L’APOCALISSE INTERPRETATA DAL BEATO B. HOLZHAUSER (VII)
INTERPRETAZIONE DELL’APOCALISSE
Che comprende LA STORIA DELLE SETTE ETÁ DELLA CHIESA CATTOLICA.
DEL VENERABILE SERVO DI DIO BARTHÉLEMY HOLZHAUSER
RESTAURATORE DELLA DISCIPLINA ECCLESIASTICA IN GERMANIA,
OPERA TRADOTTA DAL LATINO E CONTINUATA DAL CANONICO DE WUILLERET,
PARIS, LIBRAIRIE DE LOUIS VIVÈS, ÉDITEUR , RUE CASSETTE, 23 – 1856
LIBRO PRIMO
SEZIONE III.
SUL CAPITOLO III.
DELLE TRE ULTIME ETÀ DELLA CHIESA MILITANTE.
§ II.
Della sesta età della Chiesa, che sarà un’età di consolazione, e che inizierà con il santo Pontefice e il potente Monarca, e durerà fino alla comparsa dell’Anticristo.
CAPITOLO III. VERSETTI 7-13.
Et angelo Philadelphiæ ecclesiæ scribe: Hæc dicit Sanctus et Verus, qui habet clavem David: qui aperit, et nemo claudit: claudit, et nemo aperit: Scio opera tua. Ecce dedi coram te ostium apertum, quod nemo potest claudere: quia modicam habes virtutem, et servasti verbum meum, et non negasti nomen meum. Ecce dabo de synagoga Satanæ, qui dicunt se Judæos esse, et non sunt, sed mentiuntur: ecce faciam illos ut veniant, et adorent ante pedes tuos: et scient quia ego dilexi te, quoniam servasti verbum patientiæ meæ, et ego servabo te ab hora tentationis, quæ ventura est in orbem universum tentare habitantes in terra. Ecce venio cito: tene quod habes, ut nemo accipiat coronam tuam. Qui vicerit, faciam illum columnam in templo Dei mei, et foras non egredietur amplius: et scribam super eum nomen Dei mei, et nomen civitatis Dei mei novae Jerusalem, quae descendit de caelo a Deo meo, et nomen meum novum. Qui habet aurem, audiat quid Spiritus dicat ecclesiis.
[E all’Angelo della Chiesa di Filadelfia scrivi: Così dice il Santo e il Verace, che ha la chiave di David: che apre, e nessuno chiude: che chiude, e nessuno apre: Mi sono note le tue opere. Ecco io ti ho messo davanti una porta aperta, che nessuno può chiudere: perché hai poco di forza, ed hai osservata la mia parola e non hai negato il mio nome. Ecco io (ti) darò di quelli della sinagoga di satana, che dicono d’essere Giudei, e non lo sono, ma dicono il falso: ecco io farò sì che vengano e s’incurvino dinanzi ai tuoi piedi: e sapranno che io ti ho amato. Poiché hai osservato la parola della mia pazienza, io ancora ti salverò dall’ora della tentazione, che sta per sopravvenire a tutto il mondo per provare gli abitatori della terra. Ecco che io vengo tosto: conserva quello che hai, affinché niuno prenda la tua corona. Chi sarà vincitore, lo farò una colonna nel tempio del mio Dio, e non ne uscirà più fuori: e scriverò sopra di lui il nome del mio Dio, e il nome della città del mio Dio, della nuova Gerusalemme, la quale discende dal cielo dal mio Dio, e il mio nuovo nome. Chi ha orecchio, oda quel che lo Spirito dica alle Chiese.]
I. Vers. 7. – Scrivi anche all’Angelo della chiesa di Filadelfia. La sesta età della chiesa inizierà con il potente Monarca ed il santo Pontefice di cui si è già parlato, e durerà fino alla comparsa dell’anticristo. Quest’epoca sarà un’epoca di consolazione (consolativus), in cui Dio consolerà la sua santa Chiesa per le afflizioni e le grandi tribolazioni che ha sopportato nella quinta epoca. Tutte le nazioni saranno restaurate all’unità della fede cattolica. Il sacerdozio fiorirà più che mai, e gli uomini cercheranno il regno di Dio e la sua giustizia con tutta la sollecitudine. Il Signore darà alla Chiesa buoni pastori. Gli uomini vivranno in pace, ognuno nella sua vigna e nel suo campo. Questa pace sarà loro concessa perché saranno stati riconciliati con Dio stesso. Vivranno all’ombra delle ali del potente Monarca e dei suoi successori. Troviamo il tipo di questa età, nella sesta epoca del mondo, che iniziò con l’emancipazione del popolo d’Israele e la restaurazione del tempio e della città di Gerusalemme, e durò fino alla venuta di Gesù Cristo. Perché come in quel tempo il popolo d’Israele fu confortato al massimo grado dal Signore loro Dio, con la liberazione dalla cattività; come Gerusalemme ed il suo tempio furono restaurati; che i regni, le nazioni e i popoli sottomessi all’Impero Romano furono sconfitti e soggiogati da Cesare Augusto, un monarca potentissimo e distinto, che li governò per 56 anni, ristabilì la pace nell’universo e regnò da solo fino alla venuta di Nostro Signore Gesù Cristo, ed anche dopo; così nella sesta epoca Dio gioirà della Sua Chiesa con la più grande prosperità. Infatti, sebbene nella quinta età non vediamo altro che le più deplorevoli calamità ovunque: mentre tutto è devastato dalla guerra; mentre i Cattolici sono oppressi dagli eretici e dai cattivi Cristiani; mentre la Chiesa e i suoi ministri sono resi tributari; mentre i principati sono sconvolti; mentre i monarchi sono uccisi, i soggetti rigettati, e tuti gli uomini cospirano per erigere delle repubbliche, avviene un cambiamento strabiliante per mano di Dio onnipotente, come nessuno può umanamente immaginare (si ricordi anche lo stato dell’Europa nel 1848). Infatti, questo potente monarca, che verrà come messaggero di Dio, distruggerà le repubbliche da cima a fondo; sottometterà tutto al suo potere (sibi subjugabit omnia) ed userà il suo zelo per la vera Chiesa di Cristo. Tutte le eresie saranno consegnate all’inferno. L’impero dei Turchi sarà spezzato e questo Monarca regnerà in Oriente ed in Occidente. Tutte le nazioni verranno ad adorare il Signore loro Dio nella vera fede cattolica romana. Molti santi e maestri fioriranno sulla terra. Gli uomini ameranno il giudizio e la giustizia. La pace regnerà in tutto l’universo, perché la potenza divina legherà satana per molti anni, ecc; finché non verrà il figlio della perdizione, che lo slegherà di nuovo, ecc. È anche a questa sesta età che, per la somiglianza della sua perfezione, si riferisce il sesto giorno della creazione, quando Dio fece l’uomo a sua somiglianza, e gli sottomise tutte le creature del mondo per essere loro signore e padrone. Ora questo Monarca regnerà su tutte le bestie della terra, cioè sulle nazioni barbare, sui popoli ribelli (si sa che la Svizzera è composta da diverse repubbliche, la maggior parte delle quali sono protestanti), e su tutti gli uomini che sono dominati dalle loro cattive passioni. È anche a questa sesta epoca che si riferisce il sesto Spirito del Signore, cioè: lo spirito di sapienza, che Dio riverserà in abbondanza su tutta la superficie del pianeta in quel tempo. infatti gli uomini temeranno il Signore, il loro Dio, osserveranno la sua legge e lo serviranno con tutto il loro cuore. Le scienze saranno moltiplicate e perfezionate sulla terra. La Sacra Scrittura sarà unanimemente compresa, senza controversie e senza errori di eresie. Gli uomini saranno illuminati sia nelle scienze naturali che in quelle celesti. Infine, la Chiesa di Filadelfia è il tipo di questa sesta epoca; perché Filadelfia significa amore del fratello (amor fratris sulutans), e ancora, conservare l’eredità, in unione con il Signore (hæreditatem salvans adhærente Domino). Ora, tutti questi personaggi sono perfettamente adatti a questa sesta epoca, in cui ci sarà amore, concordia e pace perfetta, ed in cui il potente Monarca potrà considerare quasi tutto il mondo come sua eredità. Egli libererà la terra, con l’aiuto del Signore suo Dio, da tutti i suoi nemici, dalla rovina e da ogni male.
II. Questo è ciò che dice il Santo e Vero, che ha la chiave di Davide, che apre e nessuno chiude; che chiude e nessuno apre. Come è solito fare nella descrizione di ogni epoca, San Giovanni indica di nuovo, con queste prime parole, alcune delle insegne di Nostro Signore Gesù Cristo; insegne che egli non solo indossa in se stesso, ma che fa anche risplendere esteriormente nelle sue membra e nel suo Corpo, che è la Chiesa, in modo particolare alla sesta età. Questo è ciò che dice il Santo dei Santi ed il vero Dio e uomo. È a causa di queste insegne infine, che sono la santità e la verità, e che appartengono a Nostro Signore Gesù Cristo dall’ipostasi divina, che ogni ginocchio deve inchinarsi a Lui in cielo, in terra e e negli inferi, ecc. Qui è anche chiamato Santo e Vero, come capo delle sue membra e del suo corpo, che è la Chiesa, e anche perché la sua Chiesa sarà particolarmente santa e vera nella sesta epoca. Sarà santa perché gli uomini cammineranno allora con tutto il loro cuore nelle vie del Signore e cercheranno il regno di Dio con tutta sollecitudine. La Chiesa sarà vera, perché dopo che tutte le sette saranno state consegnate all’inferno, sarà riconosciuta come vera su tutta la faccia della terra. Che ha la chiave di Davide. Con queste parole si intende il potere regale e universale che Cristo possiede sulla sua Chiesa, un potere che manterrà fino alla consumazione dell’epoca, in esecuzione della volontà e dei consiglio di Dio Padre. (Matth. XXVIII, 18): « Mi è stata data ogni autorità in cielo e in terra. » – Vedi Libro II, capitolo 4 -. Inoltre, si dice qui che Cristo ha la chiave di Davide, perché Davide e il suo regno erano figura di Gesù Cristo e del suo regno, come vediamo nei libri dei profeti. Che apre e nessuno chiude; che chiude e nessuno apre. Queste parole esprimono qual è il potere di questa chiave di Cristo. È un potere illimitato, costituito dalla sua sola potenza, che può distribuire beni e mali secondo la sua volontà. Per questo si dice: … apre la porta ai beni diffondendoli, e apre la porta ai mali permettendoli. E nessuno chiude, cioè nessuno può impedire che i decreti della sua volontà divina si compiano in cielo, sulla terra e negli inferi. Il malvagio non può impedire il bene, ed i buoni non saprebbero impedire i mali. Infatti è detto dei malvagi in San Matteo, XVI, 18: « Le porte dell’inferno non prevarranno contro di esso. » E dei giusti in Ezechiele, (XIV, 14): « Che se questi tre uomini, Noè, Daniele e Giobbe, saranno trovati in mezzo a quella terra (di una nazione che avrà peccato contro il Signore), essi libereranno le loro anime con la loro propria giustizia, dice il Signore degli eserciti, ecc. » Che chiude e nessuno apre, vale a dire, di contro, che rimuove a suo tempo i mali della sua Chiesa e le restituisce i beni. Poi Egli permette di nuovo i castighi, e non c’è nessuno che possa toglierli dalla Sua mano o impedirli, come è scritto (Ps. CIII, 28): « …. Quando date loro del cibo, lo raccolgono immediatamente. Quando apri la mano, sono tutti pieni dei tuoi beni. Ma se tu distoglierai il tuo volto da loro, saranno turbati. Tu toglierai loro lo spirito ed essi torneranno alla loro polvere. Manderai il tuo spirito e saranno ricreati, e rinnoverai la faccia della terra, ecc. » Conosco le tue opere. Queste parole sono un elogio generale delle opere della sesta età, come hanno espresso sopra un rimprovero sulle opere della quinta. Conosco le tue opere, che sono tutte sante, buone, perfette e piene di carità, come il seguito farà vedere. VERSETTO. 8: Ho aperto davanti a te una porta che nessuno può chiudere, perché tu hai poca forza, eppure hai mantenuto la mia parola e non hai abbandonato il mio nome, ecc. Queste parole sono piene di consolazione; esse descrivono la felicità che verrà nella sesta epoca, una felicità che consisterà in: – 1° L’interpretazione vera, chiara e unanime delle Sacre Scritture. Perché allora le tenebre dell’errore e le false dottrine degli eretici, che non sono altro che la dottrina dei demoni, saranno dissipate e scompariranno. I fedeli di Cristo, sparsi su tutta la superficie del pianeta, saranno i fedeli di Cristo, sparsi su tutta la superficie del pianeta, saranno attaccati alla Chiesa nel cuore e nello spirito, nell’unità della fede e nell’osservanza dei buoni costumi. Ecco perché si dice: ho aperto una porta davanti a voi, cioè la comprensione chiara e profonda delle Sacre Scritture. Che nessuno può chiudere, intendendo dire che nessun eretico potrà pervertire il senso della parola di Dio, perché in questa sesta epoca ci sarà un Concilio ecumenico, il più grande che abbia mai avuto luogo, nel quale, per un favore speciale di Dio, per il potere del Monarca annunciato, per l’autorità del santo Pontefice e per l’unità dei pii principi, tutte le eresie e l’ateismo saranno proscritte e bandite dalla terra. Il legittimo significato delle Sacre Scritture sarà dichiarato, ed esse saranno credute e accettate. – 2°. Questa felicità consisterà in un immenso numero di persone fedeli, perché in quel tempo tutti i popoli e le nazioni si riuniranno in un solo ovile ed entreranno attraverso l’unica porta della vera fede. Così si compirà la profezia di San Giovanni X: 16: « Ci sarà un solo pastore e un solo ovile ». E anche quello di San Matteo, XXIV, 14: « Questo Vangelo del regno sarà predicato in tutto il mondo come testimonianza a tutte le nazioni, e poi verrà la fine. » Ora, è anche in questo senso che è detto qui: Ho aperto una porta davanti a voi, la porta della fede e della salvezza delle anime, che fu chiusa a innumerevoli uomini nella quinta epoca a causa delle eresie e degli abomini dei peccatori. Ecco perché l’ovile era allora limitato, svilito, umiliato e disprezzato al massimo grado. Ma ora la porta è aperta davanti a voi; è aperta a tutti, come la grande porta di un palazzo reale, quando non ci sono né nemici né sedizione da temere. – 3°. Questa felicità consisterà nella moltitudine dei predestinati. Infatti, un gran numero di fedeli sarà salvato in quel tempo, perché la vera fede brillerà in splendore e la giustizia abbonderà. Ho aperto una porta davanti a voi, la porta del cielo, che nessuno può chiudere fino al tempo fissato. Il testo latino inizia con la particella ecce, ecco, perché, come è già stato detto altrove, questa parola eccita il nostro spirito a concepire qualcosa di grande e ammirevole in questa opera che Dio compirà per la nostra consolazione, per la nostra felicità e la nostra gioia spirituale. Perché tu hai poca forza, eppure hai mantenuto la mia parola. Questo passaggio indica tre cause o tre meriti particolari, per i quali Dio avrà pietà della sua Chiesa e aprirà la porta della sua misericordia in questa sesta epoca. Il primo merito è messo al presente: Perché hai poca forza. Queste parole esprimono l’industria dei servi di Dio che useranno con prudenza e zelo le poche forze che hanno ricevuto da Lui, e otterranno così frutti molto grandi attraverso la conversione dei peccatori e degli eretici. Ed è questo grande sforzo che avranno fatto, soprattutto all’inizio della sesta epoca, per realizzare queste conversioni, che Gesù Cristo ricompenserà con una grande prosperità. Il secondo e il terzo merito sono messi al passato: Hai mantenuto la mia parola e non hai rinnegato la mia fede. Con questo designa la costanza e la perseveranza dei suoi servi nel suo amore e nella sua fede. Perché verso la fine del tempo della quinta età, questi, avendo poca forza, si solleveranno tuttavia contro i peccatori che hanno rinnegato la fede per amore dei beni terreni. Si solleveranno anche contro certi preti che, essendosi lasciati sedurre dalla bellezza e dalle attrazioni delle donne, vorranno abbandonare il celibato. Ora, nel momento in cui il diavolo godrà di una libertà quasi assoluta ed universale, e quando la più grande tribolazione imperverserà sulla terra, questi fedeli servitori, uniti tra loro dai legami più forti, proteggeranno il celibato mantenendosi puri in mezzo al mondo. Saranno considerati vili agli occhi degli uomini e saranno disprezzati e rifiutati dal mondo, che li ridicolizzerà. Ma il Salvatore Gesù Cristo, nella sua bontà, guarderà con favore la loro pazienza, la loro industria, la loro costanza e la loro perseveranza, e li ricompenserà nella sesta età assistendo e favorendo i loro sforzi nella conversione dei peccatori e degli eretici. Perché tu hai poca forza, sei misconosciuto e senza potere, senza ricchezze e senza gloria; e perché la grazia di Dio non vi è stata data e distribuita che solo in misura; tuttavia avete fatto i più grandi sforzi nel vostro zelo e nella vostra ardente carità per il santo Nome di Gesù, per la sua Chiesa e per la salvezza delle anime. Ecco perché Cristo, nella sua misericordia, verrà finalmente in vostro aiuto e aprirà la porta della vera fede e della penitenza agli eretici ed ai peccatori. Eppure hai conservato la mia parola. – La parola di Cristo è presa qui come la speciale dottrina e conoscenza di un precetto o consiglio che non era contenuto nella vecchia legge e che era del tutto contrario al mondo. Ora il Vangelo contiene tre parole di questo tipo: la prima è il precetto dell’amore per i propri nemici e della carità fraterna. Il secondo è il consiglio della continenza e del celibato. (Matth. XIX, 12): « Ci sono alcuni che si sono fatti eunuchi. » La terza parola è la pazienza che dobbiamo praticare. (Matteo V, 39): « Se qualcuno ti percuote sulla guancia destra, porgigli anche l’altra. E a colui che vuole discutere con te nel giudizio e toglierti la tunica, tu lasciagli pure il tuo mantello. » Ora è detto nel testo: E tuttavia hai mantenuto la mia parola, cioè la parola dell’amore fraterno, del celibato, della pazienza e della mitezza, che Dio ha pronunciato con la sua bocca benedetta e che Lui stesso ha osservato. E tu non hai abbandonato il mio Nome. Il testo latino dice: Non hai rinnegato la mia fede. Ora la fede è più spesso rinnegata per amore della ricchezza, dell’onore e del piacere. Ma i servi di Cristo disprezzeranno queste tre concupiscenze verso la fine della quinta età, e condurranno una vita umile, senza cercare dignità o potere. Saranno disprezzati ed ignorati dai grandi, e se ne rallegreranno. Sacrificheranno le loro entrate per i poveri e per l’edificazione e la propagazione della Chiesa cattolica, che ameranno come loro Madre. Cammineranno in semplicità di cuore alla presenza di Dio e degli uomini; e per questo la loro vita appartata sarà considerata una follia. La saggezza di questo mondo consiste nel conservare ciò che si ha e nell’accrescerlo; questi veri credenti, al contrario, disprezzeranno i beni e gli onori terreni e si preserveranno dalla contaminazione con le donne. La loro conversazione sarà conforme alla santità della loro vocazione. Quando, quindi, vedranno i loro simili apostatare e rinnegare la fede di Gesù Cristo per amore delle ricchezze, degli onori e dei piaceri, gemeranno nei loro cuori davanti al loro Dio, e persevereranno nei veri principi della fede cattolica. Gesù Cristo li elogia giustamente: E voi non avete rinnegato la mia fede.
III. Vers. 9 – Vi darò alcuni della sinagoga di satana, che si chiamano Giudei e non lo sono, ma sono bugiardi. Farò in modo che vengano ad adorare ai tuoi piedi, e sapranno che ti amo, ecc. Ora segue la promessa della grazia più abbondante di Dio, che è solito aiutare e coronare con successo gli sforzi pii dei suoi servitori, e ricompensarli per i loro sforzi e premiare la loro fedeltà, costanza e perseveranza nel bene che fanno. Il testo latino, citato sopra, contiene la particella ecce tre volte, come segue 1° Ecce dedi coram te ostium apertum. Ti ho aperto la porta. 2º Ecce dabo. Eccp Io darò. 3º Ecce faciam. Lo farò. È per elevare il nostro spirito e farci concepire quanto grande e ammirevole siano le opere della misericordia divina, che manifesteranno le ricchezze della sua gloria, della sua grazia e della sua infinita bontà. 1° Ecce, ecco. si rivolge dapprima ai suoi servi e dice loro: Ecco i frutti del vostro lavoro e delle vostre opere. 2°. Ecce dabo. Vi darò ciò che avete così a lungo invocato con le vostre lacrime ed i vostri pii gemiti. 3° Ecce. Ecco, io farò ciò che nessuno credeva. Consolati dunque adesso, ecc.; perché Io ti darò alcuni della sinagoga di satana, che dicono di essere Giudei e non lo sono, ma sono mendaci. Ora nella sinagoga di satana ci sono i Giudei e coloro che errano nella fede ammettendo la falsa dottrina del demonio, il padre della menzogna. Allo stesso modo, per Giudei, intendiamo anche in senso figurato e per allegoria, gli eretici e gli scismatici che si definiscono Cristiani, ma che non lo sono, e che sono bugiardi. Gesù Cristo promette dunque qui la conversione degli eretici, degli scismatici e di tutti coloro che errano nella fede. E questa conversione avrà luogo nella sesta epoca, quando la Chiesa greca sarà di nuovo unita alla Chiesa latina. Li farò venire ad adorare ai tuoi piedi. Queste parole esprimono la forza, l’efficacia e l’abbondanza della grazia e della bontà di Dio, che farà sì che intere nazioni, e persino tutti i popoli, vengano ad adorarlo, sottomettendosi alla Chiesa Cattolica, che diventerà la loro Madre. E li farò venire alla luce della mia grazia spontaneamente e non più costretti dalla guerra e dal ferro. Li farò inchinare ai tuoi piedi, cioè umiliarsi e sottomettersi al tuo potere spirituale. Da ciò che è stato appena detto, possiamo vedere quale fede e fiducia debbano avere tutti i prelati ed i pastori di anime nella grazia di Dio, senza la quale nulla è possibile e nulla si fa. Da quasi cento anni combattiamo contro gli eretici, non solo con discussioni forti e accorate e con gli scritti più dotti, ma anche con la forza delle armi… senza successo! Non ci resta quindi altro da fare che ricorrere al Signore nostro Dio, umiliarci, condurre una vita santa e lavorare ardentemente per preservare i resti del Cattolicesimo, finché piaccia a Gesù Cristo avere finalmente pietà della sua Chiesa, che non può dimenticare, ed avere riguardi agli sforzi dei Suoi servi, che continuano a temerlo ed a servirlo. Riponiamo dunque la nostra speranza e la nostra viva fiducia nella grazia onnipotente di Gesù Cristo, che può illuminare le menti accecate di miserabili peccatori ed eretici con un solo raggio della sua luce. È questa fiducia che ci raccomanda il Salmista, (Salmo XXX, dal versetto 3 al 7) … e sapranno che io ti amo, cioè confesseranno che tu sei la mia unica sposa scelta e amata, la vera Chiesa ed erede del regno celeste, fuori dalla quale non c’è salvezza. Perché nella sesta epoca la Chiesa cattolica sarà esaltata all’altezza della sua gloria temporale, e sarà esaltata da un mare all’altro: allora non ci saranno più controversie né questioni tra gli uomini su quale sia la vera Chiesa. Ecco perché si dice: “Sapranno“, cioè che ciò che è così controverso e discusso nella nostra quinta epoca sarà portato alla luce nella sesta età. È così che la bontà divina sa far uscire il bene dal male permettendo eresie e tribolazioni, affinché il Suo santo Nome sia meglio conosciuto. – Ne abbiamo un esempio in tutti gli errori che sono apparsi nelle varie epoche e che, per quanto spaventosi fossero, sono scomparsi di nuovo per la potenza della verità divina. Citeremo solo quella di Ario contro la divinità di Gesù Cristo. Ce n’era uno simile per l’ostinazione? Ma l’eresia moderna può certamente essere paragonata ad essa.
Vers. 10. Perché hai conservato la parola della mia pazienza, e Io ti preserverò dall’ora della tentazione, che sta per venire su tutto il mondo per mettere alla prova coloro che abitano sulla terra. L’ora della tentazione che deve venire, e che qui è predetta, è il tempo della persecuzione dell’Anticristo, che Nostro Signore ha profetizzato in San Matteo, XXIV, e in Daniele, XI e XII. Egli la chiama l’ora della tentazione, perché durerà un tempo breve, e la settima età della Chiesa sarà breve, come vedremo più avanti. La bontà divina ha l’abitudine di preservare i suoi eletti dall’ora della tentazione, e dai tempi delle calamità, con due mezzi:
1°. Chiamandoli a sé in pace, attraverso una morte naturale, prima che i mali e le tribolazioni li sorprendano. Essa accordò questa grazia ad Ezechia, Giosia e ad altri santi dell’Antico e del Nuovo Testamento. – 2°. Essa conserva anche i suoi, senza toglierli da questo mondo, ma liberandoli dal male. (Jo. XVII, 18): « Non vi prego di toglierli dal mondo, ma di preservarli dal male »; così Gesù Cristo mandò i suoi Apostoli e discepoli in mezzo ai lupi. Ora, è con questi due mezzi che Dio preserverà la sua Chiesa, nella sesta epoca, dall’ora della tentazione dell’Anticristo. 1° Chiamandola a sé, perché alla fine della sesta età, la carità si raffredderà, i peccati cominceranno a moltiplicarsi, e sorgerà gradualmente una generazione perversa e di figli infedeli. I giusti, i santi, i buoni prelati ed i buoni pastori saranno allora portati via, in gran numero, da una morte naturale, ed al loro posto verranno uomini tiepidi e carnali, che si preoccuperanno solo di se stessi, e saranno come alberi senza frutti, stelle erranti e nuvole senza acqua. 2°. Gesù Cristo preserverà la sua Chiesa dal male senza toglierla dal mondo; perché la Chiesa durerà fino alla fine dei tempi, ed in confronto alla grande moltitudine di uomini malvagi rimarranno pochi santi e maestri, che Dio manderà in mezzo ai lupi per insegnare a molti la verità e la giustizia. Questi cadranno di spada, tra le fiamme, nelle catene e nella rovina. (Dan, XI): Dio conserverà così questi ultimi eletti dall’ora della tentazione, liberandoli dal male, cioè impedendo loro di acconsentire all’empietà del tiranno furioso, e aiutandoli a morire per la verità, per la giustizia e per la fede di Gesù Cristo.
Vers. 10. Perché hai conservato la parola della mia pazienza, e Io ti preserverò dall’ora della tentazione, che sta per venire su tutto il mondo per mettere alla prova coloro che abitano sulla terra. L’ora della tentazione che deve venire, e che qui è predetta, è il tempo della persecuzione dell’Anticristo, che Nostro Signore ha profetizzato in San Matteo, XXIV, e in Daniele, XI e XII. Egli la chiama l’ora della tentazione, perché durerà un tempo breve, e la settima età della Chiesa sarà breve, come vedremo più avanti. La bontà divina ha l’abitudine di preservare i suoi eletti dall’ora della tentazione, e dai tempi delle calamità, con due mezzi: – 1°. Chiamandoli a sé in pace, attraverso una morte naturale, prima che i mali e le tribolazioni li sorprendano. Essa accordò questa grazia ad Ezechia, Giosia e ad altri santi dell’Antico e del Nuovo Testamento. – 2°. Essa conserva anche i suoi, senza toglierli da questo mondo, ma liberandoli dal male. (Jo. XVII, 18): « Non vi prego di toglierli dal mondo, ma di preservarli dal male »; così Gesù Cristo mandò i suoi Apostoli e discepoli in mezzo ai lupi. Ora, è con questi due mezzi che Dio preserverà la sua Chiesa, nella sesta epoca, dall’ora della tentazione dell’Anticristo: – 1° Chiamandola a sé, perché alla fine della sesta età, la carità si raffredderà, i peccati cominceranno a moltiplicarsi, e sorgerà gradualmente una generazione perversa e di figli infedeli. I giusti, i santi, i buoni prelati ed i buoni pastori saranno allora portati via, in gran numero, da una morte naturale, ed al loro posto verranno uomini tiepidi e carnali, che si preoccuperanno solo di se stessi, e saranno come alberi senza frutti, stelle erranti e nuvole senza acqua. – 2°. Gesù Cristo preserverà la sua Chiesa dal male senza toglierla dal mondo; perché la Chiesa durerà fino alla fine dei tempi, ed in confronto alla grande moltitudine di uomini malvagi rimarranno pochi santi e maestri, che Dio manderà in mezzo ai lupi per insegnare a molti la verità e la giustizia. Questi cadranno di spada, tra le fiamme, nelle catene e nella rovina. (Dan, XI): Dio conserverà così questi ultimi eletti dall’ora della tentazione, liberandoli dal male, cioè impedendo loro di acconsentire all’empietà del tiranno furioso, e aiutandoli a morire per la verità, per la giustizia e per la fede di Gesù Cristo.
Vers. 11. – Verrò presto, conserva ciò che hai, per evitare che qualche altro riceva la tua corona. Queste parole contengono un salutare avvertimento dell’arrivo improvviso ed inaspettato di Gesù Cristo, così come un’esortazione ai fedeli a continuare sulla retta via. E questi sono come due scudi di prima necessità, che ci presenta prima di tutto contro l’ultima tribolazione descritta in San Matteo. 1°. Perché allora gli uomini penseranno che il regno dell’Anticristo sarà di durata eccessiva, a causa della grande felicità e potenza di questo tiranno. I Giudei e gli altri miscredenti che lo riceveranno come Messia crederanno che il suo regno durerà per sempre. Ora, è per abbattere questa presunzione, e per distruggere questa falsità, che Egli dice qui: Io verrò presto. 2. Come al tempo dell’orribile persecuzione di Diocleziano, che fu il prototipo vivente dell’Anticristo, molti fedeli rinunciarono alla fede di Gesù Cristo e sacrificarono agli idoli; tra questi il S. P. Marcellino stesso, che poi fece penitenza e subì coraggiosamente il martirio; come anche i quaranta martiri (di Sebaste) al tempo dell’imperatore Licinio, uno dei quali disertò, e la cui corona fu poi data a Janitor, … così sarà nella persecuzione della fine dei tempi, ed anche peggio, perché supererà tutte quelle precedenti. Ecco perché Gesù Cristo, come un generale in capo, si preoccupa di avvertire in anticipo i suoi soldati, armandoli con lo scudo sovranamente necessario della forza, della costanza e della perseveranza. Egli quindi li esorta dicendo loro:
Vers. 12. – Conserva ciò che hai, affinché nessun altro riceva la tua corona. Chiunque prevarrà, lo farò diventare una colonna nel tempio del mio Dio e non ne uscirà più; e scriverò su di lui il nome del mio Dio e il nome della città del mio Dio, la nuova Gerusalemme, che scende dal cielo dal mio Dio, e il mio nuovo Nome. Per dare più forza ai suoi amati soldati, e per confermarli ancor più nell’ultima e più terribile persecuzione, Nostro Signore Gesù Cristo fa seguire nel contesto, la promessa dei più grandi beni, come una ricompensa proporzionata alle difficili vittorie che i giusti avranno ottenuto sul tiranno. La prima di queste vittorie sarà la fermezza e la costanza, con cui saranno come colonne di perseveranza nella Chiesa di Cristo. Resisteranno alla furia del tiranno, ai suoi falsi miracoli ed alle sue invenzioni diaboliche, e sacrificheranno i loro corpi, il loro sangue e le loro vite per la verità e la giustizia. La seconda vittoria sarà la confessione del vero Dio, che ha creato il cielo e la terra e tutto ciò che essi racchiudono; ed è contro questa confessione che l’Anticristo infurierà principalmente, e si costituirà il dio degli dei. La terza vittoria sarà la ferma fede e la fedeltà della Chiesa di Cristo, che l’Anticristo respingerà come un’impostura, e disperderà nella sua furia ai quattro venti del cielo, sulle montagne aride e nelle caverne. Infine, il quarto sarà la confessione del Nome di Gesù Cristo, contro il quale si eleverà il tiranno. Egli si glorificherà nei suoi falsi miracoli, che compirà per mezzo di artifici diabolici. Si proclamerà il Messia, e sarà ricevuto come tale dai Giudei, secondo le parole di Gesù Cristo stesso, in San Giovanni, V, 43: « Sono venuto nel nome del Padre mio, e voi non mi ricevete. Se un altro viene nel suo proprio nome, lo riceverete. » A queste quattro virtù, meriti e vittorie del giusto, Dio promette, in proporzione, quattro tipi di ricompense e di glorie. – Il primo è contenuto in queste parole: Lo farò diventare una colonna nel tempio del mio Dio e non se ne allontanerà. Le colonne sono collocate nei palazzi dei re per sostenere la massa dell’edificio per esserne la gloria e l’ornamento, e per amplificarne lo splendore: ora è così che i giusti di Dio, che nel tempio di Cristo, cioè nella Chiesa militante, saranno stati, per la fermezza della loro fede, colonne della verità e della giustizia di Gesù Cristo, difendendola, predicandola, combattendo e morendo per essa; è così, diciamo ancora, nel tempio di Dio e nella Chiesa trionfante, i giusti saranno anche colonne eterne, splendenti di gloria, alla presenza di tutti i Santi e di tutti gli Angeli del cielo. Allora, come questi giusti saranno rimasti fedelmente e costantemente nel tempio di Dio sulla terra, cioè nella Chiesa Cattolica, senza mai lasciarla per andare nelle sette dell’Anticristo e di altri eretici, abbandonando la vera fede; così rimarranno nel tempio eterno di Dio, senza mai lasciarlo. Saranno immortali, impeccabili, stabili e immutabili per l’eternità! Non avranno più dolori da soffrire e non verseranno più lacrime. Infine, la morte, la fame, la sete e tutte le altre miserie del corpo e dell’anima non avranno più alcuna presa su di loro. La seconda ricompensa si trova in queste parole: Scriverò su di lui il Nome del mio Dio. Perché essi saranno come Lui, secondo San Giovanni, III, 3, e saranno persino chiamati Dei, come vediamo nel Salmo LXXX, 6: « Ho detto: voi siete dei, voi tutti figli dell’Altissimo. » La terza ricompensa si esprime così: E scriverò su di lui….. il Nome della città del mio Dio, della nuova Gerusalemme che discende dal cielo dal mio Dio. Cioè, i giusti saranno il tempio di Dio, in cui il Re dei re e il Signore dei signori si degneranno di abitare, e lo possederanno per tutta l’eternità, attraverso la visione beatifica. La quarta ricompensa, infine, si trova in queste parole: Scriverò su di lui ….. il mio Nuovo nome; cioè, che onorerà i giusti con il suo Nome; perché saranno chiamati figli di Dio, secondo San Giovanni, III, 1.
Vers. 13. – Chi ha orecchio, ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese. Stessa spiegazione di cui sopra.
III.
Della settima e ultima età della Chiesa, che sarà l’età della desolazione, che inizierà all’apparizione dell’Anticristo e durerà fino alla fine del mondo.
CAPITOLO III. – VERSETTI 14-22.
Et angelo Laodiciaæ ecclesiæ scribe: Hæc dicit: Amen, testis fidelis et verus, qui est principium creaturæ Dei. Scio opera tua: quia neque frigidus es, neque calidus: utinam frigidus esses, aut calidus: sed quia tepidus es, et nec frigidus, nec calidus, incipiam te evomere ex ore meo: quia dicis: Quod dives sum, et locupletatus, et nullius egeo: et nescis quia tu es miser, et miserabilis, et pauper, et caecus, et nudus. Suadeo tibi emere a me aurum ignitum probatum, ut locuples fias, et vestimentis albis induaris, et non appareat confusio nuditatis tuae, et collyrio inunge oculos tuos ut videas. Ego quos amo, arguo, et castigo. Aemulare ergo, et poenitentiam age. Ecce sto ad ostium, et pulso: si quis audierit vocem meam, et aperuerit mihi januam, intrabo ad illum, et coenabo cum illo, et ipse mecum. Qui vicerit, dabo ei sedere mecum in throno meo: sicut et ego vici, et sedi cum Patre meo in throno ejus. Qui habet aurem, audiat quid Spiritus dicat ecclesiis.
[E all’Angelo della Chiesa di Laodicea scrivi: Queste cose dice l’amen, il testimone fedele e verace, il principio delle cose create da Dio. Mi sono note le tue opere, come non sei né freddo, né caldo: oh fossi tu freddo, o caldo: ma perché sei tiepido, e né freddo, né caldo, comincerò a vomitarti dalla mia bocca. Perciocché vai dicendo: Sono ricco, e dovizioso, e non mi manca niente: e non sai che tu sei un meschino, e miserabile, e povero e cieco, e nudo. Tì consiglio a comperare da me dell’oro passato e provato nel fuoco, onde tu arricchisca, e sia vestito delle vesti bianche, affinché non comparisca la vergogna della tua nudità, e ungi con un collirio i tuoi occhi acciò tu vegga. Io, quelli che amo, li riprendo e li castigo. Abbi adunque zelo, e fa penitenza. Ecco che io sto alla porta, e picchio: se alcuno udirà la mia voce, e mi aprirà la porta, entrerò a lui, e cenerò con lui, ed egli con me. Chi sarà vincitore, gli darò di sedere con me sul mio trono: come Io ancora fui vincitore, e sedei col Padre mio sul trono. Chi ha orecchio, oda quel che lo Spirito dica alle Chiese.]
I. Vers. 14. – All’Angelo della chiesa di Laodicea scrivi: Queste cose dice colui che è la verità stessa, il testimone fedele e verace, che è il principio della creatura di Dio. – La settima e ultima età della Chiesa inizierà all’apparizione dell’Anticristo e durerà fino alla fine del mondo. Sarà un’epoca di desolazione, in cui ci sarà una defezione totale della fede, (Luca XVIII, 8): « Ma quando il Figlio dell’Uomo verrà, pensate che troverà la fede sulla terra? » È in quest’epoca che si compirà l’abominio della desolazione descritto in San Matteo, XXIV, e in Daniele, XI e XII. È anche allora che l’epoca finirà e che la parola della volontà divina si compirà. A questa età si rapporta il settimo giorno della creazione del mondo, quando Dio finì la Sua opera e si riposò il settimo giorno, (Genesi II). Ora, nella settima epoca della Chiesa, Dio completerà la Sua opera spirituale, che ha decretato di compiere attraverso il Figlio Suo Gesù Cristo. E poi si riposerà con i suoi Santi per tutta l’eternità. Questa epoca è anche rappresentata dal settimo Spirito del Signore, lo Spirito di scienza. Perché in quel tempo si saprà chiaramente, dopo che l’Anticristo sarà stato distrutto e gettato nell’inferno, che Gesù Cristo è venuto sulla terra come uomo. E poi quelli dei Giudei che rimarranno, faranno penitenza. Questa età è anche rappresentata dal settimo Spirito del Signore, perché allora la Scienza si moltiplicherà sulla terra, secondo Daniele, XII, 4. Allora apparirà il segno del Figlio dell’uomo nel cielo, ed ogni occhio lo vedrà. Inoltre, questa settima età è rappresentata dalla settima epoca del mondo. Perché come questa epoca sarà l’ultima a finire il secolo, così la settima epoca sarà l’ultima della Chiesa. Infine, il tipo di questa epoca è la Chiesa di Laodicea, che si spiega con il vomito. Ora, questa parola è appropriata per l’ultima epoca, durante la quale, in attesa che l’Anticristo salga al potere, la carità si raffredderà, la fede verrà meno, tutti i regni saranno in subbuglio ed in agitazione, e si divideranno tra loro; sorgerà una razza di uomini egoisti, accidiosi e tiepidi. I pastori, i prelati ed i principi saranno ingannevoli, simili agli alberi d’autunno, senza foglie e senza frutti di buone opere; essi saranno come stelle erranti, nuvole senza acqua. E allora Cristo comincerà a vomitare dalla sua bocca la Chiesa, e permetterà a satana di essere sciolto e di spargere il suo potere in tutti i luoghi; e il Figlio della perdizione entrerà nel regno, che è la Chiesa.
II. Questo è ciò che dice colui che è la verità stessa, il testimone fedele e vero, che è il principio della creatura di Dio. Le prime parole di questo testo contengono nuovi attributi o distintivi di Gesù Cristo. Questo è ciò che dice Colui che è la verità stessa. Il testo latino esprime queste prime parole con la parola amen. Amen è una parola ebraica, che significa vero. Questa parola si adatta perfettamente a Cristo, a causa della divinità che ha da sé, e che è la sua essenza, perché è la prim a Verità. Per questo San Giovanni, (XIV, 6) dice: « Io sono la via, la verità e la vita. » Questo attributo non può adattarsi a nessun uomo comune, perché ogni uomo è mendace, e solo Dio è verace. Il testimone fedele e verace della gloria e della maestà del Padre, al Quale ha reso testimonianza, essendo il Figlio, suo stesso e rimanendogli fedele fino alla morte, e alla morte di croce. Che è il principio della creatura di Dio, perché, secondo San Giovanni, 1: 2, «… tutte le cose sono state fatte per mezzo di Lui, e senza di Lui non è stato fatto nulla di ciò che è stato fatto ». – L’Apostolo inizia esprimendo questi attributi ed insegne divine, per confermare le menti dei suoi servi nella verità del Vangelo, contro l’empietà dell’Anticristo, che, vantandosi di essere il Signore Dio del cielo e della terra, bestemmierà in modo orribile, dicendo che Gesù Cristo non è Dio, che non si è fatto carne e che né la sua testimonianza né il suo Vangelo sono veri, ecc.
Vers. 15. – Conosco le tue opere. Con queste parole, che l’Apostolo ha l’abitudine di usare, egli rimprovera le opere di questo tempo, come è chiaro da ciò che segue: Non sei né freddo né caldo, cioè non avete né il timore di Dio né il fervore della carità, con cui mettereste in pratica la giustizia e la verità. Il freddo e il caldo sono metafore che distinguono queste due virtù. Perché negli ultimi giorni l’iniquità abbonderà e l’amore di molti si raffredderà. (Matteo, XXIV, 12). È dunque con ragione che Gesù-Cristo rimprovera a questa età della Chiesa di non essere né fredda né calda. Piacesse a Dio che tu fossi freddo o caldo! Queste parole contengono una sorta di augurio con cui Nostro Signore Gesù Cristo, nel suo affetto paterno, lamenta il triste stato della sua Chiesa, come un padre o una madre sono soliti lamentare la morte di un figlio o di una figlia, e come un marito piange la moglie che ha amato.
Vers. 16. – Ma poiché siete tiepidi, cioè perché languite e perdete la fede, la speranza e l’amore, e quindi non osservate più i miei comandamenti, facendo opere di giustizia, Io vi vomiterò dalla mia bocca. L’uomo è solito buttare fuori dalla sua bocca ciò che gli appare cattivo e sgradevole, come, per esempio, l’acqua tiepida, che rappresenta, con una vera metafora, il fedele che langue nella fede, nella speranza e nella carità, e che non è più Cristiano se non solo di nome. Per questo dice: ti vomiterò dalla mia bocca. Il testo latino dice: Incipiam, comincerò a vomitarti dalla mia bocca, cioè comincerò a poco a poco a respingerti da me, a dimenticarti, ad abbandonarti e a lasciarti cadere nelle eresie. Vi vomiterò dalla mia bocca, cioè permetterò alle nazioni e all’Anticristo di calpestarti, come si usa calpestare la saliva e l’acqua tiepida che si getta a terra. Il popolo cristiano è nella bocca di Cristo attraverso la fede nella sua parola e nel suo Vangelo, e Gesù Cristo lo vomita a causa della follia delle sue abominazioni, permettendo loro di cadere nell’errore e di abbandonare la giustizia. Questo è ciò che Gesù Cristo comincerà a fare verso la fine della sesta epoca, ed è ciò che continuerà a fare nella settima, quando la carità si raffredderà, l’iniquità abbonderà e quasi tutti gli uomini perderanno completamente la loro fede.
Vers. 17. – Tu dici: Io sono ricco ed opulento e non ho bisogno di nulla; e non sai che sei un miserabile, un infelice, povero, cieco e nudo.
Vers. 18. – Io ti consiglio di comprare da me dell’oro provato nel fuoco per arricchirti, e delle vesti bianche per vestirti, affinché non appaia la vergogna della tua nudità; e applica ai tuoi occhi un rimedio affinché tu possa vedere. Gesù Cristo rivela qui, sotto la forma di una correzione paterna, i vizi ed i difetti di quest’epoca, contro i quali dà allo stesso tempo un consiglio salutare ed un rimedio opportuno. Il primo di questi vizi sarà una colpevole presunzione della mente, basata sulla propria conoscenza, che accecherà talmente gli uomini da non riconoscere nemmeno i loro peccati o i loro errori. Diventeranno così induriti nei loro vizi, nelle loro voluttà e menzogne che si giustificheranno e ignoreranno la sana dottrina. Questo è ciò che Gesù Cristo esprime con queste parole: tu dici con falsa iattanza e vana presunzione: Io sono ricco, cioè sono dotato di giustizia, di verità e delle più perfette e belle scienze. Io sono opulento nella conoscenza e nella pratica di tutte le arti. La mia esperienza supera quella di tutti i secoli. E non ho bisogno di nulla. Non ho bisogno di essere istruito da altri. Questo è anche lo spirito satanico degli pseudo-politici e dei falsi Cristiani del nostro tempo, i quali, disprezzando ogni vera scienza, ogni sana dottrina, e non ascoltando più i direttori delle anime, si giustificano in ogni cosa, e seguono solo gli impulsi del loro amor proprio e della loro volontà perversa. In questo modo corrono così verso la loro stessa perdizione. Ne consegue che: E voi non sapete, cioè non riconoscete di essere infelici. Perché tu sei davvero miserabile a causa della tua cecità, della tua mancanza di grazia e della vera luce, e di conseguenza sei anche miserabile a causa dell’inimicizia di Dio, che è la più grande di tutte le miserie. Ma la tua miseria è tanto più grande perché non sai, o non vuoi riconoscere il male, né vuoi usare il rimedio che Io o altri ti proponiamo. Sei infelice a causa della pena che ne seguirà. Inoltre, sei povero di meriti spirituali, meriti che non possono sussistere nello stato di inimicizia in cui ti trovi con Dio. Sei cieco, perché non vedi, e non riconosci i tuoi difetti, i tuoi vizi, la tua povertà e la tua miseria. E tu sei nudo e spoglio delle virtù della vera fede, della speranza, della carità, della giustizia e della religione; perché le virtù sono come l’abito dell’anima. Il secondo vizio di quest’epoca sarà la vana fiducia nelle ricchezze, nei tesori, negli oggetti preziosi, nei ricchi ornamenti, nella magnificenza degli edifici e dei templi, e nello splendore esterno delle cose spirituali e temporali. E poiché tutti questi vantaggi non saranno uniti alla carità verso Dio, non piaceranno a Gesù Cristo. Perché anche i sacrifici dell’Antico Testamento non erano accettati da Dio senza la misericordia. Tutti questi beni diventeranno la preda dell’Anticristo, che godrà dei tesori delle chiese, dei re, di principi e dei grandi. Egli calpesterà tutto ciò che è santo e sacro; consegnerà alle fiamme e rovinerà completamente i templi più magnifici. Allora ci sarà la più grande desolazione ed abominazione che ci sia mai stata; perché tutto ciò che è santo sarà consumato. Questo è ciò che dal fuoco e ridotto in cenere. È contro tali disgrazie che Gesù Cristo dà qui un consiglio salutare ed un avvertimento prezioso: Ti consiglio, già morente ed in lotta contro la morte, di comprare da me, invece di tutti questi tesori, dell’oro provato dal fuoco della carità e della sapienza celeste, con delle opere di misericordia, con delle elemosine e con delle pie fondazioni. Vi consiglio di comprare da me l’oro provato, che il tiranno non può portarti via e che nessuno può corrompere, come fecero San Lorenzo ed altri Santi martiri che, avvicinandosi alla morte e nell’ora della tentazione, distribuirono ai poveri i tesori della Chiesa e comprarono l’oro provato della carità, la cui fiamma ardente li aiutò a sopportare il fuoco e tutti gli altri supplizi dei tiranni. Questo è ciò che i santi di Dio devono fare, specialmente in questi ultimi tempi di calamità, dopo i quali non ci sarà più tempo e non ci sarà bisogno di oro, argento, vasi preziosi o di tesori. Così ci esorta paternamente Nostro Signore Gesù Cristo. Per arricchirti, cioè per arricchirci di tesori celesti che nessuno può o potrà toglierci nell’eternità, se facciamo di noi stessi il sacrificio di questi beni deperibili e di breve durata. Io ti consiglio di comprare da me …. abiti bianchi per i gli occhi. Cioè gli abiti della virtù e dei vantaggi che Dio ti darà come ricompensa per la tua carità e le tue opere di misericordia. Compra questo oro, per non mostrare la vergogna della tua nudità. Copri i tuoi peccati, che sono come la nudità dell’anima; perché la carità ci ottiene il perdono della moltitudine dei nostri peccati. E applica sui tuoi occhi il collirio che ti faccia vedere. Il collirio è un rimedio; gli occhi dell’anima sono la memoria e l’intelletto. Ora, questi occhi dell’anima sono spesso oscurati ed accecati dal richiamo dei beni terreni. Il rimedio che Dio propone qui come medicina spirituale contro queste due malattie degli occhi, per preservarci dalla cecità spirituale, consiste soprattutto nella considerazione degli ultimi fini, e nella meditazione sulle Sacre Scritture. Questi rimedi saranno particolarmente necessari in questi ultimi tempi ai soldati di Gesù Cristo, a causa dell’orrore dei tormenti, degli errori e degli inganni dei falsi profeti, ed anche a causa degli scandali e della perdita totale della fede. È dunque per il nostro bene che Gesù Cristo ci avverte, dicendo: Applica un rimedio ai tuoi occhi, cioè, applica gli occhi della tua anima alla meditazione dei tuoi ultimi fini; scruta le sacre Scritture, per distinguere meglio la vanità dei beni presenti dalla solidità dei beni futuri. Cerca di distinguere anche la verità dall’iniquità del tiranno, che cercherà di sedurti con false promesse, con l’adulazione, con falsi prodigi e miracoli.
Vers. 19. – Io rimprovero e castigo coloro che amo; cioè, come un padre avverte i suoi figli amati, così io vi rimprovero, vi avverto e vi informo dei difetti che dovete correggere e dei pericoli che dovete evitare. E Io castigo coloro che amo, permettendo avversità, tribolazioni e persecuzioni contro di loro in questa vita; e li sottopongo al potere degli empi, secondo il Salmista, Ps. LXV, 12: « Tu hai sollevato gli uomini sulle nostre teste, siamo passati attraverso il fuoco e l’acqua, e ci hai portato al luogo di ristoro. »
III. Riaccendi il tuo zelo, allora, e fai penitenza. Queste parole contengono due ordini da seguire, e che Gesù Cristo intima ai fedeli che vivranno in quest’ultima prova, cioè il buon esempio e la penitenza. Riaccendete il vostro zelo, imitate i miei coraggiosi e prudenti soldati, che soffrirono simili persecuzioni sotto Diocleziano ed altri tiranni. E fa’ penitenza per i tuoi peccati, rialzati prontamente dalla tua caduta, come fece Papa Marcellino, che, dopo aver sacrificato agli dei nel timore dei tormenti e della morte, fece nondimeno penitenza.
Vers. 20. – Io sono alla porta e busso; se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, Io entrerò da lui e cenerò con lui ed egli con me. Queste parole ci annunciano l’arrivo ed il pasto dell’Agnello, al quale ci invita dicendo: Sono alla porta e busso. Gesù Cristo sarà alla porta della Sua Chiesa quando verrà per il giudizio alla fine del mondo. E busserà quando gli uomini vedranno i segni e la grande tribolazione che ha predetto in Matteo XXIV, 32, dove aggiunge, nella parabola del fico: « Imparate e sappiate che quando vedrete queste cose, il Figlio dell’uomo è vicino ed è alla porta. » Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta. In quel tempo si sentiranno due voci: una vera e santa, che sarà quella di Gesù Cristo, e l’altra falsa ed empia, che sarà quella dell’Anticristo e dei suoi seguaci; poiché essi diranno che l’Anticristo è il Messia. È contro quest’ultima voce che Gesù Cristo ci mette in guardia quando dice in San Matteo, XXIV, 23: « Se dunque qualcuno vi dice che Cristo è qui o là, non credetegli. » L’altra voce è quella di Gesù Cristo, che dice nella Sacra Scrittura di essere veramente il Messia ed il Figlio di Dio. Questa voce sarà udita per bocca di Enoch ed Elia, e degli altri servi di Dio, che allora resisteranno all’Anticristo, e predicheranno che Gesù Cristo dice: … il vero Messia, che Egli è Dio e uomo, e che si è fatto carne, etc. È quindi con ragione che Gesù Cristo ci dice qui: Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta del suo cuore, credendo in me, Io entrerò in lui con la grazia della mia consolazione, in mezzo a tutti i tormenti e a tutte le avversità. E Io cenerò con lui ed egli con me. La cena corporale è il ristoro che l’uomo prende prima del sonno, così come la Cena del Signore è il ristoro dell’anima prima del sonno, come la anta cena è la refezione dell’anima prima della morte. È in questo senso che Gesù Cristo dice: Io mangerò con lui, cioè lo ristorerò, lo rafforzerò nella morte con la grazia della perseveranza … e si nutrirà con me, cioè sopporterà i tormenti fino alla morte, per ottenere la corona dell’immortalità.
Vers. 21. – A colui che sarà vincitore del mondo, della carne, del demonio e della morte, Io gli darò di sedere con me sul mio trono, come Io stesso ho vinto e mi sono seduto con il Padre mio sul suo trono. Queste parole promettono ai soldati di Gesù Cristo, che saranno stati vittoriosi nell’ultima agonia di questo mondo, il potere e l’onore di giudicare i vivi e i morti, proprio come Gesù Cristo ha promesso ai suoi Apostoli in Matteo XIX, 28: « In verità vi dico che voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo siederà sul trono della gloria nel tempo della rigenerazione, anche voi siederete su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. » Ora, Gesù Cristo promette ai suoi servi dell’ultima epoca una insigne distinzione in cielo, che sarà il potere giudiziario e la gloria di sedere su di un trono, come ricompensa per la difficile vittoria che avranno ottenuto nella più grande delle persecuzioni.
Vers. 22. Chi ha orecchio, ascolti ciò che lo spirito dice alle chiese.
FINE DEL PRIMO LIBRO