FESTA DELLA B. V. DEL SACRATISSIMO ROSARIO (2020)

FESTA DELLA B.V. DEL ROSARIO (2020)

Dal libro dell’Ecclesiastico.
Sir XXIV:11-31

Cercai per tutto un luogo di riposo, e ho scelto di abitare nei domini del Signore.
Allora il Creatore di tutte le cose diede ordini e mi parlò, e, colui che m’ha creata, riposò nel mio tabernacolo,
E mi disse: Abita in Giacobbe, sia in Israele la tua eredità, e fra i miei eletti metti le (tue) radici.
Da principio e prima dei secoli io sono stata creata, e fino all’età all’età futura non cesserò di esistere, e ho servito nel santuario alla presenza di lui.
E così ebbi stabile dimora in Sion, e nella città santa trovai anche il mio riposo, e in Gerusalemme la mia potenza.
E misi radici in mezzo al popolo glorificato, che ha la sua eredità nei domini del mio Dio, e la mia dimora è nella riunione del santi.

Mi elevai come il cedro sul Libano, e come il cipresso sul monte di Sion:
Mi elevai come la palma in Cades, e come la pianta di rose in Gerico:
M’innalzai come un bell’olivo nei campi, e come un platano nelle piazze presso l’acque.
Mandai profumo come la cannella e il balsamo aromatico: come di mirra squisita ho spirato soave profumo;
E come storace e galbano e onice e mirra stillante e come incenso ch’esce senza incisione ho profumato la mia abitazione, e come balsamo senza mistura è l’odor mio.
Io ho disteso i miei rami come il terebinto, e i miei son rami d’onore e di grazia.

Io sono la madre del bell’amore, e dei timore, e della scienza, e della santa speranza.
In me c’è tutta la grazia della via e della verità, in me tutta la speranza della vita e della virtù.
Venite a me tutti voi che mi desiderate, e saziatevi dei miei frutti;
Poiché il mio spirito è più dolce del miele, e il mio possesso è più del favo di miele.
Il mio ricordo traverserà il corso dei secoli.
Quelli che mi mangiano, avranno sempre fame, e quelli che mi bevono, avranno sempre sete.
Chi ascolta me, non sarà confuso, e quelli che operano con me, non peccheranno.
Quelli che mi pongono in luce, avranno la vita eterna.

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Allorché l’eresia degli Albigesi s’estendeva empiamente nella provincia di Tolosa mettendovi di giorno in giorno radici sempre più profonde, san Domenico, che aveva fondato allora l’ordine dei Predicatori, si applicò interamente a sradicarla. E per riuscirvi più sicuramente, implorò con assidue preghiere il soccorso della beata Vergine, la cui dignità quegli eretici attaccavano impudentemente, ed a cui è dato di distruggere tutte l’eresie nell’intero universo. Ricevuto da lei l’avviso (secondo che vuole la tradizione) di predicare ai popoli il Rosario come aiuto singolarmente efficace contro l’eresie e i vizi, stupisce vedere con qual fervore e con qual successo egli eseguì l’ufficio affidatogli. Ora il Rosario è una formula particolare di preghiera nella quale si distinguono quindici decade di salutazioni angeliche, separate dall’orazione Domenicale, e in ciascuna delle quali ricordiamo, meditandoli piamente, altrettanti misteri della nostra redenzione. Da quel tempo dunque questa maniera di pregare incominciò, grazie a san Domenico, a farsi conoscere e a spandersi. E, ch’egli ne sia l’istitutore e l’autore, lo si trova affermato non di rado nelle lettere apostoliche dei sommi Pontefici. – Da questa istituzione si salutare promanarono nel popolo cristiano innumerevoli benefici. Fra i quali si cita con ragione la vittoria, che il santissimo Pontefice Pio V e i principi cristiani infiammati da lui riportarono presso le isole Cursolari (a Lepanto) sul potentissimo despota dei Turchi. Infatti, essendo stata riportata questa vittoria il giorno medesimo in cui i confratelli del santissimo Rosario indirizzavano a Maria in tutto il mondo le consuete suppliche e le preghiere stabilite secondo l’uso, non senza ragione essa si attribuì a queste preghiere. E ciò l’attestò anche Gregorio XIII, ordinando che a ricordo di beneficio tanto singolare, in tutto il mondo si rendessero perenni azioni di grazie alla beata Vergine sotto il titolo del Rosario, in tutte le chiese che avessero un altare del Rosario, e concedendo in perpetuo in tal giorno un Ufficio di rito doppio maggiore; e altri Pontefici hanno accordato indulgenze pressoché innumerevoli a quelli che recitano il Rosario e alla confraternita di questo nome. – Clemente XI poi, stimando che anche l’insigne vittoria riportata l’anno 1716 nel regno d’Ungheria da Carlo VI, imperatore dei Romani, su l’immenso esercito dei Turchi, accadde lo stesso giorno in cui si celebrava la festa della Dedicazione di santa Maria della Neve, e quasi nel medesimo tempo che a Roma i confratelli del santissimo Rosario facendo preghiere pubbliche e solenni con immenso concorso di popolo e grande pietà indirizzavano a Dio ferventi suppliche per l’abbattimento dei Turchi e imploravano umilmente l’aiuto potente della Vergine Madre di Dio a favore dei Cristiani; perciò credé dover attribuire questa vittoria al patrocinio della stessa Vergine, come pure la liberazione, avvenuta poco dopo, dell’isola di Corcira dall’assedio parimente dei Turchi. Quindi perché restasse sempre perpetuo e grato ricordo di si insigne beneficio, estese a tutta la Chiesa la festa del santissimo Rosario da celebrarsi collo stesso rito. Benedetto XIII fece inserire tutto ciò nel Breviario Romano. Leone XIII poi, in tempi turbolentissimi per la Chiesa, e nell’orribile tempesta di mali che da lungo tempo ci opprimono, ha sovente e vivamente eccitato con reiterate lettere apostoliche tutti i fedeli del mondo a recitare spesso il Rosario di Maria, soprattutto nel mese d’Ottobre, ne ha innalzato di più la festa a rito superiore, ha aggiunto alle litanie Lauretane l’invocazione, Regina del sacratissimo Rosario, e concesso a tutta la Chiesa un Ufficio proprio per la stessa solennità. Veneriamo dunque sempre la santissima Madre di Dio con questa devozione che le è gratissima; affinché, invocata tante volte dai fedeli di Cristo colla preghiera del Rosario, dopo averci dato d’abbattere e annientare i nemici terreni, ci conceda altresì di trionfare di quelli infernali.

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Sappiamo allora a chi conformarci e come operare: se San Domenico è riuscito a sconfiggere la peste panteista dell’eresia degli Albigesi, noi – pusillus grex – sebbene indegni, possiamo, con l’aiuto della Vergine Regina delle Vittorie e la grazia del Salvatore, debellare la pandemia panteista della setta modernista usurpante il Vaticano e la Cattedra di S. Pietro, l’apocalittica prostituta che rappresenta la somma di tutte le eresie e le diffonde a perdizione delle anime redente dal preziosissimo Sangue di Cristo. Forza fedeli del Corpo mistico! Come Davide prendiamo tra le mani la fionda del Rosario ed abbattiamo, con il sasso della fede e delle opere di carità, il gigante modernista Golia, il lupo vorace che sta là dove abita satana (Apoc. c. II) e vuole sbranare, se possibile, tutte le anime dei Cristiani. Non c’è tempo da perdere … et IPSA conteret caput tuum! 

BATTAGLIA DI LEPANTO

I SERMONI DEL CURATO D’ARS: FESTA DEL SANTO ROSARIO

Autore: Associazione Cristo-Re Rex regum

Siamo un'Associazione culturale in difesa della "vera" Chiesa Cattolica.