GREORIO XVII – IL MAGISTERO IMPEDITO: “la comunità”.

LA COMUNITÀ

[«Renovatio», IV (1969), fasc. 2, pp. 189-190.]

 La Chiesa è una comunità. Non ci può essere dubbio. Ma è una comunità speciale, caratterizzata dalle sue quattro note: unità, santità, cattolicità, apostolicità. Chi negasse queste note, parzialmente o totalmente, sarebbe, senza discussione alcuna, nella eresia. – Le quattro note esprimono di per sé (come è direttamente affermato nei documenti ecclesiastici) la visibilità e il carattere gerarchico, definito nei suoi gradi e nelle sue attribuzioni. E difficile o più raro che qualcuno neghi esplicitamente le quattro note della Chiesa. Più spesso si comincia da un’altra parte. Si comincia cioè dalla «comunità», interpretata, più o meno sussurrando, ad un certo modo. Ma dove si vuole arrivare? Ecco. Lo sappiamo da una serie di pubblicazioni. – Si vuol affermare che la Chiesa è peccatrice e che in tutta questa faccenda c’entra lo Spirito Santo; che la Chiesa non ha un corpo visibile (ripresa di un concetto nettamente gnostico); che non ha una struttura istituzionale visibile e storica; che non esiste una unità dell’ordine divino ed umano nel Cristo in quanto egli non ha avuto un corpo reale dalla Vergine madre (ritorna la vecchia idea gnostica). Si tratta insomma di abolire la Chiesa. – Naturalmente non sempre da tutti, subito e chiaramente, si dicono queste cose. Si va cauti. Si dice di ridurre il diritto canonico, magari ad una serie di semplici fervorini, di trovare una gestione più semplice e popolare dell’autorità, di restringere la potestà del Romano Pontefice. Tutto questo è solo la copertura di un disegno più ampio. Ma lo strumento, più facilmente utile al sopraddetto disegno, è rappresentato dalla confusione e dalla mitizzazione del concetto di «comunità». Anche perché di questa si può fare un esperimento pratico, prima ancora di enunciarne la teoria e gli scopi ultimi, riuscendo ad ingaggiare persino quelli che, davanti agli scopi ultimi, distruttivi, si troverebbero in imbarazzo gravissimo di coscienza. – Lo strumento «comunità», inteso come sopra, funziona in questo modo. Si comincia col voler assemblee; poi, se non si incontrano reazioni, si inizia a dare a delle assemblee, comunque convocate e composte, una funzione a scopo purificatore (si dice, ma non è vero) di critica e giudizio su tutto quello che fa la Chiesa. Se il gioco riesce, si tenta di trasferire ogni potere dalla Chiesa gerarchica a questa comunità di base, ossia ad un regime semplicemente assembleare. Se questo stile (dimenticando tutto il Vangelo e la sua carità) attecchisse, il gioco sarebbe fatto. Dio non permetterà, oltre un certo limite. – Lo scopo di questo breve scritto è quello di avvertire come cose, a prima vista poco preoccupanti, siano in realtà nella scia, consapevolmente od inconsapevolmente, di finalità più grandi, più lontane e più oscure. Il pericolo più grave si ha quando la manifestazione del male non è netta ed affulgente, ma, stemperando colori e luci, diventa coperta e non eccita la difesa. I piani strategici di distruzione sono nella mente di pochi generali d’esercito. I fantaccini hanno questa caratteristica: di non conoscere in genere i piani strategici, ma di eseguirli. Forse inconsapevoli di agire in direzioni errate. – La parola «comunità» esprime per sé qualcosa di venerabile, se bene intesa. Essa può rifrangersi in tante iniziative particolari, le quali non indeboliscono la struttura ecclesiale, anzi la corroborano. Il pericolo è quando della sua onestà qualcuno si serve per nascondere altro. – II taglio deve essere netto. Gesù Cristo e la Sua Chiesa, così come Lui l’ha voluta, non si possono separare. Insieme si accettano, insieme si respingono.

Autore: Associazione Cristo-Re Rex regum

Siamo un'Associazione culturale in difesa della "vera" Chiesa Cattolica.