LA SUMMA PER TUTTI (4)

LA SUMMA PER TUTTI (4)

R. P. TOMMASO PÈGUES

LA SOMMA TEOLOGICA Di S. TOMMASO DI AQUINO IN FORMA DI CATECHISMO PER TUTTI I FEDELI

PARTE PRIMA

Capo XII

I corpi.  Loro creazione..- Opera dei sei giorni.

166. Qual è la seconda categoria degli esseri creati da Dio: nel mondo, alla estremità opposta alla categoria degli spiriti?

La seconda categoria degli esseri creati da Dio nel mondo, alla estremità opposta alla categoria degli spiriti, è quella dei corpi.

167. Tutto l’insieme del mondo dei corpi è stato creato da Dio?

Sì; tutto l’insieme del mondo dei corpi è stato creato da Dio (LXV, 5).

168. Dunque Dio stesso ha creato la terra e tutto ciò che in essa vediamo; il mare e tutto. ciò che contiene; il cielo col sole, la luna e le stelle?

Sì; Dio stesso ha creato la terra e tutto  ciò che in essa vediamo; il mare e tutto ciò che

contiene; il cielo col sole, la luna e le stelle.

169. Quando ha creato Dio tutto questo mondo dei corpi?

Dio ha creato tutto questo mondo dei corpi al principio del mondo, nello stesso tempo

in cui creava il mondo degli spiriti (LXI, 3; LXVI, 4).

170. Dio ha creato istantaneamente il mondo dei corpi nello stesso tempo che creava il mondo degli spiriti?

Sì; Dio ha creato istantaneamente il mondo dei corpi nello stesso tempo del mondo degli spiriti (ibid.).

171. I mondo dei corpi fu da questo primo istante tale quale è oggi?

No; il mondo dei corpi non fu da questo primo istante tale quale è oggi (LXVI, 1).

172. In quale stato fu creato da Dio il mondo dei corpi?

Il mondo dei corpi fu creato da Dio allo stato di « caos ».

173. Che cosa intendete col dire che il mondo dei corpi fu creato da Dio allo stato di «caos»?

Intendo dire che Dio creò prima gli elementi donde doveva uscire il mondo dei corpi quale oggi lo vediamo (LXVI, 1,2).

174. Chi trasse dai primi elementi il mondo dei corpi quale lo vediamo oggi?

Dio trasse dai primi elementi il mondo dei corpi quale lo vediamo oggi.

175. Dio trasse dai primi elementi il mondo dei corpi quale oggi lo vediamo, in una sola volta?

No; non in una sola volta ma con varii interventi successivi Dio trasse dai primi elementi il mondo dei «corpi quale lo vediamo oggi.

176. Quanti sono stati gli interventi di Dio, onde portare il mondo dei corpi allo stato in cui lo vediamo oggi?

Sono stati sei gli interventi divini onde portare il mondo dei corpi allo stato in cui lo vediamo oggi.

177. Come si chiamano questi sei interventi, divini, onde portare il mondo dei corpi allo stato in cui lo vediamo oggi?

Si chiamano i sei giorni della creazione (LXXIV, 1, 2).

178. A che cosa si limitò il primo giorno della creazione?

Il primo giorno della creazione si limitò alla creazione della luce (LXVII, 4).

179. A che cosa si limitò il secondo giorno della creazione?

Il secondo giorno della creazione si limitò alla creazione del firmamento (LXVII, 1).

180. A che cosa si limitò il terzo giorno della creazione?

Il terzo giorno della creazione si limitò alla separazione, ossia alla distinzione dei mari e dei continenti, ed alla produzione delle piante

181. A che cosa si limitò il quarto giorno della creazione?

Il quarto giorno della creazione si limitò alla creazione del sole, della luna e delle stelle (LXX, 1).

182. A che cosa si limitò il quinto giorno della creazione?

Il quinto giorno della creazione si limitò alla creazione dei pesci e degli uccelli (LXXI).

183. A che cosa si limitò il sesto giorno della creazione?

Il sèsto giorno della creazione si limitò alla creazione degli animali terrestri ed a quella dell’uomo (LXXII).

184. Come sappiamo noi che Dio ha creato in siffatta maniera il mondo quale noi lo vediamo?

Noi sappiamo che Dio ha creato in siffatta maniera il mondo come lo vediamo, perché Egli stesso ce lo ha detto.

185. Dove ci ha detto Dio di aver creato il mondo come lo vediamo, in tale maniera?

Nel primo capitolo della Genesi, al principio della Sacra Scrittura, Dio ci ha detto di aver creato in tale maniera il mondo quale lo vediamo.

186. La scienza si accorda con questo primo capitolo della Genesi?

Non vi è dubbio che la vera scienza si accorderà sempre con questo primo capitolo

della Genesi.

187. Perchè dite che la «vera » scienza. Si accorderà sempre con questo primo. Capitolo della Genesi?

Perché la vera scienza vede le cose come sono, e nessuno sa come sono le cose meglio di Dio stesso che le ha create; ed in questo primo capitolo della Genesi ci ha detto appunto come le ha. create.

188. Non vi potrà dunque essere mai contraddizione tra la scienza e la Scrittura in ciò che

riguarda la creazione del mondo dei corpi?

No; non vi potrà mai essere contraddizione tra la vera scienza e la Scrittura in ciò

che riguarda la creazione del mondo dei corpi (LXVII-LXXIV).

Capo XIII.

L’uomo. – La sua natura.

La sua anima spirituale ed immortale.

189. Fra gli esseri che sono nel mondo dei corpi, se ne trova uno che forma come un mondo a parte, ossia una categoria affatto distinta nell’insieme del mondo creato da Dio?

Sì; vi è l’uomo.

190. Che cosa è l’uomo? –

L’uomo è un composto di spirito e di corpo, ed in cui si trovano in qualche modo riuniti il mondo degli spiriti ed il mondo dei corpi (LXXV).

191. Come si chiama lo spirito che è nell’uomo?

Si chiama anima (LXXV, 1-4).

192. Soltanto l’uomo ha un’anima nel mondo dei corpi?

No; non soltanto l’uomo ha un’anima nel mondo dei corpi.

193. Quali sono gli altri esseri che hanno pure un’anima nel mondo dei corpi?

Sono le piante e gli animali.

194. Che differenza passa tra l’anima delle piante e degli animali e quella dell’uomo? Vi è questa differenza, che l’anima delle piante non è che per la vita vegetativa; quella degli animali per la vita vegetativa e sensitiva; ed oltre a tutto questo l’anima dell’uomo è per la vita del pensiero.

195. Dunque l’uomo si distingue da tutti gli altri esseri viventi del mondo dei corpi per la vita del pensiero?

Sì; per la vita del pensiero l’uomo si distingue da tutti gli altri esseri viventi del mondo dei corpi.

196. In questa vita del pensiero l’anima umana è in sé indipendente dal corpo?

Sì; in questa vita del pensiero l’anima umana è in sé indipendente dal corpo (LXXV, 2).

197. Potreste darmi una ragione che stabilisca questa. verità?

Sì; la ragione è che l’oggetto del pensiero è cosa del tutto incorporea.

198. Come si deduce da questo che l’anima umana nella vita del pensiero è in sé indipendente dal corpo?.

Perché se non fosse essa stessa del tutto incorporea non potrebbe raggiungere l’oggetto del pensiero che è affatto incorporeo (Ibid.).

199. Che cosa si deduce da questa verità?

Si deduce che l’anima umana è immortale (LXXV, 6).

200. Potreste mostrarmi come si deduce da questa verità che l’anima umana è immortale?

Sì; ciò si deduce perché se essa ha un’operazione in cui il corpo non ha alcuna parte, bisogna che abbia anche un essere proprio indipendente dal corpo.

201. Che cosa si deduce dal fatto che l’anima umana ha un essere proprio, indipendente dal corpo?

Si deduce che se il corpo muore per la separazione dell’anima, l’anima non può morire (ibid.).

202. L’anima umana deve dunque sopravvivere sempre?

Sì; l’anima umana deve sopravvivere sempre.

203. Ma perché allora l’anima umana è stata unita ad un corpo?

L’anima umana è stata unita ad un corpo per formare con esso questo tutto armonioso

e sostanziale che si chiama uomo (LXXV, 4).

204. Dunque l’anima umana non è stata unita accidentalmente al suo corpo?

No; l’anima umana non è stata unita accidentalmente al suo corpo, ma perché è fatta

per esso (LXXVI, 1).

205. Che cosa opera l’anima umana nel corpo a cui è unita?

Essa dà a questo corpo tutto ciò che ha come perfezione; vale a dire gli dà l’essere, il vivere ed il sentire, riservando a sé sola l’atto di pensare (LXXVI, 3, 4).

Capo XIV,

Le sue facoltà Vegetative e sensitive.

206. Dobbiamo ammettere nell’anima umana diverse facoltà che si riferiscono a questi diversi atti?

Sì; bisogna ammettere nell’anima diverse facoltà che si riferiscono a questi diversi atti, con la sola eccezione della prima perfezione che l’anima dona essa stessa, vale a dire l’essere del corpo (LXXVII).

207. Quali sono le facoltà dell’anima che danno al corpo la possibilità di vivere?

Le facoltà dell’anima che danno al corpo la possibilità di vivere sono le facoltà vegetative.

208. Potreste dirmi quali sono queste facoltà?

Sì; sono tre e cioè: la facoltà di nutrirsi, di crescere e di riprodursi (LXXVIII, 2).

209. Quali sono le facoltà dell’anima che danno al corpo la possibilità di sentire?

Le facoltà dell’anima che danno al corpo la possibilità di sentire sono le facoltà sensibili.

210. Potreste dirmi quali sono queste facoltà?

Sì; queste facoltà sono di due specie, cioè: le facoltà di conoscere e le facoltà di amare.

211. Quali sono le facoltà sensibili che danno al corpo li possibilità di conoscere?

Le facoltà sensibili che danno al corpo la possibilità di conoscere sono le facoltà dei cinque sensi esterni (LXXVIII, 3).

212. Come si chiamano le facoltà dei cinque sensi esterni?

Si chiamano facoltà di vedere, di udire, di sentire o di odorare, di gustare e di toccare (Ibid.).

213. Ed i cinque sensi esterni come si chiamano?

Si chiamano: la vista, l’udito, l’odorato, il gusto ed il tatto (ibid.).

214. Vi sono pure facoltà sensibili conoscitive, che rimangono interne senza che appariscano al di fuori?

Sì; e sono: il senso centrale, la immaginazione, l’istinto e la memoria (LXXVIII, 4).

Capo XV

La sua intelligenza ed il suo atto di conoscere.

215. Vi sono nell’uomo altre facoltà di conoscere?

Sì; vi è un’altra facoltà, di conoscere nell’uomo, ed è la sua facoltà principale.

216. Come si chiama questa facoltà principale di conoscere?

Si chiama ragione o intelligenza (LXXIX, 1).

217. Ragione od intelligenza sono una stessa facoltà di conoscere nell’uomo?

Sì; la ragione e la intelligenza sono nell’uomo una stessa facoltà di conoscere (LXXIX, art. 8).

218. Perché si chiama con questo doppio nome?

Si chiama con questo doppio nome perché nel suo atto di conoscere qualche volta percepisce subito senza bisogno di ragionare, mentre altre volte bisogna che ragioni (1bid.),

219. Il ragionamento è atto proprio dell’uomo?

Sì; il ragionamento è atto proprio dell’uomo; perché tra tutti gli esseri esistenti egli solo può ragionare, o può aver bisogno di ragionare,

220. È una perfezione per l’uomo il poter ragionare?

Sì; è una perfezione per l’uomo il poter ragionare; ma è una imperfezione l’averne bisogno.

221. Perché dite che per l’uomo è una perfezione il poter ragionare?

Perché così l’uomo può conoscere la verità; ciò che non possono gli esseri inferiori a lui quali sono gli animali senza ragione.

222. Perchè dite che è una imperfezione per l’uomo l’aver bisogno di ragionare?

Perché in tal modo non arriva a conoscere la verità che lentamente e con la possibilità di errare; mentre l’Angelo e Dio che non hanno bisogno di ragionare apprendono la verità in un solo istante e senza errore.

223. Potreste dirmi che cosa significa conoscere la verità?

Conoscere la verità significa sapere ciò che è.

224. E non sapere ciò che è che cosa vuol dire?

Vuol dire essere nella ignoranza o nell’errore.

225. Vi è differenza tra queste due cose: essere nella ignoranza ed essere nell’errore?

Sì; vi è una grandissima differenza tra l’essere nella ignoranza ed essere nell’errore; perché essere nella ignoranza è semplicemente non sapere ciò che è; mentre essere nell’errore è affermare che una cosa è quando non è, o che essa non è quando invece è.

226. È un male per l’uomo essere nell’errore?

Sì; è un male grandissimo per l’uomo essere nell’errore; perché il bene proprio dell’uomo consiste nella verità che è il bene della sua intelligenza;

227. L’uomo nascendo porta seco la verità?

No; l’uomo nascendo non porta seco la verità; perché se egli ha fin da allora la intelligenza, non l’ha che allo stato di facoltà vuota, che per acquistare la verità deve attendere lo sviluppo sufficiente delle facoltà sensibili destinate ad aiutarla (LXXXIV, 5).

228. Quando incomincia l’uomo a conoscere la verità?

L’uomo incomincia a conoscere la verità all’uso di ragione, vale a dire circa il suo settimo anno di età.

229. L’uomo può conoscere tutto con la ragione?

No; l’uomo non può conoscere tutto di conoscenza propria con la ragione, considerando la ragione stessa nei soli limiti delle sue forze naturali (XII, 4; LXXXVI, 2, 4).

230. Quali sono le cose che l’uomo può conoscere naturalmente con la ragione?

L’uomo può conoscere naturalmente con la ragione le cose sensibili e tutto ciò che esse rivelano.

231. Può l’uomo conoscere se stesso con la ragione naturale?

Sì; l’uomo può conoscere se stesso con la ragione naturale; perché egli stesso è un essere sensibile che con l’aiuto di ciò che cade sotto i suoi sensi può, per via di ragionamento, conoscere quello che si richiede per essere ciò che è (LXXXVII).

232. Può l’uomo conoscere gli Angeli, ossia i puri spiriti?

L’uomo non può conoscere che imperfettamente gli Angeli o puri spiriti.

233. Perché l’uomo non può conoscere che imperfettamente gli Angeli o puri spiriti?

Perché non può conoscerli in se stessi, a motivo della loro natura che non appartiene alle nature sensibili, oggetto proprio della ragione dell’uomo (LXXXVIII, 1,2).

234. Può l’uomo conoscere Dio in Se stesso?

No; l’uomo non può naturalmente conoscere Dio in Se stesso, essendo Egli infinitamente superiore alle nature sensibili, che sono il solo oggetto proporzionato alla ragione dell’uomo nell’ordine della sua conoscenza naturale (LXXXVII, 3).

235. Dunque solo imperfettamente l’uomo può conoscere. Dio con la sua sola ragione, abbandonata alle sole sue forze naturali?

Sì; soltanto in modo imperfetto l’uomo può conoscere Dio con la sua ragione, abbandonata alle sole sue forze naturali.

236: È tuttavia una perfezione per l’uomo di poter conoscere Dio con la sua ragione?

Sì; è una perfezione grandissima per l’uomo di poter conoscere sebbene imperfettamente Dio con la sua ragione; perché con questo si innalza infinitamente sopra gli altri esseri che non hanno la ragione, e perché con ciò stesso ha potuto essere elevato alla suprema dignità di figlio di Dio per mezzo della grazia, con la quale la sua ragione è chiamata a conoscere Dio come è in Se stesso; ora imperfettamente con la fede, e dopo nella piena chiarezza della luce di gloria (XII, 4 ad 3, 5, 8,10, 13).

237. Innalzato così alla dignità di figliuolo di Dio per mezzo della grazia, l’uomo è potuto divenire simile agli Angeli? »

Sì; innalzato alla dignità di figliuolo di Dio per mezzo della grazia, l’uomo diviene in qualche modo simile agli Angeli, potendo anche essere superiore ad essi nell’ordine della grazia, quantunque resti loro inferiore nell’ordine della natura (CVII, 8).

Capo X

Sue facoltà di amare. – Libero arbitrio.

238. Vi sono nell’uomo altre facoltà oltre le facoltà di conoscere?

Sì; nell’uomo vi sono anche le facoltà di amare.

239. Che cosa intendete per facoltà di amare nell’uomo?

Intendo il potere che è in lui di volgersi con moto affettivo verso tutto ciò che dalle sue facoltà conoscitive gli vien presentato come un bene, e di ritrarsi da tutto ciò che gli vien presentato come un male.

240. Vi sono più specie di facoltà di amare nell’uomo?

Sì; vi sono due specie di facoltà di amare nell’uomo, in ordine alle due specie di cognizione che sono in lui.

241. Come si chiama la prima specie di facoltà di amare nell’uomo?

Si chiama cuore, nel senso affettivo sensibile dato a questa parola (LXXXI).

242. E come si chiama la seconda specie di facoltà di amare nell’uomo?

La seconda specie di facoltà di amare nell’uomo si chiama volontà (LXXXII).

243. Si può dare il nome di cuore anche alla volontà nell’uomo?

Sì; si può dare il nome di cuore anche alla volontà nell’uomo, ma in senso più alto ed affatto immateriale.

244. Quale è la più perfetta delle due facoltà di amare nell’uomo?

È la volontà.

245. L’uomo è detto dotato di libero arbitrio per la volontà?

Sì; per la volontà l’uomo è detto dotato di libero arbitrio; perché la volontà non volgendosi da se stessa e necessariamente che al bene sotto la ragione generale di bene, resta padrona del suo atto ogniqualvolta si tratta di un bene particolare qualunque, potendo insieme volerlo e non volerlo (LXXXIII).

246. È la volontà sola che costituisce il libero arbitrio dell’uomo?

No; non è la volontà sola che costituisce il libero arbitrio dell’uomo; ma la volontà in unione con la intelligenza ossia con la ragione.

247. L’uomo, per la sua intelligenza e la sua volontà dotata di libero arbitrio, è il re della creazione nel mondo dei corpi?

Sì; l’uomo per la sua intelligenza e la sua volontà dotata di libero arbitrio è il re della creazione nel mondo dei corpi, essendo tutti gli altri esseri del mondo dei corpi al di sotto di lui per la loro natura, ed essendo tutti fatti per servirlo nel viaggio di ritorno verso Dio per mezzo degli atti del suo libero arbitrio.

Capo XVII.

L’origine dell’uomo, ossia la sua creazione e la sua formazione da parte di Dio.

248. Gli uomini che sono attualmente sulla terra e tutti quelli che li hanno preceduti, vengono da un solo padre e da una sola madre?

Sì; tutti gli uomini che attualmente sono sulla terra e quelli che li hanno preceduti vengono da un solo padre e da una sola madre.

249. Come si chiamano il primo uomo e la prima donna da cui sono nati tutti gli uomini?

Si chiamano Adamo ed Eva.

250. Chi è stato il creatore di Adamo e di Eva?

Dio è stato il creatore di Adamo e di Eva.

251. Come ha creato Dio Adamo ed Eva?

Dio ha creato Adamo ed Eva dando loro il corpo e l’anima.

252. Come ha dato Dio l’anima ad Adamo ed Eva?

Dio ha dato l’anima ad Adamo ed Eva creandola (XC, 1, 2).

253. Come ci ha detto Dio che aveva dato il corpo ad Adamo ed Eva?

Dio ci ha detto che aveva dato il corpo ad Adamo formandolo Egli stesso dal fango della terra, e che aveva dato il corpo ad Eva formandola da una costola di Adamo (XCI, XCII).

254. Dobbiamo dire che l’uomo è stato fatto ad immagine e somiglianza di Dio?

Sì; dobbiamo dire che l’uomo è stato fatto ad immagine e somiglianza di Dio (XCII).

255. Che cosa vogliamo dire quando diciamo che l’uomo è stato fatto ad immagine e somiglianza di Dio?

Vogliamo dire che Dio ha dato all’uomo una natura è tali operazioni, che in ciò che hanno di più nobile ci permettono di intravedere ciò che è Dio nella sua natura spirituale e nella vita intima delle sue tre auguste Persone, e di imitare la perfezione che è la caratteristica delle Persone divine (XCIII, 5-9).

256. Potreste mostrarmi in qual modo la natura e le operazioni dell’uomo in ciò che hanno di più nobile permettano di intravedere ciò che è Dio nella sua natura spirituale e nella vita intima delle sue tre auguste Persone?

Ciò avviene inquantochè l’anima nostra nella sua parte superiore è anch’essa una natura spirituale, le cui operazioni più alte sono l’atto di pensare e di amare, elevandosi sino alla prima verità ed al primo bene che è Dio stesso.

257. Come possiamo intravedere in questo atto di pensare e di amare la vita intima delle tre auguste Persone della Santissima Trinità?

Perché la nostra mente quando pensa a Dio concepisce un verbo interiore in cui ritrova il suo oggetto, e sotto la pressione di questo pensiero che concepisce il verbo, si produce l’atto di amore verso il medesimo oggetto che la mente ha concepito (XCIII, 6).

258. Come possiamo noi imitare la perfezione che è la caratteristica delle Persone divine?

Noi possiamo imitare la perfezione che è la caratteristica delle Persone divine facendo di Dio concepito ed amato nel nostro spirito, e nel nostro cuore, il primo ed ultimo oggetto di tutta la nostra vita pensante ed amante (XCIII, 7).

259. Non vi è che l’uomo nel mondo corporeo che sia stato fatto ad immagine e somiglianza di Dio?

Sì; non vi è che l’uomo che è stato fatto ad immagine e somiglianza di Dio nel mondo corporeo, in ragione della sua natura spirituale (XCIII, 2).

260. Le altre creature del mondo corporeo non conservano niente di Dio che le ha fatte?

Sì; le altre creature del mondo corporeo conservano in sé il vestigio ossia la traccia di Dio che le ha fatte, in ragione delle perfezioni di ordine inferiore che sono in esse (XCIII, 6).

Capo XVIII

Lo stato di felicità in cui fu creato.

261. L’uomo fu creato da Dio in uno stato di grande perfezione?

Sì; l’uomo fu creato da Dio in uno stato di grande perfezione.

262. Potreste dirmi che cosa comportava questo stato di perfezione in cui l’uomo fu creato da Dio?

Questo stato di perfezione in cui l’uomo fu creato da Dio comportava: una scienza completa senza ombra di errore nella sua intelligenza; la giustizia originale e tutte le virtù nella sua anima e nel suo cuore; l’impero assoluto dell’anima sul corpo e sopra ogni altra creatura inferiore all’uomo (XCIV, XCV, XCVI).

263. Questo stato di perfezione era soltanto proprio del primo uomo, oppure doveva essere comune a tutti nel corso delle generazioni?

Era proprio di Adamo per quanto riguarda la scienza; ma la giustizia originale ed i doni di integrità dovevano comunicarsi a tutti per ragione di origine, essendo – inseparabili

dalla natura fintantoché non ne fosse stata spogliata dal peccato (XCIV, CI, 1).

264. Sarebbe dovuto morire l’uomo nello stato in cui fu creato da Dio?

No; l’uomo non sarebbe dovuto morire nello stato in cui fu creato da Dio (XCVII, 1).

265. Avrebbe potuto soffrire l’uomo nello stato in cui fu creato da Dio?

No; l’uomo non avrebbe potuto soffrire nello stato in cui fu creato da Dio, perché la

sua anima per un privilegio speciale avrebbe tenuto il corpo come al riparo da ogni male, ed essa stessa non sarebbe potuta essere da niente contrariata, fintantochè fosse rimasta sottomessa a Dio per sua volontà (XCVII, 2).

266. L’uomo fu dunque creato da Dio in un vero stato di felicità?

Sì; l’uomo fu creato da Dio in un vero stato di felicità.

267. Questo stato di felicità in cui l’uomo fu creato da Dio, era lo stato della sua ultima e perfetta felicità?

No; questo stato di felicità in cui l’uomo fu creato da Dio non era lo stato della sua ultima e perfetta felicità, perché era temporaneo e doveva essere seguito da un altro stato definitivo (XCIV, 1 ad 1).

268. Come si potrebbe dunque chiamare questo, stato di felicità in cui l’uomo fu creato da Dio?

Si potrebbe chiamare uno stato di prima felicità che doveva preparare l’uomo a ricevere, per via di merito, lo stato di ultima felicità a titolo di ricompensa (XCIV, 1 ad 2; XCV, 4).

269. Dove avrebbe ricevuto l’uomo questo Stato di ultima e perfetta, felicità se fosse rimasto fedele?

Lo avrebbe ricevuto nel cielo della gloria con gli Angeli, dove Dio lo avrebbe trasferito dopo un certo tempo di prova (XCIV, 1 ad 1).

270. Dove stava l’uomo ad attendere di essere trasferito nel cielo della gloria?

Stava in un giardino di delizie preparato da Dio per accoglierlo (CII).

271. Come è stato chiamato questo giardino di delizie?

È stato chiamato Paradiso terrestre (Ibid.).

LA SUMMA PER TUTTI (5)