LO SCUDO DELLA FEDE (182)

A. D. SERTILLANGES, O. P.

CATECHISMO DEGLI INCREDULI (XIX)

[Versione autoriz. Dal francese del P. S. G. Nivoli, O. P. – III ristampa. S. E. I. – Torino 1944]

LIBRO TERZO

LA CHIESA

III. L’ORGANIZZAZIONE DELLA CHIESA

a) L’ordine divino della Chiesa

D. Si vede nella tua Chiesa una grande complessità di funzioni: ciò non è forse contrario alla sua unità e alla semplicità del suo oggetto religioso?

R. L’oggetto religioso della Chiesa abbraccia tutta la vita; la sua unità è una unità organica rispondente alle funzioni della vita: la Chiesa dunque dev’essere a un tempo così molteplice e così una come questa vita che essa intende di reggere; è uno spiegamento che si concentra, un concentramento che si spiega.

D. Ha un tipo di organizzazione?

E. Sì, la Trinità, in cui lo spiegamento e il concentramento, compensati, ottengono il loro massimo di ricchezza. Perciò S. Cipriano chiama la Chiesa «un popolo adunato secondo l’unità del Padre, del Figliuolo e dello Spirito », e più brevemente: l’unità di Dio..

D. Ciò supporrebbe un’organizzazione perfetta su tutti i punti.

R. L’ordine della Chiesa è perfetto nel suo principio e imperfetto nelle sue estensioni, perché il suo principio è divino e la sua materia umana. Anche l’anima nostra organizza il nostro corpo come può e non sottomette mai perfettamente i suoi organi. Così lo Spirito di Dio nella Chiesa,

D. La Chiesa è una monarchia, una democrazia, o ha un governo suo proprio?

R. Il governo della Chiesa è necessariamente unico, come il suo caso; ma se si chiama democrazia un governo in cui l’autorità sale e monarchia quello in cui essa discende, la Chiesa è essenzialmente monarchica.

D. Perché ciò?

R. Perché la Chiesa è una società che include Dio, e dovunque è Dio, Egli non può essere che primo. Un governo democratico, in queste condizioni, sarebbe il governo di Dio mediante l’uomo.

D. Ma Dio non governa la Chiesa personalmente?

R. Non la governa visibilmente, ma la governa; non la governa senza intermediari, ma gl’intermediari non operano che nel suo Nome, e perciò questo non modifica affatto la forma del governo, che è sempre quello di uno solo.

D. Quali sono qui gl’intermediari?

R. Dio governa per Cristo, alle cui mani tutto è stato affidato, il quale è capo della stirpe soprannaturale, e che, al di sotto di Dio, o piuttosto congiuntamente con Dio — che gli è unito nell’unità di persona — è il primo nella Chiesa. Donde la tesi classica fra i teologi e recentemente proclamata, della regalità di Cristo; regalità spirituale, di cui la parola Cristo non è che l’espressione, poiché Cristo significa unto, consacrato regalmente, per il governo delle anime.

D. Ciò forma appena un intermediario.

R. Ulteriormente, essendo Cristo sempre presente, ma rientrato nell’invisibile, vi è di Cristo, nella Chiesa, una rappresentanza visibile; infatti fu detto ai Dodici: Come mio Padre ha mandato me, così Io mando voi. Andate e insegnate a tutte le nazioni, e questo è il potere che noi chiamiamo MAGISTERO; Battezzateli nel nome del Padre, e del Figliuolo e dello Spirito Santo, e Fate questo in memoria di me, e questo è il potere sacramentale chiamato MINISTERO; Chi ascolta voi ascolta me e chi disprezza voi disprezza me, Quello che voi legherete sopra la terra sarà legato in cielo, e quello che scioglierete sopra la terra sarà sciolto in cielo, e questo è il potere di governo (IMPERIUM), che comprende il legislativo, il giudiziario e l’esecutivo, tutti e tre necessari per un vero governo. Di modo che il collegio dei Dodici nella loro successione autentica, sarà, nel nome di Cristo e di Dio, in unione con Cristo e con Dio, l’autorità prima. Tutto il popolo cristiano dipenderà da loro come il gregge da’ suoi pastori, l’insieme del gregge dipendendo dal loro insieme, e ciascun gregge particolare, richiesto dalle necessità locali dipendendo da ognuno di loro, senza pregiudizio dell’unità che avvolge tutti i gruppi. Finalmente i Dodici e i loro successori non sono essi stessi un gregge amorfo; ma hanno un capo, e vuol dire che Cristo volle darsi una rappresentanza non solo collettiva, ma individuale, con una sopravvivenza visibile, dicendo a uno dei Dodici: Pasci i miei agnelli, vale a dire i fedeli; Pasci le mie pecorelle, vale a dire i pastori, e ancora: Io ti darò le chiavi del regno dei cieli, come a un maggiordomo, per il quale bisogna passare per andare dal Padrone. Così, partito Cristo, Pietro è un Cristo per procura, per missione e per assistenza, di modo che, nella Chiesa, lui è a capo, lui e i suoi successori, coi quali gli altri Vescovi mantengono lo stesso rapporto che tutto il gruppo episcopale con Cristo e Cristo con Dio. Tal è l’emanazione, la derivazione del sovrano potere nella Chiesa.

D. I protestanti non ammettono punto tutto questo.

R. Non lo potrebbero ammettere; il loro punto di partenza vi si oppone totalmente; ma la colpa sta precisamente nel punto di partenza. Agli occhi dei protestanti, Dio è bensì in relazione con noi per via di Cristo; ma Cristo non è in relazione con noi per via della Chiesa; la corrente di vita si arresta fin dalla sorgente; la socializzazione si effettua non da se stessa, in virtù di una natura delle cose che Dio ha fondata e alla quale Egli si adatta, ma avviene dopo, arbitrariamente, per iniziative individuali e specialmente politiche. Così non è più Cristo che continua a venire a noi per le vie della vita; siamo noi che risaliamo verso di Lui e costituiamo, cammin facendo, degli organi sociali di nostra creazione, organi che saranno, per conseguenza, quello che noi li faremo, il cui governo si stabilirà come noi lo intenderemo, sempre in dipendenza dalla nostra iniziativa e sempre soggetto a revisione.

D. Non è forse il popolo sovrano?

R. L’idea del popolo sovrano nel soprannaturale è di fatto, nel protestantesimo, assai visibile. È la società religiosa nel suo insieme che tiene il potere e che lo delega ai pastori. Salvo che non si lasci questa cura ai principi temporali, proprio indicati per addossarsi dei pesi che incombono ai loro popoli!

D. Sì eviteranno così i conflitti tra la Chiesa e lo Stato.

R. Sì, dopo che la Chiesa sarà stata mangiata dallo Stato.

D. Quali conseguenze traggono i protestanti da questo sistema?

R. Ne segue naturalmente un diritto di controllo, un diritto di resistenza eventuale, un diritto di deposizione delle autorità religiose da parte del popolo o de’ suoi mandatari principali, e molte altre cose ancora, secondo le teorie di ciascuno; perché in ciò come in tutto i protestanti hanno tante idee quante teste.

D. Dai tuoi propri concetti trai tu qualche conseguenza relativamente al governo degli Stati?

R. Bisogna pur concedere ai teorici della regalità che la monarchia, in sé, nell’ideale, è il governo più perfetto, perché l’unità d’ordine ottenuta più o meno in democrazia o in aristocrazia non è che un genere di unità secondaria, che evoca finalmente l’altra. Per questo il governo universale è ultra monarchico, sotto il nome di governo divino. Resta a sapere se un governo ideale risponde a una realtà che non è guari realtà, e se Dio, rappresentato dai capi di Stato, ritrova sufficientemente se stesso.

D. Si ritrova Egli nella Chiesa?

R. Vi si ritrova sufficientemente, perché Egli vi abita per il suo Spirito, il che non è stato promesso alle società temporali. Donde segue che la monarchia è lì di diritto, e, riguardo all’essenziale per lo meno, non vi si offre alcun pericolo di oppressione, sia in ciò che concerne le autorità secondarie, sia in ciò che tocca le libertà.

D. Ciò risponde bene all’idea di organizzazione, che ti è familiare, e che importa, come sembra, un complesso spontaneo di elementi?

R. Un’organizzazione, naturale o artificiale, è un insieme procurato da’ suoi elementi se si riferisce all’esecuzione del piano organico; ma il piano stesso, la sua concezione e la legge della sua evoluzione non sono forniti dagli elementi. Quello che è primo, nella stessa meccanica, è l’idea. Nel corpo vivente è l’anima, Nel corpo Chiesa, quello che è primo è altresì l’anima sua, cioè lo Spirito divino comunicato da Cristo Figliuolo di Dio e dal Padre che lo ha mandato.

D. Qui non si vede né Papa né Vescovi.

R. Aspetta. Nel corpo vivente, quello che è primo dopo l’anima è il sistema nervoso centrale, non le cellule lontane. Nella Chiesa quello che è primo, a titolo di elemento visibile, è il corpo episcopale unito al Papa: encefalo donde, sotto l’azione dello Spirito Santo animatore, procedono e il pensiero, chiamato dogma, e la motricità, che è il governo e tutta la vita venuta da Cristo a benefizio delle anime, mediante l’effusione sacramentale.

D. Dunque, nella Chiesa, il semplice Cristiano sarà unicamente passivo?

R. Nessun elemento è passivo, in un organismo animato. La Religione che ci rilega a Dio non vi ci assorbe punto. Il governo religioso dev’essere un eccitatore di energie, non un accaparratore o un estintore di energie. Io sono venuto, disse Gesù, per mettere il fuoco alla terra, e che cosa desidero se non che esso arda? (Luc., XII, 49).

D. Che parte dunque attribuirai tu alle spontaneità e alle iniziative?

R. Il Cristiano reagisce già sull’autorità per ciò che egli è, e per il modo con cui si comporta sotto il regime della legge. Quest’autorità, divina qui nella sua essenza, non può evidentemente essere influenzata in se stessa; ma dipende ne’ suoi effetti dall’accettazione della nostra libertà e dalla collaborazione dei nostri sforzi. Non siamo dunque governati senza di noi, neppure da essa. A più forte ragione non siamo governati senza di noi dalle autorità umane che, in suo nome, ma con una gradazione di valore e di possibilità, ci reggono. In questo ultimo caso non solo partecipiamo agli effetti del governo, ma in un certo modo anche al governo stesso.

D. Non è un ritorno alla democrazia?

R. Niente affatto. Il corpo vivente non è una democrazia, dicevamo; perchè il principio animatore ha per punto di applicazione immediata e principale il cervello, il sistema nervoso centrale, donde partono le grandi correnti che dirigono tutto il resto. Ma non si ha da dire che l’anima abiti nel cervello esclusivamente; l’anima è da per tutto e da per tutto si rivela; in tal modo che la vita comunicata al cervello a pro delle membra non impedirà una comunicazione diretta alle stesse membra, e ne approfitterà il cervello alla sua volta.

D. Ciò sì applica a una società?

R. Perfettamente. Non vi è monarchia così assoluta che non sia influenzata da nessuno. Un saggio governo organizza le collaborazioni, non le respinge; si circonda di consiglieri; si appoggia sull’opinione dei migliori; esamina il suo popolo prima di proporgli delle leggi. E la ragione è che la legge è un dettato di ragione, e nessuna autorità può pretendere d’incarnare in sé sola la ragione. Parimenti l’autorità religiosa non ha da sé sola il monopolio dello Spirito; essa lo esprime legalmente, e ciò che verrà d’altronde dovrà esser controllato da essa, in tal modo che anche in ciò noi saremo governati, non governanti; ma sapendo che il suo proprio Spirito animatore è dovunque diffuso, animando anche i fedeli e ispirando loro delle verità, provocando in essi degli impulsi, producendo delle grazie, l’autorità religiosa ascolta, nello stesso tempo che parla; essa subisce, pure operando, e quindi il governo è in ciò una vera collaborazione.

D. Democrazia, ancora una volta.

R. Ancora una volta, non si tratta affatto di democrazia; ma quello che non è una democrazia può — ed è il caso di ogni saggio governo — partecipare della democrazia, come anche dell’aristocrazia, in ciò che le autorità secondarie ed anche i sudditi esercitano o influiscono realmente sopra l’autorità senza dividerla. Se è vero, come afferma S. Tommaso d’Aquino, che il migliore governo è quello che unisce la partecipazione di tutti all’azione dei migliori, controllata e centralizzata da un solo, il governo della Chiesa si fa vedere così perfetto quanto è possibile, ed è l’elogio del suo Dio.

D. Pretendi tu che la Chiesa sia la più perfetta società che esista?

R. Essa offre di fatto quello che mai non apparve più grande e più ammirabile come regime sociale. Essa raggiunge l’ideale della concentrazione e della pieghevolezza, dell’autorità efficace e della libera azione. Nulla si potrebbe concepire di più perfetto, e nemmeno altra forma, per un governo che si deve estendere a tutto il mondo.

Autore: Associazione Cristo-Re Rex regum

Siamo un'Associazione culturale in difesa della "vera" Chiesa Cattolica.