LO SCUDO DELLA FEDE (88)

LO SCUDO DELLA FEDE (88)

[S. Franco: ERRORI DEL PROTESTANTISMO, Tip. Delle Murate, FIRENZE, 1858]

PARTE TERZA.

CAPITOLO XI

TERZA CAUTELA, BANDIRE IL MAL COSTUME

L’ignoranza e la superbia preparano pur troppo le vie a perdere la Fede, ma più ancora ne dà la spinta il vivere scostumato. Osservate, diceva S. Girolamo fin dai suoi tempi, osservate tutti quelli che nella S. Chiesa sorsero a spacciare eresie, osservate e non ne troverete uno che sia casto. Si fa poi ad enumerarli, incominciando da Simone il Mago e venendo giù a mano a mano fino ai suoi tempi e dimostra che tutti furono invischiati in passioni vituperose. Il Protestantismo però è così famoso in questa parte che ha superate tutte le antiche eresie. Il corifeo dei Protestanti levò la bandiera dell’incontinenza, sposando sacrilegamente una Religiosa; quelli che ne seguitarono la dottrina, tolsero subito ad imitarne l’esempio. Tutti i primi capi furono veduti assalire i conventi, e rubare e sedurre quante donne potevano. Le prime e più solenni adunanze di quei teologi si tennero in varie osterie fra il fumo della birra ed il nidore della cucina mescolato a discorsi così infami che se ne vergognerebbe un soldato onesto. In fatto poi di turpitudini e lussurie, la Riforma passò così sfrenatamente tutti i segni che a molti di quei che si erano sulle prime lasciati sedurre, bastò questo spettacolo per ritrarsi di nuovo in seno alla Cattolica Chiesa. – E da questa sfrenatezza appunto che permise anzi che inventò sulla terra, ripete il Protestantismo l’esito che ebbe di un gran numero di seguaci. Imperocché che cosa desidera chi è disonesto? Vuole gettarsi in braccio a tutti i godimenti sensuali e saziarsene senza la noia del rimorso. Ora il Protestantismo era tutto il caso. Lutero avendo negata la necessità delle buone opere, avendo proclamata l’impossibilità della continenza, avendo insegnato che per qualunque colpa non si poteva perdere la salute, purché altri credesse in Cristo, aveva con ciò solo dato ad ognuno piena libertà di sfogarsi a talento. Abrogata poi la Confessione, era anche tolta la noia del doversi confondere davanti ad un Sacerdote: abrogate leopere satisfattorie, era tolto l’obbligo di far penitenza. In questa dottrina comoda ogni sensuale trovava il suo conto. epperò tanti vi si gettavano dietro perdutamente. Ora quel che avvenne in passato può  avvenire anche al presente. A chi potranno queste dottrine perverse far gola, a chi svegliare la brama di abbracciarle? A tutti quelli che sono vaghi di libertà vergognose. – Epperò se voi mi domandaste chi sono quelli che corrono maggior pericolo di prevaricare, ecco quello che vi risponderei. Nelle città sono in maggior pericolo quei giovani, i quali scosso ogni freno ed abbandonato ogni timor divino passano i giorni loro in preda alle dissolutezze; le cui menti ed immaginazioni si dilettano di continuo di  fantasmi sozzi, le cui labbra si contaminano incessantemente di parlari immondi; i cui cuori si pascono sempre di compiacenze e di affetti indegni. Questi scostumati che anelano ad ogni sfogo brutale, amano di levarsi di dosso la Religione Cattolica. Ed anche perciò lo desiderano, perché dove è in onore il Cattolicismo, ivi trovano molti ostacoli ai loro infami desideri. Li avete talvolta sentiti predicare nelle vostre campagne, che il Cattolicismo non è buono? Sapete il perché? Perché fa loro incomodo. Sanno che fintantoché le vostre spose, le vostre fanciulle mantengono l’amore alla S. loro Fede, guardano anche caro il santo pudore. Ciò non fa i loro conti. Vorrebbero che fossero un poco più alla mano, un po’ meno selvatiche … mi avete capito? – Ecco donde nascono certe grandi convinzioni in favore del Protestantismo. Oh vergogna dell’umana natura! Nelle città ancora sono in pericolo quegli artieri, i quali non hanno voglia di lavorare ed hanno da alimentare mille vizi infami, che hanno da mantenere tresche, che hanno da contentare i capricci di questa e di quella, che rubano alla famiglia quel che gettano Iddio sa dove: anche questi sono in gran pericolo della Fede, perché riuscirebbe loro più comodo di non presentarsi alla Chiesa, alla Confessione, agli esercizi di pietà. Presso di voi nelle campagne chi sono quelli che vivono in pericolo di essere sedotti? Quei buoni contadini padri di famiglia, che vivono assennatamente, che vegliano sopra i figliuoli e le figliuole; o anche quei giovani onesti che fuggono il vizio e che aspettano con timor di Dio il tempo di collocarsi in un onesto matrimonio? Oh no davvero. – Questi amano la loro Religione, la rispettano, la praticano, e non entrano nelle cricche e nelle combriccole dei Protestanti. Quelli che corrono pericolo nella Fede sono certi che sono lo scandalo e la peste della parrocchia, o che sono invischiati in amorazzi indegni ed in pratiche vergognose, che hanno quelle boccacce sozze sempre piene di discorsi animaleschi: quelli che per conseguenza non hanno alcun sapore delle cose di Dio e della pietà, che bisogna cacciarli a fare la Pasqua con gli urti e con gli spintoni: quelli che stanno tutto il tempo della Messa sdraiati sopra una panca, e poi in Chiesa e fuori insultano tutte le donne che entrano ed escono. Sì, questi sono i bocconi buoni per la nuova religione. Io ho sentito uno di essi una volta dirlo assai chiaramente. Io vo’ farmi Protestante, perché così si fa una vita più comoda. La maggior libertà di vivere è quella che fa gola a tutti i viziosi. – Credereste? Perfino alcuni Ecclesiastici, alcuni Religiosi, sono giunti per questa via a perdere la Fede. Oh questo è uno scandalo, direte voi. Niente affatto: questa è una prova di più in favore della Fede Cattolica, la quale è tanto pura, tanto immacolata, che non può mantenere a lungo andare nel suo seno neppure gli Ecclesiastici quando si dimenticano al tutto della purezza del loro stato. Nei primi tempi del Protestantismo tutti i Religiosi e Sacerdoti che apostatarono, tutti il fecero per prender moglie sacrilegamente: tantoché quando si vedeva qualcuno d’essi vago di libertà e sfrenato di costumi, si diceva che doveva esser vicino ad andare in Ginevra a cambiare la fede: ed un bell’umore di quei tempi scrisse che l’affare della Riforma Protestante finiva sempre come la commedia, col matrimonio. – Ai tempi nostri è lo stesso. In Inghilterra ed in America vi sono alcuni Ecclesiastici fuggiti da noi, i quali hanno abiurata la Fede. Ebbene qual fu il loro grande motivo? Dopo di avere scandalizzato i nostri paesi con le loro sozzure si sono gettati tra i Protestanti per menare moglie. Ne sono testimonio il De Sanctis, l’Achilli, il Bonamici ed altri; ed alcuni di quelli che tocchi più tardi da miglior coscienza si sono ravveduti e tornarono alla male abbandonata Chiesa Cattolica, ebbero a confessare che non per convinzione che ne avessero, sebbene per soddisfare le loro passioni, si erano gettati in quel precipizio. Ora se il vizio della disonestà può giungere fino a fare prevaricare un Sacerdote, un Religioso, in che pericolo può mettere un rozzo, un ignorante, che non sa poi sopra qual fondamento saldissimo si appoggi la S. Fede? in quale un giovine che ha passata tutta la sua vita in divertimenti, e che ha il cuore snervato dai vizi? in quale una donna, una giovane le quali vivono d’immaginazione e di senso più che di ragione quando sono perdute nel vizio? Oh non vi ha sicurezza nessuna per chi si abbandona all’incontinenza e disonestà! Fu osservato da storici gravi, che la ragione verissima per cui nel secolo decimosesto fu accolta in tanti paesi la Riforma, altra non fu che quella di cui parliamo. Erano rilasciati i costumi, affranti i cuori, e riusciva sommamente gradevole una religione che toglieva il freno a chi lo portava tanto di mala voglia, e Dio a punire la scostumatezza di quelle misere genti permise che fosse loro tolta la S. Fede. Quel che è avvenuto altre volte può accadere di nuovo. Ci preservi Iddio da un flagello che sarebbe il più tremendo che potesse uscire dalle mani della sua giustizia [come oggi il Novus Ordo degli apostati modernisti della “contro-chiesa” vaticana, il più grande flagello di tutta la storia con cui Nostro Signore sta punendo l’umanità corrotta – ndr. -]: ma perché Iddio ci preservi da quel castigo, manteniamo noi la bella, la santa onestà.

Autore: Associazione Cristo-Re Rex regum

Siamo un'Associazione culturale in difesa della "vera" Chiesa Cattolica.