SALMI BIBLICI: DEUS STETIT IN SYNAGOGA DEORUM (LXXXI)

SALMO 81: “DEUS STETIT IN SYNAGOGA DEORUM

CHAINE D’OR SUR LES PSAUMES

ou LES PSAUMES TRADUITS, ANALYSÉS, INTERPRÉTÉS ET MÉDITÉS A L’AIDE D’EXPLICATIONS ET DE CONSIDÉRATIONS SUIVIES, TIRÉES TEXTUELLEMENT DES SAINTS PÈRES, DES ORATEURS ET DES ÉCRIVAINS CATHOLIQUES LES PLUS RENOMMÉS.

[I Salmi tradotti, analizzati, interpretati e meditati con l’aiuto delle spiegazioni e delle considerazioni seguite, tratte testualmente dai santi Padri, dagli oratori e dagli scrittori cattolici più rinomati da …]

Par M. l’Abbé J.-M. PÉRONNE,

CHANOINE TITULAIRE DE L’ÉGLISE DE SOISSONS, Ancien Professeur d’Écriture sainte et d’Éloquence sacrée.

[Canonico titolare della Chiesa di Soissons, Professore emerito di Scrittura santa e sacra Eloquenza]

TOME DEUXIÈME.

PARIS – LOUIS VIVES, LIBRAIRE-ÉDITEUR 13, RUE DELAMMIE, 1878

IMPRIM.

Soissons, le 18 août 1878.

f ODON, Evêque de Soissons et Laon.

Salmo 81

[1] Psalmus Asaph.

     Deus stetit in synagoga deorum;

in medio autem deos dijudicat.

[2] Usquequo judicatis iniquitatem, et facies peccatorum sumitis?

[3] Judicate egeno et pupillo; humilem et pauperem justificate.

[4] Eripite pauperem, et egenum de manu peccatoris liberate.

[5] Nescierunt, neque intellexerunt; in tenebris ambulant; movebuntur omnia fundamenta terrae.

[6] Ego dixi: Dii estis, et filii Excelsi omnes.

[7] Vos autem sicut homines moriemini, et sicut unus de principibus cadetis.

[8] Surge, Deus, judica terram, quoniam tu hæreditabis in omnibus gentibus.

[Vecchio Testamento Secondo la Volgata Tradotto in lingua italiana da mons. ANTONIO MARTINI Arciv. Di Firenze etc.

Vol. XI

Venezia, Girol. Tasso ed. MDCCCXXXI]

SALMO LXXXI.

Esortazione ai giudici perché proferiscano giudizii giusti. A renderla più efficace, parla Dio come giudice supremo a’ giudici inferiori.

Salmo di Asaph.

1. Iddio sta nell’adunanza degli dei; e in mezzo a loro, degli stessi dei fa giudizio.

2. E fino a quando farete voi giudizii ingiusti, e avrete rispetti umani in grazia dei peccatori?

3. Rendete giustizia al povero e al pupillo; fate ragione al piccolo e al povero.

4. Difendete il povero; e strappate il mendico dalle mani del peccatore.

5. Sono nell’ignoranza, e privi del bene dell’intelletto, camminano nelle tenebre; sono scosse le fondamenta della terra.

6. Io ho detto: Voi siete dii e figliuoli tutti dell’Altissimo.

7. Ma voi, come uomini, morrete, e cadrete come uno dei principi.

8. Levati su, o Dio, giudica tu la terra; imperocché tu avrai per tua eredità tutte le genti.

Sommario analitico

Il profeta, desidera contenere nei loro doveri i giudici della terra e venire in aiuto del pio re Ezechia che, all’inizio del suo regno, ristabilì la buona amministrazione del suo regno con la buona regolazione della giustizia, dimenticata sotto i regni precedenti [Illengstenberg pensa che questo Salmo sia stato composto sotto il regno di Davide, ma la maggior parte degli esegeti moderni lo riconducono ai tempi di Ezechia o di Giosafat, che sono stati i restauratori del culto di Dio e della Giustizia].

I. – Rappresenta Dio:

1° presente in mezzo all’assemblea dei giusti;

2° E che li giudica pubblicamente (1).

II. – Li invita:

1° Ad evitare l’ingiustizia che li porta a rendere iniqui giudizi, e a fare eccezione tra persone (2);

2° a rendere la giustizia ai poveri, agli orfani, agli innocenti ed a liberare i poveri dall’oppressione dei peccatori (3, 4).

III. – Egli condanna.

1° La loro ignoranza nella scienza del diritto;

2° la loro negligenza nello studiare le cause che sono loro affidate;

3° la depravazione dei loro istinti, come tanti mali che distruggono i fondamenti degli Stati e delle società (5).

IV. – Predice che Dio li farà scendere dalla dignità elevata che essi occupano, li condannerà ad una morte obbrobriosa e disonorante come quella dei tiranni (6-7).

V. – Invita il Cristo ad esercitare il potere ricevuto di giudicare, su tutti coloro che appartengono al suo dominio (8).

Spiegazioni e Considerazioni

I. – 1.

ff. 1. – « Dio sta nella sinagoga degli dei ». Non si tratta qui di una presenza corporale di Dio, ma di una presenza spirituale, la sola conveniente alla sostanza che si pone in rapporto con le cose create, in modo meraviglioso, appena intellegibile per un piccolo numero di uomini. Dio si trova dunque invisibilmente nell’assemblea degli uomini, così come riempie pure invisibilmente il cielo e la terra, come Egli stesso dice per bocca del Profeta (Gerem., XXIII, 24). E non soltanto siamo in possesso della testimonianza, ma ancora, nella misura dello spirito umano, si riconosce che Dio abita in coloro che Egli ha creato, tutte le volte che un uomo sta alla sua presenza, lo ascolta, e si sente ricolmo di gioia, perché ascolta la voce divina nel più profondo del cuore (Giov. III, 29). – Ascoltate la voce di Dio che fa il discernimento, ascoltate la voce del Signore che divide la fiamma del fuoco (Ps. XXVIII, 7). « Fino a quando giudicherete con iniquità, e prenderete le parti dei peccatori? » … sarà fino all’avvento di Colui che è la luce del cuore? Io vi ho dato la mia legge; voi vi avete resistito con la vostra durezza. Io ho inviato i miei Profeti, voi li avete ricoperti di ingiurie e li avete messi a morte, o siete stati in connivenza con coloro che lo facevano. Ma coloro che hanno ucciso i servi di Dio che erano stati loro inviati, non sono degni che si indirizzi loro la parola; io domando a voi che avete osservato il silenzio quando essi commettevano i loro crimini, cioè a voi che volete imitare oggi, come se fossero innocenti, coloro che allora hanno mantenuto il silenzio, … io vi domando: «Fino a quando giudicherete con iniquità, e prenderete le parti dei peccatori? » Oggi che l’Erede stesso è venuto, bisogna pure metterlo a morte? Se Egli è come un orfano, lontano da suo padre, non è a causa vostra? Se Egli ha fame e sete, come un indigente, non è a causa vostra? Non ha Egli esclamato: « Imparate da me che sono mite ed umile di cuore? » (Matth. XI, 29).  « Non si è fatto Egli povero, mentre era ricco, per arricchirvi con la sua povertà? » (II. Cor. VIII, 9). Rendete dunque giustizia all’orfano e all’indigente: « sostenete la giustizia dell’umile e del povero ». Non è a questi uomini ricchi ed orgogliosi in se stessi, ma a quest’Uomo che si è fatto umile e povero per voi, che dovete credere e proclamarne la giustizia (S. Agost.). –  I principi ed i giudici della terra sono chiamati “dei” perché rappresentano Dio, perché sono i depositari dell’autorità di Dio, a cui solo appartiene propriamente l’essere Giudice. È per questo che l’Apostolo dice che ogni potenza è di Dio, e che colui che resiste all’autorità, resiste all’ordine di Dio (Berthier). – Questo nome conviene ancora a tutti coloro che sono alla testa delle Chiese, e che il Dio degli dei giudica da se stesso e non per altri.. (S. Gerol.) – Ma questi giudici della terra devono ricordarsi che hanno un Maestro che è in mezzo ad essi quando giudicano, e che non rendono alcun giudizio se non in presenza del Giudice sovrano. « Il Signore è in piedi per giudicare, sta in piedi per giudicare i popoli. » – Il Signore interrogherà gli anziani ed i principi del suo popolo. » (Isai. III, 14). Dio giudica gli dei, come un potente sovrano in mezzo alla sua armata:  che spettacolo formidabile, capace di ispirare il terrore. Se Egli giudica gli dei, che farà con i peccatori?  (S. Girol.). Aprite gli occhi, Cristiani; contemplate questi augusti tribunali ove la Giustizia rende i suoi oracoli: voi vi vedrete, con Davide, « … gli dei della terra, che muoiono alla verità come degli uomini » ma che tuttavia devono giudicare come degli dei, senza timore, senza passione, senza interesse, con il Dio degli dei alla loro testa, come canta questo grande re con un tono così sublime in questo salmo divino: « Dio assiste – egli dice – all’assemblea degli dei, ed in mezzo ad essi, giudica gli dei. » O giudici, qual Maestà nelle vostre sessioni! Qual Presidente delle vostre assemblee! Ma anche qual Censore dei vostri giudizi (Bossuet, Or. fun. De Le Tellier).

ff. 2. – Questa è una questione umiliante per l’umanità. Essa dimostra che la depravazione della giustizia è antica, e che era già un male inveterato ai tempi del  Profeta. – Ogni differenza di condizione sparirà al giudizio di Dio; essa deve sparire al giudizio di Dio, così come deve pur sparire nei giudizi che renderanno gli uomini (Dug.). – « Ponete ben attenzione a ciò che farete, perché non è la giustizia dell’uomo che voi esercitate, ma la Giustizia del Signore, e tutto ciò che avrete giudicato ricadrà su di voi » (II Paralip. XIX, 6).   

II. — 2 – 4

ff. 3, 4. – L’indigente, l’orfano ed i piccoli sono abbandonati, perché sono poveri. Il ricco ed il potente li opprimono, perché hanno molti amici e tanto credito per ribaltare tutto l’ordinamento delle leggi. – Ci sono e ci saranno sempre dei magistrati degni di questo nome, che prediligono la causa di coloro che sono deboli ed oppressi; ma spesso la difficoltà è quella di arrivare fino ad essi, di vincere gli ostacoli che si oppongono al dedalo delle leggi, di svincolarsi dai preliminari di un giudizio di cui il giudice non è l’arbitro. Per giungere ad esporre la verità in tutta la sua luce, ci vuole un tempo, una spesa, un lavorio, una pazienza che ordinariamente sono al di sopra delle forze del povero senza risorse, e del misero senza protezione (Berthier). –  Una tripla scienza è necessaria ai giudici. La scienza dottrinale, che si acquisisce nelle scuole e sui libri; la scienza dell’esperienza, che è frutto degli anni e del lavoro; la scienza attuale, che non può ottenersi senza un esame serio dell’affare sottomesso ai loro giudizi: tutte le parole di questo versetto sono da considerare. Essi non hanno conosciuto nulla: ciò che esprime un difetto di luce; essi non hanno compreso nulla: ciò che denota un difetto di intelligenza; essi camminano nelle tenebre: ciò che indica il giudizio pronunciato alla cieca, delle decisioni portate come a caso, come la strada che si segue nelle tenebre è sempre soggetta all’incertezza e allo smarrimento; infine da qui gli scossoni che prova tutto l’ordine civile ed ecclesiastico; perché l’esortazione del Profeta riguarda anche i pastori delle anime così come i magistrati secolari. L’ignoranza di ciò che possa turbare lo Stato, e l’ignoranza di questi, allontana quasi sempre dalle vie di salvezza (Berthier).

ff. 5. – « Tutte le fondamenta della terra sono scosse. » In tutte le Nazioni e presso tutti i popoli, noi vediamo dei giudici incaricati, a nome della società, di porre riparo ai disordini della giustizia violata, di mantenere intatto il deposito delle sue leggi, del suo spirito, della sua tradizione, ed obbligati a consacrare la propria vita allo studio delle leggi. Questi uomini rappresentano Dio sulla terra, occupano il suo posto e ne fanno le funzioni. Questi uomini, per l’inamovibilità della loro posizione, sono stati resi indipendenti dagli uomini e dalle cose, ed in effetti davanti alle loro sentenze sovrane si curvano i popoli ed i re. Sempre la nostra anima si indigna alla vista di una ingiustizia da qualsiasi parte giunga ai nostri occhi; ma quando essa si mostra negli ambiti degli dei della terra, come li chiama il Profeta, tra coloro che hanno ricevuto per missione il respingerla e l’eliminarla, la è per la umana natura, l’abominazione e la desolazione. Le volte dell’edificio sociale sono squassate fin nelle fondamenta; « … tutte le fondamenta della terra sono scosse. » Questa espressione sì è di una grande energia, e di una perfetta esattezza: la giustizia è il fondamento degli imperi, ed ogni atto contrario alla giustizia è in sé uno scossone all’ordine sociale.

III. — 6, 7.

ff. 6. – Tutti gli uomini sono uguali, Dio è il loro unico Padrone e loro Giudice, Egli solo ha il diritto di togliere la vita, i beni, ed è evidente che Egli elevi ad una autorità divina tutti coloro che stabilisce come giudici dei loro fratelli, e comunica loro un potere che non appartiene che a Lui, e che con l’esattezza più rigorosa li rende in questo punto come degli dei di tutti quelli che sottomette loro (Dug.). – La santità fa considerare gli uomini come qualcosa di divino, come dei sulla terra: « voi siete degli dei, e siete tutti figli dell’Altissimo. » La santità negli uomini, è una qualità morale che dà loro tutte le virtù e li allontana da tutti i peccati. Nulla è più eccellente negli uomini che la santità; nulla li rende sì ammirevoli, sì venerabili.  (BOSSUET, Médit., 2° p. LXVI°  j.).

ff. 7. – « Io ho detto: voi siete degli dei. » I giusti sono chiamati qui degli dei, perché costituiti giudici supremi dei popoli, ed hanno in essi il potere di vita o di morte. – «Io ho detto: voi siete degli dei. » Tuttavia, aggiunge Egli, o dei di carne e sangue, o dei di terra e polvere, non vi lasciate abbagliare da questa divinità passeggera e presa in prestito, « … perché infine voi morirete come degli uomini, e scenderete dal trono nella tomba. » La maestà, lo confesso, non è mai dissipata né annientata, e la si vede interamente rivestire i suoi successori. Il re, noi diciamo, non muore mai, l’immagine di Dio è immortale; ma tuttavia l’uomo cade, muore, e la gloria non lo segue nel sepolcro. (BOSSUET, Sur l’ambition.)

Autore: Associazione Cristo-Re Rex regum

Siamo un'Associazione culturale in difesa della "vera" Chiesa Cattolica.