LA CIRCONCISIONE DI GESU’
[da “I Sermoni” – S. Antonio di Padova]
«Quando furono passati gli otto giorni prescritti per la circoncisione del bambino» (Lc II,21). In questa prima parte ci viene insegnato, in senso anagogico (mistico), come tutti i giusti, nella risurrezione finale, saranno circoncisi di ogni corruzione. Ma poiché nel Verbo circonciso avete sentito una parola «circoncisa», anche ne parleremo circoncisamente (brevemente) della sua circoncisione. Cristo fu circonciso soltanto nel corpo, perché nulla c’era da circoncidere nel suo spirito. Infatti «egli non commise peccato, e non si trovò inganno sulla sua bocca» (lPt II,22). E neppure contrasse il peccato [di origine] perché, come dice Isaia: «Salì su una nuvola leggera» (Is XIX,1), assunse cioè una carne immune da peccato. – Venendo tra i suoi, poiché “i suoi non l’avrebbero accolto” (Gv.I, 11), dovette essere circonciso, affinché i giudei non avessero contro di Lui dei pretesti, con il dire: E un incirconciso, dev’essere eliminato dal popolo perché, come è scritto nella Genesi, “il maschio al quale non è stato reciso il prepuzio, sarà eliminato dal suo popolo” (Gen XVII, 14). Sei un trasgressore della legge, non vogliamo uno che è contro la legge. – Fu quindi circonciso per almeno tre motivi: primo, per osservare la legge – si dovette compiere il mistero della circoncisione finché non fu sostituito dal Sacramento del Battesimo -; secondo per togliere ai giudei il pretesto di calunniarlo; terzo, per insegnarci la circoncisione del cuore, della quale dice l’Apostolo: “La circoncisione è quella del cuore, nello spirito e non nella lettera; la sua gloria non viene dagli uomini, ma da Dio» (Rm II, 29). – “Passati gli otto giorni prescritti”. Vediamo il significato di queste tre cose: il giorno ottavo, il bambino e la sua circoncisione. La nostra vita si svolge, per così dire, in un giro di sette giorni (settenario): segue poi il «giorno ottavo» (ottonario) della risurrezione finale. Dice l’Ecclesiaste: «Da’ la loro parte a sette, e anche a otto, perché non sai che cosa di male potrà venire sulla terra» (Eccle XI, 2). – Come dicesse: fa’ che i sette giorni della tua vita prendano parte alle opere buone (siano impegnati nell’operare il bene), perché poi ne riceverai la ricompensa nel giorno ottavo, quello della risurrezione; in quel giorno sopra la terra, cioè per coloro che amano la terra, ci sarà un male così grande, quale nessun uomo potrà immaginare. – Allora l’aia sarà ripulita, il grano sarà separato dalla paglia, le pecore saranno divise dai capri (cf. Mt III, 12; XXV, 32; Lc III,17). La ripulitura dell’aia simboleggia la revisione che sarà operata nell’ultimo giudizio. Il grano raffigura i giusti che saranno accolti nei granai del cielo. Dice Giobbe: «Te ne andrai nella tomba, pieno di anni, come si ammucchia il grano a suo tempo» (Gb V, 26). La tomba indica la vita eterna, dove i giusti entreranno carichi di opere buone, e saranno al riparo dagli attacchi dei demoni, come uno che si nasconde in una tomba per sfuggire agli uomini. La paglia invece, cioè i superbi, superficiali e incostanti, saranno bruciati nel fuoco. Di essi dice Giobbe: «Saranno come paglia al soffio del vento e come pula che l’uragano disperde» (Gb XXI,18). Gli agnelli o le pecore, cioè gli umili e gli innocenti, saranno posti alla destra di Dio: «Come un pastore pascerà il suo gregge, con il suo braccio radunerà gli agnelli, li solleverà al suo petto ed egli stesso porterà le pecore gravide» (Is. XL,11). – Osserva che in queste quattro parole: pascerà, radunerà, solleverà e porterà, si possono ravvisare le quattro prerogative delle quali sarà dotato il corpo dei giusti nel giorno ottavo, cioè nella risurrezione finale. – Pascerà con lo splendore: «Dolce è la luce, e agli occhi piace vedere il sole» (Eccle XI,7); e i giusti splenderanno come il sole nel regno di Dio (cf. Mt XIII,43). Se l’occhio ancora corruttibile tanto si diletta dell’illusorio splendore di un misero corpo, quanto più grande sarà quel piacere di fronte al vero splendore di un corpo glorificato? Radunerà con l’immortalità: la morte dissolve e divide, l’immortalità riunisce e raduna. Solleverà con l’agilità: ciò che è agile si solleva facilmente. Porterà con la sottigliezza: ciò che è sottile [una veste] si porta senza fatica. Invece i capri, cioè i lussuriosi, saranno appesi per i piedi ganci dell’inferno. Infatti il Signore, per bocca di Amos, minaccia le vacche grasse» (cf. Am IV, 1), cioè i prelati della Chiesa superbi e lussuriosi: «Ecco, verranno per voi i giorni in cui [i demoni] vi appenderanno ai ganci, e getteranno i rimanenti di voi in caldaie bollenti. Uscirete per le brecce uno contro l’altro; e sarete scagliati contro l’Hermon» (Am IV, 2-3), che s’interpreta «scomunica», perché i superbi e i lussuriosi, scomunicati e maledetti dalla chiesa trionfante sprofonderanno nell’eterno supplizio. – Tutto questo, cioè la gloria e la pena, sarà dato a ciascuno nel giorno ottavo, cioè nella risurrezione, secondo ciò che ha fatto nella settimana di questa vita. Dice in proposito la Genesi: «Giacobbe servì sette anni per [avere] Rachele, e gli sembrarono pochi giorni tanto grande era l’amore che nutriva per lei» (Gen XXIX, 20). Infatti era una donna molto bella di forme e di aspetto avvenente (Gen XXIX. 17). E continua: «Passata la settimana, prese Rachele in moglie» (XXIX, 28). E più avanti dice: «Di giorno mi divorava il caldo e il gelo di notte, e il sonno fuggiva dai miei occhi» (Gen XXXI, 40). – O amore della bellezza! O bellezza dell’amore! O gloria della risurrezione, quante cose riesci a far sopportare all’uomo, per giungere alle nozze con te! Il giusto fatica per tutti i sette giorni della sua vita nell’indigenza del corpo e nell’umiltà del cuore: di giorno, cioè quando gli sorride la prosperità nel calore della vanagloria; e di notte, vale a dire quando sopravvengono le avversità e viene tormentato dal gelo della tentazione del diavolo. E così il sonno e il riposo fuggono da lui perché ci sono battaglie all’interno e paure all’esterno (cf. 2Cor VII, 5). Teme il mondo, è combattuto in se stesso, e tuttavia in mezzo a tante sofferenze i giorni gli sembrano pochi a motivo della grandezza dell’amore. Infatti «per chi ama nulla è difficile (Cicerone). – O Giacobbe, ti scongiuro: lavora con pazienza, sopporta con umiltà perché, finita la settimana della presente miseria, conquisterai le bramate nozze della gloriosa risurrezione, nella quale sarài finalmente circonciso di ogni fatica e di ogni schiavitù di corruzione. – «Passati gli otto giorni prescritti per la circoncisione del fanciullo». In lat. è detto puer, fanciullo, non vecchio. Nella risurrezione finale ogni eletto sarà circonciso, perché risorgerà per la gloria, come dice Plinio, senza alcun difetto, senza alcuna deformità. Sarà ben lontana ogni infermità, ogni incapacità, ogni corruzione, ogni inabilità e ogni altra carenza indegna di quel regno del sommo Re, nel quale i figli della risurrezione e della promessa saranno uguali agli angeli di Dio (cf. Lc. XX, 36); allora ci sarà la vera immortalità. – La prima condizione dell’uomo fu il poter non morire; per causa del peccato gli fu inflitta la pena di non poter non morire: seconda condizione; lo attende, nella futura felicità, la terza condizione: non poter più morire. Allora usufruiremo in modo perfetto del libero arbitrio, che al primo uomo fu dato in modo che «potesse non peccare»; sarà appunto perfetto quando questo libero arbitrio sarà tale da «non poter peccare». – O giorno ottavo, tanto desiderabile, che in modo così meraviglioso, circoncidi dal bambino tutti i mali!