IL RISPETTO UMANO

Rispetto umano.

[Ab. E. Barbier:

I TESORI DI CORNELIO ALAPIDE

Vol III, S. E. I. Torino, 1930 – imprim.]

1. Il rispetto umano è una schiavitù. — 2. Il rispetto umano è una vigliacca debolezza. — 3. Il rispetto umano è uno scandalo. — 4. Che cosa vi è di disordinato nel rispetto umano. — 5. Donde viene il rispetto umano e necessità di disprezzarlo. — 6. Fa un atto di coraggio chi vince il rispetto umano.

1. IL RISPETTO UMANO È UNA SCHIAVITÙ.

— Quale atto più servile che quello di ridurre e di costringere se medesimo alla necessità di conformare la propria religione al capriccio altrui? di praticarla, non più secondo le norme del Vangelo, ma secondo le esigenze degli altri? di non adempiere i propri doveri, se non nella misura voluta dal mondo? di non essere Cristiano, se non a talento di chi ci vede? S. Agostino condanna i savi del paganesimo, i quali mentre con la ragione vedevano un Dio unico, per rispetto umano si piegavano ad adorarne molti. E in forza di un altro rispetto umano, il Cristiano vigliacco non serve al Dio che conosce e nel quale crede: quelli erano superstiziosi e idolatri; questo diviene oggidì, per rispetto umano, infedele ed empio. Quelli, per non esporsi all’odio dei popoli, praticavano all’esteriore quello che internamente ripudiavano, adoravano quello che disprezzavano, professavano quello che detestavano: — Colebant quod reprehendebant, agebant quod arguebant, quod culpabant adorabant (De Civit. Dei). E noi, per evitare le censure degli uomini, per una vile dipendenza dalle vane usanze e dalle massime corrotte del secolo, noi disonoriamo quello che professiamo, profaniamo quello che riveriamo, bestemmiano, se se non con la bocca, con le opere, non già, come diceva l’Apostolo, quello che ignoriamo, ma quello che sappiamo e riconosciamo. I pagani contraffacevano i devoti, scrive Bourdaloue. e noi Cristiani ci facciamo scimmie degli atei. La finzione di quelli non riguardava che false divinità, e quindi non era più che una finzione; presso di noi al contrario, la finzione riferendosi al culto del vero Dio, diventa un’abbominevole impostura (Sermon sur le respect hum.). Ora. il fare così non è un rendersi schiavi, e proprio in quello in cui siamo meno scusabili, perché si tratta dell’anima e dell’eternità?… Nati liberi, tali dobbiamo inviolabilmente mantenerci per Iddio, cui si deve culto, fede, rispetto, adorazione, riconoscenza, amore…

2. IL RISPETTO UMANO È UNA VIGLIACCA DEBOLEZZA.

— La notte della Passione del Salvatore, la portinaia della casa di Caifa, disse a Pietro: « Non sei anche tu uno dei discepoli di quest’uomo? ed egli rispose: No » — Dicit Petro ancilla ostiaria: Numquid et tu ex discipulis es hominis istius? Dicit ille: Non sum (IOANN. XVIII, 17). Ecco la debolezza vigliacca del rispetto umano. Qui si è avverato, come si avvera sempre in simili casi, quel detto dei Proverbi: « Chi teme l’uomo, non tarda a cadere » — Qui timet hominem, cito corruet (Prov. XXIX , 25); e quell’altro del Salmista: « Non invocarono il Signore; quindi tremarono di spavento dove non c’era punto nulla da temere » — Deum non invocaverunt; illic trepidaverunt, ubi non erat timor (Psalm. LII, 6). La persona che si lascia vincere dal rispetto umano, teme quello che non è da temere, e non teme quello che bisogna temere… Che viltà, per esempio, non osare dimostrarsi Cristiano per un semplice segno di croce! Il segno del Cristiano non è forse la croce? Non è forse la croce, dice S. Agostino, che benedice e l’acqua che ci rigenera, e il sacrifizio che ci nutrisce, e la santa unzione che ci fortifica? (Tract. CXVIII, in Ioann.). Avete voi dimenticato che della croce furono segnate le vostre fronti, quando foste confermati dallo Spirito Santo? Perché segnarvela in fronte? Non forse perché su la fronte è la sede del pudore? Sì certo; Gesù Cristo volle armare con la croce, la nostra fronte contro quella falsa e misera vergogna del rispetto umano, che ci fa arrossire di cose che gli uomini chiamano piccole, ma che sono grandi innanzi a Dio. » Cosa indegna e vile è il rispetto umano, e non ve n’è altra che tanto degradi, abbassi e disonori l’uomo… Colui che ne è schiavo, non merita più il nome di uomo, ma il suo luogo è tra le banderuole che segnano la direzione dei venti; poiché non sa fare altro che questo… Una tale persona è sommamente spregevole… Che cosa è la che trattiene? un motto, un sarcasmo, una beffa, un segno… Oh! che piccolezza di spirito, che viltà di cuore! Ne arrossiamo noi medesimi in segreto, e non ci sentiamo l’animo di superare simili bagattelle!… Cerchiamo pure di nascondere e di orpellare con altri nomi questa fiacchezza, questa viltà, ma invano… Noi temiamo le censure del mondo, degli increduli, degli empi, degli ignoranti, degli accidiosi, dei dissoluti… Noi temiamo di acquistarci nome di spiriti deboli e pregiudicati, se pratichiamo la Religione; e non vediamo che somma debolezza è non praticarla. Qual cosa più vergognosa e più degradante, che la vergogna di comparire quello che si deve essere? Siamo canzonati; ma cosa vi è di più frivolo che le beffe? Chi è che si burla di noi? quale ne è il merito, il credito, la scienza, la virtù?… E noi osiamo vantarci coraggiosi, di animo grande, di carattere generoso? Codardia odiosa è il rispetto umano. Noi apparteniamo a Dio per tutti i titoli, per la creazione, la redenzione, la santificazione, la conservazione, e arrossiamo di servire Dio!… Il soldato si vergogna di servire il suo re! Di difendere la patria!… Noi ci adontiamo della Religione, della virtù! cioè, ci vergogniamo di essere creati ad immagine di Dio, di essere stati redenti col suo sangue; noi arrossiamo di ciò che forma la gloria degli Apostoli, dei martiri, dei dottori, dei pontefici, dei confessori, delle vergini. Noi abbiamo vergogna di chiamare Dio nostro padre, di essere suoi figli, di lavorare alla nostra salute, di andare al cielo! Quale stupidaggine e follia! o codarda debolezza, che non merita né indulgenza, né perdono!

3. IL RISPETTO UMANO È UNO SCANDALO.

— Il rispetto umano è uno scandalo ingiurioso a Dio, perché ne abbatte il culto… Scandalo che facilmente si comunica, essendo gli uomini molto proclivi a dire ciò che odono…; a fare quello che vedono farsi dagli altri… Ma è soprattutto uno scandalo affliggente, dannosissimo nei ricchi, nei potenti, nei dotti.

4. CHE COSA VI È DI DISORDINATO NEL RISPETTO UMANO.

— Primo disordine del rispetto umano: distrugge l’amore di preferenza che dobbiamo a Dio, il che è un annientare tutta la religione. Sacro dovere di ogni persona è preferire Dio alla creatura; ora, il rispetto umano fa anteporre la creatura al Creatore; e da ciò appunto questo vizio prende il suo nome che è disonorante come lo stesso vizio. Perché, infatti, lo chiamiamo rispetto umano? certamente non per altro motivo, se non perché ci fa preferire la creatura in vece del Creatore. Da un lato mi comanda Iddio, dall’altro mi comanda il mondo; ed io per non dispiacere alla creatura, a lei obbedisco a scorno di Dio e a detrimento della mia salute; con disprezzo di Dio e dei miei più sacri doveri… Per piacere all’uomo, divengo ribelle a Dio. E allora, addio Religione… – Secondo disordine del rispetto umano: getta l’uomo in una specie di apostasia. Quante irriverenze nel luogo santo, per paura di comparire ipocrita o bigotto!… L’altare non diventa forse, per lo schiavo del rispetto umano, l’ara del Dio sconosciuto?… non è anzi da lui disprezzato, disonorato, rinnegato? Gli Ateniesi onoravano il vero Dio senza conoscerlo; costui conosce il vero Dio, e lo dimentica, lo vilipende… Terzo disordine del rispetto umano: rende inutili le più preziose grazie di Dio. Un tale, per esempio, sente in se desideri e disposizioni ad una vita più ordinata, ma il rispetto umano li soffoca e riduce all’impotenza… Vorrebbe un altro convertirsi, confessarsi, accostarsi alla santa Eucaristia: pregare, santificale le feste, essere in una parola, veramente e apertamente e sinceramente virtuoso e fedele Cristiano; ma il rispetto umano lo trattiene, lo arresta, l’inceppa, lo impietrisce… Si vorrebbe fare il bene e adempiere tutti i doveri di buon Cristiano, ma si vorrebbe che il mondo non se ne accorgesse… Si esce di chiesa, si parte dalla predica ben persuasi, ben convinti, e risolutamente determinati a fare quello che si è udito, ma ecco il rispetto umano che fa barriera insormontabile alle buone risoluzioni, manda a monte ogni anche ottimo provvedimento già preso… E così tutte le più elette grazie cadono vane sotto il peso di questa vigliacca debolezza prodotta dal rispetto umano…

5. DONDE VIENE IL RISPETTO UMANO E NECESSITÀ DI DISPREZZARLO.

— Il Vangelo, parlando dei progressi che faceva la dottrina di Gesù negli animi, dice che anche parecchi fra i primari e i maggiorenti dei Giudei credettero in Gesù Cristo, ma nota che non ne facevano professione esteriore, temendo che i farisei li scacciassero dalle sinagoghe; poiché stava loro più a cuore la lode degli uomini, che la gloria di Dio: — Ex principibus multi crediderunt in eum; sed propter pharisæos, non confìtebantur, ut e synagoga non eiicerentur. Dilexerunt enim gloriam nominimi magis quam gloriam Dei (IOANN. XII, 42-43). Ora tutti quelli che si lasciano guidare dal rispetto umano, non sono essi guidati da simili motivi?… O sì, questi sono la vera sorgente del rispetto umano!… Si temono le osservazioni, gli appunti, le critiche degli uomini!… Ora perché non abbiamo noi i sentimenti di S. Agostino e non diciamo con lui: « Fate pure di me quel giudizio che più vi garba; per me tutto il mio desiderio è che la mia coscienza non mi accusi innanzi a Dio (Senti de Augustino quidquid libet, sola me conscientia in oculis Dei non accuset – Contro, Secundin. 1. I, c. I ) » . – E necessità indeclinabile per il fedele, il calpestare il rispetto umano. « Bisogna credere col cuore per ottenere la giustificazione, scrive il grande Apostolo, ma per arrivare alla salvezza ci vuole la confessione della bocca » — Corde ereditar ad iustitiam, ore autem confessio fit ad salutem (Rom. X, 10); e al suo discepolo Timoteo inculcava che non si vergognasse di rendere testimonianza al Signore Gesù Cristo e non arrossisse di lui. Paolo, schiavo del medesimo Gesù; ma soffrisse con lui per l’Evangelo, secondo la forza che gliene veniva da Dio: — Noli erubescere testimonium Domini nostri, neque me vinctum eius; sed collabora Evangelio secundum virtutem Dei (II Tim., II, 8). Poi, parlando di se medesimo ai Galati poteva dire con la fronte alta: « Di chi cerco io l’approvazione? degli uomini o di Dio? Forse che mi studio di piacere agli uomini? Se piacessi ancora al mondo, non sarei servo di Dio? » — Modo hominibus suadeo; an Deo? An quæro hominibus piacere? Si adhuc hominibus placerem, Christi servus non essem (Gal. I , 10). – « No, dice altrove questo grande Apostolo, io non arrossisco del Vangelo » — Non erubesco Evangelium (Rom. I, 16); « e poco m’importa del giudizio che voi od altri facciate di me » — Mihi prò minimo est ut a vobis iudicer aut ab humano die (I Cor. IV, 3). Non meno chiaramente del discepolo, già aveva parlato il maestro, perché parole formali di Gesù Cristo sono le seguenti: « Se alcuno si vergognerà di me e della mia dottrina, il Figliuolo dell’uomo si vergognerà di lui quando verrà circondato della sua maestà e di quella del Padre, e degli Angeli santi » — Qui me erubuerit, et meos sermones, huno Filius liominis erubescet, cura venerit in maiestate sua, et Patris, et sanctorum angelorum (Luc. IX, 26). E poi di nuovo: « Chi mi avrà rinnegato dinanzi agli uomini, sarà pure rinnegato da me in faccia al Padre mio che è nei cieli » — Qui negaverit me coram hominibus, negabo et ego eum coram Patre meo, qui in cælis est (MATTH. X, 33). Ascoltiamo dunque l’avviso d’Isaia e non spaventiamoci dell’obbrobrio e delle bestemmie degli uomini: — Nolite timere opprobrium hominum, et blasphemias eorum ne metuatis (ISAI. L I , 7).

6. FA UN ATTO DI CORAGGIO CHI VINCE IL RISPETTO UMANO. — « È gloria grande seguire il Signore, dice il Savio; da lui si avrà lunghezza di giorni » — Gloria magna est sequi Dominum: longitudo dierum assumetur ab eo (Eccli. XXIII, 38). « Perché non rinnegarono il Cristo, scrive S. Agostino, passarono da questo mondo al Padre celeste: confessandolo, meritarono la corona di vita, e la tengono per sempre (Quia Christum non negaverunt, transierunt de hoc mundo ad Patrem; confitendo, coronam promerentes, et vitam sine fine tenentes – In Eccli.) ». Che cosa fece mai di così grande, il buon ladrone, domanda S. Giovanni Crisostomo, di andare così presto in cielo? Volete voi che vi dica in due parole la sua virtù? Udite: mentre Pietro rinnegava Gesù Cristo ai piedi della croce, allora egli lo confessava pubblicamente su la croce. Il discepolo non ebbe coraggio di sopportare le minacce di una vile fantesca; ma il ladrone vedendo intorno a sé tutto il popolo che urlava, schiamazzava, bestemmiava contro il Cristo, non tenne in nessun conto tutto quel baccano; non si fermò alle umiliazioni presenti del crocifisso, ma veduto tutto cogli occhi della fede, non badando alle illusioni esteriori, calpestando ogni rispetto umano, riconosceva nel paziente il Signore dei cieli, e a Lui sottomettendo le facoltà dell’anima sua, ad alta voce e senza paura di essere burlato, esclamava: Signore, ricordatevi di me, giunto che sarete al vostro regno (Homil. de Cruce et latrone). E in ricompensa della sua viva fede, del suo coraggio nel confessarlo in faccia a tutta la folla, senza badare a rispetto umano, ebbe la dolce ventura di udirsi rivolgere dalla bocca medesima di Gesù Cristo quelle consolanti parole: « Oggi sarai con me in paradiso — Hodie mecum eris in paradiso (Luc. XXIII, 43). La forza, la grazia, la salute, la gloria, stanno nel disprezzo del rispetto umano… Chi si mette sotto i piedi il rispetto umano, è padrone di sé, del mondo, di tutte le creature, del cielo, di Dio medesimo… Il Cristiano coraggioso non arrossisce mai di Dio, né della sua religione… In questo coraggio sta la vera gloria… Esso salvò la Maddalena, il pubblicano, il prodigo, il buon ladrone. Se essi avessero dato ascolto al rispetto umano, sarebbero tutti perduti; lo disprezzarono, sono lodati da Gesù e resi gloriosi… I Santi, i più eccellenti personaggi di tutti i secoli, tali divennero perché, disprezzando il rispetto umano, camminarono diritti alla loro via… Imitiamoli… « Se noi soffriamo con Gesù, dice S. Paolo, regneremo con lui; se lo rinneghiamo, anch’Egli ci rinnegherà » — Si sustiuebiinus et conregnabimus; si negaverimus et ille negabit nos (II Tim. I I , 12).« Essi ebbero timore di ciò che non dovevano temere, dice il Profeta,e il Signore spezzerà le ossa di quelli che cercano di piacere agli uomini;furono coperti di confusione, perchè Iddio li ha disprezzati » — lllic trepidaverunt ubi non erat timor, Deus dissipavit ossa eorum qui hominibus placent; confusi sunt, quoniam Deus sprevit eos (Psalm. LII, 6-7). Eccoun triplice castigo per quelli che si lasciano guidare dal rispetto umano perincontrare il genio del mondo: 1° il rompimento delle ossa, cioè la perditadella vita, della felicità, della pace, della salute; 2° la confusione, l’ignominia,la perdita della gloria; 3° il disprezzo di Dio e la riprovazione.

LO SCUDO DELLA FEDE (74)

LO SCUDO DELLA FEDE (74)

[S. Franco: ERRORI DEL PROTESTANTISMO, Tip. Delle Murate, FIRENZE, 1858]

PARTE SECONDA.

FRODI PER CUI S’INTRODUCE IL PROTESTANTISMO

CAPITOLO IX

NONA FRODE: LUSSO DEL PAPA E DEI PRELATI DI S. CHIESA.

Dopo d’avere rimproverata 1avarizia passano a rimproverare il lusso dei Sacerdoti e questo lo ritrovano specialmente nel Papa,nei Cardinali e nei Prelati di S. Chiesa, Vedete,dicono, se S. Pietro si sedeva sul trono, e se gli altri Apostoli si vestivano di porpora, e se sfoggiavano tanto lusso di palazzi e di cocchi: e dicendo ciò, par loro di poter condannare come falsa la Religione. Ora ascoltate: fingete per un momento, che tutto ciò sia un eccesso, che pure non è come ora diremo, ma fingete pure che sia un eccesso: ebbene che ha che fare ciò con la verità della Religione di Gesù Cristo? Al più al più si potrebbe dire che i Prelati non la osservano a dovere, ma perché essi non la osservano, dunque la Religione è falsa? Ci vuole un cervello d’oca per venire a questa conclusione. – Ma poi perché i Protestanti che hanno tanto zelo per la povertà Apostolica non incominciano a procurarla in casa loro? L’Inghilterra e la Prussia sono i paesi che servono di modello a tutti i Protestanti: nessuno lo reca in dubbio. Ebbene costì chi sono i Capi della Religione? In Prussia il Re, in Inghilterra laRegina. Se ripugna la dignità regia, il lusso e lo sfarzo all’autorità di Capo della Chiesa, questi che si arrogano di essere i Capi, perché fanno poi tanto sfoggio non solo di cavalli e di cocchi, ma ancora di spettacoli e di teatri? Perché non solamente lo procurano per sé, ma ancora per la moglie e per i figliuoli, o pel marito? Perché non riprendono le immense rendite ed il lusso dei Vescovi Anglicani i quali sono tanto più ricchi dei nostri Vescovi e Cardinali, e che sprecano tutto il loro danaro nel lusso della moglie e nel collocamento de’ loro figliuoli e delle loro figliuole invece di distribuirlo ai poveri? Ma sono anche Sovrani, direte voi. Sì, ma e perché non trovate anche qui da dire che S. Pietro non istava sul trono e nella porpora, e potreste con più ragione aggiungere che non istava tra tanti cortigiani e cortigiane? Ah ipocriti, avete la trave negli occhi propri e cercate il bruscolo negli occhi altrui quando anche non vi è! Ma infine non è vero che S. Pietro e gli Apostoli non avevano tanto lusso, e che però bisogna ridurre le cose a quella forma? Orsù se volete ridurre le cose a quella forma, io spero che non sarete uomini di doppio peso e di doppia misura. Se le cose si hanno da recare all’uso di quei tempi, le ridurrete tutte, non solo cioè il Papa ed i Prelati di S. Chiesa, ma anche i laici, ma tutto il popolo Cristiano. Sappiate adunque che quando S. Pietro e gli Apostoli andavano coperti di cenci, anche i semplici Fedeli non istavano molto largamente. Incominciate dunque anche voi a vivere nelle Catacombe come vivevano essi; là in quei segreti, tra quegli orrori, al buio in quei sepolcri. Allora i Fedeli (e l’abbiamo negli Atti Apostolici),vendevano tutti i loro beni e ne portavano il prezzo agli Apostoli, perché  lo distribuissero ai poveri ed alle vedove; fate voi altrettanto. Allora i Cristiani perseveravano nella s. Orazione le lunghe ore: da bravi incominciate a farvi vedere a pregare un po’ più assiduamente. Allora si comunicavano frequentemente ed anche tutti i giorni, intervenendo al Divino Sacrifizio: orsù fatevi vedere assidui alla S. Messa in  ogni festa ed alla Comunione almeno ogni mese. Allora stavano i Fedeli sempre parati a dare il sangue e la vita per Gesù Cristo in mezzo ai tormenti; mostrate dunque voi un poco di coraggio, se non in faccia ai Proconsoli ed ai Carnefici, almeno in faccia ai miscredenti ed ai libertini. Se volete ridurre tutto secondo l’uso di quei tempi, non siate ingiusti, non riducete soltanto il Papa ed i Vescovi. ma riducete tutti, anche i semplici Fedeli. Vi garba questo nuovo modo di vivere Cristiano? abbracciatelo dunque prontamente e poi riprenderete quei che non lo praticano. Che se vi riesce per ventura più comodo il vivervene a casa vostra tranquillamente ed attendere alle vostre faccende ed andare in Chiesa quando vi pare, anzi se vi pesa tanto l’andarvi anche quel poco, a cui con tutta discrezione vi obbliga la S. Chiesa, perché fate poi i falsi zelanti addosso ai Prelati di S. Chiesa, ai Cardinali, al Sommo Pontefice? Ah ipocriti, io ripeto di bel nuovo, ipocriti, che avete una bilancia a doppio peso, l’uno per voi e l’altro per gli altri. Ma spieghiamo ormai la verità. È egli vero che ripugni l’esterno decoro ed anche il Principato al Capo della Chiesa ed ai Prelati? Falso falsissimo. Nei primi tempi la Chiesa era in uno stato di estrema abiezione sì, ma non era quello il suo stato normale: come lo stato d’infanzia non è lo stato ordinario dell’uomo. Gesù permise per un tratto di tempo, che la Chiesa fosse piccola, nascosta, perseguitata, perché ognuno comprendesse che se ciò non ostante essa si stabiliva, si propagava, non era opera umana la sua fondazione, e così ognuno vi riconoscesse il braccio divino: ma passato quel tempo e somministrata quella prova alla nostra durezza, intenzione divina era che la S. Chiesa prevalesse e si rendesse cospicua a tutto l’universo, perché potesse spargere da per tutto la sua luce ed attrarre a sé tutti gli sguardi e conquidere i cuori di tutti gli uomini. Voleva adunque che fosse molto illustre anche per esterno decoro, mentre questa sua esterna grandezza doveva servire ad attirarle un maggior numero di figliuoli, e quindi quel lustro esterno non era di utile ai Pastori principalmente, ma bensì ai fedeli. – Così lo dimostrano tutte le profezie, che parlano della Chiesa, come di un gran regno, che si stenderà da un capo all’altro della terra, come altrove vi ho detto. Così ce lo significa lo stesso Gesù il quale gettò i primi semi di questa grandezza, col possedere che Egli fece in comune con gli Apostoli quel denaro che gli veniva fornito dai suoi fedeli, come si raccoglie dal santo Vangelo, il quale racconta che Giuda appunto era quello che li conservava presso di sé. Poi gli stessi Apostoli disponevano di grandi somme, come si ritrae dalla necessità in cui furono di eleggere sette Diaconi che le amministrassero a dovere. I Romani Pontefici successori di quelli erano nella stessa condizione, come si ricava dalle restituzioni che Costantino Imperatore fece fare alla Chiesa di molti denari rubati già prima dei suoi tempi dai suoi antecessori. S. Gregorio Magno nelle sue lettere fa vedere chiaramente di quali beni egli potesse disporre in Roma, in Sicilia ed altrove: sicché voi potete conchiudere che la Chiesa nacque col diritto di possedere come qualunque società; ed infatti ebbe subito ricchezze da disporre. Ma pazienza se la Chiesa se ne servisse per i poveri, ma impiegare quelle somme nel lusso, ohibò! Questa bella ragione del lusso fu tratta fuori la prima volta sapete da chi? Da Giuda, il quale trovò che la Maddalena aveva con troppo lusso impiegato un gran vaso di unguento prezioso intorno a Gesù, mentre si poteva adoprarne meglio il prezzo in vantaggio dei poverelli. E come fu adoperata contro Gesù, così fu poi spesso spesso messa in campo contro la sposa di Gesù Cristo la S. Chiesa. Gesù Cristo però non menò molto buona al perfido quella ragione ed anzi lodò la Maddalena di quel lusso come di un’opera molto santa, che essa aveva fatto: ed il somigliante vuol dirsi di quel decoro, che adoprano i Pastori di S. Chiesa che costoro riguardano come lusso. Imperocché come si adornano con gran magnificenza i Sacri Tempi, perché il lustro esterno c’innalzi la mente a Dio ed aiuti la nostra pietà e serva alla nostra divozione; così la S. Chiesa approva il lustro esterno dei sacri Pastori perché quell’esterna magnificenza ci dia un qualche concetto della stragrande autorità di cui essi sono investiti da Gesù Cristo e della riverenza che perciò loro si debba. I Principi della terra per dimostrare la loro potenza e dignità si valgono di ogni mezzo, impiegano a loro servizio gran numero di ministri, abitano palagi sontuosi e spiegano una somma magnificenza; ed i Prelati di S. Chiesa che hanno un autorità tanto più eccelsa di quella dei Monarchi terreni, quanto lo spirito eccede il corpo, non dovranno darlo a conoscere in nessun modo? Oppure si dovrà stimare una vanità quello che ritorna a gloria di Gesù, che ha dato tal potere agli uomini, ad onore della S. Chiesa che è stata fatta sì grande, ed a vantaggio dei fedeli i quali sono condotti perciò più soavemente da quella maestà esteriore a riverire ed ossequiare ed a sottomettersi all’autorità del Pontefice e dei Prelati? E che! Nell’antica legge non fu Dio stesso, il quale prescrisse ornamenti di immenso pregio al sommo Sacerdote ed ai Leviti? – Il trono però non sarebbe necessario al Sommo Pontefice, replicano i Protestanti. Ebbene fingete che non sia necessario: dunque per questo sarebbe un male? Tante cose non sono necessarie, che però non è male il farle. Che ripugnanza vi ha ad unire insieme queste due qualità di Principe e di Pontefice? Si sono riunite tante volte queste due dignità nell’antico popolo Giudaico, che fu la figura del popolo Cristiano, perché si dovrà adesso ritrovare in questo una ripugnanza? Ricordatevi anche dei Principi protestanti che sono Capi delle Chiese, contro cui nessuno però schiamazza, nessuno protesta. – Ma Gesù Cristo ha detto che il mio regno non è di questo mondo. Sì: ma perché i Protestanti che pretendono di aver presso di sé la vera Chiesa perché non si applicano questo testo; e perché sopportano dei Capi che sono Re o Regine? La verità è che queste parole di Gesù Cristo vogliono significare tutt’altro da quel che fanno dir loro tutti questi maestri d’ iniquità che v’imbecherano tutto giorno. Queste parole vogliono significare che Gesù Cristo, tuttoché sia Re universale di tutti gli uomini, tuttavia non si propose per fine di stabilire qui sulla terra un regno temporale nel quale egli reggesse gli uomini, come fanno i monarchi terreni: ma bensì che il suo intendimento quaggiù fu d’indirizzare tutti gli uomini a costituire quel gran Regno che avrà il suo pieno atto e compimento nel cielo, e che perciò è detto tante volte nel Vangelo il Regno dei cieli. Se queste parole s’intendono diversamente, riescono ad esprimere una bestemmia contro di Gesù; perché verrebbero a significare che Gesù non ebbe suprema potestà sopra tutti gli uomini, e che non può regnare sopra di essi anche quaggiù. Ora chi non sa che Gesù è uomo-Dio, ed in quanto è Dio è padrone di tutte le cose, in quanto è uomo ha ricevuto ogni cosa dal suo Padre, il quale tutto pose nelle sue mani, come parla il Vangelo (Joan. III, 35)? Adunque quando Gesù dice che il suo regno non è di questo mondo, non vuol dir altro se non se che Egli, sebbene padrone assoluto di tutti, non è venuto per fondare un regno temporale in cui regnare alla maniera degli altri Monarchi, come credevano molti Giudei ed anche i due Apostoli Giacomo e Giovanni, che perciò ambivano di sedere l’uno a destra, l’altro a sinistra di Gesù; ma che volle invece fondare una Monarchia spirituale che abbracciasse tutti i Fedeli, che Egli avrebbe poi accolto nel suo Regno spirituale e celeste dove se ne fossero resi degni. Ora che cosa fa il Sommo Pontefice? Continua l’opera stessa di Gesù, ordina tutti i membri di S. Chiesa, li regola, li sopravveglia, li ammaestra, li conferma, cioè costituisce i Vescovi, mantiene in tatto il deposito della Fede, definisce i dubbi dei Fedeli, che sono sparsi per tutto il mondo, e come è chiaro, non li indirizza a formare una Monarchia celeste e spirituale. Epperò può con tutto rigore dire anch’esso che il suo regno non è di questo mondo: se già qualcuno non giunge a tanto di stupidità da affermare che tutti i Cattolici dell’Universo siano sudditi temporali del Papa. – Né però questa qualità che egli ha di ordinatore dirò così del Regno spirituale di tutti i fedeli, toglie che egli possa essere anche ordinatore temporale di un piccolo stato qual è l’Ecclesiastico. Che anzi la sua immensa dignità lo rende più degno e lo fa più capace di bene amministrarlo: poiché sarà sempre, parlando generalmente, meno appassionato un Pontefice che un Monarca, e la scienza sacra della Religione di cui è fornito, gli gioverà sommamente eziandio per la temporale amministrazione. Tutto sta che a quel Trono egli vi abbia un qualche diritto legittimo. Ma il mettere anche solo in dubbio questo diritto del Papa al dominio temporale è il massimo assurdo che si possa immaginare, perché il Papa fu fatto Sovrano per spontanea sommissione che a lui fecero e Principi e popoli, perché la sua autorità è confermata dalla prescrizione di tanti secoli quanti non ne conta veruna Monarchia, perché è stato riconosciuto da tutti i Sovrani dell’universo ed anche da loro protetto. Se questi diritti non valgono, sbalzate pure da tutti i Troni quanti sono i Principi della terra, perché niuno ve ne ha che possa vantare diritti, che pareggino anche da lungi i diritti dei Romani Pontefici. Né niuno creda che l’avere da amministrare un Regno temporale, sia per nuocere all’amministrazione del Regno spirituale di tutta la Chiesa, perché è anzi tutto l’opposto. Che cosa ha da fare il Sommo Pontefice per indirizzare tutti alla beatitudine sempiterna? Risogna che possa parlare liberamente a tutti, a tutti annunziare le verità cristiane, tutti animare, tutti anche riprendere, minacciare e se sia necessario anche colpire con le debite pene. Se il Papa non ha le mani sciolte, come potrà fare a comandare liberamente? Ora fra le sue pecore conta anche i Principi, i Re, gl’Imperatori cristiani. Anche sopra di loro deve potere stendere la sua spirituale autorità ed ammonirli e consigliarli e riprenderli e se fa bisogno scomunicarli: se già non vogliamo dire che non siano più Cristiani e pecorelle di Gesù, perché sono costituiti in dignità. Ora come potrebbe il Papa esercitare tutti questi suoi inalienabili diritti sopra tali personaggi, se non fosse indipendente da loro? E come potrebbe essere indipendente da loro se fosse loro suddito? se essi gli potessero metter le mani addosso ed incarcerarlo e violentarlo ogni momento? Vi ricorderete certo di quando il S. Padre stava a Gaeta nel quarantanove. Che cosa dicevano tutti gli scellerati allora? Dicevano che quel che Egli stabiliva e decretava non era ordinazione sua, ma bensì del Re di Napoli, nel cui dominio egli stava: e da ciò pigliavano pretesto di non obbedirgli. Eppure ognuno sa che Egli era in pienissima libertà di costituire tutto quel che voleva senza che niuno gli facesse ostacolo. Altrettanto direbbero al presente, se fosse suddito temporale di qualche Monarca. Ed i Principi stessi sarebbero spesso tentati a dinegargli la debita sommissione. Imperocché qual Sovrano che l’avesse suo suddito, soffrirebbe poi di ricevere da Lui gli ordini nelle cose spirituali, specialmente quando questi gli fossero molesti? Se Egli poi fosse suddito temporale per esempio dell’Austria, gli obbedirebbe volentieri la Francia? Se fosse suddito temporale della Francia, gli obbedirebbe volentieri l’Austria? Chi conosce le cose del mondo non penerà a vedere quanto sarebbe difficile. Laddove essendo Egli stesso Sovrano, niuno può scusarsi col dire, o che gli manchi la libertà d’ordinare, o che ordini per altrui insinuazione. Nel che è mirabilissima la divina Provvidenza, la quale pel bene di Santa Chiesa, per la quiete dei Fedeli, e per l’accrescimento del Regno di Gesù, ha disposto che egli abbia un Regno non sì vasto che lo occupi soverchiamente, non sì piccolo che non lo renda augusto e venerando a tutto l’orbe, e bastevole però a mantenergli la necessaria libertà. – Da tutto ciò finalmente alcuni conchiudono, che dunque la S. Chiesa non potrebbe reggere senza l’umana potestà. A questa sciocca illazione io risponderò con una similitudine. La S. Chiesa non può reggere senza un qualche mezzo, come non può reggere la vita dell’uomo senza qualche cibo. Or come al presente ha destinato Iddio che sia il pane nostro cibo comune, così noi lodiamo la sua Provvidenza che ce lo manda. Similmente avendo Iddio per ora destinato che sia il Trono che mantenga al Pontefice la libertà necessaria a reggere la Chiesa, così noi lo ringraziamo che mantenga nel Pontefice questo Trono che gli conserva la libertà. Ma e se questo venisse a mancare, che cosa ne nascerebbe? E se mancasse il pane agli uomini che cosa avverrebbe? Come Dio avrebbe infiniti mezzi nella sua sapienza ed onnipotenza per provvedere agli uomini il cibo senza del pane, così avrebbe infiniti mezzi per sostentare la Chiesa senza del Trono Pontificale. Come però sarebbe un iniquo chi non ammirasse e lodasse la bontà di Dio nel darci il pane ora che Egli ha voluto che questo sia il mezzo del nostro sostentamento: così sarebbe uno scellerato chi impugnasse l’autorità temporale ora che Dio l’ha scelta come mezzo per mantenere al suo Vicario la necessaria indipendenza e libertà. In una parola Iddio provvederebbe alla sua Chiesa con altri mezzi dove lo volesse e dove gli piacesse di togliere questo, perché  la Chiesa deve durare sino alla fine dei secoli; ma avendo scelto questo, a noi appartiene l’accogliere con ogni riverenza la sua volontà. – Per ultimo volete sapere chiaro il motivo per cui si scatenano tanto contro il dominio temporale del Romano Pontefice tutti i settari e tutti quelli che li imitano? Non è per zelo di povertà Evangelica, poiché, senza calunniarli, voi sapete che non sono i più devoti e più grandi amatori della virtù quelli che così declamano: ma è invece un desiderio furibondo di spiantare la Fede dalla terra quel che li muove. La Regia dignità di cui è accompagnato il Pontefice, gli dà un tal lustro, un tal decoro, che giova immensamente a scolpire negli uomini, che si governano coi sensi, il rispetto e la sommissione. Rispettato e riverito così, egli ha maggior efficacia a soddisfare coi popoli al suo gran debito di reggerli nello spirito. Ora come essi vorrebbero levargli ogni autorità se fosse possibile, così fanno la guerra ad un mezzo che gliela concilia. Adoperano lo stesso con tutti i Principi anche secolari. Li consigliano che per rendersi popolari si spoglino della maestà esteriore, perché spogliati di questa si diminuisca il concetto loro e sia più facile il fare le rivoluzioni e balzargli dai troni. Similmente se potessero ridurre il Papa ad essere come un Sacerdote privato, lo metterebbero a poco a poco in disprezzo alle moltitudini e con ciò avrebbero resi i popoli meno disposti ad inchinarsi alla sua spirituale autorità. – Ed ecco spiegato il motivo per cui con tanto fiele sparlano di lui, sino a fingere torcendo il collo amore all’evangelica povertà. Per questo non possono patire che venga onorato con tante mostre di ossequio, che i popoli si prostrino a lui dinanzi, che gli bacino il piede e somigliante. Per questo ripetono che egli non è altro che il primo Vescovo, che è un uomo siccome noi. È tutto un finissimo odio che portano alla S. Chiesa. Ora voi dovete rispondere a costoro che è il primo Vescovo non solo, ma che ha un’autorità verissima sopra tutti i Vescovi; che è uomo siccome noi, ma che ha una dignità che non abbiamo noi; che è un uomo sì, ma un uomo a cui Gesù Cristo eterna verità ha promessa la sua assistenza, perché non erri mai nell’insegnare la verità; è un uomo sì, ma sopra cui Gesù ha fondata la sua Chiesa; è un uomo sì, ma che ha in mano dategli da Gesù le chiavi del Regno dei cieli; è un uomo sì, ma che ha potestà di sciogliere e di legare qualunque cosa sopra la terra, protestando Gesù che Egli riconoscerà tutti gli atti che egli farà; è un uomo sì, ma è il centro, il capo, il vertice di tutta la Chiesa, e la voce per cui parla Gesù a tutti i Fedeli. – Se però gli baciamo il piede, noi non facciamo nulla che non sia di gran lunga inferiore a quello che gli dobbiamo. Imperocché non ci curviamo dinanzi a lui perché è uomo, ma perché è uomo rivestito di una divina autorità: e questa è per l’appunto quella che con tale ossequio noi vogliamo riconoscere. A quegli sventurati che non hanno altri occhi che quei del corpo e che dell’anima sono al tutto ciechi, potrà questa apparire troppa sommissione; ma a quelli che intendono dirittamente le cose, tutta quella sommissione parrà un nulla. Che cosa direste di una talpa che si lamentasse che non esiste il sole? Ah se tu avessi gli occhi che hanno le aquile lo vedresti. Dite il simile a costoro; perocché sono uomini carnali incapaci di sollevarsi fino a comprendere le celesti verità.

LO SCUDO DELLA FEDE (73)

LO SCUDO DELLA FEDE (73)

[S. Franco: ERRORI DEL PROTESTANTISMO, Tip. Delle Murate, FIRENZE, 1858]

PARTE SECONDA.

FRODI PER CUI S’INTRODUCE IL PROTESTANTISMO

CAPITOLO VIII

OTTAVA FRODE. METTERE IN MALA VISTA IL SACERDOZIO

I nemici della S. Fede, dopo di avere malignato sopra le cose, passano a malignare sopra le persone: ed ecco un altro laccio, che tendono alla vostra semplicità per ingannarvi. Vi mettono davanti agli occhi i Sacerdoti vostri e vanno scovando tutti i loro difetti, tutti i loro vizi e peccati, e poi dopoché hanno fatto un gran quadro di scandali e disordini d’ogni maniera, come può essere buona, dicono, una Religione che ha Sacerdoti tanto viziosi? Miei cari, sentite bene la verità e vedrete quanto siano sciocchi quelli che così parlano. Io vi concedo prima che anche tra i Sacerdoti ve ne abbia dei cattivi e degli scandalosi. Sì, anche i Sacerdoti sono uomini, sonocomposti di carne, e possono mancare. Dunque la bontà della Religione dipende dalla bontà dei Sacerdoti? Oh quanto sarebbe sciocco chi ragionasse così! La Religione è buona, è santa perché è stabilita da Gesù Cristo. Se alcuni Sacerdoti non la osservano, tanto peggio per loro, perché ne saranno castigati a mille doppi di più che non i secolari; ma non per questo essa perde nulla della sua intrinseca bellezza e bontà. Se la Religione autorizzasse la malizia, la perversità dei suoi Ministri, allora avreste ragione di attribuirne la colpa alla Religione: ma mentre essa non solo non autorizza le colpe loro, ma le condanna con ogni maggior rigore, che colpa ne ha? Ebbene voi lo sapete; la Religione intima chiaro, che se voi secolari morite in peccato, sarete condannati al fuoco eterno, ma che se muoiono in peccato i Sacerdoti patiranno una dannazione molto più grave della vostra: saranno per loro i tormenti più acuti, gli strazi più crudeli, le carneficine più spietate dentro l’inferno: vedete dunque che la Religione non ha colpa dei loro traviamenti. Fingete per un momento che voi abbiate un figliuolo discolo e malvagio: voi per ridurlo sul buon sentiero, l’avvisate, lo riprendete; lo minacciate, mettete mano al castigo, fate tutto quello che potete. Ora se questo rimanesse sempre caparbio ed ostinato al solito, potrebbe qualcuno rigettarne la colpa sopra di voi, che avete fatto tutto il possibile per ridurlo? Ebbene, questo che voi trovate ingiusto, se sia praticato a vostro riguardo, voi lo fate poi con la Religione. Anche essa ha sgridato, ha minacciato ed a suo tempo castiga il Sacerdote scandaloso: perché dunque recarglielo a colpa? Io vi ho concesso che anche tra i Sacerdoti ve ne sono dei cattivi e degli scandalosi, ma vi debbo poi osservare che per grazia di Dio sono poi moltissimi i buoni. Quanti poveri Parrochi che non si risparmiano né dì né notte per accorrere in tutti i vostri bisogni! Quanti Sacerdoti che sono indefessi ad assistere le lunghe ore nei Confessionali! Quanti assistono i poveri ammalati le notti intere! Quanti che secondo le loro forze non lasciano di aiutare anche con limosine i poverelli! Chi sono quelli che lasciando la loro patria volano a paesi barbari in mezzo ad infiniti pericoli, attraverso i mari ed i deserti, per insegnare la S. fede ai Gentili ed ai selvaggi? Sono i Sacerdoti. Chi sono quelli che si affaticano anche nei nostri paesi nelle S. Missioni? Sono i Sacerdoti, sia secolari, sia regolari. Chi sono quelli che si struggono il cervello negli studi sacri per comporre libri di pietà e di edificazione per i popoli? Sono i Sacerdoti. Chi sono quelli che sostentano con le loro fatiche, contro tutti i nemici della vostra anima, il vero vostro vantaggio temporale ed eterno? I Sacerdoti. Sapete perché in confronto dei cattivi i buoni non paiono tanti? Perché i cattivi fanno come la ruota peggiore del carro, stridono di più. si fanno vedere su tutti i mercati, in tutte le adunanze, perfino nelle taverne, nei giuochi e sono un pruno negli occhi di tutti; laddove i buoni stanno più ritirati, più raccolti, occupati o coi libri, o nelle Chiese a fare del bene, e così fanno meno rumore e perciò paiono pochi anche che sieno molti. Vedete dunque quale ingiustizia sia il calunniare tutti i Sacerdoti, come fanno cotesti maestri d’iniquità, dicendo che sono tutti d’una stampa. No, non sono tutti così: ve ne sono dei buoni, se ve ne sono anche dei cattivi. Trovereste giusto che si condannassero tutti gli uomini di una professione, perché alcuni in quella professione sono rei? Tra i contadini senza dubbio alcuni rubano la roba del padrone: sareste contenti che fossero tutti i contadini chiamati ladri? Tra gli artieri ed operai ve ne sono alcuni che non fanno bene l’arte loro: sarebbe giusto che si chiamassero tutti guastamestieri? Tra le fanciulle e le maritate ve ne sono alcune civette ed infedeli al loro Sacramento? Si potrà dunque fare l’onore a tutte le donne anche alle vostre mogli ed alle vostre figliuole di chiamarle mondane? Come dunque chiamate cattivi tutti i Sacerdoti, perché ve ne sono tra essi alcuni cattivi? Dovreste piuttosto (e sia detto qui di passaggio) rispettarli tutti, giacché la loro augustissima dignità non vien meno per qualunque colpa essi commettano. Se essi fanno del male, il fanno per sé, a noi non recano danno. La parola che annunziano è parola di Dio, e questa parola non s’imbratta anche passando per una bocca indegna. L’assoluzione che essi ci danno nel Tribunale di Penitenza è buona lo stesso. La S. Messa ha per noi che l’ascoltiamo lo stesso valore, è buona altresì la S. Comunione che ci amministrano e così dite dell’Estrema Unzione e di tutto quello che ci prestano nel loro Ministero. La loro autorità non scema in vista della loro indegnità. Se però Iddio stesso mantiene loro quell’autorità che ha loro donata, malgrado la loro malvagità, perché non la rispetteremo noi? Ah guai a quei Cam maledetti che invece di ricoprire pietosamente i falli dei Sacerdoti loro padri, li rivelano e li aggravano! Che Iddio prenderà a suo tempo le loro vendette! Il grande Imperatore Costantino era solito dire: Io per me se vedessi con gli occhi miei un Sacerdote a commettere una colpa, lo andrei a ricoprir con la mia porpora imperiale, perché nessuno la risapesse: tanto comprendeva egli il rispetto che si deve all’immensa loro dignità! Che se volete sapere quale sia poi il castigo più tremendo che Dio manda sopra quelli che insultano e sparlano dei ministri di Dio, io ve lo dirò: a quelli che hanno tanto insultato i Sacerdoti in vita, Dio permette che manchino talvolta i Sacerdoti in morte. In quest’ultima ora se venissero intorno al vostro letto tutti i Principi, tutti gl’Imperatori, tutti i Sapienti dell’Universo, qual bene potrebbero fare alla vostr’anima? Potrebbero pregare per voi, ma niuno potrebbe sciogliervi dal minimo dei vostri peccati. Il Sacerdote solo è quello che ha l’autorità di assolvervi, o buono o cattivo che egli sia, e quello che egli scioglie in terra sarà sciolto in cielo, quello che egli lega qui sarà legato anche lassù. E se per giusto giudizio di Dio egli vi mancasse in quell’ora, e voi vi trovaste aggravato di peccati mortali, che sarebbe di voi? Nel secolo passato un famoso empio si burlò tutta la sua vita dei ministri di Dio; all’ultima ora, quando si vedono le cose diversamente da quello che si veggono in vita, mandò a chiamare il Sacerdote. Ma che? I suoi stessi amici non glielo lasciarono entrare mai nella stanza ed egli urlando e bestemmiando morì disperato. Questi esempi si sono ripetuti altre volte, e guai se si ripetessero anche in noi! Ma ritornando ora al punto principale, stampatevi bene in mente che la Religione è sempre buona lo stesso, ancorché alcuni Sacerdoti siano cattivi, e che non è altro che un errore gravissimo quello di rifondere sopra la Religione quella colpa che la Religione proibisce con tutto il rigore. Un’altra tristizia adoperano ancora costoro contro i Sacerdoti del Signore, per metterveli in disistima e disamore, e sapete qual è? Ve li dipingono come interessati. E non vedete, dicono ossi, che vogliono denaro per la Messa, per la Predica e per ogni ministero spirituale? Sentite dunque una parola di risposta, ma imprimetevela bene in mente. Che siano proprio i Protestanti a farvi questa difficoltà, questo è prendersi gabbo di voi e della vostra semplicità. Per amor del Signore aprite gli occhi. I loro ministri o Sacerdoti che li vogliate chiamare sono essi disinteressati? Hanno delle prebende tanto pingui che, secondo il calcolo fatto, la setta Anglicana sola ha per i suoi ministri più denaro di quello che abbia tutto il clero Cattolico sparso in tutta la terra. Non lo impiegano poi pei poverelli, giacché hanno da mantenere il lusso alla propria moglie, hanno da far la dote alle figliuole, hanno da provvedere ai loro figliuoli. E che cosa fanno poi pel popolo, mentre godono entrate sì pingui? Non confessano, non assistono gli ammalati, non celebrano messa, tutto il loro grande affare si riduce ad un poco di predica la festa, che per ignoranza o per pigrizia non sanno neppure a mente, ma vanno a leggere in pubblico. Ora che costoro abbiano poi coraggio di chiamare interessato il Clero Cattolico è un vero orrore. Del resto che cosa fa poi il Clero Cattolico? Si fa pagare forse le Messe, le Prediche e simili come scioccamente, per non dir peggio, parlano alcuni? nulla meno: non si fa pagare né la Messa né la Predica, perché se si dovesse pagare quel gran Sacrifizio o la divina parola, non solo voi, ma neppure tutti i Principi della terra avrebbero tanto nel loro erario da poterla pagare. I loro ministeri li esercitano gratuitamente, perché non si vendono né le Messe, né le prediche, né i Sacramenti. Solo si riceve una limosina, perché è necessario che anche i Sacerdoti vivano. E ciò conformemente alla Santa Scrittura, la quale ci fa sapere dei Sacerdoti antichi che per divina disposizione, oltre alle decime che ricevevano da tutte le tribù, avevano ancora molte offerte e regali in varie occasioni: anzi anche conformemente al nuovo Testamento, nel quale S. Paolo ci fa sapere che i Sacerdoti meritano anzi per la dignità del loro ufficio un doppio onorario (I Tim V. 17), e che non è gran cosa che quelli che vi somministrano il cibo dell’anima, ricevano poi da voi il cibo del corpo (1 Cor. IX, 11): perché finalmente chi serve all’altare deve vivere dell’altare (Ibid. 13). – Quello poi che dicono alcuni, che gli antichi sacerdoti campavano del lavoro delle proprie mani, è parte vero, parte falso. È vero che in alcune occasioni per togliere ai Gentili l’occasione di mormorare dei sacerdoti, quasi predicassero il Vangelo per interesse, si alimentavano col lavoro delle proprie mani, e questo lo fanno anche al presente molte volte i nostri missionari tra i Gentili per lo stesso motivo; è falso che il facessero sempre, perché dove erano stabilite le Cristianità essi si occupavano dei ministeri spirituali e ricevevano dai Fedeli il loro sostentamento: come si vede chiaro da quel che fece S. Pietro e gli altri Apostoli, che non si vollero neppure occupare troppo della distribuzione delle limosine per non rubare il tempo agli esercizi spirituali, e che per questo ufficio elessero dei diaconi, come si racconta negli atti degli Apostoli (Act. VI, 2). Del resto cominciando dal nostro Gesù sommo Sacerdote, il quale era mantenuto nelle sue predicazioni divine dalle limosine di Giovanna, di Maddalena, di Susanna e di altre ricche persone, come ricorda il s. Vangelo (Luc. VIII, 2,3), i Sacerdoti hanno sempre campato con le limosine dei Fedeli; e questo è sommamente giusto, perché i Sacerdoti non possono attendere alle anime dei Fedeli, ed esercitare tutto insieme una professione per vivere: e guai a quei figliuoli disamorati ed irreverenti che hanno il coraggio di malignare sopra i Padri delle loro anime e di contare quasi i loro bocconi; perché Iddio dissimulerà per qualche tempo le offese loro fatte, ma poi farà conoscere che è stato contro di Lui commesso l’affronto che si fa ai suoi ministri.

LO SCUDO DELLA FEDE (72)

LO SCUDO DELLA FEDE (72)

[S. Franco: ERRORI DEL PROTESTANTISMO, Tip. Delle Murate, FIRENZE, 1858]

PARTE SECONDA.

FRODI PER CUI S’INTRODUCE IL PROTESTANTISMO

CAPITOLO VII

SETTIMA FRODE:

IMMAGINI E RELIQUIE FONTE DI IDOLATRIA

Un altra ragione per cui i Protestanti ci chiamano idolatri, è perché onoriamo le immagini dei Santi, e veneriamo le loro reliquie. Che anzi sopra ciò fanno uno strepito che mai il maggiore, citano a diritto e a rovescio testi della S. Scrittura, giurano che siamo peggiori dei Gentili, e giungono fino a dire che per mantenere queste nostre superstizioni, abbiamo anche falsificati i comandamenti di Dio. Ora, miei cari, state in guardia, perché questa è una frode loro, niente inferiore alla precedente. Ed in primo luogo ricordatevi di quello che vi hanno spiegato i vostri Sacerdoti nel Catechismo intorno alle Sante Immagini e Reliquie. Forse vi hanno detto mai che nel legno, nella carta, nelle tele, nel metallo di cui sono composte le immagini o le statue si contenga qualche virtù? Niente affatto. Anzi la S. Chiesa ci proibisce assolutamente di credere che in esse esista alcuna virtù o potenza, ci proibisce di porre la nostra confidenza in quelle statue ed immagini materiali, e vuole che tutto l’onore che noi rendiamo loro, tutto si riferisca all’originale, cioè ai Santi, alla Madonna, allo stesso Gesù che vivono e regnano in Cielo; tantoché quando baciamo le immagini o ci inginocchiamo davanti ad esse, noi non adoriamo né onoriamo quelle, ma il nostro onore si rapporti ai Santi, alla Madonna, la nostra adorazione si riferisca a Gesù. Questa è la dottrina di S. Chiesa, siccome è noto da tutti i Catechismi e dal S. Concilio di Trento. – Ora non basta ciò solo a dimostrare che non v’ha, e non vi può essere Idolatria? Se noi non riconosciamo nelle Immagini niuna potenza, niuna virtù dunque non le riconosciamo come divinità, se non le riconosciamo come divinità dov’è l’Idolatria? All’istesso modo se in esse non facciamo altro che onorare gli originali, dunque non v’è culto prestato al legno, al metallo, alla tela come essi dicono, e chiediamo di nuovo dove sta 1’Idolatria? – Ma allora perché servirci di Immagini? Veramente non avremmo bisogno di dare tanti perché, mentre potremmo rispondere perché ha sempre fatto così la S. Chiesa illuminata e diretta dallo Spirito Santo, e questa ragione sarebbe più che bastante: tutta volta per compassione alla loro ignoranza diremo anche loro che le ragioni sono

molte e gravissime. Noi ci serviamo delle Immagini sacre perché esse risvegliano in noi la memoria di Gesù, della Madonna, dei Santi, e così ci invitano soavemente ad invocarli. Perché anche i Protestanti fanno fare i ritratti del loro padre, della loro madre, dei loro parenti e delle persone che loro sono care? A che servono essi? Vi risponderanno, che per mantenere viva la memoria di loro che forse sono già morti o sono lontani, e per tenerli così sempre quasi presenti. Ebbene noi desideriamo di ricordarci spesso di Gesù nostro padre, di Maria nostra madre, dei Santi nostri fratelli ed amici, e mentre siamo ancora lontani da loro, li vogliamo vagheggiare almeno nei loro ritratti. Che cosa hanno a ridire? – Servono poi le Immagini sacre, inoltre perché fanno una impressione molto giovevole sui nostri cuori, perché ci mettono quasi sott’occhio i Misteri della vita di Gesù, e le opere dei Santi che tanto lo amarono. Non è forse vero, che il vedere un bel Gesù bambino, ci rappresenta in un attimo tutte le tenerezze della sua divina Infanzia? S. Francesco di Assisi, ad una tal vista s’inteneriva sino a piangere dirottamente. Non è forse vero che un bel Crocifisso ci mette sott’occhio tutte in un punto le pene di Gesù, le sue agonie, i suoi spasimi, la sua morte, e ci commuove fortemente? Tutti i Santi si sentivano struggere il cuore nel contemplarlo. E così dite di un bel cuore di Gesù che colle sue fiamme ci fa risovvenire l’immensità dell’amore che Egli ci ha portato? Così dite delle immagini di Maria che ci ricordano che abbiamo in Cielo una Madre amorosa che prega per noi. Cosi dite di quelle dei Santi che ci rammentano quello che essi hanno fatto e patito per Gesù e ci animano a fare altrettanto? Gli è perciò che i buoni fedeli tanto amano le immagini sacre, e godono di vederle nelle Chiese dove si raccolgono a pregare, perché queste aiutano l’immaginazione a star raccolta, amano di vedersele nelle case, perché siano loro di eccitamento di buoni e santi pensieri, amano di vedersele soprattutto intorno al letto per ricordarsi di Gesù e di Maria quando si levano, e quando vanno al riposo, e le tengono carissime perfino nell’ora estrema, e le baciano e le stringono al cuore con grande affetto, quasi già si stringessero con Gesù e con Maria. Infelici pur troppo coloro che non capiscono cose sì chiare! Quelli soltanto possono non amare le sante immagini che non amano gli originali: perché non è possibile odiare il ritratto quando si ama la persona da esso rappresentata. Servono inoltre le sante immagini alle persone rozze che non sanno leggere come d’un istruzione. Imperocché vedendo in esse rappresentati i misteri della vita, della passione, della morte di Gesù, se ne fissano in mente tutti gli atti e le circostanze più belle e più non le dimenticano. E lo stesso avviene con proporzione delle vite dei Santi e della Vergine che servono a nostra edificazione, a nostro esempio, ed a stimolo del bene operare. Ai nostri tempi per insegnare alla gioventù mille inezie che non importano nulla, s’impiegano rami e pitture di gran lusso, ed i Protestanti medesimi ne fanno un uso continuo, e non capiscono poi che la S. Chiesa, la quale ha una sapienza celeste, abbia potuto prima di loro far servire questo mezzo alla istruzione dei suoi fedeli? Finalmente le S. immagini servono talvolta ad un eccitamento di pietà più straordinario. Imperocché compiacendosi Iddio frequentemente di essere glorificato per occasione di esse in modo più speciale in qualche Chiesa, in qualche Santuario, e spandendo ivi grazie più copiose per allettare i fedeli a concorrervi, questi vi si conducono con più sollecitudine, pregano con più fervore, si sentono accrescere la fiducia e riconoscendo con maggior fede qualche mistero della vita di Gesù, ed onorando con maggior pietà qualche servo di Lui, oppure la sua gran Madre, riportano favori e grazie più segnalate. Di che resta come rinnovata la pietà cristiana la quale per nostra debolezza va pur troppo soggetta ad illanguidire e venir meno. – Oltre il culto delle S. immagini, condannano anche quello delle S. Reliquie, ma è chiaro che ei s’ingannano e vogliono ingannare anche qui: perocché le ragioni che valgono in favor di quelle, non valgono meno in riguardo di queste. Noi ci serviamo delle Reliquie, come delle immagini per ricordarci delle persone di cui sono reliquie, e per muoverci ad amarle e ad imitarle senza attribuir loro nessuna materiale virtù. Il perché tutto quello che essi dicono contro di noi in questo proposito è mera calunnia. Del resto ini pare che i Protestanti non sappiano al tutto quello che siano le Reliquie da noi venerate. Imperocché se lo sapessero potrebbero parlare come ne parlano? Le Reliquie principali che si venerano nella S. Chiesa, sono in primo luogo quelle della S. Croce, delle sacre spine, della lancia, della sindone e di altri strumenti della Passione del Salvatore. Ma essi che fanno tanto fracasso contro i Cattolici, perché non pensano abbastanza a Gesù Cristo, possono poi riprendere che noi per amore a Gesù portiamo riverenza perfino agli strumenti che toccarono le sue carni sacrosante? Vengono dopo le Reliquie dei Santi o Martiri o Confessori che consacrarono i loro corpi o col martirio o colla penitenza offrendolo in ossequio a Gesù? E quei corpi che furono tempio vivo dello Spirito Santo, che furono strumento di tante penitenze, che furono consacrati da tanti Sacramenti, che sono destinati a risplendere gloriosi per tutta l’eternità, quei corpi non meritano una riverenza tutta speciale? Risogna avere una gran voglia di malignare per trovare a riprendere in tutto ciò: oppur bisogna credere che i corpi dei Cristiani non che dei Santi, siano come quei delle bestie. Eppure sapete poi chi sono costoro che condannano il culto delle Sante Reliquie? Sono poi quelli che vanno frenetici pei possedere reliquie di ben altra stampa. Son quelli che conservano come una grande reliquia il calamaio di quel sudicio apostata che fu Martin Lutero. Son quelli che guardano come una reliquia la penna di uno scostumataccio qual fu il Byron; son quelli che comprano a qualunque costo una ciabatta, perché servì a Napoleone, son quelli (diciamolo pur chiaro a loro confusione) che si strappano di mano una stringa, un fiore, un’ inezia perché servì ad una ballerina, ad una cantatrice, ad una baldracca. Gli è proprio in bocca loro che sta bene la riprensione del culto purissimo della Cattolica Chiesa. – Ma non siamo noi che riprendiamo tutto ciò, replicano essi, non siamo noi, è la Santa Scrittura che lo condanna. Davvero? É proprio la S. Scrittura? E non sapete che nell’Esodo si dice chiaro che non ti farai scultura di sorta? e che i Profeti, e soprattutto nei Salmi si grida sempre contro quelli che si fabbricano degli idoli e delle statue? Abbiamo dunque ragione di chiamare i Cattolici idolatri. Veramente io non mi sarei aspettato ad un’uscita così nuova, e ci vuole davvero un ingegno superlativo per fare questo discorso. Il Signore ha vietato che si credano Dei le statue di creta, di metallo etc., dunque non si possono adoperare le statue, le immagini in usi innocenti anzi santi, cioè per aiuto a ricordarsi di Dio, ed apprender meglio i misteri della S. Fede. Eppure è questo il discorso che essi fanno. Imperocché (per ispiegare una volta la loro difficoltà a chi sono dirette quelle proibizioni di fare statue ed imagini? sono dilette ai Giudei i quali cresciuti in mezzo all’Idolatria dell’Egitto erano molto inclinali ad essa naturalmente, come si vide nel deserto medesimo dove si fabbricarono il vitello d’oro, e poi dopo in cento occasioni nelle quali adoravano gli Dei delle nazioni che confinavano con loro. Che cosa credevano i Giudei che fossero quelle statue ed immagini? Credevano che fossero vere divinità, e perciò si prostravano dinanzi a loro, le adoravano, facevano loro dei sacrifizi, e per cagione di esse abbandonavano il vero Dio. E perciò che cosa prescrive loro in proposito il Signore? Proibisce loro di formare statue o rappresentazioni di oggetti esistenti sia in cielo, sia in terra: perché non vuole che li adorino siccome Dei: mentre Egli solo è l’unico e vero Dio che deve essere adorato. E quello che è proibito dal Signore, è proibito di nuovo in nome suo dai Santi Profeti, e per allontanare sempre più il popolo dall’adorazione di queste false divinità, il Santo Re David le mette in derisione dicendo che hanno occhi e non veggono, orecchi e non odono, mani e non toccano, piedi e non camminano, bocca e non parlano, in una parola che sono pezzi di legno, o di metallo inanimati. Ecco il senso di quelle parole che costoro sempre citano contro i Cattolici senza capirle. – Ora osservate di grazia che cosa abbiano esse da fare col nostro culto. Noi ci serviamo delle statue e delle immagini sì, ma diciamo forse che siano Dei? Abbiamo noi insegnato che l’immagine di Gesù, sia veramente Gesù, che l’immagine di Maria, sia veramente la Madonna? Tutto all’opposto diciamo che non sono altro che legno, creta ometallo: tantoché quando sono vecchie, e più non ci servono senza alcuno scrupolo le riponiamo. Ma almeno attribuiamo loro qualche virtù divina, qualche potenza materiale come facevano gli Idolatri alle loro statue? Tutto il contrario, insegniamo chiaramente che in esse non si contiene nessuna potenza, nessuna virtù. Finalmente lasciamo noi in grazia delle immagini e delle statue di adorare il vero Dio come facevano gli Idolatri? eh nullameno. Insegniamo anzi che nelle immagini bisogna venerare unicamente quello che da esse viene rappresentato, e per questo ce ne serviamo perché ci giovano a venerarlo meglio. Dove sono adunque tutte le proibizioni che costoro sognano? Che hanno che fare tutti quei testi della S. Scrittura che allegano a sproposito? Se non conoscono la dottrina Cattolica, perché l’impugnano? Se la conoscono, perché perfidiano a confonderla con quella degli Idolatri? Eppure credereste? Sono così incaponiti di questa loro follia, che io ho sentito qualcuno di loro arrivar fino a dire che noi Cattolici per potere idolatrare con libertà abbiamo falsati anche i divini comandamenti, ed un Apostata infelice ha perduto colla S. Fede anche il senso comune fino al punto di stampare questa scempiaggine in un di quei Iibricciuoli che tanto si studiano di farvi capitare tra mano. Ma e come possono dar colore a questa calunnia? Ecco, hanno trovato che nei nostri Catechismi, i divini Comandamenti non sono stati copiati alla lettera come sono nel libro dell’Esodo, e che sono state tralasciate quelle parole: non ti farai scultura, etc. e sopra di ciò gridano alla falsificazione, al tradimento fatto ai fedeli della Cattolica Chiesa. Osservate dunque e comprendete sempre più la buona fede di questi apostati. I Comandamenti non sono stati copiati alla lettera nel Catechismo, dicono. Ebbene qual meraviglia? Già si sa che non sono stati copiati alla lettera. O che? Nel Catechismo si deve trascrivere tutta la S. Scrittura? Il Catechismo non è altro che un piccolo compendio delle verità più necessarie a sapersi, e però tutte le altre benché preziose, benché divine, pure si ommettono. Quindi è che dei divini Comandamenti si lascia tutto quello che riguarda principalmente i Giudei. Così nel primo Comandamento si ommette che Dio ci ha tolto dalla schiavitù di Faraone perché riguarda loro: si ommettono pure le benedizioni ed i castighi che Dio darà a chi lo osserva, ed a chi lo trasgredisce perché le pene ed i premi temporali erano più propri dell’antica legge che della nuova. Nel terzo si lascia quello che nella santificazione delle feste riguardava l’uso di quel popolo speciale. Nell’ultimo si compendia in poche parole quello che ivi è sposto a lungo. Ora nella stessa maniera nel primo si omette quello che riguarda l’Idolatria, poiché nel popolo Cristiano, grazie al Signore, non vi è più questo pericolo, e non si riconosce più che il solo vivo e vero Iddio. Che cosa ha dunque nascosto la S. Chiesa ai suoi fedeli? Quello che non era necessario a sapersi, se già non vengono i Protestanti ad insegnarci che fra di noi vi sia proprio il pericolo di idolatrare. Del resto neppur questo l’ha nascosto, poiché in tutti i Catechismi alquanto estesi (e gli Apostati lo debbono sapere) si parla anche a lungo della Idolatria, e si espongono tutte le parole, come stanno nell’Esodo: e poi dalla S. Scrittura non ha levate quelle parole ed ognuno che voglia leggerle, lo può molto facilmente. Che malizia v’è dunque qui? Quella sola che v’apportano gli iniqui che calunniano la S. Chiesa Cattolica. Ed ecco finalmente dove vanno a parare tutte le ragioni che apportano per dimostrare che nella Chiesa Cattolica v’è l’Idolatria. Frattanto però che veggono l’Idolatria dove non è, non veggono poi la pietà cristiana dove realmente si trova. Non veggono come il Signore adorato nelle sue immagini, e la Vergine, ed i Santi invocati in esse ci fanno grazie d’ogni maniera. Non veggono che Gesù rappresentato ora Bambino, ora penante, ora Crocifisso risveglia i sentimenti più belli di fede, di compassione, di amore, di speranza, di contrizione in tanti cuori cristiani, non veggono che la Madonna invocata in tanti santuari ottiene da Gesù le grazie più preziose, non veggono che i Santi onorati alle loro tombe, o nelle loro Reliquie hanno impetrato spesse volte da Dio la sanità agli infermi, la vista ai ciechi, l’udito ai sordi, e perfino ai peccatori la grazia della conversione. Non veggono che in tutti i secoli della Chiesa fu sempre in uso la invocazione dei Santi ed il culto delle Reliquie trovandosi praticato fin nelle Catacombe. Non veggono che i più gran Santi lo raccomandano e ne contano gli effetti anche di miracoli strepitosi. Non veggono che la ragione lo approva, la fede il consiglia, e perfino il buon senso lo persuade. E non vedendo tutto ciò che è sì chiaro, veggono invece i sogni del loro cervello farneticante, e lor danno credito e li spacciano con tal burbanza che fa tutto insieme stomaco e compassione. – Gesù li illumini per intercessione di Maria e di quei Santi che essi sventuratamente non vogliono conoscere, e voi, rigettate le loro bestemmie, guardatevi care le sacre immagini consolandovi frattanto a vagheggiar nel ritratto quelli con cui sperate di conversare domesticamente per tutta l’eternità

LO SCUDO DELLA FEDE (71)

LO SCUDO DELLA FEDE (71)

[S. Franco: ERRORI DEL PROTESTANTISMO, Tip. Delle Murate, FIRENZE, 1858]

PARTE SECONDA.

FRODI PER CUI S’INTRODUCE IL PROTESTANTISMO

CAPITOLO VI

SESTA FRODE: ATTRIBUIRE L’IDOLATRIA ALLA SANTA CHIESA

La calunnia per quanto sia poi a suo tempo smascherata, lascia sempre qualche margine in fronte a chi essa è apposta. Perciò è che i Maestri di errore se ne valgono a tutto andare e fingono che noi abbiamo certe dottrine false che non solo non abbiamo, ma che rigettiamo con tutto il cuore, e poi dopo d’avercele imputate a torto, si fanno a combatterle come se fossero vere. Io ve ne darò alcuni esempi. Avvertiteli bene. – Primo. Dicono che noi siamo idolatri e poi citano alcuni passi della S. Scrittura, dove è condannata da Dio l’idolatria, e così c’infamano. Ora sappiamo anche noi che è un gran delitto l’idolatria, ma qui sta la loro calunnia; nell’attribuirla a noi Cattolici, mentre noi anzi la detestiamo con tutto il cuore. Del resto credete voi poi che sappiano bene quel che sia idolatria? Hanno sempre sul labbro questa accusa, ma io ho più di una volta sperimentato che non sanno neppure quello che voglia dire. Ve lo spiegherò io pertanto, affinché tocchiate con mano quanto per divina misericordia siamo lontani da questo delitto. Idolatria è prestare ad una creatura quell’adorazione che si deve a Dio solo, siccome facevano i Pagani che alle statue ed agli idoli fabbricati dalle loro mani offrivano vittime ed incenso come a verissime divinità: e questa è colpa gravissima, come ognun vede, perché pareggia una creatura vilissima al Creatore, ed a quella prostituisce gli onori divini, rubandoli alla divina Maestà, che sola gli merita. Ora nella S. Chiesa, a chi si presta solamente il culto supremo di adorazione? La Chiesa Cattolica insegna e professa che questo è dovuto solamente a Dio, il quale è nostro Creatore, nostro unico Redentore, nostro Padrone supremo: che però dobbiamo renderglielo con tutto il cuore unendoci a Lui per fede, per speranza, per carità riguardandolo come il solo che può formare la nostra piena beatitudine, comunicandoci quel bene infinito che Egli è. Ed in prova di ciò, il Sacrifizio della S. Messa, che è l’atto più solenne di culto che abbia la Chiesa, non può offrirsi che a Dio solo, e sebbene in essa s’invochino anche i Santi affinché ci aiutino a far con maggiori disposizioni sì grande offerta, tuttavia la Messa non si offre mai se non alla divinità. Ciò presupposto, come potrebbe verificarsi che nella Chiesa vi fosse idolatria? Quando noi, alla Vergine SS. ed ai Santi prestassimo quegli atti di adorazione che si debbono alla Divinità. Ma tolga Dio che cadiamo in questo eccesso. Noi ci vantiamo davvero di onorare la Madonna ed i Santi, ma prima di tutto non riconosciamo in loro nessuna perfezione divina, neghiamo affatto che loro convenga la qualità di Creatore, di Redentore, di Padrone supremo, di ultimo fine, protestiamo poi che tutto quello che essi hanno di bene, tutto fu loro concesso da Dio pei meriti di Gesù, che quanto essi possono a nostro favore, il possono solo pregando ed intercedendo per noi, e che tutta la loro felicità è di stare uniti con Gesù. Vedete dunque quanto siamo lontani dalla Idolatria. Infatti se noi venerassimo la Madonna ed i Santi siccome Divinità. diremmo noi mai che pregassero per noi? Non è ciò molto chiaro? Ebbene osservate tutte le belle preghiere che noi facciamo alla Madonna ed ai Santi: voi trovate che sempre diciamo che preghino per noi. Nell’Ave Maria che cosa voi dite? Santa Maria Madre di Dio, prega per noi peccatori adesso e nell’ora della morte nostra. Nelle Litanie della Madonna e dei Santi che cosa dite? che preghino per noi, che preghino per noi. Avete veduto? Eppure i bugiardi hanno sempre da dire che siamo idolatri, e che riconosciamo la Madonna ed i Santi siccome Dio. E così col calunniarci cercano d’ingannarvi. – Ma e non è poi vero almeno che i Cattolici esagerano le grandezze della Madonna quando la chiamano loro vita, loro dolcezza, loro speranza e simile? Non è forse vero che questi nomi non convengono se non a Gesù? Oh, miei cari, no, non esagerano né punto né poco i Cattolici in tutto ciò: perocché mentre riconoscono che Ella non è Dio, tutto quell’altro che possono dire di magnifico e di grande intorno a Lei, tutto è poco rispetto alla sua incomparabile dignità di Madre di Dio. Ella stessa ripiena di spirito Santo ebbe ad esclamare che fece cose grandi in Lei l’Onnipotente: e che perciò l’avrebbero chiamata beata tutte le generazioni. Ma dunque, com’è che convengono alla Madonna tutte quelle espressioni? Avvertite che in due maniere può uno chiamarsi vita, speranza, dolcezza nostra, o perché appartiene a lui darci la vita, formare la nostra speranza ecc.: o perché se non tocca a lui a darcela, ce la può ottenere da chi può darla. Ora nel primo modo convengono solamente a Gesù quei nomi, nel secondo modo convengono ottimamente anche alla Madonna. Per comprender ciò anche più chiaro immaginate che un povero contadino si presenti ad un maestro di casa che gode tutta la confidenza d’un Padrone, per ottenere un podere in affitto, oppure che un impiegato si porti da un Ministro di stato che gode tutta la fiducia del Principe per ottenere un avanzamento di posto, che cosa diranno essi in questo caso? Signore, io metto ogni mia speranza in voi, voi certo potete se volete, se voi v’impegnate per me, mi darete la vita, e sarete la consolazione di tutta la mia famiglia. Queste ed altre simili espressioni adopreranno ambedue. Ma non dipende dal Padrone e dal Principe la grazia, e non torna a loro offesa il parlare in questo modo ai lor dipendenti? Niente affatto, perché si comprende da tutti che la potenza di accordare quelle grazie sta veramente nel Padrone e nel Principe. Mentre tutto il potere di questi loro dipendenti, sta tutto nel chiedere e nell’impetrare. Ora è lo stesso rispetto alla Madonna. Siccome Ella qual Madre di Gesù ha un’immensa efficacia nel domandare ed ottenerci le grazie desiderate, così noi la chiamiamo nostra vita, nostra speranza, e simile nel raccomandarci che facciamo a Lei, ma già si sa che è sola potenza ed efficacia di preghiera la sua, mentre la potenza essenziale si trova solo in Gesù. Non vi è dunque nessun abuso in tutte quelle formole di pregare, vogliono anzi essere frequentate con tutto l’affetto perché valgono molto ad accrescere la nostra fiducia. – Sulla Madonna hanno anche un altro gravissimo errore che spargono. Hanno il coraggio questi sfacciati, imitando in ciò il demonio, il quale è sempre stato il grande nemico di Maria, di negare la sua Santa Verginità. Gli antichi Santi, come S. Girolamo, S. Ambrogio, S. Bernardo, quando sentivano questa orrenda bestemmia contro la SS. Vergine Madre nostra, correvano a turarsi gli orecchi per alto orrore. Ora lo stesso dobbiamo fare noi. Ma e come fanno poi a persuadere questa loro bestemmia? Osservano che nel santo Vangelo sono nominati qualche volta i fratelli di Gesù ed essi subito credono che la Beatissima Vergine abbia avuti anche altri figliuoli. Ora questa è tutta loro ignoranza, poiché non sanno che la S. Scrittura, parlando secondo il modo degli Orientali, chiama col nome di fratelli anche gli altri parenti, come sono i cugini, i cognati ecc., e così il santo Vangelo non vuol dire che Gesù abbia avuto dei fratelli carnali, ma dei cugini ed altri parenti: epperò è falsissimo, che la Madonna abbia avuti altri figliuoli fuori di Gesù Cristo, secondo che ha tenuto tutta la S. Chiesa, condannando sempre quei mostri che hanno negato a Maria il gran privilegio di essere stata Vergine prima del parto, nel parto e dopo il parto. Ma e che necessità vi è di rivolgersi alla Madonna ed ai Santi ed invocarli? non possiamo andare direttamente da Gesù? Ripigliano essi. Ma noi risponderemo loro che vadano pure da Gesù quanto vogliono, che non vi andranno mai di troppo né saremo ardimento di condannare la S. Chiesa, la quale adopera la loro intercessione. Ricorrano a loro fino a quel punto che lo fa la S. Chiesa nella sua liturgia per esserle così obbedienti figliuoli; del resto se nell’esercizio della divozione loro privata, amano meglio di andare direttamente da Gesù, sono padroni. Noi Cattolici abbiamo una singolare fiducia nella Madonna e nei Santi per molte ragioni: perché persuasi dei nostri demeriti e ripieni di un senso profondo di umiltà, noi crediamo di dovere essere esauditi più prontamente, quando ci presentiamo al divin trono accompagnati anche dalle orazioni dei Santi e specialmente della B. Vergine, che essendo la gran Madre di Gesù è infinitamente cara al cuore di Lui: noi abbiamo fiducia che così Gesù si muova più efficacemente al nostro aiuto, che più abbondantemente ci consoli e ci usi maggior pietà. Noi pratichiamo quel che farebbe un servitore infimo di casa, che volendo ottenere dal padrone una grazia, s’indirizza ad un altro servitore che sia più intimo del padrone perché parli per lui, e questo sentimento di umiltà è certo di un gran pregio dinanzi a Dio che ama i cuori umili. Inoltre poi onoriamo con ciò più perfettamente Gesù Cristo. Imperocché non è vero che resta tanto più onorato un Principe, quanto sono più grandi quelli che gli si umiliano dinanzi a chiedere grazie e favori? Ora noi stimiamo tanto il nostro gran Dio e Salvatore Gesù, che desideriamo che gli si prostrino dinanzi per supplicarlo non solo tutti i Santi e tutti gli Angeli, ma perfino la Regina di tutti loro Maria, e così gli rendiamo il maggior onore che per noi si possa. Vedete adunque quali scempiaggini vi dicono quando vi affermano che l’onorare Maria fa torto a Gesù! Voi frattanto sentendo tutti questi insulti che fanno i Protestanti alla cara nostra Madre Maria, procurate di onorarla ancora più, compensando a Maria questo orrendo insulto, col pregarla con più divozione, col recitarle più assiduamente il S. Rosario, col mettere sotto la sua protezione tutte le vostre famiglie, e col gloriarvi in tutti i tempi ed in tutte le occasioni di essere gli zelanti difensori dell’onore della vostra buona Madre. Dite lo stesso con la debita proporzione riguardo ai Santi. Tenetevi cari i vostri Santi Avvocati e Protettori: li avete ricevuti da Dio, ed essi pregano per voi e voi raccomandatevi sempre a loro con tutto l’affetto. Tutta la S. Chiesa è piena delle grazie stupende che la SS. Vergine ed i Santi hanno fatto ai loro devoti: i miracoli che sono succeduti per la loro invocazione sono a migliaia, testificati dai più grandi uomini del mondo, succeduti spesse volte al cospetto d’intere moltitudini e perciò impossibili a negarsi: e questo è il grande onore del Re del cielo e della terra Gesù Cristo, che i suoi servi siano tanto grandi anch’essi, che possano impetrare da Lui opere così stupende, quali sono quelle che noi ammiriamo per gloria di Gesù e sperimentiamo per nostro bene.

LO SCUDO DELLA FEDE (70)

LO SCUDO DELLA FEDE (70)

[S. Franco: ERRORI DEL PROTESTANTISMO, Tip. Delle Murate, FIRENZE, 1858]

PARTE SECONDA.

FRODI PER CUI S’INTRODUCE IL PROTESTANTISMO

CAPITOLO V.

QUINTA FRODE: DIRE CHE LA S. CHIESA PROIBISCE LA LETTURA DELLA BIBBIA

Intorno alla Santa Scrittura fingono anche i Protestanti un’altra calunnia e la appongono alla Chiesa Cattolica. Vi dicono che i Sacerdoti Cattolici vi vogliono tenere nell’ignoranza, perché non scopriate le loro frodi e menzogne; che per questo non vogliono che leggiate la santa Bibbia, che leggiate il santo Vangelo, perché se leggeste questi libri verreste a conoscere le loro imposture. Questo lo dicono sfacciatamente. – Ebbene questa è una pura menzogna, una pura calunnia. La S. Chiesa nulla tanto desidera quanto che tutti i Fedeli siano profondamente istruiti nelle verità della S. Religione. Non è forse vero che i Parrochi, i Sacerdoti sono sempre sul raccomandarvi che veniate alla istruzione, alla spiegazione del santo Vangelo, che mandiate i vostri figliuoli alla Dottrina Cristiana? Non è forse vero che si premette una speciale e diligente istruzione dinanzi alla prima Comunione ed al Sacramento della Confermazione? Non è forse vero che la S. Chiesa ha ordinato che i Parrochi, prima di ammettere al sacramento del Matrimonio gli sposi, li interroghino intorno alla Dottrina Cristiana, per assicurarsi se sono istruiti? Non è forse vero che in ogni tempo i Confessori i quali si avvedono che i Penitenti non sanno le cose necessarie alla salute, differiscono loro l’assoluzione finché non le hanno imparate? – Quale menzogna adunque più grave di questa, che affermare che la Chiesa promuove l’ignoranza nel popolo? Vedete: prima di questi ultimi tempi tutte le scuole che si apersero in tutto il mondo, tutte le Università più celebri, tutte furono aperte dai Vescovi e dai Sommi Pontefici. Vedete se sono essi che amano la ignoranza! E voi dite ai vostri maestri che abbiano la bontà di provare che non sia cosi. Ma direte voi, non lasciano leggere la Santa Scrittura al popolo. E questa è un’aperta calunnia. La S. Chiesa Cattolica non ha proibita la Santa Scrittura ai Fedeli: solo vuole che nel leggerla si prendano due precauzioni.

Primo. Non vuole che si legga la Santa Scrittura guasta, corrotta e falsificata dagli Eretici, come è quella che vi mettono in mano, del Diodati. Ed ha ragione di fare così. perché allora invece di aver cibo per la vostr’anima, avreste il veleno degli errori, di che l’hanno seminata. Del resto, quando leggiate quella che è pura di ogni errore, come è quella di Monsignor Martini, allora non la proibisce. Ora dite a me: voi proibite ai vostri figliuoli di mangiare frutta guaste, acerbe ed altri cibi nocevoli alla sanità; se alcuno prendesse questo pretesto per dire che voi non volete che i vostri figliuoli mangino, che volete farli morire di fame, che cosa direste? che sono calunniatori, mentre voi vi contentate sì che mangino in buon’ora, purché mangino dei cibi sani. Ora lo stesso fa la S. Chiesa Leggano pure i fedeli la Santa Scrittura, la leggano con divozione, con riverenza, con pietà, con umiltà, che ne caveranno profitto, ma leggano la vera Santa Scrittura, non quella che è stata falsificata. Qual cosa può trovarsi più ragionevole? –

L’altra avvertenza che la buona Madre la S. Chiesa vuole che abbiamo, è che nel leggerla procuriamo di non prendere abbaglio e frantenderne il senso. Imperocché avete da sapere che nelle Sante Scritture vi sono molte cose profonde, sottili, difficili a capirsi, che se si prendono a traverso, invece di ammaestrarci nella verità ci conducono all’errore, come lo insegna lo stesso Apostolo S. Pietro. Ora perché non ci avvenga questa disgrazia, la S. Chiesa vuole che la leggiamo con le opportune spiegazioni vicine. Così se nasce qualche dubbio o se si incontra qualche difficoltà, subito se ne trova lo scioglimento e la spiegazione. Perciò vuole che la Santa Scrittura abbia delle note fatte bene, da lei approvate per sicure e che corredata di queste spiegazioni si dia ai Fedeli. Non vi sembra questa una grand’attenzione ed amorevolezza che la Santa Chiesa ci usa? Ci dà il pane e ce lo dà così bell’e tagliato, perché non ci facciamo male. Voi lasciate scherzare, saltare, divertirsi i vostri figliuoli, ma lasciate far tutto ciò vicino ad un fosso od un precipizio? Eh no, volete che siano sicuri. Così fa con voi la S. Chiesa. Tacciano dunque tutti i calunniatori di S. Chiesa e si confondano, e voi ammirate sempre più la sua sapienza e ringraziatela della sua amorevolezza. –

Ma che pericolo si può incontrare nel leggere la S. Scrittura, poiché lo Spirito Santo ci rivela tutto quello che in essa si contiene? Eh io lo so che i Protestanti hanno sempre in bocca questa bella ragione: ma il male si è che è falsissimo che lo Spirito Santo abbia preso quest’impegno di farci da interprete della S. Scrittura. Lo Spirito Santo c’insegna ogni cosa in questo senso, che quando pervengono alle nostre orecchie gli ammaestramenti esterni della S. Chiesa, dei Pastori legittimi, oppure della S. Scrittura letta con umiltà e spiegata dai S. Padri, esso ci fa provare diletto in essi e ce li rende soavi allo spirito, come vediamo accadere tutto giorno alle persone sinceramente devote: ma non c’ammaestra in questo modo, che Egli ci riveli sensibilmente quello che abbiamo da credere e da praticare. Il presumere questo è una pazzia, ed è una fonte d’infinite altre pazzie, quali noi vediamo in quelli che credono a siffatta immediata ispirazione. Lo Spirito Santo, in una parola, non ci fa da interprete della Divina Scrittura, ma quando ci è sanamente interpretata la S. Scrittura, esso ce la fa gustare e ce ne fa trarre profitto. E questo è quello che c’insegna la stessaS. Scrittura, la quale ci fa sapere che la Fede ci viene per mezzo dell’udito, cioè dalla spiegazione che ce ne fa il Magistero di S. Chiesa, che la S. Scrittura non si deve intendere per propria interpretazione, ma bensì per quella di S. Chiesa: che nella Scrittura vi sono cose molto difficili ad intendersi, e che alcuni per loro rovina le depravano e così si perdono. Del resto gli è poi tanto chiaro che lo Spirito Santo non ha mai preso cotesto impegno di ammaestrare ognuno in particolare, che per vederlo basta aver occhi. Che cosa è lo Spirito Santo? É spirito di verità. Non può dunque non rivelare la Verità. Ora se fossero tutti ispirati dallo Spirito Santo, quei che interpretano la S. Scrittura privatamente non potrebbero contraddirsi scambievolmente: ma tutti dovrebbero convenire nelle verità che ritraggono dalle S. Scritture: il fatto però ci convince fino all’ultima evidenza che è tutto l’opposto, mentre ciascuno l’intende a suo modo. – A Lutero lo Spirito Santo dice, a cagion di esempio, che Gesù Cristo si trova nell’Ostia, a Calvino lo mette in dubbio, ai Sacramentari dice assolutamente che non vi è. Lo Spirito Santo dice ad alcuni che sono necessarie le buone opere, ad altri che sono inutili, ad altri che sono impossibili e così andate voi discorrendo. Tutti fondano la loro dottrina sulla S. Scrittura, tutti dicono che hanno lo Spirito Santo che li ammaestra; è possibile che lo Spirito Santo dica sì e no, si contradica ad ogni momento e con tante contradizioni quante sono le teste? – Lo Spirito Santo è Dio come il Padre e come il Figliuolo, ed è la stessa sapienza, giustizia e verità. È dunque un bestemmiatore sacrilego chi lo tratta da falsatore, da bugiardo, da contradicente a sé medesimo. Deponga ognuno pertanto, se non vuole bestemmiare, tutte le sue storture della privata ispirazione. Lo Spirito Santo è congiunto alla Chiesa di Gesù e la regge, e la illumina e la conforta e l’assiste coi suoi doni e con le sue grazie, e noi fintantoché siamo uniti con la Chiesa partecipiamo a tutti i doni dello Spirito Santo ed alla sua luce divina; ma appena ci dipartiamo da Lei, Egli si diparte da noi, ed allora noi andiamo soggetti a prendere per ispirazioni divine tutte le stranezze del nostro cervello.

LO SCUDO DELLA FEDE (69)

LO SCUDO DELLA FEDE (69)

[S. Franco: ERRORI DEL PROTESTANTISMO, Tip. Delle Murate, FIRENZE, 1858]

PARTE SECONDA.

FRODI PER CUI S’INTRODUCE IL PROTESTANTISMO

CAPITOLO IV

QUARTA FRODE. FARE Ogni PRIVATO GIUDICE DELLA FEDE.

Un’altra astuzia adoperano eziandio questi iniqui per rubarvi il tesoro della S. Fede. Come fa il lupo che vuol ghermire la pecorella? procura di coglierla, quando i pastori sono lontani ed i cani dormono. Come fa l’insidiatore che vuol sedurre una donna od ingannare un giovane? procura di assalire quella, mentre il marito è lontano, e trappolare questo, mentre il padre è assente. – Così fanno questi maestri Protestanti. V’insinuano i loro errori, quando i vostri Sacerdoti, i vostri Parrochi non li odono: anzi vi proibiscono di far loro sapere nulla di quel che vi dicono, di mostrare loro i libri che vi regalano, di manifestare gl’insegnamenti che vi danno. E tutti i loro errori li spargono nel segreto, nei conventicoli. O perché così? Se fosse la verità quello che v’insegnano non temerebbero tanto la luce. Solamente chi fa il male odia la luce (Joan. III, 20), dice nostro Signor Gesù Cristo. Se essi tanto la odiano che segno è? – Poi come vi fanno questo insegnamento? Proprio alla maniera di chi vuole ingannare. Si accorgono che vi occupati del lavoro della campagna o di qualche arte per guadagnarvi il pane, non avete potuto fare studi sopra la religione e però non potete sapere quale sia la vera Santa Scrittura, né come si debba intendere per non errare. Ebbene essi vi mettono in mano per l’appunto la Santa Scrittura e questa falsificata in più modi, sia perché ve ne danno una traduzione in cui hanno inserito parole e sensi fallaci, sia perché ne hanno levati dei tratti e dei libri interi. Quando vi hanno posto questo libro in mano v’invitano a leggere qua e là. Vedete queste parole, vedete quest’altre, e voi che non avete fatto studio di quel Santo libro, non sapete rispondere, rimanete confuso: allora essi vi spiegano quelle parole a loro modo, v’insinuano degli errori gravissimi, e vi fanno credere che quei loro errori hanno fondamento nella Santa Scrittura e voi rimanete miseramente ingannato. Quegli però a cui accadesse sì gran disgrazia, non dovrebbe accagionarne altri che se stesso: perocché e non ci ha avvertito Gesù, che non dessimo retta ad altri che alla Chiesa e che non ci fidassimo del nostro giudizio? Qual meraviglia però che quelli che invece di riposare sicuri sugl’insegnamenti dei sacri pastori, vogliono vedere coi propri occhi, toccare con le proprie mani, giudicare col proprio giudizio, mentre non ne hanno la capacità, restino alfine vittime della loro superbia? La fede è un albero fortunato, che non mette bene nei cuori superbi: laddove nei cuori umili getta profonde radici e cresce e prospera e fruttifica mirabilmente. Guai, guai ai superbi, dice Gesù tante volte, perché Iddio, resisterà loro, e negherà ad essi la sua grazia! – Quando adunque essi cominceranno a regalarvi quelle Bibbie corrotte, quei Vangeli falsificati, dite loro francamente che non volete neppure toccarli, perché non volete contaminarvi. Quando vi contano tutte quelle buone ragioni, dite loro che voi non vi vergognate di non esser capaci d’intenderle, perché non avete potuto fare studi in quelle materie, che vadano dai vostri maestri, dai vostri Sacerdoti, che convertano prima quelli, e che poi penseranno a voi. E questo, diciamolo così di passaggio, è quello appunto che fa la S. Chiesa Cattolica. – Questa buona Madre, che non teme la luce, quando si adopera per spargere la Santa Fede, non si rivolge di preferenza alle persone ignoranti, ma in piena luce si rivolge ai Protestanti più dotti, a quelli che hanno studiato di più; a quelli appunto propone le sue sante dottrine, e questi spesse volte, perché più capaci d’intenderle, sono i primi che abbracciano la Santa Fede Cattolica. – In questi giorni appunto in cui essi tentano di sedurre voi inesperti di questa materia, i più gran savi tra di loro abbandonano il protestantismo e si fanno Cattolici. E se vi negassero ciò perché hanno una faccia molto proterva per negare la verità conosciuta, voi domandate se sia vero che i principali professori protestanti dell’Università di Oxford in Inghilterra si sono fatti Cattolici o no: se ve lo negheranno, dite loro che mentono alla presenza di tutta l’Europa, che li conosce e ne li loda fino al cielo: se ve lo concedono, dite loro, che essi che sanno tanto, vadano a convertire quelli, e che voi non volete abbracciare una Religione la quale è lasciata in abbandono dai più sapienti, tra quelli che avevano tutto l’interesse a non lasciarla, perché erano nati in essa, se già non fosse che l’hanno trovata apertamente falsa.

LO SCUDO DELLA FEDE (68)

LO SCUDO DELLA FEDE (68)

[S. Franco: ERRORI DEL PROTESTANTISMO, Tip. Delle Murate, FIRENZE, 1858]

PARTE SECONDA.

FRODI PER CUI S’INTRODUCE IL PROTESTANTISMO

CAPITOLO III

TERZA FRODE: RIGETTARE TUTTE LE PRATICHE ESTERIORI DELLA FEDE.

I Protestanti, come avete veduto nel Capitolo precedente, non solo non hanno la vera Fede, ma la distruggono anche negli altri. Ora perché l’hanno sempre in bocca e la lodano e la raccomandano? Che fine può avere questa loro finzione ed ipocrisia? Io ve lo scoprirò ed in esso vi darò a conoscere un altro inganno che tendono alla vostra Religione. Lodano ed esaltano la Fede per aver poi buona grazia a mettere a terra tutte le pratiche della pietà cattolica. Avete osservato quel che fanno certi mormoratori? Cominciano sulle prime a dire un po’ di bene delle persone per esser creduti veritieri, poi prendono a tagliar loro i panni addosso, e Dio vi dica come le conciano. Così adoperano costoro: fanno sulle prime un panegirico della Fede, e poi per seconda parte scendono a condannare tutte le pratiche più sante che la Chiesa adopera per nutrire la pietà dei fedeli. Vi raccoglierò qui alcune di queste loro insinuazioni maligne, perché di certe altre ve ne parlerò più di proposito in altro luogo. Dicono adunque lodando la Fede, che non è poi necessario raccogliersi nelle Chiese per pregare, essendo buono ogni luogo allo stesso modo, che non sono necessari tanti riti e tante cerimonie che sono in uso presso i Cattolici, che basta non far male a nessuno, che Dio non domanda nient’altro da noi. Costoro sono come lo scorpione, hanno il veleno proprio nella coda. Facciamo dunque loro un poco i conti addosso.

Non è necessario andare in Chiesa,

… dicono: e perché? Perché Dio si trova dappertutto. Dunque rispondano a me: ed anticamente Iddio non si trovava da per tutto? Certo sì. E perché Iddio ciò non ostante ha voluto che gli si fabbricasse un tempio sontuosissimo in Gerusalemme e che tutti vi si recassero anche da paesi lontani? Se Iddio si trova da per tutto poteva dispensarli da quel viaggio. Perché inoltre lo stesso Gesù vi è intervenuto? Oh che aveva bisogno della Chiesa Egli, per raccogliersi, mentre era l’uomo-Dio? Sapete il perché? Perché sebbene Iddio sia da per tutto, non vuole dare da per tutto la stessa udienza. Ed ha voluto invece che ci recassimo in Chiesa, che ivi stessimo più raccolti, che la nostra pietà fosse anche aiutata da tanti mezzi esteriori d’immagini, di Crocifissi, di cerei, di apparati, di buono esempio dei nostri fratelli. Ha voluto la Chiesa, perché ha voluto, che la nostra preghiera fosse fatta in comune, ed ha dichiarato che dove saranno diversi in comune radunati in nome suo, Egli sarà in mezzo a loro. Ma vi è poi un’altra ragione potentissima, che per non vederla, bisogna essere più ciechi delle talpe. Gesù Cristo Signor nostro avendo istituito come vi ho detto sopra il Sacramento augustissimo del suo Corpo divino e del suo Sangue prezioso, si compiace di abitare con noi, e si trattiene nel santo Ciborio sopra dei nostri altari: epperò qui abbiamo oltre la sua divinità, la quale veramente si trova da per tutto, anche la sua Umanità sacrosanta, la quale non si trova se non in cielo, e nelle Ostie consacrate. Chi non vede adunque quanta debba essere la sollecitudine dei Fedeli per istare nelle Chiese? I Santi certo ne formavano le loro delizie e raccogliendosi in ispirito e venerando profondamente il loro divin Salvatore, entravano con riverenza in compagnia degli Angeli e degli Arcangeli che sempre circondano il loro Dio Sacramentato a lodarlo, a ringraziarlo, a benedirlo ed adorarlo. Ecco perché si sta nella Chiesa. É poi anche necessario l’intervenirvi, perché in essa sola si celebra il nostro gran Sacrifizio, in essa per riverenza (quando non siamo infermi, o non abbiamo qualche altro motivo che ce ne dispensi), si partecipa ai Sacramenti del Battesimo, della Cresima, della Penitenza e della Eucaristia, in essa si dispensa a tutti i Fedeli congregati il tesoro della divina parola, secondo la verità. In essa noi ci uniamo a pregare in comune, per essere esauditi più prontamente. Poi l’unione stessa materiale, che noi facciamo nella casa di Dio terrena, è un’immagine dell’unione che speriamo godere un giorno nella Gerusalemme celeste; come l’altare è il Simbolo dello stesso Gesù il quale è la pietra angolare che riunì i due Testamenti, che congiunse il popolo Ebreo ed il Gentile nella perfetta adorazione di Dio: i quali misteri con molti altri che sarebbe lungo l’enumerare, mostrano con quanta ignoranza e malizia condannino questi sciagurati l’intervento nelle Chiese. – Ma se volete un’ultima prova, voi l’avrete nella ragione sciocca che adducono di queste loro bestemmie. Gesù Cristo, essi osservano, ha detto che pregassimo nella propria casae che chiudessimo la nostra porta per orare in segreto (Matth. VI, 6), e poi che sarebbe venuto tempo in cui non si sarebbe pregato più né sopra un cotal monte, né in Gerusalemme, ma in ogni dove (Joan. IV, 25). E con queste parole di GesùCristo credono di potere negare che si abbia da pregare nelle Chiese. Insensati! Che cosa volle dire Gesù quando disse che pregassimo in segreto? Volle riprendere, (come si vede chiaro leggendo il S. Vangelo) volle riprendere l’ipocrisia dei Farisei, i quali si mettevano dritti in piedi sui crocicchi delle strade e negli angoli delle piazze a pregare per farsi vedere dagli altri, e per farsi stimare santi. A questi Gesù diede l’avviso che pregassero nella propria casa e che non istessero a far quelle ostentazioni piene di superbia e di vanità. Ed anche al presente quando noi vediamo di questi ipocriti che fanno il simile, ricordiamo loro lo stesso avviso di Gesù: ma qui che ci ha che fare il frequentare o no la Chiesa? S’intende da sé che non s’inculca la frequenza alle Chiese, perché si vada a dare uno spettacolo di se stessi. Le altre parole Gesù le diresse alla Samaritana la quale aveva la superstizione di dover pregare sopra una certa montagna, perché la preghiera fosse buona, e riprendeva i Giudei perché pregavano invece nel tempio di Gerusalemme. Ora Gesù le fece una bella profezia e fu il dirle che sarebbe venuto tempo in cui si sarebbe pregato daper tutto, senza aver nessun riguardo né a quella montagna, né a Gerusalemme. E questa profezia noi la vediamo verificata, mentre i fedeli pregano da per tutto e nelle loro case private e nelle chiese che sono erette a gloria di Gesù in tutta la terra. Ecco quello che volle dire Gesù, e costoro guastando il senso profondo delle belle parole di Gesù, lo depravano per loro e vostra perdizione.Riprendono poi anche i riti e le cerimonie della S. Chiesa e vorrebbero levarle, per ridurci ad essere come i barbari ed iselvaggi, ma anche qui si vede al solito la loro ignoranza e malizia. Si vede la loro ignoranza, perché non sanno né chi abbia istituiti quei riti, né che cosa significhino. Dovete dunque sapere che la maggior parte di quei riti e di quelle cerimonie sono state stabilite dagli stessi Santi Apostoli o da loro approvate, oppure messe in opera dall’autorità incontrastabile di S. Chiesa, e sono state stabilite per significare misteri sublimi e profondi e per chiarirgli in qualche modo al popolo fedele. Ve ne darò almeno un esempio. Nel S. Battesimo si fa fermare il bambino fuor delle porte della Chiesa, e perché? Perché si sappia che non è ancora del bel numero dei fedeli, che ne viene introdotto sol quando i Padrini in nome di lui chiedono il dono della S. Fede. Il sacerdote gli soffia poi lievemente in faccia: che cosa vuol significare? che la S. Chiesa, coll’autorità che Gesù Cristole ha data, allontana da lui lo spirito infernale di cui pel peccato di origine è ancora in possesso. Gli pone poi sul labbro un poco di sale, e per quale effetto? Siccome il sale è quello che conserva gli oggetti dalla corruzione e gli rende saporiti, così viene significato che quell’anima avrà la vita immortale dal sacramento che è per ricevere e che sarà come condita da tutti i doni ed a tutte le grazie che lo Spirito Santo diffonderà sopra di lei. E quando poi è introdotto nella S. Chiesa, quanto sono di nuovo belle e profonde tutte le cerimonie che precedono il S. Battesimo! Gesù toccando con la sua saliva gli occhi del cieco nato lo illuminò; il ministro di Gesù toccando le orecchie e le nari al bambino lo risana spiritualmente, cioè gli apre le orecchie della mente perché intenda poi tutta la s. legge del Signore, gli conforta l’odorato, perché corra dietro alla soavità ed ai profumi divini di Gesù. Vengono poi le rinunzie che egli deve fare. Gesù è venuto a debellare il demonio, il mondo e tutte le sue opere inique: ora il bambino, prima di essere fatto figliuolo di Dio, riconosce tutti i suoi nemici e fa una bella professione di volere essere seguace vero di Gesù. Gli si conferisce il Battesimo con una candida stola, in segno dell’allegrezza con cui la S. Chiesa accoglie quel suo nuovo figliuolo e del candore dell’innocenza con cui lo riveste. Non vi dirò poi tutte le belle preghiere, con cui accompagna queste sante azioni, gli affetti infocati con cui raccomanda a Dio questo novello figliuolo, gli esorcismi potenti con cui lo sottrae a tutte le potestà infernali, che sarebbe opera infinita; esclamerò solo: O santi riti o meravigliose cerimonie e piene di ogni santità! E quello che io vi ho detto dei riti del Battesimo, voi intendetelo di tutti gli altri riti della S. Chiesa; dei bei cantici con cui accompagna la S. Messa; dei suoni degli organi che significano le melodie degli Angeli del cielo; del sacro incenso che rappresenta le preghiere dei fedeli che salgono al cielo in odore di soavità; dei lumi che ardono che significano la luce spirituale che si diffonde nelle anima e le virtù e gli affetti che ardono nei nostri cuori; degli apparati splendidi della Chiesa e dei sacri ministri che simboleggiano la purezza di quelli che debbono trattare e ricevere e partecipare a quei santi misteri. Io non finirei mai se volessi percorrere tutte queste particolarità e riscontrarle tutte. – In tutto l’anno la S. Chiesa ha sempre nuove feste ed in esse riti e cerimonie bene adattate che riempiono l’anima di stupore e di pietà. Ricordatevi solo della bella notte di Natale, quando la Chiesa ci mostra Gesù bambino, che venuto dal cielo in terra sta a tremare di freddo tra il bue e l’asinello sopra la paglia: ricordatevi della settimana santa in cui ci mette sott’occhio tutta la Passione, la prigionia, gl’insulti nei tribunali, la flagellazione, la coronazione di spine ed il portare della Croce, l’agonia e la morte del nostro caro Gesù. Non sono bellissime tutte queste cerimonie, non sono piene di affetto, non sono opportunissime a riempirci l’anima di soavità? Che dirò poi delle Processioni tanto belle per cui Gesù Cristo viene portato in mezzo ai nostri paesi ed alle nostre campagne, perché sparga da per tutto le sue celesti benedizioni? Che dirò delle Rogazioni per cui il Sacerdote ed il popolo invocano da Dio la benedizione anche sulle nostre terre, sui nostri frutti, sulle nostre case, ponendovi per intercessori la SS. Vergine e tutti i Santi del cielo? Ah mostri che osano disprezzare riti sì santi e cerimonie così pietose! Gli è perciò miei cari che oltre all’ignoranza per cui bestemmiano quello che non conoscono,io vi diceva che c’è anche una sterminata malizia. Non possono non vedere che tutte queste cerimonie di S. Chiesa hanno una forza ammirabile a risvegliare nella nostra mente pensieri più vivi delle cose divine e ad accendere i nostri cuori di affetti più sentiti verso il Signore. Ma se non possono non vedere ciò, perché ci vogliono privare di tutti questi mezzi che sono sempre stati tanto adoperati dalla S. Chiesa, tanto pregiati dai Santi, tanto cari a tutti i Fedeli, e tanto efficaci al nostro spirituale vantaggio? Essi con queste declamazioni fanno lega con tutti gli increduli, con tutti i filosofastri, con tutti gli empi che vorrebbero vedere sterminato il culto del Signore dalla terra, e ridurci per pochi anni a vivere da bestie, senza Chiesa, senza culto, senza Sacerdoti, senza anima e senza Dio, per farci poi vivere un’eternità fra le strida, i pianti, le disperazioni, nel fuoco eterno. Iddio non lo permetta mai per sua misericordia. E voi invece ponete ben mente a quel che vi dico: non vi lasciate mai intepidire nell’amore a queste belle pratiche di pietà: anzi andatevi a bello studio più sollecitamente e mostratevi in esse più devoti e più riverenti. Il demonio è un serpente. Dove mette una volta la testa, vi fa passare anche tutto il corpo. Se comincerà a levarvi questi oggetti dalla mente e dal cuore, poi vi leverà i Sacramenti, il Sacrifizio e tutti i mezzi della salute. – Finalmente dicono che basta non far male, che basta aver carità, che tutte le cose sopradette non sono necessarie. Avevamo proprio bisogno di queste loro moine! Basta non far male eh? Ma dunque perché hanno tanto interesse a levarci tutti i nostri esercizi di pietà? Io non credo che noi facciamo male ad alcuno con essi e che non manchiamo alla carità con chicchessia nei nostri riti e cerimonie: perché dunque si sveleniscono tanto contro di essi? Perché non cominciano essi a praticare un poco la carità con noi e ci lasciano in pace? Perché vengono a seminare la discordia ed il malcontento nel paese? E questa è la carità che predicano? Ipocriti! Ma poi diciamo loro chiaramente. No, non basta non far male. bisogna anche fare del bene, non basta aver carità come la intendono costoro, bisogna avere anche giustizia, anche aver fede, anche aver pazienza, anche avere umiltà che è appunto quella che manca a cotesti predicatori, bisogna anche avere ubbidienza, che essi non conoscono né punto né poco, bisogna avere tutte le virtù. Il non far male, il non rubare, il non ammazzare è molto poco, perché è molto poco anche diciamolo chiaro, il fare un po’ di bene al prossimo. Questo basta per gettare un poco di polvere negli occhi alla gente, questo basta per farsi un po’ di reputazione, questo basta per piacere al mondo, ma per piacere a Dio ci vuole ben altro. Bisogna sottomettere il capo alla S. Fede, e checché la nostra superbia ci suggerisca, stare sottoposto alla S. Chiesa: praticare tutto quello che essa c’insegna, sentir la S. Messa, confessarsi, comunicarsi quando essa comanda, rispettare le astinenze, i digiuni quando essa li impone; osservare le Domeniche e le Feste come essa prescrive; bisogna domare le proprie passioni, sottomettere l’ira, l’invidia, la superbia, la gola, disprezzare il mondo con tutte le sue pompe, infrenare la propria carne e non concederle quello che essa pretende: conviene far tutto ciò e farlo davvero. Non bastano quattro smorfie in lode della carità, che neppure si finisce di conoscere quel che sia. – Io castigo il mio corpo, dice S. Paolo, io lo tengo in servitù, io non batto l’aria (Cor. IX, 27) come fanno costoro con le loro parole melate di carità con le quali gabbano tanti sciocchi. – Di che poi potete conchiudere che è falsissimo anche quello di che tanto si vantano, cioè che non fanno male; perché in realtà ne fanno moltissimo, tralasciando tutto il vero bene, mancando della vera carità nell’atto in cui più la vantano, ed essendo ripieni d’ogni nequizia. Il vero Cattolico è quello che non fa male perché rispetta tutti i diritti di Dio, adempie tutti i doveri che ha col prossimo, e procura di non mancare neppure a se stesso. Chi la intende cosi, intende tutta la dottrina nel santo Vangelo. Chi non la intende così o è un pazzo che inganna sé medesimo, o è un furfante che inganna gli altri.

LO SCUDO DELLA FEDE (67)

LO SCUDO DELLA FEDE (67)

[S. Franco: ERRORI DEL PROTESTANTISMO, Tip. Delle Murate, FIRENZE, 1858]

PARTE SECONDA.

FRODI PER CUI S’INTRODUCE IL PROTESTANTISMO

CAPITOLO II.

FRODE SECONDA. BASTA LA FEDE PER SALVARSI

Somigliante a questo primo inganno è quello per cui sono tutti ad esaltare la S. Fede, e dire che basta aver Fede in Dio e che poi tutto il resto non è necessario per la salute, e sopra questa Fede fanno uno strepito che mai il maggiore. Ora sentite, miei cari: i Protestanti dicono che basta aver fede in Dio per salvarsi. Ebbene se i Cattolici dicessero tutto il contrario, cioè che non basta la sola fede, a chi si dovrebbe credere? Io penso che tutta la S. Chiesa Cattolica valga almeno quanto può valere uno di questi nuovi maestri. E però anche senza che si dovessero portare tante ragioni, la causa sarebbe bella e finita. – Ma forse che mancano ragioni a dimostrare che non basta la sola fede? Tutte le sante scritture ne sono piene di prove invitte. Non basta la sola fede, perché dice espressamente S. Paolo, che ci vuole oltre la fede anche la speranza e la carità e se noi avessimo tanta fede da trasportare le montagne e da fare anche miracoli strepitosi, tuttavia senza la carità, non saremmo nulla davanti a Dio (1 Cor. XIII). Non basta la sola fede, perché si richiedono anche le buone opere. S. Giovanni Apostolo dice chiaro che chi non eseguisce i comandamenti di Dio, non ha carità(1 Giov. II, 3-4), perché la prova della carità è appunto l’osservanza della divina legge.Non basta la fede, perché S. Paolo protestaanzi che al tribunal di Dio ognunoriporterà la pena ed il premio, secondo cheavrà operalo (2 Cor. V, 10). E Gesù Cristo Signor nostro ci assicura che nel dì finale quelli che non avranno fatte opere buone, possono dire tutto quel che vogliono, saranno condannati all’inferno senza pietà (Matt. XXV). Non basta la fede, perché se questa bastasse, il mondo intero andrebbe in rovina, mentre sul pretesto di aver la fede si disprezzerebbe l’esercizio di ogni virtù e gli uomini si abbandonerebbero, come fecero i Luterani, sfrenatamente ad ogni vizio, contro tutto quello che prescrive la dottrina di Gesù Cristo, la stessa ragione ed il buon senso. Non basta la fede finalmente, perché coloro che dicono che basta la fede, nonhanno neppure questa; non l’hanno e non possono averla, perché non sanno neppure che cosa sia questa fede.A sentirli parlare fanno tanti elogi alla S. Fede, dicono tante meraviglie della S.Fede, e poi se li interrogate che cosa essi veramente intendano per fede, s’imbrogliano e non sanno che rispondere. Io l’ho provato con parecchi ed è proprio così. Vuol dire, ripigliano altri, credere a Dio: ma certo il credere a Dio solamente non basta a salvare nessuno. Il demonio stesso crede a Dio, dice S. Giacomo, anzi crede tanto che trema di spavento (Jac. II, 19); niuno però dirà che il diavolo sia in luogo di salute. Volete voi dunque sapere che cosa sia veramente la S. Fede? Ve lo dirò io, e comprenderete che i Protestanti non hanno affatto la Fede.Fede non è credere così in confuso che vi è Iddio ed un Salvatore, ma è credere tutte le cose che questo Dio e Salvatore ha rivelato, e crederle perché Egli somma verità le ha rivelate e perché la S. Chiesa cele propone a credere. Primo, creder tutte le cose che Dio ha rivelate cioè tutto quello che si contiene nelle S. Scritture, poi tutto quello che la Tradizione contiene, in una parola tutto ciò che Egli ha affidato alla Chiesa Cattolica, e la Chiesa Cattolica propone a noi.I Protestanti non credono tutto quello che Dio ha rivelato, scelgono a capriccio, prendono una cosa, ne lasciano un’altra. Non credono per esempio che sono sette i Sacramenti, che è divino il Sacrifizio della S. Messa, che è buona l’invocazione dei Santi, che è un debito intervenire alla Messa e confessarsi e comunicarsi, e cento altre cose. Dunque non credendo tutto, non hanno la vera fede. Però è che non si può dire che credano a Dio, poiché mentre fanno essi la distinzione di quel che vogliono ammettere e di quello che vogliono rigettare, non credono veramente ad altri che a se stessi, al proprio capriccio, al proprio giudizio e nulla più.Ma soprattutto non credono sull’autorità della Chiesa che proponga. Ora dovete sapere che questo è un punto molto essenziale. Gesù Cristo ci ha dato la Chiesa per maestra e vuole che ascoltiamo Lei. Egli ha detto dei suoi ministri, che: chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me(Luc. X, 16).Ha detto che la Chiesa è la colonna ed il saldo sostegno della verità(1 Tim. III, 15), ha detto che chi non ascolta la S. Chiesa, si ha da tenere in conto di Gentile e di Pubblicano (Matt. XVIII, 17). É dunque sua volontà che noi nel credere alle verità rivelate, stiamo al Magistero cheessa ne darà. Essa custodisce tutte le verità della S. Fede, essa ci spiega le S. Scritture, Essa c’intima le vere tradizioni, e Gesùvuole che tutte le verità della Fede ci siano proposte da Essa. Ma i protestanti pieni disuperbia, rigettano il Magistero della Chiesa, vogliono fare da sé, si costituiscono da prima essi i giudici di quello che hanno da credere e poi per adulazione costituiscono anche voi.Ognuno, secondo essi, ha da leggere la Bibbia e trovare la verità, ognuno ha da fare esame sopra di essa e pretendono scioccamente ed empiamente che chi non ha fatti mai studi, che non ha né tempo, né  capacità di farli, sia il giudice di quelle profonde verità. Con che tentano l’impossibile, fanno fare un capo grosso come un cestone alla povera gente, la mettono in mezzo, sì che non sappia più né quel che credere, né quel che non credere, e tolgono loro interamente dal cuore la S. Fede: perché quando non crediamo sull’autorità della S. Chiesa, ma sul nostro giudizio, la Fedeè bell’e finita. Ecco miei cari che cosa fanno costoro col gridare fede, fede; vi levano il dono preziosissimo della Fede e vi riempiono la mente di errori, ed il cuore di superbia e vanità.

LO SCUDO DELLA FEDE (66)

LO SCUDO DELLA FEDE (66)

[S. Franco: ERRORI DEL PROTESTANTISMO, Tip. delle Murate, FIRENZE, 1858]

PARTE SECONDA.

FRODI PER CUI S’INTRODUCE IL PROTESTANTISMO

CAPITOLO I.

PRIMA FRODE. SIMULARE VIRTÙ E SANTITÀ.

Se il demonio si facesse vedere a tentare gli uomini visibilmente non otterrebbe niente da loro, perché tutti si armerebbero col segno della S. Croce e lo metterebbero in fuga. Così i Protestanti che vogliono sedurre le vostre anime, se vi facessero vedere tutta la bruttezza e deformità delle loro dottrine non guadagnerebbero niente; e perciò si trasformano in tutt’altro e prendono sembiante e apparenza di Santi per ingannare. Imitano in ciò gli antichi Eretici i quali hanno sempre posto in opera, secondo che osservano gli antichi Padri, ogni sorta di frodi per riuscire nel loro intento e verificano così le parole di Gesù Cristo, che ci vengono innanzi con pelli di pecora, mentre nell’interno sono lupi rapaci.

Il perché io stimo opportuno di premunirvi contro coteste arti, svelandovi le insidie che più comunemente essi tendono in questi tempi. La prima di tutte è fingere zelo della virtù ed amore alla santità. Da principio non vi parlano d’altro che di Gesù Cristo, dell’amare il prossimo, di non rubare, di non bestemmiare, di adorare Dio in spirito e verità, cose tutte molto buone e molto giuste: e poi quando vi hanno guadagnato con tutte queste apparenze di santità, v’insinuano il veleno nascostamente. Così facevano per testimonianza d’Origene gli Eretici Marcionisti, Valentiniani, Apostolici ed altri i quali mostrando una certa mansuetudine, carità del prossimo, amor della giustizia ed alcuni (sebbene pochi invero) perfino una certa castità, cercavano di farsi credito per propagare più efficacemente i loro errori. Ora voi state in guardia contro questa prima frode, perché per sapere che abbiamo da amare Gesù Cristo non abbiamo bisogno che i Protestanti ce lo insegnino. I nostri Parrochi, i nostri sacerdoti ci ricordano sempre che Gesù Cristo è il nostro buon Dio, il nostro Padre, l’unico nostro Salvatore. il quale venne sulla terra per nostro amore, visse ed operò sempre per nostro amore, patì e morì sempre per amor nostro; che dobbiamo sperare in Lui, amare Lui con tutto il nostro cuore, ed obbedirgli in tutto quello che ci ha comandato. Non vengono ad insegnarci una cosa nuova quando dicono che dobbiamo amarci scambievolmente. E chi non sa che la S. Religione Cattolica non raccomanda mai altro se non se che i padri amino i figliuoli, i figliuoli i padri, le mogli i mariti ed i mariti le mogli, che i fratelli si trattino da buoni fratelli, che i parenti si riguardino da buoni parenti, che in una parola niuno porti odio al suo prossimo, ma che ciascuno anzi procuri di fare del bene anche a chi gli ha fatto del male? Avevamo proprio bisogno che venissero costoro con tutte le loro smorfie ad insegnarci queste verità! Così pure menano tanto strepito perché ti raccomandano ed inculcano di non bestemmiare. Oh davvero, che se non venivano essi ad ammaestrarci, noi non lo sapevamo! E come dunque tanto si predica contro la bestemmia? E perché si sono anche erette società ed aggregazioni per sterminarla da questo mondo? e perché i Confessori quando veggono che uno non fa nessuno studio per emendarsene, gli negano perfino la santa assoluzione? È poi bella che ci raccomandano di adorare Iddio in spirito e verità, quasi i Cattolici non lo raccomandassero più di loro, e non solo lo raccomandassero, ma anche non lo praticassero più di loro! Che cosa vuol dire adorare Iddio in ispirito e verità? Vuol dire non contentarsi di lodarlo con la bocca, di onorarlo con atti esterni, ma accompagnare tutti gli atti del divin culto anche col cuore e soprattutto eseguire con l’opera tutto quello che Egli ci comanda. Questo è adorare in spirito e verità. Ora che altra cosa raccomanda la S. Chiesa Cattolica se non se che impieghiamo il nostro cuore in tutto quello che riguarda il divin culto? Non è forse vero che c’inculca sempre che nella preghiera non ci contentiamo di profferire le parole come i pappagalli, ma che lo facciamo col cuore? Non è forse vero che quando ci abbiamo a confessare, sempre ci si prescrive che ci pentiamo dei nostri peccati con tutto il cuore e che altrimenti la confessione non serve a nulla? Non è forse vero che nella S. Comunione e poi in tutti i tempi c’insinua d’amare il nostro buon Gesù con tutto il cuore, offerendogli tutti i nostri pensieri, i nostri sentimenti, i nostri affetti? E perché in certe belle solennità della Madonna, ci fa pregare questa S. Madre perché offra Ella stessa a Gesù il nostro cuore? Non sono tutte queste le cose che sempre ci inculca la S. Chiesa Cattolica? Ci era dunque proprio di bisogno che venissero i Protestanti ad insegnarci queste verità? – Quanto all’eseguire la volontà di Gesù espressaci nei suoi Santi Comandamenti, dite, non è vero che quello che sempre vi hanno inculcato i vostri Parrochi, i vostri Sacerdoti è che non basta dire che vogliamo esser buoni, ma che bisogna contentare Gesù facendo quello che Egli ci comanda? Che bisogna che i padri e le madri di famiglia vigilino sopra i figliuoli, che i figliuoli onorino i genitori, che non si ha da rubare, che si ha da santificare la Festa, che sono un gran peccato le imprecazioni, gli spergiuri, le bestemmie, le carnalità, in una parola tutte le violazioni dei divini Comandamenti? Non è forse vero che ripetono sempre che non bastano le buone parole, ma che ci vogliono i fatti, cioè sodisfare agli obblighi del proprio stato? E adesso vengono costoro ad insegnarci tutte queste cose, quasi noi Cattolici non le sapessimo e non le avessimo inculcate prima che essi venissero al mondo? Eh sappiamo anche noi più di loro che bisogna adorare Iddio in ispirito e verità. Sapete però il fine per cui raccomandano tutte queste cose? Non perché loro importino, ma lo fanno per ingannare i semplici. Dopo che hanno raccomandato tutte queste cose buone, passano ad insinuare il loro veleno di nascosto: fanno come certi venditori di grano che ne mettono un poco di buono alla bocca del sacco e poi più sotto è grano cattivo. Così essi, dopo che si sono acquistati un poco di credito con l’avere raccomandate queste cose buone, v’insinuano poi tante cose pessime. Dicono che è buona la carità, ma poi soggiungono che non è necessario andare in Chiesa, sentire la S. Messa, confessarsi dei propri peccati, osservare la S. Quaresima. Dicono che non bisogna bestemmiare, ecco il grano buono: ma poi vi danno il grano cattivo, soggiungendo che non bisogna dare retta ai Sacerdoti di Dio, che non bisogna ascoltare la loro parola, che non bisogna lasciarsi far paura dei castighi che minacciano a nome del Signore. Dicono che bisogna adorare Dio in ispirito e verità, ecco il grano buono; ma poi dopo vi danno il grano cattivo dicendo che non è necessario ricevere la S. Comunione, che non è buono il raccomandarsi alla Madonna ed ai Santi, che non ci vogliono tutte queste cerimonie che adopera la S. Chiesa. Ah lupi traditori! Avreste mai creduto che per ingannarvi fossero capaci di fare tante lustre, tante mostre di pietà? È proprio quello che vi diceva: si ricoprono con la pelle di pecora per assalirvi. Ora voi fate così: quando cominciate a sentire tutte quelle antifone, mettetevi subito in guardia e levateveli dintorno prontamente rispondendo che certo bisogna adorare Iddio in ispirito e verità, ma che non per questo bisogna tralasciare tutti i mezzi esteriori della pietà, come sono le Preci, la Messa, i Sacramenti, le opere buone, com’essi v’insinuano: che anzi bisogna praticarle con ogni fervore perché son quelle per cui si giunge alla vera adorazione fatta in ispirito e verità.