LITURGIA BIZANTINA detta di SAN GIOVANNI CRISOSTOMO

RITO BIZANTINO

MODO FACILE DI SEGUIRE LA LITURGIA BIZANTINA DETTA DI SAN GIOVANNI CRISOSTOMO

[ROMA Pont. Istitutum Orientalium Studiorum, 1937 – impr.]

Per seguire la messa bizantina non basta stare attento a ciò che fa e dice il sacerdote celebrante; sarebbe però impossibile, perché per un lungo tempo del S. Sacrificio egli è nascosto dall’iconostasi, che separa il Santuario coll’altare dalla navata. – E’ dunque necessario stare attento anche alle faccende del diacono il quale ha l’ufficio non soltanto di aiutare il Sacerdote all’altare, ma precisamente di fare da intermediario molto attivo tra il popolo e il Sacerdote. Gioverà infine stare attento al Coro che esegue i suoi canti quasi durante tutto il tempo della Messa. – Così l’orecchio ancora più che l’occhio servirà a guidarsi nelle varie fasi della messa. In questo libretto, col gentile permesso dell’autore, trascriviamo per intero tutte le preghiere o orazioni nella traduzione italiana che ne ha fatto il Rev. Placido de Meester O.S.B. [R. P. D. PLACIDO DE MEESTER, O. S. B., La divina Liturgia del nostro Padre S. Giov. Crisostomo, testo greco e traduzione italiana con introduzione e note (in nero e rosso) 3a Edizione. Roma, Tipogr. Poligl. Vatic. 1925.]

Abbiamo omesso o modificato qualche parte di questo testo e vi abbiamo intercalato delle divisioni, allo scopo di mettere alla portata dei fedeli occidentali la liturgia bizantina in un manualetto che può aiutarli a seguire facilmente le cerimonie del divino Sacrificio.

I. RITO DELLA PREPARAZIONE

(Pròtesi).

1. Orazioni preparatorie

II Sac. e il Diac. non ancora rivestiti dei paramenti liturgici, vanno dinanzi alle porte sante, che son chiuse, e s’inchinano tre volte. Quindi, a voce bassa, dice:

Il Diac. Benedici, Signore.

Il Sac. Benedetto sia Iddio nostro in ogni tempo, ora sempre, e ne’ secoli de’ secoli.

Il Diac. Così sia.

Il Sac. Gloria a te, o Dio nostro, gloria a te! Re celeste, Paraclèto, Spirito di verità, che in ogni luogo sei presente ed ogni cosa riempi, tesoro dei beni e datore di vita, vieni ed alberga nel nostro petto, purificaci da ogni macchia, e salva, o Buono, le anime nostre.

Il Diac. Santo Iddio, Santo Forte, Santo Immortale, abbi pietà di noi! (tre volte).

Gloria al Padre e al Figliuolo e allo Spirito Santo, ed ora e sempre, e ne’ secoli de’ secoli. Così sia.

O Triade tuttasanta, abbi pietà di noi. Signore, perdonaci i nostri peccati. Sovrano, perdona le nostre iniquità. Santo, visita e guarisci le nostre infermità, per la gloria del tuo nome. Signore pietà! Signore pietà! Signore pietà!

Gloria al Padre e al Figliuolo e allo Spirito Santo, ed ora e sempre, e ne’ secoli de’ secoli. Così sia.

Padre nostro, che sei ne’ cieli, sia santificato il nome tuo; venga il regno tuo; sia fatta la volontà tua, come in cielo, così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti, come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori; e non c’indurre in tentazione, ma liberaci dal maligno.

Il Sac. Poiché tuo è il regno e la potenza e la gloria, di te Padre e del Figliuolo e dello Spirito Santo, ora e sempre, e ne’ secoli de’ secoli.

Il Diac. Così sia.

Poi seguita il Sac.: Abbi pietà di noi, o Signore, abbi pietà di noi; poiché, in difetto di ogni giustificazione, peccatori come siamo, ti rivolgiamo questa supplica, come a nostro Sovrano: deh! abbi pietà di noi!

 Il Diac. Gloria al Padre e al Figliuolo e allo Spirito Santo.

Signore, abbi pietà di noi, che in te abbiamo riposto ogni nostra fidanza: non adirarti fortemente, né ti rammenta delle nostre iniquità; ma rivolgi anche ora il tuo sguardo su di noi, misericordioso quel sei, e ci riscatta dai nostri nemici; poiché tu sei il nostro Dio, e noi il tuo popolo, siamo tutti opera delle tue mani, ed abbiamo invocato il tuo nome.

Il Sac. E d ora e sempre, e ne’ secoli de’ secoli. Così sia.

Aprici, o benedetta Madre di Dio, la porta della misericordia, (e qui si tira la cortina delle porte): deh! che non andiamo perduti, noi che speriamo in te; deh! che per l a tua intercessione siamo liberati dalle avversità; tu, infatti, sei la salvezza dei cristiani.

[Vanno quindi ad inchinarsi alle sante iconi, prima di Cristo, poi della Madonna recitando apposite invocazioni. E vanno di nuovo avanti alle porte e …

il Sac. recita la preghiera]:

Signore, stendi la tua mano dall’alto del tuo abitacolo, e confortami nel presente tuo ministero, acciocché io, stando senza condanna davanti al tuo tremendo altare, celebri l’incruento sacrificio. Poiché tua è la potenza e la gloria nei secoli dei secoli. Così sia.

[Poi entrano nel Santuario dicendo ciascuno da sé]:

Entrerò nella tua casa, mi prostrerò al tuo tempio santo nel tuo timore.

2. La vestizione

Il Sac. indossa lo sticario (alba), l’epitrachèlio (stola), la zona (cintura), le soprammaniche, poi il felonio (casula), mentre il Diac. si mette lo sticario, l’orario sull’omero sinistro, e le soprammaniche, e ambedue dicono le apposite preghiere.

3. Lavabo

Poi si lavano le mani, recitando il salmo:

Lavabo inter innocentes

3. Preparazione del pane e del vino

indi il sac. Va col Diac. All’altare della preparazione, a sinistra dell’altare maggiore; il Sac. Con la lancia toglie del pane la parte media che porta l’impronta

[Poi il Diac. Versa nel calice vino ed acqua insieme].

[Segue un rito proprio ai Bizantini: il Sac. toglie dallo stesso pane o da un altro particelle diverse, la prima in onore e memoria della Madonna, le seguenti in memoria dei Santi, dei viventi, dei defunti e di se stesso. – Tutte quelle particelle sono disposte in ordine, insieme col pane che sarà consacrato, nel disco o patena. (Questa è molto più grande della patena latina ed è talvolta sostenuta da un piede). Quanto rimane del pane è tagliato in pezzetti che saranno benedetti dopo la consacrazione e alla fine della liturgia distribuiti sotto il nome di antidoron. – Il Sac. pone sopra il pane e le particelle prima l’asterisco e copre il disco con un velo; con un altro velo copre il calice, quindi con l’aere, cioè un. terzo grande velo, copre insieme il disco e il calice. Tutte queste cerimonie sono accompagnate da rispettive orazioni. In fine dopo aver incensato le oblate, il Sacerdote dice la preghiera della Pròtesi]:

5. Preghiera della Pròtesi

O Dio, Dio nostro, che mandasti il pane celeste, cibo di tutto il mondo, il Signore e Dio nostro Gesù Cristo, Salvatore, Redentore e Benefattore, che ci benedice e ci santifica; benedici tu stesso questa Pròtesi, e l’accetta nel tuo sovracceleste altare; ricordati, buono qual sei ed amante degli uomini, di coloro che l’hanno offerta, e di coloro per i quali l’hanno offerta, e noi custodisci irreprensibili nella celebrazione dei tuoi divini misteri. Poiché è stato santificato e glorificato l’onorabilissimo e magnifico nome tuo o Padre e del Figliuolo e dello Spirito Santo, ora e sempre e nei secoli dei secoli. Così sia.

[Si riapre il velo delta porta del santuario.]

6. Incensamento

[Il Diac. incensa le oblate, l’altare intorno intorno, il santuario e tutta la navata ed il popolo presente; indi rientra nel santuario ed incensa di nuovo l’altare ed infine il Sac.]

[Finora tutto il rito si è svolto dietro all’iconostasi; adesso il Diac. inviterà il popolo a pregare e il coro a lodare il Signore. Chiede dunque la benedizione al Sac. e viene a prendere il suo posto davanti alle porte sante, tenendo il suo orario nella mano destra elevata].

II. LA MESSA DEI CATECUMENI,

1. L’inizio

II Diac. dice ad alta voce: Benedici, Signore.

Il Sac. all’altare, risponde: Benedetto sia il regno del Padre, del Figliuolo e dello Spirito Santo, ora e sempre e ne’ secoli de’ secoli. Il coro: Cosi sia.

a. Colletta maggiore

Quindi il Diac. pronuncia le preci ireniche:

Preghiamo in pace il Signore. Il coro: Signore, pietà!

Per la pace che vien dall’alto, e per la salute delle anime nostre, preghiamo il Signore. Il coro: Signore, pietà!

Per la pace di tutto quanto il mondo, per la prosperità delle sante chiese di Dio e per l’unione di tutti, preghiamo il Signore. Il coro: Signore, pietà!

Per questa santa casa e per coloro che vi entrano con fede, devozione e timor di Dio, preghiamo il Signore.

Il coro: Signore, pietà!

Per il nostro beatissimo (si fa il nome del capo gerarchico della diocesi) Patriarca o Metropolita, o Arcivescovo o Vescovo N., per l’onorabile ordine dei preti, per il diaconato in Cristo, per il clero e il popolo tutto, preghiamo il Signore.

Il coro: Signore, pietà! Per i nostri re piissimi e custoditi da Dio, per tutto il palazzo e per l’esercito loro, preghiamo il Signore.

Il coro: Signore, pietà!

Perché li aiuti in guerra e sottometta ai loro piedi ogni nemico ed avversario, preghiamo il Signore.

Il coro: Signore, pietà!

Per questa santa dimora, per ogni città e paese, e per tutti i fedeli che vi abitano, preghiamo il Signore.

Il coro: Signore, pietà!

Per la salubrità dell’aria, per l’abbondanza dei frutti della terra e per i tempi tranquilli, preghiamo il Signore.

Il coro: Signore, pietà!

Per i naviganti, i viandanti, i malati, i sofferenti, i prigionieri, e per la loro salvezza, preghiamo il Signore.

Il coro: Signore, pietà!

Acciocché siamo liberati da ogni afflizione, ira, pericolo, necessità, preghiamo il Signore.

Il coro: Signore, pietà!

Facendo memoria della tutta santa, intemerata, benedetta sopra ogni creatura e gloriosa nostra Signora, la Madre di Dio e sempre vergine Maria, con tutti i santi, raccomandiamo noi stessi, e gli uni gli altri, e tutta la nostra vita a Cristo Dio.

Il coro: A te, o Signore.

Il Sac. ad alta voce:

Perché ogni gloria, onore e adorazione si conviene a te Padre e al Figliuolo e allo Spirito Santo, ora e sempre, e nei secoli dei secoli.

Il coro: Così sia.

b. Prima antifona

[Dopo si cantano dal coro i tipici o la 1a antifona secondo le rubriche. Durante il canto, il Diac. Si allontana dal suo posto e va a mettersi dinanzi alla icone della Madre di Dio.]

[Intanto il Sac. Dice la preghiera della prima antifona in segretoSignore, Dio nostro, di cui incomparabile è la forza, incomprensibile la gloria, immensa la misericordia e ineffabile l’amore per gli uomini; tu, o Sovrano, secondo la tua clemenza, volgi uno sguardo a noi e a questa santa casa, e largisci a noi e a quelli che con noi pregano, le dovizie delle tue misericordie e delle tue commiserazioni.]

[Terminato il 1° salmo dei tipici o la 1a antifona, il Diac. ritorna al luogo consueto e recita la colletta minore]:

Ancora e poi ancora, preghiamo in pace il Signore. Il coro: Signore, pietà!

Soccorrici, salvaci, abbi pietà di noi, e ci custodisci, o Dio, colla tua grazia.

Il coro: Signore, pietà. Facendo memoria della tutta santa, intemerata, benedetta sopra ogni creatura e gloriosa nostra Signora, la Madre di Dio e sempre vergine Maria, con tutti i santi, raccomandiamo noi stessi, e gli uni gli altri, e tutta la nostra vita a Cristo Dio.

Il coro: A te, Signore.

Il Sac. ad alta voce:

Poiché tua è la forza e il regno e la potenza e la gloria, di te Padre e del Figliuolo e dello Spirito Santo,ora e sempre, e ne’ secoli de’ secoli.

Il coro: Così sia.

c. Seconda antifona

Quindi il coro canta il secondo salmo dei tipici o la seconda antifona ed alla fine si aggiunge:

[Il Sac. recita segretamente la Preghiera della seconda antifona: Signore, Dio nostro, salva il popolo tuo, benedici la tua eredità, custodisci tutta quanta la tua Chiesa; santifica quelli che amano lo splendore della tu casa; tu in contraccambio li glorifica con la tua divina potenza, e non volere abbandonare noi che in te riponiamo ogni speranza].

O Figlio Unico e Verbo di Dio, tu che, essendo immortale, volesti incarnarti a per la nostra salute nel seno della santa Madre di Dio, sempre Vergine, Maria; Tu che, senza mutarti, ti facesti uomo e fosti crocifisso, o Cristo Dio, schiacciando la morte con la tua morte; Tu che sei una delle Persone della santa Trinità, glorificato con il Padre e lo Spirito Santo, salvaci.

[Il Diacono va a collocarsi di nuovo davanti alla icone della Madre di Dio; e alla fine della 2a antifona torna al posto consueto e recita la colletta minore]:

Ancora e poi ancora, preghiamo in pace il Signore.

Il coro: Signore, pietà!

Soccorrici, salvaci, abbi pietà di noi e ci custodisci, o Dio, con la tua grazia.

Il coro: Signore, pietà!

Facendo memoria della tutta santa, intemerata, benedetta sopra ogni creatura e gloriosa nostra Signora, la Madre di Dio e sempre vergine Maria, con tutti i santi, raccomandiamo noi stessi, e gli uni e gli altri, e tutta la nostra vita a Cristo Dio.

Il coro: A te, o Signore.

Egli entra nel santuario, e il Sac. dice ad alta voce:

Poiché tu sei Iddio buono e amante degli uomini, e noi rendiamo gloria a te Padre e al Figliolo e allo Spirito Santo, ora e sempre, e nei secoli dei secoli.

Il coro: Così sia.

d. Terza antifona

Il coro canta la terza antifona. 

[Il Sac. legge segretamente la preghiera della terza antifona: Tu che ci donasti queste comuni e unanimi preghiere, che a due o tre uniti a pregare nel nome tuo promettesti di concedere quanto chiedessero; Tu anche in questo momento esaudisci, per loro vantaggio, le richieste dei servi tuoi, accordandoci la conoscenza della tua verità nel secolo presente e donandoci in quello avvenire la vita eterna].

[Il Diac. è già entrato nel Santuario dove aiuta il Sac. che si prepara a fare il piccolo introito. Il Sac. prende il S. Evangelo (che si trova sempre sull’altare) e lo dà al Diac. che gli bacia la mano. Mentre ancora continua il canto, la processione esce dal Santuario].

2. Introito

Ingresso col Vangelo

[Si può comparare quest’ingresso del Sacerdote a l’introito del rito romano. Escono dal Santuario, preceduti da uno o due servienti che portano faci; il Diac. con in mano il Vangelo, e il Sac. Giunti nel mezzo della navata, il Sac. recita segretamente l’orazione del piccolo introito].

Dominatore Signore, Dio nostro, che ne’ cieli hai costituito legioni ed eserciti d’Angeli e d’Arcangeli in servizio della tua gloria, fa’ che col nostro ingresso si effettui l’ingresso di Angeli santi, che con noi concelebrino e con noi glorifichino la tua bontà. Poiché a te si conviene ogni gloria, onore e adorazione, a te Padre e al Figliuolo e allo Spirito Santo, ora e sempre, e nei secoli dei secoli. Così sia.

Terminato il canto, il Diac. dà a baciare il Vangelo al Sac. e quindi, elevando il sacro libro, dice ad alta voce:

Sapienza! stiamo in piedi!

Mentre Diac. e Sac. entrano nel Santuario, il coro canta:

Venite, adoriamo e prostriamoci avanti a Cristo. Deh! salva, o figliuolo di Dio, mirabile nei santi, noi che a te cantiamo: alleluia!

E si cantano i tropari ossia brevissime melodie in onore di Santi o del mistero del giorno.

Quindi il Diac. dice: Preghiamo il Signore.

Il coro: Signore, pietà.

Il Sac. ad alta voce:

Poiché tu sei santo, o Dio nostro, e a te rendiamo gloria, a te Padre e al Figliuolo e allo Spirito Santo, ora e sempre.

Il Diac.: E ne’ secoli de’ secoli.

Il coro: Così sia.

3. Canti e Letture

a. Trisagio

Indi si canta dal coro l’inno trisagio:

Santo Iddio, Santo Forte, Santo Immortale, abbi pietà di noi ! (tre volte).

Gloria al Padre e al Figliuolo e allo Spirito Santo; ed ora e sempre, e ne’ secoli de’ secoli. Così sia. Santo Immortale, abbi pietà di noi!

Il Diac. si reca vicino alle porte sante e, tenendo nella destra l’orario, dice ad alta voce: Forza!

Il coro: Santo Iddio, Santo Forte, Santo Immortale, abbi pietà di noi!

[Mentre si canta l’inno trisagio, il Sac. recita segretamente questa preghiera: O Dio santo, che nei santi riposi, cantato cogli accenti dell’inno trisagio dai Serafini, glorificato dai Cherubini e adorato da tutte le potestà sovraccelesti; Tu che dal nulla hai tratto all’essere le cose tutte, che hai creato l’uomo a tua immagine e somiglianza, e di tutti i tuoi carismi lo hai adornato; tu che doni saggezza e prudenza a chiunque te ne prega, e non disprezzi il peccatore, ma hai istituito la penitenza per la salute; che noi, umili e indegni tuoi servi, hai fatto degni di stare anche in questo momento dinanzi alla gloria del tuo santo altare e di offrirti l’adorazione e la glorificazione a te dovuta; tu, o Signore, accetta anche dal labbro di noi peccatori l’inno trisagio e visitaci nella tua bontà. – Perdonaci ogni trascorso volontario e involontario, santifica l’anima nostra e il nostro corpo, e ci concedi di poterti servire in santità tutti i giorni di nostra vita, per l’intercessione della santa Madre di Dio e di tutti i santi che dal principio del mondo piacquero agli occhi tuoi. Perché T u sei santo, o Dio nostro, e noi rendiamo gloria a Te Padre e al Figliuolo e allo Spiritò Santo, ora e sempre, e nei secoli dei secoli. Così sia.]

b. Epistola

Terminato il canto del trisagio, il Lettore si pone nel mezzo della navata.

Il Diac.: Stiamo attenti!

Il Lettore pronuncia i versetti del prokimenon.

Il Diac.: Sapienza!

Il Lettore recita il titolo della lezione apostolica.

Il Diac.: Stiamo attenti!

Il Lettore recita la pericope assegnata a quel giorno (Notiamo il modo di cantare l’epistola secondo l’uso degli Slavi; il Lettore comincia con un tono molto basso, che eleva poco a poco alla fine di ogni frase).

Intanto il Sac. si reca alla cattedra dietro l’altare e il Diac. incensa il santuario e il popolo; fa ciò in preparazione alla lettura del Vangelo.

c. Vangelo

Terminata la lezione dell’epistola, il coro canta tre volte: Alleluia! Alternativamente con la recitazione di versetti.

[Il Sac. dinanzi alla s. mensa recita in segreto questa orazione:

Fa’ che risplenda nei nostri cuori, o misericordioso Signore, la pura luce della tua divina conoscenza, aprici gli occhi della mente, perché possiamo intendere le tue evangeliche predicazioni. Infondici altresì il timore dei tuoi santi comandamenti, acciocché, calpestati tutti i desideri carnali, pratichiamo una vita tutta spirituale, pensando e operando tutto ciò che è di tuo gradimento. Tu, infatti, sei la luce delle anime nostre e de’ nostri corpi, o Cristo Dio, e a te rendiamo gloria, e, insieme, all’eterno tuo Padre e al tuo Spirito tutto santo, buono e vivificante, ora e sempre, e nei secoli dei secoli. Cosi sia].

Il Diac. prende il S. Vangelo, riceve la benedizione dal Sac. e preceduto da faci se ne va all’ambone.

Il Sac. dalla porta del Santuario esclama: Sapienza!

Il coro: E allo spirito tuo.

Il Diac.: Lettura del Santo Vangelo secondo N.

Il Sac.: Stiamo attenti!

Il coro: Gloria a te, Signore, gloria a te.

Il Diac. legge la prescritta pericope. (Il tono è molto semplice).

Terminata la lettura, il coro: Gloria a te, Signore, gloria a te.

Il Diac. s’avanza fino alle porte sante e consegna al Sac. il libro.

4. Orazioni e Rinvio dei Catecumeni

Quindi postosi dinanzi al Santuario, recita l’ectenès:

Diciamo tutti con tutta l’anima, e con tutta la mente nostra diciamo.

Il coro: Signore, pietà! Signore, Onnipotente, Dio de’ Padri nostri, noi ti preghiamo, esaudisci ed abbi pietà.

Il coro: Signore, pietà.

[Intanto il Sac. dice segretamente:

Signore, Dio nostro, accetta da’ servi tuoi questa prolungata supplicazione, ed abbi pietà di noi secondo la tua grande misericordia, e fa’ discendere le tue commiserazioni sopra di noi e su tutto il tuo popolo, che aspetta copiosa la tua misericordia (che viene da te)].

     Abbi pietà di noi, o Dio, secondo la tua grande misericordia; noi ti preghiamo, esaudisci ed abbi pietà.

Il coro: Signore, pietà!

Noi preghiamo per tutti i pii ortodossi e cristiani.

Il coro: Signore, pietà!

Noi preghiamo ancora per il nostro beatissimo Patriarca o Metropolita, o da Dio Arcivescovo o Vescovo nostro N.

Il coro: Signore, pietà!

Noi preghiamo ancora per i nostri fratelli, sacerdoti ieromonaci, ierodiaconi e monaci, e per tutta la nostra fratellanza in Cristo.

Il coro: Signore, pietà!

Noi preghiamo ancora per implorare misericordia, vita, pace, sanità, salvezza, visita, perdono e remissione dei peccati de’ servi di Dio, di quelli che dimorano in questa città o dei fratelli di questo santo monastero.

Il coro: Signore, pietà!

Noi preghiamo ancora per i beati fondatori di questa santa chiesa o santo monastero, degni di perpetua ricordanza, e per tutti i padri e fratelli nostri defunti, che qui piamente riposano, e per gli ortodossi di tutto il mondo.

Il coro: Signore pietà!

Noi preghiamo ancora per coloro che offrono frutti e operano il bene in questo santo e venerabile tempio, vi faticano e vi cantano, e per tutto il popolo qui presente, che aspetta la tua grande e copiosa misericordia.

Il coro: Signore, pietà!

Il Sac. ad alta voce:

Poiché tu sei un Dio misericordioso e amante degli uomini, e noi rendiamo gloria a te Padre e al Figliuolo e allo Spirito Santo, ora e sempre, e ne’ secoli de’ secoli.

Il coro: Così sia.

Quindi il Diacono incomincia la supplica per i catecumeni :

Catecumeni, pregate il Signore.

Il coro: Signore, pietà!

Fedeli, preghiamo per i catecumeni.

Il coro: Signore, pietà!

Acciocché il Signore abbia misericordia di loro.

Il coro: Signore, pietà!

Li istruisca nella parola della verità.

Il coro: Si gnore, pietà!

Riveli loro l’Evangelio della giustizia.

Il coro: Signore pietà!

[Il Sac. recita segretamente l’orazione per i catecumeni:

Signore, Dio nostro, che abiti nel più alto de’ cieli e riguardi alle più umili creature, che per la salute del genere umano hai inviato l’unigenito tuo Figliuolo e Dio, il nostro Signor Gesù Cristo, volgi benigno lo sguardo sovra i tuoi servi catecumeni, che a te vengono inchinata la loro cervice, e renditi degni, nel tempo opportuno, del lavacro della rigenerazione, della remissione de’ peccati e della veste dell’incorruttibilità; uniscili alla tua santa Chiesa cattolica ed apostolica, e annoverali tra l’eletto tuo gregge].

Li unisca alla sua santa Chiesa cattolica ed apostolica.

Il coro: Signore, pietà!

Salvali, abbine pietà, li soccorri e li custodisci, o Dio, con la tua grazia.

Il coro: Signore, pietà!

Catecumeni, inchinate il vostro capo al Signore.

Il coro: A te, o Signore.

Il Sac. ad alta voce:

Acciocché essi pure insieme con noi glorifichino l’onorabilissimo e magnifico nome tuo, o Padre, e quello del Figliuolo e dello Spirito Santo, ora e sempre, e ne’ secoli de’ secoli.

Il coro: Così sia.

Quindi il Sac. spiega l’iletón (corporale) sulla santa mensa.

Il Diac. dice : Quanti siete catecumeni, uscite. Catecumeni, uscite. Catecumeni, quanti siete, uscite. Nessuno dei catecumeni rimanga qui.

III. LA MESSA DEI FEDELI.

Il Diac. continua senza interruzione:

Quanti siamo fedeli, ancora e poi ancora, in pace preghiamo il Signore.

Il coro: Signore, pietà!

Soccorrici, salvaci, abbi pietà di noi e custodiscici, o Dio, con la tua grazia.

Il coro: Signore, pietà!

Il Diac. Sapienza!

Il Sac. ad alta voce:

Poiché si conviene ogni gloria, onore e adorazione a te Padre e al Figliuolo e allo Spirito Santo, ora e sempre, e nei secoli dei secoli.

Il coro: Così sia.

1. Preghiere dei fedeli

[E il Sac. legge segretamente la prima orazione dei fedeli:

Rendiamo grazie, o Signore, Dio delle Schiere, a te che ci hai fatti degni di stare anche in questo momento presso il tuo santo altare, e d’implorare prostrati le tue misericordie per i nostri peccati e per le ignoranze del popolo. Accogli, o Dio, le nostre preci; fa’ che siamo degni d’offrirti preghiere e supplicazioni e sacrifici incruenti per tutto il tuo popolo; e rendi capaci noi, che tu hai posto a questo ministerio, per la virtù dello Spirito Santo, d’invocarti in ogni tempo e in ogni luogo, senza condanna e senza inciampo, con la pura testimonianza della coscienza nostra, acciocché, esaudendoci, Tu ci sii propizio nella grandezza della tua bontà.]

Il Diac. Ancora e poi ancora preghiamo in pace il Signore. Il Coro: Signore, pietà!

Il Diac. Soccorrici, salvaci, abbi pietà di noi e ci custodisci, o Dio, con la tua grazia. Il coro: Signore, pietà!

Il Diac. Sapienza! Ed entra nel santuario.

Il Sac. dice ad alta voce:

Acciocché custoditi sempre dalla tua potenza, rendiamo gloria a te Padre e al Figliuolo e allo Spirito Santo, ora e sempre, e ne’ secoli de’ secoli.

Il coro: Così sia.

[Il Sac. legge segretamente la seconda orazione dei fedeli:

Di nuovo e molte volte ci prostriamo dinanzi a te e ti preghiamo, o buono, o misericordioso, di riguardare benigno alla nostra prece, e purificare le nostre anime e i nostri corpi da ogni sozzura della carne e dello spirito; concedine d’assistere scevri di colpa e senza condanna al tuo santo altare. Concedi per tua grazia, o Dio, anche a coloro che pregano con noi l’avanzamento nella vita, nella fede e nell’intelligenza spirituale. Dà loro di sempre adorarti con timore e con amore, di partecipare scevri di colpa e senza condanna ai tuoi santi misteri e d’essere fatti degni del tuo regno sovracceleste.]

2. Introito maggiore

Il coro incomincia a cantare lentamente e melodicamente l’inno cherubico:

Noi che misticamente rappresentiamo i Cherubini, e alla Triade vivificante cantiamo l’inno trisagio, su via! deponiamo Ogni mondana sollecitudine.

[Mentre si canta questo, il Sacerdote dinanzi alla santa mensa legge segretamente la seguente preghiera:

Niuno, che sia schiavo di desideri carnali e di voluttà, è degno di presentarsi o d’appressarsi o di offrir sacrificio a te, o Re della gloria; ché servire a te è cosa grande e tremenda anche alle stesse Podestà sovraccelesti. Ma nondimeno, per la ineffabile e immensa tua misericordia, essendoti fatto uomo senza verun cambiamento e mutazione, sei divenuto nostro Pontefice e ci hai trasmesso, come Signore che sei dell’universo, il ministero di questo liturgico ed incruento sacrificio. Tu solo infatti, o Signore Dio nostro, imperi sovrano sulle celesti e terrestri cose, assiso sul trono de’ Cherubini, tu Signore de’ Serafini e re d’Israele, tu che sei il solo santo e nei santi riposi. Te adunque prego, te che solo sei buono e pronto ad ascoltarmi. Volgi benigno lo sguardo sopra di me peccatore e inutile tuo servo, e purifica da prava coscienza la mia anima e il mio corpo: e per la virtù del tuo Santo Spirito, fa che io, rivestito della grazia del sacerdozio, possa presentarmi a questa tua sacra mensa e consacrare il santo e immacolato tuo Corpo e il tuo Sangue prezioso. A te m’appresso, inchinando la mia cervice, e così ti prego: Non rivolger da me la tua faccia e non rigettarmi dal numero dei tuoi servi, ma concedi che da me peccatore e indegno tuo servo ti si offrano questi doni. Tu infatti, o Cristo Dio nostro, sei l’offerente e l’offerto, quei che riceve e quei che è distribuito, e a te rendiamo gloria in unione con l’eterno tuo Padre e col tuo tutto santo Spirito, buono e vivificante, ora e sempre, e nei secoli de’ secoli. Così sia.

Dopo questa orazione recita col Diac. tre volte l’inno cherubico. Quindi il Sac. incensa intorno intorno la s. mensa, il Santuario, le icóni e il popolo. Poi Sac. e Diac. baciano l’altare, si volgono al popolo, inchinano il capo e vanno alla pròtesi. Allora il Sac. pone il velo grande sugli omeri e il disco coperto sul capo del Diac. che nello stesso tempo tiene con un dito anche il turibolo. Il Sac. prende nelle mani il s. calice egualmente coperto.

Quindi esce la processione dal santuario e voltisi verso il popolo, il Sac. ed il Diac. con i doni nelle mani esprimono i voti di benedizione per il Pontefice, la gerarchia, e i fedeli presenti ed invitano il popolo ad unirsi a quelle intenzioni.

[Rientrano nel Santuario e depongono il disco ed il calice sopra l’altare e il Sac. incensa.]

Appena entrati nel santuario, il coro termina l’inno cherubico:

Per ricevere il Re dell’universo scortato invisibilmente dalle angeliche schiere. Alleluia.

Si tira il velo della porta del santuario.

3. Offertorio

Il Diac. dopo aver baciata la destra al Sac. esce e si pone nel luogo consueto.

Indi recita le petizioni seguenti:

Compiamo la nostra preghiera al Signore.

Il coro: Signore, pietà!

Per i preziosi doni che sono stati offerti, preghiamo il Signore.

Il coro: Signore, pietà!

Per questa santa casa e per coloro che vi entrano con fede, devozione e timor di Dio, preghiamo il Signore.

Il coro: Signore, pietà!

[Mentre dal Diacono si recita questa colletta, il Sacerdote legge segretamente la seguente orazione della Pròtesi:

Signore, Dio onnipotente, tu che solo sei santo e che accetti il sacrificio di laude da coloro che con tutto il cuore t’invocano, accogli altresì la preghiera di noi peccatori, e fa che giunga al tuo santo altare: rendici abili ad offrirti doni e sacrifici spirituali per i nostri peccati e per le ignoranze del popolo. Rendici anche meritevoli di trovar grazia al tuo cospetto, acciocché ti sia accetto il nostro sacrifizio, e lo Spirito della tua grazia, che è buono, scenda ad abitare in noi e in questi doni, qui preparati, e in tutto il popolo tuo.]

Acciocché siamo liberati da ogni afflizione, ira, pericolo e necessità, preghiamo il Signore:

Il coro: Signore, pietà!

Soccorrici, salvaci, abbi pietà di noi e custodiscici, o Dio, con la tua grazia.

Il coro: Signore, pietà!

Domandiamo al Signore, che tutto questo giorno sia perfetto, santo, pacifico e senza peccato.

Il coro: Concedi, o Signore.

Domandiamo al Signore un angelo di pace, guida fedele, custode delle anime nostre e de’ nostri corpi.

Il coro: Concedi o Signore.

Domandiamo al Signore il perdono e la remissione dei nostri peccati e dei nostri falli. Il coro: Concedi, o Signore.

Domandiamo al Signore tutto ciò che sia buono e vantaggioso alle anime nostre, e la pace per il mondo.

Il coro: Concedi, o Signore.

Domandiamo al Signore la grazia di passare in pace e in penitenza quanto ci resta di vita.

Il coro: Concedi, o Signore.

Domandiamo al Signore una morte cristiana, senza dolore e senza rimorso e placida, e una buona difesa dinanzi al tremendo tribunale.

Il coro: Concedi, o Signore.

Facendo memoria della tuttasanta, intemerata, benedetta sopra ogni creatura e gloriosa nostra Signora, la Madre di Dio sempre vergine Maria, con tutti i santi, raccomandiamo noi stessi, e gli uni gli altri, e tutta la nostra vita a Cristo Dio.

Il coro: A te, o Signore.

Il Sac. ad alta voce :

Per le misericordie del tuo unigenito Figliuolo, con il quale sei benedetto, insieme col santissimo tuo Spirito, buono e vivificante, ora e sempre, e nei secoli dei secoli.

Il coro: Cosi sia.

Si apre il velo della porta.

4. Bacio di pace

Il Sac. Pace a tutti.

Il coro: E allo spirito tuo.

[Intanto il Sac. bacia i santi doni, il Diac., il suo orario dov’è la figura della croce; quindi,  se vi sono parecchi celebranti, questi si abbracciano.]

Il Diac. Amiamoci gli uni gli altri, affinché in unità di spirito confessiamo la nostra fede.

Il coro: Nel Padre, nel Figliuolo e nello Spirito Santo, Triade consostanziale e indivisibile.

.5. Simbolo

Il Diac. ad alta voce : Le porte! le porte! Con sapienza stiamo attenti.

[Il Sac. alza l’aera sopra i doni e lo agita tenendolo spiegato mentre recita tra sé il Credo]

Il coro: Credo in un solo Padre ecc.

6. Anafora

a. Inviti al popolo

Indi il Diac. ad alta voce:

Stiamo devotamente, stiamo con timore, stiamo attenti ad offrire in pace la santa oblazione.

Il coro: Misericordia di pace, sacrificio di laude.

Il Sac. dice ad alta voce :

La grazia del Signor nostro Gesù Cristo, e la carità di Dio Padre, e la partecipazione dello Spirito Santo sia con tutti voi.

E voltosi al popolo, lo benedice. Il Diacono entra nel santuario.

Il coro: E con lo spirito tuo.

Il Sac. alzando ambe le mani esclama:

Leviamo in alto i cuori!

Il coro: Li abbiamo verso il Signore.

Il Sac. rivolto ad oriente esclama: Rendiamo grazie al Signore.

Il coro: E’ degno e giusto adorare il Padre, il Figliuolo e lo Spirito Santo Triade consostanziale e inseparabile

[Il Sac. prega segretamente:

– Si, certo, è degno e giusto celebrarti, benedirti, lodarti, ringraziarti in ogni parte del tuo impero perché tu sei un Dio ineffabile, inconcepibile, invisibile, incomprensibile, sempre esistente e sempre nello stesso modo, tu e il tuo unigenito Figliuolo e il tuo Spirito Santo. Tu dal nulla ci hai tratti all’esistenza e caduti ci hai rialzati, e nulla hai omesso di fare, fino a tanto che ci hai ricondotto al cielo e ci hai donato il tuo regno avvenire. Per tutti questi beni rendiamo grazia a te e all’unigenito tuo Figliuolo e al tuo Spirito Santo, per tutto quello che sappiamo, e per quello che non sappiamo, per i benefici a noi fatti, siano palesi, siano occulti. Ti rendiamo grazie altresì per questo sacrifizio, che ti sei degnato di ricevere dalle nostre mani, sebbene ti stiano innanzi migliaia di Arcangeli e miriadi di Angeli, i Cherubini e i Serafini con sei ali, con molti occhi, sublimi, alati…]

Il Sac. ad alta voce:

… i quali cantano, esclamano, gridano l’inno della vittoria, e dicono:

b. Sanctus

Il coro: Santo, santo, santo è il Signore delle Schiere; il cielo e la terra son pieni della tua gloria. Osanna nel più alto dei cieli! Benedetto colui che vine nel nome del Signore Osanna nel più alto dei cieli!

[Il Sac. prega segretamente :

Noi pure, Signore misericordioso, con questi beati spiriti celesti esclamiamo e diciamo: Sei santo, tuttosanto, tu e il tuo unigenito Figliuolo e il tuo Spirito Santo. Sei santo, tuttosanto, e magnifica è la gloria di te, che amasti tanto il mondo, da dare 1’unigenito tuo Figliuolo, affinché ognuno che crede in lui non perisca, ma ottenga la vita eterna; il quale, essendo venuto ed avendo compiuta la sua missione a prò di noi, la notte che veniva tradito, o piuttosto si lasciava tradire per la vita del mondo, prese del pane nelle sue mani sante, intemerate e immacolate, dopo aver rese grazie lo benedisse, lo santificò, lo spezzò e diede ai suoi santi discepoli ed apostoli, dicendo:

c. Consacrazione

Il Sac. inchina il capo, e alzando devotamente la destra, benedice il santo pane, dicendo ad alta voce: Prendete, mangiate: questo è il mio corpo, che per voi si spezza in remissione dei peccati.

Il coro: Così sia.

Mentre si dicono queste parole, il Diac. indica al Sacerdote il santo disco, tenendo colle tre dita della destra l’orario. Similmente, anche quando il Sacerdote dice: « Bevetene », esso indica il santo calice.

Quindi il Sac. prosegue segretamente:

Similmente anche il calice, dopo che ebbe cenato, dicendo:

Il Sac. tenendo in alto la mano devotamente e benedicendo, dice ad alta voce:

Bevetene tutti. Questo è il mio sangue, quello del Nuovo Testamento, che per voi e per molti è sparso in remissione de’ peccati.

Il coro: Così sia.

d. Anamnesi

Il Sac. inchinato il capo, prega segretamente:

Memori adunque di questo comandamento salutare e di tutto ciò che è stato fatto per noi, della croce, della tomba, della resurrezione dopo tre di, dell’ascensione al cielo, della sede alla destra (del Padre), del secondo e glorioso avvento.

Ad alta voce: Le cose tue scelte tra quelle che son tue a te offriamo in tutto e per tutto.

Il coro: Te inneggiamo, te benediciamo, a te rendiamo grazie, o Signore, e ti preghiamo, O Dio nostro.

 

[Il Sac. inchinato di nuovo il capo, prega segretamente: Ancora ti offriamo questo  culto spirituale ed incruento, e t’invochiamo, ti preghiamo e ti supplichiamo. Manda il tuo Santo Spirito sovra di noi e sovra questi doni posti qui sull’altare.

e. Epiclesi

Il Sac. e il Diac. s’inchinano tre volte ed il Sac. facendo il segno della croce sopra il s. pane, dice: E fa di questo il prezioso corpo del tuo Cristo.

Il Diac. Così sia.

Poi benedicendo il calice: E di ciò che è in questo calice, il prezioso sangue del tuo Cristo.

Il Diac. Così sia.

E, benedicendo l’uno e l’altro, dice: Transmutandole per virtù del tuo Santo Spirito.

Il Diac. Così sia, così sia, così sia.

[Il Sac. continua segretamente: Acciocché per coloro che si comunicano siano purificazione dell’anima, remissione de’ peccati, comunicazione dello Spirito Santo, adempimento del regno de’ cieli, titolo a libera confidenza davanti a te, non cagione di giudizio e di condanna.]

f. Intercessione

Ancora ti offriamo questo culto razionale, per quei che riposano nella fede, progenitori, padri, patriarchi, profeti, apostoli, predicatori, evangelisti, martiri, confessori, continenti e per ogni spirito consumato nella fede.

Quindi, incensando la s. mensa sul davanti, dice ad alta voce:

In modo particolare per la tutta santa, intemerata, benedetta sopra ogni creatura, la gloriosa nostra Signora, Madre di Dio e sempre vergine Maria.

E passa il turibolo al Diacono che, incensando intorno la s. mensa, commemora i morti inscritti nei dittici.

E il coro canta il megalinario della Madre di Dio:

Egli è veramente giusto chiamar beata te, o Deipara, sempre benavventurata e tutta immacolata e Madre del nostro Dio. Te più onorabile dei Cherubini e incomparabilmente più gloriosa dei Serafini, te che senz’ombra di corruzione partoristi il Verbo di Dio, te magnifichiamo qual vera Madre di Dio.

[E mentre si canta questo, il Sac. benedice l’antidoron e continua a pregare segretamente: Per il santo Profeta e Precursore, Giovanni il Battista, per i santi, gloriosi e illustri Apostoli, per il santo N., del quale celebriamo la memoria, e per tutti i santi tuoi, per le cui suppliche, o Dio, deh! Riguardaci benignamente.Ti ricorda altresì di tutti quei che si sono addormentati nella speranza della resurrezione alla vita eterna (e commemora per nome i morti che vuole), e fa’ che riposino là dove brilla la luce del tuo volto. Ancora ti preghiamo, ricordati o Signore, di tutto l’episcopato degli ortodossi, di coloro che bandiscono rettamente la tua parola di verità, di tutto il presbiterato, del diaconato in Cristo, e di ogni ordine sacerdotale. Ancora ti offriamo questo culto razionale, per tutto il mondo, per la santa Chiesa cattolica ed apostolica, per coloro che vivono nella castità e nella santità, per i nostri re fedelissimi e amanti di Cristo, per tutta la corte e l’esercito loro. Concedi loro, o Signore, un regno pacifico, onde noi pure, nella calma loro, viviamo una vita quieta e tranquilla con tutta l a pietà ed onestà.]

Dopo ciò il Sac. commemora i vivi che vuole. Quindi dice ad alta voce: Ricordati in primo luogo, o Signore, del nostro santissimo Padre N., Papa di Roma, di T V. (ed enuncia il nome dell’ ordinario del luogo, sia esso semplice Vescovo o Arcivescovo o Metropolita o Patriarca) e concedi alletue sante chiese che essi in pace salvi, onorati, sani, longevi, predichino rettamente la tua parola di verità.

Il Diac. Stando presso la porta commemora i vivi inscritti nei dittici, e poi ad alta voce: E di quelli che ciascuno ha in mente, e di tutti e di tutte.

[Il Sac. continua a pregare segretamente: Ricordati, o Signore, della città (o monastero), nella (nel) quale dimoriamo, di ogni città e paese, e di tutti i fedeli che vi abitano. Ricordati, o Signore, dei naviganti, dei viandanti, dei malati, dei sofferenti, dei prigionieri e della loro liberazione. Ricordati, o Signore, di coloro che portan frutti e operano il bene nelle tue sante chiese e si ricordano de’ poveri, e manda sopra di noi tutti le tue misericordie.]

Il Sacerdote ad alta voce: E concedine che non una sola bocca e con un sol cuore diamo gloria e inneggiamo all’onorabilissimo e magnifico nome tuo, o Padre, e a quello del Figliuolo e dello Spirito Santo, ora e sempre, e ne’ secoli de’ secoli.

Il coro: Così sia.

E voltosi al popolo, lo benedice dicendo:

E le misericordie del grande Iddio e Salvator nostro Gesù Cristo siano con tutti voi.

Il coro: E col tuo spirito.

7. Dall’Anafora alla Comunione

a. Colletta

Il Diac. esce, e, postosi nel luogo consueto, dice:

Avendo fatto memoria di tutti i santi, ancora e poi ancora preghiamo in pace il Signore

Il Coro: Signore, pietà!

Per i preziosi doni, che sono stati offerti e consacrati, preghiamo il Signore.

Il Coro: Signore, pietà!

[Mentre si recitano queste preci, il Sac. prega segretamente.

Ti raccomandiamo, o Signore misericordioso, tutta la nostra e la nostra speranza, e t’invochiamo, ti preghiamo, ti supplichiamo. Rendici degni di partecipare dei sovraccelesti e tremendi misteri di questa sacra e spiritual mensa, con pura coscienza, per la remissione dei peccati, per il perdono dei falli, per la comunione dello Spirito Santo,  per l’eredità del regno dei cieli, per un titolo alla tua confidenza, e non per nostro giudizio e condanna.]

Acciocché il misericordioso Dio nostro, che li ha ricevuti, in odore di soavità Spirituale nel suo santo, sovracceleste, spirituale altare, ci mandi in contraccambio la divina grazia e il dono del Santo Spirito, preghiamo.

Il coro: Signore pietà!

Acciocché siamo liberi da ogni afflizione, ira, pencolo e necessità, preghiamo il Signore.

Il coro: Signore, pietà!

Soccorrici, salvaci, abbi pietà di noi e ci custodisci, o Dio, colla tua grazia.

Il coro: Signore, pietà!

Domandiamo al Signore che tutto questo giorno sia perfetto, santo, pacifico e senza peccato.

Il coro: Concedi, o Signore.

Domandiamo al Signore un angelo di pace, guida fedele, custode delle anime nostre e de’ nostri corpi.

Il coro: Concedi, o Signore.

Domandiamo al Signore perdono e remissione dei nostri peccati e dei nostri falli.

Il coro: Concedi, o Signore.

Domandiamo al Signore quanto è buono ed utile alle anime nostre, e la pace per il mondo.

Il coro: Concedi, o Signore.

Domandiamo al Signore la grazia di passare nella pace e nella penitenza quanto ci resta della vita nostra.

Il coro: Concedi, o Signore.

Domandiamo al Signore una morte cristiana, senza dolore, senza biasimo, placida, e una buona difesa dinanzi al suo tremendo tribunale.

Il coro: Concedi, o Signore.

Dopo aver domandata l’unità della fede e la comunione dello Spirito Santo, raccomandiamo noi stessi, e gli uni gli altri, e tutta la nostra vita a Cristo nostro Dio. Il coro: A te, o Signore.

b. Pater Noster

Il Sac. ad alta voce:

E rendici degni, o Signore, che con piena fiducia e senza condanna osiamo invocare te Dio Padre celeste, e dire:

Il coro: Padre nostro, che sei ne’ cieli, sia santificato il nome tuo, venga il regno tuo; sia fatta la volontà tua, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano e rimetti a noi i nostri debiti, come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori; e non c’indurre in tentazione, ma liberaci dal maligno.

Il Sac. Poiché il regno e la potenza e la gloria appartiene a te Padre e al Figliuolo e allo Spirito Santo, ora e sempre, e ne’ secoli de’ secoli.

Il coro: Così sia.

Il Sac. Pace a tutti (e benedice).

Il coro: E allo spirito tuo.

c. Orazione col capo inchinato

Il Diac. Inchinate il vostro capo al Signore.

Il coro: A te, o Signore.

Il Sac. ad alta voce: Per la grazia, per le misericordie e per la benignità dell’unigenito tuo Figliuolo, col quale sei benedetto insieme col tutto santo, buono e vivificante Spirito, ora e sempre, e nei secoli de’ secoli.

Il coro: Così sia.

[Il Sac. prega segretamente: Ti rendiamo grazie, o Re invisibile, che con la tua infinita potenza hai creato l’universo, e nella grandezza della tua misericordia tutte le cose dal nulla hai tratto all’esistenza. Tu, o Signore, riguarda dal cielo a questi che hanno umilmente inchinato la fronte innanzi a te, poiché non l’han chinata alla carne e al sangue, ma a te Dio tremendo. Tu dunque o Signore, compartisci a noi tutti, per nostro bene e secondo il bisogno di ciascuno, i doni qui presenti; naviga coi naviganti, viaggia coi viandanti, sana i malati, tu medico delle nostre anime e de’ nostri corpi.]

d. Elevazione e frazione

Poi il Diac. ad alta voce: Stiamo attenti!

E il Sac. inchinandosi ed elevando il santo pane, dice ad alta voce:

Le cose sante ai santi.

Il coro: Un solo è il Santo, un solo è il Signore, Gesù Cristo, nella gloria di Dio Padre. Così sia.

Quindi si canta il Kinonikon.

[Il Sac. spezza il s. pane in Quattro e lo dispone nel s. disco in forma di croce; il Diac. dice: Signore, empi il s. calice.

Il Sacerdote prende la particola segnata IC, e la mette nel calice. Poi il Diac. versa un po’ d’acqua calda nel s. calice].

8. La S. Comunione

a. Comunione del Sac. e del Diac.

Il Sac. ed il Diac. recitano le preghiere della Comunione.

Credo, o Signore, e confesso che tu sei veramente il Cristo, figliuolo di Dio vivente venuto nel mondo per salvare i peccatori, de’ quali il primo sono io. Credo ancora che questo è il medesimo tuo Corpo immacolato, e questo il medesimo tuo sangue prezioso. Te ne prego adunque, abbi pietà di me e perdonami le mie colpe, volontarie e involontarie, commesse colla parola e coll’opera, con conoscenza e senza. Fammi degno di partecipare, senza condanna, de’ tuoi misteri immacolati, per la. Remissione dei peccati e per la vita eterna. Così sia.

Ecco io m’appresso alla divina comunione:

O mio Creatore, deh! non bruciarmi con questa partecipazione,

Poiché tu sei fuoco che arde gl’indegni.

Deh! purificami dunque da ogni sozzura.

Del tuo mistico convito, o figliuolo di Dio, fammi oggi partecipe; che io non paleserò il Mistero ai tuoi nemici; non ti darò un bacio come Giuda; ma come il Ladrone io ti dico: Ti sovvenga di me, o Signore, quando sarai nel tuo regno.

Rabbrividisci, o uomo, vedendo il sangue divino:

Che è carbone ardente che brucia gl’indegni.

Il corpo di Dio m’india e mi nutrisce;

India lo spirito e mirabilmente nutrisce l’intelletto.

– Tu mi hai attirato, o Cristo, col desiderio e inebriato col tuo amore divino deh! ardi con fuoco immateriale i miei peccati e fammi degno di saziarmi delle tue delizie, affinché nell’esultanza io magnifichi, o Buono, le due tue venute.

– Come entrerò io, indegno come sono, negli splendori del tuo Santuario? Poiché, se oso entrare nella sala delle nozze, l’abito che io porto mi condanna, perché non è l’abito nuziale; e, incatenato, sarò cacciato via dagli Angeli. Lava, o Signore, la sozzura dell’anima mia, e mi salva, tu che sei amante degli uomini.

– O Sovrano amante degli uomini, Signore Gesù Cristo, mio Dio, fa’ che questi doni non siano per me causa di condanna a motivo della mia indegnità, ma siano purificazione e santificazione dell’anima e del corpo e caparra della vita e del regno futuro. E’ buono per me l’essere unito a Dio, riporre nel Signore la speranza della mia salvezza.

E di nuovo :

Del tuo mistico convito ecc. (come sopra).

Il Sac. poi prende una particola, del santo pane e dice:

Si comunica a me N. Sacerdote il prezioso e tuttosanto corpo di nostro Signore e Dio Salvatore Gesù Cristo, in remissione dei miei peccati e per la vita eterna.

E così si comunica del santo pane con timore e con ogni precauzione.

Poi dice: Diacono, appressati.

E il Diac. appressandosi, dice:

Ecco, io m’appresso a Cristo Re immortale e Dio nostro. Impartiscimi, o Sovrano, il prezioso e santo corpo del Signore e Dio Salvatore nostro Gesù Cristo, in remissione de’ miei peccati e per la vita eterna.

E fa un’inchino, chiedendo piamente perdono. E il Sac. prendendo del s. pane lo dà al Diacono, dicendo:

Si comunica a te N. Diacono il prezioso e Santissimo corpo del Signore e Dio Salvator nostro Gesù Cristo, in remissione dei tuoi peccati e per la vita eterna.

Il Diac., dopo aver baciato la mano che lo comunica, si ritira dietro l’altare, dove, come il sacerdote, si comunica col santo pane che tiene nella palma della destra. Indi il Sac. prende con ambe le mani il santo calice insieme col velo e dice:

Ancora si comunica a me N. Sacerdote il prezioso e santissimo sangue del Signore e Dio e Salvator nostro Gesù Cristo, in remissione de’ miei peccati e per la vita eterna.

E ne prende tre volte, si asterge col velo che tiene in mano le labbra e il calice, e dopo averlo baciato, chiama il diacono, dicendo:

Ierodiacono, appressati anche una volta.

Il Diac. va innanzi alla s. mensa, si asterge attentamente sul s. disco la palma della mano con la spugna, dicendo:

Mi appresso ancora una volta: impartiscimi, Signore, il prezioso e santissimo sangue del Signore e Dio Salvator nostro Gesù Cristo, in remissione dei miei peccati e per la vita eterna.

E il Sac., facendolo partecipare tre volte del s. calice, dice:

Ancora si comunica a te Àr . Ierodiacono il prezioso e santissimo sangue del Signore e Dio e Salvator nostro Gesù Cristo, in remissione de’ tuoi peccati, e per la vita eterna.

Dopo che il Diac. s’è comunicato, il Sac. dice:

Questo ha toccato le tue labbra, e cancellerà le tue iniquità e purgherà i tuoi peccati.

Allora il Diac. prende il S. disco e, tenendolo sopra il s. calice, lo terge molto accuratamente con la Spugna, e con attenzione e devozione copre col velo il santo calice, e parimenti pone sul santo disco lasterisco e i veli.

[Intanto il Sac. legge segretamente la Preghiera di ringraziamento: Ti rendiamo grazie, misericordioso Signore, benefattore delle anime nostre, perché anche in questo giorno ci hai tenuti degni dei tuoi sovraccelesti e immortali misteri. Rendi diritta la nostra via, confermaci tutti nel tuo timore, custodisci la nostra vita, assicura i nostri passi in considerazione delle preghiere e delle suppliche della gloriosa Madre di Dio e sempre vergine Maria, e di tutti i santi tuoi.]

b. Comunione dei fedeli

Dopo l’Alleluia del kinonikon, apertasi la porta speciosa, il Diac. prende dal Sacerdote il santo calice coperto, e, avanzandosi sulla porta, lo eleva e dice ad alta voce: Con timore di Dio, con fede e carità appressatevi.

Il Sac. si avvicina, prende il Calice dalle mani del Diac. Quindi distribuisce la S. Comunione col cucchiaino ai fedeli che la ricevono sotto le due specie. Il

Sac. dice al Comunicante: Il Servo di Dio N. riceve il prezioso e tutto santo corpo e sangue del Signore e Dio Salvatore nostro Gesù Cristo per la remissione de’ suoi peccati e per la vita eterna. Così sia.

Mentre i fedeli si comunicano il coro canta una o più volte, secondo il numero de’ comunicanti, il tropario: Del tuo mistico Convito, o Figliuolo di Dio, fammi oggi partecipe; ch’io non paleserò il Mistero ai tuoi nemici; non ti darà un bacio come quello di Giuda; ma come il Ladrone io ti confesso: Ti sovvenga di me, o Signore, quando sarai nel tuo regno.

Quindi il Sac. benedicendo il popolo, dice: Salva, o Dio, il tuo popolo, e benedici la tua eredità.

c. Reposizione delle s. specie

Il coro: Abbiam veduto la vera luce, abbiam ricevuto lo spirito sovracceleste, abbiam trovata la vera fede, adorando la Triade indivisibile, poiché questa ci salvò.

[Il Sac. e il Diac. fanno ritorno alla s. mensa.

Quindi il Sac. prende il s. disco e lo pone sul capo al diacono.

Questo tenendolo devotamente e guardando verso il popolo senza dir nulla, se ne va alla Pròtesi e ve lo depone.]

[Il Sac. preso il santo calice, dice segretamente: Benedetto sia il nostro Dio.]

E rivolto al popolo, ad alta voce: In ogni tempo, ora e sempre, e ne’ secoli de’ secoli.

Il coro: Così sia.

E depone il calice sull’altare della preparazione.

9. Ringraziamento e rinvio

E il diacono uscito e messosi nel solito posto, dice:

In piedi! Ora che abbiam partecipato dei divini, santi, intemerati, immortali, sovraccelesti e vivificanti tremendi Misteri di Cristo, rendiamo degne grazie al Signore.

Il coro: Signore, pietà!

Soccorrici, salvaci, abbi pietà di noi, e ci custodisci, o Dio, con la tua grazia. Il coro: Signore, pietà!

Dopo aver domandato che questo giorno tutto sia perfetto, santo, tranquillo e senza peccato, raccomandiamo noi stessi, e gli uni gli altri, e tutta la nostra vita a Cristo Dio.

Ed entra nel santuario.

Il coro: A te, Signore.

Il Sac. ad alta voce:

Poiché tu sei la nostra santificazione, e rendiamo gloria a te Padre e al Figliuolo e allo Spirito Santo, ora e sempre, e nei secoli de’ secoli.

Il coro: Così sia.

Il Sac.: Andiamo in pace.

Il Diac.: Preghiamo il Signore.

Il coro: Signore, pietà!

Il Sac. esce dalla porta santa e stando dinanzi alla icone di N. S. Gesù Cristo, recita ad alta voce questa preghiera detta opistambona:

O Signore, tu che benedici quei che ti benedicono, e santifichi coloro che confidano in te, salva il popolo tuo e benedici la tua eredità. Custodisci l’insieme della tua Chiesa, santifica coloro che amano il decoro della tua casa; tu in contraccambio li glorifica con la tua divina potenza, e non abbandonar noi che speriamo in te. Dona la pace al mondo ch’è tuo, alle tue chiese, ai Sacerdoti, ai nostri re, all’esercito e a tutto il popolo tuo; poiché ogni grazia buona e ogni dono perfetto vien dall’alto, scendendo da te Padre dei lumi, e a te rendiamo gloria, azione di grazie e adorazione, a te Padre e al Figliuolo e allo Spirito Santo, ora e sempre, e ne’ secoli de’ secoli. Il coro: Così sia.

Il coro: Sia benedetto  il nome del Signore da ora e fino all’eternità (tre volte).

[Il Sacerdote rientra per le porte sante, si reca alla Protesi e dice segretamente questa orazione:

O Cristo, Dio nostro, tu che sei l’adempimento della legge e de’ profeti, che hai compiuta pienamente la missione avuta dal Padre, riempi di gioia e di letizia i nostri cuori, in ogni tempo, ora e sempre, e ne’ secoli. Così sia.]

Il Diac. Preghiamo il Signore.

Il coro: Signore, pietà!

Il Sac. benedicendo:

La benedizione e la misericordia del Signore scenda sopra di noi colla sua grazia e il suo amore per gli uomini, in ogni tempo, ora e sempre, e nei secoli dei secoli.

Il coro: Così sia.

Il Sac. Gloria a te, o Cristo Dio, speranza nostra, gloria a te.

Il Lettore: Gloria al Padre  e al Figliuolo e allo Spirito Santo, ed ora e sempre, e nei secoli de secoli. Cosi sia. Signore, pietà! (tre volte) Signore venerando, benedici.

[Frattanto il Diac. Recatosi alla Pròtesi raccoglie e riunisce con timore e con ogni cura le sante specie, onde nessuna particella, sia pur tenuissima, cada o rimanga; poi si lava le mani nel lavabo.]

Il Sac. rivolto al popolo dice l’apolisi:

Cristo verace Dio nostro, per l’intercessione della santa Madre sua, tutta intemerata, tutta immacolata, per la virtù della preziosa e vivificante Croce, per la protezione delle venerande e sovraccelesti Podestà incorporee, per le supplicazioni del venerando e glorioso Profeta e Precursore Giovanni Battista, dei gloriosi e celebrati Apostoli (del santo della chiesa, se e Profeta, Apostolo o Gerarca), de’ santi gloriosi e vittoriosi Martiri (del santo della chiesa, se è Martire), dei venerandi e teofori Padri nostri (del santo della chiesa, se Confessore), del santo Padre nostro Giovanni Crisostomo, Arcivescovo di Costantinopoli, dei santi e giusti progenitori di Dio, Gioacchino ed Anna (del santo del giorno), di cui celebriamo la memoria e di tutti i Santi, abbi pietà di noi e ci salvi, Dio buono qual è ed amante degli uomini.

Il Sac. di nuovo:

Per le preghiere de’ nostri santi padri, Signore Gesù Cristo, Dio nostro, abbi pietà di noi.

Il coro: Così sia.

10. Distribuzione dell’antidòro

Quindi il Sac. distribuendo il santo antidòro, dice ad ognuno:

La benedizione e la misericordia del Signore scenda sopra di te, in ogni tempo, ora e sempre, e ne’ secoli de’ secoli. Così sia.

E ognuno, ricevuto che abbia l’antidòro e fatto un inchino profondo, esce in buon ordine dalla chiesa.

11. Ultime preghiere

Il Sac. dopo la distribuzione del s. antidòro, entrato nel santuario, si spoglia delle vesti sacerdotali, dicendo:

Or tu rimandi il tuo servo, o Signore, secondo la tua parola, in pace: poiché han veduto gli occhi miei la tua salute, la quale hai preparata nel cospetto di tutti i popoli luce per illuminar le genti, e gloria d’Israel, tuo popolo.

Poi recita il trisagio, l’apolytikion del giorno e quello di s. Giov. Crisostomo:

La grazia, che brillò dalla tua bocca, qual face, illuminò l’universo, depose nel mondo tesori di disinteresse, mostrò a noi la sublime altezza dell’umiltà. Or tu, ammaestrandoci con la tua parola, o padre nostro Giovanni Crisostomo, prega Cristo, il Verbo Divino, di salvare le anime nostre.

Quindi il kontàkion del giorno e quello di s. Giovanni Crisostomo.

Dal cielo hai ricevuta la grazia divina, e dalle tue labbra noi tutti impariamo ad adorare Iddio Uno nella Trinità, o beatissimo s. Giovanni Crisostomo. Giustamente a te inneggiamo: sei difatti Dottore nostro, poiché ci scopri le verità divine.

Ovvero: Signore, pietà (12 volte).

Gloria al Padre e al Figliuolo e allo Spirito Santo, ed ora e sempre, e ne’ secoli dei secoli. Così sia.

Te più onorabile de’ Cherubini e incomparabilmente più gloriosa dei Serafini, te che senz’ombra di corruzione partoristi il Verbo di Dio, te magnifichiamo qual vera Madre di Dio.

Fa quindi l’apòlisi.

E, dopo aver baciata la santa mensa, dalla quale ricevette la grazia del sacerdozio come sorgente delle divine grazie e della santificazione, dice:

Per le preghiere de’ nostri santi Padri, ecc.

E fatto un inchino, e rese grazie a Dio, esce.

IMPRIMI POTEST

Romæ, 19 ian. 1937.

P . RAPHAEL BITETTI

Præp. prov. Rom. S. I.

IMPRIMATUR

Romæ, 19 ian. 1937.

ALOYS. TRAGLIA

Archiep. Cæsar., Vic. ger.

ROMÆ

 

Autore: Associazione Cristo-Re Rex regum

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