L’APOCALISSE INTERPRETATA DAL BEATO B. HOLZHAUSER (XV)

L’APOCALISSE INTERPRETATA DAL BEATO B. HOLZHAUSER (XV)

INTERPRETAZIONE DELL’APOCALISSE Che comprende LA STORIA DELLE SETTE ETÁ DELLA CHIESA CATTOLICA.

DEL VENERABILE SERVO DI DIO

BARTHÉLEMY HOLZHAUSER

RESTAURATORE DELLA DISCIPLINA ECCLESIASTICA IN GERMANIA,

OPERA TRADOTTA DAL LATINO E CONTINUATA DAL CANONICO DE WUILLERET,

PARIS, LIBRAIRIE DE LOUIS VIVÈS, ÉDITEUR RUE CASSETTE, 23 – 1856

LIBRO QUINTO

SUI CAPITOLI DIECI E UNDICI

Della grande consolazione della Chiesa latina nella sua sesta età, dopo l’estirpazione delle eresie. Della persecuzione dell’Anticristo e della settima e ultima tromba.

SEZIONE I.

SUL CAPITOLO X.

DELLA CONSOLAZIONE DELLA CHIESA LATINA, DELLA SUA FUTURA ESALTAZIONE E LA SUA ESTENSIONE.

§ I.

Della consolazione della Chiesa latina e della sua futura esaltazione nella sesta età.

CAPITOLO X – VERSETTI 1-11

Et vidi alium angelum fortem descendentem de cælo amictum nube, et iris in capite ejus, et facies ejus erat ut sol, et pedes ejus tamquam columnæ ignis: et habebat in manu sua libellum apertum: et posuit pedem suum dextrum super mare, sinistrum autem super terram: et clamavit voce magna, quemadmodum cum leo rugit. Et cum clamasset, locuta sunt septem tonitrua voces suas. Et cum locuta fuissent septem tonitrua voces suas, ego scripturus eram: et audivi vocem de cælo dicentem mihi: Signa quæ locuta sunt septem tonitrua: et noli ea scribere. Et angelus, quem vidi stantem super mare et super terram, levavit manum suam ad cælum: et juravit per viventem in sæcula sæculorum, qui creavit cælum, et ea quæ in eo sunt: et terram, et ea quæ in ea sunt: et mare, et ea quæ in eo sunt: Quia tempus non erit amplius: sed in diebus vocis septimi angeli, cum cæperit tuba canere, consummabitur mysterium Dei sicut evangelizavit per servos suos prophetas. Et audivi vocem de cælo iterum loquentem mecum, et dicentem: Vade, et accipe librum apertum de manu angeli stantis super mare, et super terram. Et abii ad angelum, dicens ei, ut daret mihi librum. Et dixit mihi: Accipe librum, et devora illum: et faciet amaricari ventrem tuum, sed in ore tuo erit dulce tamquam mel. Et accepi librum de manu angeli, et devoravi illum: et erat in ore meo tamquam mel dulce, et cum devorassem eum, amaricatus est venter meus: et dixit mihi: Oportet te iterum prophetare gentibus, et populis, et linguis, et regibus multis.

[E vidi un altro Angelo forte, che scendeva dal cielo, coperto d’una nuvola, ed aveva sul suo capo l’iride, e la sua faccia era come il sole, e i suoi piedi come colonne di fuoco: e aveva in mano un libriccino aperto: e posò il piede destro sul mare, e il sinistro sulla terra: e gridò a voce alta, come rugge un leone. E gridato ch’egli ebbe, i sette tuoni fecero intendere le loro voci. E quando i sette tuoni ebbero fatto intendere le loro voci, io stava per iscrivere: ma udii una voce dal cielo, che mi disse: Sigilla quello che hanno detto i sette tuoni, e non lo scrivere. E l’Angelo, che io vidi posare sul mare e sulla terra alzò al cielo la mano: e giurò per colui che vive nei secoli dei secoli, che ha creato il cielo e quanto vi è in esso: e la terra e quanto vi è in essa: e il mare e quanto vi è in esso, che non vi sarà più tempo: ma che nei giorni del parlare del settimo Angelo, quando comincerà a dar fiato alla tromba, sarà compito il mistero di Dio, conforme evangelizzò pei profeti suoi servi. E udii la voce dal cielo che di nuovo mi parlava, e diceva: Va, e piglia il libro aperto di mano dell’Angelo, che posa sul mare e sulla terra. E andai dall’Angelo dicendogli che mi desse il libro. Ed egli mi disse: Prendilo, e divoralo: e amareggerà il tuo ventre, ma nella tua bocca sarà dolce come il miele. E presi il libro di mano dell’Angelo e lo divorai: ed era nella mia bocca dolce come miele: ma, divorato che l’ebbi, ne fu amareggiato il mio ventre: E disse a me: Fa d’uopo che tu profetizzi di bel nuovo a molte genti, e popoli, e re.]

Vers. 1. – E vidi un altro Angelo pieno di forza che scendeva dal cielo, vestito di una nuvola, con un arcobaleno sulla testa. Nelle necessità e nelle calamità dei tempi, la bontà divina è sempre solita venire in aiuto della sua Chiesa con consolazioni ed aiuti tempestivi, per evitare che essa soccomba agli sforzi dei suoi nemici. Perché Dio ha promesso di essere con essa fino alla consumazione dei tempi, e le porte dell’inferno non prevarranno contro di essa. Questa promessa si è manifestata in modo meraviglioso nella quinta epoca, nell’epoca della desolazione. Questa promessa l’ha manifestata in modo ammirevole nella quinta epoca, in quest’epoca di desolazione e di mali, concedendo alla sua Chiesa un aiuto potente, specialmente in mezzo ai più grandi pericoli. 1°. Opponendosi a Lutero e alla sua fatale eresia con un potente guerriero, Sant’Ignazio e la sua compagnia. 2°. Convocando, sotto l’ispirazione dello Spirito Santo, il Santo Concilio di Trento, per chiarire i dogmi della fede e ripristinare la disciplina ecclesiastica e soprattutto il celibato, che stavano per scomparire. 3°. Dando alla Chiesa, in mezzo alle sue angosce e defezioni, una grande consolazione, e fornendole tanti fedeli in altre parti del mondo quanti ne perdeva in Europa. Perché fu proprio in questo momento di abbandono, all’inizio della quinta età, che Dio fece fiorire la fede, e rese la sua fiaccola ancora più luminosa e brillante, come per sfidare le potenze delle tenebre, portando innumerevoli conversioni in America, Asia, India, Cina e Giappone, e in molti altri paesi. 4° Inoltre, ha sempre protetto la sua Chiesa fino ad oggi dandole governanti zelanti, tra i quali il più illustre fu l’imperatore Ferdinando II. Ma tutti questi aiuti non furono sufficienti per sterminare l’orribile bestia che abbiamo descritto, come l’esperienza dimostra fin troppo bene. E poiché non siamo ancora giunti alla fine dei nostri problemi, San Giovanni, dopo averne indicato la causa principale e i principali eventi ad essa collegati, arriva in questo capitolo alla descrizione di questo grande Monarca che abbiamo annunciato. (Vedi Libro I, sezione III, capitolo III, paragrafo II). Stiamo ora per assistere alla grande scena della sesta età della Chiesa, dove vedremo che dopo che gli eretici saranno stati abbattuti e convertiti, la Chiesa godrà della più grande consolazione, l’impero dei Turchi sarà profondamente umiliato, la fede cattolica brillerà sulla terra e sul mare, e la disciplina ecclesiastica sarà restaurata e perfezionata.

II. Prima di venire all’esposizione del testo, è da notare che questo Angelo apparso a San Giovanni era un vero Angelo di Dio, della natura più distinta. Era un Angelo tutelare e protettore dell’Impero Romano, o del grande Eufrate. Questo Angelo fece l’ufficio di due persone: il primo rappresentava quello del grande Monarca a venire, che San Giovanni descrive con queste parole: E vidi un altro angelo pieno di forza. (S. S. Pio IX – ndt. -). Il secondo fu quello di questo stesso Angelo che, come ambasciatore celeste, rivelò a San Giovanni i segreti prossimi della Chiesa. Ed è a questo secondo personaggio che si riferiscono le parole che troviamo nel testo: E l’angelo che avevo visto in piedi sul mare e sulla terra, etc. fino alla fine del capitolo.  – È così che vediamo in Esodo (III, 2) che l’angelo che apparve a Mosè in una fiamma di fuoco in mezzo a un roveto faceva anche l’ufficio di due persone. Il primo rappresentava Dio, e il secondo era quello dell’Angelo che, come messaggero celeste, manifestava a Mosè i decreti della volontà divina riguardanti i figli d’Israele. E ho visto. Abbiamo spiegato nel Libro II come i Profeti vedono le persone e le cose nel futuro. E vidi un altro Angelo: 1° Questo angelo è designato dal termine “altro” per mostrare che sarà l’opposto dei precedenti, che erano Lutero e i suoi predecessori. Perché quest’altro Angelo ammetterà una sola dottrina pura, e sarà molto zelante per la fede cattolica, una e ortodossa, soprattutto dopo aver abbattuto e disperso gli eretici sulla terra e sul mare. I suoi costumi saranno santi e ben regolati. Egli contribuirà potentemente alla propagazione della fede e alla restaurazione della disciplina ecclesiastica, che l’angelo suo predecessore, cioè l’eresiarca Lutero, con i suoi empi seguaci, aveva così notevolmente rovinato ed indebolito.

2°. San Giovanni attribuisce a quest’altro Angelo la qualità speciale di essere forte o potente. E vidi un altro angelo pieno di forza, etc. Sarà potente in guerra e distruggerà tutto, come il leone (nello stemma di Pio IX, vi sono rappresentati due leoni!). Diventerà molto grande con le sue vittorie, e sarà ancora più saldamente stabilito sul trono del suo impero. Regnerà per molti anni (… il suo Pontificato sarà il più lungo dopo quello di San Pietro), e durante il suo regno umilierà gli eretici e le repubbliche, e sottometterà tutte le nazioni al suo impero e a quello della Chiesa latina. E per di più, dopo aver consegnato la setta di Maometto all’inferno, egli smantellerà l’impero turco, e lascerà solo un piccolissimo stato senza potere e forza, che tuttavia rimarrà fino alla venuta del figlio della perdizione, che non temerà il Dio dei suoi padri, né si occuperà di alcun dio. (La Turchia diventerà infatti uno Stato laico, cioè indifferente alla religione). (Dan XI, 37): E vidi un altro Angelo pieno di potere che scendeva dal cielo. Il profeta dice che questo angelo scenderà dal cielo, perché nascerà nel seno della Chiesa Cattolica, che qui è indicata come il “cielo”; e sarà specialmente inviato da Dio, secondo i decreti della divina Provvidenza, che lo avrà scelto per la consolazione e l’esaltazione della Chiesa latina in mezzo alla sua grande afflizione e profonda umiliazione. – 4° E vidi un altro angelo, etc. …. avvolto in una nuvola. Il profeta designa questo monarca come vestito da una nuvola, per insegnarci che sarà molto umile e che camminerà fin dall’infanzia nella semplicità del suo cuore. Infatti la nuvola che copre la luminosità dello splendore significa l’umiltà, e l’umiltà attira la protezione di Dio, che è anche significata dalla nuvola che coprirà questo Monarca (il Papa-Re). Infatti, nessuno è così protetto da Dio come colui che cammina nelle vie dell’umiltà, secondo San Luca, I, 32: « Egli ha deposto i potenti dai loro troni, e ha esaltato gli umili. » Perciò nessuno potrà nuocergli o resistergli, perché sarà rivestito della protezione del Dio del cielo. 5° E vidi un altro angelo….. vestito di una nuvola, con un arcobaleno sulla testa. Con l’arcobaleno intendiamo la pace che Dio farà con la terra, secondo Genesi, (IX, 13): « Metterò il mio arcobaleno nella nuvola come segno di alleanza tra me e la terra. » Ora, un’alleanza presuppone la pace, ed è questa pace che questo monarca restituirà all’universo. Infatti, dopo aver estirpato le eresie e le superstizioni dei Gentili e dei Turchi, ci sarà un solo ovile ed un solo pastore. Tutti i principi saranno uniti a lui dai legami più forti, dai legami della fede cattolica e dell’amicizia, perché egli, senza abusare del suo potere e senza offendere nessuno con l’ingiustizia, renderà a ciascuno ciò che gli è dovuto. Ecco perché il Profeta dice che avrà un arcobaleno sulla testa come ornamento.  6°. E la sua faccia era come il sole, a causa dello splendore della sua giustizia e della sua gloria imperiale, e anche per l’alta comprensione e la profonda saggezza che lo distingueranno; anche per l’ardore della sua carità e il suo zelo per la religione; infine, perché sarà come il sole tra le stelle, cioè camminerà nel suo impero tra i suoi principi alleati che eseguiranno la sua volontà e cammineranno sulle sue orme, etc. 7°. E i suoi piedi come colonne di fuoco. I piedi significano l’estensione e il potere di un impero, secondo il Salmista, (Ps. LIX, 8): « Moab è come un vaso che alimenta la mia speranza; avanzerò nell’Idumea e la calpesterò. Gli estranei sono stati sottomessi ». Tuttavia, poiché molti tiranni avevano imperi molto vasti e potenti, il profeta attribuisce a questo monarca proprietà speciali per distinguerlo: 7°. E i suoi piedi come colonne di fuoco. Le colonne sono i sostegni e la spina dorsale di un edificio e il fuoco indica lo zelo della religione e l’ardore della carità verso Dio ed il prossimo; allo stesso modo, il fuoco è un elemento che doma tutto. Ora, questo sarà precisamente il potere di questo monarca; il suo regno sarà il più forte sostegno della Chiesa Cattolica e della sua casa reale, perché il suo perché il suo regno sarà assicurato per la sua posterità, fino a quando l’apostasia sarà venuta e il figlio della perdizione sarà apparso. La potenza di questo monarca brillerà soprattutto per il suo zelo per la religione, e per il fuoco della sua carità verso Dio e verso il prossimo; e come il fuoco doma tutte le cose, così questo sovrano domerà tutte le cose e governerà.

III. Vers. 2.– 8° E aveva in mano un piccolo libro aperto. Questo piccolo libro denota un Concilio generale, che sarà il più grande e famoso di tutti (il Concilio Vaticano del 1869-70! – ndt.- ). Il profeta dice che questo Angelo tiene in mano questo piccolo libro, perché è per opera e potere di questo Monarca che questo Concilio sarà riunito, protetto e giungerà a buon fine; e anche perché egli userà tutto il suo potere per far rispettare le sue sentenze ed i suoi decreti. Il Dio del cielo lo benedirà e metterà ogni cosa nelle sue mani e in suo potere. Si dice che questo piccolo libro sarà aperto per la chiarezza con cui questo Concilio spiegherà il significato della Sacra Scrittura e per la purezza dei dogmi della fede che vi si proclameranno. 9°. E mise il suo piede destro sul mare e il suo piede sinistro sulla terra. Cioè, questo monarca allargherà ed estenderà il suo impero sulla terra e sul mare, perché sottometterà la terra e le isole del mare al suo dominio. La grandezza e l’estensione del suo potere saranno immense, come abbiamo spiegato sopra, a proposito del significato dei piedi.

Vers. 3. -10°. E gridò ad alta voce come un leone che ruggisce; e questa intensità della sua voce, paragonata al ruggito di un leone, ci fa capire il grande terrore che ispirerà a tutti i popoli della terra e agli abitanti delle isole. Perché quando il leone ruggisce, mostra la sua forza, e tutti gli altri animali sono terrorizzati. Perciò è detto in Proverbi, (XX, 2): « Come il ruggito del leone, così è il terrore del re ». Le forti grida della sua voce saranno anche i suoi editti imperiali, con i quali ordinerà che siano eseguiti in tutto rigore, a favore della fede ortodossa cattolica, gli ordini del Concilio; e i suoi editti raggiungeranno tutte le nazioni della terra e delle isole.

IV. E dopo che egli ebbe gridato, sette tuoni emisero le loro voci. Questi tuoni, che si faranno intendere alla voce di questo Angelo, saranno i mormorii, le proteste e le grida di coloro che resisteranno alla volontà di questo Monarca, e che vorranno colpirlo (… i sette governanti nell’Italia dell’epoca! – ndt. -) ; perché in quel momento si scatenerà una grande tempesta; ma poiché essi non potranno resistergli e tanto meno fargli del male, a San Giovanni viene ordinato di non scrivere ciò che ha visto in questa circostanza; perché tutta questa tempesta non avrà alcun effetto. Gesù Cristo vuole solo avvertire San Giovanni nella sua qualità di rappresentante della Chiesa, per farci sapere che l’impero di questo Monarca e la propagazione della vera fede sulla terra non saranno ottenuti senza rumore e tempesta. Perciò è detto: E quando egli ebbe gridato, sette tuoni emisero il loro fragore. Quando il tuono emette solo il suo rumore, è un segno che il fulmine non colpisce, perché la nube è scoppiata nell’aria; ma il temporale produce a volte un effetto così dannoso, a seconda che il fulmine cada su persone, animali, alberi o edifici. Ora la tempesta che fu mostrata a San Giovanni sotto forma di temporale era una tempesta senza altri effetti che la voce del tuono. Sette tuoni fecero sentire la loro voce. Cioè, i principi e i grandi si solleveranno contro questo monarca e mormoreranno. Essi faranno sentire la loro voce in questo Concilio, per resistere e per abbattere i suoi decreti; ma, poiché questo monarca sarà sotto la protezione di Dio, tutti i loro sforzi saranno vani e inutili.

V. Vers. 4. – Ed essendo scoppiate le sette voci dei sette tuoni, stavo per scrivere. Cioè, dopo che mi furono rivelati i segreti dei consigli di questi principi recalcitranti, dice s. Giovanni, stavo per scriverli in virtù dell’ordine che avevo ricevuto, ed ho sentito una voce dal cielo che mi diceva: Sigilla ciò che i sette tuoni hanno detto, e non scriverlo. Ci sono due motivi per cui qualcuno non dovrebbe sapere o scrivere qualcosa. Il primo è quando tale conoscenza potrebbe essere dannosa causando danni o impedendo il bene, sia nel presente che nel futuro. Il secondo è quando l’importanza, l’utilità o la necessità della cosa non richiede che sia conosciuta o scritta. Ecco come la Divina Provvidenza nasconde ai suoi fedeli amici, in questa vita, i pericoli e le tribolazioni del corpo e dell’anima, il cui numero è quasi infinito, perché non servirebbe agli uomini conoscerli in anticipo; e Dio, nella sua bontà, sa come preservarci da essi o difenderci da essi a tempo debito, per quanto grandi ed imminenti possano essere i mali della vita. Per la stessa ragione a San Giovanni non fu permesso di scrivere le voci dei sette tuoni in relazione a questo monarca. Perché Dio lo libererà da ogni pericolo e farà abortire i disegni dei suoi nemici, etc. Sigillate ciò che dicono i sette tuoni e non scrivetelo. Cioè, scrivete che sette tuoni hanno emesso la loro voce, ma non scrivete quello che hanno detto.

Vers. 5. – E l’Angelo che avevo visto in piedi sul mare e sulla terra alzò la mano verso il cielo. Ora viene l’altro personaggio che questo angelo rappresentava, e cioè, non si tratta più del monarca, ma dell’ambasciatore celeste, che rivela i segreti divini sulla fine dei tempi. E l’angelo che avevo visto in piedi sul mare e sulla terra, cioè il presidente supremo, il guardiano ed il protettore di questo impero, che Daniele (XII: 7) vide in piedi sulle acque del fiume, alzò la mano al cielo.

Vers. 6. E giurò per colui che vive nei secoli dei secoli, che ha creato il cielo e ciò che è in cielo, la terra e ciò che è sulla terra, il mare e ciò che è nel mare. Queste parole contengono una testimonianza sostenuta da fede giurata, di ciò che il Signore Dio rivela a tutta l’umanità attraverso il suo ambasciatore celeste per la consolazione dei suoi eletti e per il terrore degli empi. Questo Angelo giura, con queste parole, una verità della massima importanza, cioè che non ci sarebbe stato più tempo. Questo passaggio può essere spiegato letteralmente dagli eretici e dai nemici della croce e di Cristo, perché il loro tempo, i loro giorni e la loro empietà finiranno sotto il dominio del Monarca annunciato. È per il loro terrore e la loro eterna confusione, e allo stesso tempo per la grande consolazione della Chiesa latina e dei fedeli che la compongono, che questo angelo proclama questa sorprendente testimonianza che non ci sarebbe stato più tempo. – 2°. Queste parole significano anche che dopo la voce del settimo angelo, che suonerà la tromba, cioè l’anticristo, non ci sarà più tempo per il lavoro e la tribolazione. E lo annuncia per confortare e rafforzare i fedeli contro gli empi, dei quali è scritto: (II. Pietro III, 3): « Sappiate prima di tutto che negli ultimi giorni verranno degli ingannatori, pieni di astuzia, che cammineranno secondo le loro concupiscenze e diranno: Che ne è della promessa della sua venuta? Perché da quando i nostri padri sono morti, tutte le cose sono come erano all’inizio del mondo. » Ecco perché questo Angelo conferma, con questo solenne giuramento, la seconda venuta di Gesù Cristo, quando cesseranno i tempi di dolore e di persecuzione per il bene, ma anche i tempi della voluttà, dei trionfi, degli onori, delle ricchezze, della gloria e di tutti gli incanti  della vita presente per i malvagi.

VI. Vers. 7. – Ma che nel giorno della voce del settimo angelo (l’anticristo), quando la tromba comincerà a suonare, ecc. La descrizione di questo settimo angelo e il bagliore della sua tromba si trova nel capitolo successivo. Ma quanto al giorno della voce del settimo angelo. Queste parole designano la fine dei tempi, dopo la quale non ci sarà più altro che tutta l’eternità; perché in quel giorno avrà luogo la consumazione del secolo, e subito dopo verrà il giudizio universale. Per questo il testo aggiunge: Ed egli giurò ….. che ….. il mistero di Dio si sarebbe compiuto, come egli ha evangelizzato attraverso i profeti suoi servi. Infatti, 1° il giorno della consumazione dell’età e del giudizio universale è davvero un mistero molto grande riservato a Dio solo, un mistero che non è mai stato e non sarà mai rivelato a nessuno, finché si compia, secondo S. Matteo (XXIV, 36) «Ma nessuno conosce questo giorno e quest’ora, nemmeno gli Angeli del cielo; solo il Padre mio lo conosce. »2° Questo mistero noto a Dio solo è grande, perché tutti i segreti più nascosti dei nostri cuori, sia in generale che in particolare, saranno resi manifesti nel grande giorno di Dio Onnipotente, secondo l’Apostolo, (I. Cor., III, 13): « L’opera di ogni uomo sarà resa manifesta; poiché il giorno del Signore la renderà nota, e sarà rivelata dal fuoco, e il fuoco proverà l’opera di ogni uomo. » E (I. Cor. IV, 5): « Non giudicate dunque prima del tempo, finché il Signore non venga a illuminare ciò che è nascosto nelle tenebre e a svelare i segreti pensieri degli uomini; e allora ogni uomo riceverà da Dio la lode che gli è dovuta. » 3º Questo mistero è la risurrezione dei morti. (I. Cor. XV, 51): « Ecco, io vi porto la parola di un mistero. Tutti risorgeremo, ma non tutti saremo cambiati. In un momento, in un batter d’occhio, al suono dell’ultima tromba, ecc. » 4º Questo mistero è la remunerazione del bene o del male; e rimarrà impenetrabile ai nostri occhi, finché non verrà il Signore Dio. (Apoc. XXII, 12): « Ecco, io vengo presto e avrò con me la mia ricompensa, per rendere ad ogni uomo secondo le sue opere. » Questo è certamente un grande mistero con il quale il santo re Davide fu commosso, e con il quale tutti i giusti che vivranno in questa epoca saranno commossi in mezzo alle loro tribolazioni. (Ps. LXXII, 1) : «  Quanto è buono Dio con Israele, con gli uomini dal cuore puro! Per poco non inciampavano i miei piedi, per un nulla vacillavano i miei passi, perché ho invidiato i prepotenti, vedendo la prosperità dei malvagi. Non c’è sofferenza per essi, e le piaghe con cui son colpiti non durano. Essi non conoscono l’affanno dei mortali, né i dolori dell’uomo. È questo che li rende superbi, e sono coperti delle loro iniquità e della loro empietà. Esce l’iniquità dal loro grasso, e sono abbandonati a tutti i pensieri del loro cuore … Io mi sono adoperato nel voler penetrare questo segreto, ma un gran lavorio mi si è presentato davanti, finché non sono entrato nel santuario di Dio, e compreso quella che deve essere la loro fine. » – 5°. Infine, è un mistero di Dio solo, il conoscere la scelta degli eletti sulla massa dei figli di Adamo; e questo è ancora un mistero che è nascosto agli occhi degli uomini e che nessuno può penetrare fino al giorno del Signore. (Romani, XI, 25): « Non voglio infatti che ignoriate, fratelli, questo mistero, perché non siate presuntuosi: l’indurimento di una parte di Israele è in atto fino a che saranno entrate tutte le genti … ecc. » Poi finalmente l’apostolo San Paolo conclude: « O profondità dei tesori della sapienza e della scienza di Dio! Come sono incomprensibili i suoi giudizi e come sono imperscrutabili le sue vie! » Da ciò consegue che non dobbiamo affaticarci invano volendo studiare la grande questione della predestinazione. È questo un mistero che è riservato a Dio solo fino al giorno del giudizio, quando Egli renderà a ciascuno secondo le proprie opere e secondo il lavoro di ciascuno. Poiché Dio è giusto e l’iniquità non può raggiungerlo; Egli non vuole che il peccatore muoia, ma soprattutto vuole che si converta e viva. Molti uomini si arrovellano il cervello su questo punto di gran difficoltà e si rendono esausti come il ragno quando tesse la sua tela. Sarebbe molto più utile per essi pregare il Signore loro Dio, cercare di concepire pensieri santi sulla sua bontà, e lavorare alla loro salvezza con timore e tremore. Poiché questo segreto e mistero di Dio è impenetrabile, più lo si scruta, più si sprofonda nelle difficoltà, soprattutto se si pensa di comprenderlo. Cosicché che Egli lo ha evangelizzato attraverso i profeti suoi servi. Questi profeti servi di Dio sono Mosè, Enoch ed Elia, e tutti gli altri profeti dell’Antico Testamento. Questi sono anche gli Apostoli e tutti gli altri dottori e predicatori del Nuovo, che tutti, di comune accordo, ognuno nella sua lingua e nei suoi scritti, hanno annunciato al mondo questo grande mistero del regno di Dio, che essi predicato come è ancora predicato e proclamato ai nostri giorni, e come sarà predicato e proclamato fino alla fine del mondo. Quando questo mistero si compirà, gli uomini non crederanno in quel giorno finché esso non verrà; come al tempo del diluvio, quando Noè lo annunciò al mondo per più di cento anni, e gli uomini del suo tempo rifiutarono di credere alla sua parola. Ecco perché Gesù Cristo ci dice in San Matteo, (XXIV, 37): « Sarà come nei giorni della venuta del Figlio dell’uomo, come nei giorni di Noè; perché come prima del diluvio gli uomini mangiavano e bevevano e prendevano moglie, e sposavano le loro figlie, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca, e non pensarono al diluvio finché esso non venne e li portò via tutti; questo è ciò che sarà alla venuta del Figlio dell’uomo. »

VII. Vers. 8E udii la voce che mi parlava di nuovo dal cielo, dicendo: Va’ e prendi il libro aperto dalla mano dell’Angelo che sta sul mare e sulla terra.

Vers. 9: – E io andai dall’Angelo e gli chiesi di darmi il libro. Ed egli mi disse: Prendi il libro e divoralo; e sarà amaro nelle tue viscere, ma nella tua bocca sarà dolce come il miele.

Vers. 10Presi il libro dalla mano dell’Angelo e lo divorai; ed era nella mia bocca dolce come il miele; ma quando lo ebbi divorato, divenne amaro nelle mie viscere.

Vers. 11. – Ed egli mi disse: Tu devi ancora profetizzare ai Gentili, ai popoli, agli uomini di molte lingue e a molti re. – San Giovanni, che rappresenta qui la persona morale di tutta la Chiesa, ci istruisce con queste parole sulla qualità e sugli effetti di questo libro di cui abbiamo parlato sopra, e ce li dimostra con una metafora che trae dall’azione del mangiare. Infatti, è dal gusto e dalla digestione del cibo che conosciamo e sperimentiamo la sua qualità e i suoi effetti; perché molte cose dolci e piacevoli al gusto, sono invece amare e difficili da digerire, e viceversa. Ora questo vale anche per le cose celesti e spirituali. Per esempio, leggiamo volentieri e parliamo con piacere delle tribolazioni e delle sofferenze dei santi Martiri, lodiamo e ammiriamo le vite dei Santi, le loro virtù eroiche e le loro, la loro condotta irreprensibile, i loro sacrifici, le loro abnegazioni, etc.; ma se dobbiamo ingoiare una sola goccia del loro calice, essa produce immediatamente un’amarezza insopportabile per le nostre viscere, e la digestione, o la pratica e l’imitazione della loro vita, ci sembra troppo dura e pesante. Altre quattro qualità di questo libro si possono discernere dal contesto e dall’inizio del prossimo capitolo: – 1°. Esso contiene una sana, unanime e santa dottrina in materia di fede e di buoni costumi, una qualità significata da queste parole: Era nella mia bocca dolce come il miele. Queste parole contengono una metafora, in quanto, come il miele è dolce nella bocca degli uomini, così la pura dottrina e la santa morale sono dolci nella bocca dei giusti, mentre sono amare come il fiele nella bocca dei malvagi. Da qui questo passaggio del Sal. CXVIII, 103: « Come sono dolci le vostre parole per me! il miele più squisito è meno piacevole alla mia bocca ». Isaia, (VII), dice anche di Gesù Cristo: « Si nutrirà di latte e miele finché non saprà rifiutare il male e scegliere il bene. » Ora, poiché questo libro sarà l’opera dello Spirito Santo, è con buona ragione che San Giovanni dice che sarà dolce come il miele nella bocca di tutta la Chiesa, di cui egli è il rappresentante; cioè, che sarà ricevuto con acclamazione e consenso unanime. 2°. Produrrà una grande agitazione, perché quest’opera di Dio non sarà compiuta senza grandi difficoltà e resistenze; sarà persino cosparsa del sangue dei martiri, perché il mondo, la carne e il diavolo hanno sempre resistito e sempre resisteranno alle opere di Dio. (Prov. XXI, 30): « Non c’è sapienza, non c’è prudenza, non c’è consiglio contro il Signore. » Questa tempesta sarà prima sollevata dalle potenze secolari che resisteranno al grande Monarca con le armi, e perseguiteranno coloro che si impegnano a convertire i popoli alla fede cattolica che il Monarca ordinerà di predicare per terra e per mare, etc. Ecco perché è stato detto sopra che dopo questo Angelo, che stava sulla terra e sul mare, sette tuoni emisero le loro voci. Vedi quello che è stato detto sopra, al versetto 4. – 2°. L’esecuzione di questo Concilio incontrerà anche grandi difficoltà da parte dei sacerdoti malvagi, quando le Veneri dovranno scomparire del tutto, così come gli idoli d’oro e d’argento e la vita oziosa. E tutte queste difficoltà sono espresse in queste parole: Ma dopo averlo divorato, divenne amaro nelle mie viscere. – Come abbiamo detto, San Giovanni rappresenta qui la persona di tutta la Chiesa che dovrà subire amarezze, tribolazioni e molte difficoltà nell’attuazione di questo Concilio; ma questi mali non prevarranno, e i nemici della Chiesa non potranno impedire il compimento della grande opera di Dio. – 3°. Per consolare e rassicurare la Chiesa, l’inviato celeste aggiunge immediatamente il terzo effetto di questo libro, che sarà la predicazione del Vangelo e della fede cattolica a nazioni, popoli, uomini di varie lingue e a molti re, cioè a quei paesi che erano stati separati dal seno della loro Madre, la Chiesa romana, dal maomettanesimo, dallo scisma, dal protestantesimo o da qualsiasi altra setta. Questo è espresso nelle seguenti parole: Ed egli mi disse: Tu devi profetizzare di nuovo ai Gentili, ai popoli, agli uomini di diverse lingue e a molti re. Queste parole sono rivolte alla Chiesa che San Giovanni rappresenta; e la Chiesa predicherà con la voce di coloro che invierà ai popoli che avevano già conosciuto la luce della fede cattolica, ma che fecero defezione. Infatti, questo è ciò che è indicato dalle parole: È necessario che tu profetizzi di nuovo, affinché alla fine dei tempi la fede cattolica sia predicata di nuovo alle nazioni, ai popoli, agli uomini di varie lingue e a molti re, che abbandonarono la Chiesa, etc. Questo è infatti ciò che accadrà nella sesta epoca, che sarà un’epoca di consolazione, e che durerà fino alla settima ed ultima, che sarà l’età della consumazione.

§ II.

L‘estensione e l’esaltazione della Chiesa

CAPITOLO XI. VERSETTI 1-2

Et datus est mihi calamus similis virgæ, et dictum est mihi: Surge, et metire templum Dei, et altare, et adorantes in eo: atrium autem, quod est foris templum, ejice foras, et ne metiaris illud: quoniam datum est gentibus, et civitatem sanctam calcabunt mensibus quadraginta duobus.

[E mi fu data una canna simile ad una verga, e mi fu detto: Sorgi, e misura il tempio di Dio, e l’altare, e quelli che in esso adorano. Ma l’atrio, che è fuori del tempio, lascialo da parte, e non misurarlo: poiché è stato dato alle genti, e calpesteranno la città santa per quarantadue mesi.]

Vers. 1. – E mi fu data una verga simile a un metro e mi fu detto: “Alzati e misura il tempio di Dio, l’altare e coloro che lo adorano“.

I. Queste parole esprimono il quarto effetto del libro annunciato sopra, ed il suo scopo sarà la predicazione del Vangelo con l’aiuto della misericordia divina; vale a dire, la conversione di quasi tutto il mondo all’unica, vera, apostolica e santa fede cattolica; poiché la Chiesa latina si diffonderà in lungo e in largo, per terra e per mare, e sarà confortata e glorificata. Si ordina a San Giovanni di misurarla per significare la sua immensa estensione e la moltitudine di popoli che verranno anche da lontano e accorreranno a lei dalle estremità della terra. Così è scritto in Genesi, XV, 5: « Il Signore fece uscire Abramo dalla sua tenda e gli disse: Guarda in cielo e conta le stelle, se puoi; così sarà la tua discendenza. » Ora, è nello stesso modo che San Giovanni ci dice qui: 1°. E mi fu dato una canna come un bastone di misura. L’asta di misura viene utilizzata per misurare edifici, campi e altre cose in lunghezza, larghezza e profondità, in una parola, per superfici e cubi. È nello stesso senso che i Vescovi usano il bastone del loro pastorale per misurare il pavimento e le pareti dei templi e delle chiese, nella cerimonia sacre. Ed è questo stesso bastone, simile ad un bastone di misura, che fu dato in spirito a San Giovanni, per significare con la metafora che immediatamente prima degli ultimi tempi, la Chiesa sarà immensa, e che sarà nuovamente edificata e consacrata al suo Sposo Gesù-Cristo. 2°. E mi fu detto: Alzati. Queste parole significano anche che il tempio del Signore sarà ampliato immensamente e che la casa di Dio sarà costruita nelle quattro parti del mondo. Alzati, cioè lascia il tuo posto, il tuo paese, e vai in tutti gli angoli del mondo a misurare questo tempio. A San Giovanni è comandato di fare uso di questo modo di parlare e scrivere per la consolazione della Chiesa, come è anche riportato in Genesi, XIII, 14: « Il Signore disse ad Abramo: Alza gli occhi e guarda dal luogo dove sei ora verso l’Aquilone ed il Mezzogiorno, verso l’Oriente e l’Occidente. Tutta la terra che vedi la darò a te e ai tuoi discendenti per sempre. Io moltiplicherò i tuoi discendenti come la polvere della terra; se uno tra gli uomini può contare la polvere della terra, allora potrà contare la tua posterità Alzati e percorri la terra in tutta la sua lunghezza e in tutta la sua larghezza, perché io te la darò ». Sappiamo che questo seme di Abramo doveva essere esteso secondo la fede, e questo seme è davvero innumerevole, poiché contiene tutti i figli della fede dal tempo di Abramo fino all’ultimo giorno del mondo. 3º Misura il tempio di Dio, l’altare e coloro che adorano. Con il tempio, che a San Giovanni è stato comandato di misurare qui, comprendiamo l’immensa estensione della nuova Chiesa che si unirà alla Chiesa latina attraverso la conversione delle nazioni in America, Africa, Asia ed Europa, e di cui abbiamo visto un così felice inizio nella quinta età, in Cina, India, Giappone ed altri paesi. (dal 1846 al 1878, furono erette da Papa Pio IX, 206 nuove diocedi e vicariati apostolici in tutto il mondo, in Africa, Asia, Americhe ed Oceania – ndr. -) L’altare significa metafisicamente l’onore e l’esaltazione del Santo Sacrificio della Messa, che sarà celebrato su tutta la superficie della terra; e il nome di Nostro Signore Gesù Cristo sarà ugualmente glorificato dagli uomini sull’altare con grande fede. E quelli che adorano: queste parole indicano prima di tutto i sacerdoti; il testo latino dice: in eo: all’altare; infatti i sacerdoti saranno sparsi in grande moltitudine su tutta la terra; e con il Sacrificio continuo adoreranno Dio Padre ed il suo Figlio Gesù, in unione con lo Spirito Santo. E quelli che adorano. Queste parole significano anche i Cristiani che avranno uno zelo molto grande per assistere a questo augusto Sacrificio, e per frequentare la sacra mensa. Gesù Cristo parla di questa sesta età della Chiesa in San Matteo XXIV, 14, e la indica come un segno che precederà l’ultima desolazione e il giorno della sua seconda venuta. « Questo vangelo del regno sarà predicato in tutto il mondo come una testimonianza a tutte le nazioni, e poi verrà la fine. » Allo stesso modo in San Giovanni, X, 16: « E ho altre pecore, che non sono di questo ovile; Io devo portare anche loro, ed esse ascolteranno la mia voce, e ci sarà un solo ovile e un solo pastore. » Allo stesso modo ancora in Isaia II, 2: « Ecco, negli ultimi giorni il monte dove abita il Signore sarà innalzato sopra i colli, sulla cima dei monti; e tutte le nazioni verranno ad esso in moltitudine. » Infine, nel Profeta Michea, IV, 12, etc..

L’APOCALISSE INTERPRETATA DAL BEATO B. HOLZHAUSER (XVI)

Autore: Associazione Cristo-Re Rex regum

Siamo un'Associazione culturale in difesa della "vera" Chiesa Cattolica.