La strana sindrome di nonno Basilio: 19

nonno

   Caro direttore, eccomi ancora qui davanti al mio aggeggio elettronico per raccontarle le strane vicende della mia famiglia, che si susseguono purtroppo ininterrottamente e turbinosamente. Ma veniamo ai fatti: in una chiara mattina primaverile, circa all’ora terza, ero intento a salmodiare il “Veni Creator Spiritus”, che apre la mia novena allo Spirito Santo, la madre di tutte le novene che, in verità, iniziata come tale, è poi diventata prima una “novantena”, poi una novena con prolungamento semestrale, infine una “giornaliera continua” che mi aiuta molto nella mia vigilanza spirituale, e giacché ci sono, anche per conservare le mie residue attività cerebrali. Con me erano ovviamente, anche se solo di passaggio, i miei cari nipoti Mimmo e Caterina che sostenevano a tratti la mia voce stentata. E ripensavo a come ci si sia potuti separare nella fede dalla Chiesa Cattolica Romana proprio su di un argomento chiave come lo Spirito Santo, così come successe nel 1054, anno in cui si verificò il cosiddetto scisma d’Oriente, perpetrato dall’orgoglio di Fozio che fu portato a disconoscere il Primato di Pietro, oltre che ad introdurre poi altre perniciose eresie. Come mi aspettavo, interviene subito Mimmo interrompendo il mio discorsetto: “Ma nonno, anche il mio parroco dice che tra Ortodossi e Cattolici romani non ci sono diversità sostanziali, forse più che altro di riti, e che quindi qui il discorso ecumenico può essere proficuamente attuato!”. “Caro Mimmo, se questa cosa l’avessi detta tu, conoscendoti per quel mattacchione che sei, mi sarei fatta una grassa risata, ma poiché sostieni che tali espressioni siano state proferite, anche se ho i miei dubbi, da un prelato, a sua volta confortato da autorità più alte e Caterina me ne da subito conferma, citando anche nomi illustri oltre a numerosi avvenimenti “ecumenici” tra alte cariche ecclesiastiche, sono costretto a puntualizzare, ricorrendo ai “rimasugli” della mia malandata memoria, dalla quale si riaffacciano prodigiosamente non solo gli insegnamenti dello zio Tommaso, santo sacerdote, come ripetutamente detto, ma pure i ricordi della tremenda campagna di Russia di un anziano medico veterinario, mio dirimpettaio in gioventù. Ciò premesso, andiamo ad analizzare attentamente la religione eretico-scismatica dei cristiani orientali, detta impropriamente “Ortodossa”, perché nei fatti non lo è proprio!. Anzitutto a livello linguistico va notato che “cattolici” e “ortodossi” sono due titoli che entrambe le istituzioni, sia la Chiesa romana, che la “setta” orientale, si auto-assegnano. Anche l’apostolicità, condizione necessaria per rendere validi i sacramenti[1], è condivisa sia dalla Chiesa romana sia da quelle orientali. Quale è dunque il problema? Interviene ancora Mimmo: “Secondo il mio amico idraulico bielorusso Yuri (ma dopotutto) la Chiesa romana ha perduto la vera ed originaria Fede”. “Ma questo, caro Mimmo –ribatto subito- è il leitmotiv tipico di ogni scismatico come giustifica che poi non si riesce mai a definire. Eppure, anche qui, analizzando realmente il processo storico che ha portato alla spaccatura tra Occidente ed Oriente cristiano, si comprende benissimo che la colpa di tale divisione è per lo più esclusivamente degli pseudo-ortodossi”. “Ed adesso tocca a te dimostrarlo, nonno”, mi dice Mimmo con aria di sfida.“Cominciamo allora dagli interessi politici. Sin dai primi secoli, la Chiesa Apostolica ha ribadito che il primato nella Chiesa spetta al vescovo di Roma, il Papa. Ne parla il Vangelo, lo ribadirono i Padri della Chiesa, lo affermarono solennemente i Concilii ecumenici, così come già detto in altre occasioni … vattele a ripassare. Negli Acta del Concilio di Nicea (325), ad esempio, al canone VI leggiamo, a proposito della precedenza di alcune sedi sulle altre: “In Egitto, nella Libia e nella Pentapoli siano mantenute le antiche consuetudini per cui il vescovo di Alessandria abbia autorità su tutte queste province; anche al vescovo di Roma infatti è riconosciuta una simile autorità. Ugualmente ad Antiochia e nelle altre province siano conservati alle chiese gli antichi privilegi”. La Chiesa poneva il vescovo di Alessandria, il vescovo di Gerusalemme e il vescovo di Antiochia come Patriarchi, ossia Vescovi con particolare onore e con particolare potere di giurisdizione su quelle regioni. Il Canone specifica che anche al Vescovo di Roma è riconosciuta una simile autorità, segno che i nuovi patriarcati venivano costituiti sul modello di quello romano, sebbene esclusivamente il Papa romano mantenesse il primato pietrino. Il primato di Roma non fu mai pienamente tollerato dal potere ecclesiastico e soprattutto politico delle regioni orientali. Già Costantino pare, secondo vari autori, che decise di farsi battezzare come ariano in punto di morte, in segno di disprezzo verso la Chiesa di Roma, Chiesa che insieme a tutte le altre aveva dichiarato – proprio nel Concilio da egli stesso convocato a Nicea – l’arianesimo come eresia. Dieci anni dopo Nicea, infatti, lo stesso Costantino convocò un conciliabolo a Tiro, dove condannò il vescovo patriarca di Alessandria, Sant’Atanasio, approvando il credo ariano. Le prime incrinature con l’Oriente, dunque, sono di natura prettamente politica. Costantino e i successivi imperatori cristiani cercavano di manovrare la Fede per questioni di potere e non di Verità religiosa. Fu sotto Teodosio, nel 381, che il Concilio di Costantinopoli I stabilì solennemente valide ed immutate le decisioni del Concilio di Nicea e ribadì la condanna all’arianesimo e alle varie innovazioni teologiche che si stavano diffondendo nell’area orientale, che in quanto innovazioni costituivano di per sé eresie (… un po’come tutte le innovazioni moderniste …. capiscimi bene Mimmo!) Fu in occasione di questo Concilio, e non prima, che fu istituita la figura del Patriarca di Costantinopoli, che tuttavia aveva un primato d’onore nella regione orientale ed era però sempre sottomesso alle decisioni del Pontefice. Dunque, impossibilitati a dare fondatezza teologica per praticare l’eresia del cesaropapismo, il clero orientale e le autorità imperiali continuarono a cercare pretesti teologici per screditare la Chiesa di Roma. Il primo fu, ovviamente, quello riguardante il primato petrino. Commenterà Sant’Alfonso: “È fuori dubbio che il Signore, comunicando a Pietro il nome di “pietra”, gli comunicò la potestà vicaria di capo ( … ) Inoltre disse il Signore a Pietro: “pasce agnos meos … pasce oves meas…”. Per pasce (pasci) si intende ogni atto pastorale di presiedere, condurre, ridurre, agnos (agnelli) sono tutti i fedeli, i figli, oves (pecore madri) sono gli Apostoli ed i Vescovi loro successori … potrei dirtene tanti altri ma mi fermo qui. Più volte fu ribadito il primato petrino del vescovo romano e più volte uscirono dissensi da parte dell’Impero e del clero bizantino. Ma la Chiesa può piegarsi alle esigenze politiche? Il patriarca di Costantinopoli fu quindi scomunicato nel 1054 da Papa Leone IX, ma questi, invece di ritrattare o ubbidire, senza autorità decise di scomunicare a sua volta il Pontefice romano, compiendo una insanabile frattura fra Occidente ed Oriente, nota più tardi con il nome di Grande Scisma. Sin dal 1054, le varie chiese orientali (molto differenti al loro interno anche a livello teologico, oltre che liturgico, in quanto autocefale, cioè autonome secondo fantasia…) sono cresciute in funzione della loro ostilità a Roma. Mentre la Chiesa Cattolica ha con il tempo approfondito e chiarito solennemente, attraverso i Concilii e le affermazioni dogmatiche e magisteriali, il deposito della Tradizione ereditata dagli Apostoli, le chiese ortodosse non hanno indetto più alcun Concilio ecumenico, per timore di dar ragione alla Chiesa Cattolica anche su un singolo dogma. Ne è un esempio clamoroso il dibattito sul Purgatorio. Qualsiasi cristiano orientale ortodosso, infatti, negherà l’esistenza del Purgatorio come regno ultraterreno alternativo ad Inferno e Paradiso, in cui sono destinate le anime di coloro che muoiono in stato di grazia ma che non hanno ancora espiato definitivamente le proprie colpe. Eppure, anche gli ortodossi durante le loro celebrazioni pregano per i defunti, tradizione che arriva dall’epoca apostolica ed anche preapostolica (come dimostrano i libri dei Maccabei) e che loro continuano a trasmettere. Tuttavia gli ortodossi non hanno avuto mai il coraggio di chiedersi: perché pregare per i defunti? Chiedilo anche al tuo amico Yuri vediamo cosa risponde … Infatti, se le anime dei defunti per cui si prega sono all’inferno, le preghiere sono inutili, perché la dannazione è irrevocabile. Se invece essi sono in paradiso, le preghiere sono parimenti inutili, perché hanno già raggiunto la beatitudine, la mèta della propria esistenza. Perché dunque pregare per i defunti se non per dar loro suffragio, ossia aiutarli a raggiungere la pienezza della santità e della salute eterna? Paradossalmente, anche le tradizioni degli stessi ortodossi danno ragione ai dogmi cattolici. Gli ortodossi negano a parole il dogma del Purgatorio, ma nei fatti lo affermano. Negare una verità di fede esclusivamente per non concordare con Roma è un mero atto di superbia, nonché esternazione di poca libertà spirituale, ancora peggio: è peccato contro lo Spirito Santo (non uno, bensì tre … : impugnare la verità conosciuta … ostinarsi nel peccato, … l’impenitenza finale). Può infatti una chiesa essere veramente libera se è costretta in tutto quello che dice a confrontarsi con un’altra, e scegliere ciò che è vero e ciò che è falso in base a ciò che afferma l’altra chiesa? Tralasciando la santità di Costantino, accettata dagli ortodossi, passiamo alla “questione del Filioque”, che fu un altro pretesto per lo scisma, o della processione dello Spirito Santo. I teologi occidentali aggiunsero nel Credo niceno-costantinopolitano, per una maggiore chiarezza, che “lo Spirito Santo […] procede dal Padre “e” dal Figlio”. Essa è dunque la terza Persona della Santissima Trinità. I teologi orientali, invece, sostenevano che lo Spirito Santo procedesse solo dal Padre e che fosse dunque la seconda Persona trinitaria. Spiega Padre Dragone nel Catechismo di San Pio X commentato: “Da tutta l’eternità il Padre, per via della conoscenza genera il Figlio in modo perfetto e totale, come un atto unico e puro. Il Figlio è quindi perfetto come il Padre da tutta l’eternità. Il Padre contemplando da tutta l’eternità il Figlio Lo ama con un amore infinito, e il Figlio da tutta l’eternità ricambia il Padre con lo stesso amore. Padre e Figlio, con un atto unico e perfettissimo spirano a vicenda un amore eterno, infinito, perfetto, Amore che è la Terza Persona, eguale e distinta dal Padre e dal Figlio, e che riceve tutto il suo essere dal Padre e dal Figlio, come da unico principio o fonte d’amore”. Il Vangelo stesso dichiara che lo Spirito Santo non è la seconda, ma la terza Persona della Trinità: “Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo”(S.Matteo XXVIII,19). Caterina dimostra di inserirsi correttamente nella discussione e ci ricorda: “ … ma diversi Papi si sono sforzati con ogni mezzo, amorevolezza ed energia, di ricondurre gli orientali sulla retta strada dottrinale, come nei confronti ad es. di Michele Cerulario, ed essi più volte sembravano esserne convinti, come al Concilio di Firenze. Ed anche in questo caso, tornati a casa ritrattarono subito i documenti ivi firmati, un ribaltone in piena regola, come il conciliabolo vat’inganno secondo, sempre fomentati da coloro che per padre hanno il ‘farfariello’ e sono nemici di tutti gli uomini, ma in particolare dei cristiani. A questo punto però, la sede di Costantinopoli, in balia di una cotale eresia anti-filioque, senza sostegno divino (ricordiamo che disprezzare lo Spirito Santo significa condannarsi “in cielo e in terra” senza misericordia alcuna, e così fu …) venne spazzata via in pochissime battute, con ferocia cruenta impressionante, dalle orde dei maomettani, cancellata per sempre come vera cattedra apostolica! Come doveva poi succedere in Russia, in tempi più recenti, e fino ad oggi in Iraq, in Siria e così via”. Brava Caterina, vedo che hai ben approfondito la questione, anche ci sarebbe ancora molto da dire, ma … ragazzi, adesso sono stanco, è l’ora del biscottino della nonna Genoveffa (mia moglie, per chi non avesse letto le precedenti missive) … ne riparliamo anzi, presentatemi i vostri amici orientali, così potremo conoscere più da vicino i loro usi e … costumi religiosi”. Caro direttore, la saluto e non dubiti, le farò sapere come andrà a finire!

Autore: Associazione Cristo-Re Rex regum

Siamo un'Associazione culturale in difesa della "vera" Chiesa Cattolica.