L’AGONIA DI GESU’: TERZO VENERDI’ DI QUARESIMA

TERZO VENERDÌ DI QUARESIMA

 [d. Umberto BANCI: “L’AGONIA DI GESU”; Libr. F. PUSTET, ROMA – 1935]

In nomine Patris et Filli et Spiritus Sancti. Amen.

Actiones nostras, quæsumus  Domine, adspirando præveni et adiavando prosequere, ut cuncta nostra oratio et operatio a Te semper incipiat et per Te cœpta finiatur. Per Christum Dominum nostrum. Amen.

[Nel nome del Padre, del Figliuolo e dello Spirito Santo. Così sia. Inspira, o Signore, le nostre azioni ed accompagnale col tuo aiuto, affinché ogni nostra preghiera e opera da Te sempre incominci e col tuo aiuto sempre si compia. Per Cristo nostro Signore. Così sia.]

INVITO

Già trafitto in duro legno/Dall’indegno popol rio

La grand’alma un Uomo Dio, / Va sul Golgota a spirar.

Voi, che a Lui fedeli siete, /Non perdete, o Dio, i momenti

Di Gesù gli ultimi accenti /Deh! venite ad ascoltar.

TERZA PAROLA DI GESÙ IN CROCE

Mulier, ecce filius tuus, ... deinde discipulo: Ecce mater tua ! (GIOVANNI, cap. X IX, 26, 27).

Donna, ecco tuo figlio, e al discepolo : Ecco la madre tua!

CONSIDERAZIONE

L’odio implacabile dei nemici di Gesù aveva messo in fuga i suoi discepoli ed i suoi ammiratori, aveva esaurito l’attaccamento dei suoi amici e dei suoi difensori, ma non aveva potuto impedire ad un piccolo gruppo di anime generose di raccogliersi ai piedi della croce ed accompagnare con le loro pietose lacrime l’agonia di Gesù. Accanto alla croce di Gesù, narra infatti l’Evangelista, stavano la sua madre e la sorella di sua Madre Maria di Cleofa e Maria di Magdala [Giov., XIX, v. 25] – Ed è su la Madre sua addolorata, che Gesù rivolge ora i suoi sguardi, e su di Lei, o anima cristiana, richiama la tua attenzione. Leggiamola insieme la narrazione della scena pietosa e sublime che si svolge su quel monte del dolore, e che doveva essere per l’umanità sorgente di nuove grazie. È S. Giovanni l’Apostolo prediletto, che la descrive, egli che ne fu il testimonio oculare ed uno dei protagonisti. Gesù allora, narra l’Apostolo, vedendo la madre e lì presente il discepolo amato da lui, dice a sua Madre: Donna, ecco tuo figlio. Poi dice al discepolo: Ecco la Madre tua. E da quel punto il discepolo se la prese con sé [Giov., cap. XIX, v. 26, 27]. « Vide bonitatem Dei » considera qui, o anima cristiana, la grande bontà del tuo Signore! – Poche ore prima Gesù nel raccomandare ai suoi discepoli che si amassero scambievolmente e si amassero così come Egli li aveva amati, aveva loro detto : Nessuno ha amore più grande di questo: dare la vita per ì suoi amici [Giov., cap. XV, v. 15]. Dare la propria vita per la persona amata è senza dubbio l’ultima e più grande prova, che l’amico può dare all’amico del suo amore; ebbene questa grande prova Gesù te l’ha data. Se Egli muore inchiodato in croce, non è perché ha dovuto cedere alla violenza; con una parola sola aveva nel Getsemani gettato a terra tutta la turba armata, che era venuta ad arrestarlo. Ed ora non sono i chiodi che lo tengono sospeso al patibolo. – Gli Scribi ed i Farisei credono che Gesù non sia altro che una vittima del loro odio, ma essi non sanno quello che fanno. Oblatus est quia ipse voluit [Is., cap. LIII, v. 7] ; si è offerto al sacrificio perché lo ha voluto; e lo ha voluto perché ti ama. Sì, è l’amore che ti porta, o anima cristiana, che lo tiene attaccato a quella croce da Lui voluta con tutti i suoi orrori e i suoi dolori. « L’amore uccide l’amante » ha detto S. Pier Crisologo, e Gesù è veramente la vittima illustre del suo grande amore per te. Senonché, o Signore, Voi non avete dato la vita per gli amici ma l’avete data per i vostri nemici, che tali eravamo noi, fatti per il peccato figli di ira e di maledizione. – Ma un’altra prova del suo amore ancora più grande te l’aveva già data Gesù la sera innanzi nel Cenacolo, con l’istituzione della SS. Eucarestia. Se sul Calvario Gesù si esaurì come uomo, nel Cenacolo si esaurì come Dio. Gesù, ha scritto l’Evangelista S. Giovanni, che amava i suoi che erano al mondo, li amò sino alla fine [Giov., cap. X III, v.1].  Sì, Gesù ci ha amato sino alla fine, fino cioè a dar fondo ai tesori della sua divinità. Che cosa infatti avrebbe potuto darci di più Gesù quando in questo augusto Sacramento ci ha dato tutto se stesso, non solo come uomo, ma anche come Dio? Quando ogni giorno, anzi in ogni ora del giorno, discende realmente dal cielo, per offrirsi al Padre in olocausto d’amore, per la salvezza nostra, perpetuando così la rinnovazione dei grandi misteri della nostra redenzione, la sua Incarnazione cioè e la sua Passione e Morte? Ben disse S. Agostino: «Dio, pur essendo onnipotente, non poteva dare di più; essendo sapientissimo, non sapeva dare di più; essendo ricchissimo non aveva da dare di più ». Eppure quel cuore amabilissimo non è ancora soddisfatto, ed ecco che anche tra i tormenti della croce, cerca se possa dare agli uomini una nuova testimonianza del suo amore. Una cosa cara e preziosa gli era rimasta sulla terra: la Madre sua. Ebbene, Gesù che amava Maria come il più caro figlio può amare la più santa delle madri, compie ora l’estremo sacrificio, e ci dà come madre la Madre sua; nella persona di S. Giovanni, presentandoti Maria dice a te, anima cristiana, ed insieme a tutti gli uomini: Ecco la Madre tua. E da quel momento Maria divenne la madre tua. Gesù aveva promesso ai suoi cari di non lasciarli orfani e soli, e prima di salire al cielo dirà loro: Sarò con voi tutti i giorni, sino alla fine del mondo [MATTEO, cap. XXVIII, v. 20] ; ma occorreva dare anche una madre alla famiglia cristiana, e questa madre sarà proprio Lei, la Madre stessa di Gesù. Ma è possibile che la Madre di Gesù sia anche la Madre mia? Sì, è verità di cui non puoi e non devi dubitare; poiché è dottrina dalla Chiesa insegnata ed universalmente accettata che quando Gesù, indicando Maria, rivolse a S. Giovanni quelle parole Ecco la Madre tua, Egli vedeva nell’Apostolo tutta l’umanità, ed a tutti gli uomini la volle dare per Madre. Anche tu dunque, anima cristiana, benché indegna, sei la figlia di quella grande Madre; anche tu, rivolta a Maria puoi dirle: Madre di Dio e Madre mia. Sono veramente inesauribili le ammirabili invenzioni dell’amore di Gesù per te! Ma comprendi tu, anima cristiana, la sublimità di questo dono? Ti sei mai resa conto dei tanti titoli per i quali Maria si impone alla tua venerazione? Rifletti, anima cristiana, come Maria è quella Donna, che Dio preconizzò nel Paradiso terrestre ai nostri infelici progenitori; è quella Donna sublime, che schiacciando col suo piede immacolato la testa del serpente infernale, avrebbe iniziato la nuova èra di grazia. Essa fu il sospiro dei Patriarchi, l’ammirazione dei Profeti, che a Lei nelle sublimi estasi del loro spirito inneggiarono chiamandola: Regina adorna di ogni bellezza [Ps. XLVI, 10]; Tabernacolo purissimo di Dio [Ps. LXXXVI]; bella come la luna; splendente come il sole [Cantico de’ Cantici, cap. V I , v. 9]. Su di Lei, al momento dell’incarnazione, si posarono compiacenti gli sguardi della Triade Santissima e l’Angelo di Dio la salutò la piena di grazia [Lc. I, 28]. Maria insomma è il capolavoro della grazia e dell’onnipotenza divina, che tutte le generazioni, con commossa riconoscenza, hanno chiamato e chiameranno beata [Lc. I, 48]. Ed a tanta bellezza ed a così eccelsa grandezza unisce una potenza senza limiti; Maria è la mediatrice di tutte le grazie. È dottrina universalmente dalla Chiesa riconosciuta, che nessuna grazia ci viene da Dio se non per mezzo di Maria; « Nessuno, dice S. Gennaro vescovo di Costantinopoli, è liberato da un male, se non per te, o Signora Immacolatissima; nessuno riceve un bene se non per te, o Signora misericordiosissima; nessuno consegue la vittoria finale, se non per te, Signora Santissima» [Orazione 91]. Secondo la felice similitudine di S. Bernardo, Maria è il canale benedetto per mezzo del quale le grazie dal cielo discendono in terra: « E il fiume celestiale per cui si versano in grembo ai poveri mortali i flutti di tutte le grazie e di tutti i doni; è il portale d’oro del Paradiso, per cui speriamo di potere un giorno entrare nella pace e nella felicità eterna » [BENEDETTO XIV, Bolla Gloriosæ Dominæ]. – E nella sua eccelsa grandezza ha per i suoi figli una sollecitudine veramente materna. Come nel giorno memorando delle nozze di Cana, così ora dal cielo è provvidenzialmente vigile, ed incredibilmente sollecita nel soccorrere alle nostre necessità, tanto che S. Bernardo, il sublime cantore di Maria, poté scrivere: « Non si è mai inteso dire al mondo che alcuno ricorrendo alla sua protezione, implorando il suo aiuto e chiedendo il suo patrocinio sia rimasto abbandonato». E come queste parole corrispondano a verità tu stessa, anima cristiana, non ne hai fatto tante volte una felice esperienza? Anche tu nelle circostanze tristi della tua vita hai esperimentato quanto giustamente la pietà riconoscente dei fedeli rivolge a Lei quei bei titoli di Madonna delle grazie, Salute degli infermi, Consolatrice degli afflitti, Aiuto dei Cristiani. Ecco il grande dono che ti ha fatto Gesù dalla croce, mentre bevendo le ultime gocce del calice di amarezza realizzava il sospiro di tutta la sua vita. E tu, anima cristiana, come hai corrisposto a tanto dono? Saresti anche tu per caso tra coloro, meritevoli forse più di compassione che non di condanna, i quali ardiscono oltraggiare Maria con la bestemmia? Sarebbe abominevole la tua condotta; vilipendere così la Creatura più eccelsa; straziare così la Madre tua, a cui costi tutte le sue lacrime, è cosa orrenda, è ingratitudine inqualificabile. Gli stessi Giudei che nel loro odio cieco non risparmiarono insulti a Gesù, pure non osarono insultare la Madre del Crocifisso; anzi con pietosa riverenza le permisero di accostarsi e rimanere ai piedi della croce. E tu vorrai essere peggiore di loro? Lungi dunque da te un tale linguaggio d’inferno e risuoni invece sulle tue labbra una lode perenne a Maria; e sappiti rendere degno di tanto cara Madre, così come se ne seppe rendere degno S. Giovanni. A lui, perché puro, Gesù affidò la sua Vergine Madre. Coltiva anche tu nel tuo cuore il giglio della purezza; questa virtù, che è creatrice di Angeli in terra, ti meriterà le predilezioni di Gesù e l’amore di Maria. Che se il tuo passato avesse a rimproverarti qualche disordine, gettati con confidenza ai piedi di Maria; Ella non è soltanto la mediatrice benefica dei buoni, è anche il rifugio dei peccatori, che Ella persegue con tutte le arti della sua materna passione. Ed in ogni circostanza della tua vita, sia lieta o triste, volgi fiducioso il tuo sguardo a questa stella del mare, a questo porto di salute, e troverai in Lei la tua pace e la tua salvezza, perché a Lei la Chiesa applica quelle parole della scrittura: In me e ogni speranza di virtù e di vita [Ecclesiastico, cap. XXIV, v. 25].

Breve pausa, poi si reciti la seguente:

PREGHIERA

O Gesù mio amabilissimo, chi mai potrà rimanere indifferente dinanzi ai prodigi, che per me ha operato la vostra eccessiva carità? Per me le vostre carni, per me tutto il vostro sangue, ed anche tra i tormenti del vostro martirio io fui l’oggetto delle vostre premure, poiché mi assegnaste come madre la vostra stessa Madre. Come sono meravigliose le opere vostre, o Dio di misericordia! Grazie, o Signore, di tanta vostra bontà; siate benedetto ora e sempre, in tutti i tempi e in tutti i luoghi. Purtroppo però tanta è la nostra cecità, che il vostro amore non è corrisposto; i vostri doni non sono apprezzati. Voi vi umiliate ed io non vi comprendo; Voi mi cercate ed io mi nascondo; Voi mi amate ed io vi disprezzo; dei vostri stessi doni mi servo per offendervi. No, o Signore, non sia più così. Fate che io veda, vi ripeterò con il cieco di Gerico; che io comprenda una buona volta che Voi solo siete veramente degno di essere amato, seguito e servito, Voi,  via, verità e vita, che siete venuto al mondo per ricolmarci di tutti i beni di grazia e di gloria. Per quello stesso amore dunque, che vi fece operare sì grandi cose per me, dissipate le tenebre che mi circondano, affinché conoscendo ed apprezzando i doni del vostro amore, possa cantare in eterno le vostre misericordie. – E Voi, Vergine addolorata, divenuta ai piedi della croce Madre di tutti coloro che soffrono e piangono in questa valle di lacrime, degnatevi rivolgere su di me i vostri sguardi misericordiosi. Voi che nell’esempio di Gesù imparaste ad amare i peccatori, Voi, che nel vostro cuore, prima ancora di esserlo solennemente proclamata, eravate Madre dei peccatori e che con le vostre preghiere, accompagnate dall’offerta dei vostri dolori, contribuiste alla conversione del buon ladro ed al ravvedimento di tutti quelli che, percuotendosi il petto, confessarono il loro delitto; Voi, che aveste il cuore sempre aperto alle nostre miserie, impetrate anche a me, figlia del vostro dolore, di piangere, nell’amarezza del mio cuore, tutte le mie colpe, ed accoglietemi, o Madre pietosa ed amorosa, sotto il vostro patrocinio e mostratevi ora e sempre, ma specialmente al momento della mia morte, Madre di misericordia. Così sia. [Pater, Ave e Gloria].

Volgi, deh! volgi

A me il Tuo ciglio,

Madre pietosa;

Poiché amorosa,

Me, qual tuo figlio,

Devi guardar.

Di tanto amore

Degno mi rendi;

Del santo amore

Tu il cor mi accendi.

Né un solo istante,

Freddo incostante

(Ah! mai non sia)

Gesù e Maria

Lasc’io d’amar.

GRADI DELLA PASSIONE

1. V. Jesu dulcissime, in horto mœstus, Patrem orans,

et in agonia positus, sanguineum sudorem effundens;

miserere nobis.

R). Miserere nostri Domine, miserere nostri.

2. V. Jesu dulcissime, osculo traditoris in manus

impiorum traditus et tamquam latro captus et ligatus

et a discipulis derelictus; miserere nobis.

R). Miserere etc.

3. V. Jesu dulcissime ab iniquo Iudæorum concilio

reus mortis acclamatus, ad Pilatum tamquam malefactor

ductus, ab iniquo Herode spretus et delusus; miserere nobis.

R). Miserere etc.

4. V . Jesu dulcissime, vestibus denudatus, et in

columna crudelissime flagellatus; miserere nobis.

R). Miserere etc.

5. V. Jesu dulcissime, spinis coronatus, colaphìs

cæsus, arundine percussus, facie velatus, veste purpurea

circumdatus, multipliciter derisus et opprobriis

saturatus; miserere nobis.

R). Miserere etc.

6. V . Jesu dulcissime, latroni Barabbæ postpositus,

a Judæis reprobatus, et ad mortem crucis injuste condemnatus;

miserere nobis.

R). Miserere etc.

7. V . Jesu dulcissime, tigno crucis oneratus,

ad locum supplicii tamquam

ovis ad occisionem ductus; miserere nobis.

R). Miserere etc.

8. V. Jesu dulcissime, inter latrones deputatus,

blasphematus et derisus, felle et aceto potatus, et

horribilibus tormentis ab hora sexta usque ad horam

nonam in ligno cruciatus; miserere nobis.

R). Miserere etc.

9. V. Jesu dulcissime, in patibulo crucis, mortuiis et

coram tua sancta Matre lancea perforatus simul

sanguinem et aquam emittens; miserere nobis.

R). Miserere etc.

10. V . Jesu dulcissime, de cruce depositus et lacrimis

mœstissimæ Virgiuis Matris tuæ perfusus; miserere nobis.

R). Miserere etc.

11. Jesu dulcissime, plagis circumdatus, quinque

vulneribus signatus, aromatibus conditus et in

sepulcro repositus; miserere nobis.

R). Miserere etc.

V . Adoramus Te Christe, et benedicimus Tìbi.

R). Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum.

OREMUS

Deus, qui prò redemptione

mundi nasci voluisti,

circumcìdì, a Judæis reprobavi

et Judæ traditore

osculo tradi, vinculis alligavi,

sic ut agnus innocens

ad victimam duci, atque

conspectibus Annæ, Caiphæ,

Pilati et Herodis

indecenter offevri, a falsis

testibus accusari, flagellis

et colaphis cædi, opprobriis

vexari, conspui, spinis

coronari, arundine percuti,

facie velari, vestibus

spoliari, cruci clavis affigi,

in cruce levari, inter

latrones deputari, felle et

aceto potari et lancea vulnerari;

Tu Domine, per

has sanctissimas pœnas,

quas ego indignus recolo,

et per sanctissimam crucem

et mortem tuam libera

me a pœnis inferni et perducere

digneris quo perduxisti

latronem tecum

crucifixum. Qui cum Patre

et Spiritu Sancto vivis

et regnas in sæcula sæculorum.

Amen.

[1. V . O dolcissimo Gesù, triste nell’orto, al Padre con la preghiera rivolto, agonizzante e grondante sudore di sangue; abbi di noi pietà.

R). Pietà di noi, o Signore, abbi di noi pietà.

.2. V . O dolcissimo Gesù, con un bacio tradito e nelle mani degli empi consegnato, e come un ladro preso e legato e dai discepoli abbandonato; abbi di noi pietà.

R). Pietà di noi ecc.

3. V . O Gesù dolcissimo, dall’iniquo Sinedrio giudaico reo di morte proclamato, e come malfattore a Pilato presentato, e dall’iniquo Erode disprezzato e schernito; abbi di noi pietà.

R). Pietà di noi ecc.

4. V . O dolcissimo Gestì, delle vesti spogliato, e c rudelmente alla colonna flagellato; abbi di noi pietà.

R). Pietà di noi ecc.

5. V. O dolcissimo Gesù, di spine coronato, schiaffeggiato, con la canna percosso, bendato, di rossa veste rivestito, in tanti modi deriso e di obbrobri saziato; abbi di noi pietà.

R). Pietà di noi ecc.

6. V. O dolcissimo Gesù, al ladro Barabba posposto, dai Giudei riprovato; ed alla morte di croce ingiustamente condannato; abbi di noi pietà.

R). Pietà di noi ecc.

7. V. O dolcissimo Gesù, del legno della croce gravato, e come agnello al luogo del supplizio condotto, per esservi immolato; abbi di noi pietà.

R). Pietà di noi ecc.

8. V. O dolcissimo Gesù, tra i ladroni annoverato, bestemmiato e deriso, di fiele e di aceto abbeverato, e con orribili tormenti dall’ora sesta fino all’ora nona nel legno straziato; abbi di noi pietà.

R). Pietà di noi ecc.

9. V. O dolcissimo Gesù, sul patibolo della croce morto, ed alla presenza della tua santa Madre con la lancia trafitto versando insieme sangue ed acqua; abbi di noi pietà.

R). Pietà di noi ecc.

10. V. O dolcissimo Gesù, dalla croce deposto, e dalle lacrime dell’afflittissima tua Vergine Madre bagnato;abbi di noi pietà

R). Pietà di noi ecc.

11. V. O dolcissimo Gesù, di piaghe coperto, da cinque ferite trafitto, di aromi cosparso, e nel sepolcro deposto; abbi di noi pietà.

R). Pietà di noi ecc.

V. Ti adoriamo, o Cristo, e Ti benediciamo.

R). Poiché con la tua santa croce hai redento il mondo.

PREGHIAMO

O Dio, che per la redenzione del mondo volesti nascere, essere circonciso, dai Giudei riprovato, da Giuda traditore con un bacio tradito, da funi avvinto, come agnello innocente al sacrifizio condotto, ed in modo indegno ad Anna, Caifa, Pilato ed Erode presentato, da falsi testimoni accusato, con flagelli e schiaffi percosso, con obbrobri oltraggiato, sputacchiato, di spine coronato, con la canna percosso, bendato, delle vesti spogliato, alla croce con chiodi confitto, sulla croce innalzato, tra i ladroni annoverato, di fiele e di aceto abbeverato, e con la l’ancia ferito; Tu, o Signore, per queste santissime pene, che io indegno vado considerando, e per la tua croce e morte santissima, liberami dalle pene dell’inferno e, desiati condurmi dove conducesti il ladrone penitente con Te crocifisso. Tu che col Padre e con lo Spirito Santo vivi e regni nei secoli dei secoli. Così sia.]

CANTO DEL TEMPO DI QUARESIMA

Attende, Domine, et miserere, quia peccavìmus Tìbi.

R). Attende, Domine, et miserere, quia peccavimus Tibi.

1. Ad Te, rex summe,

omnium redemptor,

oculos nostros sublevamus

flentes; exaudi Christe,

supplicantium preces.

R). Attende etc.

2. V. Dextera Patris, lapis

angularis, via salutis,

janua cœlestis, ablue nostri

maculas delicti.

R). Attende etc.

3. V . Rogamus, Deus,

tuam majestatem, auribus

sacris gemitus exaudi; crimina

nostra placidus indulge.

R). Attende etc.

4. V. Tibi fatemur crimina

admìssa; contrito corde

pandimus occulta; tua, Redemptor,

pietas ignoscat.

R). Attende etc.

5. V. Innocens captus,

nec repugnans ductus, testibus

falsis prò impiis damnatus,

quos re demisti Tu

conserva, Christe.

R). Attende etc.

OREMUS

Respice, quæsumus Domine, super hanc familiam

tuam, prò qua Dominus noster Jesus Christus non dubitavit

manibus tradì nocentium, et Crucis subire tormentum.

Qui tecum vivit et regnat in sæcula sæculorum. Amen.

[R). Ascolta, o Signore, ed abbi misericordia, perché abbiamo peccato contro di Te.

R). Ascolta, o Signore, ed abbi misericordia, perché abbiamo peccato contro di Te.

1. V. A Te, o Sommo Re, redentore universale, eleviamo i nostri occhi piangenti;  esaudisci, o Cristo, la preghiera di chi a Te si raccomanda. R). Ascolta ecc.

2. V. O destra del Padre, o pietra angolare, o via di salvezza, o porta del cielo, tergi le macchie del nostro peccato. R). Ascolta ecc.

3. V. Preghiamo, o Dio, la tua maestà, porgi le sacre orecchie ai gemiti, e perdona benigno i nostri delitti. R). Ascolta ecc.

4. V. A Te confessiamo i peccati commessi; con cuore contrito manifestiamo ciò che è nascosto; la tua pietà, o Redentore, ci perdoni. R). Ascolta ecc.

5. V. Imprigionato innocente, condotto non riluttante, da falsi testimoni per i peccatori condannato, Tu, o Cristo, salva coloro che hai redento. R). Ascolta ecc.

PREGHIAMO

Riguarda benigno, o Signore, a questa tua famiglia, per la quale nostro Signore Gesù Cristo non dubitò di darsi in mano ai nemici e di subire il supplizio di croce. Egli che vive e regna Teco nei secoli dei secoli. Così sia.]