UN’ENCICLICA AL GIORNO, TOGLIE GLI USURPANTI APOSTATI DI TORNO: S. S. LEONE XIII – CHRISTI NOMEN

L’intento del Sommo Pontefice, in questa Lettera Enciclica, è quello di estendere il Nome ed il Regno di Cristo in ogni parte del pianeta non ancora convertito all’unico e vero Dio, e che non appartiene al suo vero gregge, cioè alla sua unica e vera Chiesa, la Chiesa Cattolica Romana, fuori dalla quale non c’è speranza assoluta di salvezza … extra quam nullus omnino salvatur! La conoscenza della vera fede, della retta dottrina scaturita dalla Tradizione Apostolica in primo luogo, e poi dalla Scrittura Sacra sapientemente interpretata dai Padri e dai Dottori orientali ed occidentali, e a seguire dal Magistero infallibile della Chiesa divinamente istituita, e guidata dal Santo Padre, è pilastro sul quale poggia tutta l’impalcatura del nostro edificio salvifico. Da qui l’assoluta preminenza dell’impegno di tutti, i prelati dell’intera Gerarchia, di tutti i pastori, anche i più umili e lontani, nonché di tutti i fedeli di ogni condizione, a concorrere con ogni mezzo, spirituale ed anche materiale ed economico, nell’assecondare gli auspici di Papa Leone XIII per l’opera di Propagazione della Fede, di quella fede cattolica foriera di benessere, innanzitutto spirituale per l’eterna salvezza dell’anima, e fonte pure limpida di vero progresso e di giustizia sociale, senza i quali non può esservi né pace né stabilità tra i popoli. Oggi un appello del genere non troverebbe naturalmente alcun seguito, anzi procurerebbe una violenta levata di scudi da parte degli operatori del nemico maligno, compresi gli apostati del “novus ordo con le stampelle maldestre delle “fraternità” e degli scismatici sedevacantisti, oltre che dei soliti avversari storici di Cristo, i kazari innanzitutto, gli gnostici occulti o palesi, con il codazzo delle obbedienze massoniche più o meno “illuminate”, degli atei increduli e dei filosofastri-scienziati azzeccagarbugli e prezzolati vari, dei mondialisti della finanza usuraia, tutti uniti come recita il salmo II “… Astiterunt reges terras, et  principes convenerunt in unum: adversus Dominum, et adversus Christum ejus …”, che però subito aggiunge: “… Qui habitat in cœlis, irridebit eos: et Dominus subsannabit eos. Tunc loquetur ad eos in ira sua: et infurore suo conturbabit eos” …. (chi ha intelletto comprenda, chi non ce l’ha… si arrangi!!).

CHRISTI NOMEN

L’Opera della Propagazione della Fede

Qua institutum “a Propagatione fideis fovetur et commendatur,

Ad Patriarchas, Primates, Archiepiscopos,

Episcopos aliosque locorum Ordinarios,

pacem et communionem cum Apostolica Sede habentes.

Portare il nome ed estendere ogni giorno più il regno di Cristo tra le nazioni, condurre e ricondurre nel seno della Chiesa coloro che ne sono separati e le sono divenuti ostili, certamente, nessuno lo mette in dubbio, è uno degli obblighi fra tutti gli altri sacrosanti del sublime ministero a Noi affidato e ispirato dalla apostolica carità. Noi ne abbiamo fatto da lungo tempo l’oggetto delle Nostre preoccupazioni e della Nostra sollecitudine Quindi non abbiamo mai cessato di favorire e moltiplicare le tante missioni che spandono il lume della sapienza cristiana fra gli erranti e le opere che le sostengono coi sussidi raccolti fra i popoli cattolici. Lo abbiamo fatto specialmente nel terzo anno del Nostro pontificato con l’enciclica “Sancta Dei Civitas”, che aveva lo scopo di accrescere l’amore e la generosità dei Cattolici per l’Opera illustre della «Propagazione delle Fede». Ci piacque allora esaltare con le Nostre raccomandazioni  un’opera, i cui umili inizi erano stati seguiti da sviluppi tanto rapidi e meravigliosi, e che i nostri illustri predecessori, Pio VII, Leone XII, Pio VIII, Gregorio XVI, Pio IX, avevano colmato di elogi e di spirituali favori; un’opera che aveva offerto alle missioni di tutto il mondo un aiuto tanto efficace e che permetteva per l’avvenire soccorsi ancor più copiosi. E a Dio piacendo, le Nostre parole ottennero un felice risultato: le elargizioni dei fedeli corrisposero ai calorosi appelli dei Vescovi, e l’opera tanto benemerita fece in questi ultimi anni considerevoli progressi. Or ecco, nondimeno, che più stringenti bisogni richiedono dai Cattolici un nuovo slancio di zelo e di generosità; da voi, venerabili fratelli, tutta la vostra sagace operosità.- Voi lo sapete, con la Nostra lettera apostolica “Præclara” dello scorso giugno, Noi abbiamo creduto obbedire alla divina provvidenza, chiamando instantemente i popoli di tutto l’universo all’unità della fede cristiana; infatti Noi conseguiremmo il pieno adempimento di Nostri voti, se ci fosse dato di affrettare l’arrivo di quel tempo da Dio promesso nel quale «non vi sarà più che un solo ovile e un solo pastore» (Gv. X, 16). – Con quale particolare affetto Noi pensiamo all’Oriente e alle sue chiese illustri e venerande, ve l’ha indicato abbastanza la Nostra lettera apostolica sulla necessità di conservare e difendere la disciplina degli orientali. Lo avete egualmente compreso dalle disposizioni che abbiamo adottate per raggiungere il medesimo intento, dopo averne conferito coi patriarchi di quelle nazioni. Non ci nascondiamo, tuttavia, le grandi difficoltà di tale impresa e la Nostra impotenza a trionfarne; quindi riponiamo con invincibile fiducia in Dio tutta la Nostra speranza ed il successo dei Nostri sforzi. La sua sapienza Ce ne ha ispirato il pensiero e fatto iniziare l’esecuzione; la sua suprema bontà ci darà la forza e i mezzi di compierla. Le Nostre fervide preghiere non cessano d’implorare da Lui questa grazia, e Noi esortiamo insistentemente i fedeli a unire nella medesima intenzione le loro suppliche alle Nostre. Ma all’aiuto dall’alto che noi invochiamo con fiducia, è d’uopo aggiungere i mezzi umani, e Noi non dobbiamo trascurare nulla per cercare e indiare i passi buoni a condurci alla bramata mèta. – Per ricondurre all’unica Chiesa tutti gli orientali, quali che siano, che se ne sono separati, voi lo sentite, venerabili fratelli, nulla è più essenziale che reclutare anzitutto un numeroso clero di mezzo ad essi stessi, un clero encomiabile per dottrina e pietà e capace d’ispirare agli altri il desiderio dell’unione; poi, moltiplicare quanto più si può gli istituti ove la scienza e la disciplina cattolica verranno insegnate e armonizzate col particolare genio della nazione. È perciò opportunissimo aprire, dovunque sia vantaggioso, case speciali per l’educazione della gioventù, collegi in numero proporzionato alla densità della popolazione, affinché ogni rito possa esercitarsi con dignità, e affinché la diffusione dei loro migliori libri introduca tutti i fedeli alla conoscenza della verità religiosa. Il compimento di questo e altri simili disegni richiederà, lo intendete facilmente, grandi spese, e le chiese orientali non possono sopperire da sole a tante e così gravi esigenze, né Ci è possibile, nei calamitosi tempi che attraversiamo, concorrervi Noi stessi nella misura di quanto vorremmo. – Non ci resta perciò che domandare, nei limiti della moderazione, la maggior parte dei necessari sussidi all’Opera che raccomandiamo e il cui scopo si accorda perfettamente con quello che ci sta a cuore. Soltanto, per non recare alcun pregiudizio alle missioni apostoliche privandole d’una parte dei mezzi onde vivono, non si può mai abbastanza insistere presso i fedeli, affinché le loro elargizioni verso quest’opera si accrescano in proporzione dei nostri bisogni. È giusto raccomandare altresì l’opera consimile e tanto utile nelle «Scuole d’Oriente», i cui direttori hanno ugualmente preso impegno di applicare all’intento la più larga parte possibile delle elemosine che raccoglieranno. – Per tutti questi motivi, venerabili fratelli, Noi domandiamo specialmente il vostro concorso, e non dubitiamo che voi, i quali con zelo così costante sostenete con Noi e con ogni mezzo  cercate di promuovere la causa della Religione e della Chiesa, Ci accorderete efficace soccorso. Fate, dunque, ogni sforzo, acciocché tra i fedeli affidati alle vostre cure l’Associazione della « Propagazione della fede » abbia il più grande sviluppo possibile. Siamo certi, infatti, che un numero assai più considerevole di fedeli darà volenteroso il proprio nome e recherà più generose offerte, se, da voi istruito, vedrà chiaramente quanto nobile sia quest’opera, quanto copiose ricchezze spirituali essa procuri, e quanti vantaggi possa giustamente sperarne per il tempo presente la causa cristiana. E certo i cattolici si sentiranno profondamente commossi, quando udranno come nulla possa essere più gradito a Noi e utile alla Chiesa che il loro rivaleggiare di zelo nel raccogliere i mezzi necessari per condurre a buon fine i disegni che Noi abbiamo formulati per il bene delle chiese orientali. Dio, alla cui gloria mira la propagazione del nome cristiano e l’unità della fede e del governo spirituale, si degni nella sua bontà di benedire i Nostri desideri, di favorire la Nostra impresa e come pegno dei più preziosi favori celesti, accordiamo affettuosamente la benedizione apostolica a voi tutti, venerabili fratelli, al vostro clero e al vostro popolo.

Roma, presso San Pietro, 24 dicembre 1894, anno XVII del Nostro Pontificato.

Autore: Associazione Cristo-Re Rex regum

Siamo un'Associazione culturale in difesa della "vera" Chiesa Cattolica.