CALENDARIO LITURGICO DELLA CHIESA CATTOLICA: APRILE 2018

APRILE [2018]

è il mese della Santa PASQUA e delle ROGAZIONI Maggiori

 LITANIE O ROGAZIONI.

[Dom Guéranger: “Istituzioni liturgiche”, vol. I]

ISTRUZIONE.

Litania, che vuol dire Preghiera, è parola greca derivata dal verbo lìtanevo, che significa: “prego”. Le Litanie Maggiori cadono nel giorno 25 Aprile, e si dicono maggiori, o perché ebbero origine dalla maggiore delle Chiese, quale si è Roma, o perché comandate in tutta la Cristianità da S. Gregorio, detto “Magno”, il quale, se non ne fu l’istitutore, dacché egli stesso ne parla come di cosa già in uso, fu però quel Papa che le universalizzò dopo di averle celebrate con una solennità tutta particolare, allorquando nel 598, per impetrare la cessazione della peste che desolava tutta Roma, chiamò tutto il Clero e, tutto il Popolo ad una Processione di penitenza che fece capo alla chiesa di Santa Maria Maggiore e durante la quale si serenò il cielo, cessò la mortalità, e si vide sulla mole Adriana un Angelo che rimetteva nel fodero la propria spada, per significare che il flagello era cessato. Fu in quella circostanza che all’antica mole Adriana si mutò il nome in quello di Castel sant’Angelo, e vi fu eretta la grande statua di S. Michele.

PER I GIORNI DELLE LITANIE

Dio della bontà e della misericordia, Padre amoroso ed Arbitro sovrano di tutta quanta la natura, che regolando ogni cosa secondo i consigli della vostra sapientissima Provvidenza, avete a noi assoggettate tutte le creature dell’universo perché ci fornissero, giusta il bisogno, il cibo, il vestito l’ alloggio, la difesa, e fino conveniente ricreazione; Voi da cui solo dipende 1’opportunità delle stagioni, la fecondità della campagna, la prosperità del commercio, la tranquillità degli Stati, la salute dei nostri corpi e la santificazione delle nostre anime, degnatevi di volger propizio il vostro sguardo sopra di noi, e fate che tutto ci serva ad alleviare le miserie del tempo per assicurarci beata la eternità. – Come liberaste Noè dalle acque del Diluvio, Lot dalle fiamme di Sodoma, Davide dagli orsi, Daniele dai leoni, e poi Naaman dalla lebbra, Tobia dalla cecità, la casa di Raab dall’eccidio, e la Samaria dalla fame, liberate ancor tutti noi da ogni inondazione, da ogni incendio, da ogni carestia, da ogni contagio, da ogni persecuzione e da ogni guerra. Purgate l’aria da ogni influsso cattivo, la terra da ogni insetto dannoso”, e mandate a suo tempo il vento e la rugiada, la serenità e la pioggia, onde ogni seme fruttifichi in abbondanza. Togliete ai nostri nemici, così pubblici come privati, cosi visibili come invisibili, la volontà e la forza di nuocere, onde tra noi regni costantemente la sicurezza e la pace. Allontanate insomma da noi tutti quanti i vostri flagelli, onde alle nostre preghiere uniamo sempre più fervorosi i nostri sinceri ringraziamenti. – Che se mai pei nostri peccati voleste visitarci con qualche traversia, dateci nel tempo stesso lo spirito della cristiana pazienza, onde, ricevendo dalle vostre mani, e sopportando in espiazione dei nostri falli i vostri paterni castighi, ci assicuriamo quel premio che voi tenete preparato nel cielo a chi porterà con rassegnazione la propria croce sopra la terra. Pater, Ave, Gloria.

Di seguito le Feste di APRILE

1 Aprile Dominica Resurrectionis    Duplex I.

2 Aprile Die II infra octavam Paschæ    Duplex I. classis

3 Aprile Die III infra octavam Paschæ    Duplex I. classis

4 Aprile Die IV infra octavam Paschæ    Semiduplex

5 Aprile Die V infra octavam Paschæ    Semiduplex

6 Aprile Die VI infra octavam Paschæ    Semiduplex – Primo Venerdì

7 Aprile Sabbato in Albis    Semiduplex  – Primo Sabato

8 Aprile Dominica in Albis in Octava Paschæ    Duplex I. classis

9 Aprile In Annuntiatione Beatæ Mariæ Virginis    Duplex I. classis *L1*

11 Aprile S. Leonis I Papæ Confessóris et Ecclesiæ Doctoris    Duplex

13 Aprile S. Hermenegildi Martyris    Semiduplex

14 Aprile S. Justini Martyris    Duplex *L1*

15 Aprile Dominica II Post Pascha    Semiduplex Dominica minor

17 Aprile S. Aniceti Papæ et Martyris    Simplex

21 Aprile S. Anselmi Epíscopi Confessóris et Ecclésiæ Doctóris    Duplex

22 Aprile SS. Soteris et Caii Summorum Pontificum et Mártyrum    Semiduplex

23 Aprile S. Georgii Martyris  Simplex

24 Aprile S. Fidelis de Sigmaringa Martyris    Duplex

25 Aprile S. Marci Evangelistæ    Duplex II. classis

26 Aprile SS. Cleti et Marcellini Summorum Pontificum et Mártyrum    Semiduplex

27 Aprile S. Petri Canisii Confessóris et Ecclesiæ Doctoris    Duplex

28 Aprile S. Pauli a Cruce Confessóris    Duplex

29 Aprile S. Petri Martyris    Duplex

30 Aprile S. Catharinæ Senensis Virginis    Duplex

LO SCUDO DELLA FEDE -V- LE FALSE PROFEZIE

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LO SCUDO DELLA FEDE

V – LE FALSE PROFEZIE E L’IPNOTISMO.

Le false profezie delle false religioni. — Le sibille. — I gabbammondi odierni. — Il Sonnambulismo, il magnetismo e l’ipnotismo. —  È desso lecito, sì o no?

— Per altro, ho inteso ad accertare che tutte le religioni hanno delle profezie. Se ciò fosse vero, tali profezie si dovrebbero conoscere. Ma io ti sfido a trovarmele in qualunque libro, di qualsiasi autore.

— Eppure ho appreso dalla storia, che presso tutti i santuari dei pagani vi erano delle pitonesse, degli indovini, che indicavano l’avvenire. So che a tal fine vi erano gli Aruspici che guardavano le viscere degli uccelli scannati, gli Auguri che osservavano il loro volo, l’Ariolo che si teneva stretto agli altari, il Fatidico che consultava la potenza del destino? L’Astrologo che mirava la posizione degli astri, … eccetera, eccetera.

E a simile genìa vorresti tu dare il nome di profeti? A loro riguardo non posso dirti se non che o erano bricconi matricolati, che si giovavano ad esempio della loro condizione di ventriloqui, di epilettici, di isterici, o di arti ciarlatanesche per ingannare i gonzi, come fanno pur troppo anche ai dì nostri per attestazione dei missionari e dei viaggiatori certi stregoni scellerati tra le tribù selvagge o barbare; oppure erano miserabili posti in qualche modo in comunicazione con satana, che alle volte dava loro dei segni per mezzo di treppiedi od altri simili strumenti, come li dà oggidì per mezzo di tavole parlanti, scriventi o semoventi. – E non ti salta agli occhi la differenza enorme, che passa tra questa cattiva razza e i profeti biblici? Gli indovini e pitonesse pagane, quando pretendevano indicar il futuro, si abbandonavano a grida, a gesti strani, ad agitazioni e convulsioni, a singulti, ad un linguaggio rotto ed equivoco, ad operazioni in fondo in fondo ridicole, e ciò facevano fra le tenebre o la semiluce, alla presenza di pochi fidi; al contrario i veri profeti, come attestano i Sacri libri, parlavano seriamente, chiaramente, in pubblico, nell’atrio dei templi, sulle vie o sulle piazze, senza far dei misteri, senza ricorrere a statue, a treppiedi, o ad altri simili strumenti, senza interesse personale, anzi affrontando talora, come già dissi, con santo coraggio lo sdegno del popolo. – E poi dimmi francamente; erano predizioni certe, quelle che gl’indovini pagani andavano facendo ? Ricordi quei famosi oracoli: Ibis, redibis, non, morieris in bello. — Dico tibi, Pyrrhe, populum romanum te victurum esse?

— Ma io non m’intendo di latino.

Se tu t’intendessi, vedresti come il primo di tali oracoli, secondo che si metta il non unito a redibis oppure a morieris, voglia dire queste due cose diverse: Andrai, non ritornerai, morrai in guerra — e —Andrai, ritornerai, non morrai in guerra, e che il secondo si può prendere in questi due opposti sensi: Dico a te o Pirro, che vincerai il popolo romano, e: Dico a te, o Pirro, che il popolo romano  vincerà te. Ora questi ghiribizzi di parole appositamente studiati per potersi poi scusare, qualora l’evento non riuscisse conforme al senso desiderato, erano desse profezie e valevano forse qualche cosa in favore di quelle religioni, in cui si andavano facendo?

— Certamente, che stando così le cose, tali predizioni tutt’altro che valere in favore di quelle religioni non potevano servire che a screditarle.

Dici giustamente; ed è perciò che lo stesso Cicerone asseriva, che non era possibile che due àuguri, due indovini, sapendo bene quanto ciurmassero il popolo, potessero guardarsi tra di loro senza ridere.

— Ma le sibille non furono vere profetesse! Mi pare che anche la Chiesa nel Dies iræ porti la testimonianza della Sibilla.

In quanto alle sibille può essere che siano esistite davvero. Si dice che fossero dieci, la Cumana, l’Ellesponziaca, la Frigia, la Tiburtina, l’Europea, l’Egiziana, la Persiana, la Libica, la Delfica e l’Eritrea. Si dice anzi, che abbiano fatto delle profezie riguardanti Gesù Cristo e Maria Vergine, e mi piace di fartele conoscere, almeno per una curiosità.

« Iam redit Virgo — Già torna la Vergine ». Cumana.

« De Virgine Hæbrea — Da una Vergine Ebrea ». Ellesponziaca.

« Annuntiabitur Virgo— La Vergine sarà annunziata ». Frigia.

« O felix mater 0 madre felice ». Tiburtina.

« Egredietur de utero Virginis — Uscirà dal seno di una Vergine ». Europea.

« De matre Deus — Da una madre Dio ». Egiziana.

« Et salus in gremio Virginis — E la salute nel seno di una Vergine ». Libica.

« De stirpe Judæorum — Dalla stirpe dei Giudei ». Delfica,

« Jacebit in fœno— Giacerà sul fieno». Eritrea,

Ma i libri sibillini, in cui sono contenute queste profezie, sono affatto apocrifi ed inventati dagli ebrei o dai primi cristiani col pio intento di indurre i pagani al conoscimento della verità. Ed in vero l’esistenza delle sibille si confonde con le favole mitologiche, Figurati che della sibilla di Cuma, che fu la più celebre, e che avrebbe abitato in ima spelonca vicina a quella città, si dice niente meno che Apollo la fece vivere tanti anni quanti granelli d’arena avrebbe potuto tenere in mano, sì che venuta decrepita non le rimase altro che la voce per profetare!

— Ma allora perché la Chiesa lascia nel Dies iræ quel cum Sibilla?

La Chiesa nella sua liturgia ha preso e adottato quell’inno, del resto grandioso ed efficacissimo, quale l’ha composto Fra Tommaso da Celano, uno dei primi e dei più celebri figli di S. Francesco, senza badar a questa minuzia, ma anche senza volere con ciò che si dia fede alle sibille ed ai loro libri.

— Ho inteso. Ma non vi sono però anche ai dì nostri di coloro, che predicono l’avvenire sulle pubbliche piazze e nei gabinetti magnetici

Coloro che anche ai dì nostri sulle piazze e nei gabinetti magnetici pretendono di predire l’avvenire, il più delle volte sono ciarlatani, impostori, gabbamondi, che abusano per loro interesse della dabbenaggine altrui. – Se poi vi sono degli spiritisti, dei mediums, che facciano realmente qualche vera divinazione, egli è perché si trovano o si mettono in comunicazione col diavolo, che, come ti dissi, con la intelligenza, di cui fu dotato da Dio quando fu creato angelo, e che ha conservato nella sua natura di spirito, benché maligno e dannato, può vedere molto più a fondo di noi, e da cause naturali, che gli stanno sotto lo sguardo, prevedere, o per lo meno arguire certe conseguenze che ne seguono o seguiranno. – Ma anche in questo caso non c’è profezia vera perché, benché si tratti di una predizione che l’uomo, con la sua debole intelligenza non potrebbe fare, si tratta sempre non di meno di una previsione e predizione di ciò che si può prevedere e predire nelle cause naturali. – E da ultimo poi ti osservo che accadendo durante il sonnambulismo, procurato altrui con arte (e specialmente alle donne nervose, deboli, isteriche), procurato cioè con la magnetizzazione e con l’ipnotismo, che si indovinino certe cose occulte e si faccia anche qualche predizione, in tutto ciò di profezie propriamente dette non c’è neppure l’ombra, essendo che tali divinazioni e predizioni non sono altro che o cognizioni più vive e profonde, che si acquistano nello stato di sonnambolismo, o induzioni da cause naturali, che si conoscono.

— A proposito, che cosa si ha da pensare del sonnambolismo, del magnetismo e dell’ipnotismo?

Il sonnambulismo è di due sorta: spontaneo o procurato altrui con arte. Il primo, si capisce, non dipende dal paziente che lo subisce; epperò non comporta responsabilità di sorta, tanto più perché, passato lo stato di sonnambolismo, il paziente non si ricorda più di nulla di quanto in tale stato gli è accaduto. Durante il sonnambolismo il soggetto non solo si alza a passeggiare durante il sonno, come esprime la parola, ma più assai che la parola esprima, mostra le relazioni abituali dello spirito e del corpo sospese, invertite, trasformate ed elevate ad un grado di potenza superiore allo stato di veglia. In questo stato il sonnambolo parla, discorre con altri su cose le più svariate, e conosce gl’individui tenendo gli occhi chiusi, compone dei versi, va e viene passando anche tranquillamente per luoghi pericolosi, e fa altre cose simili. Ora questo stato si può produrre in taluno artificialmente gettandolo nello stato di ipnotismo, ossia addormentamento, col magnetismo, cioè provocando in lui quei fenomeni che accadono durante il sonnambolismo naturale ed anche maggiori. Di fatti il magnetizzato, o ipnotizzato artificialmente, in quanto al corpo può restare rigido oppure prendere una flessibilità affatto insolita, cessando in lui le impressioni e l’uso dei sensi; e in quanto alla mente può diventare più perspicace, più energico, più attivo. Dicesi che allora veda cose e persone lontane, oda le loro parole, veda persino l’interno del corpo, e così ai malati sappia indicare la sede del male e suggerire i mezzi per guarire. Nota bene però il mio dicesi, perchè questi fatti, chi li ammette, chi no affatto. Di qual maniera il magnetizzante con la sua volontà produca nel soggetto lo stato d’ipnotismo, e stabilisca relazione con lui, e lo metta in relazione con altri, stante le diverse sentenze non si può ben dire. Chi parla di un fluido magnetico, che il magnetizzante irraggia nel magnetizzando, chi lo nega. Ma comunque siano le cose, è certo: 1° che questi fenomeni meravigliosi, se sono certi, non avvengono che a qualche indispensabile condizione, che sebbene occulta può essere del tutto naturale; 2° che l’uso dell‘ipnotismo è per lo meno pericoloso e può degenerare in aperti e gravissimi disordini morali d’ogni genere.

— Eppure ho letto varie volte sulla quarta pagina dei giornali ed ho anche inteso ad asserire, che ai dì nostri vi sono dei celebri magnetizzatori e delle valentissime sonnambole da loro magnetizzate, che anche di lontano indovinano molte malattie e indicano con precisione il modo di guarirle, purché si mandi loro qualche cosa appartenente all’ammalato, fosse anche solo il pezzetto d’un pannolino.

Avresti detto meglio « purché si mandi loro un buon vaglia postale ». Credilo, novantanove volte su cento in questo affare tutto mira lì, a carpire destramente del denaro a tanti poveri goccioloni, che nell’intendimento di essere guariti da qualche male preferiscono essere gabbati dalle sonnambole che dire una sola Ave Maria di cuore alla Madonna. E così quelli che negano fede alla potenza di Dio, della Vergine e dei Santi, confidano poi ciecamente in un ciurmatore qualsiasi.

— Credo anch’io che il più delle volte si tratti più di inganno e ciarlataneria che d’altro, e che però sia da sciocchi ricorrere a questi mezzi in caso di infermità. Ma quando si tratti di vero ipnotismo allora è lecito, sì o no, prender parte ad esperimenti in proposito per tentare la guarigione?

Ecco come ha risposto a questa domanda la Chiesa per mezzo della Suprema Congregazione del S. Ufficio in data 26 luglio 1899: « Se si tratta di fatti, che certamente siano superiori alle forze della natura, non è lecito. Quando la cosa è dubbia, si potrà tollerare purché si premetta la protesta di non volere aver parte a fatti preternaturali e non vi sia pericolo di scandalo ».

— E quando mai si tratterrebbe di fatti superiori alle forze della natura e quando no?

Se mercé l’ipnotismo ad esempio si ottiene davvero di conoscere ciò che altri pensa, di imporre ad altri di fare questa o quell’altra cosa, di sapere con certezza ciò che altrove, in luogo lontano si fa e si dice, e cose simili, allora si tratta di fatti superiori alle forze della natura e ben puoi capire se in tal caso l’ipnotismo, che può cagionare disordini gravissimi e spingere eziandio ad azioni le più capricciose e nefande, sia illecito. Quando invece si trattasse solo di una certa qual azione suggestiva, che procaccia ad un infermo conforto, accrescimento di forze, e serve anche a guarirlo, benché quell’azione suggestiva abbia carattere un po’ dubbioso, tuttavia se si intende di non voler affatto aver parte a fatti preternaturali, e non c’è alcuno che si scandalizzi, perché è conosciuto il buon intendimento che si ha, allora non ci sarebbe in ciò alcun male, epperò sarebbe lecito.

— Son contento di quanto ho appresso, e mi rimetto in carreggiata.