LA RETTA INTENZIONE

LA RETTA INTENZIONE.

[d. Giacomo della Vecchia: “Albe primaverili”, Libr. G. Galla, VICENZA, 1911]

Revela Domino opera tua, et dirigentur cogitationes tuæ,

[Riferisci al Signore le opere tue, ed i tuoi pensieri avranno buon effetto.]

(PROV. XVI, v. 3)

ESORDIO. — Molti cristiani si lamentano di non sapere lodare e servire il Signore … Dicono: Recito ogni dì le mie preghiere, vado alla santa Messa anche di frequente… Ma poi, lungo il giorno, la mente preoccupata dai doveri, dagl’interessi …, non ricorda il Signore. — Se vi fosse un mezzo pratico di lodare e benedire il Signore; un mezzo di farmi santo, anche fra le mie occupazioni! Miei cari, il mezzo vi è, ed alla portata di tutti…  È la retta intenzione; fare cioè tutte le cose per amore di Dio. Lo insegna lo Spirito Santo: Indirizza al Signore le opere tue, ed i tuoi pensieri (di lodarlo, servirlo, di santificarti) avranno buon effetto… Revela Domino opera tua, et dirigentur cogitationes tuæ.

Voi lo vedete: Il soggetto della nostra considerazione è della massima importanza…

PARTE PRIMA

Retta intenzione vuole dire « indirizzare a lode e gloria di Dio tutto quello che si fa, si dice, si pensa; anche le cose più indifferenti.

(a) E’ un dovere. Dio ti ha creato per la sua gloria; in gloriam suam creavit omnia Deus… Sei al mondo per lodare, servire ed amare il Signore… È il tuo fine… Dio ha tutto il diritto, che le tue azioni siano dirette a Lui solo…; perché Egli ti conserva la vita …, le forze …, la mente … ; ti aiuta …, ti sorregge… : da Lui solo viene la volontà …, la possibilità di pensare, parlare, operare … Senza la sua assistenza resteresti cieco, muto, inerte, inebetito, morresti … Dunque è giusto, è doveroso, che tutte le tue azioni, interne ed esterne, siano indirizzate alla sua gloria. Tibi sacrificabo hostiam laudis et nomen Domini invocabo. (Salmo CXV, 7).

(b) E’ necessario. — Se lavori, fatichi, operi il bene per interesse …, per fini mondani …, per seguire il tuo temperamento …, nulla guadagni per il cielo … Gesù è la vite, noi i tralci… Se stiamo uniti a Lui con la retta intenzione di glorificare il Padre celeste, la nostra vita sarà feconda… per il cielo… Se ci stacchiamo da Lui … per cercare noi stessi nel nostro operare…, per noi l’è finita! — Lavorare, faticare, soffrire per poi, al punto di morte, dover dire: Mi sono affannato tanti anni…, e nulla ho guadagnato! … Non vi pare una cosa stolta? Per totam noctem laborantes, nihil cepimus. (S. Luca V, 5). Senza la retta intenzione, cioè se ti proponi fini terreni, la pietà diventa spesso ipocrisia …, il lavoro è una speculazione, la virtù è una finzione … ; e l’anima muore di anemia e di sfinimento… Dio allora rigetta le tue opere buone … ; e che importa la stima del mondo …; senza quella del Signore?

(c) E’ utilissima. — Ogni opera buona, fatta per amor di Dio, acquista un nuovo merito ed un nuovo grado di grazia… e poi di gloria… Pratiche di pietà, fatiche, privazioni, dolori… — Le stesse azioni più indifferenti…, mangiare, bere, dormire, sollevarsi, se con retto fine, diventano meritorie per il cielo! — Quanti meriti per il Paradiso!

— Le api industriose suggono il nettare dei fiori e lo tramutano in miele dolcissimo. — Così noi dobbiamo cercare, in tutte le occasioni, di praticare l’obbedienza, la mortificazione, le virtù, con atti buoni, con pensieri santi … Ma, perché i nostri sforzi diventino miele soave che nutra l’anima, dobbiamo sempre indirizzare al Signore le nostre industrie spirituali e sante.

— Scrive S. Gregorio: Vale più una cosa piccola fatta per amore di Dio, che molte opere grandi, fatte per scopi terreni. — Per questo Gesù apprezzava i due centesimi della povera donna, e rigettava l’argento di quei signori …

— Gesù tutto accetta, anche una lagrima, un sospiro, che sia diretto a Lui …; altrimenti ti dirà: Nulla ho da darti; che sulla terra hai già ricevuto la tua ricompensa. — recepisti mercedem tuam. – Terminerò con le parole del B. Curato d’Ars: Nel cielo vivremo del patrimonio (di meriti) acquistato sulla terra; è necessario di accrescerlo a tutta possa; e noi lo accresceremo indirizzando tutto a Dio.

PARTE SECONDA

Per avere la retta intenzione, che influisca continuamente e con tanto vantaggio sul nostro operare, non occorre sforzo di mente, né ansietà …; un po’ di buona volontà …, ecco tutto… Veniamo alla pratica.

2. – Il mattino, appena svegliati, offerite al Signore la novella giornata…, con pietà, fervore, con un certo slancio…, dichiarandovi pronti a ricevere ogni cosa dalle sue mani … — Così tutte le vostre azioni giungeranno fino a Dio, che si degna accettare la nostra buona disposizione.

– Prima delle azioni principali fatevi il segno della Croce…, che garantisce il vostro proposito di volere lodare il Signore … Poi compite i vostri doveri con diligenza ed amore, perché già offerti al Signore … Giunge una tentazione? — Pronti rispondete: Vattene, o satana; quest’azione, non l’ho incominciata per te, e per te non voglio guastarla… Vade satana, Dominum Deum tuum adorabis, et Hi soli servies. (Matt. IV, 10).

— Sotto il cocente sol leone del deserto il pio solitario si reca alla lontana sorgente, per attingervi un po’ di acqua: in ispirito di penitenza, offre al Signore i suoi passi, come atti di amore … Nella silente solitudine ode una voce numerare …, uno, due, tre … — Si arresta …; silenzio … Ripiglia il cammino, e la voce misteriosa: quattro, cinque… — Confuso si volge indietro, guarda all’ingiro … Nulla di nulla … Ma, se avanza, la voce continua a numerare … ; se si arresta … ; ella si tace. Sconcertato, teme di un inganno… Ed ecco innanzi a lui un Angelo, che gli dice: Non temere, sono l’Angelo tuo Custode. Io numero i passi, che tu hai offerto al Signore …; li trascrivo nel libro della vita, e li troverai tutti al momento di morire.

— Dunque ripetete spesso con S. Ignazio: Ad maiorem Dei gloriam; tutto alla maggior gloria di Dio.

3. – Dopo le azioni, esaminatevi, se vi siete lasciati vincere dall’amor proprio; al caso, rimediate con un atto di umiltà. — Non parlate delle cose vostre, né in bene, né in male. — Non v’insuperbite del bene che avete fatto, e rigettate pronti e con disprezzo i pensieri di vana compiacenza … Ripetete a voi stessi le parole di S. Paolo: Che cosa hai che non abbia ricevuto (da Dio)? E, se hai (tutto) ricevuto, perché te ne vanti come di cosa tua ? « Quid autem habes quod non accepisti ? si autera accepisti, quid gloriaris, quasi non acceperis? (I Cor. IV.)

— La retta intenzione, ecco il grande segreto dei santi.

— Non badavano alle lodi, ed alle critiche, agli onori ed ai disprezzi. Calmi, imperterriti, diritti, come freccia sprigionata dall’arco, tendevano a Dio. Solo per Lui ed in Lui pensavano, amavano, sostenevano fatiche, persecuzioni, malattie, abbandoni … Rigettavano con sdegno i pensieri di vanagloria, di grandezze, di fini terreni, ed anelanti, ardenti, andavano esclamando: Deus meus et omnia.

— Dio solo, il mio Dio, e tutto possiedo. A questo modo nulla in essi andava perduto; ma accumulavano con un crescendo non interrotto tesori per il cielo. — Ecco i nostri modelli; imitiamoli. Qui ambulat simpliciter, ambulat confidenter. — Opus iusti ad vitam (Parab. c. 10.).

Autore: Associazione Cristo-Re Rex regum

Siamo un'Associazione culturale in difesa della "vera" Chiesa Cattolica.