LO SCUDO DELLA FEDE (84)

L[S. Franco: ERRORI DEL PROTESTANTISMO, Tip. Delle Murate, FIRENZE, 1858]

PARTE TERZA.

CONSEGUENZE DEL PERDERE LA S. FEDE E MODI DI PREVENIRLE

CAPITOLO VII.

COMI SI DEBBANO IMPORTARE QUELLI CHE SONO TENTATI DAI PROTESTANTI COL DANARO.

Quando tutte le astuzie precedenti non bastano a pervertire un’anima Cattolica, sapete a che ricorrono specialmente coi poverelli? Depongono ogni vergogna dal volto, fanno luccicare qualche moneta e cercano di corrompere col danaro. S’ introducono però a poco a poco, s’informano del vostro stato, Fingono di compatirvi nelle vostre necessità, lamentano che la vostra Religione ed i vostri Sacerdoti non si prendono cura di voi, perché non vi è carità. Dopo tutte queste doglianze e queste compassioni soggiungono che essi diranno, che essi faranno per voi ogni cosa, e poi vi porgono qualche denaro pel presente e vi promettono molto più per l’avvenire se volete farvi dei loro. Questa è l’arte che hanno impiegata molte volte e che impiegano tuttodì. – Ora che cosa debba fare un Cattolico che si senta fare una tal proposta? Ve lo dirò io, ma fate di comprenderlo bene. La prima cosa che dovrebbe fare chi fosse tentato così, sarebbe andare sulle furie contro un mostro che ha coraggio di fargli tale proposizione. – Imperocché chi parla così ad un Cattolico, gli fa il più grande insulto che gli possa fare. Un uomo che si offre ad un altro per comperarlo mostra che non ha veruna stima di lui: ma chi si esibisce a comprarne la fede e l’anima mostra di averlo in conto d’un infedele e di un sacrilego. Fa con lui quel che fecero già con Giuda gli anziani ed i seniori del popolo Ebreo. Vi daremo tanti danari e voi ci venderete Gesù. Ora se non si risente un cuore cattolico ad essere stimato capace di un tal delitto, quando si risentirà? – Il S. Martire Policarpo era venerando per la sua canizie e per la sua santità. Trascinato dinanzi al Giudice per confessare la S. Fede di Gesù Cristo, gli venne posto dinanzi un monte d’oro e d’argento perché dovesse rinnegare la S. Fede. Ma quel S. vecchio andò sulle furie alla sola proposta e tutto inorridito non sofferse neppure di rimirare quei beni con una occhiata. Ora questo orrore, questo disprezzo è quello che debba avere un Cattolico che riceve l’esibizione di danaro per vendere la sua fede. Né basta solo l’orrore e l’indignazione, bisogna levarsi arditamente d’intorno chi ha potuto farci tal proposizione. Bisogna non accettare la loro compassione, non lasciar dinanzi a noi maltrattare la nostra Madre la Chiesa, come di poco amorevole, bisogna ricordare loro che noi siamo figliuoli di quei gran Padri che piuttosto che offendere Gesù, abbandonando la sua Fede, si sono lasciati pestare, lacerare, sbranare con tutte le più orride carneficine, bisogna protestare che siamo disposti a morire mille volte, piuttosto che portare alla bocca un tozzo di pane che ci costi l’anima, la Fede, l’eternità, l’amore di Gesù Cristo: e con questi sentimenti generosi levarceli risolutamente d’intorno. Ecco quello che bisogna fare. Se non che ripigliano alcuni: Io non ho abbandonata la S. Fede, la conservo tuttavia nel cuore, solo fingo di essere Protestante per ricevere quell’aiuto. Ah sì fingete solamente? E credete questa una scusa che vi possa salvare? E non sapete voi che vi è l’obbligo di professare all’esterno quel che si crede nel cuore? Non sapete voi che S. Paolo dice che col cuore si crede per essere giustificati, con la bocca se ne fa la confessione per giungere alla salute? (Rom. X, 40). Peccato che non conoscessero questa bella ragione i santi Martiri di Gesù Cristo! A loro nessuno domandava che rigettassero dal cuore la S. Fede, sì chiedeva solo che facessero qualche segno esterno di non credere: ed erano gli stessi persecutori che spesse volte consigliavano loro di fingere per un momento e così salvarsi la vita da tanti strazi. Ma essi udivano con orrore queste proposizioni, negavano di arrendervisi e protestavano che avrebbero incontrato prima mille morti che consentire ad una finzione così sacrilega. Eppure quella finzione poteva sembrare più tollerabile, perché essi non l’avrebbero fatta per guadagnare denaro, ma solamente per iscampare da una morte crudelissima e non meritata. – E tuttavia non furono mai ammesse per buone queste inique ragioni. Che cosa dunque dovrassi dire di quelli che non per timore di perdere la vita, ma per guadagnare due paoli al giorno vendessero la Fede? Che cosa potranno rispondere queste anime vili a Gesù Cristo che ci ha assicurati che non riconoscerà davanti ai suo Padre celeste quelli che non hanno riconosciuto Lui davanti agli uomini, quando verrà a giudicarli? Che cosa diranno quando li metta in confronto di una S. Agnese per esempio, di una S. Cecilia, di S. Agata e di tante altre S. Verginelle, le quali vinta la debolezza dell’età e del sesso, si presentavano ai tiranni con tanto ardore e si lasciavano tormentare con tanti strazi piuttosto che rinnegare la S. Fede? Che diranno in faccia a S. Ignazio, a S. Policarpo e ad altri vecchi venerandi, che si consolavano tutti di poter mostrare a Gesù la loro fedeltà a costo anche della vita? Che diranno in faccia a S. Felicita ed ai suoi sette figliuoli, giovani nel fior dell’età, che tripudiavano di gioia perché potevano morire in compagnia della santa loro madre, per testimoniare così la S. Fede? Ah io credo che correranno da sé medesimi a nascondersi negli abissi prima che Gesù Cristo getti loro sul volto quei quattro denari fecciosi che furono il prezzo dell’infame loro apostasia. – Imperocché quale sarà la loro sentenza? Quella che toccò a Simone il mago, che per danaro aveva voluto sacrilegamente comperare lo Spirito Santo. L’Apostolo S. Pietro disse a costui: «Il tuo denaro sia teco in perdizione. Or questa condanna sarà pur quella che da Gesù verrà pronunziata contro chi avrà venduta la propria fede. Giuda venduto che ebbe il suo Maestro divino, non ebbe più pace dai suoi rimorsi, finché disperato non s’impiccò da sé stesso e se n’andò con l’anima in fondo all’inferno; cosi ancor questi apostati straziati dai rimorsi, non godranno mai tranquillamente il frutto del loro peccato, e poi tosto o tardi presentandosi al giudice divino, la cui fede hanno venduta, saranno gettati nel baratro dell’eterna perdizione.

Autore: Associazione Cristo-Re Rex regum

Siamo un'Associazione culturale in difesa della "vera" Chiesa Cattolica.