LA CARITA’

LA CARITÀ.

[G. Dalla Vecchia: Albe primaverili; G. Galla ed. Vicenza, 1911 -impr.]

“Dicit ei Jesus : Da mihi bibere.”

[Gesù le dice: Dammi da bere.]

(Joan. IV. 7)

ESORDIO. — È sul mezzodì; hora erat quasi sexta; e Gesù, stanco ed affranto, siede sul pozzo di Giacobbe, presso la città di Sichem, nella Samaria. — Una donna del popolo viene al pozzo, attinge dell’acqua, e sta per ritornare. — Ma Gesù gentilmente le chiede da bere. —

Dicit ei Iesus: Da mihi bibere.

Il caro Salvatore era realmente assetato, ma soprattutto aveva sete della fede, della salute, dell’anima di quella Samaritana. — Quella sete era l’effetto dell’amore immenso, che nutriva per le anime; era 1’ardore, che dalla culla alla tomba lo struggeva per la salute di tutti noi, poveri mortali; era quella febbre di carità, che sulla croce gli strappava il grido straziante: Sitio; ho sete. — Il Cuore di Gesù fu un incendio di amore… O Modello perfettissimo di carità, Maestro inarrivabile, che nell’ultima sera della tua vita davi ai tuoi cari il divino comando: Amatevi come io vi ho amato; deh! oggi, ci innamora della bellezza di questa tua lezione favorita, la carità fraterna. Ci dona la grazia di attuarla nella nostra vita pratica, per assicurarci che ti amiamo davvero; e per assicurarci ancora le grazie ed i premi, che tu riservi a chi ama rettamente il suo prossimo.

PARTE PRIMA

La Carità è una regina, che discende da Dio ed a Dio ritorna, conducendo al seno del Padre celeste tutti i cuori che l’hanno amata. — Dio è amore per essenza; ama infinitamente e sostanziarmele se stesso, ed infinitamente ama ancora le sue creature. Questo amore divino le conserva nella loro natura e bellezza. — Noi poi, fatti ad immagine del divino Creatore, abbiamo un’anima, la cui vita è amore. — Non si può vivere senza amare… E chi ameremo?

— La Carità, questa graziosa regina, ha due braccia. — Con l’una accenna a Dio : l’altra si abbassa alla terra.

— Dobbiamo 1.) amare Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutto noi stessi: amarlo sopra tutte le cose… Dobbiamo 2.) amare il prossimo nostro, come noi stessi, per amore di Dio… L’amore del prossimo si chiama Carità.

1° – Dio comanda di amare il prossimo e lo comanda per mezzo di Gesù… Diliges proximum tuum, sicut te ipsum (Matt. 2XXII, 39). Prossimo sono tutte le creature ragionevoli capaci di amare e di servire il Signore qui sulla terra, e di goderlo poi nel cielo.

— E il comando prediletto di Gesù, quello che Egli ha portato sulla terra; quello, su cui insiste di più, perché venga osservato; ed ha praticato costantemente e con tutta perfezione. Hoc est præceptum meum (Ioan. XVIII, 34).

— Lo chiama: il compimento del grande precetto dell’amore di Dio; il secondo poi è simile al primo… (Marco XII, 31) ; lo dice il distintivo dei suoi veri discepoli ; si vedrà che siete miei, se vi amerete scambievolmente (Ioan. XIII, 35). Afferma che l’amore del prossimo è migliore degli olocausti e dei sacrifici (Marco III, 33)… Promette le sue grazie nella proporzione/ della nostra carità verso i nostri simili (Matt. VII, 2); assicura di ritenere, come fatto a sé stesso, ciò che avremo fatto al più piccolo dei suoi, cioè del prossimo. (Matt. XXV, 40). — Non basta: Ci propone sé stesso come modello della carità; ut diligatis invicem sicut dilexi vos (Ioan. XVIII). — Gesù ci amò tutti, sempre, anche quando eravamo in peccato e quindi suoi nemici. — Ci ha amato: e per noi si è umiliato, fatto simile a noi… Ha sopportato povertà, fatiche, intemperie, ingratitudine, persecuzioni…, la morte. — Ci ha donato il suo onore, la sua libertà…, la sua vita, tutto se stesso…, e per noi si è lasciato nell’Eucaristia; vive ascoso nei nostri tabernacoli…, si fa nostro cibo…, tutto nostro… — E noi dobbiamo imitarlo, seguirlo, coll’amare i nostri fratelli…, anche peccatori…, anche i nemici. — Se non ami il tuo fratello, non sei da Dio (Ioan. IV, 9), cioè figlio di Dio; non adempì la legge del Signore, perché la carità è il compendio di tutta la legge ; e chi ha la carità, osserva tutti gli, altri comandamenti (Rom. XIII, 8) e, se alcuno dice di amare Dio, ed odia il proprio fratello, è bugiardo (I Ioan. IV, 20).

— Se non ami il prossimo, non avrai il perdono dei peccati… Recita pure le più belle preghiere, ma, se non ami, Dio non ti ascolta. — Fa pure anche miracoli…, ma, o sarebbero falsi, oppure «anche con questi prodigi non cesserai di essere un riprovato. — Avessi anche a morire per la fede, ma, senza l’amore, a nulla ti gioverà presso il Signore… Sarai un confessore della fede, ma un apostata della carità…

2° – Il prossimo merita di essere amato.

Lo merita: (a) perché è figlio di Dio, uscito dalle sue mani divine… ; quindi amarlo è procurare a Dio la gioia, che prova un genitore, quando si ama un suo figlio…

(b) Perché è fatto ad immagine di Dio. — Se sei buono, anche attraverso i difetti del tuo fratello, scorgerai questa immagine divina, che ti spingerà a rispettarlo ed essergli utile…

(c) Perché è tuo fratello. — Anch’egli dice: Padre nostro, che sei nei cieli…, invoca la medesima Madre celeste…, il medesimo fratello e redentore, Gesù Cristo… — Rigenerato, egli pure, nel Battesimo…, riscattato egualmente dal sangue di un Dio…, ricolmo di grazie; forse più amato dal Signore, perché più buono e fedele… Esso pure alla confessione, alla comunione, e forse vi reca un cuore più umile ed amante del tuo…

(d) Tutti, al pari di te, sono i servi del grande Padrone degli Angeli e degli uomini; essi pure sono destinati al cielo, dove torse la loro gloria sarà superiore alla tua, perché più di te hanno amato il Signore. — Anche i loro nomi sono scritti nelle mani di Dio, che li ama con tanta tenerezza, che, se violi la carità, l’offendi nella pupilla dei suoi occhi. (Zacc. II, 8).

3° – La Carità è una regina, che entra nei cuori seguita sempre da molte nobili ancelle, cioè altre virtù cristiane.

— Intanto conduce l’amor di Dio, perché devi  amare i tuoi fratelli non per interesse, non per accontentare gl’impulsi del cuore; ma solo per amor di Dio; altrimenti la tua carità non avrebbe Dio, per origine, centro e fine e quindi non sarebbe meritoria di vita eterna.

— Conduce il vero amore verso te stesso, perché devi amare gli altri in quella maniera, che ami te medesimo.

— L’amore verso di te consiste nel procurarti il vero bene dell’anima, e così amerai il prossimo per aiutarlo nell’amore e servizio di Dio.

— Ne consegue, che deve essere un amore ordinato; prima la famiglia, i parenti, i benefattori, gli amici, poi tutti senza distinzione, senza antipatie, senza esagerazioni. Amare il prossimo in Dio, con Dio, per Iddio.

— Compatisci i difetti degli altri, dimentica le offese, prega per essi, ti presta in loro aiuto, parla con affabilità, senza critiche, né mormorazioni, accondiscendi dove puoi, desidera loro ogni bene, soffri delle umiliazioni altrui, godi delle doro gioie, dà buon esempio… In una parola amare è avere sete di fare a tutti tutto il bene possibile; quindi dimenticarsi, sacrificarsi, rinnegare se stessi, i propri comodi, la propria volontà. E’ farsi santi, che la santità è amore. Plenitudo ergo legis est dilectio (Ad Rom. XIII).

PARTE SECONDA

Il comando di amare il prossimo è chiaro, semplice; risponde al bisogno del cuore. — Però Gesù conferma il suo precetto con promesse di grandi premi a chi vi sarà fedele; ed ai trasgressori minaccia gravi castighi.

— Accenno solo.

1° – I premi. La carità copre la moltitudine dei nostri peccati, perché chi usa misericordia, troverà misericordia.

— I tuoi peccati sono forse gravi, senza numero, e tremi dei divini giudizi? — Ricorda dunque le parole di Gesù: Non giudicate, né condannate, e non sarete giudicati, né condannati (Matt. VII, 1). Dimentichi quel torto, tu perdoni quell’offesa? E vedrai dimenticate e perdonate le tue colpe… Se avrai amato il prossimo, la carità ti otterrà il dolore, il proposito, la sincerità dell’accusa… ; quindi al giudizio di Dio non saranno esaminati i tuoi peccati, perché non esisteranno più.

— Ti fa paura il pensiero di non salvarti? — Ma, se ami il prossimo, ami Dio; in questo amore si compendiano tutti i Comandamenti… Per salvarti non occorre di più… Chi ama davvero e rettamente, è un santo… I Santi furono sempre i più grandi benefattori dell’umanità…

2° – I castighi. — Eccoli, desunti dalle Epistole di S. Giovanni, l’apostolo dell’amore. (Epistola I) .

(a) Chi non ama il proprio fratello è nella morte. — Dunque se non ami il prossimo sei nella morte del peccato, nella morte della dannazione; non ti salvi. Qui non diligit (fratrem), manet in morte cap. III. v. 14). — Quindi, se volontariamente desideri espressamente un male grave ad una persona, se il tuo odio si prolunga per un tempo notevole, tu sei in peccato mortale.

(b) Chi odia il proprio fratello (cap. II, v. 11) è nelle tenebre spirituali, che seguono sempre la colpa grave. E nelle tenebre cammina, perché Dio ritira da lui la sua luce superna… Tanto più, che su questo punto è facile ingannarsi, trovare pretesti, scuse, fino a credere cose buone e virtù gli stessi peccati contro la carità… Si dice zelo di retta morale la maldicenza, la calunnia; non se ne ha rimorso; anzi si pretende di averne merito presso Dio e la società. Qui autem odit fratrem suum, in tenebris est, et in tenebris ambulat, (ivi, 11).

(c) Chiunque odia il proprio fratello, è omicida (III, 15). — Omicida, dell’anima sua, mentre l’uccide con una colpa grave… ; omicida della carità, perché da parte sua tende ad estinguere il principio di ogni società umana… ; omicida del prossimo, perché in certo modo, lo fa morire nel proprio cuore, dove dovrebbe vivere con l’amore… Omnis qui odit fratrem suum, homicida est. ( III, 15).

— Esaminiamoci tutti sinceramente intorno a questa virtù; sul come ci diportiamo nelle relazioni di famiglia, di società, cogli amici, con i nostri simili … — E’ tanto facile commettere dei falli contro la Carità… Vigiliamo dunque per non mancarvi coi giudizi male fondati, con le critiche, mormorazioni…, con le antipatie, collere… Reprimiamo gli affetti contrari … ; perché, un giorno, Dio stesso prenderà le difese di questa virtù, e ne rivendicherà i sacri diritti.

Autore: Associazione Cristo-Re Rex regum

Siamo un'Associazione culturale in difesa della "vera" Chiesa Cattolica.