LA CRESIMA [di Michael Muller] (2)

LA CRESIMA -2 –

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3. In che modo il vescovo dà la Confermazione?

.1)- Il vescovo, stende le sue mani su tutti coloro che sono da confermare, e prega affinché lo Spirito Santo possa scendere su di loro; 2)- poi impone le mani su ciascuno in particolare, fa il segno della croce sulla fronte con il crisma, dicendo: “Io ti segno con il segno della croce, e ti confermo con il crisma della salvezza, nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo”; 3)- dà un leggero colpo sulla guancia della persona confermata; 4)- finisce col dare la benedizione a tutti.

  1. Ogni cattolico che è arrivato all’età critica in cui inizia l’obbligo di praticare la virtù, tutte le giovani persone che possono continuare ad essere buoni cristiani senza grandi sforzi, vengono preparati con cura da istruzioni speciali. Il giorno stabilito, si presentano nel tempio di Dio, mettendosi di fronte a distanza in due linee come soldati; essi infatti, stanno per diventare i cavalieri armati di Cristo. Nel frattempo, il vescovo, dopo essersi, per mezzo di alcune domande ed una sorta di esame, accertato della loro sufficientemente istruzione, si inginocchia e invoca lo Spirito di Dio, cantando o recitando il “Veni Creator Spiritus”, mentre tutti i candidati sono in ginocchio. Dopo questa invocazione il Vescovo si alza, stende le mani sui candidati, e nello stesso tempo supplica al Signore di mandare su di loro, dall’alto: “lo Spirito di saggezza e di forza, lo Spirito di consiglio e di intelletto, lo Spirito di pietà, di scienza ed il timore di Dio “, e di volere, nella sua bontà, confermarli con il segno della croce per la vita eterna. Il clero e le persone presenti, si uniscono a queste preghiere, dicendo a voce alta, dopo ogni invocazione, “Amen”, “Così sia”!
  2. Poi il Vescovo si avvicina alle persone da confermare. Egli impone le mani su ciascuno in particolare, unge la fronte con il santo crisma a forma di croce, dicendo: “Io ti segno con il segno della croce, e ti confermo con il crisma della salvezza, in nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.”
  3. Forte di questa unzione divina, la persona che ha ricevuto la Confermazione, è diventato un soldato di Cristo. Il vescovo sembra voler subito mettere la sua costanza alla prova. Egli fa per lui, ora che è un cavaliere della Chiesa militante, quello che lui è abituato a fare quando benedice un guerriero. Dopo aver messo nelle mani del cavaliere la spada di guerra, il vescovo lo colpisce tre volte sulla spalla ed una volta sulla guancia, come se a scopo di provare la grandezza del suo coraggio, e dicendo nello stesso tempo: «Sii un tranquillo e coraggioso guerriero, fedele e devoto a Dio.” Allo stesso modo, dopo aver segnato la fronte del cristiano confermato con il segno della croce, il vescovo pone dolcemente la mano sulla guancia, dicendo: “. La pace sia con te”.
  4. Infine il Vescovo prega per tutti coloro che ha confermato, e li benedice con queste parole: “Ti benedica il Signore da Sion, perché tu possa vedere la prosperità di Gerusalemme tutti i giorni della tua vita, e giungere alla vita eterna “.
  5. Perché il vescovo fa il segno della croce sulla fronte di coloro che conferma?

Per ricordare loro che non devono mai vergognarsi della croce, ma con coraggio professare la loro fede in Gesù crocifisso.

Il Vescovo unge la persona che deve essere confermata. Quando si erige un tempio materiale in onore del Signore, esso viene solennemente consacrato dalla preghiera, dal segno della croce, e da unzioni sacre, perché il Signore del cielo e della terra è ivi a dimorare. Allo stesso modo, i nostri corpi sono consacrati dalla preghiera, dal segno della croce, e da unzioni sacre, perché le nostre anime vivono in essa, e sono i santuari dello Spirito Santo. “Non sapete”, dice S. Paolo, «che voi siete templi dello Spirito Santo?” Come templi materiali, i nostri corpi sono purificati dalle acque del Battesimo, contrassegnati con il segno della croce, purificati per mezzo del sale della saggezza, unto dai santi oli del Battesimo e della Confermazione; e poi, per quanto vile possano essere in se stessi, quei corpi sono letteralmente consacrati al banchetto angelico per il contatto con la stessa carne ed il sangue di Gesù Cristo. La consacrazione di questi templi viventi, un giorno sarà completata con l’estrema unzione, nel corso della quale si ripetono queste unzioni. – L’unzione della Confermazione viene fatta sulla fronte, che è la sede del pudore e della paura, per significare che non dovremmo mai arrossire o aver paura di confessare il nome di Gesù Cristo, anche a rischio della nostra vita. L’unzione è realizzata sotto forma di una “croce”, per darci a capire che non dovremmo mai vergognarci della croce di Cristo, ma dovremmo portarla con gioia, sull’esempio di nostro Signore; che non dovremmo mai trascurare le pratiche della religione, per paura del ridicolo o dello scherno. Un cristiano non deve mai arrossire per la povertà, l’umiliazione o gli affronti; al contrario, dovrebbe piuttosto gioire e gloriarsi in esse; perché sopportando con pazienza queste cose, egli si rende in qualche modo simile al suo divino Maestro, che, quando era su questa terra, ha sottostato alla povertà, alle umiliazioni e al disprezzo. La croce di Gesù Cristo dovrebbe avere per noi più valore di tutti i tesori di questo mondo.

  1. Perché il vescovo dà alle persone che conferma un leggero colpo sulla guancia?

Per ricordare loro che devono essere pronti a soffrire, e anche a morire, per Cristo. Quando il Vescovo ha consacrato la persona che si sta confermando, gli da subito un colpo delicato sulla guancia, per ricordargli che, essendo ormai costituito un soldato di Cristo Gesù per la Confermazione, egli deve virilmente combattere contro tutti i nemici della sua salvezza, sopportare con mitezza e pazienza tutte le croci, le persecuzioni e le prove per amore del suo Signore, subire ogni sorta di disagio, perdita di beni, la detenzione, e, se necessario, morire per Cristo sopportando il martirio e versando per lui fino all’ultima goccia del suo sangue. – Nel dare un colpo delicato sulla guancia, il Vescovo dice: “pace a voi:” per insegnarci che l’unico modo per avere la vera pace in questo mondo, come pure come nel prossimo, è soffrire, pazientemente per amore di Cristo; ed anche poi per incoraggiarci a farlo nella speranza di una ricompensa, secondo la promessa a noi fatta dal Signore: “Imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete riposo per le vostre anime.” (Matt, XI, 29).

  1. E’ necessaria la confermazione per la salvezza?

La conferma non è assolutamente necessaria per la salvezza; ma sarebbe un grande peccato trascurare di riceverla, o disprezzarla.

Il sacramento della Confermazione non è, come il Battesimo, assolutamente necessario per la salvezza: non è un mezzo essenziale per la salvezza. È, tuttavia, così necessario il riceverlo, che non può essere volontariamente trascurato senza grave peccato. Questo parere, dice S. Alfonso, deve essere seguito come è definito da Papa Benedetto XIV, in una bolla riguardante i greci, in cui egli dice: “Loro (che non sono confermati) devono essere ammoniti dai Vescovi che sono colpevoli di un grave peccato se rifiutano o trascurano di ottenere la Confermazione quando ne hanno l’opportunità. ” (Horn. Esort, Tract, XIV, de Conf., N. 17.) Coloro che non hanno ricevuto il Sacramento sono deboli, deboli come i bambini appena nati. Sono soldati senza armi, che non sono in grado di respingere gli attacchi portati loro dal diavolo, da uomini malvagi, e dalla carne. “Tutti”, dice Papa Clemente, “dovrebbero venire immediatamente a rinascere a Dio nel santo Battesimo, e poi essere sigillati dal Vescovo, ricevendo cioè i sette doni dello Spirito Santo; nessuno che omette questo Sacramento non perché non abbia alcuna possibilità di riceverlo, ma perché volontariamente lo disprezza e trascura di farlo, può diventare un cristiano adulto: questo abbiamo ricevuto dal beato Pietro. Questo è stato anche l’insegnamento degli altri Apostoli, che sono stati istruiti sulla Confermazione dal nostro Signore “. (Catech. Rom., parte II, c. 3). ” E allora”, dice san Tommaso,” è molto pericoloso affrontare questa vita senza essere stato confermato. “Questo è particolarmente vero in un paese ove si è perseguitati, oppure in un paese, come il nostro, dove la fede e la morale cattolica trovano tanta opposizione e vengono ridicolizzate da coloro fra i quali si vive. I giorni in cui viviamo sono “giorni cattivi,” per tutta una serie di scrittori virulenti che quotidianamente portano attacchi sulla nostra fede, con clamorose false accuse contro la nostra religione, per cui siamo quotidianamente assaliti dalle lingue malvagie di detrattori costituiti. In ogni parte degli emissari di campagne di errore vanno in giro, cercando con ogni mezzo in loro possesso di distruggere la fede dei cattolici. La morale cattolica, anche, viene respinta e messa in ridicolo dalle beffe e dagli scherni degli empi. le pratiche di pietà sono derise, le funzioni più essenziali della morale sono fatti luce, e ogni sforzo è fatto per rendere spregevoli le cose probe e sante. Circondati, come siamo, in questi giorni empi da tanti pericoli, ci rendiamo colpevoli di gravi peccati se non ci avvaliamo di un così potente aiuto come quello che Gesù Cristo ci ha dato nella Confermazione, al fine di scongiurare il ripetuto attacchi dei nemici della nostra salvezza. – Negli Apostoli abbiamo un esempio lampante della necessità e della grande utilità di ricevere le grazie speciali dello Spirito Santo, così come ci sono conferite nella Confermazione. Gli Apostoli erano stati tre anni con Cristo, avevano visto i suoi miracoli, avevano sentito le sue istruzioni, avevano visto i suoi esempi, ecc., tuttavia non avevano avuto il coraggio di professare e di praticare ciò che il loro divin Maestro aveva loro insegnato. Anzi addirittura Lo hanno abbandonato quando Lo trattavano da bugiardo, non osavano mostrarsi in pubblico, fingevano di non essere suoi discepoli. Ma, non appena ricevuto lo Spirito Santo, con i suoi doni e le sue grazie, le loro menti furono illuminate, i loro cuori pieni di zelo e di coraggio. Una volta “quindi rivestiti di potenza dall’alto” (Lc XXIV, 49), con coraggio hanno professato, pubblicamente predicato, e con coraggio ed anche con gioia, hanno sofferto per la Religione che professavano e predicavano. Il Sacramento della Confermazione produce gli effetti benefici soprattutto nelle anime di coloro che lo ricevono degnamente. – Costanzo Clori, padre di Costantino il Grande, anche se pagano, aveva nel suo palazzo un gran numero di cristiani confermati, molti dei quali erano ufficiali dei suoi domestici. Un giorno, desideroso di mettere la loro fede alla prova, li radunò davanti a lui, rivolgendo loro parole adatte a poterli dissimulare. Alla fine, li costrinse a dirgli chiaramente anche se erano o non cristiani. Alcuni, influenzati dal rispetto umano e timorosi di perdere il posto che occupavano nella corte, negarono la loro religione. Il numero maggiore, tuttavia, forti nella loro fede, apertamente si dichiararono cristiani. Poi Costanzo, parlando con linguaggio non mascherato, manifestò i sentimenti del suo cuore lodando la forza d’animo di coloro che erano pronti a sacrificare la posizione mondana per non negare la loro religione; rimproverava in termini amari il rispetto umano di chi temeva di manifestare il proprio credo religioso. “Come, …” egli concludeva, ” … questi possono essere fedeli all’imperatore quando si sono dimostrati sleali verso Dio?” E così li rimosse dalla sua corte licenziandoli dal suo servizio. Per quanto riguarda coloro che erano disposti a sacrificare tutto pur di non rinunciare alla propria fede, li ha considerati come i suoi più fidati servitori; li mantenne nel loro ufficio, contando principalmente su di loro nel costituire la sua guardia personale; in seguito mostrò sempre loro segni particolari del suo affetto e della sua fiducia: “… gli uomini di carattere, diceva, essendo fedeli a Dio, non si potranno mai dimostrare sleali verso di me!” – Ormisda era il capo dei nobili fra i Persiani, ed era figlio del governatore di una provincia. Varanes, il re di Persia, lo mandò a chiamare e gli comandò di rinunciare a Gesù Cristo. Ormisda gli rispose: “Ma questo sarebbe offendere Dio e trasgredire le leggi della carità e della giustizia, e chiunque osa violare la legge suprema del Signore sovrano di tutte le cose, potrebbe più facilmente tradire il suo re, che è solo un uomo mortale. Se in quest’ultimo caso egli commette un crimine meritevole della peggiore delle morti, quanto più grave deve essere rinunciare al Dio dell’universo!?” Il re si indignò a questa risposta saggia e giusta, e lo privò del suo ufficio, di onori e di beni spogliandolo pure dei suoi stessi abiti, ad eccezione di un piccolo pezzo di tela che lo copriva in vita; e in questa condizione di nudità gli ordinò di guidare e di prendersi cura dei cammelli dell’esercito. Molto tempo dopo, il re, guardando fuori della finestra della sua camera, vide Ormisda tutto bruciato dal sole e coperto di polvere, e richiamando alla mente la sua antica dignità e ricchezza e l’alta posizione di suo padre, mandatolo a chiamare, ordinato che gli venisse dato un abito, gli disse: “Ora, almeno, metti da parte la tua ostinazione e rinuncia al “figlio” del carpentiere”. Il Santo, trasportato da un santo zelo, strappato via l’abito, lo gettò via dicendo: “Se tu pensi che io possa essere così facilmente tentato di abbandonare la legge di Dio, tieniti il tuo bel regalo con la tua empietà”. Irritato da questo coraggio, il re lo bandì di nuovo dalla sua presenza. S. Ormisda concluse felicemente la sua carriera terrena. Egli è nominato nel Martirologio Romano. (Alban Butler.) – Giuliano l’Apostata, dopo aver deciso di fare solenne Professione di idolatria, ordinò i preparativi da effettuare per un sacrificio agli idoli in uno dei templi pagani. Il giorno stabilito, si recò là, accompagnato dalla sua corte in pompa magna, affinché il sacrificio potesse essere celebrato con ogni possibile magnificenza. Appena tutto fu pronto, fece un cenno ai sacerdoti per iniziare l’empio rito; ma quale non fu il loro stupore, quando si trovarono impossibilitati dal procedere nelle operazioni! I loro coltelli, che erano stati ben affilati, non riuscivano a scalfire la carne delle vittime, e il fuoco che avevano acceso sull’altare si era improvvisamente spento. Il sacerdote sacrificante allora disse: “… qui è in azione un certo potere sconosciuto che interrompe le nostre cerimonie”. Poi rivolgendosi all’imperatore, “Ci deve essere”, osservò subito, “qualcuno qui presente che è stato battezzato o confermato.” Giuliano ordinò quindi che fosse fatta un’inchiesta, … quando ecco! Un ragazzo, una delle sue guardie, si fece avanti e disse:.. “Sappiate, sire, che io sono cristiano, e sono stato confermato da pochi giorni quando sono stato unto con l’olio santo, per rafforzarmi nel combattimento: io sono un discepolo di Gesù Cristo, il Quale, con la sua croce, mi ha liberato ed io Lo riconosco come il mio solo Dio, e mi glorio di appartenere a Lui! ‘Sono stato io, o meglio è stato il Dio che io servo, che ha impedito l’empietà che si stava per commettere, io ho invocato il sacro Nome di Gesù Cristo, e i demoni non potevano essere riconosciuti come dei; udendo quel sacro Nome, il nome del Dio vero ed unico, i diavoli sono stati messi in fuga! “L’imperatore, che in precedenza aveva professato il Cristianesimo, consapevole del potere del nostro Signore Gesù Cristo, fu preso dal terrore; e temendo gli effetti della vendetta divina, lasciò il tempio coperto di confusione, senza dire una sola parola. Il giovane soldato coraggioso di Cristo immediatamente riferì a tutti i cristiani ciò che era accaduto: essi resero gloria a Dio, riconoscendo come terribile per i diavoli le virtù di Gesù Cristo contenute nel Sacramento della confermazione quando lo si prende con disposizioni adeguate. (Prudenzio.) – Ci sono, d’altra parte, gli esempi di coloro che, avendo trascurato di ottenere la Confermazione, non avevano forza sufficiente per resistere alle tentazioni del demonio. Nel terzo secolo, un uomo, di nome Novaziano, fu battezzato nel suo letto nel corso di una malattia pericolosa. Ripresosi dalla sua malattia, trascurò di ricevere poi il Sacramento della Cresima. Venne poi ordinato sacerdote. Gli venne richiesto di assistere i fedeli che, in quei momenti, venivano trascinati fino al luogo di punizione. Egli rispose che non aveva alcuna intenzione di svolgere i compiti di un prete, perché la sua mente era fatta per ben altro. Egli aveva intenzione nientemeno di diventare Papa. In quel tempo fu eletto papa Cornelio, e Novaziano con intrighi, si fece consacrare privatamente da tre vescovi ignoranti. Così egli fu il primo antipapa ad aver sollevato uno scisma nella Chiesa di Roma. La sua ambizione arrivava al punto che, nell’amministrare l’Eucaristia ai suoi partigiani, egli esigeva un giuramento da ognuno di loro, dicendo: “Giurami, per mezzo del sangue di Gesù Cristo, che non potrai mai lasciare il mio partito per unirti a Cornelio.” Egli insegnava che la Chiesa non poteva perdonare nessun peccato mortale commesso dopo il Battesimo, né usare alcuna indulgenza nei confronti di coloro che avevano commesso peccato di idolatria per paura delle persecuzioni, e che la Confermazione non era un Sacramento. (Hist, di Heres. da S. Alfa). I padri della Chiesa sono concordi nel ritenere che Novaziano abbia commesso tutti questi crimini, perché aveva trascurato di ricevere il Sacramento della Confermazione.

  1. Chi può ottenere la Confermazione?

Tutti i battezzati che sono debitamente preparati.

Possono ricevere la Confermazione tutti coloro che, battezzati, non sono ancora confermati, e così debitamente preparati, possono essere ammessi a questo Sacramento. Un tempo era una cosa comune per confermare i neonati subito dopo il Battesimo. Questa pratica è ancora mantenuta in alcuni Paesi dell’Oriente, da speciali permessi della Santa Sede. Attualmente, tuttavia, è costume generale non confermare coloro che non hanno raggiunto l’uso della ragione, a meno che non siano in punto di morte. La ragione è che si ritiene che le grazie della Confermazione saranno di più grande vantaggio per il giovane cristiano se ricevuto in quel momento, quando comincia a sperimentare il combattimento con i nemici della sua salvezza. Un altro motivo per rinviare la Confermazione fino a quando i destinatari non siano giunti all’uso della ragione, è che essi possono essere meglio istruiti e preparati a riceverlo.

  1. Come possono prepararsi le persone alla Confermazione?

1 – Esse devono essere esenti da ogni peccato mortale;

2 – devono conoscere le principali verità di fede, in particolare quelle che riguardano questo Sacramento.

A rigor di termini, tutto ciò che è necessario ad una persona che vuole ricevere degnamente la Confermazione, è l’essere nello stato di grazia. Laddove, come ai vecchi tempi, il Sacramento è stato ricevuto dai neonati, lo stato di grazia è garantito loro dal sacramento del Battesimo ricevuto; ma ora, la conferma viene ricevuta solo da persone che sono giunte all’uso della ragione. Ora, queste persone sono capaci di commettere peccato mortale, e potrebbero quindi ricevere questo Sacramento in modo sacrilego, come ogni altro Sacramento nella loro vita. È, dunque, necessario loro prepararsi alla degna ricezione di questo Sacramento. Questa preparazione consiste principalmente nell’essere libero dal peccato mortale e nel conoscere le principali verità di fede, in particolare quelle riguardanti questo Sacramento: –

1. Le persone da confermare devono essere esenti da peccato mortale. Il Sacramento della Confermazione è un Sacramento dei vivi. Si richiede, quindi, la vita spirituale della grazia nella persona che lo riceve. L’effetto della Confermazione è quello di aumentare e rafforzare la vita spirituale nell’anima. Ma questa vita di grazia non può essere rafforzata in un’anima in cui non la si trovi già. Per ricevere, poi, la Confermazione degnamente, è necessario essere in stato di grazia. La Sacra Scrittura ci assicura che “lo Spirito Santo di saggezza non entrerà in un’anima peccaminosa, né abiterà in un corpo schiavo del peccato.” (Sap. I, 4) Sarebbe, quindi, un grave peccato di sacrilegio il ricevere questo Sacramento in stato di peccato mortale. Per questo motivo, tutti coloro che sanno di essere in stato di peccato mortale, e sono in procinto di essere confermati, dovrebbero recuperare la grazia di Dio facendo una buona Confessione. La Contrizione perfetta, è vero, unita ad un sincero desiderio di ricevere il Sacramento della Penitenza, riconcilia il peccatore con Dio; eppure, chi può essere certo di avere una contrizione perfetta? Poiché è così facile essere ingannati in questa materia, colui che è venuto all’uso della ragione dovrebbe fare una buona Confessione prima di ricevere la Confermazione, in modo da essere sicuro di riceverla degnamente.

  1. Le persone da confermare dovrebbero anche essere ben istruite nelle principali verità di fede, specialmente in quelle concernenti la natura, l’efficacia, e la dignità di questo Sacramento. In passato la Confermazione veniva conferita ai neonati prima che giungessero all’età della ragione e così, la preparazione ora richiesta non era necessaria. Questa pratica, tuttavia, è stato da tempo abbandonata, e quasi ogni persona che si avvicina a questo Sacramento ha l’età per istruirsi. Per questo motivo, è necessario una conoscenza delle principali verità della nostra religione; vale a dire: una conoscenza per quanto riguarda il Credo degli Apostoli, i Comandamenti, i Sacramenti, in particolare il Sacramento che si sta per ricevere, la preghiera del Signore, e l’Ave Maria. Una persona che non conosce queste cose non deve essere ammesso alla Confermazione. Una persona che sta per ricevere un Sacramento non può non essere ben istruita. Colui che, per sua colpa, ha una conoscenza insufficiente della dottrina cristiana, si espone ad un grande pericolo. – All’istruzione approfondita nella dottrina cristiana e ad una buona Confessione, deve essere aggiunta una fervente preghiera come preparazione speciale alla Confermazione. Gli Apostoli hanno trascorso nove giorni in fervente preghiera per prepararsi alla venuta dello Spirito Santo: dall’Ascensione alla Pentecoste … “erano perseveranti e concordi nella preghiera, con Maria, la madre di Gesù.” (Atti I, 14) Coloro che stanno per essere confermati, dovrebbero quindi imitare questo esempio degli Apostoli: dovrebbero essere nel raccoglimento e nel ritiro; dovrebbero poi spesso invitare lo Spirito Santo a venire nelle loro anime per la comunicazione delle sue grazie. A tal fine sarebbe bene ripetere spesso una preghiera o un inno allo Spirito Santo, come il “Veni creator Spiritus”, o la seguente:

SPIRITO SANTO.

Santo Spirito, benedetto e puro,

nei nostri cuori vieni e riposa!

Fiamma d’amore brucia dall’alto!

Triste è la vita, porta la gioia,

porta la pace, la vita è sì dura;

I nostri cuori dolenti guarisci.

Purifica tutti ogn’ora di più!

Pura colomba vieni a protegger!

Luce ed amore metti nei cuor!

Dall’ima valle di vita allontanaci,

e sulla strada celeste deh guidaci!

Rischiara noi col lume di fede

fin’al dì che di morte siam preda.

Di dolore e tristezza in quell’or,

all’alma nostra da’ pace e letar.

Ai nostri cuori insegna a pregare,

Sii pio ospite nostro sì grato.

Donaci fede, speranza ed amore,

onde regnare per sempre con Te!

I confermandi dovrebbero quindi ardentemente desiderare ed implorare la pienezza di quelle grazie fortificanti che la Confermazione conferisce: “Il Padre vostro celeste darà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono” (Luca XI, 18). – Infine, è di uso comune ricevere questo Sacramento digiuni. Questo, tuttavia, non è d’obbligo, e non può essere programmato quando il Sacramento viene conferito nel pomeriggio. – Essendo quindi adeguatamente preparati per questo Sacramento, i destinatari riceveranno da esso abbondanza di luce e forza divina, che li renderà, per così dire, leoni più formidabili di tutti i nemici della loro salvezza. Quelli, invece che, per mancanza di preparazione adeguata, si avvicinano alla Confermazione indegnamente, lungi dal ricevere alcun beneficio da esso, diventano ancora più peccaminosi di quanto non fossero prima, aggiungendo ai loro primitivi, il senso di colpa per l’orribile crimine di sacrilegio. Invece di essere riempiti di Spirito Santo e dei suoi sette doni, essi saranno riempiti dallo spirito delle tenebre che prende possesso di loro ed opera in loro un dominio tirannico. E’ vero: il carattere del Sacramento sarà impresso nelle loro anime; ma, siccome lo hanno ricevuto in stato di peccato mortale, questo stesso marchio costituirà per loro in segno di vergogna, un segno come ribelli e disertori del campo di Gesù Cristo, e se non si pentono del loro sacrilegio e non si confessano prima della morte, il marchio indelebile impresso sulle loro anime dalla Confermazione, sarà per loro un rimprovero perenne tra i dannati, ed un’ulteriore tortura tra le pene dell’inferno. – La grazia di questo Sacramento, tuttavia, è loro conferita, non appena l’ostacolo venga rimosso, vale a dire, non appena veramente ci si pente dei loro peccati e si confessano correttamente.

  1. Perché ci si accompagna nella Confermazione ai padrini e alle madrine?

Perché possano presentare al Vescovo coloro che sono da confermare, e poi li assistano nel condurre una vita cristiana.

La Chiesa richiede che ci dovrebbe essere un garante ad accompagnare colui che è da confermare. E’ suo dovere presentare al Vescovo la persona da confermare, e poi, per quanto possibile, assisterlo nel condurre una vita cristiana. Mentre il Sacramento viene conferito, il garante tiene la mano destra sulla spalla destra della persona che riceve il Sacramento. Questo garante contrae un rapporto spirituale similmente al garante del Battesimo. Occorre ricordare che ai monaci e alle monache è fatto divieto di diventare garanti.

  1. Chi può essere garante di coloro che devono essere confermati?

Solo i buoni cattolici, che sono stati essi stessi confermati; ma il garante del Battesimo non dovrebbe essere il garante della Confermazione.

Il nostro caro Signore ci dice, nel Vangelo, che nessuno si aspetta di “raccogliere uva dalle spine, o fichi dai rovi … frutti buoni da un albero cattivo.” (Matteo, VII, 16, 17.). Allo stesso modo, non possiamo aspettarci che un cattivo cattolico possa aiutare un suo collega cristiano nel condurre una vita buona. Un cattivo cattolico, quindi, non è in grado di diventare un garante per colui che deve essere battezzato o confermato. Nessuno vorrebbe affidare il proprio danaro ad un uomo disonesto! E saranno i genitori così sciocchi dal procurare cattolici infedeli come garanti per i loro figli? E’ infatti loro dovere nominare come buoni garanti per i loro figli solo cattolici praticanti i quali, con le loro esortazioni e i buoni esempi, siano in grado di condurre i loro figliocci alla vera pietà e alla devozione. – E’ da osservare che, alla Confermazione, non ci può essere che un solo garante, a sua volta già confermato, dello stesso sesso della persona da confermare, e che non siano stati garanti anche per il Battesimo della persona che deve essere confermata. – Rendiamo grazie a Dio Onnipotente per la grazia di essere membri della Chiesa Santa Cattolica Romana. Ella sola è la grande dimora che lo Spirito Santo illumina e infiamma con il fuoco del suo amore. Ella sola è l’unica nave le cui vele sono piene di verità divine dello Spirito Santo. Ella sola è l’unica sposa al quale Gesù Cristo ha inviato il Paraclito. Ella sola è l’unica Chiesa riunita nel suo nome ed assistita dalla presenza del suo Santo Spirito. Su di Ella, come sull’umanità del Salvatore, i cieli si squarciano, e la colomba celeste, lo Spirito Santo, apre le sue ali. Ella sola è il corpo di cui lo Spirito Santo è l’anima. Tutti le membra sane di quel corpo, anche se impiegate in modo diverso, ricevono la vita da quest’anima. L’anima dà vita a tutte le membra: vede con gli occhi, sente con le orecchie, parla con la lingua, lavora con le mani, passeggia con i piedi, e consente ad ogni membro di adempiere al proprio ufficio. Così è per la Chiesa di Dio: i loro uffici sono diversi, ma la loro vita comune. Alcuni dei suoi membri operano miracoli, altri predicano il Vangelo, altri conservano una vita verginale, altri la castità coniugale. Ciascuno compie le sue proprie funzioni. Tutti hanno una vita comune, la vita e la grazia dello Spirito Santo. Nel seno della Chiesa soltanto diventiamo i templi dello Spirito Santo, i santuari dei suoi doni, santuari degni della massima venerazione finché il peccato non respinga la sua carità. Come sacri, dunque, sono quei templi del nostro corpo, se il peccato mortale – quel mostro orrendo! – non li riempie di abominio e desolazione! I nostri corpi sono, infatti, dei veri santuari, e l’anima è il tabernacolo e l’altare dello stesso. E tutto è stato impresso con il sigillo dello Spirito Santo, tutto è stato santificato dalla Chiesa. Qui c’è tutto quello che dovrebbe essere di più casto, puro, santo e sacro come l’altare, come il tabernacolo delle nostre chiese, come il santo calice in cui riposa il Dio di ogni santità. “Siate santi … siate perfetti, come il Padre vostro celeste è perfetto.” – Ora, se il Sacramento della Confermazione è una così fertile fonte di tante benedizioni e nello stesso tempo una primavera nell’anima, ci può mai essere qualcuno che non lo stimi e non lo ami, o che non abbia a desiderarlo, incantato dalla grandezza e dalla dignità di questo Sacramento divino, e che non riguarderà la grazia della presenza dello Spirito Santo come l’unico oggetto che meriti l’attenzione e la ricerca più ardente del proprio cuore? Che cosa sono tutte le altre cose senza questa grazia? Troni, corone, scettri, tutto si annichila nei loro “nulla” originali, ma con questa grazia acquistano tutti dignità eccelsa, e diventano tutti grandi. Considerate un povero abbandonato, coperto di stracci, che agli occhi degli uomini è oggetto di disprezzo o, nella migliore delle ipotesi, di compassione. Come può tuttavia, sembrare disprezzabile, se egli è tempio dello Spirito Santo, anzi agli occhi di Dio è più grande di tutti i sovrani di questo mondo, se privi della presenza di questo Ospite divino? – Vogliamo allora vedere una prova convincente ed un esempio veramente sorprendente di questa verità? Dove ne possiamo trovare uno? Al presente non lo troviamo certo nei palazzi dei grandi, né sui troni dei re, né alla testa degli eserciti tra i conquistatori, ma sulla graticola di un martire, al capezzale di un confessore santo o in una santa vergine. “Hai tu mai considerato che il martire, che il confessore, che la vergine consacrata sono al mio servizio?” … dice il Signore, con una speciale compiacenza. “Sì, Signore, li abbiamo visti. Ma in quali condizioni … fatti a pezzi, bruciati vivi, ricoperti di ulcere sporche, divorate vivi dai parassiti”! “Ah! Ah! dice il Signore, quelle vittime tuttavia, apparentemente colpite dal cielo, sono i favoriti del mio cuore, gli oggetti della mia compiacenza, i soggetti dei miei trionfi. Ma in mezzo alle nuvole che li avvolgono, vedo sprigionare i raggi della luce dello Spirito Santo che abita in loro. La vista di questa luce di grazia nel luogo stesso in cui tale martire o confessore o vergine soffre, diventa una sorta di altare eretto in mio onore. Il fuoco che li tormenta, i vermi che strisciano su di loro, sono i ministri della mia misericordia piuttosto che della mia ira. Sono le vittime preziose offerte a me come olocausti. Io le ricevo dalle mani dello Spirito Santo. Va’ poi, a contemplare i grandi nei loro palazzi, i ricchi circondati dalle loro glorie terrene e dagli splendori: se non sono i templi dello Spirito Santo, io non li conosco; o, se li conosco, è solo per dire loro un giorno : “via da me, voi maledetti, nel fuoco eterno!” – Dovremmo, quindi, porre la massima attenzione a preservare la grazia della presenza dello Spirito Santo, dal momento che questa grazia è per noi la più necessaria di tutte le cose. Che cosa sono tutte le altre cose di cui usufruiamo senza questa grazia, e se noi le possediamo, possono esse forse procurare la nostra felicità? Che cosa non hanno i santi fatto e sofferto per recuperare o conservare questa grazia? Che cosa ha attirato gli eremiti e gli anacoreti nel deserto, e sepolti vivi in tane e caverne? Ah! Ah! Essi rispondono: abbiamo avuto affidato un tesoro che abbiamo tenuto in vasi di creta. Ci siamo convinti che un ritiro più vicino non poteva essere sufficiente a garantirci un rifugio. Che cosa ha prevalso in questi pallidi ed emaciati penitenti per usare tale gravità con se stessi? L’aria echeggiava con i loro sospiri, la terra era bagnata dalle loro lacrime. Ah! Ah! Essi gridano a noi, dal rifugio dei loro ritiri: “Conoscevamo il prezzo della grazia della santa presenza di Dio, ed avevamo paura della nostra stessa fragilità”. Soprattutto, cos’è ciò che animava quei campioni invincibili della nostra santa fede, i gloriosi martiri, per salire con allegria il patibolo ed appressarsi al rogo fiammeggiante? Le loro membra sono state fatte a pezzi, e la terra è stata intrisa del loro sangue. La stessa voce del loro sangue risponde: “ … noi moriamo, moriamo, di gioia, anzi, avremmo volentieri dato mille vite, per preservare la vita della grazia”. Vivere per essa è possedere Dio quaggiù, e morire è goderLo per tutta l’eternità.

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Attualmente la Cresima è un Sacramento … fantasma, del quale esiste un pallido ricordo, perché praticamente i Vescovi, ministri del Sacramento stesso, non esistono più: quelli pseudo-consacrati con la formula (18 giugno 1968) del trio di satana: Botte-Bugnini-Montini, formula blasfema che nega la Santissima Trinità ed il “Filioque” e forma un “eletto manicheo”, sono assolutamente invalidi e sacrileghi, ed il loro falso sacramento è un arruolamento nell’esercito infernale; ma già quelli che erano stati “consacrati” con la formula di sempre, avevano giurisdizione o mandati da false autorità, gli antipapi succedutisi dal 26 ottobre 1958 in poi, usurpanti il Papato “impedito” di Gregorio XVII, Cardinal Siri, canonicamente eletto in ben quattro Conclavi. Sui ridicoli ed altrettanto blasfemi scismatico-eretici fanta-vescovi delle fraternità non-sacerdotali, o dei sedevantisti Thuchiani o degli auto consacrati senza giurisdizione, stendiamo un nero velo pietoso, anche perché puzzano di solfo … In pratica, i confermati, o cresimati che dir si voglia, al di sotto dei 60 anni, praticamente non ce ne sono più, se non quei pochi aderenti alla Chiesa eclissata. Ed alla luce delle considerazioni del testo di M. Muller sopra riportato, se ne vedono i risultati in tutti i campi, ed in prospettiva la situazione si prefigura sempre più fosca! Che fare …? Appare sempre più impellente la necessità inderogabile di mettersi alla ricerca di quei pochissimi Vescovi o Sacerdoti autorizzati della Chiesa Cattolica, quella “vera” eclissata, “una cum” Gregorio XVIII, successore canonico di Gregorio XVII, Cardinal Siri. In primis, si chiede la rimozione delle censure, poi si passa alla Confessione Sacramentale fatta “foglia per foglia” e quindi, in una vera Messa cattolica “di sempre” [di rito romano, ambrosiano, bizantino …], “una cum” Gregorio, si accede, avendo la preparazione minima richiesta, alla Cresima. Così si ridiventa cattolici a pieno titolo, e “soldati di Cristo”, impavidi difensori della sua unica “vera” Chiesa, pronti al sacrificio ed alla morte, se necessario, nella concreta speranza dell’eterna corona promessa dal Salvatore Nostro Gesù-Cristo. All’erta ragazzi, non perdiamo tempo prezioso!