LA VIA CRUCIS DI S. LEONARDO DA PORTO MAURIZIO

VIA CRUCIS

Questo esercizio della Via Crucis rappresenta il viaggio doloroso di Gesù Cristo, quando andò con la Croce sulle spalle a morire sul Calvario per nostro amore; per cui questa devozione deve essere praticata con tanta tenerezza, pensando di accompagnare il Salvatore con le nostre lacrime per compatirlo e ringraziarlo. – Fin dall’inizio del Cristianesimo nei luoghi stessi della Passione si vollero distinguere, con segni e monumenti particolari (poi chiamati Stazioni), i vari punti dov’erano avvenuti l’incontro di Gesù con sua Madre, il colloquio con le donne, le diverse cadute, l’episodio dell’uomo di Cirene, ecc.: sono quelle 14 Stazioni di Gerusalemme rappresentate poi in altrettanti quadri, per soddisfare in qualche modo la devozione di tutti, anche di coloro che non potevano e non possono andare nella Città santa. – Furono i Francescani, custodi dei Luoghi santi, a diffondere in tutto il mondo la pratica della Via Crucis. In Italia, fu san Leonardo da Porto Maurizio a farla nascere ed amare. Nato nel 1676, predicò al popolo ininterrottamente per 43 anni, fino alla morte, percorrendo tutta l’Italia. – Ottenne dal Papa di poter erigere la Via Crucis anche nelle chiese non francescane e ne fondò personalmente ben 572. Di queste la più famosa è quella del Colosseo, a ricordo dell’Anno Santo del 1750. Si usa accompagnare la Via Crucis con lo Stabat Mater di Iacopone da Todi, o con altri canti.

INDULGENZE:

VIA CRUCIS

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Fidelibus, qui sive singulatim sive in comitatu, saltem corde contrito, pium exercitium Viæ Crucis, legitime erect, ad præscripta Sanctae Sedis, peregerint, conceditur:

Indulgentia plenaria quoties id egerint;

Alia Indulgentia plenaria, si eodem die quo memoratum pium exercitium peregerunt, vel etiam infra mensem ab eodem decies peracto ad sacram Synaxim accesserint;

Indulgentia decem annorum prò singulis stationibus, si forte incœptum exercitium, quavis rationabili causa, ad finem non perduxerint.

Easdem indulgentias lucrari valent:

a) Navigantes, carceribus detenti, infirmi et illi qui morantur in partibus infìdelium aut legitime impediuntur, quominus pium exercitium Viæ Crucis forma ordinaria peragant, dummodo manu tenentes Crucifixum a saceriote, legitima facultate munito, ad hoc benedictum, saltem corde contrito ac devote recitent, cum pia recordatione Passionis Domini, viginti Pater, Ave et Gloria, unum nempe prò qualibet statione, quinque in sanctorum Domini nostri Iesu Christi Vulnerum memoriam et unum urta mentem Summi Pontificis. Quod si omnes præscriptos Pater, Ave et Gloria ex rationabili causa recitare nequiverint prò indulgentia plenaria, partialem indulgentiam decem annorum prò singulis Pater cum Ave et Gloria recitatis consequi valent.

b) Infirmi, qui vi morbi absque gravi incommodo vel difflcultate pium exercitium Viae Crucis nec in forma ordinaria nec in forma supra statuta scilicet per recitationem viginti (20) Pater, Ave et Gloria peragere possunt, dummodo cum affectu et animo contrito osculentur vel etiam tantum intueantur in Crucifixum ad hoc benedictum, eis a sacerdote vel ab aliqua alia persona exhibitum, et recitent, si possint, brevem aliquam orationem vel precem iaculatoriam in memoriam Passionis et Mortis Iesu Christi Domini nostri (Clemens XIV, Audientia 26 ian. 1773; S. C. Indulg., 16 sept. 1859; S. Pæn. Ap., 25 mart. 1931, 20 oct. 1931, 18 mart. 1932 et 20 mart. 1946). 

[1) Plenaria per ogni volta. 2) parziale di 10 anni ogni stazione, quando per ragionevole motivo si dovesse interrompere il pio esercizio.

È necessario e sufficiente: 1) Che la Via Crucis sia stata eretta legittimamente; 2) percorrere le 14 Stazioni; quando per il numero dei fedeli non si può percorrere le Stazioni, basta alzarsi e inginocchiarsi mentre il Sacerdote o chi per lui percorre la Via Crucis; 3) avere il cuore contrito.

Non è necessario: leggere le considerazioni; recitare il Pater, Ave, Gloria; pregare per le intenzioni del Papa; confessarsi o comunicarsi. Ma chi fa la comunione in quel giorno, acquista un’altra indulgenza plenaria. Si può interrompere il pio esercizio per confessarsi o comunicarsi senza perdere le indulgenze se qualcuno poi vuol fare più di una volta la Via Crucis in una chiesa, per guadagnare ogni volta l’indulgenza non è necessario che esca dalla chiesa.

Crocifìssi e Via Crucis. Chi è impedito di recarsi in chiesa (malati, carcerati, viaggiatori, operai) può acquistare le indulgenze; 1) tenendo in mano, o almeno indosso, un crocifisso composto di una croce di qualunque materiale (tranne piombo, stagno, vetro) col Cristo appeso alla croce e benedetto da chi ne ha il potere. 2) Recitando 14 Pater, Ave, Gloria e pensando alle rispettive Stazioni o alla Passione in generale; altri 5 alle 5 piaghe di N. Signore; 1 secondo le intenzioni del Santo Pontefice (20 totali). Per i malati gravi è sufficiente baciare o guardare il suddetto crocifisso con amore e contrizione, e recitare una breve preghiera o giaculatoria in onore della Passione. – Per offrire la Via Crucis per le anime del Purgatorio, invece del GloriaPatri, si reciti il Requiem.].

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In ginocchio davanti all’altar maggiore, baciando la terra quando si è soli, oppure profondamente inchinato, adorando la S. Croce, e con l’intenzione di guadagnare le indulgenze per sé o per le anime del Purgatorio, dirai:

V. Adoràmus te, Christe, et benedicimus tibi.

R. Quia per sanctam Crucem tuam redemisti mundum

Orèmus

Clementissimo mio Gesù, infinitamente buono e misericordioso, eccomi prostrato ai tuoi piedi, pieno di dolore e tutto compunto, perché ti ho offeso, perché ho offeso te, mio grande bene. Gesù mio amabilissimo, provoca il mio cuore, e nel riflettere alle tue pene fammi partecipare in lacrime al tuo dolore. Ti offro questo santo viaggio in onore di quello dolorosissimo che tu facesti per me, indegno peccatore, mentre ora sono risoluto a cambiar vita. – Ti offro questo santo viaggio per ricevere le indulgenze concesse a chi pratica questo pio esercizio, e ti supplico umilmente di far sì che mi sia utile per ottenere la tua misericordia nella vita e la gloria eterna.

Amen.

V. Miserere nostri, Dòmine,

R. Miserere nostri.

Santa Madre, deh voi fate Che le piaghe del Signore Siano impresse nel mio cuore!

Con te vorrei, Signore,

oggi portar la Croce;

nel tuo dolor atroce

io ti vorrei seguire. –

-Ma sono infermo e stanco

donami il tuo coraggio,

perché nel gran viaggio

non m’abbia a smarrire.

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Tu col divin tuo sangue

vieni segnando i passi,

ed io laverò quei sassi

con molto lacrimare –

– Né temerò smarrirmi

nel monte del dolore,

quando il tuo santo amore

m’insegna a camminare.

PRIMA STAZIONE

– Gesù è condannato a morte –

“Stabat Mater dolorósa Juxta Crucem lacrimósa, Dum pendébat Filius.”

V. Adoràmus te, Christe, et benedicimus tibi.

R. Quia per sanctam Crucem tuam redemisti mundum.

In questa prima Stazione si rappresentano la casa e il Pretorio di Pilato, dove il nostro buon Gesù ricevette l’ingiusta sentenza di morte. Considera l’ammirabile sottomissione dell’innocente Gesù nel ricevere una così ingiusta sentenza, e sappi che i tuoi peccati furono i falsi testimoni che la sottoscrissero; e le tue bestemmie, le tue mormorazioni, i tuoi discorsi scorretti indussero il giudice a proferirla. Se così è, rivolgiti verso l’amoroso tuo Dio, e più con le lacrime del Cuore che con l’espressione della lingua, digli:

« Caro Gesù mio, che amore senza fondo è mai il tuo! Per una creatura indegna hai sofferto prigione, catene, flagelli, fino ad essere condannato a morte! Tanto basta per ferirmi il cuore, e piango amaramente i miei peccati che ne sono la causa. E per questa strada dolorosa me ne andrò piangendo, sospirando, e ripetendo: Gesù mio misericordia, Gesù mio misericordia!».

Pater noster, Ave Maria, Gloria …

V. Miserere nostri, Dòmine,

R. Miserere nostri.

Santa Madre, deh voi fate Che le piaghe del Signore, siano impresse nel mio cuore!

Se il mio Signor diletto

a morte hai condannato,

spiegami almen, Pilato

qual fu il suo fallire. –

– Che poi se l’innocenza

error da te s’appella,

per colpa così bella

potessi anch’io morire!

SECONDA STAZIONE

– Gesù è caricato della Croce –

“Cùjus ànimam geméntem, Contristàtam et doléntem, Pertransivit gladius.”

V. Adoràmus te, Christe, et benedicimus tibi.

R. Quia per sanctam Crucem tuam redemisti mundum.

Questa seconda Stazione rappresenta il luogo dove l’amatissimo Gesù fu caricato del pesante legno della Croce. Considera come Gesù si abbraccia alla santa Croce. E con quale mansuetudine soffre le percosse e gl’insulti di gente scellerata. Mentre tu, impaziente, cerchi di scappare dal più piccolo dolore, e fuggi dal portare la croce della vera penitenza. Non sai che senza la Croce in Cielo non si entra? Piangi pure la tua cecità, e rivolto al tuo Signore digli così:

« A me, e non a te caro Gesù mio, spetta questa Croce Pesantissima, Croce che fu fabbricata da tanti miei peccati. Caro Salvatore, dammi la forza di abbracciare tutte le croci che meritano le mie gravissime colpe. Anzi, fa’ che io muoia abbracciato, alla santa Croce, innamorato della Croce, e ripeta più e più volte, insieme alla tua diletta Teresa: «O patir, o morire, o patire o morire!».

Pater noster, Ave Maria, Gloria …

V. Miserere nostri, Dòmine,

R. Miserere nostri.

Santa Madre, deh voi fate Che le piaghe del Signore, siano impresse nel mio cuore!

Chi porta il suo supplizio

Ma se Gesù si vede

so che ne appar ben degno:

di croce caricato, –

– so che la pena è segno

paga l’altrui peccato

del già commesso errore,

per l’immenso suo amore.

TERZA STAZIONE

– Gesù cade la prima volta –

“O quam tristis et afflicta, Fuit illa benedicta, Mater Unigèniti!”

V. Adoràmus te, Christe, et benedicimus tibi.

R. Quia per sanctam Crucem tuam redemisti mundum.

In questa terza Stazione si rappresenta la prima caduta di Gesù sotto la Croce. Considera come l’afflittissimo Gesù, indebolito per il continuo spargimento di sangue, cade per la prima volta a terra. Guarda come le guardie lo percuotono con pugni, con calci, e con schiaffi. Eppure il paziente Gesù non apre bocca, soffre e tace; mentre tu, appena ti capita una piccola contrarietà, subito maledici e ti lamenti, forse bestemmi. Detesta una volta per sempre la tua impazienza e superbia, e prega il tuo afflitto Signore così:

« Amato Redentore mio, ecco ai tuoi piedi il più perduto peccatore che vive sulla terra: quante cadute! Quante volte sono precipitato in un abisso d’iniquità! Porgimi la tua santa mano affinché mi rialzi. Aiuto, Gesù mio, aiuto! Perché in vita non cada mai più, ed in morte mi assicuri l’affare della mia eterna salute. »

Pater noster, Ave Maria, Gloria …

V. Miserere nostri, Dòmine,

R. Miserere nostri.

Santa Madre, deh voi fate, che le piaghe del Signore, siano impresse nel mio cuore!

Chi porta in pugno il mondo

a terra è già caduto,

e non gli si porge aiuto:

oh, ciel, che crudeltà! –

– Se cade l’uomo ingrato

subito Gesù conforta,

e per Gesù è morta

al mondo ogni pietà.

QUARTA STAZIONE

– Gesù incontra sua Madre –

“Quæ mærèbat et dolébat, Pia Mater dum vidébat, Nati pœnas inclyti.”

V. Adoràmus te, Christe, et benedicimus tibi.

R. Quia per sanctam Crucem tuam redemisti mundum.

In questa quarta Stazione si rappresenta il luogo dove Gesù s’incontrò con la sua Madre afflitta. Che dolore trapassò il cuore a Gesù! Che spada ferì il cuore a Maria, quando s’incontrarono! Che ti ha fatto il mio Gesù? (dice Maria dolente), che male ti ha fatto la mia povera Madre? (dice l’appassionato Gesù). Lascia il peccato che è la causa delle nostre pene. E tu cosa rispondi?

« O Figlio divino di Maria, o santa Madre del mio Gesù: eccomi ai vostri piedi umiliato e contrito! Confesso che sono io quel traditore che ha fabbricato col peccato, il coltello di dolore che ha trapassato i vostri tenerissimi cuori. Me ne pento con tutto il cuore, e vi chiedo misericordia e perdono. Misericordia, Gesù mio, misericordia; Maria santissima, misericordia! Fate che mediante una così grande misericordia io non pecchi più, e mediti notte e giorno le vostre pene, i vostri dolori. »

Pater noster, Ave Maria, Gloria …

V. Miserere nostri, Dòmine,

R. Miserere nostri.

Santa Madre, deh voi fate, Che le piaghe del Signore, siano impresse nel mio cuore!

Sento l’amaro pianto

Della dolente Madre

Che gira tra le squadre

In cerca del suo Bene –

– Sento l’amato Figlio

che dice: Madre addio

più forte del dolor mio

il tuo mi passa il cuore.

QUINTA STAZIONE

– Gesù è aiutato dal Cireneo –

“Qui est homo, qui non fleret, Matrem Christi si vidéret, in tanto supplicio?”

V. Adoràmus te, Christe, et benedicimus tibi.

R. Quia per sanctam Crucem tuam redemisti mundum.

In questa quinta Stazione si rappresenta il luogo ove Simone Cireneo fu obbligato a prendere la croce di Gesù. Considera che tu sei il Cireneo che porti la Croce di Cristo, o per apparenza o per forza, perché sei troppo attaccato alle comodità di questo mondo. Risvegliati per una volta e solleva il tuo Signore dal grande peso, caricandoti di buon cuore di tutti i travagli che ti vengono addosso. Metti l’intenzione di vederli soffrire non solo con pazienza, ma con rendimento di grazie al tuo Dio, che pregherai così:

« O Gesù mio, ti ringrazio delle tante e buone occasioni che mi dai di patire per te e di meritare per me. Fa’, o mio Dio, che soffrendo con pazienza ciò che ha apparenza di male, faccia acquisto di beni eterni. Se non altro, ricevi l’offerta del mio pianto qui con te, per essere fatto poi degno di venire a regnare ancora insieme a te. »

Pater noster, Ave Maria, Gloria …

V. Miserere nostri, Dòmine,

R. Miserere nostri.

Santa Madre, deh voi fate, che le piaghe del Signore, siano impresse nel mio cuore!

Se delle tue crude pene

son io, Signore, il reo,

non deve il Cireneo

la Croce tua portare. –

– S’io sol potei per tutti,

di Croce caricarti,

potrò nell’aiutarti

per uno sol bastare.

SESTA STAZIONE

– Gesù è asciugato dalla Veronica –

“Quis non posset contristàri, Christi Matrem contemplari, Doléntem cum Filio?”

V. Adoràmus te, Christe, et benedicimus tibi.

R. Quia per sanctam Crucem tuam redemisti mundum.

In questa sesta Stazione si rappresenta il luogo dove la santa Veronica asciugò con un panno il volto benedetto di Gesù. Considera in quel sudario l’estenuato sudore del tuo Gesù, e spinto dall’amore cerca di fartene un espressivo ritratto nel tuo cuore. Felice te, se vivrai con il volto del tuo Signore scolpito nel cuore! Più che fortunato, se con il Signore impresso nel cuore morirai! E per essere meritevole di un tanto bene, prega così:

«Tormentato mio Salvatore, imprimi, te ne supplico l’effige del tuo santo volto nel mio cuore, così che giorno e notte pensi sempre a te. Con la tua dolorosa passione sotto gli occhi, voglio piangere i miei peccati e con questo pane di dolore voglio nutrirmi fino alla fine, detestando sempre la mia vita cattiva. »

Pater noster, Ave Maria, Gloria …

V. Miserere nostri, Dòmine,

R. Miserere nostri.

Santa Madre, deh voi fate, che le piaghe del Signore, siano impresse nel mio cuore!

Così vago è nel tormento

Il volto del mio Bene

Che quasi a me diviene

amabile il dolore. –

– In Cielo che sarai

se in quel velo impresso,

da tante pene oppresso

spiri così dolce amore?

SETTIMA STAZIONE

– Gesù cade la seconda volta –

“Pro peccàtis suæ gentis vidit Jesum in torméntis, et flagéllis sùbditum.”

V. Adoràmus te, Christe, et benedicimus tibi.

R. Quia per sanctam Crucem tuam redemisti mundum.

Questa settima Stazione rappresenta quella porta di Gerusalemme detta « Giudiziaria » dove Gesù cadde a terra per la seconda volta. Considera il tuo Signore disteso per terra, abbattuto da dolori, calpestato dai nemici, deriso dal popolo. Pensa che la tua superbia gli ha dato la spinta per cadere, il tuo orgoglio l’ha così buttato a terra. Abbassa una volta la testa, e con dolorosa contrizione del tuo passato, proponi per il futuro di umiliarti ai piedi di tutti. Di’ al tuo Signore:

« O santissimo mio Redentore, nonostante che ti veda caduto per terra, ti confesso in questo momento come Onnipotente. Ti prego di abbassare i miei pensieri pieni di superbia, di ambizione e di stima di me stesso. Fammi camminare sempre con la testa bassa, e abbracciare con umiltà vera l’abbiezione e il disprezzo. Con umiltà vera che a te piace, potrei riuscire a sollevarti da questa dolorosa caduta. »

Pater noster, Ave Maria, Gloria …

V. Miserere nostri, Dòmine,

R. Miserere nostri.

Santa Madre, deh voi fate, che le piaghe del Signore, siano impresse nel mio cuore!

Sotto i pesanti colpi

della cattiva scorta,

un nuovo inciampo porta

a terra il mio Signore. –

– Più teneri dei cuori

siate voi duri sassi,

né più intralciate i passi

al vostro Creatore.

OTTAVA STAZIONE

– Gesù consola le donne di Gerusalemme –

“Vidit suum dulcem Natum Moriéndo desolàtum, Dum emisit spiritum.” 

V. Adoràmus te, Christe, et benedicimus tibi.

R. Quia per sanctam Crucem tuam redemisti mundum.

Questa ottava Stazione rappresenta il luogo ove Gesù incontrò e consolò le donne di Gerusalemme, afflitte e addolorate. Considera che tu hai un doppio motivo di piangere: per Gesù che patisce tanto per te, e per te stesso che non sei capace di godere se non l’offendi. Alla vista di tante pene, ancora fai il duro e non vuoi spargere lacrime di compassione. Almeno nel vedere Gesù, manifesta una così grande pietà a quelle povere donne, fatti coraggio, e tutto addolorato e compunto digli:

« Amabilissimo mio Salvatore, perché questo mio cuore non si scioglie tutto in lacrime di vero pentimento? Caro Gesù mio, ti chiedo lacrime, lacrime di dolore, lacrime di compassione. Con le lacrime agli occhi, e con il dolore nel cuore, vorrei meritare quella pietà che hai dimostrato alle povere donne. Concedimi quest’ultima consolazione: che guardato te con occhi pietosi in vita, possa sicuramente vedere te nell’ora della mia morte.

Pater noster, Ave Maria, Gloria …

V. Miserere nostri, Dòmine,

R. Miserere nostri.

Santa Madre, deh voi fate, che le piaghe del Signore, siano impresse nel mio cuore!

Figlio, non più su queste

Piaghe che porto impresse,

ma sui figli e su voi stesse

v’invito a lacrimare. –

– Tenete il vostro pianto,

o sconsolate donne,

per quando l’empia Sion

vedrete rovinare.

NONA STAZIONE

– Gesù cade la terza volta –

“Eja, Mater, fons amóris, Me sentire vim dolóris, Fac ut tecum lùgeam.”

V. Adoràmus te, Christe, et benedicimus tibi.

R. Quia per sanctam Crucem tuam redemisti mundum.

Questa nona Stazione rappresenta il luogo, ai piedi del monte Calvario, dove il buon Gesù cadde la terza volta. – Quanto fu penosa questa caduta del buon Gesù! Guarda con che rabbia quell’Agnello mansueto viene trascinato da lupi rabbiosi; guarda come lo percuotono, lo calpestano, fino a farlo macerare tutto nel fango! Maledetto peccato, che maltratta il Figlio di un Dio! Merita le tue lacrime un Dio oppresso, un Dio calpestato. Spezza il tuo cuore, e piangendo digli così:

« Onnipotente mio Dio, che con un sol dito sostieni il cielo e la terra, chi mai ti ha fatto così brutalmente cadere? Sono state le mie prolungate, ripetute iniquità. Io ti ho accresciuto tormenti a tormenti, con accumulare peccati a peccati. Ma eccomi compunto ai tuoi piedi, risoluto a farla finita. E con le lacrime e sospiri ripeto cento e mille volte: «Mai più peccare, mio Dio, mai più, mai più ».

Pater noster, Ave Maria, Gloria …

V. Miserere nostri, Dòmine,

R. Miserere nostri.

Santa Madre, deh voi fate, che le piaghe del Signore, siano impresse nel mio cuore!

L’ispido Monte guarda

il Redentor piangente,

e sa che inutilmente

per molti deve salire. –

– Quest’orribile pensiero

così forte il cuor gli tocca

che languido trabocca,

e si sente di morire.

DECIMA STAZIONE

– Gesù è spogliato delle vesti –

“Fac, ut àrdeat cor meum, in amando Christum Deum, ut sibi complàceam.”

V. Adoràmus te, Christe, et benedicimus tibi.

R. Quia per sanctam Crucem tuam redemisti mundum.

Questa decima Stazione rappresenta il luogo dove Gesù fu denudato e gli diedero da bere del fiele. Considera, anima mia, il tuo Gesù tutto lacero e ferito, mentre gli danno da bere del disgustoso e amaro fiele. Ecco come paga Gesù con la sua nudità, la tua immodestia e la tua vanità esteriore; con la sua amarezza la tua voglia di godere. Non ti muovi a pietà? Gettati ai piedi del tuo Gesù denudato, e digli così:

« Afflitto mio Gesù, che orribile contrapposto è questo? Tu sei tutto sangue, tutto piaghe, tutto amarezze; ed io tutto diletti, tutto vanità, tutto dolcezze! No, che non sto camminando bene, no! Ti prego, fammi cambiar strada, fammi cambiar vita, in modo che d’ora in poi non possa gustare altro che la santissima tua Passione, ed arrivare a godere con te le delizie del santo Paradiso. »

Pater noster, Ave Maria, Gloria …

V. Miserere nostri, Dòmine,

R. Miserere nostri.

Santa Madre, deh voi fate, che le piaghe del Signore, siano impresse nel mio cuore!

Mai l’arca del Signore

Del velo si vide senza,

ed ora nuda la Potenza

si vede e senza velo? –

– Se dell’Uomo le membra

or ricoprire non sanno,

dimmi, mio Dio che fanno

tutti gli Angeli nel Cielo?

UNDICESIMA STAZIONE

– Gesù è inchiodato sulla Croce –

“Sancta Mater, istud agas, Crucifixi fige plagas, cordi meo vàlide.”

V. Adoràmus te, Christe, et benedicimus tibi.

R. Quia per sanctam Crucem tuam redemisti mundum.

Questa undicesima Stazione rappresenta il luogo dove Gesù fu disteso ed inchiodato sulla Croce, alla presenza di sua Madre. Considera il sovrumano dolore che soffrì il buon Gesù nel sentirsi trapassare e rompere dai chiodi le vene, le ossa, i nervi e la carne tutta. Come mai non ti senti struggere di tenerezza alla vista di tante pene, che sono il riflesso delle tue ingratitudini? Almeno sfoga il dolore col pianto, così:

« Clementissimo Gesù mio Crocifisso per me, batti e ribatti questo mio duro cuore col tuo santo amore e timore. – Poiché i miei peccati furono i chiodi che crudelmente ti trafissero, fa’ sì che il mio dolore sia come un carnefice che trafigge e inchioda le mie passioni non regolate. Così, per mia buona sorte, vivendo e morendo crocifisso con te in terra, potrò venire a regnare glorioso con te. »

Pater noster, Ave Maria, Gloria …

V. Miserere nostri, Dòmine,

R. Miserere nostri.

Santa Madre, deh voi fate che le piaghe del Signore, siano impresse nel mio cuore!

Vedo sul duro tronco

disteso il mio diletto,

e il primo colpo aspetto

dell’empia crudeltà. –

– Quelle divine mani

che per il bene son fatte

ora il martello le batte

senz’ombra di pietà.

DODICESIMA STAZIONE

– Gesù muore in Croce –

“Tui Nati vulnerati, Tam dignàti prò me pati, Pœnas mecum divide.”

V. Adoràmus te, Christe, et benedicimus tibi.

R. Quia per sanctam Crucem tuam redemisti mundum.

Questa dodicesima Stazione rappresenta il luogo più adorabile del mondo intero, dove fu piantata la croce, con sopra Gesù crocifisso. – Alza gli occhi, e guarda l’amatissimo Gesù che pende da tre chiodi, guarda il suo Volto divino moribondo, osserva come prega per chi l’offende, dona il Paradiso a chi lo chiede, affida la Madre a Giovanni, raccomanda al Padre la sua anima, e poi muore chinando la testa. Dunque, è morto il Figlio di Dio. È morto in Croce per me? E tu che fai? Vedi di non partire di qua se non pentito e compunto; e abbracciato alla Croce di Gesù digli così:

« Mio amato Redentore, io lo so, e lo confesso, che i miei peccati sono stati i carnefici più spietati, e che ti hanno tolta la vita. Non merito il perdono, perché sono io quel traditore che ti ha crocifisso. Ma l’anima mia si consola nell’ascoltarti pregare per i tuoi carnefici. Eccomi se così è, eccomi pronto a perdonare chiunque mi offenda; sì, mio Dio, per amore tuo perdono tutti, abbraccio tutti, desidero il bene di tutti. Anch’io spero sentirmi dire da te: “Oggi sarai con me in Paradiso!”. Amen. »

Pater noster, Ave Maria, Gloria …

V. Miserere nostri, Dòmine,

R. Miserere nostri.

Santa Madre, deh voi fate che le piaghe del Signore, siano impresse nel mio cuore!

Veder l’orrenda morte

Del suo Signor non vuole,

così si copre il sole

e mostra il suo dolore. –

– Trema commosso il mondo,

il sacro velo si spezza

piangono con tenerezza

i duri sassi ancora.

TREDICESIMA STAZIONE

– Gesù deposto dalla Croce –

“Fac me tecum pie flere, Crucifixo condolére, donec ego vixero.”

V. Adoràmus te, Christe, et benedicimus tibi.

R. Quia per sanctam Crucem tuam redemisti mundum.

Questa tredicesima Stazione rappresenta il luogo dove Gesù fu deposto dalla Croce in grembo a sua Madre. Considera quale spada di dolore trapassò il cuore della sconsolata Signora quando ricevette fra le braccia suo Figlio morto. Alla vista di tante ferite si rinnovarono in lei tutti gli spasimi del suo tenero cuore. Ma la spada più acuta che la trafisse è stato il peccato; il peccato ha tolto la vita al suo caro Figlio. Piangi dunque il maledetto peccato, e mescolando le lacrime con quelle di una Madre addolorata, dille:

« O Regina dei martiri, fammi capace di capire e compatire insieme le tue pene, ed averle sempre presenti nel mio cuore. Fa’, o gran Signora, che giorno e notte pianga tante mie enormi colpe che ti procurarono tanta sofferenza. Piangendo, amando e sperando, voglio morire con te, per vivere eternamente con te.

Pater noster, Ave Maria, Gloria …

V. Miserere nostri, Dòmine,

R. Miserere nostri.

Santa Madre, deh voi fate che le piaghe del Signore, siano impresse nel mio cuore!

Tolto di Croce il Figlio

le materne braccia stende

l’afflitta Madre e prende

nel grembo il morto bene. –

– Versa con gli occhi il cuore

in lacrime disciolto,

bacia quel freddo volto

e se lo stringe al seno.

QUATTORDICESIMA STAZIONE

– Gesù è posto nel Sepolcro –

“Quando corpus moriétur, Fac, ut ànimæ donétur, Paradisi glòria. Amen.”

V. Adoràmus te, Christe, et benedicimus tibi.

R. Quia per sanctam Crucem tuam redemisti mundum.

In questa ultima Stazione si rappresenta il Sepolcro, dove fu posto il corpo morto del santo Redentore. – Considera quali furono i pianti di Giovanni, della Maddalena, delle Marie e di tutti i seguaci di Cristo quando lo chiusero in quel Sepolcro. Considera la desolazione del cuore addolorato di Maria nel vedersi privata del suo amato Figlio. Alla vista di tante lacrime dovresti finalmente trovare la spinta per vergognarti di aver manifestato così poco sentimento di pietà, durante questo santo viaggio. Muoviti e bacia la pietra che ricopre la tomba, fa’ uno sforzo grande per lasciar là il tuo cuore, e prega il tuo defunto Signore: « Pietosissimo Gesù mio, che per solo mio amore hai voluto compiere un viaggio tanto doloroso, ti adoro defunto e rinchiuso nel santo Sepolcro. Ma ti vorrei anche rinchiuso nel mio povero cuore, unito a te, per risorgere ad una nuova vita. Con viva fede, con ferma speranza, con amore ardente, potrò morire con te, morire per te,  per  vivere con te per tutti i secoli dei secoli. Amen. »

Pater noster, Ave Maria, Gloria …

V. Miserere nostri, Dòmine,

R. Miserere nostri.

Santa Madre, deh voi fate che le piaghe del Signore, siano impresse nel mio cuore!

Tomba che chiudi dentro

Il mio Signor già morto,

finché non sarà risorto

non partirò da te. –

– Alla spietata morte

allora dirò con gioia:

dov’e la tua vittoria

il tuo potere dov’è?

V. Salva nos Christe Salvator.

R. Qui salvasti Petrum in Mari, mìserére nobis.

Oremus

Deus, qui nos inclita Passione Filii tui per viam Crucis ad œtérnam Gloria pervenire docuisti: concede propitius; ut, quem piis ad Calvàriœ locum sociàmus afféctibus, in suis étiam triùmphis perpetim subsequàmur. Qui tecum vivit et regnat in sæcula sæculórum. Amen.

V. Divinum auxilium maneat sempre vobiscum.

R. Amen.