LO SCUDO DELLA FEDE [X]

[A. Carmignola: “Lo Scudo della Fede”. S.E.I. Ed. Torino, 1927]

LA BIBBIA.

– La Bibbia e la predicazione. — La Tradizione e l’insegnamento della Chiesa. — La interpretazione della Bibbia spetta alla Chiesa. — Essa tutt’altro che proibirne la lettura, la raccomanda. — Vantaggio che si ricava da tale lettura. — Con quale spirito si debba fare. — La Bibbia di un falsario.

— Sono ora ben convinto che si debba credere alle verità rivelate da Dio. La ragione stessa mi dice di credere, perché vi sono dei motivi assoluti di credibilità, quali sono le profezie ed i miracoli, e perché del fatto della divina rivelazione comprovato dalle profezie e dei miracoli vi sono delle inoppugnabili testimonianze datemi specialmente dai Martiri. Dunque ora basterà che io prenda in mano la Bibbia e leggendo quel libro creda a ciò che in esso si insegna. Ho appunto inteso a dire che chi legge la Bibbia, il puro Vangelo, e su di tali libri si forma gli articoli di fede e di morale cristiana è nella verità e si salva.

Così avrai inteso dire da qualche protestante, e così avrai letto su qualche loro libercolo. Ma dimmi, se fosse così, non ti pare che Iddio l’avrebbe certamente rivelato? Invece io ti sfido a trovarmi fra tutti quanti i divini insegnamenti, siano scritti nei sacri libri dell’antico testamento o nel Vangelo, oppure siano venuti a noi per tradizione orale, quello che dica che per salvarsi basta leggere la Bibbia, il puro Vangelo, e su tali libri formarsi da per se stesso gli articoli di fede e di morale. Ti sfido a trovarmi che Gesù Cristo, affine di salvare i popoli, abbia detto agli Apostoli di portare e consegnare ai medesimi la Bibbia da leggere e da interpretare a loro piacimento. Al contrario nello stesso Vangelo troverai che Gesù Cristo per operare la salute delle anime disse agli Apostoli che andassero ed insegnassero alle nazioni tutte le cose, che aveva loro comandate, soggiungendo che chi avesse creduto a tali insegnamenti (e li avesse praticati) sarebbe andato salvo (V. Vangelo di San Marco, Capo XVI, Versetto 16). E S. Marco attesta che gli Apostoli andarono e predicarono dovunque (Versetto 20). Troverai che Gesù Cristo ha pur detto degli Apostoli e naturalmente dei loro successori: « Chi ascolta voi, ascolta me; chi disprezza voi disprezza me; » troverai che della Chiesa, ha detto: « Se alcuno non ascolterà la Chiesa, abbilo per un infedele ed un pubblicano » (V. Vangelo di San Matteo, Capo XVIII, Versetto 17). Donde appare ben manifesto, e per insegnamento stesso della Bibbia, del Santo Vangelo, che ad ottenere la salvezza non è già da leggersi e interpretarci la Bibbia, il puro Vangelo, ma fa d’uopo ascoltare e praticare la predicazione e l’insegnamento degli Apostoli, dei loro successori ossia del Papa e dei Vescovi, l’insegnamento della Chiesa. – Se la cosa fosse come dicono i protestanti, che cioè unica regola di fede si è la Bibbia e il puro Vangelo, come avrebbero potuto regolarsi intorno alla fede coloro che vissero anticipatamente alla Bibbia ed al Vangelo?

— Veramente non saprei. Avranno avuto qualche altra regola.

Va benissimo. E questa regola per quelli che vissero prima di Gesù Cristo fu la tradizione orale, per gli altri che vissero immediatamente dopo Gesù Cristo fu la Chiesa mediante la tradizione.

— Amerei che mi spiegasse bene questo.

Volentieri, ma tu sta bene attento.

— Non ne dubiti.

Le sacre scritture dell’antico testamento furono cominciate da Mosè tremila anni circa dacché il mondo esisteva, e proseguite poscia da altri scrittori; e il primo dei Vangeli secondo calcoli più favorevoli alla sua antichità, e criticamente non molto sicuri, si scrisse tutto al più nel 42 dell’era volgare, cioè dieci anni almeno dopo la morte, risurrezione ed ascensione al cielo di Gesù Cristo. Ora in quei tre mila anni, che precedettero il cominciamento delle sacre scritture dell’antico testamento, sempre esistette su questa terra la vera religione, che era allora la religione ebraica, e così in quel periodo di anni, che precede le sacre scritture del nuovo testamento, sempre esistette la vera religione, con la quale Gesù Cristo sostituì l’antica, vale a dire la religione cristiana. – In tutto quel tempo pertanto che, sia nell’una come nell’altra epoca precedette le sacre scritture, forse che non si credeva e non si doveva credere alle verità rivelate in principio da Dio e poi da Gesù Cristo, vero uomo e vero Dio, venuto per noi su questa terra? Tutt’altro! Si credeva talmente a quelle verità, che è precisamente sulla fede che si aveva a quelle verità, che si composero come sopra la loro naturale base le sante scritture.

— E su che cosa si stava appoggiati allora per credere a quelle verità rivelate?

Si stava appoggiati alla tradizione, vale a dire al tramandare, che si fece dall’una all’altra generazione le verità, che furono rivelate da Dio. Da principio Iddio, dopo che ebbe creato Adamo, gli rivelò le verità, che doveva credere per raggiungere il fine nobilissimo, a cui lo aveva destinato.. Adamo manifestò poscia ai suoi figli quelle verità istesse; i figli di Adamo ai loro discendenti e così di seguito per tre mila anni sino a che Mosè, divinamente inspirato, cominciò a scrivere tutto ciò, che di generazione in generazione era stato tramandato sino a lui. Così devi dire di quel periodo di anni trascorso da Gesù Cristo alla composizione dei Vangeli, degli Atti degli Apostoli, e delle loro Lettere. Durante quel tempo gli Apostoli, che avevano intese le dottrine di Gesù Cristo, ossequenti all’ordine ricevuto, andati nelle diverse parti del mondo, si diedero tosto ad insegnarle agli uomini e massimamente a coloro che elessero ad aiutarli in quest’opera di predicare il Vangelo e a succedere a loro nell’apostolato, cioè ai Vescovi. Questi alla loro volta tramandavano ad altri gli stessi insegnamenti, e così si fece sino a che gli Apostoli ancor viventi credettero bene, ispirati pur essi e sostenuti da Dio, di metter mano a comporre le sacre scritture del nuovo Testamento.

  • Che anzi, anche dopo aver composto le sacre scritture del nuovo Testamento, si continuò e si continuerà mai sempre nel seno della Chiesa ad insegnare per tradizione molte verità.

— E perché mai?

Dimmi: credi tu che nella Bibbia si contengano dichiarate assolutamente tutte le verità, che dobbiamo credere?

— Io crederei che sì.

E tu credendo così saresti in errore. San Giovanni nell’ultimo versetto del suo Vangelo dice chiaro: « Ci sono poi molte altre cose, che ha fatto Gesù, le quali, se si scrivessero ad una ad una, credo che il mondo non potrebbe contenere i libri da scrivere».

— Ma questa è una esagerazione, una vera iperbole.

E sia pure che l’espressione di S. Giovanni sia qualche po’ iperbolica; tuttavia non lascia nel suo fondo di essere vera e di renderci manifesto che nei Vangeli non fu scritto tutto quello che fece e disse Gesù. No, il Vangelo puro, inteso come una riproduzione stereotipa, diremmo quasi fonografata, integrale del pensiero di Gesù Cristo, materialmente fatta, non è mai esistito.

— Vuol dire adunque che il Vangelo non lo riproduce fedelmente il pensiero di Gesù.

Adagio a cavare tale conseguenza da ciò che ti ho detto. Se il Vangelo non riproduce integralmente il pensiero di Gesù, ciò non vuol dire che non lo riproduca fedelmente. Anzi non possiamo dubitare che lo riproduca nel modo più fedele; ma non lo riproduce con una fedeltà materiale, per esempio, con la fedeltà degli atti stenografici rispetto ai discorsi ufficiali.

— Ho inteso. Nel Vangelo adunque vi saranno la più parte della verità che dobbiamo credere e delle massime che dobbiamo seguire per salvarci, ma non ci sono assolutamente tutte.

Benissimo. Lo stesso è da dire dei libri sacri dell’antico Testamento. Talune delle verità che si hanno a credere sono ivi appena indicate in modo indiretto ed allusivo.

— E come mai, se Dio ha rivelato tutte le verità che dobbiamo credere, gli scrittori sacri non le hanno scritte e dichiarate tutte?

Essi generalmente tennero questa regola: quando si trattava di verità, che erano la ristaurazione di verità antiche quasi scadute dalla mente degli uomini, o di verità di fresco rivelate, allora le scrissero e ne trattarono nei santi libri nel modo più chiaro e più esplicito; quando invece si trattava di verità che sebbene primitivamente rivelate si erano conservate mai sempre, almeno per riguardo alla sostanza, nella loro integrità presso tutti i popoli, allora nei santi libri le accennarono appena, e appena ne fecero qualche allusione.

— Dunque la pura Bibbia non può servire come unica regola di Fede.

No, ma insieme colla Bibbia ci vuole la Tradizione, e neppure tutte due ci bastano, ma ci vuole prima di tutto la Chiesa col suo insegnamento, perché la Bibbia e la Tradizione non è che dalla Chiesa che ci sono sicuramente conservate e dichiarate. È celebre la vecchia frase di S. Agostino, che noi non potremmo neppure credere al Vangelo senza la testimonianza della Chiesa. Siccome soltanto la Chiesa porta in sé visibili i segni della sua divinità, così la Chiesa, essa, ed essa sola, con parola infallibile può assicurare l’origine e il carattere divino della Bibbia e della Tradizione, essa, ed essa sola, ce ne può fare la sicura interpretazione.

— Ma perché solamente la Chiesa può interpretare la Bibbia! Non possiamo avere anche noi la sufficiente intelligenza per fare ciò?

Ascolta: in ogni società ben costituita vi sono dei codici civili, penali e commerciali. Ma forse che, in ogni società, qualunque individuo per quanto dotato di intelligenza possa interpretarli e interpretarli esattamente? Non ti pare piuttosto che lasciandone a ciascuno la interpretazione si andrebbe a rischio che ogni individuo li avesse a interpretare a sua voglia?

— Se fosse così guai! Credo che i più degli uomini vi troverebbero tutte le ragioni per contentare le loro più disordinate voglie: i ladri a rubare, i debitori a non pagare i debiti, gli scellerati ad insultare la gente, gli assassini a pugnalare gli uomini.

Certamente! Dunque?

— Dunque i codici devono essere interpretati da coloro che hanno in società tale ufficio, dai magistrati, dai pretori, dai giudici, dai tribunali, dalle Corti di Assise, dalle Cassazioni, dagli insegnanti di diritto, dalle pubbliche autorità.

Benissimo. Lo stesso è da dire del Vangelo, della Bibbia: esso è il libro di Dio, il codice delle sue sante leggi, ma non è certamente a qualsiasi individuo che si convenga di interpretarlo per leggervi ciò che gli pare e piace, ma a chi da Dio stesso ne ha ricevuto l’ufficio e l’autorità, vale a dire alla Chiesa, al Papa, ai Vescovi, ai Concili.

— Ma lo Spirito Santo non illumina forse ogni uomo nell’atto che legge la Bibbia? Come dunque si potrà sbagliare nell’interpretarla?

Per leggere e interpretare la Bibbia come si conviene lo Spirito Santo fu promesso ed è realmente disceso sugli Apostoli, che furono gli antecessori del Papa e dei Vescovi. Tutti gli altri poi lo Spirito Santo li illumina a conoscere e seguire la volontà di Dio in conformità al modo che Dio ha voluto tenere per manifestarci la sua volontà; e la sua volontà, Dio ha stabilito di manifestarcela per mezzo dell’insegnamento della sua Chiesa e non già nella lettura e interpretazione privata della Bibbia. Ed in vero, dimmi, se lo Spirito Santo illuminasse direttamente ogni uomo nella lettura ed interpretazione della Bibbia, non dovrebbero tutti gli uomini leggendo la Bibbia riuscire tutti alla stessa interpretazione?

— Sì, certo, perché se lo Spirito Santo è spirito di verità non deve rivelare che la verità, e la verità è sempre quella.

Com’è adunque che di cento protestanti, che leggono la Bibbia e la interpretano, non due vanno d’accordo fra di loro, ma chi la vuol nera, chi la vuol bianca, chi fredda chi calda, chi la intende a un modo e chi ad un altro?

— Ma è propriamente così!

Potrei recartene cento prove. Ti basti quella che riguarda l’Eucaristia. Sopra queste parole dette da Nostro Signore nell’ultima Cena: « Prendete e mangiate: questo è il mio Corpo: » dice lo stesso protestante Dottor Gibbons che ci sono nel protestantesimo nientemeno che cento differenti interpretazioni.

— Dunque stando così le cose, è vero quel che ho inteso a dire che la Chiesa proibisce ai cattolici di leggere la Bibbia, il Vangelo!

No, ciò è una falsità. La Chiesa proibisce ogni traduzione ed edizione della Bibbia, che non sia da essa approvata. E ciò ella fa precisamente perché vuole che la Bibbia sia conservata nella sua integrità e non vi si introducano alterazioni di sorta. Del resto la Chiesa, tutt’altro che proibirne la lettura, ha sempre esortato i fedeli a leggere la Bibbia, come si vede chiaramente dal Breve di Pio VI a Mons. A. Martini, Arcivescovo di Firenze, celebre traduttore e commentatore della Bibbia in lingua italiana; come risulta dalla Lettera dei Vescovi degli Stati Uniti riguardo alla magnifica edizione della Bibbia di Haydock e come appare chiarissimo dalla speciale pubblicazione che si fece ultimamente del Vangelo di Gesù Cristo e degli Atti degli Apostoli in italiano per opera della Pia società di S. Girolamo per la diffusione dei Santi Vangeli sotto l’impulso e la benedizione del Papa Leone XIII. – Solamente la Chiesa desidera che, sorgendo dubbi o difficoltà nel leggere la Bibbia, i buoni fedeli interroghino modestamente i sacerdoti, le labbra dei quali devono custodire la scienza (V. Malachia, Capo II, Versetto 7), senza pretendere tuttavia di scrutare indiscretamente e comprendere i misteri divini, ricordando ognora gli avvertimenti di Dio medesimo nell’Ecclesiastico (Capo III, Versetto 22): « Non cercare quello che è sopra di te, e non voler indagare quelle cose, che sorpassano le tue forze; ma pensa mai sempre a quello che ti ha comandato Iddio; e non essere curioso scrutatore delle molte opere di Lui » e nei Proverbi (Capo XXV, Versetto 27): « Colui che si fa scrutatore della maestà di Dio rimarrà sotto il peso della sua gloria ».

— E quale vantaggio si potrà ricavare dalla lettura della Bibbia e del Vangelo, se basta l’insegnamento della Chiesa?

Se ne potrà ricavare un vantaggio grandissimo. Anzi tutto coloro stessi, che non credono alla fede cattolica, possono giovarsi della Bibbia e del Vangelo come di libri storici di valore indiscutibile per apprendervi molte delle verità, che Dio ha rivelate agli uomini e per conoscere più da vicino quel Gesù Cristo, che è venuto quale nostro divino maestro. Tutti poi da tale lettura potranno rilevare che la Chiesa alla fin fine non fa altro che sviluppare in modo chiaro ed esatto le verità, che nelle sacre scritture si contengono, e così raffermarsi ognor più nella fede a tali verità. Per di più tutti da tale lettura potranno essere salutarmente edificati ed efficacemente animati a seguire le massime e gli esempi santissimi che in essa si offrono, e quelli massimamente del divino maestro e modello, Gesù Cristo. E quando non fosse altro, in tale lettura da un’anima intelligente si gusterà quell’impagabile diletto spirituale, che quasi porta la mente fuori di sé e le fa sentire ciò che è impossibile ridire. – Si narra che un giorno Giovanni Racine condusse l’amico suo, La Fontaine, all’ufficio dei Mattutini. Era la settimana santa; i padri nostri usavano in quei giorni solenni unirsi alle preghiere della Chiesa. Racine non durò fatica a raccogliersi, perché egli era pio; ma lo scrittore di favole, la cui mente conversava abitualmente coi buoni amici della natura, gli animali e le piante, cercava da ogni parte uno sfogo alle sue distrazioni. Racine vedendo il suo impaccio, gli diede una piccola Bibbia, che portava seco, e il caso volle che si aprisse là dove si legge la profezia di Baruch. La Fontaine dapprima si mise a leggere distrattamente, poi con attenzione, poi con entusiasmo, finché rapito dalle belle cose, che fin allora aveva ignorato, esclamò ad alta voce, con iscandalo di chi assisteva: Che genio è Baruch! Dopo d’allora non cessava dal dire a tutti quelli che vedeva: Avete letto Baruch? Era un gran genio!

— Con quale spirito adunque devesi leggere la sacra scrittura?

Eccotelo indicato dall’autore dell’Imitazione di Cristo: « Nelle sante scritture bisogna cercare la verità e non l’eloquenza. Ogni scrittura santa va letta con quello spirito medesimo ond’è stato composta. Devesi badare nelle scritture all’utilità, più che alla finezza nel dire. E son da leggere volentieri i libri devoti e semplici, come i sublimi e profondi. Non ti far caso dell’autorità dello scrittore, se fosse poco o molto letterato; ma il solo amore della verità t’inviti a leggere. Non voler sapere chi ha detto questo, ma bensì poni mente a ciò che è detto. Gli uomini passano, ma la verità del Signore sta in eterno (Salmo CXVI, versetto 2). Dio ci parla in vari modi, senza accettazione di persone (S. Pietro, la Epistola I, versetto 17). La curiosità ci è sovente di ostacolo nel leggere le scritture, perché vogliamo capire ed esaminare, dove sarebbe da passarcela alla semplice. – Se vuoi cavarne profitto, leggi umilmente, semplicemente e fedelmente ; né t’importi fama di scienza. Interroga volentieri, e ascolta in silenzio le parole dei Santi; né ti dispiacciano i dettati dei vecchi, che non son detti senza perché (V. libro I , capo v) ».

— Si può leggere la Bibbia del Diodati?

No, assolutamente. Essa è proibita dalla Chiesa, perché è una Bibbia falsificata. Il Diodati traducendo la Bibbia salta le parole, le muta, ne aggiunge, e tutto ciò fa proprio, in quei testi, che citati a dovere sarebbero la condanna delle sue false dottrine. Il Diodati taglia dalla Bibbia sette interi volumi già mille e più anni prima avuti dalla Chiesa per ispirati e canonici, cioè il libro di Giuditta, di Tobia, i due libri dei Maccabei, la profezia di Baruch ed i libri della Sapienza e dell’Ecclesiastico. E ciò egli ha fatto perché in quei libri vi sono insegnate verità, che i protestanti assolutamente rifiutano di credere. Per esempio, nel libro dei Maccabei si legge la preghiera e il sacrifizio di Giuda offerto per il suffragio delle anime dei suoi soldati morti, ciò che fa balzar fuori chiaro come la luce, il dogma del Purgatorio e dei suffragi per i defunti. Ma appunto perché i protestanti non vogliono saperne di purgatorio, perciò il Diodati taglia via dalla Bibbia il libro dei Maccabei. – Dopo tutto ciò, nessuna meraviglia che la Chiesa abbia proibito la lettura di questa falsa Bibbia. Se tu avessi un servo infedele che rubasse e ti facesse dire presso la gente cose che non hai dette mai o che hai dette in modo ben diverso, non lo metteresti alla porta e non gli proibiresti di entrare ancora in casa tua? Così fece la Chiesa col Diodati. Esso ha rubato nella Bibbia, vi ha introdotte delle falsità e delle bugie: ha fatto dire a S. Paolo e a S. Pietro molte cose che essi non hanno dette; e perciò il Diodati è un ladro, un falsario; e la Chiesa doveva respingerlo da sé, doveva proibirne la lettura. Chi pertanto comperasse o anche solo ricevessi in dono e tenesse presso di sé, o leggesse una tal Bibbia, mancherebbe gravissimamente. Che se per avventura qualcheduno ti si presentasse per regalarti qualche Bibbia oppure per vendertela a pochi soldi, allontanati tosto da costui come da un velenoso serpente. Quelle bibbie, che si vanno regalando o vendendo a pochi soldi per le pubbliche vie, sono appunto quelle del Diodati, e gli spacciatori delle medesime sono gli emissari delle famose società bibliche del protestantesimo.

— La ringrazio dell’avviso, e al caso lo praticherò esattamente.

 

 

Autore: Associazione Cristo-Re Rex regum

Siamo un'Associazione culturale in difesa della "vera" Chiesa Cattolica.