LA VITA INTERIORE (8)

LA VITA SPIRITUALE E LE SUE SORGENTI (8)

Sac. Dott. GIOVANNI NATTISTA CALVI con prefazione di

Mons. Alfredo Cavagna Assistente Ecclesiastico Centr. G. F. di A. C.

Ristampa della 4° edizione – Riveduta.

GLI ESERCIZI DI PIETÀ

GLI ESERCIZI SPIRITUALI

DEFINIZIONE DI $. IGNAZIO.

Poiché vivere la vita d’unione con Dio, o vivere, come si dice, di vita interiore è corrispondere all’amore di Dio, è provvedere alla propria santificazione e alla nostra felice eternità, pensiamo che nessun momento ci possa tanto e così efficacemente aiutare a raggiungere questa vita, quanto il tempo degli Esercizi spirituali. S. Ignazio di Loyola, ideatore di essi e dalla Chiesa dichiarato il loro Patrono, così ne parla: « Io non so trovare né intendere in questa vita più giovevole mezzo per mettere in cuore zelo della propria salute e dell’altrui ». Sono una grazia specialissima che la bontà del Cuore SS. di Gesù concede alle anime… Sono giorni di gioia spirituale intensa, perché in essi noi possiamo ascoltare con maggiore diligenza, con più viva e fertile attenzione la dolce e affascinatrice parola di Gesù, padre, maestro, guida, cibo, vita della nostra vita. – Ascoltiamo ancora la parola dell’ispirato loro autore, S. Ignazio, il quale così li definisce: «Per esercizi s’intende qualunque modo di esaminare la coscienza, di meditare, di contemplare, di orare vocalmente e mentalmente e di altre spirituali operazioni, allo scopo di preparare e disporre l’anima a togliere da sé tutte le affezioni disordinate, e, dopo di averle tolte, a cercare e trovare la divina volontà, circa la disposizione della propria vita e la salute dell’anima » (Exerc., 18 annot.).

LO SCOPO DEGLI ESERCIZI.

Come limpidamente scaturisce da questa definizione, duplice è lo scopo degli esercizi. Il primo fine è negativo, e consiste nell’allontanare e togliere le affezioni disordinate, nel purificare l’anima dai peccati. Per questo sono di necessità evidente la meditazione e l’esame di coscienza. – Il secondo fine è positivo, e consiste nel cercare di conoscere e nell’eseguire la senta volontà di Dio, circa la disposizione della propria vita e la salute dell’anima. Press’a poco si espresse S. Vincenzo de Paoli: « Di tutti i mezzi che Dio presenta agli uomini per riformare i disordini della vita loro, non ve n’è alcuno che abbia prodotto effetti più magnifici, più copiosi, più meravigliosi degli Esercizi spirituali ». S. Francesco di Sales, nel Trattato dell’amore di Dio (XII, 8) ha un pensiero quasi identico e, ad ogni modo, proprio chiarissimo, Ecco: « Dovrebbe fare ciascuno, ogni tanto, un buon ritiro, per stimolarsi con esercizi spirituali alla completa riforma della propria vita, per prendere poi una sentita e ferma risoluzione di vivere interamente per Dio ». – Molto a ragione, perciò, tutti i Fondatori e Superiori di Ordini e Congregazioni religiose, hanno prescritto, fino al mio caro santo Padre don Bosco, gli Esercizi spirituali ogni anno, dai sei ai dieci giorni, per il più sollecito rinnovamento spirituale e per il più facile raggiungimento della perfezione religiosa.

GLI ESERCIZI E LA VITA INTERIORE.

L’anima che cerca di fare bene i giorni de’ santi spirituali esercizi, col raggiungimento del primo fine negativo, cioè l’allontanamento e la cancellazione delle affezioni disordinate, riesce ad avere il regno di Dio in sé… poiché, tolto il peccato e le sue affezioni, regna l’amore. Ricordiamo le parole di Gesù: « Il regno di Dio è dentro di voi. Se alcuno mi ama, sarà amato dal Padre mio, Noi verremo a lui e metteremo in lui la nostra fiducia » (Luca, XVII, 21 – Giov., XIV, 23). Possiamo pensare ad un’unione più intima, più ferma e forte di questa? — Ma, perché Gesù si dona a noi in queste circostanze, con sì grande generosità? Perché Gesù Creatore si degna di vivere con la sua povera e misera creatura? — Per l’amore che ci porta, solo per l’immenso amore che ha per le anime nostre. Rimarrà, adunque, ed abiterà in noi, per santificarci, illuminando, adornando, trasformando la nostra anima in un lembo di Paradiso. Ecco il motivo dell’affermazione di S. Agostino: « Noi siamo un cielo!». – Di più. Rimarrà ed abiterà in noi, Gesù, per renderci felici, saziando l’inestinguibile sete di felicità e di amore delle nostre anime. Sazia la nostra avidità di sapere, di conoscere e perciò di amare Lui solo; come amore unico e vero, colma i desideri e le brame del nostro cuore. Per indurre le anime alla frequenza e alla pratica dei SS. Esercizi spirituali, il S. Padre Pio XI ha emanato la preziosa Enciclica: Mens nostra, nella quale, fra i molti suggerimenti, dichiara che: Negli Esercizi spirituali i doveri, i pericoli, le gioie, i dolori i rapporti dell’anima con Dio, si guardano con sguardo penetrante e ne derivano impulsi al bene di cui è facile apprezzare tutta la preziosità… Giovano molto gli Esercizi spirituali, l’abbandono almeno momentaneo, del mondo, del comune, del solito della vita, per raccogliersi nella solitudine e nel silenzio, per fare attenzione a se stessi, al proprio passato, presente ed avvenire… È durante questo tempo felice che abbonda la parola di Dio, abbonda la preghiera, questo duplice specifico che conduce le anime a Dio. Ed ha voluto arricchire con speciale indulgenza plenaria i soci dell’A. C. che vi partecipano.

DISPOSIZIONI NECESSARIE.

Leggiamo nel Vangelo di S. Marco che, alcune volte, il Signore si compiaceva di chiamare vicino a Sé gli Apostoli per sapere dalla loro bocca le notizie del loro ministero. Altre volte, invece, gli Apostoli andavano da Gesù spontaneamente, per una specie di rendiconto personale, e dicevano con gioia filiale e compiacenza intima quanto avevano fatto, detto, visto… Gesù rimaneva preso di pietà per loro, perché li vedeva troppo occupati, e anche troppo assiepati da tante persone indiscrete che andavano e venivano e non ne avevano mai a sufficienza. Per questo, Gesù, un giorno, disse loro: Venite seorsum în desertum locum et requiescite pusillum (Marco,VI, 30-31), e cioè: venite in disparte, in unluogo solitario, e riposatevi un poco…Tale bontà gentile e dolce e premurosaGesù ripete con ciascuno di noi, quandoci dà occasione di fare i SS. Spirituali Esercizi.Allora, appunto, vedendo ciascuno dinoi stanco, affaticato, e, sempre circondatoe pressato da mille occupazioni e preoccupazioni,ci fa sentire il suo dolce invito. Ilquale invito dev’essere da noi precisatocosì: Gesù vuole darci un riposo spirituale.Perciò ci trae in disparte; in modo che lepersone e le occupazioni non ci raggiungano;in un luogo solitario, ove cioè nonabbiamo ad incontrare un altro mondo; eci comanda di riposare per un poco. Il riposofisico è sempre necessario. Guai se mancasse!Egualmente si deve dire del riposospirituale. Durante questo riposo…, per ilvuoto fatto attorno a noi e dentro di noi,potremo ascoltare bene la voce del Signore…Ci sentiremo ripetere: Fili, audite me: timorem Domini docebo vos…: Ascoltatemi,o figlioli, v’insegnerò a temere il Signore…Sentiremo la voce del Padre Celeste checi dirà, come agli Apostoli sul Tabor, indicandoGesù: Ipsum audite – Ascoltate Lui,Gesù, il Maestro… e obbeditegli…

LAVORO PERSONALE.

Non basta che Gesù parli. Non basta che noi l’ascoltiamo. È necessario che, noi pure, parliamo a Gesù, e operiamo. Come, e che cosa? Poche parole di schiarimento. Non basta cercare i peccati, mortali e veniali; non basta fare una buona confessione generale, annuale, mensile o settimanale. Tutte cose buone e utilissime di certo, anzi necessarie. Ma con questo accade sovente che molte anime pie non si occupino d’altro, durante tutto il tempo degli Esercizi, che della ricerca… dei loro peccati. Non neghiamo che sia possibile e, qualche rara volta, doveroso, anche questo! Ma questo non può e non deve ripetersi, ogni anno, durante i sei, sette, otto o dieci giorni d’esercizi. In questi casi v’è un inganno palese del nemico delle anime. Non lasciamoci mettere in trappola. Continuando così andiamo, a grandi giornate, lontano dal Signore, e facciamo contento il nemico di Dio e delle anime nostre. Gesù vuole che gli parliamo e che pensiamo Lui, con fiducia, confidenza, amore, abbandono… Vuole, sì, che facciamo l’esame o gli esami, ma senz’agitazione, dolcemente, pacificamente… Via, dunque, il rimestio scrupoloso e inconcludente delle nostre infedeltà! Abbandoniamoci, realmente, nelle mani di Gesù e lasciamo ch’Egli operi… Noi prepariamo, come San Giovanni Battista, le vie del Signore… poi ascoltiamo Gesù che ci dirà: lasciami fare… – Alcune anime errano per un’altra causa. Pensano, cioè, che l’esito degli Esercizi dipenda tutto e interamente dai predicatori. È noto che gli esercizi ginnastici militari sono comandati sì dall’istruttore, ma vengono eseguiti dai soldati. Così precisamente è degli esercizi spirituali. Ciascuno deve pensare e provvedere a lavorare la sua anima da sé e per sé. Tanto è così che, secondo il pensiero di S. Ignazio, non si dovevano fare prediche, ma soltanto fissare gli argomenti e i punti di riflessione agli esercitandi. La guida, o la direzione spirituale, è certamente sempre non solo utile, ma presupposta e necessaria.

CONSIGLI PRATICI.

Per il buon esito degli esercizi spirituali, i maestri di spirito suggeriscono i seguenti mezzi:

1) Il proposito fermo, deciso, ripetuto ai piedi di Gesù in Sacramento di voler far bene gli esercizi.

2) L’osservanza esatta del regolamento degli Esercizi. Questo regolamento è il frutto del sapere e dell’esperienza di anime generose e sante.

3) La custodia scrupolosa del silenzio. Senza il silenzio non v’è raccoglimento, non v’è ritiro spirituale.

4) Ascoltare i discorsi, o le prediche, degli esercizi, con attenzione e con umile docilità di cuore, procurando di applicare direttamente a noi stessi quanto viene detto o predicato.

5) Impiegare il tempo libero a riflettere su le istruzioni e le buone ispirazioni, ad esaminare lo stato della nostra coscienza; ad eccitare in noi il dolore e a prendere propositi fermi ed efficaci. Il frutto degli esercizi dipende, soprattutto, dal buon. Impiego del tempo libero. Non bisogna, infatti, mai dimenticare che esso consiste principalmente nel trattenersi che l’anima fa con se stessa e con Dio.

6) Scegliere il Confessore: che meglio ci aiuterà a rinnovellare l’anima nostra… e a lui confidarci per ben mettere in sesto, e al più presto, la vita del nostro spirito.

7) Infine, in qualunque condizione possiamo trovarci, abbiamo fiducia senza limiti nella bontà e misericordia di Dio (1).

Solo così gli Esercizi ci faranno veramente vivere la vita di Gesù in unione con Lui!

(1) Affinché gli Esercizi Spirituali possano produrre veramente ottimi frutti ci permettiamo suggerire alcune norme pratiche.

I.

NORME PER LA RIFORMA

VOGLIO SALVARE L’ANIMA MIA.

1° Tutti i giorni: le preghiere; quali: la Santa Messa, Comunione, lettura spirituale, il rosario, l’esame di coscienza.

2° Confessione con spirito di fede; con quale frequenza; direzione spirituale.

3° Doveri del proprio stato con esattezza, con costanza, con spirito di fede.

4° Fuggire le occasioni ed i pericoli: persone, ritrovi, letture.

5° Non operare mai a caso, ma sempre con fine santo e con franchezza.

6° Quale virtù voglio praticare in modo speciale.

7° Quale massima mi servirà meglio di stimolo alla virtù.

II

COME OCCUPARE IL TEMPO LIBERO.

1° Nello scrivere le ispirazioni ricevute ed i propositi fatti nella meditazione.

2° Nell’orazione, secondo la particolare divozione di ciascuno, specialmente in ferventi colloquii davanti al SS. Sacramento.

3° Nel conferire col Confessore e col Direttore degli Esercizi.

III

DI CHE SI PUÒ TRATTARE COL DIRETTORE DEGLI ESERCIZI O, ANCHE, COL DIRETTORE SPIRITUALE.

1° Dello stato in cui si trova il cuore: se è tutto disposto a fare la Santa Volontà di Dio o se è attaccato a qualche cosa.

2° Della facilità, o difficoltà che si trova nelle meditazioni e quale meglio e quale meno bene vi sia riuscita.

3° Delle distrazioni, agitazioni e tentazioni nel meditare ed in altri tempi della giornata.

4° Della prontezza o negligenza nel raccogliersi, animarsi e ribattere il nemico.

5° Delle consolazioni, illustrazioni e buoni desideri che Iddio ci ha dato nel meditare o in altri tempi.

6° Della prontezza o ripugnanza che sentiamo nel risolverci a vincere noi stessi e rispondere alle ispirazioni di Dio.

LA VITA INTERIORE (9)