgatorio… Ne verearìs usque ad mortem iustificari. (Eccli. XVIII, 22).

CONCLUSIONE. — Guerra dunque al peccato veniale, che disgusta il Signore, e lo costringe a punirlo con tanto rigore. — Guerra al peccato veniale che allenta e distrugge la nostra amicizia con Dio; unico vero amico, ultimo fine della nostra esistenza… Fortis est ut mors dilectio (Cantic. VIII, 6). E quindi, ai piedi del Crocefisso, preghiamolo a volere mondare questa povera anima nostra dalla lebbra pericolosa delle colpe leggere: Domine, si vis, potes me mundare… Scongiuriamolo a non ritirarsi da noi; di creare anzi in noi un cuor nuovo, puro, umile, ardente di amore… Ne vroicias me a facie tua… Cor mundum crea in me Deus (Salmo L). E deponiamo ai suoi piedi la ferma promessa di volere anche morire, piuttosto che tornare a commettere un solo peccato veniale.

Autore: Associazione Cristo-Re Rex regum

Siamo un'Associazione culturale in difesa della "vera" Chiesa Cattolica.