UN’ENCICLICA AL GIORNO TOGLIE GLI USURPANTI APOSTATI DI TORNO: S. S. PIO VII – “VINEAM QUAM PLANTAVIT”

Questa breve lettera Enciclica del Sommo Pontefice Pio VII, rivolta ai Vescovi francesi, propone l’aumento delle diocesi di quella Nazione, dopo le turbolente vicende storiche che ne avevano sconvolto l’ordine sociale ed ecclesiastico. L’aspetto edificante della lettera è la constatazione dell’accordo congiunto sulla questione, dei poteri civile ed ecclesiastico a beneficio della vita sociale e spirituale di quel popolo tradizionalmente fedele alla Chiesa di Cristo ed alla Santa Sede. Questa comunione di intenti fu quella poi, che sostenne una situazione sociale sostanzialmente tranquilla e fu foriera di un grande risveglio spirituale nel clero e nei fedeli cattolici, benché il “nemico”, e per esso le sette di perdizione massoniche, nonché le ideologie moderne anticristiane, non cessassero di operare anche là per la rovina della Cristianità e della Chiesa. È questo l’esempio che dovrebbe animare e restaurare una pace sociale e un benessere spirituale in tutti i popoli oggi schiavi di un potere ateo anticlericale asservito alle lobby kazaro-kabaliste, operanti in favore di una dittatura mondialista generata da un terrorismo di stampo luciferino, di cui è parte attiva la falsa chiesa modernista con gli usurpanti antipapi vicari dell’anticristo imminente. Ma tutto combacia con gli eventi descritti e profetizzati per i nostri tempi e per la Chiesa di Cristo – che attraversa la settima epoca “Chiesa di Laodicea” – nel libro biblico dell’Apocalisse.  

Pio VII
Vineam quam plantavit +

Roma, 12 giugno 1817
Enciclica (*)

(*) Per meglio corrispondere alle esigenze spirituali della popolazione, in accordo con il Re Ludovico il Pontefice propone l’aumento del numero delle Diocesi del Regno di Francia e chiede ai Vescovi e ai Capitoli la massima collaborazione nell’attuazione del progetto.

Ai Venerabili Fratelli Arcivescovi e Vescovi, e ai diletti Figli dei Capitoli, e ai Canonici delle Chiese vacanti del Regno di Francia.
Il Papa Pio VII.

Venerabili Fratelli, diletti Figli, salute e Apostolica Benedizione.

Guardando la vigna che il Signore piantò nel floridissimo regno di Francia dopo tanti e così lunghi periodi di tempi durissimi, Ci siamo resi conto che, sicuramente, nulla potrebbe condurre ad una più redditizia coltivazione quanto il moltiplicare il numero degli operai che in tale vigna lavorano. Lo ha riconosciuto anche il carissimo Nostro Figlio in Cristo Ludovico, il Re cristianissimo, il quale, desiderando sostenere la casa scossa da violente raffiche di vento, Ci manifestò il desiderio che, definiti i nuovi confini delle Diocesi, si aumentasse anzitutto il numero dei Vescovati, ben sapendo come tale provvedimento mirabilmente giovi ad appianare in seguito tutte le difficoltà della Chiesa nel vastissimo Regno.

Non occorre, Venerabili Fratelli, che con un lungo discorso vi si dica con quale gaudio e con quale ardente zelo Ci siamo indotti ad esaudire con la Nostra Apostolica Autorità questi pii voti del devotissimo Re. Non è infatti per la mutevolezza delle cose umane, come diceva Sant’Innocenzo I, che abbiamo pensato d’introdurre tali riforme nella Chiesa; ma Ci rallegriamo che con l’aiuto di Dio ora potremo felicemente compiere ciò che da tempo desideravamo e che non avevamo potuto realizzare per circostanze avverse.

Avendo dunque deciso che oltre le Sedi vescovili e arcivescovili che esistevano prima del 1801 se ne erigano altre in numero maggiore di quelle ora esistenti, si dovrà conseguentemente attuare una nuova divisione delle Diocesi che abbiamo deciso di definire secondo confini che rechino maggior vantaggio al gregge del Signore.

Senza dubbio conoscete, per vostra esperienza, di quanto grande utilità sarà tutto questo per una retta amministrazione delle Diocesi; perciò non dubitiamo che sarete d’accordo con la proposta divisione delle stesse. Lo chiediamo con animo fiducioso a ciascuno di voi con questa Nostra lettera: si tratta del profitto delle anime, Venerabili Fratelli e diletti Figli; per esse nessun onere deve sembrare eccessivo, dal momento che le riscattò con il suo sangue il Nostro Salvatore. Non Vi rincresca dunque assecondare con sollecita risposta questo Nostro impegno e gli ottimi consigli del Re cristianissimo, affinché le questioni che devono essere risolte in modo devoto e benefico non siano turbate da alcun contenzioso, né si presentino ostacoli nell’attuazione di quei propositi che a Noi richiede quello zelo che impieghiamo in conformità della divina istituzione della Chiesa universale.

Frattanto, invocando per voi ogni dono più ampio da Colui che elargisce tutti i beni, con molto affetto Vi impartiamo l’Apostolica Benedizione, come segno della Nostra paterna benevolenza.

Dato a Roma, presso Santa Maria Maggiore, il 12 giugno 1817, anno diciottesimo del Nostro Pontificato