G. FRASSINETTI: CATECHISMO DOGMATICO (VIII)

CAP. VII
DEI SACRAMENTI.
§ I
Dei Sacramenti in generale.

— Come si definisce il Sacramento?
⁕ «Il Sacramento è un segno sacro, visibile, permanente, instituito da Cristo il quale opera ex opere operato la nostra santificazione ». Questa è la definizione che conviene a tutti i Sacramenti della nuova Legge, cioè a tutti i Sacramenti della Chiesa.
— Vi sono dunque altri Sacramenti, fuori di quelli della nuova Legge?
⁕ Prima che Cristo istituisse i Sacramenti che si amministrano nella Chiesa, cioè prima della sua venuta, vi erano dei Sacramenti, però molto inferiori ai nostri, e dei quali non è necessario parlare in questo compendio. Basti notare che sarebbe eretico chi dicesse che i Sacramenti della Legge vecchia avevano il valore di quelli della Legge nuova, cioè dei Sacramenti della S. Chiesa (Council. Trid. Sess. VI).
— Per quale ragione il Sacramento si definisce un segno?
⁕ Perché ci porta in cognizione della cosa che significa: così la lavanda nel Battesimo, ci porta in cognizione della mondezza che acquista l’anima ricevendolo (Habert).
— Perché si dice sacro?
⁕ Perché l’uso di quel segno è un atto religioso appartenente al culto di Dio (Hubert).
— Perché si dice visibile?
⁕ Si dice visibile perché bisogna che cada sotto i sensi, che cioè in qualche modo sia materiale: perciò qui il termine di visibile si prende nel significato di sensibile. Una cosa puramente spirituale non potrebbe essere Sacramento (Habert).
— Perché si dice permanente?
⁕ Perché i Sacramenti sono i fondamenti della Religione, e devono durare perpetuamente come essa; perciò i Sacramenti sono riti che dureranno fino alla fine del Mondo (Habert).
— Perché si dice istituito da Gesù Cristo?
⁕ Perché Egli è l’Autore di tutti i Sacramenti che si amministrano nella Chiesa; come
definì il sacrosanto Concilio di Trento.
— Perché si dice, che opera ex opere operato la nostra santificazione?
⁕ Vuol dire che i Sacramenti hanno una virtù loro intrinseca di conferire all’anima la grazia, sicché non sono le buone disposizioni le quali conferiscono la grazia quando riceviamo i Sacramenti, ma la conferiscono i Sacramenti per se stessi. Che conferiscano la grazia “ex opere operato” è articolo di Fede definito dal sacrosanto Concilio di Trento.
— Dunque non importa accostarsi ai Sacramenti con buone disposizioni?
⁕ Importa moltissimo; anzi è necessario affinché i Sacramenti producano il loro effetto, come importa ed è necessario che le legna siano secche affinché con prestezza si accendano. Se prendete legna secche e le mettete sul fuoco presto ardono, se le prendete stillanti sugo in primavera, non trovate modo di farle alzar fiamma. La virtù di bruciare, per altro, non è o del secco o del verde, la virtù di bruciare è del fuoco. Similmente se date i Sacramenti a chi è bene disposto per riceverli, costui acquista o la grazia, o l’aumento della medesima, perché non trovano impedimento che disturbi il loro effetto; se li date invece a chi non è ben disposto per riceverli, costui non acquista la grazia, perché trovano l’impedimento delle cattive disposizioni, il quale impedimento non permette che producano il loro effetto; come l’abbondanza dell’umore non permette al fuoco che abbruci il legno verde; vi ripeto perciò che come la virtù di bruciare sta nel fuoco, e non nelle disposizioni del legno, similmente la virtù di conferire la grazia sta nei Sacramenti e non nelle disposizioni di chi li riceve.
— L’effetto del Sacramento non sarà maggiore o minore secondo la maggiore o minore disposizione di chi lo riceve?
⁕ É certamente cosi, come vediamo che l’effetto del fuoco è maggiore o minore, secondo la maggiore e minore aridità del legno a cui si appicca (Conc. Trid. sess.5, v. 1).
— Perché si dice che i Sacramenti o conferiscono o accrescono la grazia?
⁕ Perché altri Sacramenti sono istituiti per conferire la grazia santificante a chi ne è privo, altri per accrescerla a chi già la possiede. – Il Battesimo e la Penitenza conferiscono la grazia a chi ancora non la possiede, tutti gli altri invece l’accrescono a chi di già l’ha avuta, e la conserva. Quei due si chiamano Sacramenti dei morti, e tutti gli altri Sacramenti dei vivi, dandosi i primi ai morti alla grazia di Dio, e questi secondi ai vivi alla medesima.
— Non accade mai il caso che i Sacramenti dei morti accrescano la grazia a chi già la possiede, e che i Sacramenti dei vivi la conferiscano a chi ne è privo?
⁕ Accade benissimo. Figuratevi che un catecumeno prima di ricevere il Battesimo si metta in istato di grazia con un perfetto atto di contrizione, quando poi riceve il Battesimo, il Sacramento a lui non può conferire la grazia, ma soltanto accrescerla: lo stesso si dica del Sacramento della Penitenza, se il penitente prima di ricevere l’assoluzione è di già in istato di grazia per la Contrizione perfetta, oppure se non ha altro da confessare che peccati veniali. In questi casi i Sacramenti dei morti accrescono la grazia santificante a chi già la possiede. Tutto questo è certissimo, e non v’ha luogo a dubitarne. Viceversa, alle volte i Sacramenti dei vivi conferiscono la grazia santificante a chi ne è ancora privo, come insegnano i Teologi più comunemente con S. Tommaso. Figuratevi che uno si fosse confessato con la sola attrizione da un Sacerdote privo della giurisdizione necessaria; oppure da un laico che si fosse finto Sacerdote: costui non ostante la sua confessione, resta in istato di peccato mortale; per altro, supponendo di essere stato assoluto validamente, si accosta alla S. Comunione, ed ecco che allora la S. Comunione lo rimette in istato di grazia, conferendogli la Ss. Eucaristia, che è Sacramento dei vivi, quella grazia che ancora non ha: ciò che vi dico della Ss. Eucaristia, ditelo di tutti gli altri Sacramenti dei vivi, qualora si ricevano incolpabilmente in istato di peccato mortale, da chi per altro è pentito del peccato mortale con dolore di attrizione; giacché è cosa certissima, che Dio non perdona alcun peccato attuale senza che l’uomo se ne penta con un dolore soprannaturale. La ragione è che l’attrizione toglie dall’anima la cattiva volontà la quale sarebbe d’impedimento al conseguimento della grazia (Vedi il Collet Tr. de Sacram. Eucharist. c. 8).
— Se la cosa è così noi potremo sempre accostarci ai Sacramenti dei vivi con la sola attrizione, senza premettere la Confessione: leveremo con l’attrizione l’impedimento della cattiva volontà, e quindi i Sacramenti dei vivi ci conferiranno la grazia santificante.
⁕ Questo poi no: i Sacramenti dei vivi non sono istituiti da Gesù Cristo perché di loro istituzione conferiscano la grazia a chi ne è privo, ma affinché ne diano l’aumento a chi già la possiede; e perciò vi è espresso divino comando che l’uomo non si accosti a quei Sacramenti se non in istato di grazia. – Pertanto chi conosce di essere ancora in peccato mortale, e vuole accostarvisi, trasgredisce questo comando divino, e con la sola intenzione commette un nuovo peccato mortale: quindi in lui l’attrizione sarebbe falsa come unita con la volontà di trasgredire un divino comando, e non potrebbe togliere l’impedimento per ottenere la grazia santificante. – Solo per accìdens, come dicono i Teologi, cioè quando l’uomo trovandosi in buona fede, o avendo fatto quanto sapeva di dover fare per mettersi in grazia di Dio, crede di essere giustificato e disposto, così che se conoscesse di avere ancora il peccato sull’anima si asterrebbe dal ricevere questo o quell’altro dei Sacramenti dei vivi, solo in questo caso, avendo insieme vera attrizione de’ suoi peccati mortali, ottiene la grazia santificante, ricevendo qualcuno dei Sacramenti medesimi.
— Vuol dire adunque che per ricevere degnamente i Sacramenti dei vivi bisogna prima o confessarsi con l’attrizione, o eccitarsi alla contrizione perfetta, e indifferentemente basterà, o l’una o l’altra cosa; perché l’una e l’altra cosa ci rimette in istato di grazia?
⁕ Se voi dite che basti indifferentemente per tutti i Sacramenti dei vivi dite un grande errore; giacché per ricevere la Ss. Eucaristia non basta che chi è in peccato mortale faccia un atto di contrizione; vi è obbligo, tolto il caso d’indispensabile necessità, che egli si confessi: avendo così inteso il Sacrosanto Concilio di Trento il precetto di S. Paolo: probet autem seipsum homo. Similmente chi è in peccato mortale o si trova in punto di morte, si deve confessare, perché non potrebbe in appresso soddisfare al precetto della Confessione, e per ciò non potrebbe ricevere l’Estrema Unzione senza confessarsi con un solo atto di Contrizione. Per la Cresima poi, l’Ordine e il Matrimoniò non vi è espresso comando di premettere la Confessione; basterebbe che chi deve ricevere alcuno di questi Sacramenti si pentisse con vera contrizione de’ suoi peccati avendo intenzione di confessarsi poi a tempo debito. Per altro notate bene che non si deve predicare ai rozzi questa dottrina, è bene che la ignorino perché troppo ne abuserebbero in loro danno; con un atto di contrizione storpiato, a fiore di lingua, si accosterebbero ai sacramenti della Confermazione e del Matrimonio. Questa dottrina sappiatela voi per vostra regola, onde non predicare che ugualmente si debba premettere la Confessione alla Cresima e al Matrimonio come alla Comunione, il che sarebbe falso; perché per la Comunione vi è il precetto di S. Paolo, il quale non si trova per i tre sovraccennati Sacramenti; ma frattanto predicate che il mezzo lasciatoci da Gesù Cristo per mondare l’anima dal peccato mortale è la Sacramentale Confessione, e che perciò ciascuno si confessi prima di accostarci a ricevere qualunque Sacramento trovandosi reo di qualche peccato mortale; predicate anzi che essendo troppo difficile cosa il conoscere lo stato della propria coscienza e di troppa importanza il ricevere i Santi Sacramenti con le migliori disposizioni, ciascuno si confessi prima di accostarvisi, quantunque la coscienza nol rimordesse di colpa grave.
— Oltre della grazia santificante conferiscono i Sacramenti altra grazia?
⁕ Conferiscono la propria grazia detta Sacramentale, la quale è un gius fondato nella grazia santificante conferita dal Sacramento a ricevere a tempo opportuno certi aiuti, ossia grazie attuali mediante le quali possa l’uomo ottenere il fine del Sacramento (Habert). Perciò la grazia Sacramentale del Battesimo ci fa avere gli aiuti opportuni per menare una vita degna del Cristiano; la grazia Sacramentale della Confermazione ci fa avere aiuti particolari per confessare coraggiosamente la Fede; quella dell’Eucaristia per nutrire, cioè conservare ed accrescere la carità; quella della Penitenza, affinché si evitino per l’avvenire i peccati; quella dell’Estrema Unzione, affinché si faccia un buon passaggio e tranquillo all’altra vita; quella dell’ordine, affinché degnamente e con zelo ci diportiamo nel Santo Ministero; quella del Matrimonio, affinché i Coniugati conducano una vita tra loro pacifica ed educhino la loro prole nel Santo Timor di Dio [Antoine: de Sac. in gen. a. 3, art. 3).
— Chi ha dato tanta efficacia ai Sacramenti?
⁕ Gesù Cristo che né è l’Autore, e loro la meritò con i meriti della sua Incarnazione, Passione e Morte.
— Oltre la grazia santificante e sacramentale conferiscono ì Sacramenti altro effetto?
⁕ Tre dei Sacramenti, cioè il Battesimo, la Confermazione e l’Ordine, conferiscono il carattere, che è un segno spirituale indelebile impresso nell’anima nostra, mediante il quale per tutta l’eternità si distingueranno quelli che avranno ricevuto o tutti e tre, o alcuno di questi Sacramenti, da quelli che non li avranno ricevuti. Questo carattere ai Beati sarà di gloria particolare, ai dannati di particolare confusione. Si noti pure essere articolo di Fede che questi tre Sacramenti non si possono ricevere che una volta sola.
— È di fede che questo carattere sarà indelebile per tutta l’eternità?
⁕ Che il carattere non si potrà mai cancellare durante questa vita, è articolo certamente di Fede definito dal Concilio di Trento; che sia indelebile anche per tutta l’eternità non è cosa espressamente definita di Fede, per altro così insegna S. Tommaso (Antoine ut sup.). e tale è il sentimento generale dei fedeli.
— Chi ricevesse questi tre Sacramenti con cattive disposizioni dovrebbe restare per sempre privo degli effetti dei Sacramenti medesimi?
⁕ Quando alcuno di questi Sacramenti fosse ricevuto validamente, e le cattive disposizioni avessero impedito il loro effetto; come se uno avesse ricevuto il Battesimo, con l’affetto al peccato mortale, o la Confermazione e l’Ordine in istato di peccato mortale, dicono i Teologi, che tolta la cattiva disposizione con una buona confessione, o almeno con un atto
di contrizione, che inchiude il desiderio di confessarsi, come abbiamo detto (cap. 6, § 4), rivive l’effetto di questi Sacramenti mal ricevuti, sicché si avrebbero quegli aiuti sacramentali, dei quali era l’uomo restato privo nel ricevimento dei medesimi; e lo stesso insegnano a riguardo del Matrimonio e dell’Estrema Unzione; perché si suppone che la divina pietà non voglia permettere che i peccatori pentiti restino privi degli aiuti particolari dei quali i coniugati hanno bisogno per tutta, o quasi tutta la loro vita, e i moribondi per fare un buon passaggio all’eternità. I Sacramenti poi della Penitenza e dell’Eucaristia che si possono ricevere ogni volta che si vuole, non rivivono nei loro effetti, e chi li ha ricevuti male una volta deve rimediare al suo danno con riceverli bene un’altra volta (Antoine ut sup. art. 4). Se poi il Sacramento
fosse stato ricevuto non solo con cattive disposizioni, ma anche invalidamente, allora è certo che bisognerebbe riceverlo di nuovo, fosse anche il Battesimo.
— Quali cose si richiedono al valore dei Sacramenti?
⁕ Materia, forma, ministro e intenzione.
— Che cosa è la materia?
⁕ L a materia è la cosa che si adopera nel fare il Sacramento: per esempio, la materia del Battesimo è l’acqua.
— Che cosa è la forma?
⁕ Sono le parole che si proferiscono nel fare il Sacramento, p. es. la forma del Battesimo è: Io ti battezzo in nome del Padre, e del Figliuolo, e dello Spirito Santo.
— La Chiesa può mutare la materia o la forma dei Sacramenti?
⁕ La Chiesa, secondo quanto insegna il Sacrosanto Concilio di Trento, non ha autorità di mutare la forma o la materia dei Sacramenti; quindi se la mutasse i Sacramenti resterebbero senza valore.
— In varie parti vi è qualche differenza nella forma dei Sacramenti?
⁕ Sono differenze accidentali di parole che non cangiano il senso nella sua sostanza. Se in un luogo usassero una forma che cangiasse il senso della forma istituita da Cristo, il Sacramento resterebbe senza effetto, e la Chiesa non la permetterebbe.
— Chi è il ministro del Sacramenti?
⁕ I Sacramenti hanno ministro primario e secondario: il primario è Gesù Cristo autore dei medesimi; il secondario è ciascuno che ha da Cristo l’autorità di conferirli. Quali siano i vari ministri dei vari Sacramenti lo vedremo di ciascuno. Qui si noti soltanto aver definito il Concilio di Trento contro gli eretici, che non tutti i Cristiani sono ministri di tutti i Sacramenti: il dire diversamente sarebbe una eresia.
— Nel ministro dei Sacramenti si richiede la fede e la grazia santificante?
⁕ Affinché li conferisca degnamente e con merito si richiede senza dubbio che abbia la Fede, e che sia in istato di grazia; ma per quanto spetta al valore del Sacramento è articolo di Fede che non si richiede né l’una, né l’altra; perciò ha lo stesso valore il Battesimo dato da un empio eretico, come da un pio cattolico.
— Si richiede nel ministro alcuna intenzione?
⁕ È di fede che si richieda l’intenzione di fare ciò che fa la Chiesa, quando conferisce i Sacramenti; senza questa intenzione il ministro conferirebbe invalidamente il Sacramento (Concil. Trid. sess. 7 c. 11).
— Gli eretici i quali non credono alla Santa Chiesa Cattolica, gl’idolatri, i turchi ecc., che non suppongono alcun valore nei Sacramenti, amministrando essi il battesimo, lo amministreranno invalidamente, perché non possono avere intenzione di fare ciò che fa la Chiesa non credendo a lei, parlando degli eretici; né a lei, né ai suoi Sacramenti, parlando degli idolatri, turchi ed ebrei?
⁕ Per la validità del Sacramento non richiede che s’intenda di fare una azione santa, un Sacramento, né che si creda al valore dei Sacramenti, né che si abbia intenzione di fare ciò che fa la vera Chiesa Cattolica Romana; basta che s’intenda di fare ciò che fa la Chiesa in generale; così il Luterano suppone la vera Chiesa nella sua setta, e battezzando con intenzione di fare ciò che fa la Chiesa, battezza validamente. Similmente se un turco, per fare onta e dispetto a un altro turco, gli battezzasse seriamente un fanciullo, intendendo di dargli il Battesimo dei Cristiani, quel fanciullo resterebbe validamente battezzato.
— Sarebbe valido il Battesimo, l’assoluzione o altro Sacramento dato per burla e per gioco.
⁕ Sarebbero invalidi come fu dichiarato dalla Santa Chiesa contro Lutero. Perciò se alcuno prendesse un fanciullo non ancor battezzato, e gli versasse l’acqua in capo, e proferisse la forma, dicendo: ecco come farà il parroco a battezzarlo, quel fanciullo non resterebbe battezzato. Si noti che vi sarebbe peccato mortale in fare simili burle in materia di Sacramenti.
— Quale sorta d’intenzione si richiede nel ministro dei Sacramenti?
⁕ Altra è l’intenzione attuale, quando p. es. uno che battezza, mentre che battezza dice tra sé stesso: intendo di battezzare; altra è l’intenzione virtuale, quando p. es. alcuno si parte con intenzione di andare a battezzare, nell’atto poi del Battesimo non riflette a quel che fa per qualche distrazione. L’altra è l’intenzione abituale, quando p. es. uno che abituato a battezzare impedito dall’uso di ragione per qualche malattia amministrasse questo Sacramento. La prima non è necessaria, la seconda basta; ma non la terza. Perché con la terza non si agisce più da uomo.
— In chi riceve il Sacramento quale intenzione si richiede?
⁕ Nei fanciulli prima dell’uso della ragione, e negli adulti che mai non ebbero il libero uso della medesima, non si richiede intenzione alcuna per ricevere il Sacramento del Battesimo; e questa è cosa certissima; anzi è espresso articolo di Fede che sia valido il Battesimo conferito ai fanciulli prima dell’uso della ragione, come si ricava dal Sacrosanto Concilio di Trento, e dalla pratica della Chiesa universale di battezzare i bambini appena nati. Negli adulti che hanno l’uso perfetto della ragione, o che almeno già lo ebbero, si richiede, o che abbiano attualmente la volontà di ricevere il Battesimo, o che l’abbiano avuta senza averla ritrattata. Tale volontà si ricerca tanto più nei Sacramenti della Penitenza, del Matrimonio, e fors’anche dell’Ordine [Si controverte fra i Teologi se il Sacramento dell’Ordine si possa validamente amministrare ai fanciulli (vedi Habert tom. 6 de Sacram. In genere)]. Per ricevere noi ì Sacramenti della Confermazione, Eucaristia, ed Estrema Unzione basta l’intenzione interpretativa, la quale consiste in questo: che chi vuole essere Cristiano, vuole pure godere di tutti i privilegi e grazie del Cristiano, e perciò anche di questi Sacramenti, la materia dei quali non dipende dagli atti di chi li riceve ( Habert de Sacr. c. 5).
— Crede dunque che un infermo alienato dai sensi riceverebbe con frutto la Confermazione, l’Eucaristia, l’Estrema Unzione, anche senza avere domandato prima questi Sacramenti?
⁕ Li riceverebbe con frutto, purché fosse in grazia di Dio, o almeno prima della alienazione dai sensi avesse avuto un sincero dolore di attrizione, giusta ciò che si disse nella risposta alla D. 12. Che questi Sacramenti si possano ricevere con frutto senza quella intenzione positiva che si richiede per gli altri Sacramenti ne consta dalla pratica della Chiesa, la quale anticamente dava anche ai bambini l’Eucaristia (Antoine in op. moral. Tract. de Euch. App. de Or. Ecc. ecc. § III.). È lecito il dare anche adesso ai bambini la Confermazione nel caso in cui fondatamente si tema che non potranno più riceverla arrivati all’uso della ragione, come si dirà nel § III. L’Estrema Unzione si dà agli infermi alienati dai sensi anche per malattie impreviste, che portano in un tratto l’infermo nell’articolo di morte, e quando non solo non l’hanno domandata, ma né meno avevano tempo a domandarla. – Il che non permetterebbe la Chiesa se per ricevere con frutto tali Sacramenti si richiedesse una positiva intenzione. Sì noti però che l’Eucaristia non si deve mai dare agli infermi alienati da’ sensi, per il pericolo dell’irriverenza che sempre vi sarebbe in questo caso.
— E articolo di Fede che i Sacramenti siano sette?
⁕ È articolo di Fede espressamente definito dal Sacrosanto Concilio di Trento; perciò sarebbe un eretico chi asserisse essere i Sacramenti più o meno di sette; essi sono: Battesimo, Confermazione, Eucaristia, Penitenza, Estrema Unzione, Ordine, e Matrimonio (Sess. VII, C. 1).
— Quali particolarità si richiedono in un rito sacro, perché possa dirsi Sacramento della nuova legge?
⁕ Tre: Segno esterno, Istituzione Divina, e Forza di conferire la grazia. Queste tre particolarità unite insieme non si trovano che nei sette suddetti riconosciuti per tali nella Chiesa Cattolica.