MESSA DI CAPODANNO (2022)

MESSA DI CAPODANNO (2022)

CIRCONCISIONE DI N. SIGNORE E OTTAVA DELLA NATIVITÀ.

Stazione a S. Maria in Trastevere

Doppio di II classe. – Paramenti bianchi.

La liturgia celebra oggi tre feste: La prima è quella che gli antichi sacramentari chiamano « nell’Ottava del Signore ». Gesù è nato da otto giorni. Così la Messa ha numerosi riferimenti a quelle di Natale. La seconda festa ci ricorda che, dopo Dio, noi dobbiamo Gesù a Maria. Cosi un tempo si celebrava in questo giorno una seconda Messa in onore della Madre di Dio nella Basilica di Santa Maria Maggiore. Ne è rimasta una traccia nella Orazione, nella Secreta e nel Postcommunio, che sono prese dalla Messa votiva della SS. Vergine, e nei Salmi dei Vespri, tolti dal suo Officio. – La terza festa, infine, è quella della Circoncisione, che si celebra dal VI secolo. Mosè imponeva questo rito purificatore a tutti i bambini Israeliti, l’ottavo giorno dalla loro nascita (Vang.). È una figura del Battesimo per il quale l’uomo è circonciso spiritualmente. « Tu vedi, dice S. Ambrogio, che tutta la legge antica è stata la figura di quello che doveva venire; infatti anche la circoncisione significa espiazione dei peccati. Colui che è spiritualmente circonciso con la correzione dei suoi vizi, è giudicato degno dello sguardo del Signore » (1° Notturno). Così, parlando del primo sangue divino che il Salvatore versò per lavare le nostre anime, la Chiesa insiste sul pensiero della correzione di quello che di cattivo è in noi. « Gesù Cristo ha dato se stesso per riscattarci da ogni iniquità e purificarci » (Ep.). « Degnati, Signore, con questi celesti misteri, di purificarci » (Secr.). «Fa, o Signore, che questa Comunione ci purifichi dei nostri peccati » (Postcom.).

Incipit

In nómine Patris, ☩ et Fílii, et Spíritus Sancti. Amen.

Introitus

Isa. 9:6
Puer natus est nobis, et fílius datus est nobis: cujus impérium super húmerum ejus: et vocábitur nomen ejus magni consílii Angelus.

 [Ci è nato un bambino, ci è stato dato un figlio, il cui impero poggia sugli ómeri suoi: e il suo nome sarà: Angelo del buon consiglio.]
Ps XCVII:1


Cantáte Dómino cánticum novum: quia mirabília fecit.

[Cantate al Signore un cantico nuovo: perché ha fatto cose mirabili.]


Puer natus est nobis, et fílius datus est nobis: cujus impérium super húmerum ejus: et vocábitur nomen ejus magni consílii Angelus.

[Ci è nato un bambino, ci è stato dato un figlio, il cui impero poggia sugli ómeri suoi: e il suo nome sarà: Angelo del buon consiglio.]

Oratio

Orémus.
Deus, qui salútis ætérnæ, beátæ Maríæ virginitáte fecúnda, humáno géneri praemia præstitísti: tríbue, quǽsumus; ut ipsam pro nobis intercédere sentiámus, per quam merúimus auctórem vitæ suscípere, Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: 

O Dio, che mediante la feconda verginità della beata Maria, hai conferito al genere umano il beneficio dell’eterna salvezza: concédici, Te ne preghiamo: di sperimentare in nostro favore l’intercessione di Colei per mezzo della quale ci fu dato di ricevere l’autore della vita: il Signore nostro Gesú Cristo, tuo Figlio:

Lectio

Léctio Epístolæ beati Pauli Apóstoli ad Titum.
Tit 2:11-15
Caríssime: Appáruit grátia Dei Salvatóris nostri ómnibus homínibus, erúdiens nos, ut, abnegántes impietátem et sæculária desidéria, sóbrie et juste et pie vivámus in hoc saeculo, exspectántes beátam spem et advéntum glóriæ magni Dei et Salvatóris nostri Jesu Christi: qui dedit semetípsum pro nobis: ut nos redímeret ab omni iniquitáte, et mundáret sibi pópulum acceptábilem, sectatórem bonórum óperum. Hæc lóquere et exhortáre: in Christo Jesu, Dómino nostro.

[“Carissimo: La grazia di Dio nostro Salvatore si è manifestata per tutti gli uomini, insegnandoci che, rinunciata l’empietà e i desideri mondani, viviamo con temperanza; con giustizia e con pietà in questo mondo, in attesa della beata speranza e della manifestazione gloriosa del grande Dio e Salvatore nostro Gesù Cristo; il quale ha dato se stesso per noi, per redimerci da ogni iniquità, e formarsi un popolo puro che gli fosse accetto, zelante delle buone opere. Così insegna ed esorta in Cristo Signor nostro”] (Tit. II, 11-15). –

IL PROGRAMMA DELLA NOSTRA VITA

[A, Castellazzi: Alla Scuole degli Apostoli. Ed. Artigian. Pavia, 1929]

Quando S. Paolo si recò nell’isola di Creta col suo discepolo e collaboratore Tito, vi trovò parecchi gruppi di Cristiani, che non erano organizzati in una gerarchia regolare. Non potendo l’Apostolo trattenersi a lungo nell’isola, vi lasciò Tito a organizzare quella Chiesa. Più tardi gli scrive una lettera. In essa gli dà norme da seguire nell’adempimento del suo ufficio pastorale rispetto agli uffici ecclesiastici, ai doveri delle varie classi di persone e ai doveri generali dei Cristiani. Nel brano riportato, avendo prima stabiliti i doveri secondo i differenti stati, reca la ragione per la quale i Cristiani sono tenuti a questi doveri. Sono tenuti perché Dio, che nella sua bontà è sceso dal cielo per tutti, ha insegnato a tutti a rinunciare all’empietà e ai desideri del secolo per vivere nella moderazione, nella giustizia, nell’amor di Dio. Così vivendo saranno consolati dalla presenza della venuta del Redentore, il quale ha dato in sacrificio se stesso per riscattarci dal peccato, e così formare di noi un popolo veramente eletto, tutto dato alle buone opere. Sul cominciare dell’anno la Chiesa ripete a noi questo insegnamento, per esortarci a vivere secondo: Pietà, Temperanza, Giustizia.  « Chiunque, vuol pervenire al regno celeste, viva con temperanza verso se stesso, con giustizia verso il prossimo, con pietà perseverante verso Dio» (S. Fulgenzio, De remiss. Pacc. L. 1 c. 23).Cominciamo subito da quest’oggi a mettere in pratica questo programma affinché, se il Signore volesse chiamarci al rendiconto nel corso di quest’anno, in qualunque momento ci chiami abbia a trovarci pronti.Mons. Francesco Iannsens, Vescovo di Nuova Orleans,venerato dai suoi figli come un santo, viaggiando sopra un piroscafo alla volta d’Europa, è colpito improvvisamente dalla morte. Non gli rimane che il tempo di inginocchiarsi in cabina e dire: «Mio Dio, vi ringrazio che son pronto» (La Madre Francesca Zaverio Cabrini; Torino 1928, p. 144-45). Che d’ora innanzi la nostra vita sia tale, da poter anche noi dare questa risposta alla divina chiamata, in qualunque momento e in qualunque circostanza si faccia sentire!

Graduale

Ps XCVII:3; 2
Vidérunt omnes fines terræ salutare Dei nostri: jubiláte Deo, omnis terra.
V. Notum fecit Dominus salutare suum: ante conspéctum géntium revelávit justitiam suam. Allelúja, allelúja.

[Tutti i confini della terra videro la salvezza del nostro Dio: acclami a Dio tutta la terra.
V Il Signore ci fece conoscere la sua salvezza: agli occhi delle genti rivelò la sua giustizi. Alleluia, alleluia.]
Heb I:1-2


Multifárie olim Deus loquens pátribus in Prophétis, novíssime diébus istis locútus est nobis in Fílio. Allelúja.

[Un tempo Iddio parlò in molti modi ai nostri padri per mezzo dei profeti, ultimamente in questi giorni ha parlato a noi per mezzo del Figlio. Allelúia.]

Evangelium

Luc II:21
In illo témpore: Postquam consummáti sunt dies octo, ut circumciderétur Puer: vocátum est nomen ejus Jesus, quod vocátum est ab Angelo, priúsquam in útero conciperétur.

OMELIA

(G. Colombo: Pensieri sui Vangeli e sulle feste del Signore e dei Santi; VI ediz. – Soc. Ed. Vita e pensiero.- Milano 1956)

LA CIRCONCISIONE DI CRISTO E LA NOSTRA

Geremia, il profeta doloroso, uscì un giorno in un triste lamento: « È passato il tempo dei frutti e dei raccolti, anche l’estate è finita, e noi, miseri non ci siamo salvati» Transiit messis, finita est æstas et nos salvati non sumus (VIII, 20). Questo gemito ritorna spontaneo al nostro labbro se dalla punta dell’anno nuovo che oggi incomincia, ci voltiamo indietro a considerare l’anno vecchio che ieri finì. Un altro anno se n’è volato via, altri trecento sessanta cinque giorni che non rivivremo più. Pensate: se ogni giorno avessimo ascoltato la S. Messa, se ogni giorno avessimo detto bene il S. Rosario, se ogni settimana avessimo elargito una piccola elemosina alla Chiesa o ai poveri, oppure avessimo fatto una piccola mortificazione di gola, di lingua o di pensiero per amor di Cristo, quale abbondante messe di preziosissimi frutti avremmo ora da raccogliere! Invece la stagione dei frutti passò, l’estate finì, e noi restiamo con vuote entrambe le mani. Transiit messis, finita est æstas et nos salvati non sumus. – Chi sa quanti ieri, tirando i conti, avranno detto: « Godi, anima mia: quest’anno abbiamo messo buona roba in granaio e buon danaro nel portafoglio, abbiamo acquistato terreni e abbellito la casa… ». Va bene, godete pure. Ma, e l’anima vostra l’avete abbellita? e nei granai dell’eternità avete messo buon frumento che l’umidità non ammuffisce e che i topi non rosicchiano? O, forse, abbiamo aggiunto miserie a miserie, abbiamo peccato contro noi, contro la nostra famiglia, contro Dio e l’anima nostra è scesa più giù per una china fangosa fino alla perdizione? Chi adesso ci potrà stendere una mano pietosa, strapparci dai nostri peccati, avviarci con l’anno nuovo per un cammino nuovo? Gesù Cristo: il Salvatore. Si legge, nel Vangelo di questa festa, così: « Trascorsi otto giorni, il Fanciullo di Dio fu circonciso e fu chiamato Gesù, ossia Salvatore ». Misteriosa coincidenza: è dalla circoncisione che il Dio-Uomo vien detto Gesù, perché solo nel dolore Egli ci ha salvati. Senza spargimento di sangue, è scritto, non c’è salvezza; e solo il Sangue doveva essere suggello della nuova alleanza tra il peccatore e Dio, tra la terra e il cielo. Cristo per salvarci si è circonciso: ecco il primo pensiero. Ma poi che Dio non ha voluto salvarci senza la nostra cooperazione, ne deriva, per tutti, la necessità della circoncisione. Ma non una circoncisione materiale come quella dei Giudei, bensì una circoncisione spirituale del cuore: ecco il secondo pensiero. – CRISTO PER SALVARCI SI È CIRCONCISO. Nel libro dei Re è descritta la famosa lotta tra Elia, profeta del Signore, e i sacerdoti di un superstizioso idolo chiamato Baal. « Ci siano dati due buoi » esclamò Elia in faccia a tutto il popolo. « I sacerdoti di Baal ne scelgano uno per loro e, fattolo in pezzi, lo pongano sopra la legna, ma non vi mettano sotto il fuoco. Io ne sceglierò un altro per me, lo porrò sopra la legna, ma non vi metterò sotto il fuoco. Invochino essi, allora, i nomi dei loro dei, io chiamerò il nome del mio Signore. Il Dio che esaudirà per mezzo del fuoco, quello è vero ». I sacerdoti di Baal accettarono e tutto il popolo disse: « Sì ». A mezzo giorno si vide uno spettacolo raccapricciante. Poi che sull’altare dell’idolo non s’accendeva mai la fiamma, i sacerdoti avevano cominciato ad ululare e poi con lancette e coi coltelli si facevano nel volto e nella persona lunghi tagli e profonde incisioni sino a bagnarsi di sangue. E Baal era sordo a quelle grida disperate, era cieco a quel sangue espresso da ogni scalfittura. Non una scintilla scoccava, tra la legna, sotto il bue sacrificato. – S. Agostino, pensando a questa dolorosa scena esclama commosso: « Oh! Miei fratelli, quale contrasto tra Cristo e Baal, tra gli adoratori di Baal e quelli di Cristo! Nel tempio di Baal gli uomini spargevano il proprio sangue per il loro idolo; nel tempio del vero Dio, è Dio medesimo che, nella Circoncisione, versò il proprio sangue per gli uomini ». Là un popolo idolatra lacerava la sua carne per compiacere ad una bugiarda divinità; qui, Dio incarnato si lascia tagliare la propria carne perché ne sgorghino le prime gocce di quel sangue che doveva redimere il mondo. Oh sì! una grande maledizione gravava sul mondo, e gli uomini per il peccato d’Adamo e per i loro peccati erano fatalmente rovinati e per sempre. C’era bisogno d’un pacificatore che valesse a calmare la vendetta di Dio, c’era bisogno d’un prezzo infinito che bastasse a soddisfare la giustizia del Signore. Il pacificatore fu Cristo e il prezzo della pace fu il sangue che versato a gocce nella Circoncisione doveva sgorgare a fiotti nel giorno della Crocifissione. E ci ha salvati. – Ci ha salvati, perdonandoci i peccati: e sarebbe bastato che ce li avesse perdonati una volta sola, la prima, per essere nostro Salvatore. Invece ce li ha perdonati settanta volte sette, cioè sempre che noi ci mettiamo ai piedi del Confessore nel Sacramento della penitenza. Ci ha salvati col fortificarci con la sua grazia l’anima nostra debole assai. Basta una piccola occasione, uno sguardo, un pensiero, una parola per farla tremare e cadere, per la qual cosa se il Signore non ci aiuta è impossibile resistere. Ci ha salvati con aprirci il paradiso. Quando ci ammaleremo per l’ultima volta e stenderemo nel letto dell’agonia le nostre membra faticate, quando il mondo intorno svanirà come una nave che si allontani, quando non udremo più il singhiozzo dei cari parenti perché il nostro corpo starà per dissolversi, come un mantello vecchio, allora lo vedremo il Salvatore che verrà a prendere l’anima nostra e portarla in Paradiso: Egli stesso con le sue mani piagate dai chiodi ce lo schiuderà davanti. – DOBBIAMO PER SALVARCI CIRCONCIDERE IL CUORE. Gli scribi e i farisei di Gerusalemme dissero una volta a Gesù: « Perché, Maestro, i tuoi discepoli trasgrediscono le nostre costumanze? Non ti sei accorto ch’essi non si lavano le mani prima di mangiare il pane? ». « Ipocriti! — rispose Gesù, — che v’affannate per queste odiose prescrizioni e che poi, senza scrupolo, rifiutate un tozzo di pane a vostra madre affamata; ben ha detto di voi Isaia che amate Dio con la bocca mentre avete il cuore lontano da Lui. » Poi chiamò le turbe a sé e disse: « Udite! Ascoltate! Non ciò che entra per la bocca, ma ciò che dalla bocca esce insozza l’anima dell’uomo ». Nessuno ci capì; Pietro osò supplicarlo: « Signore! Spiegaci questa tua parabola ». E Gesù, buono, spiegò. « Quel che dalla bocca esce vien dal cuore: è dal cuore che sorgono i cattivi pensieri, gli omicidi, gli adulteri, i furti, le false testimonianze, le calunnie, È questo che rovina l’uomo ». Quæ autem procedunt de corde, ea coinquinant hominem (Mt., XV, 18). Conviene adunque che non il corpo, ma il cuore sia circonciso, se vogliamo partecipare alla grazia della Redenzione. Per chi è avaro, questa santa circoncisione, consiste nel frenare l’esagerato amore al danaro con la giustizia dei propri guadagni, con l’elemosina verso i bisognosi. Per chi è superbo, questa santa circoncisione consiste nel soffocare l’invidia del bene altrui, quell’invidia che tramuta per noi in un dolore ogni gioia del prossimo, e ci fa odiare quelli che dal Signore sono più benedetti. Per chi è impudico, questa santa circoncisione consiste nel fuggire il gioco e il vino; i luoghi e le persone pericolose; nell’amare la preghiera e la santa Eucaristia. È dolorosa questa circoncisione del cuore. Lo so; e prima di noi lo sapeva Gesù Cristo che ce l’ha imposta. Ma è necessaria.  Chi la rifiuta, riceverà il rimprovero di S. Stefano: « Gente dura di mente e incirconcisa di cuore! voi resistete sempre allo Spirito Santo ». – Finalmente il popolo d’Israele, dopo lunghe giornate di caldura soffocante, di fame, di sete, di malattie, di guerre arrivava a quella terra promessa da Dio, intravista nei sogni, sospirata per anni e anni. Già tutti sentivano la fragranza del latte e del miele stillante in quella beata regione, già la vedevano, già correvano ad entrarvi. Ma Giosuè fermò d’un tratto le dodici tribù, gridando l’ordine di Dio: « Nessuno può entrare nella terra promessa se prima non sia circonciso ». Quel paese felice è una figura del Paradiso. Quella circoncisione materiale è un simbolo della circoncisione spirituale del cuore. Nessuno può entrare in Paradiso senza questa circoncisione del cuore. Circumcisio cordis in spiritu, non littera. –  Quanti, forse senza di essa, sono morti nell’anno finito ieri! E chissà che questo non sia per noi l’ultimo di vita; l’anno che decida dell’inferno o del Paradiso per l’anima nostra? Tutti vediamo il primo giorno, ma non tutti ne vedremo l’ultimo. Dio sa quelli che di noi morranno. Qualcuno, in verità potrebbe dire: « Quest’anno morrò: che sarà di me? ». Al Salvatore, a Cristo circonciso per le nostre anime, gridiamo oggi la preghiera di Davide: « Salvami, Dio, dalla corruzione del mondo! Che le sue acque, che i falsi piaceri, che le bugiarde teorie non tocchino l’anima mia. Salvami Dio, perché affondo nel fango, e non trovo un sostegno ».

IL CREDO

Offertorium

Orémus
Ps LXXXVIII:12; 15
Tui sunt cæli et tua est terra: orbem terrárum et plenitúdinem ejus tu fundásti: justítia et judícium præparátio sedis tuæ.

[Tuoi sono i cieli e tua è la terra: Tu hai fondato il mondo e quanto vi si contiene: la giustizia e l’equità sono le basi del tuo trono].

Secreta

Munéribus nostris, quǽsumus, Dómine, precibúsque suscéptis: et coeléstibus nos munda mystériis, et cleménter exáudi.

[Ti preghiamo, o Signore, affinché gradite queste nostre offerte e preghiere, Ti degni di mondarci con questi celesti misteri e pietosamente di esaudirci.]

COMUNIONE SPIRITUALE

Communio

Ps XCVII:3


Vidérunt omnes fines terræ salutáre Dei nostri.


[Tutti i confini della terra videro la salvezza del nostro Dio.]

Postcommunio

Orémus.
Hæc nos commúnio, Dómine, purget a crímine: et, intercedénte beáta Vírgine Dei Genetríce María, cæléstis remédii fáciat esse consórtes.

[Questa comunione, o Signore, ci purífichi dal peccato e, per intercessione della beata Vergine Maria Madre di Dio, ci faccia partecipi del celeste rimedio.]

PREGHIERE LEONINE (dopo la Messa)

RINGRAZIAMENTO DOPO LA COMUNIONE (2)

ORDINARIO DELLA MESSA

Autore: Associazione Cristo-Re Rex regum

Siamo un'Associazione culturale in difesa della "vera" Chiesa Cattolica.