LO SCUDO DELLA FEDE (199)

DIO GI LIBERI CHE SAPIENTI!. CI VORREBBERO FAR PERDERE LA TESTA! (2)

PER Monsig. BELASIO

TORINO, 1878 – TIPOGRAFIA E LIBRERIA SALESIANA San Pier d’Arena – Nizza Marittima. Tip. E libr. Salesiana, Torino 1878

INTRODUZIONE

Labia sacerdotis custodiant scientiam et legem requirent de ore eius.

(MALACH. c. 2, v. ti)

Fu un bravo farmacista in questa Italia nostra nel borgo di N., che per le mie buone ragioni non voglio nominare. Buona pasta d’uomo che egli era; finita la spedizione delle sue ricette, colle mani in panciolle; col ventre sporto sopra il banco, con quell’ariona di buonomia salutava tutti gentilmente gli avventori, e massime gli immancabili accorrenti al convegno di conversazione, signori di buon tempo perseguitati dalla noia, politici di gazzette, laureati senza ufficii e studenti in continue vacanze. Godendo in fondo.al cuore di vedersi là d’intorno tutte le notabilità che contavan per denaro, e tutti quelli che avevan, od almeno si credeva che n’avessero, sale in zucca. Il buon uomo, vel dico io, si ringalluzziva tutto d’esser egli un piccol Accademo che prestava il bosco a’ discepoli di Platone, e la sua spezieria un portico di Peripatetici in miniatura. Là si trattava di tutto che si sapeva o di saper si pretendesse. A tutti poi che nel calore del disputare l’interrogavano cogli occhi, arrotondando le pastose gote, dava una risposta con un sorriso che diceva niente; meno «al signor medico seduto a scranna come un presidente nato, con cui s’intendeva per benino. Però ben di spesso gli avveniva d’udirne di così marchiane che gli rompevano il sorriso sulle labbra. – Restava a bocca aperta inarcando gli occhi, stentando anch’egli, benché fosse di natura assai elastica, a trangugiarle tanto grosse, sicché gli scappava fuor di gola: « Oh!… ma questa poi!… » Allora subito i più bellocci lisciando sotto le nari i crescenti peli a chiudergli la bocca: «Eh eh, signor speziale, siete voi l’uomo de’ tempi andati….. Adesso noi la sappiamo lunga, noi abbiam studiato sotto professori, cima d’uomini, i più grandi dotti della Europa… » Ed egli allor, che fare?… Stringersi nelle spalle e dir mortificato in sé medesimo: « Ma. costoro, se non foss’io, mi farebbero perder la testa!… Or che poss’io rispondere a questa gente? » Un dì che gli avvenne di sentirne di così bestiali ed empie da non poterne più, prese il partito di recarsi a consultare il parroco, pio e dotto uomo, che coi suoi talenti e colle sue speranze che potesse aver nel. mondo, aveva la sua persona consacrata a Dio per salvare le anime. – È questo ancor il miglior partito, quando si senton dire spropositi da cavallo; o si vedon girar libri pieni di così brutte, orrende cose, di non dare ad un pio e dotto prete: come si debba regolare un buon Cristiano in questi casi? Venuto a lui, e fatto i convenevoli, senz’altro: « Signor parroco, gli disse, ella sa che la mia bottega è come un porto di mare, chi va, chi viene; e vi si fermano a conversare i migliori del paese… Ma, oh se sentisse! ne sballano di così grosse, che se foss’io doganiere, non vi metterei il bollo di transito, né le lascerei mettere pel popolo in commercio. Per me, già, sono spregiudicato; ma non ostante, non fo per dire, son buon Cristiano; e non vorrei che neppur l’aria le sentisse. Eh se mi fan montare i futeri a sentirli ad abbaiare diavolerie così bestiali! Vi sarà ben una risposta, per rincacciarle in gola ad una ad una. »

Parroco. Sì veramente, il mio buon signor amico; a tutti gli errori fu data già da buon tempo una risposta a prova della verità, e la Chiesa nostra buona madre ad ogni nuovo errore né avrà sempre una in pronto per dimostrare il vero ai suoi figliuoli. Ma per darvele in bocca chiare ad una ad una, vorrei mi diceste almeno i principali.

Speziale. Oh se li dirò; anzi, mi perdoni se glie li sciorino qui davanti così brutti come li buttan fuori quelli; ed ecco come mi restano in mente a mio dispetto. In prima dicon chiaro che non si ha da creder più niente e che senza Dio il mondo è sempre stato e va da sé sviluppandosi in nuove maniere (Il Panteismo sotto diverse forme.). – Dicono poi in conseguenza, in secondo luogo che la terra da se stessa si mutò in piante, che le piante si mutarono in animali, e che gli animali sono diventati uomini (Il Darvinismo.): Veda, se non perdono la testa! – E voglio dirle ancora in terzo luogo, come non han vergogna di dire che i nostri primi padri uscirono dai boschi brutti, feroci come i scimmioni più orrendi, e che man mano diventarono umani, inciviliti; eh! tanti e tanti secoli, prima d’Adamo (l’uomo preistorico e l’empietà), come si vanno sognando!

Parroco. Voi vi spiegate bene, ché son proprio questi gli errori più in voga. Ora per darvi la risposta più precisa, esponetemi, come parlassero quelli, i loro errori.

Autore: Associazione Cristo-Re Rex regum

Siamo un'Associazione culturale in difesa della "vera" Chiesa Cattolica.