L’APOCALISSE INTERPRETATA DAL BEATO B. HOLZHAUSER (IX)

L’APOCALISSE INTERPRETATA DAL BEATO B. HOLZHAUSER (IX)

INTERPRETAZIONE DELL’APOCALISSE

Che comprende LA STORIA DELLE SETTE ETÁ DELLA CHIESA CATTOLICA.

DEL VENERABILE SERVO DI DIO

BARTHÉLEMY HOLZHAUSER

RESTAURATORE DELLA DISCIPLINA ECCLESIASTICA IN GERMANIA,

OPERA TRADOTTA DAL LATINO E CONTINUATA DAL CANONICO DE WUILLERET,

PARIS, LIBRAIRIE DE LOUIS VIVÈS, ÉDITEUR RUE CASSETTE, 23 – 1856

LIBRO II.

SEZIONE II.

SUL CAPITOLO V.

DEL LIBRO SIGILLATO CON SETTE SIGILLI, L’ACCLAMAZIONE E GLI APPLAUSI FATTI A GESÙ CRISTO ALL’APERTURA DI QUESTO LIBRO.

Vers. 1. E vidi nella mano destra di colui che sedeva sul trono un libro scritto dentro e fuori, sigillato con sette sigilli.

§ 1.

Che cos’è questo libro scritto dentro e fuori, sigillato con sette sigilli.

CAPITOLO V.

VERSETTI 1-4.

Et vidi in dextera sedentis supra thronum, librum scriptum intus et foris, signatum sigillis septem. Et vidi angelum fortem, prædicantem voce magna: Quis est dignus aperire librum, et solvere signacula ejus? Et nemo poterat neque in cælo, neque in terra, neque subtus terram aperire librum, neque respicere illum. Et ego flebam multum, quoniam nemo dignus inventus est aperire librum, nec videre eum.

[E vidi nella mano destra di colui, che sedeva sul trono, un libro scritto dentro e di fuori, sigillato con sette sigilli. E vidi un Angelo forte, che con gran voce gridava: Chi è degno di aprire il libro, e di sciogliere i suoi sigilli? E nessuno né in cielo, né in terra né sotto terra, poteva aprire il libro, né guardarlo. E io piangevo molto, perché non si trovò chi fosse degno di aprire il libro, né di guardarlo.]

I. Dopo che San Giovanni ha descritto la maestà, la natura e la costituzione intrinseca della Chiesa Cattolica, gli si apre in qualità di segretario intimo del regno di Gesù Cristo sulla terra, il libro dei segreti e delle disposizioni di Dio a riguardo della sua Chiesa.

Questo libro contiene tutto ciò che deve accadere fino alla consumazione dei tempi. Queste rivelazioni sono state fatte nel particolare e nell’ordine; e contengono un’istruzione profonda, salutare e molto necessaria. La sapienza del Padre celeste ha lasciato questo libro ai suoi amati figli, come un monarca prudente è solito fare prima della sua morte, lasciando al figlio suo, oltre ai segreti del suo regno, dei consigli particolari sul modo di governare. Lo avverte, per esempio, delle guerre che possono insorgere, dei nemici che maggiormente sono da temere, e infine di ciò che si debba fare o evitare nei casi difficili che possono presentarsi. Ora, è in questo modo, e con molta più saggezza, che Dio, nel suo paterno amore e sollecitudine per i suoi eletti, ci ha permesso di penetrare, per così dire, nell’abisso della sua ineffabile prescienza, mostrando a San Giovanni le desolazioni, le consolazioni e gli avvenimenti più notevoli ed essenziali che accadranno nella Chiesa fino alla consumazione dei secoli.

Vers. 1.E vidi nella mano destra di colui che sedeva sul trono un libro scritto dentro e fuori, sigillato con sette sigilli, ecc. Queste parole annunciano la profondità dei divini segreti contenuti in questo libro. In effetti, vi troviamo una conoscenza, una disposizione divina ed un’intenzione particolare riguardo alla sua Chiesa. Si dice che tutto è descritto in forma metaforica. E come gli scritti importanti di un regno sono conservati con cura negli archivi, così le cose che Dio ha decretato di fare e di permettere, nella sua assoluta volontà, rimangono fissate ed immutabili. Dobbiamo ammettere innanzitutto che si fondano sulla teologia: 1°che Dio conosce tutte le cose possibili nel modo più certo e perfetto, anche se non sono mai esistite o mai esisteranno. 2° Che vede tutte le cose esistenti o contingenti, senza essere limitato da alcuna differenza dei tempi, passato, presente o futuro. 3°. Oltre ai due tipi di conoscenza appena menzionati, ce n’è un terzo che sta nel mezzo: si riferisce a cose che possono accadere condizionatamente. Ora, nella descrizione delle sette età della Chiesa, data nei capitoli II e III, molte cose sono rivelate secondo quest’ultima scienza o conoscenza di Dio; il che non impedisce, tuttavia, che le cose che questo libro contiene siano state scritte secondo la scienza della visione; infatti, tutte queste cose sono rivelate secondo la scienza della visione; in quanto tutte queste cose esistono nel potere operativo di Dio, e sono decretate dalla sua volontà divina, come debbano essere fatte o permesse nel tempo. Si dice che San Giovanni vide questo libro nella mano destra di Colui che sedeva sul trono. Ora la mano destra di Dio significa metaforicamente il suo potere operativo. E così come noi agiamo con la nostra mano destra, così Dio agisce con la sua volontà. Perché Egli ha parlato e tutte le cose sono state fatte; Egli ha comandato e tutte le cose sono state create. (Sal. XXXII, 9): « Il Signore dissipa i consigli delle genti, rende vani i pensieri dei popoli e rovescia i consigli dei principi. Ma il consiglio del Signore rimane in eterno e i pensieri del suo cuore durano per tutte le generazioni. » E (Ps. CXIII, 11): « Il nostro Dio è nei cieli; qualunque cosa voglia, l’ha fatta. » E ancora (Ps. CXLVIII, 5): « Poiché Egli ha parlato, e tutte le cose sono state create. Li ha stabiliti per durare nei secoli dei secoli. Egli ha dato loro i suoi ordini, che non mancheranno di essere eseguiti. » Colui che sedeva sul trono. Questi è di nuovo il Signore Dio, cioè Gesù Cristo invisibilmente seduto sulla Sede apostolica, che governa la sua Chiesa e viene adorato da tutti i Cristiani nella sua umanità. E vidi nella mano destra di Colui che sedeva sul trono un libro scritto dentro e fuori. Con le cose scritte nel libro si intendono quelle che sono più oscure e astratte per la mente umana, e che devono essere completate nel corso delle epoche della Chiesa, e specialmente negli ultimi tempi, secondo la rivelazione che fu fatta a San Giovanni. Con le cose scritte fuori dal libro si designano quelle che sono le più chiare e visibili, e che San Giovanni stesso ha spiegato; ed anche quelle che erano già compiute quando l’Apocalisse fu scritta, e ancora quelle che dovevano compiersi poco dopo. Quest’ultima categoria è abbastanza numerosa, come vedremo nelle pagine seguenti. E vidi nella mano destra di Colui che sedeva sul trono un libro sigillato con sette sigilli. Il sigillo viene messo sulle lettere, per evitare che vengano lette. Si mette anche sugli atti, sui testamenti e sui libri, per dare loro più autorità. È così che i re mettono il loro sigillo sui loro editti, e vogliono anche che i loro ambasciatori lo usino per accreditare i loro atti. – Il sigillo di Dio è la sua volontà divina, che ha nascosto fin dall’inizio del mondo, e che conserva come un segreto nel suo tesoro, le sue opere divine, mirabili o terribili, e tutto ciò che, per suo permesso, deve accadere alla sua Chiesa, fino alla fine dei tempi. Ora, questi segreti dell’Apocalisse, non li ha rivelati a nessun profeta, a nessun patriarca, né a nessun uomo, nemmeno agli Angeli, fino all’arrivo di suo Figlio Gesù Cristo, alla cui umanità li ha rivelati mostrandogli questi sette sigilli e dandogli il potere di romperli. Per questo è detto di seguito: Nessuno poteva in cielo, per quanto riguarda gli Angeli, né sulla terra, per quanto riguarda gli uomini, né sotto terra, per quanto riguarda i patriarchi che erano nel limbo, aprire il libro, né rimuovere i suoi sette sigilli, né guardarvi dentro. Sebbene il sigillo o il segreto divino sia considerato in se stesso, tuttavia si dice, in relazione all’esterno, che questo libro dei segreti di Dio fosse sigillato con sette sigilli, per significare la diversità dei tempi e delle epoche della Chiesa, durante i quali Gesù Cristo doveva manifestare le meraviglie ed i prodigi conosciuti da Dio. Questo è quello che doveva operare effondendo i sette doni del suo Spirito, secondo la diversità dei tempi, degli uomini e delle età della sua Chiesa fino alla consumazione dei secoli, per la salvezza dei suoi eletti. E questo libro è detto essere sigillato con sette sigilli, che Gesù Cristo doveva rompere, per darci una testimonianza di fede ed una garanzia del compimento dei segreti divini.

Vers. 2 . E vidi un Angelo forte che gridava ad alta voce: Chi è degno di aprire il libro e di scioglierne i sigilli? Queste parole esprimono la difficoltà di comprendere ed eseguire i decreti di Dio riguardanti la Sua Chiesa. Questo Angelo forte è l’arcangelo Gabriele, il cui nome significa potenza e forza di Dio. Questo Angelo è l’inviato speciale della divinità ed il legato di Cristo; ed è in questa veste che annunciò l’incarnazione del Verbo. (Luca, I).

Vers. 3. – E nessuno poteva aprire il libro o guardarci dentro, né in cielo per quanto riguarda gli Angeli, né sulla terra per quanto riguarda gli uomini, né sottoterra per quanto riguarda i Patriarchi, i Profeti e gli antichi che erano nel limbo. Perché nessun potere finito potrebbe penetrare, o rivelare, o realizzare i segreti di Dio riguardanti la Chiesa ed il regno di Cristo. Niente di meno che la sapienza e il potere della Divinità erano necessari per questo. Per questo l’arcangelo Gabriele dice (Luca, I, 31-32): « Concepirai nel tuo grembo e partorirai un figlio e lo chiamerai col nome di Gesù. Egli sarà grande e sarà chiamato Figlio dell’Altissimo, e il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre, ed Egli regnerà sulla casa di Giacobbe per sempre. » Anche per questo i teologi insegnano nel Trattato sull’Incarnazione che l’opera di redenzione del genere umano non poteva essere affidata a nessun uomo comune, né a nessun Angelo. La ragione di ciò è: 1°. Che nessun uomo o Angelo ordinario potrebbe soddisfare degnamente la giustizia divina. 2°. Nessun uomo, per quanto santo, né alcun Angelo, poteva conformarsi alla volontà divina, né riconoscerla nelle orribili tribolazioni e mali con cui la Chiesa fu afflitta, quando, per esempio, dovette nuotare nel sangue dei suoi innumerevoli martiri per trecento anni. Nessun uomo o Angelo avrebbe mai potuto concepire le molte eresie con le quali la Chiesa ha dovuto gemere così tanto, e le prove ancora più sorprendenti che dovrà subire alla fine dei tempi, se Gesù Cristo non ci avesse dato un esempio nella Sua passione, e se non ci avesse avvertito e istruito su di esse nel Vangelo e in questo libro dell’Apocalisse. Perché gli uomini più santi non sono capaci di risolvere questo enigma da soli. 3°. Il potere e l’astuzia di questo mondo erano così pieni di malizia, che il regno della Chiesa militante, ridotto alle sue forze umane, non avrebbe mai potuto giungere alla fine e svilupparsi pienamente senza la virtù onnipotente del Figlio di Dio.

Vers. 4. – E io piansi amaramente, perché nessuno fu trovato degno di aprire il libro, né di guardarvi dentro. Queste lacrime esprimono il desiderio e la sollecitudine di San Giovanni di penetrare nel meraviglioso segreto delle epoche della Chiesa, un segreto la cui conoscenza e sviluppo era al di là di ogni potere umano, e dal quale tuttavia dipendeva la salvezza dei giusti. Perciò dice: E io piansi amaramente, perché nessuno fu trovato degno di aprire il libro, cioè di adempiere i suoi segreti, o di guardarvi dentro, per conoscere la volontà di Dio.

§ II.

Sull’acclamazione fatta a Cristo a motivo dell’apertura del libro sigillato.

CAPITOLO V. – VERSETTI 5-14.

Et unus de senioribus dixit mihi: Ne fleveris: ecce vicit leo de tribu Juda, radix David, aperire librum, et solvere septem signacula ejus. Et vidi: et ecce in medio throni et quatuor animalium, et in medio seniorum, Agnum stantem tamquam occisum, habentem cornua septem, et oculos septem: qui sunt septem spiritus Dei, missi in omnem terram. Et venit: et accepit de dextera sedentis in throno librum. Et cum aperuisset librum, quatuor animalia, et viginti quatuor seniores ceciderunt coram Agno, habentes singuli citharas, et phialas aureas plenas odoramentorum, quae sunt orationes sanctorum: et cantabant canticum novum, dicentes: Dignus es, Domine, accipere librum, et aperire signacula ejus: quoniam occisus es, et redemisti nos Deo in sanguine tuo ex omni tribu, et lingua, et populo, et natione: et fecisti nos Deo nostro regnum, et sacerdotes: et regnabimus super terram. Et vidi, et audivi vocem angelorum multorum in circuitu throni, et animalium, et seniorum: et erat numerus eorum millia millium, dicentium voce magna: Dignus est Agnus, qui occisus est, accipere virtutem, et divinitatem, et sapientiam, et fortitudinem, et honorem, et gloriam, et benedictionem. Et omnem creaturam, quae in cælo est, et super terram, et sub terra, et quae sunt in mari, et quae in eo : omnes audivi dicentes: Sedenti in throno, et Agno, benedictio et honor, et gloria, et potestas in sæcula sæculorum. Et quatuor animalia dicebant: Amen. Et viginti quatuor seniores ceciderunt in facies suas: et adoraverunt viventem in sæcula sæculorum.

[E uno dei seniori mi disse: Non piangere: ecco il leone della tribù di Giuda, la radice di David, ha vinto di aprire il libro, e sciogliere i suoi sette sigilli. E mirai: ed ecco in mezzo al trono, e ai quattro animali, e ai seniori, un Agnello sui suoi piedi, come scannato, che ha sette corna e sette occhi: che sono sette spiriti di Dio spediti per tutta la terra. E venne: e ricevette il libro dalla mano destra di colui che sedeva sul trono. – E aperto che ebbe il libro, i quattro animali, e i ventiquattro seniori si prostrarono dinanzi all’Agnello, avendo ciascuno cetre e coppe d’oro piene di profumi, che sono le orazioni dei santi: E cantavano un nuovo cantico, dicendo: Degno sei tu, o Signore, di ricevere il libro, e di aprire i suoi sigilli: dappoiché sei stato scannato, e ci hai ricomperati a Dio col sangue tuo di tutte le tribù, e linguaggi, e popoli, e nazioni: E ci hai fatti pel nostro Dio re e sacerdoti: e regneremo sopra la terra. E mirai, e udii la voce di molti Angeli intorno al trono, e agli animali, e ai seniori: ed era il numero di essi migliaia di migliaia, i quali ad alta voce dicevano: È degno l’Agnello, che è stato scannato, di ricevere la virtù, e la divinità, e la sapienza, e la fortezza, e l’onore, e la gloria, e la benedizione. E tutte le creature che sono nel cielo, e sulla terra, e sotto la terra, e nel mare, e quante in questi (luoghi) si trovano: tutte le udii che dicevano: A colui che siede sul trono e all’Agnello la benedizione, e l’onore, e la gloria, e la potestà pei secoli dei secoli. E i quattro animali dicevano: Amen. E i ventiquattro seniori si prostrarono bocconi, e adorarono colui, che vive pei secoli dei secoli.]

Vers. 5 – Ma uno degli anziani mi disse: Non piangere, perché questo è il leone della tribù di Giuda, il germoglio di Davide, che con la sua vittoria ha ottenuto il potere di aprire il libro e di sciogliere i sette sigilli. Queste parole devono consolarci in tutte le tribolazioni. Uno di questi vegliardi è San Pietro, il primo tra gli Apostoli, come è detto, (Genesi, I, 5): « E fu sera e fu  mattino, e fu fatto un giorno », cioè il primo giorno. Ecco il leone della tribù di Giuda…; che ha ottenuto con la sua vittoria, ecc. Questo leone della tribù di Giuda è il Cristo della razza di Davide secondo la carne, in cui si compie la profezia di Giacobbe (Gen. XLIX, 8): « Un giovane leone è Giuda: dalla preda, figlio mio, sei tornato; si è sdraiato, si è accovacciato come un leone e come una leonessa; chi oserà farlo alzare? Non sarà tolto lo scettro da Giuda né il bastone del comando tra i suoi piedi, finché verrà colui al quale esso appartiene e a cui è dovuta l’obbedienza dei popoli. Egli lega alla vite il suo asinello e a scelta vite il figlio della sua asina, lava nel vino la veste e nel sangue dell’uva il manto; lucidi ha gli occhi per il vino e bianchi i denti per il latte. » Ecco… la progenie di Davide, cioè il Cristo, Del seme di Davide secondo la carne, di cui Isaia profetizzò, (Is. XI, 1): « Un germoglio uscirà dal tronco di Iesse, un fiore spunterà dalle sue radici. Lo spirito del Signore si poserà su di lui, ecc. »  È con questo seme divino che San Pietro consola tutta la Chiesa nella persona di San Giovanni, quando dice: « Ecco il leone della tribù di Giuda, la discendenza di Davide, che ha ottenuto con la sua vittoria, ecc. ». Vale a dire che Gesù Cristo, il Figlio del Dio vivente ha vinto il mondo, la carne, il diavolo, la morte, tutto il potere e la sapienza del mondo e tutta la tirannia, ecc. il germoglio di Davide, che con la sua vittoria ha ottenuto il potere di aprire il libro, cioè di rivelare alla sua santa Chiesa il pensiero e la volontà del Padre suo, circa i mali e le persecuzioni che avrebbe dovuto subire. E di aprirne i sette sigilli; per compiere ogni cosa a suo tempo per mezzo dei sette doni dello Spirito Santo che escono dalla sua bocca, per la salvezza dei suoi eletti e per la conservazione della sua Chiesa, finché il secolo fosse consumato ed il numero dei suoi eletti completo.

II. Vers. 6. E vidi; ed ecco in mezzo al trono e ai quattro animali ed in mezzo ai vegliardi, un Agnello in piedi come se fosse stato ucciso, con sette corna e sette occhi, che sono i sette Spiriti di Dio mandati in tutta la terra. Questo Agnello è Cristo nostro Signore. Si dice che è in mezzo al trono, ai quattro animali e ai vegliardi, perché la Chiesa universale gli appartiene come se fosse il suo trono. Egli l’ha fatta pascere come si pascono gli animali, in quanto Egli è il suo pastore. La Chiesa è onorata come lo sono i vegliardi incaricati di giudicare dalla sede della pietà. Questa Chiesa, essendo costruita su Cristo, è esaltata dai sette corni della sua potenza ed illuminata da sette occhi, cioè dai suoi miracoli e dalle sue virtù. Poiché Cristo è costantemente in mezzo alla sua Chiesa, come è detto in San Matteo, (XXVIII, 20): « Ecco, Io sono sempre con voi, fino alla consumazione dei secoli. » Come Cristo fu chiamato “leone” a causa della sua risurrezione, così qui è chiamato “agnello”, perché è stato ucciso. Egli è rappresentato in piedi essendo resuscitato alla vita eterna. (Rom. VI, 9): « Gesù Cristo risorto dai morti non muore più. » Questo Agnello è ancora rappresentato in piedi, perché combatte con i suoi santi sulla terra e veglia sulla sua Chiesa. È così che, nel suo martirio, Santo Stefano vide Gesù Cristo in piedi alla destra della potenza di Dio. Seguono queste parole: avendo sette corna e sette occhi, che sono gli Spiriti di Dio inviati per tutta la terra. Questi Spiriti sono quelli descritti in Isaia, XI. Questi spiriti poggiano su Cristo, e sono metaforicamente designati da corna e da occhi: da corna per la potenza divina; e da occhi per il bagliore della verità con cui quegli occhi brillano. Cristo combatte con queste corna contro i suoi nemici, ed è anche con questi occhi che illumina i suoi servi. Queste corna e questi occhi sono in numero di sette, per designare tutta la virtù e tutta la potenza che Cristo mostra nelle varie epoche, fino alla consumazione dei secoli, a favore della sua Chiesa. L’Agnello è rappresentato come immolato:

-1°. Perché è sacrificato ogni giorno quando l’ostia del corpo e del sangue di Gesù Cristo è offerta a Dio Padre nel santo Sacrificio della Messa, in memoria della sua immolazione secondo la carne. Ecco perché non si dice semplicemente immolato, ma “come” immolato. – 2°. Egli è rappresentato “come” immolato, a causa della pazienza e della longanimità con cui permette ai suoi nemici e a tutti gli empi di dominare e affliggere la Sua Chiesa sulla terra. Questa pazienza e questa longanimità del Cristo è portata al punto che i malvagi e persino i deboli, che non comprendono appieno questo modo di procedere della divina provvidenza, lo considerano scandalo per la fede. Sono tentati di credere che Gesù Cristo non esista, o che non si preoccupi affatto della sua Chiesa, quando non manifesta la sua potenza con atti esterni della sua protezione.

Vers. 7Ed Egli venne e ricevette il libro dalla mano destra di Colui che sedeva sul trono. Non si deve intendere con queste parole che Gesù Cristo ricevette la conoscenza dei destini della Chiesa. Perché Cristo, dal momento del suo concepimento, in cui la divinità fu unita in modo meraviglioso all’umanità nell’unità della sua Persona, aveva una perfetta conoscenza di tutte le cose che Dio stesso conosce con la scienza della visione. Ora, tra queste cose conosciute in questo modo sono contenuti anche i destini della Chiesa, come vediamo da ciò che è stato detto sopra. Dal fatto poi che San Giovanni ha visto Gesù Cristo aprire il libro, dobbiamo comprendere:

1° Che la conoscenza già infusa nell’anima di Gesù Cristo dal principio della sua creazione, doveva essere comunicata a San Giovanni e, nella sua persona, a tutta la Chiesa. 2° Con l’accettazione del libro dalla mano destra di Colui che sedeva sul trono, si intende l’effettiva esecuzione e realizzazione dei segreti divini riguardo alla Chiesa, manifestati all’esterno. Ed è perché la conoscenza e l’esecuzione di queste cose superano tutte le forze naturali che San Giovanni pianse fino a quando gli fu mostrato che Cristo, come un leone terribile e come un agnello dolcissimo, avrebbe risolto ed eseguito tutte le cose con la sua dolcezza e con la sua potenza.

Vers. 8E quando l’ebbe aperto, i quattro animali ed i ventiquattro vegliardi si prostrarono davanti all’Agnello, ciascuno con delle arpe e delle coppe d’oro piene d’incenso, che sono le preghiere dei Santi, etc. – Queste parole contengono l’applauso, la gloria, il giubilo, l’onore e l’adorazione della Chiesa militante e trionfante nei riguardi del suo Capo Gesù Cristo. Queste parole ci fanno vedere inoltre quale omaggio d’amore e di riconoscenza la Chiesa Cattolica debba rendere al Cristo. E quando l’ebbe aperta, per rivelare e realizzare nel loro tempo i destini della Chiesa, i quattro animali, cioè tutti i predicatori nelle quattro parti del mondo, ed i ventiquattro vegliardi, che sono i Patriarchi, i Primati, gli Arcivescovi, i Vescovi, i prelati, i sacerdoti, e così via, si prostrarono davanti all’Agnello, cioè adoravano l’Agnello, il loro vero Dio e il Signore di tutte le cose. Ognuno con delle arpe, cioè con la mortificazione dei vizi e della concupiscenza. Infatti, nell’arpa ci sono il legno e le corde. Il legno designa la croce di Cristo e le corde significano la carne crocifissa e mortificata dei Santi. Ora queste corde, tese su un legno così nobile, e messe in vibrazione dai vari tormenti che la Chiesa militante deve sopportare, producono un dolce accordo ed una dolce armonia per le orecchie di Gesù Cristo. E con delle coppe d’oro piene di profumi, che sono le preghiere dei Santi. Essi cantavano un Cantico nuovo. Nell’Antico Testamento, molti inni furono composti in onore ed a gloria di coloro che operarono la salvezza di Israele, oppure in lode del Dio Onnipotente che così spesso fece cose meravigliose per il Suo popolo. Ma qui si tratta di un cantico nuovo, inno con il quale l’uomo adora e glorifica Dio, che non solo ci ha fornito la salvezza e la redenzione nel tempo, ma anche nell’eternità redimendoci dalla prigionia, dalla servitù e dalla tirannia del diavolo. Di modo che il Signore Dio non ha mai fatto, dall’origine del mondo, cose così ammirevoli e così grandi nel suo amore come quelle di inviare il suo unico Figlio fatto uomo sulla terra, che doveva redimerci con la sua passione e morte ed inviarci, dopo la sua risurrezione, lo Spirito Santo. Ecco perché:

Vers. 9. – Cantavano un nuovo canto, dicendo: Tu sei degno, o Signore, di ricevere il libro e di scioglierne i sigilli; cioè, è giusto e opportuno, o Signore, che tu riceva da Dio Padre il potere universale ed eterno sulla tua Chiesa, perché Tu ne sei il fondatore e il protettore. È così che dissero i figli d’Israele a Gedeone, (Judic., VIII, 22): « Comandaci, tu e tuo figlio ed il figlio di tuo figlio, perché ci hai liberati dalla mano di Madian. » Ora la Chiesa applaude Gesù Cristo con molta più ragione e gli dice: Tu sei degno, Signore, di ricevere il libro e di scioglierne i sigilli, perché siete stato messo a morte e ci avete riscattati, riconciliandoci con Dio infinitamente offeso, e ci avete riscattato con il vostro sangue (di un prezzo infinito) da ogni tribù, lingua, popolo e nazione; perché la Chiesa è l’assemblea di tutte le nazioni e di tutte le tribù. La tribù è composta da tre ordini, in ognuno dei quali ci sono 72 lingue. In queste lingue ci sono molti popoli, e in questi popoli molte nazioni.

Vers. 10. – E Voi ci hai fatti re e sacerdoti per il nostro Dio, radunandoci da tutte le nazioni, e sottomettendoci al servizio e alla volontà del Padre per mezzo della legge evangelica, noi che eravamo sotto il dominio dei demoni per l’infedeltà e l’idolatria, e sotto il giogo della legge di Mosè. – E Voi ci avete fatti sacerdoti, non come quelli del Vecchio Testamento, che offrivano la carne e il sangue degli animali, o come quelli del mondo pagano, che sacrificavano ai demoni attraverso i loro idoli; ma Voi ci avete fatto sacerdoti secondo l’ordine di Melchisedeck, per offrire quotidianamente il vostro prezioso corpo e sangue nel Sacrificio della Messa, Sacrificio che Voi, Signore e Sommo Sacerdote, avete offerto per primo sull’albero della croce. E noi regneremo sulla terra … nel vostro regno militante, su ogni tribù e lingua e popolo e su ogni nazione. E ci siederemo su ventiquattro seggi, cioè sui seggi patriarcali, arcivescovili, episcopali, ecc.

Vers. 11. – E vidi, ed udii intorno al trono, agli animali e ai vegliardi, la voce di molti Angeli, il cui numero era di migliaia di migliaia, che dicevano ad alta voce, ecc. Questo si riferisce a tutti gli Angeli ministri delle chiese, delle province e di tutto il mondo cristiano, il cui numero si estende senza dubbio a migliaia di migliaia; e tutti loro hanno ricevuto una missione ed un comando da Dio, per vegliare sulla nostra salvezza e quella di tutta la Chiesa. È per questo che si dice di quelli che sono intorno al trono, degli animali e dei vegliardi, a causa dell’assistenza speciale che essi offrono alle chiese, ai predicatori e ai Vescovi, dicendo a voce alta:

Vers. 12. – L’Agnello che è stato ucciso è degno di ricevere virtù, divinità, sapienza, forza, onore, gloria e benedizione. Questa acclamazione è rivolta all’umanità di Cristo, a causa della sua ipostasi divina, dagli Angeli, che proclamano degno proprio Colui che Lucifero, con i suoi apostati, giudicò indegno fin dall’inizio della creazione. Da questo possiamo vedere che ciò che conviene solo alle tre Persone divine è attribuito all’umanità di Gesù Cristo.

Vers. 13. E ho sentito tutte le creature che sono nel cielo. Queste parole annunciano il potere di Cristo sulla Chiesa trionfante; sulla terra, cioè ancora il suo potere sulla Chiesa militante; sotto la terra, sui corpi dei martiri e dei morti, nell’ambito della morte; e quelli che sono sul mare, sui navigatori; e nel mare, cioè il suo potere sui corpi dei santi martiri che vi ci furono gettati. Questa acclamazione può anche essere compresa da tutte le creature, anche da quelle prive di ragione e di comprensione. Li ho sentiti tutti dire: A Colui che siede sul trono, a Dio, uno in tre Persone, e all’Agnello, cioè all’umanità di Gesù Cristo, che è la luce in cui brilla ora come in uno specchio, e in cui Dio, uno in tre Persone, brillerà nell’eternità, quando i Santi lo vedranno e lo contempleranno faccia a faccia.

Vers. 14. – Benedizione, onore, gloria e potenza siano nei secoli dei secoli. E i quattro bestie dissero: Così sia. Questa è un’acclamazione della verità che è appropriata ed appartiene ai quattro Evangelisti e ai predicatori. E i ventiquattro vegliardi si prostrarono sulle loro facce, umiliandosi per il potere e l’autorità che era stata loro concessa sulla terra, e adorarono colui che vive nei secoli dei secoli.

FINE DEL SECONDO LIBRO .

L’APOCALISSE INTERPRETATA DAL BEATO B. HOLZHAUSER (X)

Autore: Associazione Cristo-Re Rex regum

Siamo un'Associazione culturale in difesa della "vera" Chiesa Cattolica.