I PROTESTANTI, “FRATELLI” [di loggia?] DEGLI APOSTATI MODERNISTI

I PROTESTANTI, “FRATELLI” [di loggia?] DEGLI APOSTATI MODERNISTI

Un tempo nemmeno troppo lontano, venivano chiamati eretici e scismatici. Oggi i modernisti li chiamano “fratelli separati”, e dicono che hanno in comune con loro l’eredità spirituale. A pensarci bene è proprio vero, perché questa eredità a ben vedere, è il … satanismo! Ecco qui, brevemente tratteggiati da par suo dall’Abate J. J. Gaume, i figuri che i più accesi tra i modernisti vorrebbero addirittura canonizzare, … d’altra parte che c’è di strano, visto che ne hanno già falsamente canonizzati diversi ancor peggiori di questi! Il bianco burattino ultramodernista del b’nai b’rith è corso già ad osannare, a prostrarsi, a partecipare ai festeggiamenti del V centenario dell’istituzione turpe, blasfema ed apostatica del luteranesimo. Ma si sa, il patrimonio spirituale oramai è il medesimo: il satanismo di matrice massonica!

Protestanti

[J.J- GAUME: Catechismo di Perseveranza, Vol. 3 – Torino tip. G. Speirani e f., 1881]

Noi siamo sul punto di assistere al più grande combattimento che siasi dato alla Chiesa nostra madre dall’Arianesimo in poi; nel corso del sedicesimo secolo sembra che l’inferno abbia schierato tutte le sue forze. Quattro giganteschi settari si presentano con lo stendardo alla mano della rivolta. Non attaccano essi più un domma, un sacramento, una pratica particolare della Religione, ma l’autorità medesima della Chiesa, base del domma e della morale. Il loro grido di guerra sono quelle parole diaboliche che rovinarono la stirpe umana: Spezzate il giogo dell’autorità e diventerete come Dei. E gl’ingrati popoli si credettero abbastanza forti, abbastanza illuminati per bastare a se stessi, e accorsero in folla sotto le bandiere della ribellione, e assalirono con furore quell’antica Chiesa, alla quale erano debitori della educazione, della libertà, de’ costumi, delle leggi, della civiltà, della superiorità e perfino dell’esistenza. – Alcuni abusi veri o supposti servirono di pretesto alla loro defezione: ma non era questa la vera cagione; l’orgoglio umano era intollerante del freno dell’autorità, e si ribellò. Fu questa l’origine del Protestantesimo: lo indica abbastanza lo stesso nome. Il cristianesimo, al suo nascere, aveva dovuto sostenere la ribellione della forza materiale, personificata negli imperatori romani: sei secoli dopo dovette sostenere la ribellione de’ sensi, personificata in Maometto; mille anni dopo ei doveva sostenere la ribellione dell’orgoglio, personificato in Lutero. Quindi l’ambizione, la voluttà, l’orgoglio furono in tutte le epoche i tre nemici del Cristianesimo, e tali saranno eternamente. Or è d’uopo conoscere i campioni dell’orgoglio sedizioso, cioè del protestantismo: son essi ben degni della causa che difendono!

Lutero.

Lutero nacque in Germania nel 1484. Essendo stato un suo compagno ucciso dal fulmine mentre passeggiavano insieme, ei rimase talmente colpito da tale sinistro che si fece Agostiniano. Quivi nel leggere gli scritti dell’eretico Giovanni Hus, concepì un odio implacabile contro la Chiesa Romana; e ardente, impetuoso, orgoglioso esalò ben presto la bile ed il veleno in alcune tesi sostenute nel 1516. Avendo il Pontefice Leone X fatta pubblicare una indulgenza a favore di coloro che contribuivano all’ultimazione della chiesa di san Pietro di Roma, Lutero si levò la maschera e attaccò le indulgenze, poi la libertà dell’uomo, quindi la confessione, in seguito il primato del Papa, e per ultimo i voti monastici. Il Sommo Pontefice condannò i costui errori con Bolla del 1520: ma per risposta il frate apostata la fece ardere pubblicamente a Wittemberga. – Allora egli pubblicò il suo libro Della schiavitù di Babilonia. Dopo aver confessato ch’ei si pente di essere stato sì moderato, ammenda il proprio fallo con tutte le ingiurie che il delirio più avventato può somministrare a un eretico. Egli esorta i principi a scuotere il giogo del Papismo, e abolisce ad un tratto quattro sacramenti. E siccome questi audaci tentativi eccitavano vivi reclami, Lutero, per darsi una sembianza di ragione, prese a giudice la facoltà di teologia di Parigi, di cui aveva sempre venerato la profonda dottrina. La facoltà lo condannò ad una voce, onde il monaco eretico entrò in furore, e vomitò contro di lei le ingiurie le più grossolane. – Contemporaneamente Enrico VIII re d’Inghilterra pubblicò contro di lui un’opera che dedicò al Pontefice Leone X. Quello scritto fruttò al monarca inglese il titolo di « Difensore della fede » che i suoi successori hanno conservato e impresso su le loro monete. Lutero furioso ebbe ricorso alle ingiurie, sua ordinaria risposta. Eccovi un saggio delle leggiadrie e delle lepidezze che uscivano dalla sua penna : « io non so se la follia stessa, egli diceva, può essere così insensata quanto la mente del povero Enrico: oh! quanto volentieri coprirei quella inglese maestà di fango e di sozzure, e ne avrei ben diritto: venite a me, Ser Enrico, ed io v’ammaestrerò 1 ». [“Veniatis, Domine Henrice, ego docebo vos.”]. Al qual proposito Erasmo non ha potuto a meno di osservare, che Lutero avrebbe almeno dovuto parlar latino, e non aggiungere i solecismi alle villanie. Ritirato in un castello, sotto la protezione di Federico, Elettore di Sassonia, l’ardente apostata scriveva tutte le stravaganze che gli passavano per la testa. Fra le altre cose ei disse di avere avuto un colloquio col diavolo, e avergli questo manifestato che se voleva salvarsi doveva abolire tutte le messe non solenni, ed egli infatti scrisse contro le medesime. Tuttavia per Lutero diveniva, a lungo andare, troppo angusto il castello in cui dimorava; quindi percorse la Germania, e per avere più seguaci dispensò i sacerdoti, i monaci e le monache dal voto di castità, e ciò in un’opera, in cui la modestia è offesa in mille maniere. Dopo aver fatto un appello alla impudicizia, ei ne fece uno all’avarizia, e quindi pubblicò nel 1522 un’opera intitolata, Trattato del fisco comune. In essa invitava i regnanti ad impossessarsi delle rendite di tutti i monasteri, abbazie, vescovadi, e in generale di tutti i benefizi ecclesiastici. L’esca del guadagno produsse a Lutero più proseliti che non i suoi scritti; e il suo partito s’impinguò ben presto di quanti vi avevano uomini incontinenti e principi ambiziosi, estendendosi in gran parte della Germania. – Il predicatore del nuovo Vangelo lasciò in quel tempo l’abito agostiniano, e l’anno di poi, cioè 1525, sposò una monaca che aveva fatto uscire dal suo convento; e poco dopo diede al mondo cristiano uno spettacolo anche più strano, permettendo pubblicamente a Filippo, Landgravio di Assia, di prendere due mogli. – L’imperatore Carlo V, dolente di quegli scandalosi eccessi, convocò una Dieta o assemblea di principi Tedeschi a Spira nel 1529. Da essa i Luterani presero il nome di Protestanti per aver protestato contro i l decreto della Dieta, che ordinava dovessero attenersi alla religione della Chiesa cattolica. – Lutero non ne fu che maggiormente irritato. Ogni anno pubblicava un nuovo libello contro il Sommo Pontefice o contro ì principi o i teologi cattolici. Ecco un nuovo saggio del suo stile : ei chiamava Roma la feccia di Sodoma, la prostituta Babilonia; il Papa, uno scellerato che sputava diavoli; i Cardinali, miserabili che bisognava distruggere. « S’io ne avessi il potere, ei diceva, io farei un solo fardello del papa e de’ cardinali per gettarli unitamente in mare; questo bagno li guarirebbe, ve lo giuro, e ne do per mallevadore Gesù Cristo». Parla con la stessa dolcezza de’ teologi cattolici, e le sue più gentili parole sono: bestia, porco, epicureo,ateo, ecc. Co’ suoi stessi seguaci era sdegnoso egualmente che coi cattolici; li minacciava, se continuavano a contraddirlo o ricredersi di quanto egli aveva insegnato: minaccia ben degna dì un apostolo di menzogna! Avendo gli Zuingliani, di cui parleremo tra poco, avuto la disgrazia di offenderlo prorompe: « Il diavolo si è impossessato di loro; sono persone indiavolate, sopraindiavolate, perindiavolate; il loro linguaggio non è che un linguaggio di menzogna, messo in moto a talento di Satana, infuso e soprainfuso del suo veleno infernale ». Finalmente nel suo furore ei scagliava ingiurie a se stesso; diceva di esser pieno di diavoli, di esser satanizzato, soprasatanizzato. È questo forse il linguaggio di un apostolo di verità? – Dacché si fece apostata, la sua vita si consumò in furibonde declamazioni e in dissolutezze. Si conserva tuttavia una Bibbia, in fine della quale si legge una preghiera in versi tedeschi e scritta di mano di Lutero, il cui senso è questo: « Mio Dio, per vostra bontà, provvedeteci di vesti, di cappelli, di cappe e di mantelli, di vitelli ben grassi, di capretti, di bovi, di montoni, di giovenche e di quanto abbisogna per soddifare a’ nostri gusti . . . bever bene e mangiar bene è il vero mezzo di non annoiarsi ». [Cristiano Juncker, Vita Lutheri , pag. 225.] – Questa preghiera, in cui l’indecenza, l’empietà, la lussuria, la gola si contendono la palma, dà una giusta idea del Capo della pretesa Riforma. Egli morì nel 1546, in età di sessantadue anni, per aver troppo mangiato e troppo bevuto com’era suo costume. Monaco apostata e seduttore di una monaca, amico della taverna e della gozzoviglia; buffone empio e lubrico, che per primo pose in fuoco la Chiesa sotto pretesto di riformarla, e che in prova della sua strana missione, che certamente chiedeva miracoli i più luminosi, offerse, come Maometto, i successi della spada, il progresso del libertinaggio, gli eccessi della discordia, della ribellione e della crudeltà, del sacrilegio e della malvagità: ecco qual fu Lutero [Vedi Viaggio d’un Gentiluomo Irlandese in cerca d’una Religione. — Vite di Lutero, di Juncker e di Audin.]

Zuinglio.

Curato di Santa Maria degli Eremiti in Svizzera, poi predicatore a Zurigo, Zuinglio, avendo letto le opere di Lutero, si mise a dommatizzare, il che significa, ch’egli attaccò quanto la Chiesa aveva insegnato e praticato fino allora; cioè le indulgenze, l’autorità pontificia, il sacramento di penitenza, i voti monastici, il celibato de’ preti e l’astinenza dalla carne. Lo strano apostolo, profittando della libertà che predicava agli altri, sposò una ricca vedova; perché il matrimonio fu lo scioglimento ordinario di tutte le commedie de’ Riformatori. La sua dottrina scosse tutta la Svizzera sì pacifica e sì felice fino a quell’epoca; i Cantoni protestanti sorsero in armi contro i cattolici. Zuinglio fu costretto di condurre i suoi seguaci al combattimento, in cui, malgrado la sua predizione, essi perderono la battaglia, ed egli stesso rimase morto nel 1531 [Storia della Riforma nella Svizzera occidentale di Haller].

Calvino.

Questo nuovo corifeo della pretesa Riforma nacque nella diocesi di Noyon nel 1509; e venne provvisto d’un benefizio, quantunque non sia stato mai prete. Pel disordine de’ suoi costumi fu bollato sopra la spalla con un ferro rovente [Vedasi M. Jaques nella sua Teologia]. – Lasciò la patria e dopo aver vagato per diverse città della Francia predicando gli errori di Lutero, ai quali aveva aggiunto le proprie stranezze, si recò a Basilea, ove pubblicò il suo libro dell’Istruzione cristiana. Al paro di Lutero e di Zuinglio ei fa man bassa della dottrina, della morale e del culto nel quale era nato. Non vuol ammettere né culto esteriore, né invocazione dei Santi, né Capo visibile della Chiesa, nè Vescovi, né sacerdoti, né feste né croce, né alcuna di quelle cerimonie sacre, che la Religione riconosce essere tanto utili al culto di Dio, e la filosofia tanto necessarie ad uomini materiali e rozzi, che non s’innalzano per così dire che per mezzo de’ sensi alla contemplazione delle cose spirituali. Dopo diversi viaggi in Svizzera ed in Italia, questo preteso riformatore prese stanza in Ginevra, dove quel desso che non ammetteva Papa nella Chiesa, divenne non già il Papa ma il despota di Ginevra. – La minima obiezione, la più leggiera opposizione che gli venisse fatta, era sempre un’opera di Satana, un delitto meritevole del fuoco. Essendo stato contraddetto dal giovine medico spagnolo Michele Serveto, ei Io fece ardere vivo; ed esortava i suoi discepoli a trattare egualmente tutti quelli che si opponessero ai progressi della propria dottrina. Scriveva a Du Poét, ch’egli chiama Generale della Religione nel Delfinato: « Dà opra costante a purgare il paese da quei cialtroni, che coi loro discorsi persuadono il popolo ad opporsi a noi, screditando la nostra condotta, e vogliono far passare per sogno la nostra credenza. Simili mostri debbono essere soffocati come è avvenuto di Michele Serveto ». – Tale era la mansuetudine di quest’uomo evangelico. – Eccovi un saggio della costui urbanità: Porco, asino, cane, cavallo, toro, ubbriaco, erano i complimenti ch’ei dirigeva à’ suoi avversari. Esortava i propri partigiani ad impossessarsi di tutte le ricchezze de’ Cattolici; « e ciò, diceva egli, per amore di » Dio, affinché possiamo metterci in grado di sostentare il piccolo gregge: senza mèzzi grandi e potenti la buona volontà riuscirebbe inutile ». Orgoglioso, impudico, crudele, Calvino morì disperato e di una malattia vergognosa, che agli occhi stessi de’ suoi discepoli passò per un visibile castigo di Dio [“Calvinus in desperatione finiens vitam obiit turpissimo et medissimo morbo, quem Deus et rebellibus maledictis comminatus est, prius excruciatus et consumptus. Quod ego verissime attestari audeo, qui funestum et tragicum illius exitum et exitium his meis oculis praesens aspexi”. Joan. Haren. Apud- Peti: Cutsemium. Vita di Calvino di Audio.]. – Il tristo suo fine lo colse a Ginevra l’anno 1564.

Enrico VIII

Il quarto riformatore della Religione fu Enrico VIII re d’Inghilterra, che da principio aveva scritto contro Lutero. Finché si mantenne casto, Enrico rimase cattolico; ma volendo soddisfare le sue passioni, pregò papa Clemente VII a sciogliere il suo matrimonio. E siccome quel matrimonio era più che legittimo, il Sommo Pontefice gli rispose che non era in sua facoltà di separare ciò che era stato unito da Dio. Enrico allora ruppe i l freno, ripudiò la moglie e sposò Anna Bolena : onde il Papa lo scomunicò. Per sottrarsi ai fulmini della Chiesa, l’impudico principe si fece dichiarare Protettore e Capo sapremo della Chiesa d’Inghilterra. Divenuto papa, nulla cambiò Enrico alla dottrina; ma ben presto lo scisma conduce all’eresia. – I nuovi errori non potevano non essere bene accolti in un paese tanto disposto alla rivolta. Vivente tuttavia Enrico, il Luteranismo cominciava ad introdursi colà senza sua saputa e suo malgrado. Dopo ch’ei fu morto, Eduardo VI abolì totalmente la religione cattolica. -Più occupato di soddisfare alle proprie passioni che di stabilire la sua Chiesa, Enrico sposò cinque mogli, che ripudiò l’una dopo l’altra, facendole poscia trarre al patibolo. Si narra che vicino a morire esclamasse guardando coloro che circondavano il suo letto: « Amici miei, abbiamo perduto tutto: il regno, la fama, la coscienza e il cielo». Morì l’anno 1547. Se adunque ci facciamo a considerare il Protestantismo, che oggidì per tanti sforzi si cerca d’introdurre tra noi:

Negl’individui che lo hanno stabilito;

noi vediamo aver esso avuto per autori quattro sfacciati libertini, quattro individui, a’ quali nessun uomo onesto vorrebbe somigliare. E siete voi, o mio Dio, Dio di tutta santità, che avreste scelto simili ministri per riformare la Chiesa, la vostra sposa, e insegnare agli uomini la verità e la virtù? Lo creda chi vuole!

Nelle sue cagioni; eccole: l’orgoglio, l’amore delle ricchezze e de’ piaceri sensuali. « Lutero e Calvino, diceva Federico re di Prussia, protestante e filosofo, erano due miserabili ». Non bisogna pensare, soggiunge un altro scrittore, che i settari del sedicesimo secolo fossero vasti intelletti: no, i capi-setta sono come gli ambasciatori, fra’ quali spesso riescono meglio gli spiriti mediocri, purché le condizioni che offrono sieno vantaggiose. La sete de’ beni ecclesiastici fu il principale stimolo della Riforma in Germania; in Francia fu l’amore della novità; in Inghilterra l’amore della dissolutezza.

Nel suo dogma. Il Simbolo de’ Protestanti si riduce ad un solo articolo: Io credo tutto quello che voglio. – Infatti, il principio fondamentale, unico, universale del protestantesimo, si è che ogni individuo deve cercare la propria religione nella Bibbia, né deve ammettere se non ciò che vi trova egli stesso, non già un altro. Il protestantismo dunque dice ai popoli nel presentare loro la Bibbia: «La verità, tutta la verità si contiene in questo libro. Ma che cos’è la verità? Che cos’è il Cristianesimo? Nol so, risponde, e tocca a voi a cercarlo nella Bibbia ». Cercate dunque voi tutti, uomini, donne, fanciulli, dotti e ignoranti, cercate. Ora ditemi: trovate voi nella Bibbia il mistero della Trinità? Vi credete? voi siete cristiano. Non vi credete? voi siete cristiano. Credete voi alla divinità di Gesù Cristo? voi siete cristiano. Non vi credete? Voi siete cristiano. Credete voi alle pene eterne? voi siete cristiano. Non vi credete? voi siete cristiano. Quali che siano le vostre opinioni, tosto che voi pretendete trovarle nella Bibbia, tanto basta, e voi siete cristiano. Tuttavia ciò che voi credete, altri lo negano; ciò che a voi sembra vero, ad altri sembra falso. Chi di voi ha ragione? Inutile il chiederlo; rimanete soltanto tranquilli nella vostra incertezza, e assicuratevi che si può esser buon cristiano senza sapere ciò che bisogna credere per esser cristiano. Tale è, alla lettera, la dottrina del pròtestantismo. Ora, che ne avvenne? Accadde che sorsero tra i protestanti tante religioni quanti individui. L’uno credè trovare nella Bibbia che cinque sono i Sacramenti; l’altro che son quattro; quegli due; questi, nessuno; attalché, vivente ancora Lutero, si contavano già tra i suoi discepoli trentaquattro religioni diverse, che si combattevano, che si denigravano, che si anatematizzavano, unite soltanto nel loro odio contro la vera Chiesa. Da quell’epoca le sètte protestanti si sono moltiplicate all’infinito. Ogni giorno ne sorgono delle nuove: nella sola città di Londra e nelle adiacenze se ne contano più di cento 1[Ecco i nomi delle principali (nomi bizzarri al pari de’ loro principii). Anglicani, Collegiani, Facienti, Lacrimanti, Indifferenti, Moltiplicanti, Impeciatiti, Quaccheri, Schakeri , Giumperi, Groanneri, Metodisti, Weslejani, Wifeldiani, Miilenarj, Adamiti, Razionalisti, Generazionisti, Sontostisti, Anabattisti, Adiaforisti, Enslusiasti, Pneumatici, Brownisti , Interimitii , Monnoniti, Berboriti, Calvinisti, Evangelisti, Labadisti, Luterani, Lutero-Calvinisti, Battisti, Lutero-Battisti, Universali-Battisti, Meinseriani, Sabbatariani, Puritani, Armcniani, Sociniani, Zuingliani, Presbiteriani, Anti-Presbiteriani, Lutero-Zuingliani, Calvino-Zuingliani, Osiandriani, Lutero-Osiandriani, Staneriniani, Sincretiniani, Sinerginiani, Ubiquisteni, Pietisti, Bunakeriani, Versecoriani, Latitudinariani, Cecederiani, Burrignoniani, Camisariani, Glassimiani, Sademaniani, Ercionsiniani, Cameroniani, Filistei, Marescialliani, Hopkinsiniani, Necessariani, Edwariani, Priestliani, Relief-Cecedriani, Burgeriani, Anti-Burgeriani, Bereaniani, Ambrosiani, Moravi, Monasteriani, Antimoniani, Anomeani, Munsteriani, Mamilarj, Clancularj, Grubenarj, Staberi, Baeolarj, Nupwrali, Sanguinarj, Confcssionarj, Unitarj, Trinitarj, Anti-Trinitarj, Convulsionarj, Anti-Convulsionarj, Impeccabili, Apostolici, Spirituali, Taciturni, Demoniaci, Piagnoni, Liberi, Concubinarj, Allegri, Rustici, Vasaj. Pastoricidi, Conformisti, Non-Conformisti , Episcopali, Mistici, Coscienziosi, Socialisti, Puiseisti. In tutto 110 (Estratto dall’opera inglese intitolata: La guida per condurre alla verità e alla felicità, pag. 85). – [Non è ella, questa una pagina curiosa da aggiungere alla Storie delle Variazioni?]; e in ciascuna setta le professioni di fede germogliano come le foglie sugli alberi. « La Religione protestante, così scriveva ultimamente un professore protestante, è totalmente disciolta per la moltiplicità delle confessioni e delle sètte che si sono formate durante e dopo la Riforma… Non solamente l’apparenza esteriore della nostra Chiesa ha subito innumerabili suddivisioni, ma ella è anche disunita e divisa interiormente nelle sue massime e nelle sue opinioni ». [Vette: I Protestanti, 1828.]. Un altro scriveva nel 1835. « La Riforma somiglia nelle sue Chiese separate, e nel suo potere spirituale, ad un verme tagliato in piccolissime parti, che tutte si seguitano a muoversi finché conservano una certa vitalità, ma che perdono finalmente a grado a grado il moto e la facoltà del moto che avevano conservata » [Le Chiede cristiane, 1835]. – Un altro aggiunge : « Se Lutero uscisse oggi dalla tomba, gli sarebbe impossibile riconoscere come suoi e perfino come membri della società da lui instituita, quegli apostoli che nella nostra Chiesa sono attualmente riguardati come suoi successori 3 ». [Reinhard, Discorso sulla Chiesa, 1800]. – E un terzo prosegue così: « La disunione de’ Pastori fa nascere nella mente e nel cuore de’ popoli la più grande confusione. Essi ascoltano, essi leggono, ma non sanno più ove sono, né a chi debbono credere, né chi debbono seguire » [Ludke, Ministro]. – La confusione è tale da far esclamare un protestante in un’opera recente, che ei s’impegnava di scrivere su l’unghia del suo pollice le dottrine credute ancora generalmente tra i protestanti [Harms, Ministro a Kiel]. Finalménte un altro conclude: « A forza di riformare e di protestare, il protestantismo si riduce a una fila di zeri senza unità » [Schmaltz, giureconsulto Prussiano]. – E ci si vorrebbe dare il protestantismo per religione! Meglio è dire che col protestantismo si vorrebbe abbattere ogni ombra di religione! Noi non faremo osservare le perpetue inconseguenze de’ protestanti. Essi ricusano qualunque autorità, e di tradizione in materia di religione; or come sanno essi dunque essere la Bibbia un libro divino? Non è forse per l’autorità della tradizione? Se la tradizione sembra loro infallibile quando dice Che la Bibbia viene da Dio, perché nol sarebbe quando insegna loro tutte le altre verità che rigettano? Quando cesserete voi di avere due pesi e due misure? Quando sarete coerenti a voi stessi? Voi osservate la domenica; ma, di grazia, come sapete voi esser questo il giorno del Signore? Forseché noi sapete per tradizione? Perché dunque avete voi abolito le feste? Perché non osservate l’astinenza in quaresima, nelle vigilie, ne’ venerdì e ne’ sabati secondo la tradizione e l’uso antico della Chiesa? E dove avete voi pure imparato se non nella tradizione, che il battesimo per infusione è valido, al paro di altre pratiche che voi riguardate come sacre?

Nella sua morale. Il decalogo de’ protestanti si riduce ad un solo precetto: Tu praticherai tutto ciò che credi. I protestante può praticare ciò che vuole, cioè, tutto ciò che sembra vero alla sua ragione; può dunque fare tutto ciò che vuole, restando sempre protestante e senza che veruno altro prestante possa nulla rimproverargli. Ciò è quanto abbiamo veduto e quanto vediamo anche oggigiorno. Lutero per parte sua stabilì qual fondamento della sua morale che le opere buone sono inutili e anche nocive alla salute; che l’uomo non è che una semplice macchina senza libertà morale, incapace di virtù e vizi. Calvino dice, che l’uomo, una volta giustificato per mezzo della fede, è certo della sua salute, quand’anche si abbandonasse in seguito a tutti i disordini; e Lutero e Calvino pretendevano trovare queste abominevoli massime chiaramente nella Bibbia! – Gli Anabattisti alla loro volta dicevano. Noi abbiamo trovato nella Bibbia, che per eseguire gli ordini del Cielo, dobbiamo trucidare gli empi e confiscare i loro beni, affine di stabilire un nuovo mondo: e furono infatti veduti con la Bibbia in una mano, una torcia nell’altra e una spada al fianco, bruciare, uccidere, saccheggiare, devastare tutta la Germania. [Vedi le vite di Giovanni di Leida e di Munzer]. – Agli Anabattisti tennero dietro i Familisti, che insegnavano, e sempre a tenore della Bibbia: Che è ben fatto perseverare nel peccato affinché la grazia possa abbondare; in seguito gli Antimoniani i quali apertamente predicarono: Che l’adulterio e l’omicidio ci rendono più santi in terra e più beati in cielo. – Se voi studiate le innumerabili sètte protestanti, troverete non darsi verun precetto di morale che non sia stato negato da qualcuna di loro. Il protestantismo non può, secondo il proprio sistema, dire di alcuna massima morale: A cotesta è necessario d’uniformare la propria condotta; per la ragione ben semplice che non vi è alcun domma del quale ei possa accertare, esser necessario crederlo o soggettarvi la propria ragione. In conclusione, nel modo stesso che il simbolo del protestantismo può ridursi a questo solo articolo: Io credo tutto ciò che mi sembra vero, cosi il suo codice di morale può ristringersi a questo: Io debbo fare tutto ciò che mi sembra buono; Corniola di morale, da cui ogni uomo, qualunque siano le sue passioni, può trarre suo profitto; siccome si accontenterà, qualunque siano i suoi errori, della formula di fede corrispondente.

Nel suo culto. Il culto è l’espressione della fede e della morale; ora, tra i protestanti non vi ha fede, non morale obbligatoria e uniforme; dunque non vi ha né può esservi culto obbligatorio e uniforme. – I1 vuoto della Riforma, per difetto di fede e di amore, si manifesta sensibilmente ne’ suoi templi: essi sono muti, vuoti, squallidi; non vi ha cosa più fredda più melanconica d’un sermone protestante, poiché, dalla continua mobilità delle opinioni emerge la mobilità de’ segni destinati ad esprimerle. Perciò tra i protestanti gli uni riguardano la predica come un atto religioso, gli altri come un atto civile; taluni considerano il battesimo come un rito inutile, tali altri lo stimano necessario. – Ma ecco ciò che sorpassa l’immaginazione. Avendo ultimamente i Luterani e i Calvinisti di Germania formata una riunione, i ministri annunziarono che amministrerebbero la realtà o la figura del corpo di Gesù Cristo nella comunione, secondo la volontà e la credenza di ciascheduno. – Così quando i fedeli si presentavano per ricevere la comunione, i ministri dicevano: Credi tu di ricevere il corpo di Gesù Cristo? si, rispondevano i Luterani: — dunque ricevi il corpo di Gesù Cristo. — Credi tu di ricevere la figura del corpo di Gesù Cristo? sì, rispondevano i Calvinisti: — dunque ricevine la figura. . Che cosa è ciò, se non è sacrilega ciurmerla, ed una pubblica dichiarazione che sull’articolo dell’Eucaristia, come su tutto il resto, e che l’azione più augusta del culto cristiano non è ai suoi occhi che una cerimonia qualunque, di cui nulla più intende? – Vi sarà dunque luogo a meravigliarsi se tanti protestanti mostrano una invincibile ripugnanza per quel culto vuoto di fede? Nullameno quel culto ancor si sostiene; ma come le forme d’un corpo esanime che rimangono ancora qualche tempo dopo che l’anima lo ha abbandonato, e pronte al sopravvenire della putrefazione a dissolversi in polvere.

6° Ne’ suoi effetti. Il protestantismo è la principale cagione di tutte le calamità che hanno oppresso l’Europa da trecento anni [Grozio, famoso protestante, diceva: « Ubicumque invaluere Calvini discipuli, imperia turbavere »]; e lo provano i fatti. Appena ebbero i primi suoi apostoli sparso le loro massime tra il popolo, un vasto incendio divampò in Germania, Svizzera, Francia, Inghilterra, ed una guerra di trent’anni, il sacco di cento mila monasteri, sacri asili della scienza e monumenti della carità de’ nostri avi, la devastazione e lo spogliamene) delle chiese, fiumi di sangue da settentrione a mezzo giorno, delitti inauditi, odii mortali, spergiuri, scandali da fare arrossire la stessa depravazione, furono questi gli effetti immediati del protestantismo! Ed esso sarebbe la verità? « No, dice un famoso empio; la verità non è mai dannosa » [J. J. Rousseau]; ed è questa la miglior prova per noi che il protestantismo non è la verità. – Di questi fatti lacrimevoli la logica inesorabile vien a renderci ragione e a porli a carico eh’ riformatori del secolo decimosesto. Che cos’è infatti il protestantismo agli occhi dell’osservatore imparziale? Un invito energico alle grandi passioni, che nelle diverse epoche della storia hanno sovvertito il mondo! « L’appetito dei beni ecclesiastici, dice un autore non sospetto, fu il principal motore della Riforma in Germania; in Francia fu l’amore di novità: in Inghilterra l’amore impudico». – Che cosa è il protestantismo, se non la deificazione della ragione individuale, e quindi la sanzione del dubbio universale come principio in materia di religione, ed in seguito in tutto il resto? Ora, non vi ha società senza religione, non religione senza credenza; non credenza senza fede, non fede col dritto di dubitare di tutto, vale a dire col protestantismo. Dunque col protestantismo non vi ha religione, e quindi non società, ma rivoluzioni sempre rinascenti e sanguinose catastrofi come ne vediamo nella storia dell’Europa e del mondo da più di tre secoli. – Se pertanto si potè con tutta verità dire di Voltaire, ch’esso non era che un logico del protestantesimo; « Voltaire non ha veduto tutto ciò che ha fatto, ma ha fatto tutto ciò che noi vediamo »; a più forte ragione possiamo dire di Lutero, padre del dubbio: « Lutero non ha veduto tutto il male che ha fatto, ma ha fatto tutto quel male che noi veggiamo ». Andate, ed osservate le nazioni che hanno adottato il protestantismo: da per tutto in presenza dell’orrido caos di opinioni, fra cui sono immerse, e dello spaventevole dubbio che li consuma, la coscienza universale pronunzia contro la Riforma questo tremendo anatema: “Uccidendo la fede, ella ha ucciso il Cristianesimo e la società.” – Lutero, Zuinglio, Calvino, Enrico VIII, voi tutti, che vi arrogaste di proprio capriccio la vostra missione di riformare arbitrariamente la Chiesa, udite quanto avete fatto: Tosto che, rigettando l’autorità cattolica, aveste proclamato l’indipendenza di ciascun individuo in materia di fede, altri riformatori sorsero sotto i vostri occhi stessi per continuare la vostra impresa. Essi riformarono i vostri insegnamenti, come voi riformaste quelli della Chiesa. Voi avevate detto: Noi rigettiamo i tali dommi, perché urtano la nostra ragione; essi hanno detto: Noi rigettiamo tali altri dommi perché la nostra ragione non può ammetterli. Voi avevate domandato loro: Chi siete voi? Ed essi vi hanno domandato alla loro volta: Chi eravate voi per contraddire la Chiesa? A ciò voi non avete potuto rispondere. – Spaventati della stessa opera vostra al suo nascere, ne prevedeste fino d’allora i funesti progressi, scorgeste con terrore nell’avvenire quelle guerre interminabili di opinioni, quella immensa confusione di dottrine, quella graduale distruzione della fede che lasciavate in retaggio alla posterità. Ohimè! i sinistri vostri presentimenti erario ben lungi dall’uguagliare la realtà; voi non avete veduto tutto ciò che avete fatto, ma avete fatto tutto quello che noi vediamo. Appena eravate scesi nel sepolcro, che nuove sètte svegliandosi alla tremenda parola di rivolta che voi avevate proferito, lacerarono i brani della fede da voi risparmiati, e distrussero successivamente tutto il Simbolo della Religione, fino a tanto che finalmente i vostri ultimi discepoli sono giunti al punto di rinnegare la divinità stessa di Gesù Cristo; e questa solenne apostasia che avrebbe strappato alla Riforma un grido d’indignazione, s’ella fosse stata tuttora cristiana, è stata ratificata dallo scandalo del suo silenzio. Allora tutto è stato per lei consumato; l’opera del protestantismo è giunta al suo termine, e nulla più le rimane da riformare nel Cristianesimo, dappoiché finalmente è scesa a riformare lo stesso Dio. Ed ecco qual è la Religione, che oggi per tante vie si tenta propagare![Ma mons. Gaume ha avuto la fortuna di non conoscere la peste nera del modernismo ecumenico dei marrani, somma vergognosa di incredibili ed assurde eresie, alle quali i falsi prelati del post-conciliabolo si sono rapidamente assoggettati senza difficoltà, pur di mantenere le poro prebende, gli onori, le ricchezze e giustificare i vizi impuri che li caratterizzano- ndr.-].

Preghiera.

O mio Dio, che siete tutto amore, io vi ringrazio di averci fatti nascere nel grembo della vera Chiesa ; fateci grazia che la consoliamo con la santità della nostra condotta. Mi propongo di amar Dio sopra tutte le cose, e il prossimo come me stesso per amore di Dio, e in prova di questo amore, io pregherò spesso per la conversione degli eretici [… e dei blasfemi modernisti – ndr. – ].