CALENDARIO LITURGICO DELLA CHIESA CATTOLICA: AGOSTO 2021

CALENDARIO LITURGICO DELLA CHIESA CATTOLICA: Agosto 2021

Surge! Jam terris fera bruma cessit,
Ridet in pratis decus omne florum,
Alma quæ Vitæ Génitrix fuísti,
Surge, María!

Lílium fulgens velut in rubéto,
Mortis auctórem teris una, carpens
Sóntibus fructum pátribus negátum
Arbore vitæ.

Arca non putri fabricáta ligno
Manna tu servas, fluit unde virtus,
Ipsa qua surgent animáta rursus
Ossa sepúlcris.

Prǽsidis mentis dócilis minístra,
Haud caro tabo pátitur resólvi;
Spíritus imo sine fine consors
Tendit ad astra.

Surge! Dilécto pete nixa cælum,
Sume consértum diadéma stellis,
Teque natórum récinens beátam
Excipe carmen.

Laus sit excélsæ Tríadi perénnis,
Quæ tibi, Virgo, tríbuit corónam,
Atque regínam statuítque nostram
Próvida matrem.
Amen.

[Inno  – dal Proprio dei Santi –
Sorgi! Cessi già in terra l’aspro inverno; rida nei prati ogni bellezza di fiori: tu, che fosti la divina Madre della Vita, sorgi, o Maria! / O giglio fulgente tra le spine, tu sola abbatti l’autore della morte, togliendo il frutto negato ai padri colpevoli con l’albero della vita. / Nell’arca fabbricata con legno non guasto conservi la manna, da cui fluisce la forza che dai sepolcri fa di nuovo risorgere, animate, le ossa. / Docile ministra della mente di Dio, la carne non si assoggetta alla corruzione; anzi per sempre consorte dello Spirito, sale al cielo, /Sorgi! Col tuo Diletto, vola in cielo, ricevi il diadema intrecciato di stelle ed accogli il carme dei figli, che ricanta, te beata. / Lode perenne alla Triade eccelsa, che a te, o Vergine, consegnò la corona
e provvide a stabilirti Regina e nostra Madre. Amen.]

Dagli Atti del Papa S. S. Pio XII


Poiché la Chiesa universale nel corso dei secoli ha manifestato la fede nell’Assunzione corporea della beata vergine Maria, e i vescovi del mondo cattolico con quasi unanime consenso chiesero che questa verità, fondata sulla sacra Scrittura, insita profondamente nell’animo dei fedeli e sommamente consona con le altre verità rivelate, fosse definita come dogma di fede divina e cattolica, il sommo pontefice Pio XII, annuendo ai voti di tutta la Chiesa, stabilì di proclamare solennemente questo privilegio della beata vergine Maria. Perciò il primo novembre 1950, anno del massimo giubileo, a Roma, nella piazza della basilica di san Pietro, alla presenza di moltissimi Cardinali e Vescovi di santa romana Chiesa giunti anche dalle più remote regioni, dinanzi ad un’ingente moltitudine di fedeli, col plauso dell’universo mondo cattolico, con infallibile oracolo proclamò in questi termini l’assunzione corporea in cielo della beata vergine Maria: « Dopo aver innalzato ancora a Dio supplici istanze, ed aver invocato la luce dello Spirito di verità, a gloria di Dio onnipotente, che ha riversato in Maria la sua speciale benevolenza, ad onore del suo Figlio, re immortale dei secoli e vincitore del peccato e della morte, a maggior gloria della sua augusta Madre ed a gioia ed esultanza di tutta la Chiesa, per l’autorità di nostro Signore Gesù Cristo, dei santi apostoli Pietro e Paolo e nostra, pronunziamo, dichiariamo e definiamo esser dogma da Dio rivelato che l’immacolata Madre di Dio sempre vergine Maria, terminato il corso della vita terrena, fu assunta alla gloria celeste in anima e corpo ».

Queste sono le feste del mese di Agosto 2021

1 Agosto Dominica X Post Pentecosten I. Augusti  – Semiduplex Dom. minor *I*

                         S. Petri ad Vincula – 

2 Agosto S. Alfonsi Mariæ de Ligorio Episc. Conf. et Eccles. Doct. – Duplex

3 Agosto De Inventione S. Stephani Protomartyris    Semiduplex *L1*

4 Agosto S. Dominici Confessoris    Duplex majus

5 Agosto S. Mariæ Virginis ad Nives    Duplex

6 Agosto In Transfiguratione Domini Nostri Jesu Christi  –  Duplex II. classis *L1*

                  PRIMO VENERDI’

7 Agosto S. Cajetani Confessoris – Duplex

                   PRIMO SABATO

8 Agosto Dominica XI Post Pentecosten II. Augusti  – Semiduplex Dom. minor *I*

                    Ss. Cyriaci, Largi et Smaragdi Martyrum – Semiduplex

9 Agosto S. Joannis Mariæ Vianney Confessoris –  Duplex

10 Agosto S. Laurentii Martyris – Duplex II. classis *L1*

11 Agosto Ss. Tiburtii et Susannæ Virginum et Martyrum    Feria

12 Agosto S. Claræ Virginis – Duplex

13 Agosto Ss. Hippolyti et Cassiani Martyrum    Feria

14 Agosto In Vigilia Assumptionis B.M.V. – Duplex II. classis *L1*

15 Agosto In Assumptione Beatæ Mariæ Virginis    Duplex I. classis *L1*

                    Dominica XII Post Pentecosten III. Augusti   

16 Agosto S. Joachim Confessoris, Patris B. M. V. – Duplex II. classis

17 Agosto S. Hyacinthi Confessoris – Duplex

18 Agosto S. Agapiti Martyris    Feria

19 Agosto S. Joannis Eudes Confessoris – Duplex

20 Agosto S. Bernardi Abbatis et Ecclesiæ Doctoris – Duplex

21 Agosto S. Joannæ Franciscæ Frémiot de Chantal Viduæ    Duplex

22 Agosto Dominica XIII Post Pentecosten IV. Augusti – Semiduplex Dom. minor *I*

              Immaculati Cordis Beatæ Mariæ Virginis – Duplex II. classis

23 Agosto S. Philippi Benitii Confessoris – Duplex

24 Agosto S. Bartholomæi Apostoli – Duplex II. classis

25 Agosto S. Ludovici Confessoris – Duplex

26 Agosto S. Zephyrini Papæ et Martyris    Feria

27 Agosto S. Josephi Calasanctii Confessoris Duplex

28 Agosto S. Augustini Episcopi et Confessoris et Ecclesiæ Doctoris – Duplex

29 Agosto Dominica XIV Post Pentecosten I. Septembris-Semiduplex Dom. minor *I*      In Decollatione S. Joannis Baptistæ 

30 Agosto S. Rosæ a Sancta Maria Limanæ Virginis – Duplex

31 Agosto S. Raymundi Nonnati Confessoris – Duplex

CALENDARIO LITURGICO DELLA CHIESA CATTOLICA: LUGLIO 2021

CALENDARIO LITURGICO CATTOLICO DI LUGLIO 2021

LUGLIO È IL MESE CHE LA CHIESA CATTOLICA DEDICA AL PREZIOSISSIMO SANGUE DI CRISTO

A refrigerio adunque di quest’ardente sete, prodotta dalle cocenti febbri delle smodate passioni, ecco che Gesù Cristo con quelle parole tutti invita a partecipare del Sangue da lui sparso; ed a godere dei dolci frutti del gran Prezzo di nostra Redenzione: Si quis sitit, veniat ad me, et bibat. Per questo venne già il Divin Sangue fin da remoti tempi figurato in quell’acqua, che sgorgò in larga vena dalla rupe presso l’Oreb per dissetare gli Ebrei, che camminavano per l’arenoso deserto, giacché niente havvi, che meglio refrigeri, quanto le freschissime acque di una fonte: Illis aqua de petra fluxit, tibi Sanguis Christi… Illud in umbra, hoc in veritate. Così S. Ambrogio. Ma il Sangue, che versò Cristo non farà poi altro che refrigerare la sete delle disordinate passioni? Ah! no; sarebbe questo troppo poco per un Sangue di un infinito valore qual è il Sangue d’un Uomo-Dio. Esso donerà ancora ristoro di grazia e di novella forza per l’acquisto delle più belle virtù, e della più elevata perfezione. E ve n’era certamente bisogno; ché troppo fiacche sono le forze dell’uomo dopo la caduta di Adamo, e non valevoli a far cosa, che loro compri l’eterna gloria: troppo è da faticare nel battere la via, che conduce alla perfezione, ed al cielo. Però quel Gesù medesimo, ch’altra volta avea detto: Venite omnes, qui laboratis, et onerati estis, et ego reficiam vos; oratutto pieno di pietà, di misericordia, e d’amore invita aricever questo conforto con quelle parole: Si quis sitit, veniat ad me, et bibat; chè bevendo non si sente sol refrigerioall’arsura, ma ristoro, e rinfrancamento dal languoreche provavasi …

[Le sette effusioni del sangue …:D. Massimiliano M. Mesini, Missionario del preziosissimo Sague – Rimini, Tipog. Maolvolti, 1884]

Le feste della Chiesa Cattolica del mese di LUGLIO 2021 sono:

1 Luglio Pretiosissimi Sanguinis Domini Nostri Jesu Christi    Duplex I. classis *L1*

2 Luglio In Visitatione B. Mariæ Virginis    Duplex II. classis *L1*

1° Venerdì

3 Luglio S. Leonis Papæ et Confessoris  –  Semiduplex

1° Sabato

4 Luglio Dominica VI Post Pentecosten    Semiduplex Dominica minor

5 Luglio S. Antonii Mariæ Zaccaria Confessoris    Duplex

7 Luglio Ss. Cyrilli et Methodii Pont. et Conf.    Duplex

8 Luglio S. Elisabeth Reg. Portugaliæ Viduæ    Semiduplex

10 Luglio Ss. Septem Fratrum Martyrum, ac Rufinæ et Secundæ Virginum et   

                       Martyrum

11 Luglio Dominica VII Post Pentecosten    Semiduplex Dominica minor *I*

                 S. Pii I Papæ et Martyris    Simplex

12 LuglioS. Joannis Gualberti Abbatis  –  Duplex

13 Luglio – S. Anacleti Papæ et Martyris    Semiduplex

14 LuglioS. Bonaventuræ Episcopi Confessoris et Ecclesiæ Doctoris   – Duplex

15 Luglio S. Henrici Imperatoris Confessoris  –  Semiduplex

16 Luglio  Beatæ Mariæ Virginis de Monte Carmelo    Feria

17 Luglio S. Alexii Confessoris – Feria

18 Luglio  Dominica VIII Post Pentecosten    Semiduplex Dominica minor

                     S. Camilli de Lellis Confessoris    Duplex

19 LuglioS. Vincentii a Paulo Confessoris – Duplex

20 Luglio S. Hieronymi Æmiliani Confessoris    Duplex

21 Luglio  S. Praxedis Virginis – Feria

22 Luglio  S. Mariæ Magdalenæ Pœnitentis    Duplex *L1*

23 Luglio S. Apollinaris Episcopi et Martyris    Duplex

24 Luglio  S. Christinæ Virginis et Martyris    Feria

25 Luglio Dominica IX Post Pentecosten    Semiduplex Dominica minor *I*

                S. Jacobi Apostoli  – Duplex II. classis

26 Luglio  S. Annæ Matris B.M.V.    Duplex II. classis

27 Luglio S. Pantaleonis Martyris    Feria

28 Luglio  Ss. Nazarii et Celsi Martyrum, Victoris I Papæ et Martyris ac

Innocentii I Papæ et Confessoris – Duplex

29 Luglio  S. Marthæ Virginis –  Duplex

30 Luglio  S. Abdon et Sennen Martyrum  – Feria

31 Luglio  S. Ignatii Confessoris  –  Duplex majus

CALENDARIO LITURGICO DELLA CHIESA CATTOLICA: GIUGNO 2021

GIUGNO È IL MESE CHE LA CHIESA CATTOLICA DEDICA AL CULTO EUCARISTICO E AL CUORE DI GESÙ

[LE MERAVIGLIE Divine nella santa Eucaristia

Di p. Giovanni Rossignoli S. J.]

CXIV – LE INDUSTRIE DEI CATTOLICI IN MEZZO AGLI ERETICI

Memoriale tuum in desiderio animæ

Niente può farvi apprezzare e venerare l’augusto sacrificio della Messa più della storia delle pie industrie che i Cattolici d’Inghilterra usavano per procurarsi la felicità di ascoltare la Messa durante l’atroce persecuzione dell’empia regina Elisabetta. Sapevano che la celebrazione della Messa era allora proibita sotto pena di morte, ma i grandi vantaggi che trovavano nell’oblazione della Vittima immacolata li facevano facilmente trascurare questa considerazione. Un Padre della Compagnia di Gesù di nome John Gerard era stato rinchiuso in una angusta prigione nella città di Londra: essa era contigua ad un’altra prigione molto spaziosa, in cui era detenuta una grande moltitudine di Cattolici di tutte le condizioni. Essi hanno sentito che un prete si trovava nella piccola prigione accanto, così hanno fatto una grande apertura nel muro tra le due prigioni, che hanno accuratamente nascosto in modo che potessero parlare tra di loro a prorio agio. Fin dal primo momento in cui gli parlarono, espressero il loro forte desiderio di ascoltare la Santa Messa e di partecipare al banchetto eucaristico; Padre Gerard, che aveva avuto lo stesso pensiero, acconsentì prontamente al loro pio piano. Cominciarono immediatamente a cercare e combinare i mezzi per portarlo a buon fine senza incorrere nella pena di morte. Hanno parlato confidenzialmente con un buon Cattolico che aveva fortunatamente ottenuto il permesso di visitarli o come amico o come parente di alcuni di loro. Anche se si esercitava un’attenta vigilanza sui prigionieri, la inconvenienza della perquisizione non si estendeva alle persone che venivano a visitarli, come hanno fatto da allora anche i governi cattolici. Erano quindi in grado di ottenere tutti gli oggetti necessari per il Santo Sacrificio attraverso di lui. Non hanno avuto difficoltà a convincere il carceriere a non sorvegliarli così strettamente come era abituato a fare, perché lui stesso ha ammesso che erano molto docili e che doveva solo congratularsi con loro per il buon comportamento. – Per incoraggiarlo a farlo gli diedero una somma di denaro che egli ricevette con gioia. Ogni giorno, prima dell’alba, il Padre ascoltava le confessioni, poi celebrava la Messa e distribuiva la Santa Comunione. Poi rivolgeva loro un breve discorso, esortandoli a disprezzare la vita presente e a desiderare la vita eterna. Subito dopo, tutto ciò che era stato usato per il santo Sacrificio veniva riposto in un luogo sicuro, ed ognuno si ritirava al suo posto. Ma un traditore che s’era accorto, non si sa come, di ciò che avveniva nella prigione, prima dell’aurora, non ebbe nulla di più urgente che riferire la cosa ai ministri della regina. Questi pur tuttavia non furono dell’avviso di applicare tutti i rigori della legge, e si contentarono di inviare il padre Gérard alle prigioni della torre di Londra. Ma Dio nella sua clemenza, volle che anche là il buon padre potesse darsi la consolazione di poter offrire l’Agnello senza macchia. Nella medesima prigione si trovava un gentiluomo di nome Ardenn, anch’egli detenuto per il suo attaccamento alla fede cattolica. Il carceriere gli permetteva talvolta di respirare un pò d’aria a pieni polmoni sulla piattaforma della torre. Il padre Gérard, che non ignorava che fosse cattolico, intravedendolo un giorno dalla sua finestra, gli fece intendere a segni e a gesti, che volesse mandargli delle piccole croci richiuse in un foglio di carta, sul quale, avvicinandolo al fuoco, egli potesse leggere in segreto quel che gli premesse comunicargli. Egli scrisse dunque su questo figlio con del succo di arancia delle parole invisibili, che si potessero leggere avvicinandole al fuoco. In questa missiva gli diceva che aveva un estremo desiderio di dire la santa Messa e di dargli egli stesso la santa Comunione del Corpo di Gesù Cristo; aggiunse che sarebbe stato facile alla moglie che ogni settimana veniva a portargli le lenzuola, potervi introdurre oggetti necessari per celebrare la Messa. Il gentiluomo, dopo essere riuscito a leggere il messaggio del gesuita, gli rispose con dei segni dalla piattaforma che approvava fortemente il suo progetto, perché non aveva mai provato in vita sua un desiderio così forte di ricevere la Santa Comunione come quello che lo tormentava da alcuni giorni. Così disse a sua moglie quello che voleva fare in collaborazione con un sacerdote nella stessa prigione. Costei si affrettò a portare, in parte e in tempi diversi, gli ornamenti e altri oggetti indispensabili per l’oblazione del santo Sacrificio. Quanto al direttore della prigione, padre Gérard si sforzò di conquistare le sue grazie, così che con le sue preghiere e con l’aiuto di qualche piccolo regalo, riuscì ad ottenere da lui il permesso di condurlo una volta nella cella di Ardenn, affinché i due prigionieri potessero consolarsi a vicenda nella loro comune disgrazia. La sera della vigilia della Natività della Beata Vergine il padre fu portato nella prigione di Ardenn, dove fu rinchiuso con lui. Passarono buona parte della notte in preghiera, e un po’ prima dell’alba il padre, che aveva confessato il suo compagno di prigionia, celebrò il Sacrificio divino e gli diede la Santa Comunione, che ricevette con ineffabile consolazione. Allo stesso tempo, consacrò un certo numero di ostie, che mise da parte per ricevere lui stesso la Santa Comunione nei giorni seguenti, per trovare nel pane eucaristico la forza e la consolazione di cui aveva tanto bisogno nella triste condizione in cui si trovava. Benché grande fosse la devozione dei Cattolici di Londra, verso la divina Eucaristia durante questo terribile tempo di persecuzione, essa non superò quella dei Cattolici di Dorchester, e soprattutto i signori di Arundel, un’antica famiglia di estrazione molto nobile, più grande ancora nella generosa professione della fede cattolica che fecero con fermezza e pari costanza. Per soddisfare il loro ardente desiderio di assistere alla Messa e di ricevere la santa Comunione, tenevano il padre Giovanni Cornelius, un gesuita, in uno dei loro castelli, senza preoccuparsi degli editti reali che dichiaravano colpevole di lesa-maestà chiunque ospitasse un prete cattolico, poiché preferivano rischiare la loro vita e la perdita dei loro beni, che privarsi dei divini misteri dell’Eucaristia. Essi avevano fatto disporre ed ornare una bella cappella in un luogo segretissimo del loro palazzo, ed era lì che tutta la famiglia si riuniva per ascoltare la Messa. Spesso facevano offrire il Santo Sacrificio per i defunti che avevano convertito alla Religione Cattolica. E queste anime apparivano loro o per ringraziarli o per chiedere più insistentemente l’aiuto delle loro preghiere, come accadde una notte al signore di Arundel. Mentre era in un sonno profondo, fu improvvisamente svegliato dall’apparizione di uno dei suoi vecchi amici, che apparve per pregarlo di dire alcune Messe per lui, di cui aveva bisogno per uscire dalle fiamme del purgatorio. Ma, a questo proposito, è necessario riferire un evento che fece grande scalpore tra i Cattolici dell’epoca, e che può essere di beneficio per i vivi a causa delle circostanze relative ad esso che si verificarono durante il santo Sacrificio. – Essendo il primo marito della duchessa di Arundel, il barone Jean Sturton, morto, ella pregò il padre Cornelius di offrire il divin Sacrificio espiatorio per il riposo dell’anima del defunto … glielo aveva promesso. Il giorno dopo egli celebrò la Messa per questa intenzione, ma si notò che ad un certo punto si fermò a lungo a pregare dal momento della consacrazione fino al memento dei morti. Dopo la Messa fece una breve esortazione sulle parole dell’antifona di comunione della messa da Requiem, e poi aggiunse: “Ho visto una foresta immensa che non era altro che fuoco e fiamme. In mezzo a queste fiamme divoranti ho visto l’anima del barone: egli era in tormenti inesprimibili, gridava con lamenti, anzi con urla terribili che gelavano il sangue nelle vene: si lamentava delle sue colpe passate, si accusava di aver vissuto così male per molti anni, soprattutto durante il suo soggiorno alla corte della regina Elisabetta, e specificava ognuna delle colpe che aveva commesso allora. Poi implorò il nostro aiuto, ripetendo con accorato ringraziamento le parole del santo uomo Giobbe: “Abbiate pietà di me, abbiate compassione dei miei tormenti, almeno voi che siete miei amici, perché la mano del Signore si è posata su di me. ” Miseremini mei, miseremini mei, saltem vos amici mei, quia manus Domini tetigit me. Poi, rivolgendosi a me, mi pregò di continuare ad aiutarlo con la preghiera e soprattutto con l’oblazione del Santo Sacrificio, … poi non vidi più nulla.” Questo resoconto portò le lacrime agli occhi di tutti i presenti, ma soprattutto ai familiari, che contavano più di ottanta persone. A conferma della realtà di questa apparizione, Dio permise ad alcuni dei presenti di vedere, durante la Messa, un bagliore di carboni ardenti sul muro bianco vicino all’altare, che essi attribuirono inizialmente alla luce delle candele o a qualche altra causa naturale.

Indulgenze per il mese di giugno:

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Mensis sacratissimo Cordi Iesu dicatus Fidelibus, qui mense iunio (vel alio, iuxta Rev.mi Ordinari prudens iudicium), pio exercitio in honorem Ssmi Cordis Iesu publice peracto devote interfuerint, conceditur:

Indulgentia decem annorum quolibet mensis die;

Indulgentia plenaria, si diebus saltem decem huiusmodi exercitio vacaverint et præterea peccatorum veniam obtinuerint, eucharisticam Mensam participaverint et ad Summi Pontificis mentem preces fuderint. Iis vero, qui præfato mense preces vel alia pietatis obsequia divino Cordi Iesu privatim praestiterint, conceditur:

Indulgentia septem annorum semel quolibet mensis die;

Indulgentia plenaria suetis conditionibus, dummodo quotidie per integrum mensem idem obsequium peregerint; at ubi pium exercitium publice habetur, huiusmodi indulgentia ab iis tantum acquiri potest, qui legitimo detineantur impedimento quominus exercitio publico intersint (S. C. Indulg., 8 maii 1873 et 30 maii 1902; S. Pæn. Ap., 1 mart. 1933).

(A coloro che nel mese di giugno praticano un pio esercizio in onore del Sacro Cuore di Gesù in pubblico, si concedono 10 anni ed in privato 7 anni per ogni giorno del mese, e Indulgen. Plenaria se esso verrà praticato almeno per 10 giorni con le s. c.).

Altre indulgenze ove viene celebrato solennemente il Cuore Sacratissimo di Gesù con corso di predicazione.

Queste sono le feste del mese di

GIUGNO 2021

2 Giugno Ss. Marcellini, Petri, atque Erasmi Martyrum    Simplex

3 Giugno Festum Sanctissimi Corporis Christi    Duplex I. classis

4 Giugno S. Francisci Caracciolo Confessoris    Duplex

                             I Venerdì

5 Giugno S. Bonifatii Episcopi et Martyris    Duplex

                             I sabato

6 Giugno Dominica II Post Pentecosten infra Octavam Corporis Christi   

                         S. Norberti Episcopi et Confessoris    Duplex

9 Giugno  Ss. Primi et Feliciani Martyrum    Simplex

10 Giugno S. Margaritæ Reginæ Viduæ    Semiduplex

11 Giugno Sanctissimi Cordis Domini Nostri Jesu Christi    Duplex I. classis

S. Barnabæ Apostoli    Duplex majus

12 Giugno S. Joannis a S. Facundo Confessoris    Duplex m.t.v.

13 Giugno Dominica III Post Pentecosten infra Octavam SSmi Cordis D.N.J.C    Semiduplex Dom.  minor

                    S. Antonii de Padua Confessoris    Duplex

14 Giugno S. Basilii Magni Confessoris et Ecclesiæ Doctoris    Duplex m.t.v.

15 Giugno Ss. Viti, Modesti atque Crescentiæ Martyrum    Simplex

18 Giugno S. Ephræm Syri Confessoris et Ecclesiæ Doctoris    Duplex

19 Giugno S. Julianæ de Falconeriis Virginis    Duplex

20 Giugno Dominica IV Post Pentecosten    Semiduplex Dominica minor

               S. Silverii Papæ et Martyris    Simplex

21 Giugno S. Aloisii Gonzagæ Confessoris    Duplex

22 Giugno S. Paulini Episcopi et Confessoris    Duplex

23 Giugno In Vigilia S. Joannis Baptistæ    Simplex *L1*

24 Giugno In Nativitate S. Joannis Baptistæ    Duplex I. classis *L1*

25 Giugno S. Gulielmi Abbatis    Duplex

26 Giugno Ss. Joannis et Pauli Martyrum    Duplex

27 Giugno Dominica V Post Pentecosten    Semiduplex Dominica minor *I*

28 Giugno S. Irenæi Episcopi et Martyris    Duplex

29 Giugno SS. Apostolorum Petri et Pauli    Duplex I. classis *L1*

30 Giugno In Commemoratione S. Pauli Apostoli    Duplex majus *L1*

CALENDARIO LITURGICO DELLA CHIESA CATTOLICA: MAGGIO 2021

CALENDARIO LITURGICO DELLA CHIESA CATTOLICA DEL MESE DI MAGGIO 2021

Maggio è il mese che la Chiesa Cattolica dedica alla Vergine Maria, Madre di Dio.

Non v’ha dubbio che l’anima di Maria non sia stata fregiata dal Signore di tutti i doni della natura; ma non v’ha dubbio neanche che il più prezioso di questi doni, quello senza cui un nulla sono tutti gli altri, si è il dono della santità. Maria fu concepita senza peccato, è dogma di fede, la fede de’ figli suoi. Tutti i discendenti di Adamo sono redenti, purificati pei meriti del Redentore; Maria sola è preservata: ricevono gli altri una grazia di purgazione, di riparazione; riceve Maria una grazia di preservazione, di conservazione. Quindi fin dalla sua concezione Ella è dotata del perfetto uso di ragione, e di tutte le grazie che sono ad un tempo il principio, le compagne, gli effetti d’una più che angelica innocenza. Quindi ancora il suo cuor puro, la sua anima innocente, il suo spirito ripieno di sapienza e d’intelligenza, fin da quel punto elevaronsi naturalmente e senza sforzo verso il cielo: fin da quel punto Maria conobbe, adorò, amò il Signore con maggior ardore dei serafini: fin da quel punto Maria poté dire: II mio amore è il mio peso. – Ed io, figlio del peccato, caduto nel fango al primo mio passo nella vita, col marchio dell’anatema del padre mio in fronte, contaminato dalla colpa della mia madre, schiavo d’un padrone infame e crudele, non ho, non sento propensione, attrazione che pel male! verso il male si diressero le prime mie inclinazioni; non cerco se non il male; non respiro, non conosco, non opero che il male! Io posso a tutta ragione esclamare: Il mio peso, il movimento del mio cuore è un principio di male…. Ed ardisco camminare con la testa alta; ardisco nutrire pensieri di vanità, di superbia, io schifoso verme di terra, io disprezzabile composto di lordura e di peccato!

 [D. Gaspare Gilli: PICCOLO MESE DI MAGGIO AD USO DEL POPOLO; Tip. Dell’Imm. Concezione ed. – 1864]

MESE DI MAGGIO [G. Gilli]

Queste sono le feste del mese di MAGGIO 2021

1 Maggio S. Joseph Opificis    Duplex I. classis *L1*

2 Maggio Dominica IV Post Pascha    Semiduplex Dominica minor *I*

                     S. Athanasii Episcopi Confessoris et Ecclesiæ Doctoris   

3 Maggio Inventione Sanctæ Crucis    Duplex II. classis *L1*

4 Maggio S. Monicæ Viduæ    Duplex

5 Maggio S. Pii V Papæ et Confessoris  – Duplex

6 Maggio S. Joannis Apostoli ante Portam Latinam  –  Duplex majus *L1*

7 Maggio S. Stanislai Episcopi et Martyris    Duplex

                                               I venerdì

8 Maggio In Apparitione S. Michaëlis Archangeli    Duplex majus *L1*

9 Maggio. Dominica V Post Pascha    Semiduplex Dominica minor *I*

                  S. Gregorii Nazianzeni Episcopi Confessoris et Ecclesiæ Doctoris    Duplex

10 Maggio Feria Secunda in Rogationibus    Semiduplex

                        S. Antonini Episcopi et Confessoris

11 Maggio Feria Tertia in Rogationibus    Semiduplex

12 Maggio In Vigilia Ascensionis  Duplex II. Classis

                    Ss. Nerei, Achillei et Domitillæ Virg. atque Pancratii Martyrum  

13 Maggio In Ascensione Domini    Duplex I. classis *I*

14 Maggio Feria VI post Ascensionem  –  Semiduplex *I*

                   S. Bonifatii Martyris    Feria

15 Maggio S. Joannis Baptistæ de la Salle Confessoris  –  Duplex

16 Maggio Dominica post Ascensionem    Semiduplex Dominica minor *I*

                   S.Ubaldi Episcopi et Confessoris    Semiduplex

17 Maggio S. Paschalis Baylon Confessoris  –  Duplex

18 Maggio S. Venantii Martyris    Duplex

19 Maggio S. Petri Celestini Papæ et Confessoris    Duplex

20 Maggio S. Bernardini Senensis Confessoris    Semiduplex

21 Maggio Feria VI infra Hebd post Ascensionem    Semiduplex *I*

22 Maggio Sabbato in Vigilia Pentecostes    Semiduplex *I*

23 Maggio Dominica Pentecostes    Duplex I. classis

26 Maggio Feria Quarta Quattuor Temporum Pentecostes    Semiduplex

28 Maggio Feria Sexta Quattuor Temporum Pentecostes    Semiduplex

29 Maggio Sabbato Quattuor Temporum Pentecostes    Semiduplex

30 Maggio Dominica Sanctissimæ Trinitatis    Duplex I. classis

31 Maggio Beatæ Mariæ Virginis Reginæ    Duplex II. classis *L1*

CALENDARIO LITURGICO DELLA CHIESA CATTOLICA DEL MESE DI APRILE 2021

APRILE È IL MESE CHE LA CHIESA CATTOLICA DEDICA ALLA SANTA PASQUA ED ALLE CELEBRAZIONI PASQUALI

Questa festa, LA PASQUA, la prima e la più augusta di tutte le feste dell’anno, è detta per eccellenza il giorno del Signore. Il nome di Pasqua che le è dato, significa passaggio. I Giudei per ordine di Dio la celebravano tutti gli anni, sotto il medesimo nome, come la più grande delle loro solennità, in memoria della liberazione dalla schiavitùd’Egitto e dei miracoli dell’onnipotenza divina, che per l’Angelo sterminatore aveva colpito di morte tutti i primogeniti egiziani, per costringere il loro re a lasciar partire gli Ebrei, secondo gli ordini del Signore. Così fu adempita la divina volontà; il popolo eletto, carico delle spoglie dei nemici, si pose in viaggio: l’Angelo dell’Altissimo lo conduceva, segnalando quasi tutti i suoi passi con fatti meravigliosi, fino alla terra promessa ad Abramo e alla sua posterità, diventata a quel tempo una nazione numerosa, per sempre celebre. Il suo stato e tutta la sua storia dovevano essere per tutte le nazioni, nella successione de’ secoli, la figura profetica del nuovo popolo di Dio, che sarebbe chiamato in Gesù Cristo, per essere dall’orto all’occaso, il popolo santo, unico oggetto delle divine promesse, ed erede dei beni infiniti di cui il Messia sarebbe, per tutte le generazioni, la cagion meritoria e l’arbitro eterno.La Pasqua de’ Giudei fu infatti il simbolo espressivo della Pasqua dei Cristiani. L’agnello offerto a Dio da quelli, mangiato in famiglia in un pranzo legale, ed il cui sangue doveva contrassegnare l’entrata delle loro case per preservarli dalla morte, figurava chiaramente Gesù Cristo, l’Agnello di Dio, che Giovanni Battista designava sotto questo nome, mostrando ai Giudei sulle rive del Giordano la Persona adorabile dell’Uomo Dio. Perché nulla mancasse all’intero adempimento della figura del Salvatore del mondo, prima di consumare il suo sacrificio sulla croce, diede realmente sé medesimo, sotto il simbolo eucaristico, alla sua Chiesa, come agnello senza macchia e vittima dell’oblazione divina, che essa offrirebbe dall’un polo all’altro, sino alla fine dei tempi, secondo la profezia di Malachia.

(L. Goffiné, Manuale per la santificazione delle Domeniche e delle Feste; trad. A. Ettori P. S. P.  e rev. confr. M. Ricci, P. S. P., Firenze, 1869)

Queste sono le feste che la Chiesa Cattolica celebra nel mese di:

APRILE 2021

1° aprile Feria Quinta in Cena Domini    Duplex I. classis *I*

2 Aprile Feria Sexta in Parasceve    Duplex I. classis

            I VENERDI

3 Aprile Sabbato Sancto  Duplex I. classis

            I SABATO

4 Aprile Dominica Resurrectionis    Duplex I. classis

5 Aprile Die II infra octavam Paschæ    Duplex I. classis

6 Aprile Die III infra octavam Paschæ    Duplex I. classis

7 Aprile Die IV infra octavam Paschæ    Semiduplex

8 Aprile Die V infra octavam Paschæ    Semiduplex

9 Aprile Die VI infra octavam Paschæ    Semiduplex

10 Aprile Sabbato in Albis    Semiduplex

11 Aprile Dominica in Albis in Octava Paschæ    Duplex I. classis

13 Aprile S. Hermenegildi Martyris    Semiduplex

14 Aprile S. Justini Martyris    Duplex *L1*

17 Aprile S. Aniceti Papæ et Martyris    Simplex

18 Aprile Dominica II Post Pascha    Semiduplex Dominica minor

21 Aprile S. Anselmi Episcopi Confessoris et Ecclesiæ Doctoris    Duplex

22 Aprile SS. Soteris et Caji Summorum Pontificum et Martyrum    Semiduplex

23 Aprile S. Georgii Martyris    Semiduplex

24 Aprile S. Fidelis de Sigmaringa Martyris    Duplex

25 Aprile Dominica III Post Pascha    Semiduplex Dominica minor *I*

                S. Marci Evangelistæ    Duplex II. classis

26 Aprile SS. Cleti et Marcellini Paparum et Martyrum    Semiduplex

27 Aprile S. Petri Canisii Confessoris et Ecclesiæ Doctoris    Duplex

28 Aprile S. Pauli a Cruce Confessoris    Duplex

29 Aprile S. Petri Martyris    Duplex

30 Aprile S. Catharinæ Senensis Virginis    Duplex

CALENDARIO LITURGICO DELLA CHIESA CATTOLICA DI MARZO 2021

CALENDARIO LITURGICO DELLA CHIESA CATTOLICA: MARZO 2021

MARZO è il mese che la S. Chiesa Cattolica dedica a San Giuseppe, padre putativo di Gesù, e protettore della Chiesa Cattolica

È comune e pia credenza dei fedeli, che i Santi in Paradiso abbiano uno zelo ed una potenza particolare di ottenerci quelle medesime grazie, di cui essi furono favoriti mentre si trovavano ancora su questa terra. Ed è perciò che noi ricorriamo, per esempio, a S. Luigi Gonzaga per ottenere la virtù della santa purità, a S. Maria Maddalena per acquistare lo spirito di penitenza, a S. Tommaso d’Aquino per conseguire la scienza delle cose celesti, a S. Bernardo per accrescere in noi la divozione a Maria, e così ad altri Santi per altre grazie. Ora, sebbene, come abbiamo già detto, S. Giuseppe sia stato da Dio favorito di ogni genere di grazie, è certo tuttavia che una delle più singolari fu per lui la grazia di fare una morte tanto preziosa e beata tra le braccia di Gesù e di Maria. E perciò senza dubbio, dopo la Vergine, nessun altro Santo è più zelante di ottenere una simil grazia a noi e più potente ad acquistarcela dal suo caro Gesù, di quello che lo sia S. Giuseppe. Che non faremo adunque per procacciarci una santa morte! Alla fin fine è questa la grazia delle grazie, perché se moriremo bene, in grazia di Dio, saremo salvi per tutta l’eternità, ma se invece moriremo male, senza la grazia del Signore, saremo eternamente perduti. Raccomandiamoci pertanto a questo possente protettore dei moribondi S. Giuseppe. Non lasciamo passar giorno senza ripetere a lui, a Gesù ed a Maria, con tutto il fervore dell’anima, queste ardenti preghiere: Gesù, Giuseppe e Maria assistetemi nell’ultima agonia; Gesù, Giuseppe e Maria spiri in pace con voi l’anima mia. – Ma ricordiamoci bene, che raccomandarsi a questo Santo per una buona morte è cosa certamente utile e bella, ma non del tutto sufficiente. Conviene che anzi tutto facciamo quanto sta in noi per menare una vita veramente cristiana, perché in generale la morte non è che l’eco della vita stessa. Conviene che subito riandiamo con la nostra coscienza per vedere se caso mai vi fosse il peccato mortale, affine di prontamente detestarlo e cancellarlo mediante una buona confessione. Conviene che subito ci mettiamo ad amare e servire Iddio di più e più alacremente del passato, perché ripariamo così al tempo perduto e ci affrettiamo ad accumulare quelle sante opere, le quali soltanto ci conforteranno nell’ultimo istante di nostra vita. Oh sì; se noi ci adopreremo con tutte le nostre forze per vivere veramente da buoni Cristiani, possiamo nutrire la dolce speranza di fare anche noi una santa morte: una morte, in cui Gesù verrà a confortarci per un’ultima volta colla sua reale presenza, anzi colla comunione di se stesso; una morte in cui Maria scenderà amorosa al nostro fianco per combattere e cacciare lontano da noi l’infernale nemico; una morte, in cui l’amatissimo nostro S. Giuseppe si troverà a noi dappresso per stenderci amorosamente la mano ed aiutarci a fare felicemente e lietamente i gran passo alla eternità.

[A. Carmignola: S. Giuseppe. Tipogr. e libr. Salesiana, TORINO, \1896)

– 458 –

Fac nos innocuam, Ioseph, decurrere vitam,

Sitque tuo semper tuta patrocinio.

(ex Missali Rom.).

Indulgentia trecentorum (300) dierum. Indulgentia plenaria suetis conditionibus, invocatione quotidie per integrum mensem pie recitata (S. C. Indulg., 18 mart. 1882; S. Pæn. Ap., 13 maii 1933).

HYMNI

– 463-

Te, Ioseph, celebrent agmina Cœlitum

Te cuncti rèsonent Christiadum chori,

Qui, clarus meritis, iunctus es inclytæ

Casto fœdere Virgini.

Almo cum tumidam germine coniugem

Admirans, dubio tangeris anxius,

Afflatu superi Flaminis, Angelus

Conceptum puerum docet.

Tu natum Dominum stringis, ad exteras

Aegypti profugum tu sequeris plagas;

Amissum Solymis quæris et invenis,

Miscens gaudia fletibus.

Post mortem reliquos sors pia consecrat,

Palmamque emeritos gloria suscipit:

Tu vivens, Superis par, frueris Deo,

Mira sorte beatior.

Nobis, summa Trias, parce precantibus,

Da Ioseph meritis sidera scandere:

Ut tandem liceat nos tibi perpetim

Gratum promere canticum. Amen.

(ex Brev. Rom.).

(Indulgentia trium (3) annorum. – Indulgentia plenaria suetis conditionibus, quotidiana hymni recitatione in integrum mensem producta (S. Pæn. Ap., 9 febr. 1922 et 13 iul. 1932). 

– 464 –

Salve, Ioseph, Custos pie Sponse Virginis Mariæ Educator optime.

Tua prece salus data Sit et culpa condonata Peccatricis animæ.

Per te cuncti liberemur Omni poena quam meremur

Nostris prò criminibus.

Per te nobis impertita Omnis gratia expetita Sit, et salus animæ.

Te precante vita functi Simus Angelis coniuncti In cadesti patria.

Sint et omnes tribulati Te precante liberati Cunctis ab angustiis.

Omnes populi lætentur, Ægrotantes et sanentur,

Te rogante Dominum.

Ioseph, Fili David Regis, Recordare Christi gregis In die iudicii.

Salvatorem deprecare, Ut nos velit liberare

Nostræ mortis tempore.

Tu nos vivos hic tuere Inde mortuos gaudere

Fac cadesti gloria. Amen.

Indulgentia trium (3) annorum (S. Pæn. Ap., 28 apr.1934).

– 473 –

Virginum custos et Pater, sancte Ioseph, cuius

fideli custodiæ ipsa Innocentia, Christus Iesus,

et Virgo virginum Maria commissa fuit, te per

hoc utrumque carissimum pignus Iesum et Mariam

obsecro et obtestor, ut me ab omni immunditia

præservatum, mente incontaminata, puro

corde et casto corpore Iesu et Mariæ semper

facias castissime famulari. Amen.

(Indulgentia trium (3) annorum. Indulgentia septem (7) annorum singulis mensis marti: diebus necnon qualibet anni feria quarta. Indulgentia plenaria suetis conditionibus, oratione quotidie per integrum mensem pia mente iterata (S. C. Indulg., 4 febr. 1877; S. Pæn. Ap., 18 maii 1936 et 10 mart. 1941)

-475-

Memento nostri, beate Ioseph, et tuæ orationis

suffragio apud tuum putativum Filium intercede;

sed et beatissimam Virginem Sponsam

tuam nobis propitiam redde, quæ Mater est

Eius, qui cum Patre et Spiritu Sancto vivit et

regnat per infinita sæcula sæculorum. Amen.

(S. Bernardinus Senensis).

(Indulgentia trium annorum. Indulgentia plenaria suetis conditionibus, dummodo quotidie per integrum mensem oratio devote recitata fuerit (S. C. Indulg., 14 dec. 1889; S. Pæn. Ap., 13 iun.1936).

476

Ad te, beate Ioseph, in tribulatione nostra confugimus,

atque, implorato Sponsæ tuæ sanctissimæ auxilio,

patrocinium quoque tuum fidenter exposcimus.

Per eam, quæsumus, quæ te cum immaculata

Virgine Dei Genitrice coniunxit, caritatem,

perque paternum, quo Puerum Iesum amplexus es, amorem,

supplices deprecamur,

ut ad hereditatem, quam Iesus Christus

acquisivit Sanguine suo, benignius respicias,

ac necessitatibus nostris tua virtute et ope succurras.

Tuere, o Custos providentissime divinæ

Familiæ, Iesu Christi sobolem electam;

prohibe a nobis, amantissime Pater, omnem errorum

ac corruptelarum luem; propitius nobis,

sospitator noster fortissime, in hoc cum potestate

tenebrarum certamine e cœlo adesto;

et sicut olim Puerum Iesum e summo eripuisti vitæ

discrimine, ita nunc Ecclesiam sanctam Dei

ab hostilibus insidiis atque ab omni adversitate defende:

nosque singulos perpetuo tege patrocinio,

ut ad tui exemplar et ope tua suffulti, sancte

vivere, pie emori, sempìternamque in cœlis

beatitudinem assequi possimus. Amen.

(Indulgentia trium (3) annorum. Indulgentia septem (7) annorum per mensem octobrem, post recitationem sacratissimi Rosarii, necnon qualibet anni feria quarta. Indulgentia plenaria suetis conditionibus, si quotidiana orationis recitatio in integrum mensem producta fueri: (Leo XIII Epist. Encycl. 15 aug. 1889; S. C. Indulg., 21 sept. 1889; S. Paen. Ap., 17 maii 1927, 13 dee. 1935 et 10 mart. 1941).

477

O Ioseph, virgo Pater Iesu, purissime Sponse

Virginis Mariæ, quotidie deprecare prò nobis

ipsum Iesum Filium Dei, ut, armis suae gratiæ

muniti, legitime certantes in vita, ab eodem coronemur

in morte.

(Indulgentia quingentorum (500) dierum (Pius X, Rescr. Manu Propr., 11 oct. 1906, exhib. 26 nov. 1906; S. Pæn. Ap. 23 maii 1931).

Queste sono le feste del mese di MARZO 2021

4 Marzo S. Casimiri Confessoris    Feria

5 Marzo

              I Venerdì

6 Marzo Ss. Perpetuæ et Felicitatis Martyrum    Feria

               I Sabato

       

7 Marzo Dominica III in Quadr .   Semiduplex I. classis

    S. Thomæ de Aquino Confessoris et Ecclesiæ Doctoris    Feria

8 Marzo S. Joannis de Deo Confessoris    Duplex

9 Marzo S. Franciscæ Romanæ Viduæ    Duplex

10 Marzo Ss. Quadraginta Martyrum    Feria

12 Marzo S. Gregorii Papæ Confessoris et Ecclesiæ Doctoris    Duplex

14 Marzo Dominica IV in Quadr .   Semiduplex I. classis

17 Marzo S. Patricii Episcopi et Confessoris    Duplex

18 Marzo S. Cyrilli Episcopi Hierosolymitani Conf. et Eccl.  Doctoris    Duplex

19 Marzo S. Joseph Sponsi B.M.V. Confessoris    Duplex I. classis *L1*

21 Marzo Dominica I Passionis  –  Semiduplex I. classis *I*

      S. Benedicti Abbatis    Duplex majus *L1*

24 Marzo S. Gabrielis Archangeli  – Duplex majus *L1*

25 Marzo In Annuntiatione Beatæ Mariæ Virginis  Duplex I. classis *L1* 

27 Marzo S. Joannis Damasceni Confessoris    Duplex *L1*

28 Marzo Dominica II Passionis seu in Palmis – Semiduplex I. classis

S. Joannis a Capistrano Confessoris    Semiduplex

29 Feria Secunda Hebdomadæ Sanctæ – Semiduplex

30 Feria Tertia Hebdomadæ Sanctæ – Semiduplex

31 Feria Quarta Hebdomadæ Sanctæ – Semiduple

CALENDARIO LITURGICO DELLA CHIESA CATTOLICA – FEBBRAIO 2021

CALENDARIO LITURGICO DELLA CHIESA CATTOLICA: FEBBRAIO 2021

FEBBRAIO è il mese che la CHIESA DEDICA alla SANTISSIMA TRINITA’

All’inizio di questo mese è bene rinnovare l’atto di fede Cattolico – autentico e solo – recitando il Credo Atanasiano, le cui affermazioni, tenute e tenacemente professate contro tutte le insidie della falsa chiesa dell’uomo vaticano-secondista e della gnosi modernista, protestante, massonica, pagana, atea, comunisto-liberista, noachide-mondialista, permettono la salvezza dell’anima per giungere all’eterna felicità. 

 IL CREDO Atanasiano

 (Canticum Quicumque * Symbolum Athanasium)

“Quicúmque vult salvus esse, * ante ómnia opus est, ut téneat cathólicam fidem: Quam nisi quisque íntegram inviolatámque serváverit, * absque dúbio in ætérnum períbit. Fides autem cathólica hæc est: * ut unum Deum in Trinitáte, et Trinitátem in unitáte venerémur. Neque confundéntes persónas, * neque substántiam separántes. Alia est enim persóna Patris, ália Fílii, * ália Spíritus Sancti: Sed Patris, et Fílii, et Spíritus Sancti una est divínitas, * æquális glória, coætérna majéstas. Qualis Pater, talis Fílius, * talis Spíritus Sanctus. Increátus Pater, increátus Fílius, * increátus Spíritus Sanctus. Imménsus Pater, imménsus Fílius, * imménsus Spíritus Sanctus. Ætérnus Pater, ætérnus Fílius, * ætérnus Spíritus Sanctus. Et tamen non tres ætérni, * sed unus ætérnus. Sicut non tres increáti, nec tres imménsi, * sed unus increátus, et unus imménsus. Simíliter omnípotens Pater, omnípotens Fílius, * omnípotens Spíritus Sanctus. Et tamen non tres omnipoténtes, * sed unus omnípotens. Ita Deus Pater, Deus Fílius, * Deus Spíritus Sanctus. Ut tamen non tres Dii, * sed unus est Deus. Ita Dóminus Pater, Dóminus Fílius, * Dóminus Spíritus Sanctus. Et tamen non tres Dómini, * sed unus est Dóminus. Quia, sicut singillátim unamquámque persónam Deum ac Dóminum confitéri christiána veritáte compéllimur: * ita tres Deos aut Dóminos dícere cathólica religióne prohibémur. Pater a nullo est factus: * nec creátus, nec génitus. Fílius a Patre solo est: * non factus, nec creátus, sed génitus. Spíritus Sanctus a Patre et Fílio: * non factus, nec creátus, nec génitus, sed procédens. Unus ergo Pater, non tres Patres: unus Fílius, non tres Fílii: * unus Spíritus Sanctus, non tres Spíritus Sancti. Et in hac Trinitáte nihil prius aut postérius, nihil majus aut minus: * sed totæ tres persónæ coætérnæ sibi sunt et coæquáles. Ita ut per ómnia, sicut jam supra dictum est, * et únitas in Trinitáte, et Trínitas in unitáte veneránda sit. Qui vult ergo salvus esse, * ita de Trinitáte séntiat. Sed necessárium est ad ætérnam salútem, * ut Incarnatiónem quoque Dómini nostri Jesu Christi fidéliter credat. Est ergo fides recta ut credámus et confiteámur, * quia Dóminus noster Jesus Christus, Dei Fílius, Deus et homo est. Deus est ex substántia Patris ante sǽcula génitus: * et homo est ex substántia matris in sǽculo natus. Perféctus Deus, perféctus homo: * ex ánima rationáli et humána carne subsístens. Æquális Patri secúndum divinitátem: * minor Patre secúndum humanitátem. Qui licet Deus sit et homo, * non duo tamen, sed unus est Christus. Unus autem non conversióne divinitátis in carnem, * sed assumptióne humanitátis in Deum. Unus omníno, non confusióne substántiæ, * sed unitáte persónæ. Nam sicut ánima rationális et caro unus est homo: * ita Deus et homo unus est Christus. Qui passus est pro salúte nostra: descéndit ad ínferos: * tértia die resurréxit a mórtuis. Ascéndit ad cælos, sedet ad déxteram Dei Patris omnipoténtis: * inde ventúrus est judicáre vivos et mórtuos. Ad cujus advéntum omnes hómines resúrgere habent cum corpóribus suis; * et redditúri sunt de factis própriis ratiónem. Et qui bona egérunt, ibunt in vitam ætérnam: * qui vero mala, in ignem ætérnum. Hæc est fides cathólica, * quam nisi quisque fidéliter firmitérque credíderit, salvus esse non póterit.”

L’adorazione della Santissima Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo, con il mistero dell’Incarnazione e la Redenzione di Gesù-Cristo, costituiscono il fondamento della vera fede insegnata dalla Maestra dei popoli, la Chiesa di Cristo, Sposa verità unica ed infallibile, via di salvezza, fuori dalla quale c’è dannazione eterna.  … O uomini, intendetelo quanto questo dogma vi nobiliti. Creati a similitudine dell’augusta Trinità, voi dovete formarvi sul di lei modello, ed è questo un dover sacro per voi. Voi adorate una Trinità il cui carattere essenziale è la santità, e non vi ha santità sì eminente, alla quale voi non possiate giungere per la grazia dello Spirito santificatore, amore sostanziale del Padre e del Figlio. Per adorare degnamente l’augusta Trinità voi dovete dunque, per quanto è possibile a deboli creature umane, esser santi al pari di lei. Dio è santo in se stesso, vale a dire che non è in lui né peccato, né ombra di peccato; siate santi in voi stessi. Dio è santo nelle sue creature: vale a dire che a tutto imprime il suggello della propria santità, né tollera in veruna il male o il peccato, che perseguita con zelo immanchevole, a vicenda severo e dolce, sempre però in modo paterno. Noi dunque dobbiamo essere santi nelle opere nostre e santi nelle persone altrui evitando cioè di scandalizzare i nostri fratelli, sforzandoci pel contrario a preservarli o liberarli dal peccato. Siate santi, Egli dice, perché Io sono santo. E altrove: Siate perfetti come il Padre celeste è perfetto; fate del bene a tutti, come ne fa a tutti Egli stesso, facendo che il sole splenda sopra i buoni e i malvagi, e facendo che la pioggia cada sul campo del giusto, come su quello del peccatore. Modello di santità, cioè dei nostri doveri – verso Dio, L’augusta Trinità è anche il modello della nostra carità, cioè dei nostri doveri verso i nostri fratelli. Noi dobbiamo amarci gli uni gli altri come si amano le tre Persone divine. Gesù Cristo medesimo ce lo comanda, e questa mirabile unione fu lo scopo degli ultimi voti che ei rivolse al Padre suo, dopo l’istituzione della santa Eucarestia. Egli chiede che siamo uno tra noi, come Egli stesso è uno col Padre suo. A questa santa unione, frutto della grazia, ei vuole che sia riconosciuto suo Padre che lo ha inviato sopra la terra, e che si distinguono quelli che gli appartengono. Siano essi uno, Egli prega, affinché il mondo sappia che Tu mi hai inviato. Si conoscerà che voi siete miei discepoli, se vi amate gli uni gli altri. « Che cosa domandate da noi, o divino Maestro, esclama sant’Agostino, se non che siamo perfettamente uniti di cuore e di volontà? Voi volete che diveniamo per grazia e per imitazione ciò che le tre Persone divine sono per la necessità dell’esser loro, e che come tutto è comune tra esse, così la carità del Cristianesimo ci spogli di ogni interesse personale ». – Come esprimere l’efficacia onnipotente di questo mistero? In virtù di esso, in mezzo alla società pagana, società di odio e di egoismo, si videro i primi Cristiani con gli occhi fissi sopra questo divino esemplare non formare che un cuore ed un’anima, e si udirono i pagani stupefatti esclamare: « Vedete come i Cristiani si amano, come son pronti a morire gli uni per gli altri! » Se scorre tuttavia qualche goccia di sangue cristiano per le nostre vene, imitiamo gli avi nostri, siamo uniti per mezzo della carità, abbiamo una medesima fede, uno stesso Battesimo, un medesimo Padre. I nostri cuori, le nostre sostanze siano comuni per la carità: e in tal guisa la santa società, che abbiamo con Dio e in Dio con i nostri fratelli, si perfezionerà su la terra fino a che venga a consumarsi in cielo. – Noi troviamo nella santa Trinità anche il modello dei nostri doveri verso noi stessi. Tutti questi doveri hanno per scopo di ristabilire fra noi l’ordine distrutto dal peccato con sottomettere la carne allo spirito e lo spirito a Dio; in altri termini, di far rivivere in noi l’armonia e la santità che caratterizzano le tre auguste persone, e ciascuno di noi deve dire a sé  stesso: Io sono l’immagine di un Dio tre volte santo! Chi dunque sarà più nobile di me! Qual rispetto debbo io aver per me stesso! Qual timore di sfigurare in me o in altri questa immagine augusta! Qual premura a ripararla, a perfezionarla ognor più! Sì, questa sola parola, io sono l’immagine di Dio, ha inspirato maggiori virtù, impedito maggiori delitti, che non tutte le pompose massime dei filosofi.

3

Te Deum Patrem ingenitum, te Filium unigenitum, te Spiritum Sanctum Paraclitum, sanctam et individuam Trinitatem, toto corde et ore confitemur, laudamus atque benedicimus. (ex Missali Rom.).

Indulgentia quingentorum dierum.

Indulgentia plenaria suetis conditionibus, si quotìdie per integrum mensem precatiuncula devote reperita fuerit

(S. C. Ind., 2 iul. 1816; S. Pæn. Ap., 28 sept. 1936).

12

a) O sanctissima Trinitas, adoro te habitantem per gratiam tuam in anima mea.

b) O sanctissima Trinitas, habitans per gratiam tuam in anima mea, fac ut magis ac magis amem te.

c) O sanctissima Trinitas, habitans per gratiam tuam in anima mea, magis magisque sanctifica me.

d) Mane mecum, Domine, sis verum meum gaudium.

Indulgentia trecentorum dierum prò singulis iaculatoriis precibus etiam separatim (S. Pæn. Ap., 26 apr. 1921 et 23 oct. 1928).

16

a) Sanctus Deus, Sanctus fortis, Sanctus immortalis, miserere nobis.

b) Tibi laus, tibi gloria, tibi gratiarum actio in sæcula sempiterna, o beata Trinitas (ex Missali Rom.).

Indulgentia quingentorum dierum prò singulis invocationibus etiam separatim.

Indulgentia plenaria suetis conditionibus, si quotìdie per integrum mensem alterutra prex iaculatoria devote recitata fuerit (Breve Ap., 13 febr. 1924; S. Pæn. Ap., 9 dec. 1932).

40

In te credo, in te spero, te amo, te adoro,

beata Trinitas unus Deus, miserere mei nunc et

in hora mortis meæ et salva me.

Indulgentia trecentorum dierum (S. Pæn. Ap., 2 iun.)

43

CREDO IN DEUM,

Patrem omnipotentem, Creatorem cœli et terræ. Et in Iesum Christum, Filium eius unicum, Dominum nostrum: qui conceptus est de Spiritu Sancto, natus ex Maria Virgine, passus sub Pontio Pilato, crucifixus, mortuus et sepultus; descendit ad inferos; tertia die resurrexit a mortuis ; ascendit ad cœlos; sedet ad dexteram Dei Patris omnipotentis; inde venturus est iudicare vivos et mortuos. Credo in Spiritum Sanctum, sanctam Ecclesiam catholicam, Sanctorum communionem, remissionem peccatorum, carnis resurrectionem, vitam æternam, Amen.

Indulgentia quinque annorum.

Indulgentia plenaria suetis conditionibus, dummodo quotìdie per integrum mensem praefatum Apostolorum Symbolum pia mente recitatum fuerit (S. Pæn. Ap., 12 apr. 1940).

ACTUS ADORATIONIS ET GRATIARUM ACTIO PROPTER BENEFICIA, QUÆ HUMANO GENERI EX DIVINI VERBI INCARNATIONE ORIUNTUR.

45

Santissima Trinità, Padre, Figliuolo e Spirito Santo, eccoci prostrati alla vostra divina presenza. Noi ci umiliamo profondamente e vi domandiamo perdono delle nostre colpe.

I . Vi adoriamo, o Padre onnipotente, e con tutta l’effusione del cuore vi ringraziamo di averci dato il vostro divin Figliuolo Gesù per nostro Redentore, che si è lasciato con noi nell’augustissima Eucaristia sino alla consumazione dei secoli, rivelandoci le meraviglie della carità del suo Cuore in questo mistero di fede e di amore.

Gloria Patri.

II. O divin Verbo, amabile Gesù Redentore nostro, noi vi adoriamo, e con tutta l’effusione del cuore vi ringraziamo di aver preso umana carne e di esservi fatto, per la nostra redenzione, sacerdote e vittima del sacrificio della Croce: sacrificio che, per eccesso di carità del vostro Cuore adorabile, Voi rinnovate sui nostri altari ad ogni istante. 0 sommo Sacerdote, o divina Vittima, concedeteci di onorare il vostro santo sacrificio nell’augustissima Eucaristia con gli omaggi di Maria santissima e di tutta la vostra Chiesa trionfante, purgante e militante. Noi ci offriamo tutti a voi; e nella vostra infinita bontà e misericordia accettate la nostra offerta, unitela alla vostra e benediteci.

Gloria Patri.

III. O divino Spirito Paraclito, noi vi adoriamo, e con tutta l’effusione del cuore vi ringraziamo di avere con tanto amore per noi operato l’ineffabile beneficio dell’Incarnazione del divin Verbo, beneficio che nell’augustissima Eucaristia  si estende e amplifica continuamente. Deh! per questo adorabile mistero della carità del sacro Cuore di Gesù, concedete a noi ed a tutti i peccatori la vostra santa grazia. Diffondete i vostri santi doni sopra di noi e sopra tutte le anime redente, ma in modo speciale sopra il Capo visibile della Chiesa, il Sommo Pontefice Romano [Gregorio XVIII], sopra tutti i Cardinali, i Vescovi e Pastori delle anime, sopra i sacerdoti e tutti gli altri ministri del santuario. Così sia.

Gloria Patri.

Indulgentia trium annorum (S. C. Indulg. 22 mart. 1905; S. Pæn. Ap., 9 dec. 1932).

Queste sono le feste del mese di

FEBBRAIO 2021

1 Febbraio S. Ignatii Episcopi et Martyris  –  Duplex      

2 Febbraio  –  In Purificatione Beatæ Mariæ Virginis  –  Duplex II. Classis

3 Febbraio S. Blasii Episcopi  –  Feria

4 Febbraio S. Andreæ Corsini Episcopi et Confessoris  – Duplex

5 Febbraio S. Agathæ Virginis et Martyris –  Duplex

                  1° Venerdì

6 Febbraio  S. Titi Episc. et Confessoris  –  Duplex

                  1° Sabato

7 Febbraio Dominica in Sexagesima    Semiduplex II. classis

S. Romualdi Abbatis  – Duplex

8 Febbraio S. Joannis de Matha Confessoris – Duplex

9 Febbraio S. Cyrilli Episc. Alexandrini Confessoris Ecclesiæ Doctoris    Duplex

10 Febbraio S. Scholasticæ Virginis  –  Duplex

11 Febbraio In Apparitione Beatæ Mariæ Virginis    Duplex majus

12 Febbraio Ss. Septem Fundat. Ord. Servorum B. M. V.    Duplex

14 Febbraio Dominica in Quinquagesima    Semiduplex II. classis

                    S. Valentini

15 Febbraio SS. Faustini et Jovitæ  –  Feria

17 Febbraio Feria IV Cinerum    Simplex

Inizio della Quaresima

18 Febbraio S. Simeonis Faustini Episcopi et Martyris    Feria

21 Dominica I in Quadr. – Semiduplex I. classis

22 Febbraio – In Cathedra S. Petri Ap. –   Duplex II. classis

23 Febbraio S. Petri Damiani    Duplex

24 Febbraio S. Matthiæ Apostoli  – Duplex II. Classis

                   Feria Quarta Quattuor Temporum Quadragesimæ    Simplex

26 Febbraio – Feria Sexta Quattuor Temporum Quadragesimæ    Simplex

27 FebbraioSabbato Quattuor Temporum Quadragesimæ    Simplex

28 Febbraio Dominica II in Quadr    Semiduplex I. classis

             S. Gabrielis a Virgine Perdolente Confessoris    Duplex

ANNO LITURGICO DELLA CHIESA CATTOLICA 2021

L’ANNO LITURGICO 2020-2021

1 Gennaio – Circoncisione di Gesù

3 – SS. Nome di Gesù

6 Gennaio – Epifania

10 Gennaio – Sacra Famiglia   (Domenica entro l’Ottava dell’Epifania)

17 Gennaio – 2a Domenica dopo l’Epifania

24 Gennaio – 3a Domenica dopo l’Epifania

– Festa dell’Arciconfraternita del Cuore Immacolato di Maria Ss.

31 Gennaio – Domenica di Septuagesima

7 Febbraio – Domenica di Sessuagesima

14 Febbraio – Domenica di Quinquagesima

17 Febbraio – Mercoledì delle CENERI  – Inizio della Quaresima    

21 Febbraio – Domenica I di Quaresima  

(GIORNI DI QUATEMPORA IN QUESTA SETTIMANA )

28 Febbraio – IIa Domenica di Quaresima 

7 Marzo – IIIa Domenica di Quaresima 

14 Marzo – IVa Domenica di Quaresima

21 Marzo – I DOMENICA DI PASSIONE

28 Marzo  – II DOMENICA DI PASSIONE – DELLE PALME

4 Aprile – DOMENICA DI PASQUA

11 Aprile – Domenica in Albis

18 Aprile – 2a Domenica dopo Pasqua

25 Aprile  – 3a Domenica dopo Pasqua

2 Maggio – 4a Domenica dopo Pasqua

9 Maggio – 5a Domenica dopo Pasqua

10 a 12 Maggio – Giorni delle Rogazioni

13 Maggio – Giovedì in Ascensione Domini

16 Maggio – Domenica entro l’Ottava dell’Ascensione

23 Maggio  – Domenica di Pentecoste

(GIORNI DI QUATEMPORA IN QUESTA SETTIMANA )

30 Maggio – Domenica della SS. Trinità

3 Giugno – Corpus Christi

6 Giugno – 2a Domenica dopo Pentecoste

11 GiugnoSACRO CUORE DI GESÙ (Venerdì dopo l’Ottava del Corpus Christi)

13 Giugno – 3a Domenica dopo Pentecoste

20 Giugno – 4a Domenica dopo Pentecoste

17 Giugno – 5a Domenica dopo Pentecoste

4 Luglio – 6a Domenica dopo Pentecoste

11 Luglio  – 7a Domenica dopo Pentecoste

18 Luglio  – 8a Domenica dopo Pentecoste

25 Luglio – 9a Domenica dopo Pentecoste

1 Agosto – 10a Domenica dopo Pentecoste

8 Agosto – 11a Domenica dopo Pentecoste

15 Agosto – 12a Domenica dopo Pentecoste

22 Agosto – 13a Domenica dopo Pentecoste

29 Agosto – 14a Domenica dopo Pentecoste

5 Settembre – 15a Domenica dopo Pentecoste

12 Settembre – 16a Domenica dopo Pentecoste

19 Settembre – 17a Domenica dopo Pentecoste

(GIORNI DI QUATEMPORA IN QUESTA SETTIMANA )

26 Settembre – 18a Domenica dopo Pentecoste

3 Ottobre – 19a Domenica dopo Pentecoste

10 Ottobre – 20a Domenica dopo Pentecoste

17 Ottobre – 21a Domenica dopo Pentecoste

24 Ottobre – 22a Domenica dopo Pentecoste

 31 Ottobre – 23a Domenica dopo Pentecoste

FESTA DI CRISTO RE

7 Novembre – Va Domenica post Epiphaniam

16 Novembre – VIa Domenica post Epiphaniam

21 Novembre – 24a Domenica dopo Pentecoste

28 Novembre  – 1a Domenica di Avvento

5 Dicembre – 2a Domenica di Avvento

12 Dicembre – 3a Domenica di Avvento

(GIORNI DI QUATEMPORA IN QUESTA SETTIMANA )

19 Dicembre – 4a Domenica di Avvento

25 Dicembre – GIORNO DI NATALE

26 Dicembre – Domenica entro Ottava di Natale

27 Dicembre – SAN GIOVANNI, Apostolo ed Evangelista

28 Dicembre – SANTI INNOCENTI

31 Dicembre – SAN SILVESTRO I, Papa.

1st GENNAIO 2022 – CIRCUMCISIONE DI NOSTRO SIGNORE

CALENDARIO LITURGICO DELLA CHIESA CATTOLICA: GENNAIO 2021

CALENDARIO LITURGICO DELLA CHIESA CATTOLICA:

GENNAIO 2021

PRIMO GIORNO DELL’ANNO.

La divozione al Papa

È terminato l’anno 2020. E noi siamo qui appunto radunati con questo intento di rendere al Signore con un solenne Te Deum le più vive azioni di grazie per i singolari benefizi, che si è degnato di farci nell’anno reste decorso. Ma siamo pure entrati nell’anno 2121, e nel recarci oggi al tempio abbiamo pure per questo riguardo avuto lo scopo di rinnovare dinanzi al Sacramentato Gesù quei santi voti, coi quali un giorno al fonte battesimale per bocca dei nostri padrini abbiamo giurato di voler essere fedeli seguaci del nostro Divin Redentore e maestro, credendo tutto ciò che Egli ci ha insegnato a credere e praticando tutto quello che egli ci ha comandato di praticare. Ma oltre a queste due grandi azioni è della massima importanza che in questa occasione noi ne facciamo un’altra ancora. Come uomini, e uomini di una particolare condizione, applicati a qualche particolare ufficio, con qualche particolare impegno, arrivati al termine di un anno ed al principio di un altro, noi siamo soliti di prendere qualche speciale proposito da adempiere particolarmente nel nuovo anno, in cui si è entrati, onde migliorare la condizione nostra, accrescere il nostro bene fisico e morale, farne avvantaggiare la nostra possibile felicità. Or quello che noi facciamo come uomini, è quello che dobbiamo fare anche più come Cristiani. Ogni nuovo anno che il Signore ci apre innanzi, ancorché non ci concedesse che di passarne qualche mese, qualche settimana, qualche giorno, è sempre un nuovo tratto di tempo che Egli ci concede per fruire della sua misericordia e per accrescere i nostri meriti per l’altra vita; epperò noi siamo in dovere incominciando un nuovo anno di prendere tutti e ciascuno qualche speciale proposito in relazione al grande benefizio che il Signore ci fa. Ed io son certo che voi tutti compirete questo dovere secondo lo stato, i bisogni egli obblighi particolari vostri. Ma trattandosi di proporne uno che sia a tutti conveniente e giovevole, sapete voi quale a me pare più d’ogni altro in questa circostanza importante? Quello della devozione al Papa. In quest’anno 2021 (*) ricorre il trentennale pontificale del Sommo Pontefice gloriosamente regnante Gregorio XVIII. E questo fausto avvenimento non può e non deve trascorrere inosservato, senza anzi la convenevole commemorazione per parte di alcun vero cristiano cattolico. E ciò tanto più da veri Cristiani cattolici dobbiamo fare, in quanto che si tratta altresì di riparare il Papa di quelle gravi offese e consolarlo di quelle forti afflizioni che di questi ultimi tempi gli furono recate. Nessuno di voi ignora come i suoi nemici dichiarati, gli aggregati cioè al Massonismo ed al Socialismo (che insieme alla bestia, e ai falsi profeti del Novus Ordo modernista, compongono il corpo mistico di satana – ndr.), oggidì più che mai si siano scatenati furibondi contro il Papa per distruggere se fosse possibile la sua esistenza, e per coprirlo ad ogni modo delle più basse e vituperevoli ingiurie. E nessuno di voi ignora come a questi nemici dichiarati altri se ne siano aggiunti più subdoli, epperò anche più maligni, i seguaci cioè del Modernismo, che pur professandosi ipocritamente suoi figli rispettosi, mirano più che altri mai a scalzare la sua sovrana autorità di Vicario di Gesù Cristo. Io credo adunque che non potrei in quest’oggi darvi miglior suggerimento di questo: la devozione al Papa. E perché lo abbiate ad accogliere e praticare più volonterosamente io vi parlerò oggi del Papa, e vi mostrerò come per lui si adattino perfettamente le parole da Gesù Cristo indirizzate al primo Papa: Tu es Petrxis, et super hanc petram ædificabo ecclesiam meam: et portæ inferi non prævalebunt adversus eam: Tu sei Pietro, e sopra di questa pietra fabbricherò la mia Chiesa, e le porte dell’inferno non prevarranno contro di essa giammai (Matt. XVI, 18). …

(*) La date sono naturalmente aggiornate, come il nome del Sommo Pontefice regnante – ndr.

(da A. Carmagnola: Avvento e feste del Natale. S. E. I. Torino, IV ed. 1947) .

Queste sono le feste della CHIESA Cattolica del mese di Gennaio 2021

1 Gennaio In Circumcisione Domini   Duplex II. classis *L1*

                 I venerdì del mese

2 Gennaio

I Sabato del mese

3 Gennaio  SS. NOME DI Gesù

6 Gennaio In Epiphania Domini    Duplex I. classis *L1*

10 Gennaio Sanctæ Familiæ Jesu Mariæ

13 Gennaio Commemoratio Baptismatis Domini Nostri Jesu Christi    Duplex II. classis

14 Gennaio S. Hilarii Episcopi Confessoris Ecclesiæ Doctoris    Duplex

15 Gennaio S. Pauli Primi Eremitæ et Confessoris    Duplex

16 Gennaio S. Marcelli Papæ et Martyris    Semiduplex

17 Gennaio Dominica II post Epiphaniam    Semiduplex Dominica minor *I*

                  S. Antonii Abbatis    Duplex

18 Gennaio Cathedræ S. Petri    Duplex majus *L1*

19 Gennaio Ss. Marii, Marthæ, Audifacis, et Abachum Martyrum    Simplex

20 Gennaio Ss. Fabiani et Sebastiani Martyrum    Duplex

21 Gennaio S. Agnetis Virginis et Martyris    Duplex *L1*

22 Gennaio Ss. Vincentii et Anastasii Martyrum    Semiduplex

23 Gennaio S. Raymundi de Peñafort Confessoris    Semiduplex m.t.v.

24 Gennaio Dominica III Post Epiphaniam    Semiduplex Dominica minor *I*

                 S. Timothei Episcopi et Martyris    Duplex

25 Gennaio

In Conversione S. Pauli Apostoli    Duplex majus *L1*

26 Gennaio S. Polycarpi Episcopi et Martyris    Duplex

27 Gennaio S. Joannis Chrysostomi Episcopi Confessoris et Eccl. Doctoris –  Duplex

28 Gennaio S. Petri Nolasci Confessoris    Duplex

29 Gennaio S. Francisci Salesii Episcopi Confessoris et Ecclesiæ Doctoris    Duplex

30 Gennaio S. Martinæ Virginis et Martyris    Semiduplex

31 Gennaio Dominica III Post Epiphaniam    Semiduplex Dominica minor *I*

    S. Joannis Bosco Confessoris    Duplex

ASPETTANDO GESÙ CHE NASCE…

Nascita di Gesù. — Adorazione dei pastori e dei Magi.

 (A. NICOLAS – LA VERGINE MARIA SECONDO IL VANGELO – S. E. I., Torino – 1938)

CAPITOLO XII.

Il Vangelo, in perfetto accordo col disegno divino, si propone principalmente in mezzo a tutti i suoi racconti, la cui schiettezza quasi indeliberata copre un disegno profondo, si propone, dico, di persuaderci bene, d’imprimerci nello spirito che Gesù Cristo è realmente Dio e uomo allo stesso tempo. Se ci facesse vedere troppo separatamente le testimonianze della sua divinità, noi saremmo tentati di credere che l’umanità sua non fosse che fantastica. Se ce ne facesse vedere altresì troppo separatamente l’umanità, noi crederemmo che la divinità non fosse che metaforica. Perciò Gesù Cristo in tutte le sue azioni, e gli evangelisti nei loro racconti, tengono sempre in una specie di equilibrio tra queste due testimonianze, mostrando sempre l’uomo nel maggiore splendore della sua divinità, e il Dio negli annientamenti che provano maggiormente che Egli è uomo. Per esempio, Gesù risuscita Lazzaro: ecco il Signore della vita e della morte, ecco il Dio; ma, prima di risuscitarlo, è detto: Ed a Gesù vennero le lagrime: ecco l’uomo. Così: Gesù medesimo muore del più ignominioso supplizio, trastullo dei suoi carnefici: ecco il mortale, ecco l’uomo; ma a quell’ultimo sospiro il sole si oscura, la terra trema, i morti risuscitano: ecco il Dio. Percorrete così tutto il Vangelo, notatevi sopra tutto la cura che ha costantemente Gesù Cristo di temperare lo splendore delle sue meraviglie, involandovisi col silenzio e col ritiro, e di mescolar sempre le sue umiliazioni coi suoi trionfi; come, ed esempio, nella entrata in Gerusalemme, quando riceve le adorazioni della Giudea su quell’umile cavalcatura che faceva dire a Bossuet: « Invece che uno schiavo gridava ai trionfatori romani: Ricordati che sei uomo, io sono tentato di ricordare al mio Salvatore che egli è Dio »: percorrete così, io dico, tutto il Vangelo, e voi sarete meravigliati di trovarvi come la chiave della sua economia. – Perciò conveniva che il Figliuolo di Dio, prima di rivelarsi sempre più come tale nei tre ultimi anni della sua vita, e colla trasformazione universale che seguì la sua ascensione, imprimesse largamente e profondamente nelle nostre anime la convinzione della sua umanità per ben trent’anni di vita comune e domestica sulla terra, sia per eccitare la nostra fiducia, sia per correggere il nostro orgoglio. Era soprattutto necessario, per apparire a noi non solamente uomo, ma figliuolo dell’uomo, che Egli si facesse vedere, toccare, maneggiare come fanciullo, e per conseguenza in seno di sua madre, non senza dare allora alcune prove di dignità, la cui grandezza contrappesasse gli abbassamenti così profondi della sua nascente umanità. Di qui tutti i misteri evangelici della nascita e della infanzia di Gesù Cristo; di qui la parte gloriosa che doveva averci la santissima sua Madre. – E siccome il Vangelo ci ha con tanta cura esposti questi criteri solo perché li abbiamo sempre dinanzi agli occhi, affine di farcene coltivare e portare i frutti, di qui ne viene la giustificazione del culto di Maria, Madre di Gesù, la quale ce li rappresenta, e quindi è eminentemente evangelica. – Noi l’abbiamo già detto; non v’ha nulla di gratuito nel Vangelo: tutto ha il valore d’un insegnamento. Ora, il Figliuolo di Dio poteva sicuramente far senza di Maria: il miracolo della sua concezione e della sua nascita verginale, i prodigi celesti che recarono ai suoi piedi i pastori ed i Magi, provano ad esuberanza che sin d’allora Egli era signore della natura. Egli poteva altresì lasciarci ignorare questa prima età della sua esistenza, ed era anzi cosa naturale. Se dunque Egli ha voluto dipendere dalle cure di Maria, andare a Lei debitore delle cure così familiari, intime e sacre di una madre; se Egli ha voluto esser mostrato a tutti in questo stato, e ricevervi le prime adorazioni del cielo e della terra, ciò non poté essere senza onorare Maria e senza volere che noi l’onorassimo. « È stata, come dice benissimo il cardinale di Berulle, una delle grandezze e delle benedizioni della santa Madre di Dio, che suo Figlio siasi voluto manifestare in una età e in una condizione che l’obbligava a manifestarla con Lei ». – Questo è ciò che si rivela soprattutto nel mistero della sua nascita, in quello dell’adorazione dei pastori e in quello dell’adorazione dei Magi.

Noi li studieremo l’uno dopo l’altro.

I.

« Di quei giorni, dice il sacro racconto, uscì un editto di Cesare Augusto, che si facesse il censimento di tutto il mondo. Questo primo censimento fa Cirino, preside della Siria. E andarono tutti a dare il nome, ciascheduno alla sua città. E andò anche Giuseppe da Nazaret, città della Galilea, alla città di David chiamata Betlemme, nella Giudea, per essere egli della casa e famiglia di David, a dare il nome insieme con Maria, sposata a lui in consorte, la quale era incinta » – Luc. II, 1,5 -. Ammiriamo sin dalle prime questa meravigliosa condotta della Provvidenza che, da un lato, avendo fatto predire più di duecento anni prima dal suo profeta Michea che sarebbe nato a Betlemme; dall’altro fa servire la politica di Cesare Augusto a recare e provare l’adempimento di questa profezia. Maria e Giuseppe abitanti nella Galilea non sarebbero venuti in Giudea ed a Betlemme, se non fosse uscito tale editto. Ma lo stesso Cesare ve li condusse con quest’ordine che, obbligando ogni famiglia giudea, qualunque fosse il luogo della sua dimora, a risalire  a quello della sua origine, condusse perciò Giuseppe a Betlemme per esser egli della casa e della famiglia di David, a farvisi registrare con Maria sua sposa. Donde risulta altresì che Maria è della medesima casa e della medesima famiglia; altra prova delle profezie, le quali tutte annunziano come il Messia doveva essere Figliuolo di David. – Lo stesso divin Bambino, nato in quei giorni, dovette similmente essere registrato sulle tavole di Cesare, il quale non sospettava come in quel censimento di tutto il mondo egli iscriveva Colui che dovea esserne per sempre il Dio, nella persona di quel meraviglioso fanciullo, di cui la musa di Virgilio, inconsapevole del fatto, sollecitava coi suoi voti la nascita verginale con questi versi:

Tu modo nascenti puero, quo ferrea primum

Desinet, ac toto surget gens aurea mundo,

Casta fave Lucina…

Così (oh misteriosa continuazione dei disegni di Dio in mezzo alle umane rivoluzioni!) l’universo è conquistato dalla potenza romana, per passare sotto la legge di Gesù Cristo, il quale viene al mondo nel momento preciso in cui questa universale conquista è consumata: e Cesare Augusto, che ne è il trionfatore apparente, scrive di sua mano il nome del Signore Gesù sopra tavole a cui appelleranno in breve Giustino e Tertulliano, come alla testimonianza pubblica di questi divini natali: « Voi potete assicurarcene, dice il primo al mondo pagano, colle tavole del censimento fatte al tempo di Quirino: Voi potete conoscerne la stirpe, dice il secondo, dalle tavole del censimento d’Augusto, testimonianza fedele della nascita divina, conservata nei vostri archivi ». – Cit. da Grozio, annot. In Lucam, p. 18 – Altro argomento di ammirazione si offre a noi in questo avvenimento, e viene a giustificare quanto abbiamo detto precedentemente di questa economia evangelica, che mesce lo splendore e l’oscurità nella vita di Gesù Cristo, e, senza privare la divinità di lui di testimonianze, ne ritarda la compiuta manifestazione col riservarla alla santa Vergine. Il Re del cielo e della terra non doveva venire al mondo senza segni della sua entrata, senza esservi riconosciuto e adorato dalle primizie dei Giudei e dei gentili che Egli era venuto a salvare. Tale fu la ragione della sua manifestazione ai pastori per mezzo degli angeli, ed ai Magi per mezzo della stella miracolosa. Ma questa doppia manifestazione non avrebbe potuto farsi a Nazaret, patria di Gesù Cristo, senza che l’oscurità nella quale Egli voleva rientrare non ne porgesse l’opportunità. La memoria di queste meraviglie si sarebbe conservata fra i suoi, e la voce ne avrebbe pregiudicato il suo mistero. Ma nulla di questo avviene, per la condotta ammirabile di Dio nella nascita del suo Figliuolo. Egli conduce Maria e Giuseppe, per ordine di Cesare, a Betlemme, ove erano poco o nulla conosciuti. Non permette che essi trovino posto in un’osteria, ove sarebbero stati sotto gli occhi altrui. Ma ridotti a ritrarsi in una stalla abbandonata, vi trovarono la solitudine ed il silenzio necessario per conservare il segreto di Dio. I pastori vi vennero ad adorare Gesù Cristo, ma non conobbero né Giuseppe, né Maria; o quello che ne poterono dire non trovò credenza e si cancellò dalla memoria degli uomini; e rispetto ai Magi, se Erode seppe che essi erano venuti a Betlemme, non seppe quello che vi avevano trovato, e il loro ritorno per altra via, ispirato da Dio medesimo, assicurò a Gesù Cristo l’oscurità, nella quale doveva vivere ancora per tanti anni. – E tutto questo avvenne per un concorso naturale di circostanze, con cui la Provvidenza coprì e compose l’adempimento dei suoi disegni.

 Seguiamo il filo.

« Ed avvenne che, mentre quivi si trovavano, giunse per lei il tempo di partorire. E partorì il Figlio suo primogenito, e lo fasciò e lo pose a giacere in una mangiatoia, perché non eravi luogo per essi nell’albergo ». Che ammirabile semplicità di racconto! Questo non è né un mito, né una leggenda; è un fatto vero, schietto, storico: si crede e si vede. Confrontiamo questi natali con le magnifiche promesse dei profeti intorno a questo Gesù, di cui l’Angelo aveva già detto a Maria: « Che Dio gli avrebbe dato la sede di Davide suo padre, che avrebbe regnato nella casa di Giacobbe in eterno, e il suo regno non avrebbe avuto fine »; e consideriamo se un inventore avrebbe potuto essere tanto malaccorto da pregiudicare così la causa da sé abbracciata, facendo nascere il suo eroe in una forma tanto dispregevole e tanto contraria ai suoi destini. Certamente lo stesso narratore ci mostrerà gli Angeli che celebrano questa vile nascita dall’alto dei cieli. Ma il medesimo interesse, il medesimo calcolo che avrebbe fatta inventare questa seconda circostanza, avrebbe evidentemente dovuto far sopprimere la prima, e la sincerità che ha fatto riferir questa, risponde, così, della verità di quella. La mangiatoia ci sta mallevadrice del cielo; gli animali del presepio ci stanno mallevadori degli Angeli. Il Vangelo ci dice che il parto della santa Vergine avvenne nel termine ordinario della natura; e poscia ci dice semplicemente che ella partorì. Se noi non avessimo che questo racconto, dovremmo credere che questo parto fu naturale come il suo termine. Ma il Vangelo ci ha già diversamente istruiti su questo punto; e secondo la sua ordinaria sobrietà, non doveva tornarvi sopra. Difatti, esso ci ha fatto conoscere che Maria aveva concepito il Verbo senza pregiudizio della sua verginità; e ci ha detto altresì che Ella lo avrebbe anche partorito. Sarebbe stato contradditorio ammettere che Ella avesse dovuto perdere nel parto quella verginità che aveva già come stipulata nell’atto di concepire. Il parto e la concezione hanno d’altronde una stretta relazione che rende quello il prezzo doloroso di questa, e di cui per conseguenza Maria era libera. Finalmente, nel racconto dell’annunziazione non è detto solamente: Maria concepirà; ma ancora che: Ella sarà gravida e partorirà un Figliuolo conforme alla profezia: Una Vergine concepirà e partorirà, ed è lo stesso Vangelo che le fa l’applicazione di questa profezia – Matt. I, 23 -. Diciamo dunque colla Chiesa, esprimendo la fede universale dei Cristiani: Virgo prius ac posterius; e, in questo prodigio del parto verginale di Maria, onoriamo la continuazione delle sue grandezze. – Il Vangelo dice che ella partorì il suo Figliuolo primogenito. Noi abbiamo già perentoriamente confuso la stolta obbiezione che trae da questa denominazione di primogenito la conseguenza che Maria avrebbe messo al mondo altri figliuoli dopo Gesù. Ma quanto questa espressione ripugna a questa conseguenza nel senso carnale, altrettanto essa vi si presta nel senso spirituale. « Dio, difatti, ci dice san Paolo, ci ha predestinati ad essere conformi all’immagine del Figlio suo, affinché egli sia il primogenito tra molti fratelli 5(Rom. VIII, 29); ed è perciò che Egli ha partecipato della nostra carne e del nostro sangue, dovendo essere totalmente simile ai fratelli, affinché divenisse Pontefice misericordioso e fedele presso Dio ». Perciò Maria ha realmente partorito un Figliuolo primogenito, primogenito di tutti i Cristiani, dei quali perciò Ella è veramente la Madre. V’ha di più: siccome, partecipando alla nostra natura, il Figliuolo di Dio si è appropriato in lei tutta la creazione della quale noi siamo il sommario, così Egli è diventato per la sua incarnazione, come anche dice san Paolo, il primogenito di tutte le creature, primogenitus omnis creaturæ (Col. I, 15) espressione la cui sublimità non toglie nulla all’esattezza, e che riflette così sulla Vergine Maria lo splendore più universale. Tutte le creature animate e inanimate, celesti e terrestri, rigenerate, pacificate, consacrate dal Figliuolo primogenito di Maria, salutano in Lei la Madre e la Signora dell’universo. E tutto ciò sotto queste semplici espressioni; Ella partorì il Figliuolo suo primogenito! Non ci faccia stupire adunque che così semplici parole racchiudano un senso così profondo, poiché questo piccolo fanciullo che esse ci mostrano, racchiude e nasconde un Dio. – Maria, dice il Vangelo, lo fasciò e lo pose a giacere… Oh annientamento del Figliuolo! Oh grandezza della Madre! La parola vien meno sotto il peso di questo mistero, la cui esposizione così semplice non fa che renderlo più sublime ai nostri occhi. Ecco come il Figliuolo di Dio ha davvero voluto essere d figliuolo dell’uomo! Ecco come, in questo stato di un bambino, egli viene fasciato e adagiato da sua Madre! Oh! quanto conviene il modo affatto comune con cui ci vien detto questo. alla onnipotenza ed al supremo amore che l’hanno reso intelligibile! – E come altresì la semplicità con cui Maria concorre a questo mistero, la solleva alla sua altezza! Massime se pensiamo che, nell’annunziazione e nella visitazione, ella ne ha ricevuto e manifestata così meravigliosamente l’intelligenza! « Ella ravvivava coi suoi  occhi, dice soavemente sant’Amedeo, ella rimuoveva colle sue mani il Verbo di vita; Ella scaldava col suo fiato colui che scalda e ispira ogni cosa; ella portava colui che porta l’universo; allattava un Figliuolo che versava Egli medesimo il latte nelle sue mammelle, e che alimenta tutte le creature coi suoi doni. Al suo collo pendeva la sapienza eterna del Padre; alle sue spalle si appoggiava Colui che muove tutti gli esseri colla sua virtù; nelle sue braccia e sul suo seno riposava Colui che è il riposo eterno delle anime sante » (Homilia IV, De partu Virginis). Queste antitesi non hanno nulla che non sia esatto. Esse sono la verità medesima di nostra fede, che ci offre nell’incarnazione del Verbo, Dio fatto uomo, perché l’uomo sia fatto Dio: doppia antitesi che compone coi suoi due sensi tutta la tesi del Cristianesimo. – Le grandezze di Maria in questo mistero si compongono altresì degli abbassamenti di Gesù. Ciò che ella ne riceve, è nella proporzione di ciò che vi reca. Tutto ciò che Ella dà al Figliuolo dell’uomo, è a lei reso dal Figliuolo di Dio. Ella lo riveste di fasce, ed Egli riveste lei di grazia e di lume; Ella della sua maternità, ed Egli della sua divinità, et vestis illam et vestiris ab illo. – Lo pose a giacere in una mangiatoia, perché non eravi luogo per essi nell’albergo. Parrebbe che il caso e la necessitàfossero quelli che ridussero Maria a partorire Gesùin una stalla e ad adagiarlo in una mangiatoia. Ma, inrealtà, è la scelta, e la scelta dell’amor materno, dellasapienza infinita, dell’onnipotenza. Quegli che ha posto ilsuo padiglione nel sole, come dice il reale profeta, potevasenza dubbio farsi allestire un posto nell’osteria d’unpiccolo borgo: Egli poteva nascere nel palazzo di Erode o di Cesare, e farsi adorare dal senato nel Campidoglio, perché tutta la terra è sua. Ma che avrebbe fatto, in ciò,di più e di meglio dei potenti del mondo che veniva ad umiliare? Quale alleviamento avrebbe recato all’umanità. povera e miserabile, che voleva liberare e consolare? Era cosa degna di Colui che non ha da ricevere nulla e che veniva a recare ogni cosa, scegliere ciò che v’ha di più povero per arricchirlo, ciò che v’ha di più umile.per innalzarlo, ciò che non è, per farne ciò che è; e il manifestare tanto la sua ricchezza e la sua potenza, quanto la sua misericordia e il suo amore. Era cosa degna dell’eterna sapienza lo smascherare i falsi beni ripudiandoli, e additare i veri beni sposandoli. Era cosa degna del riparatore della natura umana precipitata nell’orgoglio e nella concupiscenza, il raddrizzarla, mettendo il contrappeso e l’allettativo della sua divinità dal lato della povertà e del patimento: sì, era cosa degna del Dio buono, onnipotente, infinitamente sapiente, il nascere in una stalla e il morire sopra una croce. Ah! sequesta vile stalla, se questa spaventevole croce fossero rimaste ciò che furono quando Egli ne ha sposata l’ignominia, io tacerei. Ma quando io vedo tutta la terra stupefatta abbandonare in breve tutti i suoi idoli d’orgoglio e di voluttà, per venire ad adorare la stalla ela croce; quando io vedo trasformata la stalla in una cattedrale, come Nostra Signora di Chartres e di Parigi; e vedo la croce mutata in segno di gloria ed in istrumento di consolazione; quando io le vedo diventate ambedue una sorgente di dolcezza e di forza, una scuola di sapienza e di santità, un centro di lumi e d’incivilimento,di cui venti secoli di esperienza e di progresso non hanno fatto che tentare la pienezza; quando finalmente questa gran meraviglia è raddoppiata ai miei occhi da quella della sua spedizione, e, se cosi oso dire,del suo pegno; allora, oppresso sotto tante prove della onnipotenza, della sapienza infinita e della bontà suprema, io mi arrendo e credo.Noi non abbiamo potuto contenere queste riflessioni, tanto naturalmente sgorgano, per così dire, dal testo del Vangelo. Tuttavia questo testo le copre di una tale semplicità, che ci domandiamo, lasciata da parte l’ispirazione,se lo scrittore sacro ne abbia avuto coscienza, e per non dubitarne, ci è necessario ricordare che, discepolo fedele di san Paolo, san Luca aveva da lui imparato la sublime sapienza degli annientamenti del Verbo. Egli stesso, riferendoci nella continuazione del suo Vangelo i divini oracoli del Salvatore, ci ha fatto udire questo che esce dalla mangiatoia: « Le volpi hanno le loro tane, e gli uccelli dell’aria i loro nidi; ma il Figliuolo dell’uomo non ha dove posare d capo » (Luc. IX, 58).San Teodoto d’Ancira, parlando alla presenza del gran Concilio di Efeso, raccolto nella bella basilica che quella città, già tanto pagana, aveva elevato alla Madre di Dio, diceva intorno a questo argomento, con quell’eloquenza greca i cui modi ingegnosi e abbondanti avevano trovato nel Cristianesimo un oggetto degno della loro ispirazione:« Il Signore, che non ha dove albergare, è posto in una mangiatoia, e questa povertà della sua culla diventa un segno meraviglioso di profezia. Egli è posto difatti in una mangiatoia come per indicare che veniva ad essere il pascolo di quei medesimi che sono come animali privi di ragione; poiché il Verbo di Dio, in tale stato, ha attirato a sé i ricchi e i poveri, i geni eloquenti e quelli a cui non arriva la parola. Questa mangiatoia è diventata la madre della santa Mensa. Egli è posto in. quella, per essere mangiato su questa, come nutrimento dei fedeli. E come la mangiatoia ha indicato questa Mensa venerabile, così questa Vergine germinò i cori delle vergini, la vile stalla di Betlemme ha eretto superbe basiliche, e le fasce che ravvolgevano il Bambino-Dio hanno sciolto i peccati del mondo. Tutte le insegne della sua miseria sono diventate le meraviglie che voi ammirate, e questa miseria medesima ha generato tutti questi tesori… Ciò posto, come mai ci può offendere un’abbiezione di poca durata, che ha dotato per sempre. l’universo di tante ricchezze? Perché gridare contro questa povertà senza tener conto di tutti i benefizi che essa ha meritato al mondo? Perché chiamare indegna di Dio una soggezione che ci ha affrancati dall’infernale tirannia? Ho, non chiamate indegna di Dio una povertà da cui è stato immiserito lo spirito di menzogna, ricco di tanti errori; cessate di vergognarvi di una croce che ha abbattuto gli idoli; non dispregiate più quei chiodi che hanno legata la pietà del mondo all’unica e santa Religione del Cristo » (Labbe, Concil. tom. III, p. 104). Ammirando questa splendida eloquenza che, uscita dalla semplicità del Vangelo, è una testimonianza di più della divinità di esso, taluno dirà forse che l’umile Maria a Betlemme era lungi dal presentirne gli accenti giacché, avendo messo al mondo il Salvatore, Ella non dà segno d’alcun rapimento, né d’alcuna estasi e non dice nulla che l’evangelista abbia creduto degno di riferirci. – Ma il Magnificat risponde a questo falso pensiero. Tutta l’eloquenza cristiana non ha potuto che commentare questo canto di Maria, che ha conservato sopra i più eloquenti discorsi la superiorità di essere stato proferito prima dell’avvenimento, e di esserne la luminosa profezia. Che, dopo di ciò, Maria taccia ai piedi di Gesù nascente, ella non ne è che più eloquente, e guai a chi non lo comprendesse! Ella tace, perché adegua così l’altezza del mistero, la cui sublimità non la trasporta più, e perché Ella vi piglia tal parte da esservi come identificata; Ella tace perché adora, perché ama, perché ascolta questo meraviglioso silenzio della parola eterna che si fa udire al suo cuore. Ah! se l’altra Maria aveva scelto la migliore parte, tenendosi silenziosa ai piedi di Gesù ed ascoltando la sua parola, come mai Maria, Madre di Gesù, avrebbe parlato, quando Gesù tace al di fuori e parla al di dentro, doppiamente degno di essere ascoltato e nel suo silenzio e nella sua parola? Finalmente Maria non doveva più parlare dacché aveva dato alla luce la Parola, il Verbo: o meglio Ella parlava come parlerà sempre questa Parola, questo Verbo che Ella ha messo al mondo. Ecco il senso del silenzio di Maria appiè del Bambino- Dio, e non v’ha che un racconto eminentemente vero e divino, che abbia potuto rispettarlo e lasciare a noi la cura di comprenderlo.

II.

Applichiamo ora la nostra attenzione al mistero dell’adorazione dei pastori.

« Ed eranvi nella stessa regione dei pastori che vegliavano e facevan di notte la ronda attorno al loro gregge. Quand’ecco sopraggiunse vicino ad essi l’Angelo del Signore, e uno splendore divino li abbagliò e furono presi da gran timore. E l’Angelo disse loro: non temete; poiché eccomi a recare a voi la nuova di una grande allegrezza che avrà tutto il popolo; perché vi è nato oggi un Salvatore, che è il Cristo Signore, nella città di David. Ed eccovene il segnale: troverete un bambino avvolto in fasce, giacente in una mangiatoia » (Luc. II, 8-12). – Fino ad ora tutto ciò che è avvenuto nella nascita del Salvatore ci ha fatto vedere in lui l’uomo e il Figliuolo dell’uomo. Un viaggio di Maria e di Giuseppe, da Nazaret a Betlemme, per obbedire ad un editto di fare i ruoli della popolazione; il tempo del parto di Maria, che in quella borgata giunge al suo termine; l’osteria piena, che non permette loro di trovarvi alcun posto; la necessità che riduce Gesù a non avere altro rifugio che una stalla, ed altra culla che una mangiatoia; ecco, certamente, l’uomo in ciò che v’ha di più miserabile, vale a dire di più umano. Maria soprattutto, che mette al mondo questo fanciullo, che lo avvolge in fasce e lo adagia, attesta con tutte queste cure che Colui che le reclama è uno di noi. Tuttavia, questo fanciullo non è solamente uomo; egli è Dio, e tanto Dio quanto è uomo. Ora, in tanta miseria, che cosa ci proverà la sua divinità? Un omaggio che i Cesari, nella loro folle potenza, avrebbero invano domandato alle basse adulazioni dell’universo: l’omaggio del cielo, il grido di un Angelo. E che più evidentemente di questo ci dichiara che la stalla di Betlemme era una scelta di Colui che era in quella guisa proclamato? Egli stesso circa trent’anni dopo, andando ad una morte così ignominiosa com’era stata la sua nascita, dirà ai suoi discepoli che vorranno liberarnelo: « Pensate voi forse che io non possa pregare il Padre mio, e mi porrebbe dinanzi adesso dodici legioni di Angeli? » L’onnipotenza divina era così contenuta sotto la debolezza del Fanciullo-Dio; e l’apparizione dell’Angelo ai pastori, avvolti nella luce divina, non ne era che un semplice raggio. – Ma perché mai i pastori, nomini semplici e rustici, sono i primi favoriti di questa celeste convocazione? Sempre in virtù della medesima economia. Lo stesso Angelo poteva avvolgere il mondo intero nello splendore di Dio. come avea fatto con quei semplici pastori, e il mondo intero sarebbe stato in un attimo ai piedi di Gesù Cristo. Ma Dio, che avea fatto l’uomo libero, voleva che andasse a lui liberamente; aiutato certamente e attirato, ma non forzato; e a tale effetto, attirato da mezzi ed agenti, la cui debolezza apparente nascondesse col suo uso e manifestasse coi suoi effetti l’onnipotenza che li metteva in opera. Per questo, osserva Grozio, come più tardi saranno alcuni pescatori, così sono ora alcuni pastori gli eletti a rendere testimonianza al Cristo: gli uomini più innocenti: Ut piscatores postea, ita nunc pastores Christo testimonium præbere eliguntur, innocens imprimis hominum genus. Inoltre Gesù Cristo non fa in ciò che seguire il suo primo disegno, il suo primo pensiero. Poiché egli si manifesta a quelli cui sono state fatte le promesse: a pastori, simili ad Abramo ed a Giacobbe; a pastori che figuravano, collo stato e colle cure loro, la sua missione verso le pecore d’Israele, il suo ministero di pastore, la sua carità per gli agnelli affidati alla sua guardia; finalmente a uomini piccoli e spregevoli, secondo il secolo, come quelli ai quali e pei quali il Vangelo doveva essere predicato con buon frutto; mentre tutto ciò che è grande in Israele o per l’autorità, o per il sapere, o per le ricchezze ignora quello che è a loro scoperto; seguitando così Dio in questa rivelazione ai pastori ciò che aveva cominciato nei patriarchi e ciò che doveva compiere per mezzo degli apostoli. È dunque sempre il medesimo disegno ammirabile sostenuto in tutto il suo corso: Sic Dei opera et respectus inambulant in abyssis, hominum tum opera, tum respectus in sola altitudine. – Ed oh come la parola dell’Angelo è sublimemente conforme a questa economia! « Oggi, dice egli ai pastori,nella città di David è nato a voi un Salvatore,che è il Cristo Signore; ed eccovene il segnale: Troverete un bambino avvolto in fasce, giacente in una mangiatoia ».Quale opposizione! Oh, come la semplicità del linguaggio sotto cui essa scompare, la rende divina! Bisogna essere ben pratico dei misteri e delle grandezze di Dio,per parlar così del più grande di tutti, dell’Incarnazione del Verbo, senza riflessioni, senza preparazione,senza alcun ornamento dell’eloquenza umana. Bisogna ben conoscere la maestà di Colui che si è reso bambino e che è in una mangiatoia, per unire al tempo stesso queste due estremità opposte, senza darsi cura di conciliarle,e accennare come una distinzione degna di Colui che è il Signore per eccellenza, le fasce di cui è avvolto e la mangiatoia ove giace! Da ben diciannove secoli noi siamo soliti a venire sull’esempio dei pastori a questa mangiatoia che il Signore ha elevata al di sopra di tutti i troni, nell’abbassarvisi; e il prodigio di questa grandezza, a cui Egli l’ha portata, ci nasconde il prodigio di questa umiliazione, in cui Egli l’ha presa; ma oh come una tale notizia, nel momento in cui l’angelo l’annunziò ai pastori, ed anche il Vangelo l’ha proposta alla fede del mondo, come era contro e al di sopra d’ogni invenzione umana e manifestamente divina così nel suo annunzio, come nel suo avvenimento!Questi sono di quei tratti di divinità che il Vangelo getta infallibilmente nelle anime, e che vi portano la condanna e la morte, quando non vi portano la fede e la vita.« E subito si unì coll’Angelo una schiera della celeste milizia che lodava Dio, dicendo: Gloria a Dio nelpiù alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà (Luc. II, 13-14).È pur cosa commovente il vedere, così, la famiglia superiore di Dio rallegrarsi della felicità della famiglia inferiore, perché è nato a noi un Salvatore, conforme al senso letterale della profezia. Il profeta ci aveva già mostrato questi medesimi Angeli, « i nunzi di pace, che piangevano amaramente »sulla miseria degli uomini e sulla loro discordia colla bontà celeste: Angeli pacis amare flebant; ed ora ci cantano questa pace discesa sulla terra in colui che il profeta chiama con questo nome: et erit iste Pax.Ma essi non cantano solamente la pace agli uomini sulla terra; cantano altresì gloria a Dio nel più alto dei cieli, vale a dire, in due parole, tutto il disegno divino,che abbraccia il cielo e la terra, gli angeli e gli uomini, Dio e tutta la creazione in questo meraviglioso Fanciullo, su cui questo canto si fa udire. Verità sublimi,che tutta la terra ignorava, e che solo gli Angeli potevano annunziare agli uomini. Chi sapeva in quel primo momento che, prima che Gesù Cristo, pigliandola nostra carne, si fosse reso l’adoratore di suo Padre,Dio non aveva potuto ricevere una gloria degna di lui?Chi poi conosceva il divorzio e l’inimicizia che v’era fra il cielo e la terra, prima che il Figliuolo di Dio fosse disceso dal cielo in terra, per esserne il legame e la pace? Queste grandi cose, sconosciute adora e nascoste nell’oscurità dei profeti, comprendono tutto, e sono esse medesime comprese in due parole così chiare e così semplici, che bisogna essere un Angelo per averle dette, e ben poco tocchi del meraviglioso, per non sentirle. Illuminati, certo, al di dentro, da quello splendore divino che li abbagliò al di fuori, « i pastori andarono con prestezza a Betlemme. E trovarono Maria e Giuseppe, e il Bambino giacente nella mangiatoia; e vedutolo intesero quanto loro era stato detto di quel Bambino. E tutti quelli che ne sentirono parlare, restarono meravigliati delle cose che erano state riferite loro dai pastori. Maria però di tutte queste cose faceva tesoro, paragonando in cuor suo ».Non cessiamo d’ammirare la buona fede del divino racconto. Alcuni angeli sono apparsi ad alcuni pastori nei campi, per annunziar loro che era nato il Signore,e per invitarli ad adorarlo. Or chi non si aspetterebbe di trovare intorno al medesimo Signore questi medesimi angeli, e, in più gran numero ancora, tutta la corte celeste,a rendere per primi queste adorazioni a cui erano stati invitati i pastori? Come mai colui che non arreca solamente la pace agli uomini, ma altresì la gloria a Dionel più alto dei cieli, non è egli stesso personalmente circondato da alcuna gloria? Come mai inventori che avrebbero fatto tanto nell’immaginare a piacere il meraviglioso dell’apparizione degli angeli, non avrebbero fatto altrettanto riguardo all’oggetto medesimo di questa apparizione?Come mai non è avvolto lo stesso divino Fanciullo? Finalmente, come mai nessuna cosa, assolutamente nessuna cosa soprannaturale viene ad innalzare una bassezza che non aveva per se medesima cosa alcuna che non fosse ributtante e spregevole? No, proprio nulla: solo « Maria e Giuseppe e il Bambino giacente in una mangiatoia »: ecco tutto. Per verità, è questo il modo con cui si inventa? Gli evangelisti sono stati modesti nella esposizione della nostra fede, perché erano sinceri.Essi hanno creduta l’umiliazione della mangiatoia senza arrossirne, e l’apparizione degli angeli, senza aggiungervi altro. Essi hanno lasciato al medesimo Gesù Cristo la cura di onorare la sua mangiatoia colle sue umiliazioni,più che non l’avrebbero onorata con tutte le meraviglie delle loro invenzioni; e con questa fedeltà essi hanno l’atto manifesto quanto v’ha di più meraviglioso: quello non più di alcuni pastori raccolti dagli angeli, ma dell’intero universo convocato dagli apostoli. che adora un semplice bambino nella umiltà di questa culla. In tale stato umiliante, questo divino fanciullo si rivelava certamente sin dal principio alle anime semplici contali atti di grazia, che dovevano rapirle quanto e più di tutte le apparizioni celesti; e il Vangelo ce lo fa conoscere,dicendoci che « vedutolo, i pastori intesero quanto era stato detto loro di quel Bambino », e comunicarono la loro meraviglia a quelli ai quali lo riferirono. Ma quanta ingenuità e grandezza non è anche qui negli evangelisti, nell’averci semplicemente narrato questo mistero di grazia senza svelarlo. Oh! come una tale riservatezza è santa e convincente! Misurando sopra di essa ciò che è detto della santa Vergine, noi troveremo di che istruirci sulla parte gloriosa che essa ha in questo mistero dell’adorazione dei pastori.Questa parte è doppia: quella che Maria vi arreca, e quella che essa vi prende. La prima risulta da queste parole: « Essi trovarono Maria e il Bambino »; la seconda da queste: « Maria però di tutte queste cose faceva tesoro,paragonandole in cuor suo ».Prima che Gesù Cristo entrasse nella sua vita attiva,osserva san Bernardo, tre apparizioni principati erano avvenute di lui: la prima fra le braccia di sua Madre, come figliuolo dell’uomo; la seconda, quando al battesimo di Giovanni, una voce dal cielo lo proclamò Figlio di Dio; e la terza, alle nozze di Cana, quando col primo miracolo che vi fece, si annunziò egli stesso come vero Dio con ogni potestà sulla natura.Ora, nella prima di queste apparizioni, Gesù trae da Maria la sua principale testimonianza.Noi abbiamo già sviluppata questa verità in se medesima. Qui dobbiamo bruttarci a far notare la giustificazione che essa riceve da tutti i racconti del Vangelo che ritardano la prima parte della vita del Salvatore. Ingenerale, non si fa cominciare questa vita divina che dal suo apostolato pubblico, restringendosi, così, nei suoi tre anni, quasi che vi potesse essere in una tal vita un solo momento il quale fosse meno fecondo d’insegnamento! Gesù Cristo ha voluto predicarci col suo silenzio da sua oscurità quanto e anche più che coi suoi miracoli e colle sue meraviglie; e perché noi non ne potessimo dubitare, ha voluto raccogliere la nostra attenzione su questa prima parte della sua vita con misteriche lo manifestano tanto più, in quanto che egli vi èpassivo.Tale, secondo il mistero della sua natività, è quello delle prime adorazioni che egli riceve alla culla, nello stato più acconcio a testimoniare che Egli è figliuolo dell’uomo.Noi dobbiamo attribuire a questi misteri una importanza tanto maggiore, in quanto che noi vediamo GesùCristo, per tutto il resto della sua vita, fin nelle manifestazioni più luminose della sua divinità, ed anche nella gloria celeste, conservare fra tutte quelle qualificazioni chele sue grandezze gli permettono, questa qualificazione di Figliolo dell’uomo, da lui contratta nel seno di Maria, è manifestata nelle braccia di lei. Per questo egli ha voluto ricevere le prime adorazione del genere umano in questo stato di figliuolo, di bambino di una madre umana; ha voluto mostrarsi fatto di donna come dice san Paolo; per questo egli allontana dalla mangiatoia, ove giace, tutto ciò che potrebbe dar troppo a vedere che egli sia Dio; e vi pone Maria e Giuseppe colli e due testimoni della sua umanità, ma soprattutto Maria.Così Maria ci appare come l’ostensorio di Gesù ai pastori, e per essi a tutti gli adoratori che verranno poscia; perché i misteri di Gesù Cristo sono perpetui,e noi troviamo sempre Gesù con Maria.Tale è la parte che Maria presta a questo mistero.La parte che essa vi prende non è meno grande e ce ne dà un’alta idea questo racconto così sobrio e così succinto della adorazione dei pastori, dove si consacra a Maria la sola riflessione che vi si fa su ciò che avveniva nell’interno dei cuori; tanto più che questa riflessione non si presentava da se medesima nel corso del racconto e bisognò deviarne come per una intenzione espressa. I pastori vengono ad adorare il Bambino-Dio; essi lo trovano con Maria e Giuseppe, riconoscono ciò che loro era stato detto di lui, e se ne ritornano meravigliati; ecco, a quel che pare, tutto il mistero. Ma no. L’evangelista mira a farci conoscere che un cuore fra tutti i cuori è stato penetrato di tutte queste cose divine, le ha conservate e pesate in tutto il loro valore. Maria di tutte queste cose faceva tesoro, paragonandole in cuor suo. Vale a dire, che Maria, e Maria sola fra tutti gli astanti, si levava a tutta l’altezza di questi misteri per la sua fedeltà fino a non perderne nulla, e per la sua applicazione a meditarli, a nutrirsene, a paragonarne tutti gli insegnamenti gli uni con gli altri, a far tesoro dei lumi e delle grazie nel suo cuore. Ecco ciò che vogliono significare queste parole così semplici e così comuni, ma che contengono l’elogio della più eminente virtù. Esse ci aprono questo gran cuore, questo santo cuore di Maria, e ce ne danno la più vasta idea, facendoci conoscere che, avendo essa ricevuto lumi e grazie con una pienezza singolare, le ha conservate tutte, conservabat omnia, e non solamente conservate, ma coltivate, fecondate, cresciute coll’interno lavoro della sua fedeltà e recate alla più sublime perfezione. – Non ci si venga dunque più a domandare ciò che abbia fatto la santissima Vergine: le parole esposte ce l’insegnano più esattamente di tutte le storie che ci siano date delle azioni degli altri Santi. Non era necessario che si narrassero i particolari anche di quelle della santissima Vergine. La sua vita fu tutta uguale e tutta uniforme. Ella non fece che una sola cosa; ma la grande e mica cosa: Ella ha conservato le azioni e le parole della capienza eterna nel suo cuore. Questo tratto termina degnamente il mistero dell’adorazione dei pastori, nel Vangelo; esso ne è come la morale, e sembra altresì dirci, come altrove l’abbiamo giuro, che, conservando così tutte queste cose nel suo cuore per se medesima, Maria le conservava per noi, per la Chiesa, e pel mondo, come la degna depositaria di questi misteri, di cui essa doveva essere poi il testimonio.

III.

Finalmente, d terzo mistero dell’adorazione dei Magi, viene a compiere, insieme con quedo dei pastori, il gran mistero della nascita del Figliuolo di Dio. L’insegnamento che esso ci dà, pare giovi doppiamente con quello che abbiamo teste ricevuto. Si tratta ancora di Gesù Bambino, adorato nelle braccia di Maria. Ma questa rappresentazione del medesimo mistero, fatta da un evangelista diverso da quello che ci ha fatto il racconto dei pastori, è una prova manifesta dell’importanza che Dio ha voluto che noi vi attribuissimo. Si direbbe che Gesù Cristo non sapesse troppo, a suo piacere, mostrarsi bambino fra le braccia di sua Madre. Egli vuol far vedere tutta la sua debolezza in tale stato, ed e su questo trono che vuol far adorare tutta la sua grandezza. Non vi fu tempo della sua vita, in cui egli apparisse cotanto uomo e fosse cotanto riconosciuto Dio. E siccome vuol trarre da Maria la più sensibile testimonianza della sua debolezza umana, così sopra Maria riflette il più vivo splendore della sua divinità. – Perché non bastava l’adorazione dei pastori; ci voleva ancora l’adorazione dei re. Non bastava l’adorazione Dei Giudei; ci voleva l’adorazione dei gentili, Non bastava la natura angelica: ci voleva altresì la natura fisica per divulgare questo grande insegnamento. E quanti altri particolari insegnamenti vi si trovano contenuti! Noi trascuriamo di manifestarli, perché, quantunque nello stadio di questo mistero ci siamo proposti specialmente la gloria di Maria, pure tutto ciò che concorre a farcelo conoscere, giova alla parte che ella vi prende. – Senza voler scemare il prodigio celeste che trasse i Magi dall’Oriente a Betlemme, bisogna ricordare questa circostanza storica, in mezzo alla quale esso si è prodotto, e che ne era come la preparazione: cioè che « era una opinione inveterata e accreditata in tutto l’Oriente, fondata sopra antichi oracoli, che dalla Giudea doveva in quel tempo uscire una Potenza rigeneratrice dell’universo ». Tacito, Svetonio e Giuseppe riferiscono questa voce in termini talmente identici, che si vede chiaro che essi non fanno altro che ripeterla. Cicerone e Virgilio, il primo nel trattato della Divinazione, il secondo nella sua quarta Egloga, attestano anch’essi che quella era la grande preoccupazione del loro tempo. Vespasiano ed Erode cercarono di trarla a profitto della loro ambizione. Tutta finalmente la Giudea, donde era aspettato questo grande avvenimento, ne aveva fatto talmente la sua idea fissa, che, come vediamo nella storia di Giuseppe e nel Vangelo, non si trattava già di sapere se il Messia dovesse venire, ma chi fosse il Messia fra tutti i pretendenti a questo gran destino. « Se alcuno vi dirà: Ecco qui, o ecco là il Cristo, non date retta; poiché usciranno fuori falsi Cristi, e faranno miracoli e prodigi tali, da ingannare (se fosse possibile) gli stessi eletti » (Matt. XXIV, 23). Tale era lo stato degli animi nella Giudea e nell’Oriente, e questa è una delle prove più considerevoli della nostra fede. – Aggiungiamo che, fra gli antichi oracoli donde traeva b sua sorgente questa grande testimonianza profetica nella venuta del nostro Dio, Giuseppe cita quello che si legge nel libro dei Numeri: « Da Giacobbe nascerà una stella, e spunterà da Israele una verga »; e quest’oracolo è quello che fece la fortuna del falso messia Barikeba il cui nome significa figlio della stella. « Essendo adunque nato Gesù in Betlemme di Giuda, regnando il re Erode, ecco che i Magi arrivarono dall’Oriente a Gerusalemme, dicendo: Dov’è nato il re dei Giudei? Poiché abbiamo veduto la sua stella in Oriente, siamo venuti ad adorarlo ». E si crede generalmente che questi Magi venissero dall’Arabia, come indica la natura dei loro doni. Erano costoro personaggi ragguardevoli, della stirpe degli emiri, in cui si accoppiava il triplice carattere della scienza, della religione e della sovranità. Essi professavano il sabeismo o il culto degli astri, e rappresentavano così, in una delle sue fasi, ed anche nella sua fase originale, l’errore universale in cui erano immersi i gentili. Ed è manifesto che la Provvidenza, attirandoli appiè della culla di Gesù Cristo, ha voluto fare di essi come i deputati dell’avvenire, come le primizie della conversione del mondo pagano al Cristianesimo. Questo disegno è reso più manifesto quando si mette accanto all’adorazione dei pastori. Questi rappresentavano i Giudei. E come la fede del Messia doveva riunire i due popoli, il giudaico ed il gentile, così la sua culla ne riceve le adorazioni; solo che il giudeo è il figlio della prima alleanza, di cui il gentile ha fuggito il giogo; e per questo i pastori sono chiamati da luoghi assai prossimi e dalle vicinanze di Betlemme, come i domestici della fede; e i Magi sono chiamati assai da lontano e dal fondo dell’Arabia, come immersi nelle tenebre dell’infedeltà. Per la medesima ragione, i giudei, accostumati ad un santo commercio con Dio ed alle apparizioni degli spiriti celesti, sono avvertiti dagli angeli, come da loro fratelli ed eguali. Ma i gentili non danno che lo spettacolo della natura, la luce esteriore del sole e delle stelle: essi ne hanno fatto i loro Dei; ed è perciò che la Provvidenza si serve di questo soggetto del loro traviamento, per farne lo strumento della loro conversione. È una stella quella che li attrae e li guida a Betlemme; ma una stella miracolosa, una stella intelligente, o piuttosto una intelligenza stellata. Questo è ciò che essi medesimi fanno comprendere, quando dicono: Noi abbiamo veduto la sua stella: la stella di Gesù, cotesta meravigliosa stella, la quale non faceva che spuntare e scintillare, apparendo e scomparendo agli occhi dei Magi, ma che poscia, ingrandendo, diventò quel luminoso e permanente sole della fede cristiana, che illumina tutte le nazioni. C’è ogni ragione di credere che questa stella, oltre l’allettativa interiore che Gesù esercitava sul cuore dei Magi, trovava un concorso potente in quella preoccupazione generale che faceva rivolgere allora tutti gli occhi dell’Oriente e dell’Occidente verso la Giudea, come verso il punto dell’adempimento dell’antica profezia: Da Giacobbe nascerà una stella, da Giacobbe verrà il Dominatore (Num. XXIV, 17, 18). – Il che è ciò che si manifesta nel seguito del divino racconto: « Sentite il re Erode tali cose, si turbò, e con lui tutta Gerusalemme. E adunati tutti i principi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, domandò loro dove avesse a nascere il Cristo. Essi gli risposero in Betlemme di Giuda. Poiché così è stato scritto dal profeta: E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei la più piccola tra le principali di Giuda; poiché da te uscirà il condottiero che reggerà Israele, d mio popolo. Allora Erode, chiamati segretamente a se i Magi, s’informò da loro in qual tempo fosse loro comparsa la stella. E mandandoli a Betlemme, disse: Andate e fate diligente ricerca di questo Fanciullo; e quando l’abbiate trovato, fatemelo sapere, affinché ancor io vada ad adorarlo ». Questo non è un racconto: è l’azione medesima che avviene sotto i nostri occhi; ed un’azione talmente pubblica e storica, che l’evangelista, riferendola in seno al paese e nella sua lingua, n’è evidentemente il sincero e fedele narratore. Il turbamento di Erode e di Gerusalemme insieme con lui, alla venuta ed alla domanda dei Magi, è affatto conforme alla preoccupazione generale degli animi intorno alla venuta del Messia, di cui l’evangelista non ci parla, ma che essendoci attestata da tutta la storia profana, ne conferma maggiormente il racconto. Erode, in particolare, che era uno dei più ambiziosi competitori della regia dignità del Messia, e che giunse a raccogliere ed a formare, come tanti altri, una setta di fanatici sotto il nome di erodiani, dovette soprattutto esserne turbato; e Gerusalemme, il cui destino politico e religioso era attaccato a questo grande avvenimento, dovette esserne turbata con lui. Perciò si congregarono i Consigli pubblici: l’uno dei principi dei sacerdoti, che era come, un senato ecclesiastico; l’altro degli scribi del popolo, che era fuor d’ogni dubbio una magistratura civile. La risposta che essi danno è chiara e pronta. Tutti avrebbero fatto una eguale risposta, tanto essa era chiaramente dettata da ben tre secoli dal profeta Michea. Questa profezia del luogo preciso, quantunque oscuro, in cui doveva nascere d Dominatore, che tutta la terra aspettava e tutta la terra adora, è una delle mille prove abbaglianti della verità di nostra fede, che fanno dell’incredulità un mistero più grande di quelli che essa nega di credere. – Ma ciò che noi dobbiamo considerare è la sorte di questa incredulità negli Ebrei, è il disegno di Dio quale era stato annunziato e che si è adempiuto in questo popolo infedele; disegno che appare dalla stessa circostanza che noi studiamo. Il giudeo, come dice san Paolo, è un ceppo primitivo della nostra fede, l’olivo domestico. Il gentile è l’olivo selvatico che deve essere innestato sull’olivo domestico, deve esservi inserito come un rampollo selvatico, e riceverne l’umore e la fecondità divina. Per questa ragione, bisogna che i Magi vengano a Gerusalemme, che interroghino i Giudei, che ricevano da essi le profezie e le sante Scritture; che la perfezione della rivelazione particolare che hanno ricevuto, venga da Israele, e che sia giudicata degna, infattibile, per la sua conformità colle profezie; per questo la stella miracolosa che li aveva menati da così lontano, non li dispensa da quel ricorso, si dilegua per obbligarveli, e non ricompare che dopo che essi ne hanno ricevuto il titolo in certo qual modo della loro destinazione. – Ma nei disegni di Dio, i gentili approfitteranno delle Scritture meglio che i Giudei. Ciechi archivisti del Cristianesimo, questi le daranno a quelli, senza averle alterate. Essi vi lasceranno tutto ciò che riguarda il Messia, conserveranno religiosamente le predizioni della nascita e della morte di Lui, ma non ne faranno alcuna applicazione a Gesù Cristo; i gentili non vi vedranno che lui, ma i Giudei vi vedranno tutt’altra cosa. Bisogna perciò che gli Ebrei rispondano bene sul Messia in generale, ma che non traggano alcuna conseguenza a favore di Gesù Cristo dalla loro propria risposta; e bisogna per lo contrario che i Magi determinino la risposta generale dei Giudei alla persona di Gesù Cristo, e approfittino essi soli delle Scritture che i Giudei consultano per essi. Che disegno segreto e ben connesso racchiudono questi misteri del Vangelo, il cui racconto superficiale ci occupa così poco! Così, le opere della natura nascondono un’arte profonda sotto una facile apparenza. – « Quelli, udite le parole del re, si partirono. Ed ecco che la stella veduta da loro in Oriente andava loro davanti fintantoché, arrivata sul luogo in cui stava il Bambino, si fermò. E veduta la stella, si riempirono di stragrande allegrezza; ed entrati nella casa, trovarono il Bambino con Maria sua Madre, e prostratisi lo adorarono e aperti i loro tesori, gd offrirono i doni: oro, incenso e mirra ». – Bastò dire ai pastori una parola del Messia, e subito essi la compresero, si posero in viaggio per adorarlo, senza alcun bisogno di guida. La semplicità della loro anima e la familiarità delle cose di Dio, lo fanno ad così facilmente trovare. Ma tutto è nuovo pei Magi. Essi hanno bisogno di una guida in quel nuovo e sconosciuto cammino: essi sono oltremodo turbati appena si dilegua dai loro occhi la stella, ed esultano di gioia nel ritrovarla e nel vederla fermarsi al luogo  preciso della loro ricerca. Esatto indizio della difficoltà che hanno i savi del mondo, i re della scienza e dello spirito, i magi della filosofia, di discernere le cose della fede, e della necessità in cui sono di assoggettare i loro lumi naturali, per grandi che siano, al lume soprannaturale dell’insegnamento divino, per quanto piccola cosa loro sembri. Questo è il disegno della rivelazione cristiana che, sin dada culla di Gesù Cristo, ci fa vedere in azione questa verità che uscirà un giorno dalla divina sua bocca: « Io ti ringrazio, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenute occulte queste cose ai saggi e prudenti, e le hai rivelate ai piccolini ». Ammirabile economia, che mette la massima sommissione dal lato ove deve trovarsi il più alto orgoglio, e il più facile accesso dal lato della estrema ignoranza! Fedeli e sottomessi al celeste insegnamento, i Magi entrarono nella casa: trovarono il Bambino con Maria sua Madre, e prostratisi l’adorarono. Che meravigliosa lezione! ecco i Magi che non entrarono nella fede con altri fini, né con altre condizioni che quelle dei pastori. Non è Gesù glorioso, e neppure Gesù dottore che loro è dato di trovare a bella prima; è Gesù Bambino. « Che fate voi o Magi? Esclama S. Bernardo; che fate voi? Voi adorate un bambino poppante, sotto un tetto di paglia, in miserabili fasce? È forse questi un Dio? Dio, sicuramente e nel suo tempio: il Signore è nel cielo, solo dimora degna di lui; e voi, voi lo cercate in una vile stalla, al seno di sua Madre? (Serm. 1 in Epiph.). Come mai questi savi personaggi sono diventati così pazzi…? Eh! si sono fatti pazzi per diventar sapienti. Lo spirito di Dio li ha istruiti anticipatamente di quello che l’Apostolo doveva poscia predicare al mondo, che “se alcuno si tiene per sapiente, secondo questo secolo, diventi stolto, affine di essere sapiente. Poiché quando nella sapienza di Dio il mondo non conobbe Dio per mezzo della sapienza, piacque a Dio di salvare i credenti per mezzo della stoltezza della predicazione”. Colui medesimo che ha condotto i Magi, li ha così istruiti ». – E in essi Egli istruisce anche noi di questa grande verità, che Gesù Bambino è quegli che noi dobbiamo specialmente cercare e adorare, e che per conseguenza noi non lo possiamo trovare che con Maria sua Madre. Come Gesù Bambino non può stare senza sua Madre, così noi non possiamo a meno di adorarlo nelle braccia di Lei, di onorare per conseguenza questa Madre col più alto onore che possa tributarsi dopo quello dell’adorazione; poiché deve approssimarsi a questa nella proporzione dell’unione, della consanguineità e dell’affinità che unisce il Figliuolo a sua Madre, e il Bambino-Dio a sua Madre Vergine. E ciò per un grande e commovente disegno; cioè per testificare il mistero dei misteri, d mistero dell’incarnazione; il mistero di Dio fatto uomo e Figliuolo dell’uomo. – Questo è tutto il Cristianesimo, che è propriamente il culto del Figliuolo dell’uomo e della Madre di Dio. Due culti che si chiamano, che si abbracciano, che si uniscono così strettamente come il Figliuolo e la Madre. Per dare al mondo questo grande insegnamento, Dio ha fatto venire i Magi dall’Oriente ai piedi del Bambino- Dio, come aveva fatto venire i pastori; ed il Vangelo ci ha fatto questo doppio racconto. Per questo Egli ha voluto che il culto incontrastabilmente più fervoroso e più solenne di adorazione, che il Figliuolo di Dio ricevesse mai durante la sua vita mortale, gli fosse offerto in tale stato, e gli fosse tributato assai più dai Magi che dai pastori. – E invero il Vangelo ci fa bensì supporre, ma non ci dice in alcun modo che i pastori abbiano adorato il Bambino-Dio; mentre pei Magi pare che si studi di mostrarceli prostrati nella polvere in ragione medesima della loro sapienza, della loro ricchezza e grandezza, di cui fanno a Gesù la simbolica offerta. Essi dichiarano altamente ad Erode che sono venuti dall’Oriente per adorarlo; e appena furono entrati e videro il Bambino con Maria sua Madre, prostratisi, lo adorarono. E aperti i loro tesori, gli offrirono i doni, oro, incenso e mirra. Oh che fede! che umiltà! che fedeltà! che semplicità! Che esempio per noi dei sentimenti che dobbiamo portare appiè degli altari di Gesù e di Maria! « A chi paragonerò io questi uomini? dice ancora san Bernardo. Se io considero la fede del buon ladrone, la confessione del centurione, essi la vincono d’assai, perché, al tempo di costoro, Gesù aveva già fatto moltissimi miracoli, era stato preconizzato da molte voci, aveva ricevuto molte adorazioni In tutto questo io vi prego di considerare e di notare come la fede, che si dice cieca, è chiaroveggente, come essa ha occhi di lince, tanto che scopre il Figliuolo di Dio in un bambino poppante, in un condannato a morte, in un moribondo ». I Magi scoprivano così in questo Bambino colui che dopo di essi tutta la terra doveva adorare. Ed ora che questa adorazione universale di oltre diciannove secoli, che tutte le meraviglie e tutti i benefizi che la giustificano prodigiosamente, sono venuti a manifestarci il Dio e la Madre di Dio, chi è savio, chi chiaroveggente e veramente illuminato: quelli che non vedono ancora, che non sanno ancora trovare il Bambino colla Madre, oppure quelli che, prostrandosi coi Magi, gli offrono tutti i tesori del loro cuore?