LO SCUDO DELLA FEDE (160)

P. F. GHERUBINO DA SERRAVEZZA Cappuccino Missionario Apostolico

IL PROTESTANTISMO GIUDICATO E CONDANNATO DALLA BIBBIA E DAI PROTESTANTI (28)

FIRENZE – DALLA TIPOGRAFIA CALASANZIANA – 1861

SECONDA PARTE.

Genuino prospetto del Cattolicismo, e del Pretestantismo, delineato dai Protestanti.

PRATTENIMENTO III

Prospetto del Protestantesimo

PUNTO II.

Effetti e orride dottrine della Riforma: putrefazione e disfacimento del Protestantismo.

44. « Le conseguenze di ciò, per rispetto alla morale del popolo, furono tali quali dovevano necessariamente aspettarsi. Tutti gli storici convengono in asserire, che: vizj d’ogni genere, ed i misfatti d’ogni maniera non erano mai per l’addietro avvenuti né così orribili, né così numerosi. Ciò venne altresì confessato dagli stessi maestri della Riforma, e tuttora i protestanti hanno magnificato questo regno come il regno della coscienza e della Religione! Egli era così evidente che il cangiamento era iniquo, che gli uomini non poterono procedere per errore! » (Cobbet, Ivi, Lett. 7, § 201)

45. « Sin dal principio i Protestanti cominciarono ad esser fra se stessi discordi; ma tutti sostenevano, che la sola fede bastava ad assicurare la salvezza; mentre i Cattolici sostenevano che le opere buone pur anco son necessarie. Il più malvagio degli uomini, il più brutale e sanguinario de tiranni esser puote (secondo questa dottrina) uno zelatore credente, poiché gli stessi diavoli credono: ed è perciò che a prima giunta, sembraci veramente cosa strana, che Enrico VIII non divenisse subito uno zelator protestante, vale a dire uno de’ più devoti discepoli di Lutero. Egli lo sarebbe stato senza dubbio; ma Lutero cominciò la sua Riforma alcuni anni troppo presto pel Re… Se cominciato avesse dodici anni dopo, il Re sarebbe divenuto ad un tratto protestante, nel vedere specialmente che questa novella religione permetteva a Lutero e a sette altri de’ suoi fratelli, fautori della Riforma, di accordare di loro propria autorità una licenza al Langravio di Assia, di aver due mogli ad un tempo stesso!!… Una religione sì compiacente e sì tollerante senza dubbio sarebbe stata, ed era precisamente secondo il gusto del Re all’epoca del divorzio; ma ebbe luogo dodici anni troppo presto per lui.  » (Il medes: Op, cit. Lett, 3, § 10). Insomma, ritornando al punto …

« I Riformatori differivano l’uno dall’altro nella più parte delle cose, come i colori dell’iride; ma essi tutti accordavansi in questo, cioè che le opere buone non eran necessarie alla salvezza, e che i Santi (come avean la modestia di chiamar sè stessi) non potevan perdere il lor diritto al cielo per quantunque peccati, comunque molti ed enormi si fossero.! » (Cobbet ivi, Lett. XI, § 328)

« La nostra Chiesa, seguendo il corso del tempo, che cosa ella mai divenne, se non una nuova e vera Babilonia?? » (Giul. di Mueller, nel periodico: La Chiesa Cristiana nella sua idea, T, 1, p. 59).

« Fra tanti dicitori non ve ne son neppur due, i quali sieno d’accordo fra loro. In quella guisa stessa che ciascuno ha la sua peculiare fisonomia, ciascuno in pari tempo ha un’opinione tutta sua propria e speciale. Non sarebbe in verità cosa soverchiamente meravigliosa, se noi banditori di religione fossimo annoverati nella cerchia di quegli antichi aruspici, i quali per avventura incontrandosi insieme, e non sapendo che dirsi, scambievolmente si deridevano. E Tullio che così li descrive. » (I. H. Tiestrunk, Critica del dogma cristiano protestante, 1799, T, 1, prefazione).

« Ecco poi perché il popolo fa le risa e si burla di essi, come farebbe di falsi profeti; ecco perché in esso l’apatia e l’indifferenza s’intromette in luogo di un fervoroso e sublime amore alla religione. Ciò è un gran motivo di sofferenza per il nostro stato ecclesiastico. Quanto per lo meglio si può, fannosi le beffe de’ predicatori, perché non veggono in essi che falsi profeti » (Luedke, Dialoghi sull’abolizione dello stato ecclesiastico).

« Si scorge facilmente, e questo è cagione di non poca meraviglia, che nel breve spazio di due leghe si vuol far credere a quattro, cinque ed eziandio a più sorte di Vangeli; ed il popolo che esamina attentamente, ben se ne avvede…. Egli molto se ne querela, e disprezza e non cura i suoi maestri; che anzi con male parole li vilipende e li umilia;… niun’altra stima egli ne ha che di uomini di pessima fiducia», o per lo meno ignorantissimi… Il popolo semplice, secondo che è, crede esser la verità una sola, e non cape nell’intelletto, per beneficio della Provvidenza, come mai ciascuno di cotali signori si abbia una sua propria e speciale verità. » (Fischer, Introduzione alla dogmatica della Chiesa evangelico-protestante. Tubinga 1828, p. 210.) Nè questo è il peggio! Ascolta.

46. « Le Confessioni protestanti si sono dilungate dalla Chiesa (Cattolica). Perocchè appellando esse alla Scrittura come ad unico fondamento, hanno rinunziato al Divin Paracleto, e all’influenza che Egli si ha nella Chiesa universale che tanto vale fin nella stessa Scrittura, che ne è anzi il fondamento. E se per avventura l’ammettono, ciò non addiviene altrimenti, se non perché gli danno una certa azione entro di sé medesimi soggettivamente. Però togliendo via a questo modo l’ordine statuito dal Fondatore, con propria autorità, é avvenuto che lo Spirito Santo non gli ha più assistiti col divino suo lume. » (Binder, Il discioglimento completo del protestantismo, T. I, p. 10, Sciaffusa 1844).

« La Scrittura salì in quel grado medesimo di autorità che per l’avanti l’antica gerarchia avea posseduto, e questa in un colla sua forza ordinatrice ed unitiva venne meno e scomparve dalla Chiesa (protestante)… Se con buona volontà, con retta fede e con mano esperta si fosse purgata la Chiesa, in vece di rovinarla, ben avrebbe potuto ringiovanire la fede, levare in alto i sentimenti e dar novella e giusta vita all’obbedienza. » (Enrico Steffens, Op. cit., p 14, Nota 1, p. 298).

« L’unione della fede e della libertà, che i Riformatori volevano porre in effetto, non ha resistito; e l’età a noi più vicina ha cacciato fuori l’una appresso l’altra le pietre, delle quali si compone l’edificio della Chiesa. » (Hullmann, Studi teologici, cc. 1832).

« Moltissime prediche fatte dai così detti sopraintendenti e sopraintendenti generali della Corte, si potrebbero convenevolmente e con efficacia tenersi dinanzi alle Sinagoghe degli Ebrei, e dalle Moschee de’ Turchi! Né vi mancherebbe altro, se non torne la parola – Cristianesimo, – e il nome venerando di Cristo, che quivi veramente si trovano per causa di disonore nominati !… e sostituirvi, indovinando così la mente degli uditori, dettati ed insegnamenti de’ più savi fra i pagani, come a cagion di esempio Socrate, Platone, Confucio, Zoroastro, Maometto, ed altri di tal guisa. » (Corrispondenza omiletica, liturgica del 1830, N. 116.). Ma vi è ancora di peggio!… Ascolta.

47. « Niuno sale i pergami, o monta sulle cattedre, che uomo vile o vendereccio non ‘sia, o incredulo mercenario, o parassita, o cane mutolo, o lima sorda! » (H. Dietz, Sermone in onora della festa tresecolare della Riforma, 1830).

« La nostra scuola popolare, per quello che si appartiene principalmente alle istituzioni primarie, è pagana. Il principio cristiano o è del tutto scientemente sbandito, o pure per non curanza scomparisce; e se in qualche maniera se ne fa cenno, lo si fa per guisa accidentale, e toccandogli il primo, gli si dà l’ultimo posto. Le nostre scuole sono profanate. Sono istituti intesi a metter la gioventù per entro gli artifizii e gli addestramenti, cui si crede menar diritto a’ guadagni terreni, all’industria ed alle arti; e ciò facendo, si spera di formar buoni cittadini, quasi che potesse altri essere un vero e buon cittadino di uno Stato cristiano, senza esser Cristiano, ovvero che il Cristianesimo non fosse il fondamento e la colonna de nostri Stati cristiani e della loro Costituzione.! » (F. A. Krummacher, Sermoni di vario argomento, p. 81).

« L’anticristianesimo si vede e si ode chiaramente; perocché a voce alta se ne leva la troppo subita fama. Avevamo noi la Bibbia, ed era essa il fondamento della nostra fede; ma adesso non oso dirlo, né lo potrei dire; giacché essa s’interpreta per modo, che là dove le nostre Università spingano più innanzi, per questo riguardo, io temo forte che da sé stesse si scavino la fossa, e si procaccino la loro estrema rovina. » (2 Giul. di Mueller, nel foglio periodico del Archenholz, intitolato. La Minerva, Luglio 1809, p. 67).

» Tanto è il novero di quei tali che spiegano naturalmente i miracoli del Nuovo Testamento nella Chiesa protestante, che senza tema di dare in fallo si può chiamare una legione, sicché i loro seguaci sono innumerabili come le stelle del firmamento. » (Op. Sulla Bibbia ed i libri liturgici 1798, Coburgo, p. 21) « Non vi ha dogma del Cristianesimo Evangelico-protestante, come che sia fondamentale, contro del quale non si volga in istile ed in modo oltre ogni credere pungente una copia abbondevolissima di scritti. » (I. R. Piderit, Considerazioni in difesa e schiarimento del Canone della Scrittura Etc. , Erlangen, 1775, p. 85.).

« Che diremo oggimai dei libri protestanti in fatto di cristiana morale? Che vi ha in essi che pur sappia, sia pur debolmente; di cristianesimo oltre il titolo? » (De Wette, Almanacco della Riforma 1819)

«Se vi fosse una legge pur tale, che mediante la sua censura desse proibizione di stampare cosa alcuna contro la Chiesa, converrebbe dichiarare proscritta tutta intiera la moderna letteratura teologica, se già non se n’accettassero alcuni trattatelli.! » (H. Hase, Gnosis, ossia, Dottrina evangelica per gli uomini colti, 1829, 1-3,).

« Si può anche tenere, che Lucifero stesso caduto a basso creda assai più che parecchi. di questi nostri espositori della Sacra Scrittura, e che Maometto sia di più gran lunga di costoro migliore. » (Ewald, Considerazioni sopra le parabole di Gesù Cristo, Annover).

« Il Maomettano crede pur anco ai miracoli di Cristo, e per conseguente più si avvicina ai Cristiani che questi moderni dottori protestanti. » (Trembley, Sur l’Etat present du Christianisme, P. 13).

« In mezzo a’ Turchi (incredibile a dirsi!) non è dato di bestemmiare a chicchesia, né così alla sfacciata e senza alcun timore di pena; il nome di Cristo, di Abramo e di Mosè, come per una rea usanza fra i Cristiani Evangelici, e nei loro scritti continuamente arcade! » (E F, de Marees, Lettere nuove in difesa della fede.)

48. « La Chiesa protestante è presso ad esser ridotta in fascio. Conciossiachè talmente sia guasta, da tornar vana ed inutile qualunque opera di ristorazione  o di puntello si opponga alla rovina di lei. » (F. Boll, nella Gazzetta ecclesiastica di Darmstadt 1831, N. 150).

« L’altezza di questo edificio a vero dire, è già crollata, e la religione Evangelica è pur ridotta in un punto da cui più non si  risorge. » (Di Woltmann, Storia della Riforma etc. 1800, T. 1, prefazione, p. 13.).

« E facendoci fin dalle prime a veder tritamente in che consista, e d’onde abbia avuto principio cotanta corruzione della Chiesa, ben si scorge chiaramente che l’idea del Cristianesimo non solamente in mezzo ai predicatori, ma eziandio per entro le recenti coetanee generazioni si è ecclissata e si è spenta. Insieme alla forma già travalicata nella vecchiezza, essa ha perduto anche lo spirito, e la Vita, e le luci; che perfino non si presta credenza ed ossequio a un Dio personale, cosicché appena si osa pronunziar colle labbra tremanti questo nome!!! Da tutto ciò che andiamo discorrendo si pare chiaro che non vi ha fondamento alcuno, per poco buono e saldo che sia, su cui posarsi. » (Zimmermann, nella Gazzetta ecclesiastica universale di Darmstadt; 1851, N. 70).

49. « Non vi occorrono dimostrazioni, tanto la cosa è facile, ed è stata messa le mille volte in luce: il Protestantismo non può metter bene addentro le radici, e produrre ed allargare i suoi rami in altro terreno che di razionalismo non sia. Perocchè appunto su questo sì reggono e si fondano î protestanti. » (Sittig, nella stessa Gazzetta, 1830, n. 66).

« Oltre chè il razionalismo ben si pare una continua manifestazione dell’Anticristo. » (GA Rudelbach, La natura del razionalismo, 1830).

«Non vi è angolo di terra della Germania protestante, il quale di novelli panteisti non sia fecondissima. Il panteismo è la religione dei nostri più grandi pensatori, dei più eccellenti fra gli artisti. Nessuno si prova di farne parola, ma non vi ha neppur uno che non sappia il panteismo essere nella Germania il mistero pubblico, la segreta religione della Germania » (Heine, Sala di conversazione. Lipsia 1845, T. 2 p. 17)

« Sarà il mondo presente giunto a sì alto acume ed a così sublime raffinamento, da reputar cosa ridevole il credere in un Dio, come è ridicola la fede dell’esistenza degli spettri ? » (Lichtemberg. Opere varie, T. 1, p. 166).

« O protestantismo!… o protestantismo!…ove mai ti sei condotto ? Non ti accorgi che i medesimi tuoi seguaci al cospetto delle intelligenze protestano contro qualunque religione ? » (H. Jenisch. Sull’adorazione di Diop e sulle riforme ecclesiastiche, 1803).

« Lutero edificò la sua Chiesa; noi ci riuniamo insieme come per tributarne lodi e grazie senza fine a Dio: ma ohimè! Mentre preghiamo, essa già non esiste più. »

Autore: Associazione Cristo-Re Rex regum

Siamo un'Associazione culturale in difesa della "vera" Chiesa Cattolica.