L’ECLISSE DELLA RELIGIONE

L’eclisse della religione

[Abate GIBIER: LE OBBIEZIONI CONTEMPORANEE CONTRO LA CHIESA; Serie Prima, Scuola Tipogr. Salesiana, FIRENZE, 1905]

CONFERENZA I

Signori,

Oggi inauguriamo il nostro undicesimo anno di Conferenze. Dopo avere confutate per ben due anni le obbiezioni rivolte contro la religione in generale, mi propongo in altri due anni di confutare le obbiezioni particolari rivolte contro la Chiesa Cattolica, contro il suo Fondatore, la sua fondazione e la sua storia. Ma, prima di tutto, la Chiesa Cattolica sta essa per morire o per rinascere? Mi sembra di dover rispondere a questa domanda: Presentemente assistiamo a un fenomeno che si potrebbe chiamare l’eclisse della idea religiosa. È bene guardare in faccia questo fenomeno, decomporlo, spiegarlo, per mettersi così in grado di non spaventarsene. – La Religione Cattolica subisce presso di noi un’eclisse. È misconosciuta dagli ignoranti, detestata dai corrotti, perseguitata dai rinnegati, abbandonata dai deboli.

È misconosciuta dagli ignoranti.

Se qualcuno pretendesse discutere di chimica perché  si serve di prodotti chimici come il sapone e la margarina, di fisica perché fa uso del gas e del petrolio, di procedura e di giurisprudenza perché di tanto in tanto ha qualche lite col vicino, col padrone di casa o con la serva, del mondo sidereo perché s’accorge che d’inverno il sole tramonta più presto che d’estate se qualcuno pretendesse di pronunziare degli oracoli a proposito di tutto ciò senza essersene occupato in modo speciale, senza averne perciò la dovuta competenza, si esporrebbe al rischio di farsi rider in faccia. Non sarebbe preso sul serio; sarebbe messo in ridicolo e se lo sarebbe meritato. Ma in fatto di Religione nessuno ha più scrupoli. Tutti ne parlano senza conoscerne neppur gli elementi. I più incompetenti la bistrattano, la giudicano, la condannano senza riflettere. A motivo dell’ignoranza, la Religione subisce, presso di noi, un’eclisse. Ma corre anche altri pericoli.

È detestata dai corrotti.

Dirsi seguace di Gesù Cristo, esser Cristiano, è un dichiararsi in favore della castità, della carità, dell’umiltà, del perdono delle offese, della giustizia riparatrice e senza compromessi, cose tutte che la natura umana paventa, e da cui istintivamente rifugge. C’è una quantità di gente che ha in orrore la Religione, che la respinge e la detesta, non per i suoi misteri, ma per i suoi precetti. “La vostra Religione è bella, buona, ed è migliore della nostra, ma bisogna riempirci il ventre, risponde al missionario l’Indiano goloso”. — “Come volete che faccia a esser contento di una sola donna? risponde il voluttuoso Asiatico”; — “ … come posso perdonare ai nemici miei e della mia tribù? dice il selvaggio feroce”; — “come posso stare senza far baldoria? grida l’Europeo corrotto”. « Lasciate le vostre passioni e crederete », dice Pascal. Ne dubitate? Guardate un po’. Quando lascia la fede il vostro cuore? Quando le passioni v’introducono il disordine. E quando vi ritorna? Quando la vecchiaia, o la morte vicina vi riconduce la calma. Non si assale quasi mai il Simbolo prima d’aver aperta una breccia nel Decalogo. Oggigiorno la sensualità dilaga da ogni parte; e il vizio è il padre dell’empietà. A motivo della corruzione invadente, la Religione subisce un’eclisse presso di noi. Essa è misconosciuta dagli ignoranti, è detestata dai corrotti.

È perseguitata dai rinnegati.

Il tempo nostro abbonda di falsi scettici, di falsi impassibili, di falsi indifferenti i quali avevano delle credenze e le hanno rinnegate, ma non le hanno dimenticate. Hanno abbandonata la Chiesa, sbattendone la porta e bestemmiando, ma l’immagine della casa paterna li segue dovunque e li invade. Dicono di non creder più, ma una volta credevano, e l’anima loro resta inquieta come se credessero ancora. La Religione, che hanno scacciata dalla loro vita, rimane allo stato di rimorso nella loro memoria, nella loro coscienza. Se ne sono liberati malamente. Essa li importuna, li tormenta, li rende aspri, risentiti, furibondi, battaglieri. – Gli ignoranti e i corrotti sono talvolta indifferenti; i rinnegati non lo sono mai. « Questo tempio lo importuna, e l’empietà sua vorrebbe annientare il Dio da esso abbandonato. » Sono invasi ed agitati da una continua invasione d’odio antireligioso, che li rende capaci di ogni audacia e di ogni provocazione. In nome del libero pensiero, sopprimono ogni più elementare e più essenziale libertà: in nome della ragione si slanciano fino al delirio nel fanatismo, e in nome dell’unità morale della patria, compromettono la pace dei cittadini e l’avvenire dellanazione. – Il tempo nostro, in cui l’incredulità è insieme una moda, una forma d’orgoglio, e un mezzo di salire in alto, formicola di questi falsi spiriti forti i quali non son altro che dei rinnegati. E a motivo dell’apostasia la Religione subisce presso di noi un’eclisse. Essa è misconosciuta dagli ignoranti, detestata dai corrotti, e perseguitata dai rinnegati.

È abbandonata dai deboli.

Questo è il fenomeno che ci deve dar più da pensare. Ignoranti, corrotti e rinnegati più o meno ce n’è sempre, ma oggi più che mai gl’ignoranti, i corrotti, i rinnegati hanno influenza sui deboli, e li trascinano negli abissi della irreligiosità. Abbiamo al fianco nostro una piaga schifosa che potrebbe diventare mortale, e che io chiamo: l’apostasia dei deboli, delle classi popolari. Non voglio andare nella esagerazione. Abbiamo già, e avremo sempre più ottimi operai e capisquadra cristiani, è innegabile, tuttavia, nel suo insieme, il popolo rimane indifferente quando non è ostile. Sta lontano dalla Religione, e se gli si domandasse il perché, non saprebbe dirlo. Al più risponderebbe: « Signore, non andiamo alla Messa perché non ci si va » oppure: « Signore, non si usa ». Così fa l’umanità presa in massa. Non è ostile, ma fa come le pecore. In generale, gli uomini pendono dalla parte del vento. Obbediscono più agli impulsi che ai convincimenti; in altri tempi, la Religione ne ha avuto vantaggio, oggi ne soffre. Essa è abbandonata dai deboli, perseguitata dai rinnegati, detestata dai corrotti, misconosciuta dagli ignoranti.

La Religione presso di noi subisce un’eclisse. C’è da stupirsene, spaventarsene, perderci di coraggio? Niente affatto. Abbiamo fiducia in Dio. Pratichiamo la nostra Religione, e per difenderla meglio, cerchiamo di conoscerla bene.

Abbiamo fiducia in Dio. Durante una tempesta, un ragazzetto di dodici anni se ne stava tranquillo. « Non ho paura di nulla, diceva; al timone c’è mio padre. »

Il nostro Dio, Signori, sta al timone del mondo.

« Chi mette un freno all’infuriar dei flutti

Sa pur frenare dei malvagi l’ire;

Temo Dio, caro Abner, altro non temo…»

Ma, dite voi, non siamo soltanto in mezzo alla tempesta, siamo in mezzo alla notte. La Religione subisce, intorno a noi, un’eclisse. E che importa ciò? I teologi turchi hanno un assioma che i Cristiani farebbero bene a meditare. Essi dicono: « Se nella notte più nera, una formica nera camminasse su di un marmo nero. Dio la vedrebbe e sentirebbe il rumore delle sue zampette. » O Cattolici, Dio ci prova, ma non ci dimentica. Egli ci vede, ci sente, ed è con noi fino alla consumazione dei secoli. La Chiesa da Lui fondata, e di cui siamo i figlioli, è immortale. Abbiamo fiducia in Dio.

Pratichiamo apertamente la Religione. Subisce una eclisse? È il momento di glorificarla col nostro risoluto atteggiamento, con la nostra fedeltà incrollabile, col nostro esempio valoroso. Non ci vogliono né dispute, né recriminazioni, né anatemi, ma semplicemente affermazione della verità, diffusione del bene, divulgazione pacifica del Vangelo… Renderci forti, purificare il nostro proprio giardino, esporre le nostre dottrine, vivere la vita cristiana, palesare con le azioni nostre che siamo una forza, una utilità, una necessità, il grande serbatoio dell’ideale e della dignità morale… ecco il dovere dei Cattolici, e il mezzo per essi d’imporre la stima e l’obbedienza… E coloro i quali stanno più in alto, e che son veduti da più lontano, siano i più premurosi a dar l’esempio d’una vita cristiana sincerissima e della Religione professata apertamente! Il generale de Sonis diceva: Non ho mai trovato funzioni religiose troppo lunghe, e son sempre venuto via di chiesa con dispiacere. Posso dire che il tempo che vi ho passato è il migliore della mia vita. » Che belle parole, o Signori! Facciamole nostre. Amiamo la Chiesa, e veniamoci regolarmente. È nostro dovere. Se noi dobbiamo sempre rendere testimonianza alla nostra fede, in certe circostanze, come al giorno d’oggi, quest’obbligo diventa imperioso in modo particolare. In questo caso, l’astensione è un tradimento. – Ma bisognerà per far questo disturbarsi, bisognerà scomodarsi, bisognerà forse compromettersi, bisognerà di certo andar contro la corrente generale. Che cosa importa? La vita è azione, e l’azione, qualunque sia la forma che può prendere, è lotta. Son passati i tempi del « dolce far niente. » Abbiamo fiducia in Dio, è necessario: pratichiamo apertamente la Religione, è necessario del pari. E finalmente, giacché la Religione presso di noi subisce un’eclisse, cerchiamo di farla risplendere ….

Studiamo la Religione per metterci in grado di meglio difenderla. È conosciuta la Religione? Ahimè! a dodici anni si conosce un po’, a quindici, a vent’anni, non si conosce quasi più punto; a quarant’anni non si conosce più affatto. Eppure si deve difendere contro i più perfidi assalti d’un ambiente scettico e sofista. Venite, o Signori, ad armarvi a pie’ dell’altare e a pie’ del pulpito. Venite a cercare ai pie’ del pulpitola luce di Dio, la quale vi indicherà la vostra strada; ai pie’ dell’altare la grazia di Dio, la quale vi aiuterà a camminare senza debolezza. Sentite; finisco lasciandovi l’eco di questi bei versi di Lamartine:

Per me, s’erga o soccomba il nome tuo,

O Dio della mia culla sarai pure

Il Dio della mia tomba! Più la notte

Oscura diverrà, più gli occhi miei

S’affisseran nel lume che nei cieli

Risplende! E quando lo sprezzato altare,

Che la folla abbandona, ricadesse

A me sul capo… o tempio tanto amato,

Tempio dov’ebbi tutto, e tutto appresi.

L’ultima tua colonna abbraccerei;

Dovessi pur sotto le tue ruine

Sacre rimaner vittima informe..

Amen!

CONFERENZA II

Il Rinascere della religione

Signori,

Noi studieremo per due anni le obbiezioni rivolte contro la Chiesa, il suo Fondatore, la sua fondazione e la sua storia. Ma prima di tutto rispondo a una domanda preliminare. La Chiesa sta per morire o per rinascere? Io sostengo che sta per rinascere. L’eclisse della Religione Cattolica è soltanto locale, momentanea e superficiale. Il suo rinascere è necessario, certo e già visibile. Lo sostengo e ve lo provo.

I. L’eclisse della religione Cattolica è:

1 Locale. Avviene soltanto da noi. Guardiamo un po’ all’estero, che cosa vediamo? In Germania noi vediamo la Religione Cattolica in piena efflorescenza. Uno dei mei Vicari ha assistito poco tempo fa al Congresso dei Cattolici tedeschi a Colonia, ed ha visto e toccato con mano il loro numero sempre crescente, il loro organismo, le loro opere sempre più floride, la loro incontestata potenza. Hanno vinto Bismarck, hanno costretto i protestanti e i socialisti a rispettarli, ed ora sono gli arbitri del Reichtag e i padroni dell’Impero. Negli Stati Uniti vediamo del pari la Religione Cattolica in piena efflorescenza. Il 30 aprile ultimo, il presidente Roosevelt assisteva a una discussione di tesi teologiche all’Università cattolica di San Luigi, e si congratulava pubblicamente col Cardinal Gibbons, e coi Padri Gesuiti. Nel 1900, nella grande repubblica americana, le suore autoctone avevano nelle loro scuole 516 000 alunni, e le suore di Ordini la cui casa madre è in Francia, ne avevano 235.000. Nel momento attuale i nostri religiosi e le nostre religiose cacciati dalla madre patria se ne vanno, a centinaia e centinaia, negli Stati Uniti, dove sono ricevuti a braccia aperte, dove svolgeranno l’azione cristiana e civilizzatrice che è loro impedito di svolgere in Francia [oggi non saprebbero più dove andare … -ndr.]. L’eclisse della Religione Cattolica non è dunque così spaventevole come sembra a prima vista. È soltanto locale. Essa è:

Momentanea. Guardate un po’ il chicco di grano che si getta in terra. Anch’esso sparisce, s’eclissa. Non si vede più, si crede sia perduto per sempre. Aspettate un poco; lasciate che la terra lo ricopra e lo nasconda agli sguardi; lasciate che i passeggieri lo calpestino senza nemmeno supporre che esista; lasciate che la pioggia, la neve, il vento, le brine cadano sopra di lui e si accaniscano per distruggerlo. Ben presto, dopo aver germinato in silenzio, spunterà timidamente dal suolo, verdeggerà sotto le prime carezze del sole, diventerà uno stelo, poi una spiga, poi una messe, e finalmente un pane saporito e sostanzioso. Così è della Religione. Ha delle ore di accasciamento, ore di disfatta che si crederebbe definitiva. S’eclissa. Sembra vinta, morta, annichilita. No; germina e si prepara a rinascere. Dopo un accesso di febbre calda, i popoli rinsaviscono. Alle brume della persecuzione succede il sole della bella libertà. L’eclisse è stata solo momentanea. Noi sappiamo, o Signori, che la Chiesa è paziente perché è immortale, e che l’eternità sta per noi. I trionfi dell’empietà sono soltanto vittorie senza domani. L’avvenire è un chicco di grano, l’avvenire è il frumento evangelico che nutre il mondo; l’avvenire è la Religione Cattolica. La sua eclisse è locale e momentanea. Essa è …

Superficiale. Quanta gente c’è in cui si crede sia morta la Religione, e che pure le resta attaccata dal fondo delle proprie viscere! Guardate quel giovane che posa da spirito forte. Sa benissimo che non può far senza Religione, e infatti non vuol farne senza. Una sera, vergognandosi di se stesso, va a versare lacrime di pentimento nel fondo d’un confessionale. Fidanzato, conduce all’altare colei che ha scelta a compagna della sua vita; padre, fa battezzare i suoi figli e versa lacrime di dolcezza sulla loro prima comunione. Quando la morte viene a battere al suo focolare, quando gli rapisce un padre venerato, una sposa diletta, un bambino adorato, esso chiede consolazione e speranza a Dio ed alla sua santa Religione. In pubblico forse esso parla male della Religione e non la pratica, ma in privato, nel cuor suo, nella sua casa, chiede a Dio di perdonargli, ed apre le sue labbra alla preghiera. Libero pensatore, e mangiatore di preti da vivo, in punto di morte repudia la sua incredulità la quale non si mostra che alla superficie. Signori, in molti l’irreligione è soltanto apparente e superficiale. Guardate, a chi vanno a confidare le pene della loro coscienza, le loro pene del cuore, e anche le loro pene di affari? A chi vanno a domandar consiglio nelle loro ansie di famiglia, per esempio quando si tratta di accasare i loro figli e le loro figlie? Vanno forse a consultare i grandi oratori o i politici di professione? Vanno forse a consultare i giornalisti, la cui prosa leggono ogni mattina? No, vanno a cercare la luce, il buon consiglio, l’affetto disinteressato, la devozione vera, là dove sanno che tutte queste cose si trovano, cioè, dal ministro della Religione. Si è empi perché ciò è più comodo per far baldoria, ma quando si vuol diventar seri, e quando l’anima è addolorata ci si ritrova Cristiani. – L’eclisse della Religione non è tanto reale quanto sembra. Essa è locale, momentanea, molto spesso superficiale e apparente.

II. Il rinascere della religione cattolica è:

Necessario. Vogliamo che la società si tenga in piedi e cammini?Il rinascere della Religione è necessario. Nel 1787 Washinghton e i suoi compagni — erano cinquantacinque— stavano deliberando sulla futura costituzionedegli Stati Uniti. A un tratto, il vecchio Franklin si alzae dice: « Signori, preghiamo. Ho vissuto molto, e piùvado avanti negli anni, più sono colpito da questa verità,che è Dio colui il Quale governa gli affari degli uomini. Seun passerotto non può cadere a terra senza il suo permesso,potrà innalzarsi un impero senza il suo aiuto? »Vogliamo esser forti? È necessario il rinascere della Religione. Soltanto le forti credenze fanno i popoli forti.Vincitore dell’Austria, della Prussia e della Russia, Napoleoneviene a urtare contro la Spagna credente, laquale rende nulla la scienza dei generali dell’Impero,e divora un esercito francese di più di 300 000 uomini.Un popolo che oggi non crede più, firma la sua sentenzadi morte per domani. Vogliamo vivere? E ‘ necessarioil rinascere della Religione. Poche settimane fa, il generaleHartschmidt rendendo gli estremi onori a un suofratello d’armi, il generale Giovanninelli esclamava:« Sì, o Signori, la Religione è necessaria. Senza la fede, senza la Religione, l’esercito è perduto, è perduta la società, è perduta la patria! » Ahimè! lo vediamo pur troppo. La guerra fatta alla Religione disgrega, demoralizza, esaurisce la nazione. È tanto vero che lo stesso Renan,in un momento di sincerità, scrisse: « lo non sono Cattolico,ma son ben contento che vi siano Cattolici, suore di carità, curati di campagna, carmelitani, e se il sopprimere tutto ciò dipendesse da me, non lo farei davvero ». E in un altro luogo aggiunge: « L’uomo vale in proporzione del sentimento religioso che porta seco dalla sua prima educazione e che profuma la sua vita. » Il rinascere della Religione è necessario. Esso è:

Certo. Cent’anni fa, dopo le inenarrabili rovine della rivoluzione, la Chiesa di Francia rialzava le sue tende atterrate dall’uragano, e ricominciava ad insegnare, a combattere, a soffrire, a perdonare ed amare. In questi cento ultimi anni, non le sono state certamente risparmiate le prove. Che cosa ha fatto? Al pari di un illustre sopravvissuto al Terrore, essa può rispondere : « Ho vissuto! » Può rispondere anche meglio : « Sono rimasta in piedi! » Ma non basta. In mezzo a tante cose che, ai tempi nostri, sono cadute e continuano più che mai a cadere intorno a noi, è giusto il dire non solo che essa è rimasta in piedi, ma che vi è rimasta essa sola. Dopo la guerra del 1870, durante la quale il clero di Francia s’era mostrato tanto ardentemente patriota e nazionale, Bismarck diceva: « Non abbiamo trovato in piedi che il clero. » Ebbene, dopo trent’anni noi non abbiamo ancora piegato, e nel momento attuale non siamo punto disposti a piegare. Ci potranno disconoscere e calunniare, ma noi seguiteremo lo stesso a fare del bene a tutti. Ci potranno maledire per la imperiosità delle nostre dottrine e per l’immensità dei nostri benefici, ma non uccideranno il Vangelo di cui siamo i depositari ed i custodi, non sopprimeranno Gesù Cristo che è la sorgente d’ogni civiltà. Si può tentare molte cose contro di noi?… mi non si farà nulla senza di noi; altro che rovine sopra rovine. L a Chiesa rivivrà perché la Francia non vuol morire. È necessario il rinascere della religione.

Esso è certo. Esso è:

3″ Già visibile. Lo spirito pubblico si va strappando al gelo dell’indifferentismo. Un succo religioso, latente, si agita nelle viscere nostre. Siamo ripresi da una viva passione di curiosità per i grandi problemi. Ogni nostra facoltà: spirito, immaginazione, cuore, anima fanno ritorno alle vecchie divine canzoni che hanno cullato i nostri antenati. Qualcuno molto bene informato mi diceva non è molto: « Oggi il pubblico non cerca e non compra che due specie di libri: i libri di Religione o i libri di pornografia ». Questo è un fenomeno rivelatore. Il mondo si divide. Da un lato, tutto ciò che è retto ed onesto s’orienta verso la Religione, dall’altro, tutto il resto va al fango. Il campo si divide: per gl’indifferenti non c’è quasi più posto. Voi sentite dire talvolta che tutti i grandi uomini del tempo nostro non hanno più Religione. Nulla di più sciocco, perché nulla di più falso. I migliori spiriti invece, i più elevati, i più disinteressati professano il Cristianesimo e s’incamminano verso di lui. L’Huysman s’è ricondotto alla fede dall’arte, e Francesco Coppe dal soffrire. Il Bourget si convertì studiando la psicologia delle passioni; e logico senza rivali, vinto dalla sua propria ragione, il Brunetière mette a servizio della causa cattolica una teologia di buona lega com’è la sua critica letteraria, e una metafìsica impeccabile com’è la sua erudizione. Sì, il rinascere della Religione è visibile. Si manifesta sulle cime, ma ben presto farà trasalire le vallate.

— Tocca a voi, uomini, tocca soprattutto a voi di affrettare questo rinnovellamento della vita cristiana, questa primavera riparatrice che il mondo aspetta con impazienza. Il figlio di Tarquinio il Superbo assediava la città di Gabio, e mandava ambasciatori al padre suo per domandargli consiglio. Tarquinio non rispose: si contentò di atterrare, col suo bastone, davanti agli ambasciatori, nel giardino, la testa ai papaveri più alti. Ciò voleva dire che per prender Gabio bisognava disfarsi prima di tutto dei cittadini più influenti, il che fu subito fatto e con buon resultato. Gabio privata de’ suoi capi, cadde sotto il giogo di Tarquinio. La testa della società è l’uomo, siete voi, o Signori. Tenetevi fermi nella fede: non vi lasciate corrompere dall’empietà. Lavorate anzi per la conservazione e la diffusione dell’idea religiosa, e salvando l’anima vostra, voi salvate al tempo stesso il vostro focolare domestico, i vostri fratelli, il vostro paese!

Amen!