LO SCUDO DELLA FEDE (155)

P. F. GHERUBINO DA SERRAVEZZA

Cappuccino Missionario Apostolico

IL PROTESTANTISMO GIUDICATO E CONDANNATO DALLA BIBBIA E DAI PROTESTANTI (24)

FIRENZE DALLA TIPOGRAFIA CALASANZIANA

DISCUSSIONE XXI

Necessità delle opere buone.

124. Prot. Fin qui ho dovuto cedere in tutto alla Chiesa, Cattolica, e ritirarmi colle pive nel sacco; ma vengo adesso a riferirvi certi suoi mostruosi errori (principal causa della mia separazione da essa), pei quali sarà certamente da voi condannata, esecrata, maledetta. Insegna pertanto, 1.° Che per salvarsi, oltre la fede, necessarie sono, per gli adulti, le opere buone : 2.° Che per quanto un fedele sia giusto e, in grazia di Dio, perde infallibilmente la sua giustizia, e nuovamente diviene nemico di Dio, se gravemente pecca, se fa opere, gravemente cattive! Io però, attenendomi alla vostra santa dottrina, rigetto e condanno questi detestabili errori; e costante, al mio solito, nella verità, credo ed insegno: 1.° Che basta la sola fede per esser salvi, e perciò necessarie non sono al conseguimento della salute le opere-buone. 2° Che siccome la sola fede giustifica, per la quale ci è applicata la-stessa giustizia di Gesù Cristo, coprendo Egli per tal modo i nostri peccati; così se non si perde la fede, è impossibile si perda la giustizia, la grazia di Dio, quand’anche si commettessero tutte le scelleratezze del mondo. Onde dico a’ miei seguaci: « Niuna cosa può nuocere all’uomo fedele, purché tenga ferme le promesse che apprende colla fede. » (Melantone, Loci theologic. P- 92… « L’uomo cristiano, anche volendo, non può perdere la sua salute per quanti peccati commetta, purché non cessi di credere; imperocché verun peccato lo può condannare, fuorché la sola infedeltà! Sii peccatore e pecca fortemente, ma credi più fortemente, e rallegrati in Cristo che è il vincitor del peccato, della morte e del mondo. Finché siamo qui, dobbiamo peccare. Questa vita non è l’abitazione della giustizia; ma aspettiamo, dice Pietro , cieli nuovi e terra nuova. Basta che abbiamo conosciuto, per le ricchezze della gloria di Dio, l’Agnello che toglie’ i peccati del mondo. Da questo Agnello non può separarci il peccato, ancorché fornichiamo, o uccidiamo mille volte il giorno. » (Lutero, Lib. De Captivit. Babylonic. Cap. de Baptismo.) — « Se fosse possibile commettere un adulterio nella fede, non sarebbe peccato. » (Lutero, Epist. Ad Melanth.) Questa è la mia sana dottrina, perché io seguo il puro Vangelo. Ed oh! se sapeste quanto a moltissimi piace, singolarmente poi a certi apostati, che vengono a me dal Cattolicismo. Essi sarebbero inclinati alla religione maomettana, ma è troppo rigorosa, perché non accorda di rubare, né di aver donne che a proprie spese, e però eglino preferiscono la mia Santa Riforma, perché io dico loro: « Desidera alcuno la moglie del suo prossimo? Se la goda, se può…. Si rapiscano pure colla forza o colla frode le fortune dei prossimi, imperocché nulla prende che non voglia ed approvi Iddio » (Calvino, Instruc. Cont. Lutheranos, cap. 13). «Sebbene io vituperi coloro che dicono: – pecchiamo, affinché in noi abbondi la grazia: – pure ciononostante, l’adulterio, l’incesto, l’omicidio mi rendono più santo in terra, e più glorioso in cielo. » (Flechter Duybeny, Guide in the Church, p. 82). – Perciò poi che riguarda la preghiera, proibisco le superstiziose orazioni papistiche ed assegno loro la seguente. « O Dio! Per vostra bontà provvedeteci di abiti, di cappelli. e di mantelli; di vitelli ben grassi, di capretti, di montoni e di vitelle; di molte femmine e di pochi figli. ben mangiare è il vero mezzo di non ammalarsi. » (Lutero. Che questa brutta orazione sia di Lutero, non osa negarlo neppure il furioso Bust nel suo Appel, né vi ha chi ne dubiti.)

125. Bibbia. Empio, scellerato! Questa tua dottrina è dottrina è dottrina del diavolo, se pure il diavolo è mai arrivato a tanto … È vero che senza fede nessuno può salvarsi, essendo la fede il principio, il fondamento dell’umana salute, e la radice di ogni giustificazione. – Imperocché sta scritto: « Senza la fede è impossibile piacere a Dio » (Hebr. XI, 6). Ma basta per salvarvi la sola fede senza le buone opere, ed ancorché facciate d’ogni erba un fascio? Ascolta. «Venite benedetti dal mio Padre, possedete il regno preparato a voi fin dalla fondazione del mondo: imperocché ebbi fame, e mi deste da mangiare: ebbi sete, e mi deste da bere: ero pellegrino e mi ricettaste: ignudo, e mi vestiste: ammalato, e mi visitaste; carcerato, e veniste da me :… Allora dirò anche a coloro che saranno alla sinistra: Via da me, maledetti, al fuoco, eterno, imperocchè ebbi fame, e non mi deste da mangiare: ebbi sete e non mi deste da bere: era pellegrino, e non mi recettaste, ignudo, e non mi vestiste: ammalato e carcerato, e non mi visitaste, E andranno questi all’eterno supplizio, e i giusti alla vita eterna. » (Matth. XXV, 34 e segg.). – Or ben vedi che Gesù Cristo non dà il Paradiso agli eletti perché ebbero la sola fede, né condanna all’inferno i reprobi perché abbiano mancato di fede; ma gli uni e gli altri trattati sono secondo le opere loro.

« Molti mi diranno in quel giorno: Signore, Signore, non abbiamo noi forse profetato nel nome tuo, e non abbiamo noi nel tuo nome cacciato i demoni, e non abbiamo noi nel nome tuo fatti molti miracoli? E allora io protesterò ad essi: Non vi ho mai conosciuti: ritiratevi da me tutti voi che operate l’iniquità. » (Matth. VIII, 22, 23). Questi avranno certamente avuta la vera fede; poiché avranno operato miracoli.

«Che pro, miei fratelli, se uno dica di aver la fede e non ha le opere? Potrà forse salvarlo la fede? La fede, se non ha le opere è morta in sé stessa. Anzi qualcuno dirà: tu hai la fede io ho le opere. Mostrami la tua fede senza le opere, ed io ti farò vedere colle opere la mia fede. – Tu credi che Dio è uno: ben fai, anche i demoni credono e tremano. 

« Ma vuoi tu conoscere, o uomo vano, come la fede senza le opere é morta? Abramo padre nostro non fu egli giustificato per via delle opere, avendo offerto sull’altare Isacco suo figlio? Tu vedi come la fede cooperava alle opere di lui: e per mezzo delle opere fu conosciuta la fede, e si adempì la Scrittura, che dice: Abramo credette a Dio, e fugli imputato a giustizia, e fu chiamato amico di Dio. – Vedete come per le opere è giustificato l’uomo e non per la fede soltanto? Imperocché siccome il corpo senza lo spirito è morto, così anche la fede sola senza le opere è morta. » (Giacom. II, 14 e segg.). « Se non farete penitenza, tutti similmente morirete » (Luc. XIII, 3) —

« Il Figliuolo dell’uomo verrà nella gloria del Padre co’ suoi Angeli;- e allora renderà a ciascheduno secondo le opere sue » (Matth. XXVI, 27).

«Usciranno fuori quelli che avranno fatto opere buone, in resurrezione di vita. Quelli poi che avranno fatto opere male, in resurrezione di condannazione » (ivi, VII, 22, 23). – Hai capito?

Protest. S Paolo dice: « Noi pensiamo che l’uomo è giustificato  per la sola fede senza le opere della Legge. » (Rom,. III, 28)

Bibbia. Oltre che non dice – per la solo fede, – come dici tu, tosto soggiunge: « Distruggiamo noi dunque la legge con la fede? Mai no: anzi confermiamo la legge (ivi, v. 31). Dice ancora:

« Non gli uditori della legge sono giusti dinanzi a Dio, ma quei… (N. B.) che osservano la legge saranno giustificati. » (ivi, II, 13). S. Paolo dunque distrugge la legge, poiché ne scarta le opere e nel tempo 0stesso conferma la legge: dice non esser necessarie alla salute le opere della legge, e poi le asserisce necessarie? Si certamente.  Come ciò può spiegarsi? Ascoltalo.

« Ma adesso in Gesù Cristo voi che eravate una volta lontani, siete divenuti vicini … Imperocche Egli è la nostra pace…. abolendo (N. B.) co’ (suoi) decreti la legge dei precetti. » (Ephes.- II, 13, 14). Dunque S. Paolo rigettò le opera della legge abolita da Gesù Cristo, cioè i precetti legali, i riti della legge Mosaica; e conferma la legge istituita da Gesù Cristo co’ suoi decreti, cioè, la legge Evangelica, le opera (ossia osservanza) della quale dice esser necessarie alla salute. Ed infatti in quel capitolo, da cui hai preso quel passo, parla contro la necessità della circoncisione. E quindi altrove dice: « In Cristo Gesù né la circoncisione, né il prepuzio ha qualche valore, ma la fede operante per la caritas » (Gal. II, 6) « La circoncisione è nulla, il prepuzio è nulla: ma (il tutto) l’osservanza dei comandamenti di Dio. » (I Cor. VII, 19). « Quando avessi tutta la fede, talmente che trasportassi le montagne; se non ho la carità, sono un niente: nulla mi giova » (I Cor. XIII, 23) 

Prot. Quando dico che basta la sola fede, non intendo quella che opera miracoli, ma quella che equivale ad una ferma fiducia che Dio tutto ci perdonerà, e ci darà il Paradiso senza the facciamo opera buone e quand’anche non volessimo fare che dei peccati. Bibbia. Questa non è fede, è un’empietà. Ma chiamala come tu voi, già ti ho risposto, e se non ti basta, ascolta ancora S. Paolo al quale ti sei appellato. « Noi siamo figliuoli di Dio; se figliuoli, anche eredi: eredi di Dio, e coeredi di Cristo: se però patiamo con Lui per essere con Lui glorificati. » (Rom. VIII, 16-17).

« Gesù Cristo…. diede se stesso per noi, affine di riscattarci da ogni nequizia, e per purificarsi un popolo accettevole, zelatore delle opere buone. »

« Non sapete voi che gl’ingiusti non saranno eredi del regno di Dio? Badate di non errare: né i fornicatori, né gli adulteri, né gli effeminati, né quelli che peccano contro natura, nè i ladri, né gli avari, né gli ubriaconi, né i maledici, né i rapaci erediteranno il regno di Dio. » (I. a’ Cor. VI, 9-10).  

« Quelli che credono in Dio, procurino di stare intenti alle opere buone. » (Tit. III, 8).  « Iddio renderà a ciascuno secondo le opere sue … Ira, indignazione, affanno ed angustia per l’anima di qualunque uomo che opera male: gloria, onore e pace a chiunque opera bene. » (Rom. II, 5 e segg.). Ne vuoi più?

126. Prot. Ne ho abbastanza. Credo come voi: ascoltatemi. –

« Non deve negarsi che si possa esser giustificati per le insegna S. Giacomo; poiché Dio renderà a ciascuno secondo le opere. La questione non è dei meriti, noi non li rigettiamo di alcuna sorta, e noi medesimi riconosciamo che si merita la vita eterna, secondo questa parola del Signore: – Colui che abbandonerà tutto per amor di me, avrà il centuplo in questo mondo, e la vita eterna. » (Bucero, Resp. ad Abrinc.).

 « Quando si parla della fede che giustifica, s’intende quella che opera per la carità (Lutero Comment. in Epist. ad Galat. T. 3. p. 213). »  

« L’errore, in cui taluni avevan la dottrina che le opere buone devono aver merito agli occhi di Dio, e che i pellegrinaggi a certi luoghi santi e le penitenze, e punizioni che c’imponiamo devono essere ricevute in espiazione dei nostri peccati, li fece cadere nell’errore degli antichi gnostici. Insegnarono quindi la dottrina della giustificazione mediante la sola fede, contradicendo così l’Apostolo Giacomo (Whately attuale Arcivescovo anglicano di Dublino, Introduzione alla Storia del Culto Religioso: Lez. IX, §9).

« Se Giacomo contradicesse in questo a Paolo, certamente non dovrebbe rigettarsi Giacomo, il quale apertamente insegna, ciò che insegna la legge di natura, cioè ciò che in ogni luogo insegna la Santa Scrittura ed altrove inculca lo stesso S. Paolo; ma rigettare si dovrebbero quelle Epistole di Paolo, nelle quali conterrebesi un dogma opposto. Ma se rettamente consideriamo la cosa, non vi è tra Giacomo e Paolo contrarietà  di sorta; essendoché Giacomo parla della legge di natura, e della legge di Cristo, e Paolo parla della legge ed economia di Mosè. » (Lutero, presso Bayle, Dictionar. Crit. Art. Luther. – Lo stesso dicono Rosenmüller, Scholia in Epist. Jacob.; e il Michelis, Introd. Au Noveau Testam. Genève 1822, T. 4, cap. 25, sect. 2 e 6) –

« L’eresia degli antichi gnostici “antinomi” fui condannata dagli Apostoli. Dottrine simili sono esistiti in tutte le età della Chiesa, e tale è, per esempio la seguente: – Perché siamo salvati per grazia mediante la fede (Efes. II. 8.): e questo non vien da noi, imperocché è dono di Dio (Rom. VI. 7.): possiamo con sicurezza vivere in peccato, perché la grazia soprabbonderà. – O quest’altra: che certuni possono considerare se stessi come persone scelte, cioè, come popolo di Dio, e che sono certi di ottenere l’eterna salute, sebbene non abbandonino le loro male abitudini, perché il Signore non imputerà loro a peccato, che non debbono affliggersi di aver peccato…. Tutte queste assurdità, tanto contrarie alle dottrine cristiane, furono ad esse commiste dalla depravità degli uomini…. L’altra dottrina altresì – che nulla di tutto ciò che possiamo fare può procurarci l’eterna salute è vera nel senso che niuna opera nostra buona può di per sè sola esser meritoria agli occhi di Dio, come pure nel senso, che non possiamo da per noi stessi menare una vita di veri Cristiani, senza l’aiuto dello Spirito Santo. » (Whatly sudd. Op. cit. lez. VII, a n. 5, n. 5, §6).

« Vi sono altri che insegnano che l’obbedienza di Gesù Cristo alla legge divina è imputata come meritoria a quelli che credono in Lui, cosicché le opere buone che Egli fece in terra, sono riguardate da Dio come fatte dai fedeli suoi. – Tale dottrina non è autorizzata dalle Sante Scritture. » (il medes., ivi, §7).

« Tutto quello che in questo caso possiamo inferire da ciò che sta scritto nella Bibbia, si è che non ci è negato di sperare; ma le promesse fatte dalle Scritture sono per coloro, che producono frutti di penitenza.3 » (Il medes. ivi, §5 n. 3).

« Sappiamo che una religione falsa può demoralizzare i suoi seguaci; e quindi ci immaginiamo che chi abbia abbracciata la vera fede, e sia inoltre di un carattere religioso, diverrà necessariamente uomo di moralità perfetta, in conseguenza della religione che professa, e che sarà giusto nel cospetto di Dio. Eppure, sarà così nel caso soltanto in cui osservi diligentemente l’avviso di Paolo, che … quelli che credono a Dio procurino di stare intenti nelle opere buone: e con sollecitudine adoprandosi, come esorta Pietro (II di Piet. I. 3), uniscano alla fede la virtù, alla virtù la scienza. » (Il medes. ivi, §4).

« Le buone opere sono degne di grandi elogi, esse sono necessarie, e meritano delle ricompense. La carità quando si esercita merita l’accrescimento della carità. E per questo le genti dabbene intendono le vere opere buone; e come elleno piacciano o Dio. c come sien meritorie. (Conf. Ausburg, Art. 6, cap. de bon. operib. p. 20).

« Poiché Dio giudicherà ciascuno secondo le opere, non deve negarsi che le buone opere fatte per la grazia di Gesù Cristo, le quali Egli stesso opera ne’ suoi servi, meritino la vita eterna; poiché è a tali opere che la Scrittura promette la ricompensa della vita eterna, la quale per questo non è meno una grazia, per un altro riguardo, cioè, perché queste buone opere, alle quali si dà si grande ricompensa, sono doni di Dio.» (Bucero, in disput. Lipsica, ann. 1539).

« Quelli che cadono in peccato mortale, non sono giusti. È necessario resistere alle malvagie inclinazioni: coloro che le secondano contro i comandamenti di Dio, e operano contro la coscienza, sono ingiusti, e non hanno lo Spirito Santo. » (Confess. Ausburg. Cap. de bon. Operib.).

« È proprio di un petto cristiano avere in orrore quei dogmi che nuocciono alla pietà quale è quello propugnato da taluni: Pecca fortemente, ma credi più fortemente, e niente ti nuoceranno cento omicidi, e mille stupri. – Sono questi i frutti naturali di quei dogmi, che uno debba credere che gli è imputata la giustizia di Cristo, quasi che esso (individuo) l’avesse operata: che è certo di perseverare: che certamente gli è destinata la salute: che i peccati dei fedeli, per quanto grandi e gravi esser possano, non sono loro imputati, per la fede che hanno in Gesù Cristo: che cader possono nel delitto di lesa maestà, nell’omicidio; nell’adulterio, etc., e nientedimeno esser eglino sicuri che mai totalmente e finalmente cadranno dalla carità di Dio verso di sé medesimo » (Grossio, Discuss. Apolog. Riveti.).

« Noi detestiamo con tutto il cuore questi dogmi empii, contrari ai buoni costumi (e alla fede), che tutto giorno si spandono tra i popoli, cioè, – che i veri fedeli non posson cadere in peccati di malizia, ma solamente in peccati d’ignoranza e di debolezza: che non possono perder la grazia … che lutti i peccati passati presenti e futuri sono già loro preventivamente rimessi. » (Il sinodo naz. prot. di Dordrech, Sess. 34, art. 7).

« Noi condanniamo gli Anabattisti, i quali negano che possa perdersi lo Spirito Santo quando siamo una volta giustificati. » (Confess. Ausburg, citaz. Ibid. p. 20).

« Ecco che tutto ho accordato alla Chiesa Cattolica, e se ancor non vi basta, vi presenterò in compendio i miei sentimenti, in ritrattazione di quanto ne ho detto di male sino al presente.

 « La Chiesa di Gesù, Cristo, custode vigilante dei dogmi che le sono stati dati in deposito, nulla cangia giammai: Ella niente diminuisce, niente aggiunge: Ella niente  toglie delle cose necessarie: Ella punto ne aggiunge delle superflue. Tutto il suo tra-vagliò è di pulire le cose che anticamente le furon date, di confermare quelle che sono state sufficientemente spiegate, di custodire quelle che sono state confermate e definite, di consegnare in iscritto alla posterità ciò che Ella ha ricevuto per la sola Tradizione. Tutto questo (insegnato da Vincenzo Lerinese) è preciso, e niente può aggiungersi da vantaggio: La Chiesa niente aggiunge di nuovo: Ella dunque, non fa nuovi articoli di fede. I Concilj confermano ciò che è sempre stato insegnato. (M Jurieu, Livr. De l’unité. Tr. VII, cap. 4 p. 626. – Questa confessione è preziosa, perché è di uno de’ primarii e più fanatici Ministri della Riforma protestante).

Bibbia. Ottimamente; ma se di tutto ciò eri persuaso, perché sempre e in tutto hai contradetto alla Chiesa Cattolica?

127. Prot. Il perché non oso dirvelo apertamente, ma potrete ben dedurlo dalle mie seguenti dichiarazioni.

« Se un Concilio ordinasse, o permettesse le due specie (nella Comunione), noi (N. B.) in dispetto del Concilio non ne prenderemmo che una, o non prenderemmo né l’una né l’altra, e malediremmo coloro che le prendessero in virtù di tale ordinanza. » (Lutero, Formul.  Miss. T. 2).

« Si può conservare la elevazione come una testimonianza della presenza reale e corporale; poiché il farla è dire al popolo: Vedete Cristiani, questo è il Corpo di Gesù Cristo, che è stato dato per noi. Che se io ho atterrato la elevazione, è stato solamente in dispetto del Papato; e se l’ho ritenuta sì lungo tempo, è stato in dispetto di Carlostadio. Insomma, si deve ritenere quando è rigettata come empia e si deve rigettare quando è comandata come necessaria. » (Il medes. Parva confess. N, 21).

« Egli è vero, io credo sia un errore il dire che il pane vi resti (nell’Eucaristia), sebbene questo errore siami sembrato sin qui di poca importanza. Ma poiché adesso con tanta forza mi pressano a rigettar questo errore, senza l’autorità della Scrittura; in dispetto dei Papisti voglio credere che vi restano il pane e il vino » (Il medes. Epist. De Argentinens, 1522)-. » Avete ben capito?

Bibbia. Iniquo!… Dunque, per puro capriccio, per far dispetto neghi e combatti ferocemente i dogmi più sacrosanti della cristiana fede, e insieme con essi la Chiesa di Cristo?… Iniquo!… – Né qui si è arrestata la tua empietà! Anche contro di me hai esercitato l’eretico tuo furore, e ben ne sento le crudeli ferite! Sì tu gonfio di orgoglio, perché contrari al tuo ereticale sistema di religione, come tu medesimo l’hai pur confessato (n. 74), hai combattuti e rigettati tanti miei libri divini, e frazioni di essi, che dal solo Antico Testamento hai tolte e strappate ben ventimila sentenze!… Ne qui si è tampoco arrestato la tua empietà! …  Non contento di avere strappati tanti libri divini, (ved. n. 69) dell’Antico e del Nuovo Testamento, anche tutto il resto hai manomesso, interpolando, mutilando, corrompendo tutti quelli innumerevoli testi che ti condannano, spacciando per tal modo ai popoli da te ingannati, l’eretica tua parola, per parola di Dio! … E dopo di ciò hai pure l’inverecondia di appellarti alla Bibbia?… Iniquo! Senti adesso dalla Bibbia qual sia di ciò la tua giusta mercede.

« Io protesto ad ognuno che ode le parole di profezia di questo libro, che se alcuno aggiungerà a queste cose, porrà Dio la porzione di lui dal libro della vita, e della santa città, e dalle cose che sono scritte in questo libro. » (Apoc. XXII, 18, 19).

128. Protest. Signora Bibbia! … non alzate con me tanto la cresta … Capite? Non vi dimenticvate che avete da farla col Protestantesimo … Udite un poco adesso quello che dico a voi, e a tutto il Papismo da voi difeso.

«Ancorché i Papisti riportino una gran quantità di luoghi della Scrittura, nei quali si prescrivono le buone opere, io non di meno non mi curo di tutti i detti della Scrittura (capite?) ancorché ne recassero eziandio ancorché di più. Tu papista, te ne prendi gran fastidio, e ti rendi feroce con la Scrittura, la quale è tuttavia al di sotto di Cristo. Io pertanto per tutto questo non mi muovo. Su via, dunque, appoggiati al servo quanto puoi. Ma io mi appoggio a Cristo vero Maestro e superiore alle Scrittura. A questo io consento, e so che Egli non sarà per mentire e trarmi in errore. Amo meglio onorar Lui e credergli, anziché per tutti i detti della Scrittura soffrire di muovermi neppur di un’unghia dalla mia sentenza. » (Lutero, Præfat. Ad cap. 2, in Epist. Ad Galat. Item, Comm. In cap. 3, ad Galat. Annot. 36).

Mi rimproverate che io corrompo la parola di Dio! Signora Bibbia! chi vi ha fatta parola di Dio? È vero che S. Paolo dice: « Tutta la Scrittura (è) divinamente ispirata » (II Tim. III, 16). Ma io avendo il gran privilegio d’intender tutto a mio piacimento, rispondo che il vero senso di quelle parole è questo: « Ogni bene spettante all’anima ha Dio per autore, è da Dio quasi ispirato » (Teller, presso Rosenmüller, in cap. II ad Tim., v, 5, 13). Insomma quelle parole – non contengono che una generale sentenza, cosicché non sembrano riferirsi né al Vecchio, né al Nuovo Testamento. » (Errico Heurichs, presso Kopp, Nov. Test, Græc. Perpet, annal. Illustr.: Gotting.1768). Intendetemi bene:

« Questa idea dell’ispirazione divina non è che un mito (una favola), contenuto, come, tanti altri, nei nostri libri Sacri. » (Bauer, Mitologia Ebraica, p. 23)- Mi rimproverate di aver combattuto la Chiesa di Cristo. E che per questo? «Il Cristo non è mica un individuo: è un’idea, o un concetto simbolico dell’umanità. » (Il dottore Federico Strauss, la vie de Jesus, ou examen critique de son histoire: trad, Paris 1839, T. 1, pag. 35-105.) Concludiamo.

« Lungi dalla ipocrisia, noi dichiariamo la guerra a tutto ciò che esiste, una guerra di decomposizione a tutte le religioni stabilite…. Quanto all’ateismo, se noi non lo proclamiamo ancora, noi possiamo antecedentemente provarci a demolire a poco a poco il sentimento religioso. Il critico esamina i racconti scritturali, considera, il Cristianesimo nella sua essenza; egli stabilisce (N. B.) che questi racconti sono favolosi: che questa essenza è ristretta: egli vuole innalzar gli uomini fino all’ateismo; perché allora soltanto essi saranno liberi … Convien liberar l’uomo dalla coscienza, e alla Germania, paese il più essenzialmente protestante in fra tutti, si appartiene di adempiere questa nobile missione. » (Il Giornale: Die Berliner monaschift n. 1).  

Or avrete capito, Signora Bibbia. So fare a meno di voi, di Dio, dell’Uomo-Dio, e di quanto ne viene di conseguenza. Sono il Protestantismo: rammentatevene: a rivedervi!

Autore: Associazione Cristo-Re Rex regum

Siamo un'Associazione culturale in difesa della "vera" Chiesa Cattolica.