PREZIOSISSIMO SANGUE DI NOSTRO SIGNOR GESÙ CRISTO

PREZIOSISSIMO SANGUE

DI NOSTRO SIGNOR GESÙ’ CRISTO

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Scopo della festa.

[Dom Guéranger: “L’anno liturgico, vol II]

La Chiesa ha già rivelato ai figli della nuova Alleanza il valore del Sangue dal quale furono riscattati, la sua virtù nutritiva e gli onori dell’adorazione che esso merita. Il Venerdì Santo, la terra e i cieli videro tutti i peccati immersi nel fiume della salvezza le cui eterne dighe si erano infine rotte, sotto la pressione associata della violenza degli uomini e dell’amore del Cuore divino. La festa del Santissimo Sacramento ci ha visti prostrati davanti agli altari in cui si perpetua l’immolazione del Calvario e l’effusione del Sangue prezioso divenuto la bevanda degli umili e l’oggetto degli omaggi dei potenti di questo mondo. Oggi tuttavia la Chiesa invita nuovamente i cristiani a celebrare i flutti che si effondono dalla sacra sorgente: che altro significa ciò, se non che, le solennità precedenti non ne hanno certamente esaurito il mistero? La pace ottenuta da quel Sangue; lo scorrere delle sue onde che riportano dagli abissi i figli di Adamo purificati; la sacra mensa imbandita per essi, e quel calice di cui esso costituisce l’inebriante liquore: tutti questi preparativi sarebbero senza scopo, tutte queste meraviglie resterebbero incomprese se l’uomo non vi scorgesse le proposte d’un amore le cui esigenze non vogliono essere sorpassate dalle esigenze di nessun altro amore. Il Sangue di Gesù deve essere per noi in quest’ora il Sangue del Testamento, il pegno dell’alleanza che Dio ci propone (Es. XXIV, 8; Ebr. IX, 20), la dote costituita dall’eterna Sapienza che invita gli uomini a quella divina unione di cui lo Spirito di santità procura senza fine il compimento nelle nostre anime.

Virtù del Sangue di Gesù.

« Avendo dunque, o fratelli – ci dice l’Apostolo – in virtù del sangue di Cristo, la fiducia di entrar nel Santo dei Santi, per la via nuova e vivente che egli inaugura per noi attraverso il velo, cioè attraverso la sua carne, accostiamoci con cuore sincero, colla pienezza della fede, purificato il cuore dalla cattiva coscienza, col corpo lavato dall’acqua pura. Conserviamo senza vacillare la professione della nostra speranza (essendo fedele chi ha promesso) e vigiliamoci a vicenda, per stimolarci alla carità e alle opere buone (Ebr. X, 19-24). E il Dio della pace, il quale ha ritolto alla morte nostro Signor Gesù Cristo, vi renda capaci d’ogni bene, in modo che voi facciate la sua volontà, mentre egli opera in voi ciò che gli è grato per Gesù Cristo, a cui sia gloria nei secoli dei secoli» (ibid. XIII, 20-21).

Storia della festa.

Non dobbiamo omettere di ricordare qui che questa festa è il memoriale di una fra le più splendide vittorie della Chiesa. Pio IX era stato scacciato da Roma, nel 1848, dalla Rivoluzione trionfante; in quegli stessi giorni, l’anno seguente, egli vedeva ristabilito il suo potere. Il 28, 29 e 30 giugno, sotto l’egida degli Apostoli, la figlia primogenita della Chiesa, fedele al suo glorioso passato, cacciava i nemici dalle mura della Città eterna; il 2 luglio, festa di Maria, terminava la conquista. Subito un duplice decreto notificava alla città e al mondo la gratitudine del Pontefice e il modo in cui egli intendeva perpetuare mediante la sacra Liturgia il ricordo di quegli eventi. – Il 10 agosto, da Gaeta, luogo del suo rifugio durante la burrasca, Pio IX, prima di tornare a riprendere il governo dei suoi Stati, si rivolgeva al Capo invisibile della Chiesa e Gliela affidava con l’istituzione dell’odierna festa, ricordandogli che, per quella Chiesa egli aveva versato tutto il suo Sangue. Poco dopo, rientrato nella capitale, si rivolgeva a Maria, come avevano fatto in altre circostanze san Pio V e Pio VII; il Vicario dell’Uomo-Dio attribuiva a Colei che è l’Aiuto dei cristiani l’onore della vittoria riportata nel giorno della sua gloriosa Visitazione, e stabiliva che la festa del 2 luglio fosse elevata dal rito doppio maggiore a quello di seconda classe per tutte le Chiese: preludio alla definizione del dogma dell’Immacolata Concezione, che l’immortale Pontefice fin d’allora aveva in mente, e che doveva schiacciare ancor più il capo del serpente. – Poi, nel corso del Giubileo indetto nel 1933 per commemorare il XIX centenario della Redenzione, Papa Pio XI, onde imprimere maggiormente nell’animo dei fedeli il ricordo e la venerazione del Sangue del Divino Agnello e per invocarne sulle anime nostre frutti più abbondanti, elevò la festa del Preziosissimo Sangue al doppio di prima classe.

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Sermone di san Giovanni Crisostomo Omelia ai Neofiti

Volete conoscere la virtù del sangue di Cristo? Risaliamo a ciò che l’ha figurato, e ricordiamo il suo primo simbolo, e narriamo il passo dell’antica Scrittura. Nell’Egitto, Dio minacciava gli Egiziani d’una decima piaga, di far perire a mezzanotte i loro primogeniti, perché trattenevano il suo popolo primogenito. Ma, affinché l’amato popolo Giudaico non perisse insieme con quelli, abitando tutti uno stesso paese, egli trovò un mezzo di riconoscimento. Esempio meraviglioso fatto apposta per farti conoscere la virtù del sangue di Cristo. Gli effetti della collera divina erano attesi e il messaggero di morte andava di casa in casa. Che fa allora Mosè? Uccidete, dice, un agnello d’un anno, e col suo sangue tingete le porte. Che dici, Mosè? Il sangue di un agnello può dunque preservare l’uomo ragionevole? Certo, egli risponde; non perché è sangue, ma perché esso è figura del sangue del Signore. – Poiché come le statue dei re, pur inerti e mute, proteggono d’ordinario gli uomini dotati d’anima e di ragione i quali si rifugiano presso di esse, non perché sono di bronzo ma perché sono l’immagine del principe; così quel sangue, privo di ragione, liberò gli uomini aventi un’anima, non perché era sangue, ma perché annunziava la venuta di questo sangue. E allora l’Angelo devastatore vedendo gli stipiti e le porte tinte, passò oltre e non osò entrare. Se dunque ora il nemico invece delle porte tinte d’un sangue figurativo, vedrà le labbra dei fedeli, porte dei templi di Cristo, arrossate del suo vero sangue, molto più esso se ne allontanerà. Perché se l’Angelo si ritirò davanti alla figura, quanto più sarà atterrito il nemico nel vedere la stessa realtà? Vuoi conoscere ancora un’altra virtù di questo sangue? Sì. Guarda donde prima s’è sparso e da qual fonte è uscito. Esso è uscito prima dalla croce medesima; il costato del Signore ne fu la sorgente. Difatti morto Gesù, è detto, e ancora sospeso alla croce, si avvicina un soldato, ne percuote il lato colla lancia e ne esce acqua e sangue; l’una simbolo del battesimo, l’altro del sacramento. E perciò non disse: Uscì sangue e acqua; ma uscì prima l’acqua e poi il sangue, perché prima siamo lavati nel battesimo, e poi consacrati dai santi misteri. – Un soldato aprì il costato, e fece un’apertura nella parete del tempio santo; ed io v’ho trovato un tesoro prezioso, e mi rallegro di scoprirvi delle grandi ricchezze. Così è avvenuto pure di quest’agnello: i Giudei uccisero l’Agnello, ed io vi ho riconosciuto il frutto del sacramento. Dal costato uscì sangue ed acqua. Non voglio, uditore, farti passare sì rapidamente sui secreti di tanto mistero; mi resta ancora a dire una cosa mistica e profonda. Dissi quest’acqua e questo sangue esser simbolo del Battesimo e dei sacri misteri. Infatti per essi fu fondata la Chiesa mediante la rigenerazione del bagno e la rinnovazione dello Spirito Santo. Per il Battesimo, dico, e i sacri misteri, che sembrano usciti dal costato. Dal suo costato dunque Cristo ha edificato la Chiesa, come dal costato di Adamo fu tratta Eva, sua sposa. Ond’è che (San) Paolo attesta dicendo: «Noi siamo membra del suo corpo e delle sue ossa» (Eph. 5,30), alludendo a questo costato. Invero, come Dio fece uscire la donna dal costato d’Adamo, così Cristo ci ha dato dal suo costato l’acqua e il sangue, destinati alla Chiesa come elementi riparatori.

Omelia di sant’Agostino Vescovo Trattato 120 su Giovanni

L’Evangelista ha usato una parola studiata, perché non ha detto: Gli percosse il costato, o ferì, o altro di simile, ma: “Aprì”; per mostrarci che la porta della vita ci si apre in certo qual modo là donde sono sgorgati i sacramenti della Chiesa, senza i quali non si ha accesso alla vita, ch’è la sola vera vita. Quel sangue che fu versato, fu versato per la remissione dei peccati. Quell’acqua ci tempera la bevanda della; salvezza; ed essa è insieme bagno, purificatore e bevanda. Questo significava l’ordine dato a Noè di aprire una porta nel fianco dell’arca per farvi entrare gli animali che non dovevano perire nel diluvio e che rappresentavano la Chiesa. Perciò la prima donna fu tratta dal costato dell’uomo addormentato e fu chiamata la vita e la madre dei viventi. Perché simboleggiava un gran bene, prima che commettesse il gran male della prevaricazione. Questo secondo Adamo, chinato il capo, si addormentò sulla croce, affinché ne fosse formata la sua sposa che uscì dal costato di lui addormentato. O morte, per cui i morti rianno la vita! Che più puro di questo sangue? Che più salutare di questa ferita? – Gli uomini erano schiavi del diavolo, e servivano ai demoni; ma sono stati riscattati dalla schiavitù. Essi infatti poterono bensì vendersi, ma non poterono riscattarsi. Venne il Redentore, e sborsò il prezzo; sparse il suo sangue, e ricomprò il mondo. Chiedete che cosa ha comprato? Guardate quel che ha dato e vedrete quel che ha comprato. Il sangue di Cristo n’è il prezzo. Che vale esso mai? che cosa, se non tutto il mondo? che cosa, se non tutte le genti? Sono molto ingrati al suo prezzo, o sono molto superbi coloro che dicono ch’esso vale sì poco d’aver comprato soltanto gli Africani, o ch’essi sono tanto grandi che fu sborsato soltanto per essi. Non si millantino dunque, non s’insuperbiscano. Quello che ha dato, lo ha dato per tutti. – Egli ebbe il sangue, onde riscattarci; e perciò prese il sangue, perché servisse ad essere versato per la nostra redenzione. Il sangue del tuo Signore, se lo vuoi, è stato dato per te: ma se non vuoi, non è stato dato per te. Ma forse dirai: Ebbe il mio Dio il sangue onde redimermi, ma ormai lo diede tutto, quando soffrì: che gliene rimane ancora da darlo anche per me? E questa è la gran cosa, che lo diede una volta, e lo diede per tutti. Il sangue di Cristo per chi vuole è salvezza, per chi non vuole è condanna. Perché dunque tu, che non vuoi morire, dubiti d’essere liberato piuttosto dalla seconda morte? Dalla quale sarai liberato, se vuoi prendere la tua croce, e seguire il Signore; perché Egli prese la sua, e andò in cerca dello schiavo.

Invito a questa Devozione.

[G. Riva: Manuale di Filotea – Milano 1888]

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Basta esser cristiano per professare una speciale devozione al Sangue divino di Gesù Cristo. Desso infatti è nientemeno che il prezzo con cui tutti gli uomini furono riscattati dalla schiavitù dell’inferno, quel mosto misterioso colla cui aspersione l’anima nostra si purificò d’ogni macchia e divenne oggetto di compiacenza agli occhi di Dio, quella mediazione che è sempre efficace ad ottenere misericordia, più che non fosse il sangue di Abele a domandare vendetta; quella fonte sempre patente da cui ognuno può trarre con gaudio acque di misericordia e di grazia. Di qui è che il Crisostomo la chiama “Salvezza delle anime”, S. Tommaso “Chiave dei tesori celesti”, Sant’Ambrogio “Oro prezioso d’infinito valore”, S. Bernardo “Tromba che altamente risuona misericordia e clemenza, e S. Maria Maddalena de’ Pazzi “Pegno e Caparra di vita eterna”. Egli è perciò che Eugenio IV, Paolo II1, Paolo IV, Gregorio XIII accordarono numerosi privilegi alla confraternita del Prezioso Sangue eretta nella Chiesa di “Santa Maria in Vado”, in Roma. Questa pia Unione venne poi confermata in perpetuo nel 1285 da Sisto V. Venuta però in qualche decadenza una sì pia istituzione, si adoperò per rilevarla il canonico Gaspare de Bufalo, di cui vassi ora inoltrando in Roma il processo di Canonizzazione [fu poi effettivamente canonizzato nel 1954 da SS. Pio XII -ndr.- ]. Né furono vani i suoi sforzi, perocché in poco d’ora vide divenute famigliarissime in Roma e in molti altri paesi le sante pratiche da lui suggerite, specialmente quella delle Sette Offerte costituenti la Corona del preziosissimo , non che quella di un mese intero, e specialmente quello di giugno, parzialmente destinato a questo culto. [oggi luglio]. A questo dilatamento, che va sempre crescendo, contribuì l’istituto dei Missionari detti del preziosissimo Sangue fondati dallo stesso Canonico, non ché Monsignor Strambio, Vescovo di Macerata che ne fu sempre devotissimo. Nelle vicinanze di Roma, nei villaggi cioè di Genzano, di Laricia, di Nemi niente è più comune che il trovar scritto sopra le porte “Viva il Sangue dì Gesù Cristo”. Ciò ricorda l’efficacia della predicazione di Gaspare del Buffalo che riusciva a radicar dappertutto il culto ch’ei professava pel primo, e quindi mettere tutte le case sotto la protezione del Sangue di Gesù-Cristo, come le case degli Ebrei in Egitto erano sotto il patrocinio del Sangue dell’Agnello che bastava, da sè solo, a perseverarle dalla spada dell’Angelo sterminatore.- Professate dunque ancor voi una divozione particolare al Sangue SS. di Gesù Cristo, e una felice esperienza vi obbligherà a confessare col Grisostomo, che questo Sangue adorabile è un fiume misterioso che irriga tutta la terra, e la feconda e la adorna d’ogni più bella specie di alberi ciascheduno dei quali produce a suo tempo i frutti più belli e saporosi.

Sulle Reliquie del Preziosissimo SANGUE

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Fu dunqe già sentimento di molti critici, che il Sangue Preziosissimo di Gesù Cristo che molte chiese si glorificano di possedere non fosse altro che sangue miracoloso sgorgato da qualche Crocifisso maltrattato dagli Ebrei, fra i quali è famoso quel di Perito, oppure da qualche Sacra Ostia egualmente maltrattata. Ma il rispetto che si deve alle venerabili e pie tradizioni riconosciute legittime dai Papi stessi che ne fecero l’esame il più accurato e le autenticarono con il’appoggio dei loro più solenni Decreti, non lascia più luogo a dubitare che questo Sangue di cui si parla, anziché sangue miracoloso dei Crocifissi e delle Ostie, sia proprio sangue naturale di Gesù Cristo, cioè parte di quel Sangue che sgorgò dalle sue vene nei giorni tormentosi di sua passione . Né vale l’opporre in proposito che Gesù Cristo, nella sua Risurrezione, riprendendo tutto quello che aveva perduto, doveva ancor prendere tutto il sangue che in qualsivoglia modo aveva versato; perocché i più dotti teologi fanno notare che, a restituire nel pristino stato la sua divina Umanità, non era necessario che Gesù Cristo riprendesse fino all’ultima goccia tutto quel sangue che era uscito dal divino suo corpo, ma bastava che egli riprendesse tutto quello che era necessario a costituire perfetta la propria umanità, non ostando per niente alla sua integrità il lasciare in terra qualche piccola parte a fomento speciale di devozione ne’ suoi fedeli adoratori, onde alla vista di queste moltiplicate testimonianze della sua carità verso di noi, venissero essi a sempre più accendersi di amore verso di Lui. Tale infatti è infatti la dottrina insegnataci dal Sommo Pontefice Pio II nel famoso suo Breve del 1 Agosto 1461, ordinato ad approvare quel culto che dalla più remota antichità, fu costantemente prestato al Preziosissimo Sangue venerato in Mantova, e sempre ritenuto per sangue vero e naturale del nostro Signore Gesù-Cristo. – A provare la ragionevolezza di questa credenza non occorre che di esaminare la storia di questo sacro deposito, sempre veneratissimo fra i Mantovani. Noi la rifereremo coll’ordine, e quasi ancora colle parole del celebre Fra Ippolito Donesmondi, accreditatissimo scrittore delle Memorie Ecclesiastiche di tale illustre città.

 

DEL SANGUE PREZIOSISSIMO DI GESÙ

venerato in Mantova.

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Longino, soldato romano della provincia di Isauria, presente alla morte di Cristo, Lo ferì con una lancia nel costato, e da questa ferita ne scaturì Sangue ed Acqua. Convertito da questo miracolo, raccolse con una spugna quanto più poté di quell’umore divino, e lo portò a Mantova l’anno di Cristo 36, ove si recò per predicarvi, come primo apostolo, il Vangelo. Ivi perseguitato dal prefetto Ottavio, per cui ordine fu poi decollato il 2 Dicembre dell’anno susseguente, che era il ventesimo primo del regno di Tiberio, pensò a mettere in sicuro la gran Reliquia che aveva seco portato, nascondendola sotto quel luogo ove adesso si ammira la chiesa oltremodo magnifica di S. Andrea. – Al tempo di Carlo Magno nell’804, per celeste rivelazione, venne a scoprirsi il preziosissimo deposito lasciatovi da Longino. Il fatto fu cosi strepitoso che il Papa Leone III si recò personalmente sul posto, ed accertatosi della verità, ne portò in dono una particella all’ Imperatore. – Nel 925, per paura degli Ungari che devastavano l’Italia, i Mantovani sotterrarono il detto preziosissimo Sangue, parte in S.Andrea, e parte in s. Paolo, che era allora la chiesa cattedrale. Nel 1053 Enrico III Imperatore, venuto apposta a Mantova, adorò questo preziosissimo Sangue e presone un poco, che portò in Boemia, fece murar sotterra il rimanente temendosi ancora l’invasione dei barbari che di continuo infestavano l’Italia. – Nel 1084, per rivelazione fatta dall’Apostolo s. Andrea al Beato Adalberto, fu nuovamente trovato il divino deposito: e pei grandi miracoli che ne seguirono, venne a Mantova il Papa Leone IX, e approvata la pubblica credenza, nonché il culto supremo che si prestava a quell’insigne Reliquia, ne portò una particella in Roma, ove si mostra tuttora. – Nel 1298 Bardellone Bonacorsi, reggendo Mantova, fece aprire il luogo ov’era nascosto detto Santissimo Sangue, e lo fece portare processionalmente per tutta la città con grande festa, poi lo rinserrò come prima. – Nel 1356 Carlo IV Imperatore, venuto a Mantova, fece rompere segretamente lo stesso luogo, ove era il detto SS. Sangue, lo adoro con gran devozione facendo poi acconciar tutto come prima; e 14 anni dopo concesse amplissimi privilegi alla chiesa di S. Andrea. – Nel 1402 Francesco Gonzaga vicario, quarto re di Mantova, fece rompere segretamente il detto luogo, è presa una particella di esso SS. Sangue, lo portò a Pavia in dono a Giovan Maria Visconti, secondo duca di Milano per riconciliarlo seco lui. – Nel 1459 venne a Mantova Pio II, e vi celebrò un Concilio, al fine del quale si disputò in sua presenza sulla verità di questo Sangue, e si conchiuse che era del vero real Sangue laterale di Gesù-Cristo, poi con suo breve : “Illius qui se pro dominici salvatione gregis”, etc. del 1 Agosto 1461 dichiarò non essere in nessun modo contrario alla cristiana Religione il ritenere che Gesù-Cristo abbia lasciata in terra qualche piccola particella de suo Sangue per maggiormente accrescerne la devozione dei fedeli, e ordinò che in ogni anno fosse quel Sangue mostrato al popolo come si fa. – Nel 1479 fu trovata in S. Paolo quella particella di questo Sangue che 556 anni prima vi era stata riposta e occorsero in quest’occasione grandi miracoli, onde poi fu sempre conservata in S. Pietro, che è l’attuale Cattedrale costruita in luogo dell’antica chiesa di s. Paolo. – Nel 1321, facendo professione nel monastero di S. Paola la beata suor Paola Gonzaga figliuola del Marchese Francesco e sorella del Duca Federico, il duca medesimo, per consolare la sorella che non aveva mai visto codesto Sangue, lo fece portare con bellissima processione da S. Andrea a Santa Paola, ove fu da tutte quelle Religiose adorato, e fu da tutta la città per tutto quel giorno riverito con universal commozione.

ALTRE RELIQUIE DEL SANGUE PREZIOSISSIMO DI G. G.

Nella chiesa di S. Basilio in Bruges, città della Fiandre si ritiene esservi del Sangue vero e reale di Cristo, raccolto da Giuseppe d’Arimatea e portatovi da Teodorico Alsazio conte di Fiandra nel suo ritorno da Terra Santa l’anno 1143. – Niceforo, scrittor greco, attesta che la Beata Vergine, stando sotto la croce, raccolse in un vaso qualche poco di Sangue versato dal suo divinissimo Figlio, e conservollo presso di sé. In Marsiglia se ne adora una porzione mescolata colla terra che ne fu inzuppata. Essa è chiusa in un vasetto portatovi da Santa Maria Maddalena. Questo sangue, dice il Plerio, nel Venerdì Santo si vede sensibilmente bollire con meraviglia di tutti.

 

 

 

 

GIACULATORIA

Per cui il Settembre 1817 Pio VII concesse l’Indulgenza di 100 giorni per ogni volta che si reciti con cuor contrito.

“Eterno Padre, io vi offro il Sangue preziosissimo di Gesù Cristo in isconto de’ miei peccati per i bisogni di santa Chiesa”.

 

Giaculatoria  

Salve, o Sangue di grazia e salute;

Su quest’alma contrita discendi;

Tu la tergi, t u bella la rendi;

Tu la torna al suo primo candor.

Salve, o Vittima augusta adorata,

D’un Dio’ grande infinito sol degna;

E Viva, viva l’Eterno che regna

Sovra un trono di gloria e d’amor.