TU SEI PIETRO (3)

Monsignor Tihamér Tóth

VESCOVO DI VESZPRÉM

“Tu sei Pietro”

STORIA E ATTUALITÀ DEL PONTEFICE ROMANO (III)

1956

CENSURA ECLESIASTICA

Nihil obstat: Dr. Vicente Serrano Censore eccl.

IMPRIMATUR: † JOSE MARIA. Ob. Ausiliario e Vicario Generale Madrid, 2 marzo 1956

Capitolo III

LA CORONA DI SPINE DEL PAPA

Quanto sono misteriose e profonde le parole con cui Gesù Cristo ha voluto mostrare il futuro a Pietro, il primo Papa! “In verità, in verità, in verità io ti dico che quando eri più giovane, ti cingevi le vesti e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio, tenderai le mani e un altro ti cingerà e ti condurrà dove tu non vuoi.” (Gv XXI, 18). Che strano e misterioso! Pietro le ha capite? Allora è probabile che non le abbia capite. Non aveva ancora visto la croce che, il 29 giugno 67, sarebbe stata eretta sul colle del Vaticano, e sulla quale lui, il primo Papa, sarebbe stato eretto, a testa bassa, con la testa rivolta in giù, per suggellare con la vita la sua fedeltà a Gesù Cristo. Ma il Signore ci stava pensando. Pensava al martirio del primo Papa e di tutti gli altri. San Giovanni Evangelista non ha mancato di riportarlo: “Disse questo per indicare con quale tipo di morte Pietro avrebbe glorificato Dio” (Gv. XXI,19). Gesù Cristo vide molto bene che, nel corso dei secoli, i suoi nemici mortali avrebbero attaccato con accanimento proprio quell’istituzione dalla cui esistenza dipende il destino della Chiesa. Egli vide molto bene che la triplice corona, la tiara dei Papi, non sarebbe stata, in realtà, una corona reale, ma una triplice corona di spine, che insanguinava la fronte dei suoi Vicari. Studiando, dunque, in questa serie di capitoli, l’istituzione del Papato, il presente capitolo, che tratterà la seguente tesi, non sarà superfluo.

“La sollecitudine di tutte le Chiese” (2 Corinzi XI:28).

La prima corona di spine è l’accumulo di fatiche e doveri che il Papa deve compiere per la causa di Cristo, e che San Paolo esprime con queste parole: “…la cura di tutte le chiese” (2 Corinzi XI, 28).

A) Si sentono qua e là commenti infantili ed ingenui sulla vita del Papa: ha centinaia di stanze in Vaticano, può andare in giro per il suo Vaticano, può andarsene in giro come vuole, mangia e beve come vuole, tutti si inchinano a lui, lui è un “signore sorprendentemente grande”. Chi non ha mai visto il Papa lo immagina così.

Invece, coloro che conoscono i suoi orari, i suoi doveri ed il suo lavoro sovrumano;

chi sa come si alza presto e come lavora incessantemente fino a tarda notte; quelli che sanno che dal primo gennaio al 31 dicembre, giorno dopo giorno, riceve 3.000 interpellanze ed invia altrettante risposte; chi sa che concede costantemente innumerevoli udienze a visitatori che arrivano da tutto il mondo, dai più modesti ai più illustri. Chi sa a quanti consigli e riunioni partecipi e come non solo guidi la vita spirituale dei 460 milioni di fedeli cattolici, ma anche come spiani la strada per la conversione dei non credenti. Chi sa tutte queste cose non invidierà ingenuamente questa “grande signoria” del Papa, ma guarderanno a lui con rispetto e ammirazione, in quanto primo operatore della causa di Gesù Cristo. Vedranno nel Papa il “servo dei servi di Dio”, al quale si possono applicare, in senso stretto, le parole di San Paolo, secondo cui su di lui pesa “la sollecitudine di tutte le Chiese”.

B) E quanto è ammirevole: i compiti e i doveri si moltiplicano ai nostri giorni. Il fatto è che la sua autorità stia crescendo sempre più in tutto il mondo. Notiamo con particolare gratitudine alla divina Provvidenza, che quando nel caos che ha seguito la guerra mondiale, grandi imperi scomparvero, diversi troni crollarono, e la fiducia che gli uomini avevano riposto nelle monete, nelle scuole e nelle filosofie andò in frantumi, fu proprio allora che la voce delle trombe d’argento che risuonava nella Basilica di San Pietro, si fece più penetrante e robusta; e, giorno dopo giorno andò crescendo il numero di uomini, popoli e Paesi, la cui attenzione, speranza, aspettativa ed omaggio sono rivolti verso il Vaticano, da dove giunge ovunque il suono trionfale delle trombe: Tu sei Pietro e… su questa pietra edificherò la mia Chiesa (Mt XVI, 18).

È con gioia e quasi con orgoglio che vediamo come, soprattutto dal dopoguerra, sia cresciuta in modo costante e al massimo grado, l’autorità del Papa agli occhi del mondo. Quante milioni di persone guardano a Roma ed ascoltano la parola del Papa!

Non dobbiamo dimenticare, in mezzo al nostro mondo, quanti milioni di persone guardano a Roma e ascoltano la parola del Papa, e come l’enorme compito del Papa di guidare il mondo intero sia in costante crescita.

Il lavoro del Papa di guidare il mondo intero.

Chi è malato, perché io non sia malato con lui?

(2 Corinzi XI, 29)

La seconda corona di spine – più pesante e dolorosa della prima – è l’accumulo di ansie e di preoccupazioni, e le innumerevoli pene e dolori causati dalla persecuzione contro il Signore. “Chi è malato, che io non sia malato con lui?”. -Il Papa potrebbe ripetere con San Paolo: “Chi si scandalizza che io non sia addolorato?” (2 Cor XI, 29). A volte incontriamo esseri stanchi, privi di umorismo, che si lamentano tristemente: “Come sono stanco? Non ce la faccio più, ho tante fatiche, tanti dolori, tante responsabilità sulle mie spalle! Ebbene, cosa deve provare il Papa che deve gestire non una scuola, non una banca, non un ministero, non un Paese, ma la più grande comunità universale, che conta i suoi membri non a migliaia, non a centinaia di migliaia, ma a centinaia di milioni, e il cui campo d’azione non si limita ad un villaggio o ad un paese, a una provincia, a una regione o a un Paese, ma si estende a tutto il mondo, da Est a Ovest, da Sud a Nord? Ogni giorno giungono al Papa notizie sullo stato della Chiesa in tutto il mondo e sulle sorti, prospere o avverse, della stessa, ovunque. Ognuna di queste notizie ha una risonanza speciale nel suo cuore paterno. Tutte le lamentele, tutti i dolori e tutte le disgrazie di tutti i Paesi, isole e continenti e persino delle regioni polari, hanno un’eco nel suo cuore paterno. Quando si dichiara guerra ai principii cristiani, quando si vuole estirparli dalle anime degli uomini e delle donne, con la religiosità di un popolo con astuzia e furbizia, su chi sferrano i colpi più terribili, se non sul Papa? Come si può calcolare l’immenso dolore che deve aver riempito il cuore del Papa a causa dell’inumana persecuzione religiosa del Soviet russo e la sanguinosa persecuzione della Chiesa in Spagna e in Messico? Osserviamolo mentre quando riceve i pellegrini di un paese: quale ansia, quale compassione, quale amore vibra nelle sue parole! Lui che conosce tutte queste cose, cerca di mitigare tanto dolore; perché è giusto che i figli vogliano mitigare le preoccupazioni dei genitori. Come possiamo addolcire le pene del Papa? a) Innanzitutto con le nostre preghiere. Preghiamo per l’intenzione del Papa. Che bella abitudine inserire nelle nostre preghiere i mille dolori, le ansie, e dolori di colui che è il Capo di tutta la cristianità, “affinché perché Dio lo custodisca e non lo consegni nelle mani dei suoi nemici”!

b) I fedeli possono anche mitigare le pene del Papa con un contributo materiale. So che questo suona strano in mezzo alle difficoltà moderne. So quanto sia difficile la vita oggi in tutto il mondo. Eppure, da ogni parte del mondo il denaro di San Pietro viene inviato al Santo Padre. Questo nome non è già molto significativo? Il denaro di San Pietro! Non “denaro di Benedetto”, non “denaro di Pio”, ma denaro di San Pietro. L’obolo di Pietro. Questa è la fonte delle grandi somme di denaro che il Papa investe… In cosa? Nella sua cucina, nella sua casa, nei suoi vestiti…? Ah, no. Non ne ha bisogno,

perché vive come un modesto religioso. La somma esorbitante con cui il Papa è solito aiutare i poveri di tutto il mondo, quelli che soffrono la miseria, gli sfortunati ed i missionari. Per questo motivo, ovunque ci sia un amore un po’ vivo per il Padre comune del Cristianesimo, si cerca almeno di aiutarlo con un modesto contributo, perché si vede che su di lui grava la sollecitudine di tutte le Chiese. E non c’è da temere per il cambio della propria Nazione a causa di questi oboli. Non mancano coloro che ci accusano che questi oboli diminuiscano il valore della propria moneta. Mi sembra che basti rispondere con una sola frase. Non so esattamente a quanto ammonti ogni anno il denaro di San Pietro. Ma una cosa la so: che non è nemmeno un decimo di quello che noi ungheresi permettiamo di mandare all’estero, per esempio, per comprare le arance o altri prodotti di cui il nostro mercato interno è carente.

La persecuzione del Papa.

Il Papa ha anche una terza e dolorosissima corona di spine: l’odio e la persecuzione costante a cui il Papato è esposto da mille e novecento anni, che non è altro che il compimento di tre profezie di Gesù Cristo.

Tre profezie di Gesù Cristo.

Di quali profezie si tratta?

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A) La prima: Un altro vi cingerà e vi condurrà dove voi non volete (Gv XXI, 18).

Come si è adempiuta, parola per parola, in tutta la storia della Chiesa! – Ripercorriamo la serie dei Papi. Nei primi secoli, essere Papa equivaleva ad essere un martire. Fino a Costantino il Grande ci sono stati 32 Papi; 30 di loro morirono da martiri e gli altri due finirono la loro vita in esilio. Dov’è la dinastia che ha iniziato il suo regno con trenta martiri? La maggior parte di loro non raggiunse nemmeno i trenta monarchi. Ma anche dopo Costantino, quali sofferenze accompagnarono la va del Pontefice! Basterà citare alcuni fatti. Innocenzo I e San Leone Magno sono assediati da Alarico e dai Vandali. Giovanni I muore in prigione. Agapito muore in esilio. Silverio viene portato su un’isola, dove muore di fame. Vigilio viene bandito. Martino I deve portare le sue catene fino al Mar Nero. Sergio I vive per sette anni in esilio. Stefano III è costretto a ricorrere all’aiuto dei principi franchi. Leone III viene maltrattato. Leone V muore in prigione. Giovanni X viene strangolato a morte. Benedetto VI, nel castello di Sant’Angelo. Giovanni XIV muore di fame in prigione. Gregorio V viene bandito da Roma. Silvestro II, avvelenato. Gregorio VII muore in esilio a Salerno. Pasquale II, a Benevento, di pura miseria. Innocenzo II viene catturato da Rogerio, principe di Sicilia. Lucio II viene ferito in una ribellione. Alessandro II deve fuggire dal Barbarossa. Lucio III muore in esilio. Gregorio IX deve assistere alla distruzione dei templi di Roma da parte dei Saraceni. I Saraceni distruggono i templi di Roma. Innocenzo IV fugge da Federico II. Alessandro IV muore in esilio a Viterbo. Bonifacio VIII si ritrova nelle mani di di Filippo il Bello. Clemente V inizia la prigionia di Avignone, che dura settant’anni. Urbano VI deve assistere al grande scisma. E poi seguono i dolori della Riforma! Sotto Urbano VIII, scoppia il giansenismo; sotto Alessandro VII, il gallicanesimo; sotto Innocenzo VII, il Re Sole; Clemente XI e Clemente XII hanno dovuto sopportare le offese dei monarchi di Napoli, Madrid, Parigi e Vienna. Benedetto XIV (il Papa più saggio) deve subire il sarcasmo di Voltaire. Clemente XIII e XIV dovettero assistere alla persecuzione dei gesuiti. Pio VI fu costretto a fuggire a Venezia. Pio VII, a Fontainebleau. Pio IX, a Gaeta. Durante il pontificato di Leone XIII il Kulturkampf, la “guerra culturale” tedesca, si scatena. San Pio X muore rattristato

dall’infedeltà della Francia e dal modernismo. Pio XI vive nell’amarezza dalla persecuzione della Chiesa in Russia, Messico e Spagna… Gregorio XVII, appena eletto viene impedito nel suo operato e vive da recluso nel palazzo di Genova (ndr. -) … un altro ti cingerà e ti condurrà dove tu non vuoi andare…. Come si sono realizzate le parole del Signore!

B) E si compì anche un’altra profezia: Simone, Simone, ecco, satana ti insegue per vagliarti come il grano (Lc XXII, 31).

Quando Satana vide che il trono del Pescatore era saldo anche in mezzo ai mari di sangue che minacciavano di straripare, e che stava in piedi anche dopo le rivoluzioni, le eresie e i bandi, cambiò la sua tattica per una molto più pericolosa: si spinse fino alla roccia stessa del Papato quando, nel IX e X secolo, sulla sede di Pietro sedevano uomini che non erano certo i più adatti a far fiorire la Chiesa con con fiori di santità e slancio di vita. L’istituzione del Papato avrebbe dovuto crollare con la forza, non in mezzo a ondate di sangue, né tra il fragore delle eresie, ma nella calma corrosiva di quei secoli. Questa roccia granitica non fu nemmeno smossa.

satana vi insegue per vagliarvi come grano“. Diverse volte nella storia si è ripetuta la scena più triste della Santa Passione: il tradimento di uno degli apostoli. Qualsiasi altra istituzione sarebbe crollata irrimediabilmente. Ma questa, se non è stata creata da Dio il giorno della creazione, è stata chiamata a vivere dalla parola specialissima e creativa del Figlio di Dio: “Tu sei Pietro…”.

satana vi insegue per vagliarvi come il grano“. La storia della Chiesa è una lotta continua di terribili persecuzioni, interrotte da brevi intervalli di pace. Il monarca più potente d’Europa, Federico Barbarossa, assedia Roma, e non sembra che abbia intenzione davvero di farla finita con il Papato, privo di aiuti umani e senza possibilità di salvezza. Ma ecco, i formidabili accampamenti che circondano Roma… Che cosa è successo, intendono forse incendiare la città? No. La peste imperversa nell’accampamento, e stanno bruciando i cadaveri di migliaia e migliaia di soldati. I falò non bastano più e i morti vengono portati a migliaia sulla riva del mare e gettati in acqua. Poco dopo Federico Barbarossa arriva a piedi nudi per fare penitenza… Il sultano Saladillo invia a Pio II il seguente messaggio: “Vengo a Roma; intendo trasformare la Basilica di San Pietro in una moschea”. Il Papa rispose: “La nave può essere sballottata dalla tempesta, ma non affonda”. E non affondò! Queste lezioni sono servite alle generazioni successive? No. Napoleone disprezzò le minacce del Papa, deridendo Pio VII ed esclamando altezzosamente: “Il Papa crede davvero che questa scomunica farà cadere le armi dei miei soldati?” Ma arrivarono fuoco…, neve…, ghiaccio…, carestia…, e le armi, nel senso più reale del termine, caddero dalle mani morte dei soldati, che stavano morendo di freddo. E poi vennero Waterloo e Sant’Elena. Solo rimane nelle pagine della storia, come qualcosa che non doveva più essere, il ricordo di quell’imperatore. Il papato, invece, è ancora in piedi, e il Papa porta ancora in testa la sua triplice corona di spine,

C) Sta in piedi perché il Signore ha fatto una terza promessa, e anche questa si è realizzata: E le porte degli inferi non prevarranno contro di essa (Mt XVI,18).

16, 18).

a) Si è adempiuta nel passato e b) si adempirà anche nel futuro.

Non vi ricordate la favola del leone malato? Il leone giaceva malato nella sua tana. Gli animali andarono a visitarlo uno dopo l’altro. Arrivò anche la volpe, ma si fermò all’ingresso, non volendo non volendo entrare. – Perché stai fuori? -gli chiesero. – Le impronte mi spaventano”, rispose, “vedo che molti animali sono entrati, sì, ma nessuno è tornato. Questa è la favola; ed è chiaro che l’arciduca Rodolfo vi alludeva quando, esortato ad attaccare il Papa e la Chiesa, rispose solo: “Sì, molti animali sono entrati, ma nessuno è tornato”. – L’altare di Giove della capitale è affondato per sempre, e tutto ciò che rimane è il ricordo degli imperatori e dei re che dichiararono guerra senza quartiere al Papa… Ma l’istituzione del Papato vive, fiorisce e risplende sempre di più. La tomba del pescatore di Galilea è stata, da mille e novecento anni a questa parte, una fonte di vita e di valori eterni ed inesauribili. L’ovvia verità di quell’adagio francese si è sempre avverata: “Qui mange du Pape, en meurt“, “Chi mangia dal Papa, ne muore”.

Quante cose hanno visto e vissuto i Papi in una successione infinita! Hanno visto come l’odio degli imperatori romani sia stato rivolto contro la giovane Chiesa…, e hanno visto come la maggior parte dei persecutori è stata annegata nel proprio sangue. Hanno visto sotto l’arco di trionfo di Tito le masnade germaniche, bionde e vittoriose, stupiti del fasto di Roma, che guardavano con occhi azzurri e e stupefatti…, ed hanno visto anche la morte dei capi germanici e udirono le marce funebri dei loro guerrieri, che li accompagnarono alla tomba. Hanno visto Carlo Magno risplendere di maestà imperiale ed hanno anche visto la fine dei Carolingi. Hanno visto quando hanno combattuto la Chiesa gli Hohenstaufen, e come, finalmente, hanno visto la testa bionda dell’ultimo Hohenstaufen rotolare sotto la scure del boia! Hanno visto molte dinastie sorgere e cadere sui troni d’Europa. Hanno visto sorgere i Carolingi, i Capetingi, ed i Valois. dei signori sassoni, danesi e normanni d’Inghilterra; delle famiglie dei Plantageneti, dei Lancaster, York, Tudor e Stuart. Hanno visto l’ascesa dei mongoli e degli zar di Russia; hanno visto i Romanov e i Gottorpo. Hanno visto gli Arpadi, gli Angiò, gli Asburgo, gli Orléans, gli Angulema, i Borboni. Hanno visto il Re Sole nel pieno del suo sfarzo; ma hanno anche ascoltato le parole che un grande oratore, Massillon, pronunciò sulla bara di quel monarca: “Fratelli, fratelli miei, sorelle mie, fratelli miei, solo Dio è grande! Hanno visto brillare la gloria di Napoleone e l’hanno vista spegnersi a poco a poco. E non è stata la forza delle armi a sostenere la Chiesa. Dietro non ci sono cannoni, né baionette; solo una promessa divina che aleggia sopra di essa, ed è la parola di Dio, e questa è la parola del suo Fondatore: “Le porte dell’inferno non prevarranno mai“.

(b) La promessa di Cristo si realizzerà anche in futuro.

– Verrà mai un giorno in cui il Papato perirà? … potrebbe chiederci qualcuno. Risponderemmo, con tutti coloro che sanno studiare la storia: non sembra che sia in via di estinzione. In passato ha saputo resistere a tutte le eresie, a tutti gli scismi, a tutte le rivoluzioni e agli intrighi umani; ai nostri giorni cresce ai nostri occhi e diventa sempre più forte. Quanto più spaventosamente le onde di un mare ruggente, pieno di neri presagi, sballottano il mondo, tanto più fiduciosamente sollevano il clamore del loro sguardo verso l’unico punto fermo che non vacilla, all’unica luce che ancora risplende imperterrita in mezzo al cataclisma, all’unico potere che rimane saldo. – Chi sa studiare la storia è obbligato a meditare sulla forza misteriosa che, superando tutti i calcoli di probabilità, e persino in mezzo a troni e regni in disfacimento, solleva in alto, con bellezza incontaminata e con una forza di attrazione sempre maggiore, il pontificio Trono. Se possiamo parlare di miracoli nella storia, dobbiamo chiamare un miracolo questa salda istituzione del Pontificato, che rimane quando tutto il resto soccombe e non proprio nella calma dell’Oriente, che finora ha goduto di una certa immobilità, ma in mezzo ai continui sconvolgimenti e turbamenti dello spirito europeo. Sicuramente il famoso storico anglicano MACAULAY pensava a tutte queste cose, quando scrisse le seguenti belle parole: “Quale istituzione, con l’eccezione della Chiesa cattolica, che sia stata testimone di quei tempi in cui dal Pantheon saliva ancora il fumo dei sacrifici e quando leopardi e tigri ruggivano nell’anfiteatro di Flavio? Le case reali più orgogliose risalgono a ieri, se le confrontiamo con la serie dei Papi. La repubblica di Venezia era quella che più si avvicinava al Pontificato. Ma la repubblica veneziana, molto poco in confronto al potere dei Papi, scomparve per sempre, e il Papato sussiste. E sussiste non nella decadenza o come un residuo antiquato di tempi che non sarebbero mai più tornati, ma traboccante di vita e di forza giovanile. E non c’è il minimo segnale che indichi la fine di questo lungo regno della Chiesa cattolica … Questa Chiesa ha visto l’origine di tutte le forme di governo e di istituzioni religiose che esistono oggi nel mondo, e non siamo sicuri che non sia chiamata a vederne la fine di tutte. Questa Chiesa era grande e rispettata già prima che gli Anglosassoni mettessero piede nella terra di Britannia e prima che i Franchi passassero il Reno; ed era grande e rispettata quando gli accenti dell’eloquenza classica risuonavano ancora in Grecia e nel tempio della Mecca si adoravano idoli pagani. E può anche darsi che sia ancora in piedi, con il vigore di una giovinezza intatta, quando un giorno qualche viaggiatore della Nuova Zelanda, in mezzo ad un deserto, si appoggerà ad una colonna crollata del London Bridge per disegnare le rovine del tempio di San Paolo”. – È la trasposizione nel linguaggio di uno storico di queste parole senza tempo della Sacra Scrittura: “Le porte degli inferi non prevarranno contro di essa“. (MACAULAY: Saggi critici e storici. Lipsia, 1850. Volume IV, p. 98).

* * *

Chi può dire cosa riserva il futuro se non Dio, che conosce ogni cosa? Verrà mai un giorno in cui il Pontificato riacquisterà tutto il lustro e il potere che aveva  nel Medioevo, o verrà un tempo in cui il Papa sarà di nuovo povero, come il Papa è stato nel Medioevo, povero, povero come Pietro, e vagabondo e senza una patria dovrà predicare Cristo? Non lo sappiamo. Ma una cosa la sappiamo di sicuro:

Sappiamo che ci sarà un Papa finché ci sarà un uomo sulla terra.

Come facciamo a saperlo? Perché, molto semplicemente, finché ci sarà un uomo sulla terra, avrà un cuore umano con una fame di nobile e di bello, e avrà un’intelligenza con una fame di verità, e avrà un’anima sempre insoddisfatta, che non potrà essere placata né da radio, né da aeroplano, o qualsiasi altra meraviglia della tecnologia futura, (né dal transumanesimo distopico – ndr. -) né dalle meraviglie della tecnologia futura, ma avrà voglia di Dio … e finché ci sarà un uomo sulla terra, un uomo che anela a Dio, la Chiesa cattolica, che è l’unica scelta da Dio per comunicare con l’uomo, deve restare in piedi, ed il Pontificato, cioè la solida roccia su cui si fonda la Chiesa, deve stare in piedi. – Per mille e novecento anni i più grandi odi della storia si sono infranti contro questa solida roccia, e ci sono stati attacchi, guerre e persecuzioni incessanti; ma è essa rimasta salda, ferma ed incrollabile, vedendo la nascita e la morte nei secoli di dinastie, e l’ascesa e la caduta di Nazioni. Le sue fondamenta più profonde sono perse nel divino e non c’è nessun potere in grado di raggiungere quelle fondamenta. La mano di Dio, che la difende, è troppo alta perché la malvagità umana possa raggiungerla. La roccia si erge ancora, la Chiesa si erge ancora, salda su quella roccia. E da quella salda roccia, come un faro dell’eternità, si leva la fiaccola della luce che è tenuta dalle mani di Pietro, il pescatore. E per quanti numerosi millenni la terra possa esistere, quella fiaccola divina non cesserà mai di brillare, coronata da una triplice corona di spine pungenti, fino a quando lo splendore di quella luce non si perderà nei bagliori del grande giorno del Giudizio. Fino a quando non si perderà nel suono delle trombe angeliche, la voce di Pietro, il pescatore, risuonerà, guidando i mortali. Perché le parole di Gesù Cristo sono eterne: “Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa“. E le porte dell’inferno non non prevarranno contro di essa.

[Nota redazionale: Questo dovrebbero ben considerare gli usurpanti apostati che occupano truffaldinamente il Soglio di S. Pietro, e tutti i poteri mondialisti guidati dalle bestie massoniche dei kazari, tutti i governanti attuali di Nazioni schierate compatte contro la Chiesa di Cristo, Nazioni apparentemente tra loro antitetiche ma in realtà tutte unite nella unica feroce lotta contro Cristo ed il suo Vicario (si, la Cina, la Russia, l’Impero anglo-americano, l’India, tutta la Comunità europea, sono tutti diretti dallo stesso manipolo di burattinai che tirano i fili come ai pupazzi siciliani). Cosa pensate di poter fare perché Dio non vi distrugga all’improvviso e proprio quando penserete di aver raggiunto i vostri obiettivi? Credete forse di poter uccidere Dio immortale e distruggere la sua Chiesa? Se oggi avete il controllo apparente del Vicario di Cristo, relegato all’impotenza forzata e sacrilega dalla vostra malvagità, questo è solo perché Dio vi dimostrerà l’insensatezza dei vostri pensieri e … irridebit vos. … si riderà dei vostri progetti che sfumeranno in un solo attimo lasciandovi sbigottiti, ma nel contempo condannati senza appello in eterno allo stagno di fuoco ove piomberete con la bestia che avrete servito, con i falsi profeti e gli eretici apostati corruttori e millantatori, e con il dragone primordiale degli inferi! Il vostro orgoglio, come quello di Lucifero, e che vi fa paragonare a Dio, sarà miseramente schiacciato da un delicato piedino, quello della Vergine Maria, la Madre del Dio-Uomo e del Corpo mistico di Cristo di cui è parte militante la Chiesa Cattolica guidata da Pietro … et non prævalebunt, allora, oggi e sempre. Convertitevi e salvatevi, siete ancora in tempo!]

TU SEI PIETRO (4)