IL CATECHISMO DELLA MAMMA (2)

Il CATECHISMO DELLA MAMMA [II]

LA RELIGIONE SPIEGATA AI BAMBINI DA L’ABATE DE SAINT-.JEAN

Nihil obstat

Ian. 1933

Can.cus DOCT. I. DAL SASSO Cens. Eccl.

Imprimatur:

Patavii, die l4 Ian. 1933

CAN. CUS DOCT. P . CARMIGNOTO Vic. Gen.

Tipografia del Seminario – 1933

QUARTA LEZIONE

SPIEGAZIONE

Gesù Salvatore

Il bambino. – Gesù Cristo, mamma, non era dunque il più forte, poiché si è lasciato uccidere dai cattivi Giudei?

La mamma. – Gesù Cristo, bimbo mio, era, sì, il più forte; Egli era Dio; Egli non avrebbe avuto che a dire una parola, una parola sola come quando creò il mondo, e questa parola avrebbe rovesciato tutti i cattivi Giudei.

Il bambino. – E perché non la disse questa parola?

La mamma. – Perché Gesù Cristo doveva soffrire e morire per noi; sì, per te, mio caro, per la tua mammina, per tutti gli uomini.

Il bambino. – Per noi, mamma?

La mamma. – Sì, mio caro, sono le nostre cattive azioni, voglio dire i nostri peccati, che obbligarono Gesù Cristo a venire sulla terra a soffrire e morire per noi.

Il bambino. – Vuoi dirmi un po’ in qual modo, mamma?

La mamma. – Lo farò, bimbo mio, ma sarà una storia un po’ lunga.

Il bambino. – Tu sai, mamma, che io preferisco le lunghe storie.

La mamma. – La mia lunga storia si chiama storia della REDENZIONE DEGLI UOMINI.

Il bambino – Ripetimi questa difficile parola, mamma.

La mamma. – Dico: Redenzione degli uomini; una storia dove gli uomini tutti sono SALVATI da Gesù Cristo il Figlio di Dio.

Il bambino. – Erano dunque perduti gli uomini, se Gesù Cristo è venuto a salvarli?

La mamma. – Sì, bimbo mio, noi eravamo tutti nello stato orribile di un uomo che sta per annegare. Gesù Cristo è venuto in nostro soccorso; Egli è il nostro Salvatore.

Il bambino. – Allora, mamma, tutti gli uomini sarebbero annegati, senza Gesù Cristo loro Salvatore?

La mamma. – Fu per meglio farti capire la storia della Redenzione che ho detto de l’uomo che annegava. Ecco dunque, mio caro, quello che avvenne. Quando Dio fece il primo primo padre e la prima madre di tutti

gli uomini, che noi chiamiamo Adamo ed Eva, Dio diede loro molta felicità. Essi vivevano in un luogo magnifico chiamato il paradiso terrestre e il loro corpo allora non poteva né soffrire, né morire. Avevano soprattutto la grazia che li faceva tanto cari a Dio.

Il bambino. – Come sarei stato felice io, mamma, se fossi stato al posto di Adamo ed Eva!

La mamma. – Essi perdettero però questa grande felicità per colpa loro.

Il bambino. – In che modo, mamma?

La mamma. — Dio volle sapere se Adamo ed Eva meritavano una felicità che essi dovevano soltanto alla sua bontà. Per conoscere l’obbedienza dei nostri primi genitori, Dio disse loro: « Voi non mangerete il frutto di quel tale albero ».

Il bambino. – Io non l’avrei mangiato quel frutto!

La mamma. – Adamo ed Eva, da principio, parlarono come te; ma il frutto proibito parve loro cosi bello che essi pensarono dovesse essere buono assai; e la nostra madre Eva ne mangiò per la prima e il nostro padre Adamo, per compiacere la sua compagna, a sua volta mangiò pure una parte del frutto.

Il bambino. – E che fece Dio allora?

La mamma. – Cacciò dal paradiso terrestre i nostri primi genitori.

Il bambino. – Ben fatto per loro!

La mamma. – In causa di questa disobbedienza, Adamo ed Eva separati da Dio, perdettero colla grazia tutta la loro felicità, conobbero il dolore, furono obbligati a lavorare penosamente e morirono come muoiono gli altri uomini.

Il bambino. – Come furono disgraziati! E Dio ha loro perdonato?

La mamma. – Dio promise di mandare sulla terra il suo Divin Figliolo a meritare a tutti gli uomini i1 perdono.

Il bambino. – Ma gli altri uomini non avevano mica mangiato il frutto proibito, Dio non aveva dunque niente da perdonare a loro, mamma?

La mamma. – La colpa dei nostri primi genitori aveva portato danno a tutti gli uomini, privandoci del paradiso, dove non avremmo mai potuto entrare.

Il bambino. – Perché, mamma, la porta del paradiso fu chiusa a tutti gli uomini?

La mamma. – Perché la colpa di Adamo aveva impresso su tutta l’umana famiglia una macchia che nessuno poteva cancellare. È quello che si chiama il peccato originale. E non si può entrare in paradiso con una macchia.

Il bambino. – Non ti sembra, mamma, che Dio sia stato molto severo?

La mamma. – Al contrario, figliuolo mio, Dio fu così buono che per cancellare codesta macchia e permettere a tutti gli uomini di entrare in paradiso, ha permesso al Figlio suo di sostenere egli stesso il castigo che Adamo aveva meritato per la sua disobbedienza.

Il bambino. – Allora, mamma, è Gesù che ha preso il posto di Adamo e il nostro?

La mamma. – Sì, figliuolo mio, Gesù stette davanti al Padre suo, come il colpevole.

Il bambino. – E quale fu il suo castigo?

La mamma. – Per meritarci il perdono del suo Padre e ottenerci alla fine della nostra vita la felicità di essere sempre con Dio, Gesù Cristo s’è fatto uomo.

Il bambino. – Lo so, mamma, questo è il mistero de l’Incarnazione.

La mamma. – Ed ora ecco, bimbo mio, il MISTERO DELLA REDENZIONE. Al fine di salvare tutti gli uomini, Gesù Cristo è morto per loro. Capisci ora tu, perché Gesù Cristo si è lasciato mettere a morte senza resistere, senza neppure un lamento, dai cattivi Giudei?

Il bambino. – Lo capisco, mamma, ma dimmi ancora come è morto questo Gesù così buono?

La mamma. – Lo hanno inchiodato sopra una croce fra due ladroni.

Il bambino. – Oh, come i chiodi devono aver fatto male alle sue mani e ai suoi piedi, mamma!

La mamma. – Un male ch’è impossibile ch’io ti dica, bimbo mio. Tu vedi quanto la nostra felicità è costata cara a Gesù!

II bambino. – Mamma, e che giorno è morto Gesù Cristo?

La mamma. – GESÙ CRISTO È MORTO IL VENERDÌ SANTO.

Il bambino. – E dove?

La mamma. – A GERUSALEMME, sopra un monte detto Calvario.

Il bambino. – E poi, mamma, che cosa avvenne?

La mamma. – Il terzo giorno dopo la sua morte, ossia il giorno di Pasqua, Gesù Cristo uscì vivo DAL SEPOLCRO dove il suo corpo era stato deposto.

Il bambino. – Lo si vide dunque ancora, Gesù Cristo?

La mamma. – Sì, mio caro, lo si vide ancora, si toccarono i suoi piedi e le sue mani, trafitti da grossi chiodi, e si mangiò e si bevette con Lui.

Il bambino. – E si può ancora vederlo?

La mamma. – No, bimbo mio, perché È RITORNATO AL CIELO, QUARANTA GIORNI DOPO LA SUA RISURREZIONE, IL GIORNO DELL’ASCENSIONE. Ed è nel paradiso, ossia nel cielo, che Egli ci aspetta.

Il bambino. – Dunque, mamma, Gesù Cristo non ritornerà più sulla terra?

La mamma. – Vi ritornerà alla fine del mondo, per giudicare tutti gli uomini.

Il bambino. – Perché gli uomini saranno giudicati?

La mamma. – Per sapere se essi avranno meritata la felicità del paradiso.

Il bambino. – Ma poiché Gesù Cristo è morto per guadagnare agli uomini il paradiso, gli uomini devono essere sicuri di entrarvi.

La mamma. – Vi sono degli uomini, bimbo mio, che per loro colpa possono di nuovo perdere tanta felicità.

Il bambino. – E come?

La mamma. – Facendo il male e morendo senza averne chiesto perdono a Dio.

Il bambino. – Che ne sarà di codesti uomini cattivi?

La mamma. – Essi saranno puniti, e questa volta il castigo durerà sempre. Questo castigo sarà l’INFERNO.

Il bambino. – E gli uomini buoni, avranno essi una ricompensa che durerà sempre?

La mamma. — Certamente, mio caro. Gli uomini buoni avranno la felicità di vedere Dio sempre e di amarlo sempre. Questo è il cielo.

QUARTA LEZIONE

RECITAZIONE

Gesù Salvatore

D. Perché il Figlio di Dio s’è fatto uomo?

R. Il Figlio di Dio s’è fatto uomo per salvarci.

D. Da che cosa ci ha salvati Gesù Cristo?

R. Dalla morte eterna meritata per il peccato dei nostri primi genitori.

D. Quali furono i nostri primi genitori?

R. I nostri primi genitori, ossia il primo uomo e la prima donna, furono Adamo ed Eva.

D. Come si chiama il peccato dei nostri primi genitori?

R. Si chiama il peccato originale.

D. In qual modo Gesù Cristo ci ha salvati?

R. Soffrendo e morendo per noi sulla croce.

D. Come chiamate il mistero del Figlio di Dio morto sulla Croce per salvare gli uomini?

R. Si chiama il mistero della Redenzione.

D. In che giorno è morto Gesù Cristo?

R. II Venerdì Santo.

D. Gesù Cristo è rimasto fra i morti?

R. – No, Gesù Cristo è risuscitato il terzo giorno dopo la sua morte, vale a dire il giorno di Pasqua.

D. – Che fece Gesù Cristo appena risuscitato?

R. – Durante quaranta giorni Gesù Cristo si mostrò ai suoi discepoli e li istruì.

D. – Che cosa fece in seguito?

R. – Salì al cielo.

D. – In che giorno Gesù Cristo è salito al cielo?

R. – Il giorno de l’Ascensione.

D. – Che cosa fece Gesù quando fu salito al cielo?

R. – Gesù Cristo mandò lo Spirito Santo ai suoi Apostoli.

D. – Che giorno?

R. – Il giorno di Pentecoste, il cinquantesimo giorno dopo Pasqua.

D. – Ritornerà Gesù Cristo sulla terra?

R. – Sì, Gesù Cristo ritornerà sulla terra alla fine del mondo.

D. – Perché?

R. – Per giudicare tutti gli uomini del bene e del male che essi avranno fatto.

QUINTA LEZIONE

SPIEGAZIONE

I comandamenti di Dio

Il bambino. – E il tuo bambino, mamma, credi tu che andrà in Paradiso?

La mamma. – Si, il mio bambino andrà in Paradiso se farà il bene.

Il bambino – Come lo si fa il bene, mamma?

La mamma. – Obbedendo come si conviene a Dio.

Il bambino. – E come si obbedisce a Dio?

La mamma. – Facendo tutto quello che Egli ci ha comandato.

Il bambino. – E che cosa ci ha comandato Dio?

La mamma. – Tu stai imparandolo ogni giorno, mattina e sera, quando reciti con me le tua preghierina. Ricordati, mio caro, dei DIECI COMANDAMENTI DI DIO.

Il bambino. – Dieci ve ne sono, mamma?

La mamma. – Sì, bimbo mio, tanto che i comandamenti di Dio si chiamano: il DECALOGO O le DIECI PAROLE. – Questi comandamenti, Dio li diede a Mosè, sul monte Sinai, fra lampi e tuoni. Mosè era il condottiero degli Ebrei. Egli riportò al suo popolo i dieci comandamenti di Dio scolpiti su tavole di pietra, che furono chiamate le Tavole della legge.

Il bambino. – Vuoi, mamma, spiegarmi i dieci comandamenti, perché io possa obbedire a Dio?

La mamma. – Ben volentieri, mio caro. Ti parlerò anzitutto dei tre primi comandamenti che riguardano Dio. Ascoltami.

Il bambino. – Sì, mamma.

La mamma. – Dio, col primo comandamento ci ordina di rimanere a lui fedeli, il che vuol dire di non dimenticarlo e non abbandonarlo.

Il bambino. – Che cosa si deve fare per rimanere fedeli a Dio?

La mamma. – Quattro cose, figliuolo mio:

1° CREDERE IN DIO, perché Egli non può ingannarsi, né ingannare noi.

2° SPERARE IN LUI, perché Egli mantiene tutte le sue promesse.

AMARLO CON TUTTO IL CUORE e sopra ogni cosa.

4° ADORARE LUI SOLO, perché Egli solo può essere riconosciuto come il padrone di tutte le cose.

Il bambino. – E può un bambino come me fare tutto questo, mamma?

La mamma. – Sì, bimbo mio, tu fai tutto questo mediante le tue preghiere quando reciti con tutto il cuore GLI ATTI di Fede, DI SPERANZA E DI CARITÀ.

Il bambino. – E poi, mamma?

La mamma. — Poi, col secondo comandamento Dio ci domanda di non giurare contro la verità e di non bestemmiare.

Il bambino. – Che cos’è giurare contro la verità?

La mamma. – È quando gli uomini dicono: Giuro davanti a Dio che la tal cosa è vera, ed invece tale cosa è falsa.

Il bambino. – Che cos’è bestemmiare?

La mamma. – È il dire parole ingiuriose contro Dio o contro la sua santa Religione.

Il bambino. – Chi le dice codeste parole ingiuriose?

La mamma. – Gli uomini maleducati, gli empi e quelli che si adirano. S’ingiuria sovente Dio nei momenti di collera. – Passiamo al terzo comandamento.

Il bambino. – Riguarda anche me questo comandamento, mamma?

La mamma. – Riguarda tutti gli uomini, come tutti i comandamenti di Dio. Ed è anche per tutti i bambini ragionevoli come il mio tesorino.

Il bambino. – E che cosa dice esso, mamma?

La mamma. – Ci ricorda che noi dobbiamo passare santamente la domenica.

Il bambino. – Che cosa si deve fare per passare santamente la domenica?

La mamma. – Bisogna andare alla Messa e non lavorare, quel giorno.

Il bambino. – Allora, mamma, io non devo in quel giorno fare il mio compito scritto?

La mamma. – Sono i lavori dei campi e di officina che Dio proibisce, lavori che si chiamano opere servili.

– Vengono adesso altri comandamenti di Dio che riguardano il prossimo.

Il bambino. – Che cos’è il prossimo, mamma?

La mamma. – Son tutti gli uomini, bimbo mio, anche i nostri nemici; intendo quelli che ci hanno fatto del male. Dio vuole che noi siamo buoni col prossimo. E prossimo sono primamente i nostri genitori, poi i nostri maestri. Dio dunque ha fatto questo comandamento per ricordare ai fanciulli i loro doveri verso i genitori e i maestri che li rappresentano.

Il bambino. – Che cosa dice, mamma, questo comandamento?

La mamma. – Il quarto comandamento di Dio ci ordina di obbedire ai nostri genitori e ai nostri maestri. Tu sai, mio caro, come si deve obbedire?

Il bambino. – Sì, mamma, prontamente e senza mormorare.

La mamma. – Siamo giunti al quinto comandamento.

Questo ci PROIBISCE DI UCCIDERE E OFFENDERE il prossimo.

Il bambino. – Ma se il prossimo, mamma, fosse stato cattivo con noi?

La mamma. – Il male che noi faremmo al prossimo non sanerebbe quello che a noi fosse stato fatto; non vi sarebbe che un male di più, quello fatto da noi. E poi, bimbo mio, noi dobbiamo perdonare, se vogliamo che Dio perdoni a noi.

Il bambino. – Allora, mamma, non si possono picchiare i compagni, quando i compagni hanno picchiato noi?

La mamma. – No, bimbo mio, e quando si è litigato non bisogna mai rifiutare di fare la pace coi compagni.

Il bambino. – Sì, mamma, perdonerò.

La mamma. – Sta bene, figliuolo mio; se tu vuoi conservarti un fanciullo onesto e meritarti con la fiducia dei genitori quella dei tuoi compagni, non dimenticare mai ciò che proibiscono il settimo e l’ottavo comandamento di Dio.

Il bambino. – Oh, dimmi dunque, che cosa proibiscono essi?

La mamma. – Il settimo comandamento proibisce di PRENDERE E RITENERE QUELLO CHE NON È  NOSTRO.

L’ottavo comandamento proibisce di mentire. Capisci, bambino mio?

Il bambino. – Sì, mamma, non bisogna essere né ladro, né bugiardo.

La mamma. – Poiché tu hai così bene inteso, non ho bisogno di spiegarti il decimo comandamento, il quale non fa che completare il settimo. Questo decimo comandamento ci proibisce perfino di desiderare quelle cose che non ci appartengono.

Il bambino. – Credo, mamma, che tu abbia dimenticato di parlarmi del sesto e del nono comandamento di Dio.

La mamma. – Questi due comandamenti ci proibiscono i pensieri e le azioni impure.

Il bambino. – E se si disobbedisse ai comandamenti di Dio, che cosa ne verrebbe, mamma?

La mamma. – Un peccato, bimbo mio. Tutte le disobbedienze ai comandamenti di Dio sono peccati. Ve ne sono di più gravi che si chiamano MORTALI e meritano l’inferno; e di meno gravi che si chiamano VENIALI, e fanno sì che il Signore ci ami meno.

Il bambino. – E che cosa si acquista quando si obbedisce come si deve, ai comandamenti di Dio?

La mamma. – Il Paradiso.

QUINTA LEZIONE

RECITAZIONE

I comandamenti di Dio

D. Che cosa dobbiamo fare per salvarci?

R. Bisogna obbedire ai comandamenti di Dio.

D. Quanti sono i comandamenti di Dio ?

R. I comandamenti di Dio sono dieci.

D. Recitateli:

Io sono il Signore Dio tuo:

Non avrai altro Dio fuori di me.

Non nominare il nome di Dio invano.

Ricordati di santificare le feste.

Onora il padre e la madre.

Non ammazzare.

Non commettere atti impuri.

Non rubare.

Non dire falsa testimonianza.

Non desiderare la donna d’altri.

Non desiderare la roba d’altri.

D. Che cosa ci ordina Dio col primo comandamento?

R. Dio ci ordina di rendere a Lui tutto quello che gli è dovuto.

D. Che cosa dobbiamo noi a Dio ?

R. Noi dobbiamo: 1° Credere in Lui; – 2° Sperare in Lui; – 3° Amarlo con tutto il cuore; – 4° Adorare lui solo.

D. Quali sono le virtù inerenti a tali atti?

R. Credere in Dio, è la virtù della Fede; sperare in Dio, è la virtù della Speranza; amare Dio con tutto il nostro cuore, è la virtù della Carità; adorare Lui solo, è la virtù della Religione.

D. Che cosa ci ordina Dio col secondo comandamento?

R. Ci ordina di non giurare contro la verità e di non bestemmiare il suo santo nome.

D. Che cosa ci ordina Dio col terzo comandamento?

R. Dio ci ordina di passare santamente la Domenica.

D. Che cosa si deve fare per santamente passare la Domenica?

R. Bisogna andare alla S. Messa e non lavorare quel giorno in opere servili.

D. Che cosa ci ordina Dio col quarto comandamento?

R. Dio ci ordina di rispettare i nostri genitori, di obbedir loro e venir loro in aiuto.

D. Non si devono rispettare altre persone?

R. Sì, i nostri superiori, i nostri maestri.

D. Che cosa ci ordina il quinto comandamento?

R. Dio ci ordina di rispettare la vita del prossimo, ossia di non ucciderlo, né fargli del male, né dir male di lui.

D. Che cos’è il prossimo?

R. Prossimo, sono tutti gli uomini.

D. I nostri nemici, sono anch’essi prossimo nostro?

R. Sì, e noi dobbiamo pregare per essi.

D. Che cosa ci ordina il sesto comandamento?

R. Il sesto comandamento ci ordina di essere puri di corpo e di spirito.

D. Che cosa ci ordina il settimo comandamento?

Col settimo comandamento, Dio ci ordina di non prendere né ritenere quello che non ci appartiene.

D. Che cosa ci ordina l’ottavo comandamento?

R. Dio ci ordina con l’ottavo comandamento, di non mentire.

D. Che cosa ci ordina il nono comandamento?

R. Dio ci ordina di non pensare a cose impure e di non desiderare di commettere impure azioni.

D. Che cosa ci ordina il decimo comandamento?

R. Col decimo comandamento Dio ci ordina di non desiderare quei beni che non ci appartengono.

IL PECCATO E I FINI ULTIMI

D. Qual male commette colui che disobbedisce ai comandamenti di Dio ?

R. Colui che disobbedisce ai comandamenti di Dio commette un peccato.

D. Vi sono più sorta di peccati?

R. Sì, perché vi sono più sorta di disobbedienze, di gravi e di leggere.

D. Come chiamate una grave disobbedienza ai comandamenti di Dio?

R. – Chiamo questa disobbedienza un peccato mortale.

D. — Come chiamate una disobbedienza leggera ai comandamenti di Dio?

R. – Chiamo questa disobbedienza un peccato veniale.

D. – Qual è il castigo meritato per il peccato mortale?

R. – È l’Inferno.

D. – Che cos’è l’Inferno?

R. – È la separazione eterna da Dio, con tormenti che non finiranno mai.

D. – Qual è il castigo meritato pel peccato veniale?

R. – È il Purgatorio.

D. – Che cos’è il Purgatorio?

R. – È la temporanea separazione da Dio, con delle sofferenze per purificare le anime dai resti del peccato.

D. – Conoscete voi altri peccati a l’infuori delle disobbedienze ai comandamenti di Dio?

R. – Vi sono sette altri peccati che si chiamano capitali, perché sono la sorgente di tutti gli altri peccati.

D. – Quali sono?

R. – 1° La superbia; 2° l’avarizia; 3° la lussuria; 4° l’ira; 5° la gola, 6° l’invidia; 7° l’accidia.

D. – Quale sarà la ricompensa di coloro che avranno obbedito ai comandamenti di Dio e che avranno fuggito il peccato?

R. – Il Cielo.

D. – Che cos’è il Cielo?

R. – È la vista e il possesso di Dio per sempre.

SESTA LEZIONE

SPIEGAZIONE

La grazia e i sette sacramenti

II bambino. – È molto difficile, mamma, di non disobbedire proprio mai ai comandamenti di Dio?

La mamma. – Questo sarebbe perfino impossibile, mio figliuolo, SENZA LA GRAZIA DI DIO.

Il bambino. – Che cos’è la grazia di Dio?

La mamma. – È l’aiuto di Dio. Noi non potremmo obbedire come si conviene a Dio, se Dio stesso non ci aiutasse ad obbedirgli.

Il bambino. – Ma se proprio lo si volesse, mamma, non credi tu che si potrebbe obbedirgli anche da soli?

La mamma. – Non sempre, bimbo mio. Noi siamo così deboli e la voglia di disobbedirgli è talvolta così grande, che per restar buoni noi abbiamo bisogno della forza di Dio.

Il bambino. – Allora, mamma, quando io sono cattivo è perché Dio non ha voluto aiutarmi ad essere buono?

La mamma. – No, mio caro; Dio non rifiuta mai di aiutarci, perché Egli non ci rifiuta mai le sue grazie. Ma Dio non può costringerci a fare il bene contro la nostra volontà.

Il bambino. – Ma si, mamma, poiché Dio è il più forte!

La mamma. – Dio è più forte de l’uomo, ma l’uomo è libero, egli può scegliere tra il bene ed il male. E Dio, caro bambino, ha voluto che l’obbedienza de l’uomo fosse libera per poterla ricompensare.

Il bambino. – E quando si è prescelto il male e si è rifiutato la grazia di Dio, Dio si disgusta con noi?

La mamma. – Iddio, mio caro, perdona sempre; ma quando si è commesso un peccato, la grazia si spegne ne l’anima nostra, come il fuoco sul focolare. Essa si spegne un poco se il peccato è veniale; si spegne completamente se il peccato è mortale.

Il bambino. – E non può più riaccendersi la grazia?

La mamma. – Sì, Iddio può ancora riaccendere la sua grazia nelle anime nostre, purché ci pentiamo dei nostri peccati secondo il modo che Egli ha stabilito, come ti spiegherò più tardi.

Il bambino. – La grazia, mamma, può anche crescere nell’anima nostra?

La mamma. – Sì, mio caro, con le preghiere, con le opere buone, e specialmente con l’uso dei SS. Sacramenti a ciò destinati. I Sacramenti racchiudono la GRAZIA e la riversano nelle anime nostre, come i piccoli canali portano l’acqua al fiume.

Il bambino. – Che cosa sono i Sacramenti?

La mamma. – Anziché dirtelo, preferisco darti una spiegazione; tu capirai meglio, bimbo mio. Stammi attento.

Il bambino. – Sì, mamma.

La mamma. – Quando sei ritornato dalla scuola, l’altro giorno, che cosa recavi sul petto?

Il bambino. – La croce d’onore.

La mamma. — Che cosa significa quella croce, bimbo mio?

Il bambino. – Che io avevo studiato bene e che ero stato molto buono.

La mamma. – La croce era dunque un SEGNO del tuo merito, voglio dire la prova del tuo lavoro e della tua bontà.

Il bambino. — Sì, mamma.

La mamma. — Vedi ora il fumo che esce dal camino?

Il bambino. — Lo vedo, ed è ben azzurro quest’oggi.

La mamma. – Dimmi, poiché lo vedi, che cosa ti indica quel fumo azzurrino?

Il bambino. – Mi indica che sul focolare arde il fuoco.

La mamma. – Benissimo, bimbo mio. Ora tu potrai forse capire che cosa sia un Sacramento. È un SEGNO SENSIBILE scelto da Gesù Cristo per darci la grazia.

Il bambino. – Che cos’è un segno sensibile?

La mamma. – È un segno che si può vedere, toccare, udire.

Il bambino. – E perché Gesù Cristo ha Egli scelto dei segni per darci la grazia?

La mamma. – Perché noi meglio intendessimo quello che ogni Sacramento produce nelle anime nostre. I Sacramenti sono un po’ come i rimedi del farmacista. Sono i rimedi di Dio; ve ne sono per tutte le malattie e per tutti i bisogni delle nostre anime.

Il bambino. – Dimostrami come, mammina.

La mamma. – È facilissimo, bimbo mio. Tu sai come l’acqua serve a lavare quello che è sudicio. Essa fu scelta da Gesù Cristo come segno sensibile del Sacramento che deve lavare l’anima nostra dal peccato originale. L’olio rende più forti e più flessibili le membra de l’uomo. Esso è il segno sensibile del Sacramento che dà la forza e la dolcezza alle anime nostre. Il pane è stato usato per un altro Sacramento, affine di dimostrarci che l’anima nostra ha bisogno di un nutrimento, come il nostro corpo. E cosi per ogni Sacramento.

Il bambino. – Ve ne sono dunque molti Sacramenti, mamma?

La mamma. – Sono sette, mio caro.

Il bambino. – Sai tu, mamma, come si chiamano?

La mamma. – Ecco il loro nome: Il Battesimo, la Cresima, l’Eucaristia, la Penitenza, l’Estrema Unzione, l’Ordine, il Matrimonio.

Il bambino. – Qual è, mamma, il Sacramento che, come tu mi hai detto, lava l’anima dal peccato originale?

La mamma. – Tu lo hai ricevuto, bimbo mio, appena nato, la prima volta che ti portarono alla chiesa; questo Sacramento si chiama il Battesimo.

II bambino. — Come hanno fatto, mamma, per darmi il Battesimo?

La mamma. – Il sacerdote ha versato l’acqua sulla tua fronte dicendo: Io ti battezzo nel nome del Padre e del Figliuolo e dello Spirito Santo. In quel momento tu sei divenuto CRISTIANO, un FIGLIOLINO DI DIO.

Il bambino. – Ma sono però sempre figliolino tuo, mamma?

La mamma. – Sì, mio caro, tu fosti e sarai sempre mio figlio. Ma nel farti battezzare io ti ho dato a Dio perché Egli ti protegga sulla terra e ti doni più tardi il suo Paradiso. Gesù stesso volle essere battezzato da Giovanni Battista per santificare le acque del nostro Battesimo.

Il bambino. – E il Sacramento per il quale si adopera l’olio, come lo chiami, mamma ?

La mamma. – Vi sono tre sacramenti dei quali l’olio è il segno sensibile. Vi è dapprima il Sacramento della Cresima che fa scendere in noi lo Spirito Santo, la terza Persona della SS. Trinità. E lo spirito Santo ci rende miti e forti insieme.

Il bambino. – E l’altro, mamma?

La mamma. – L’altro è il Sacramento della Estrema Unzione che si dà agli ammalati per aiutarli a morir bene, ed anche per guarirli, se così piace a Dio.

Il bambino. – E l’altro?

La mamma. – L’altro è quello che si riceve per divenire sacerdote. È il Sacramento de l’Ordine.

Il bambino. – Tu mi hai anche parlato, mamma, di un Sacramento del quale è segno il pane?

La mamma. – È il Sacramento che tu riceverai quando farai la tua prima comunione, è l’Eucaristia. – Tu hai veduto in chiesa la piccola ostia bianca che il sacerdote trae dal tabernacolo durante la Messa? Quando quell’ostia verrà sulle tue labbra, non dimenticare, bimbo mio, che il sacerdote l’avrà mutata in quello che è il corpo, il sangue, l’anima e la divinità di Gesù Cristo.

Il bambino. – Dì, mamma, non soffre Dio, quando lo si mangia?

La mamma. – No, mio caro, Gesù Cristo risuscitato non può più né soffrire, né morire.

Il bambino. – Di’ ancora, mamma, come può Dio venire nella piccola ostia?

La mamma. – Egli vi viene per la potenza che ha data al sacerdote. Questi rappresenta Gesù Cristo a l’altare; egli non ha che a ripetere le parole dette da Gesù Cristo la vigilia della sua morte: « QUESTO È IL MIO CORPO, QUESTO È IL MIO SANGUE ». E la piccola ostia bianca diventa il corpo e il sangue di Gesù Cristo. Questo è il pane del cielo offerto alle anime nostre per nutrirle.

Il bambino. – E quando le dice, il sacerdote, queste parole?

La mamma. – Durante la Messa, a l’elevazione, nel momento che il campanello suona e tutte le teste si chinano. Il campanello ci annuncia che il pane del Cielo, vale a dire Gesù Cristo, è sceso su l’altare per nutrire le anime nostre.

Il bambino. – E tutti, mamma, possono mangiare questo pane del cielo?

La mamma. – Sì, mio caro, tutti quelli che credono Gesù presente ne l’ostia e non hanno a rimproverarsi alcun peccato mortale, possono mangiare di questo pane, cioè comunicarsi.

Il bambino. – E quando si ha rimorso di un peccato mortale, che cosa si deve fare?

La mamma. – Si va in Chiesa, dal signor Parroco o da un altro sacerdote, gli si dice il nostro peccato o piuttosto tutti i nostri peccati. È quello che si chiama CONFESSARSI. E se noi siamo molto addolorati delle nostre colpe e ben decisi a non più commetterle, il sacerdote ci dà l’ASSOLUZIONE, che vuol dire il perdono di Dio. Noi allora avremo ricevuto il Sacramento di Penitenza. Hai capito, mio caro?

Il bambino. – Sì, mamma.

La mamma. – Avrei a parlarti ancora del settimo Sacramento, ma tu non sei in grado di riceverlo.

Il bambino. – Quale, mamma?

La mamma. – È il Sacramento del Matrimonio.

I I bambino. – Quando si riceve il Sacramento del Matrimonio?

La mamma. – Quando ci si sposa in chiesa.

Il bambino. – E quelli che non vanno a sposarsi in chiesa?

La mamma. – Possono essere sposati davanti al mondo, ma non sono sposati davanti a Dio.

Il bambino. – Dunque, mamma, quelli che non si sposano in chiesa, non amano Dio?

La mamma. – Senza dubbio, mio figliuolo.

SESTA LEZIONE

RECITAZIONE

La grazia e i sette sacramenti

PARTE PRIMA

Della grazia

D. Possiamo noi con le sole nostre forze obbedire come si conviene ai comandamenti di Dio?

R. No; noi non lo possiamo che con la grazia di Dio.

D. Che cos’è la grazia?

R. È il soccorso che Dio ci dà per aiutarci a fare il bene.

D. Chi ci ha meritato la grazia?

R. Nostro Signore Gesù Cristo.

D. Che cosa si deve fare per ricevere la grazia meritataci da Gesù Cristo?

R. Bisogna domandarla con la preghiera e renderci cari a Dio mediante le nostre buone opere.

D. Qual è la migliore delle preghiere?

R. È il Padre Nostro o l’Orazione Domenicale, la preghiera che ci ha insegnato Gesù Cristo stesso.

D. Qual è, dopo il Padre nostro, la preghiera più bella?

R. È l’Ave Maria o la Salutazione Angelica, la preghiera che noi indirizziamo alla Vergine Santa, nostra Madre del Cielo.

D. Che cosa chiamate voi opere buone?

R. Tutto quello che noi facciamo per venire in aiuto al prossimo e piacere a Dio.

D. Dio, non ci dà egli la grazia in altra maniera?

R. Sì, Egli ce la dà anche e sopra tutto per mezzo dei Sacramenti.

PARTE SECONDA

Dei Sacramenti

I.

IL BATTESIMO E LA CRESIMA

D. Che cosa sono i Sacramenti?

R. Sono segni sacri scelti da Nostro Signore Gesù Cristo per darci la grazia e renderci santi.

D. Quanti Sacramenti vi sono?

R. Vi sono sette Sacramenti: Battesimo, Cresima, Eucaristia, Penitenza, Estrema Unzione, Ordine e Matrimonio.

D. Che cos’è il Battesimo?

R. È il Sacramento che lava l’anima dal peccato originale.

D. Il Battesimo non opera null’altro in noi?

R. Esso ci fa Cristiani, ossia figli di Dio e della Chiesa.

D. Quando avete voi ricevuto il Battesimo?

R. Ho ricevuto il Battesimo il giorno che il sacerdote versò dell’acqua sulla mia fronte dicendo: Io ti battezzo nel nome del Padre e del Figliuolo e dello Spirito Santo.

D. Che cos’è la Cresima?

R. È un sacramento che ci dona lo Spirito Santo e che ci rende perfetti Cristiani.

II.

LA PENITENZA

D. Che cos’è il sacramento della Penitenza?

R. È il sacramento che cancella i peccati commessi dopo il nostro Battesimo.

D. Quando si riceve il sacramento della Penitenza?

R. Quando si va a confessarsi e il sacerdote ci dà l’assoluzione.

D. Che cos’è l’assoluzione?

R. È il perdono di Dio.

D. Che cosa si deve fare per ricevere be ne il perdono di Dio?

R. Si devono fare tre cose:

Detestare i propri peccati.

2° Accusarli al sacerdote senza tacerne neppur uno.

3° Dire le preghiere imposte dal sacerdote.

D. Quale preghiera si deve dire mentre il sacerdote ci dà l’assoluzione?

R. Si deve dire con tutto il cuore l’atto di contrizione.

D. Dite l’atto di contrizione.

R. Mio Dio, mi pento con tutto il cuore dei miei peccati. Mi pento per l’inferno che ho meritato e per il Paradiso che ho perduto. Ma molto più mi pento perché peccando ho offeso un Dio così buono, così grande come siete Voi. Vorrei prima esser morto che avervi offeso, e propongo fermamente di non peccare più per 1’avvenire e di fuggire le occasioni prossime di peccato.

III.

L’EUCARISTIA

Che cos’è l’Eucaristia?

È il sacramento che ci dà Nostro Signore Gesù Cristo.

D. Quando si riceve il Sacramento dell’Eucaristia?

R. Quando ci si comunica.

D. Che cosa vuol dire comunicarsi?

R. Ricevere il corpo, il sangue, l’anima e la divinità di Nostro Signore Gesù Cristo presente ne l’ostia.

D. Quando Nostro Signore Gesù Cristo discende ne l’Ostia?

R. Durante la Messa, quando il sacerdote cambia l’ostia nel corpo e nel sangue di Gesù Cristo.

D. Come il sacerdote cambia l’ostia nel corpo e nel sangue di Gesù Cristo?

R. Dicendo nel nome di Gesù Cristo : « Questo è il mio corpo, questo è il mio sangue».

D. Bisogna desiderare di comunicarsi?

R. Sì, noi dobbiamo desiderarlo con tutto il cuore.

D. Chi può comunicarsi?

R. Colui che crede che Gesù Cristo è presente ne l’ostia e sa di non essere in peccato mortale.

D. – Chi si comunicasse sapendo di essere in peccato mortale che colpa commetterebbe?

R. – Farebbe un sacrilegio, ch’è un enorme delitto.

D. – Si può mangiare, prima di comunicarsi?

R. – No, bisogna essere a digiuno, ossia non avere bevuto né mangiato niente dalla mezzanotte.

IV.

L’ESTREMA UNZIONE, L’ORDINE E IL MATRIMONIO

D. – Che cos’è l’Estrema Unzione?

R. – È il Sacramento che ricevono quelli che sono gravemente malati.

D. – Perché si dà questo Sacramento ai malati?

R. – Per aiutarli a morire santamente e anche per guarirli se così piacerà a Dio.

D. – Che cos’ è l’Ordine?

R. – È il Sacramento che si riceve per divenir ministri della Chiesa.

D. – Che cos’è il Matrimonio?

R. – È il Sacramento che santifica l’unione de l’uomo e della donna.

D. – Come il Matrimonio santifica l’unione de l’uomo e della donna?

R. – Dando loro la grazia di vivere insieme cristianamente e di educare i loro figli ne l’amore di Dio.

SETTIMA LEZIONE

SPIEGAZIONE

La Chiesa

Il bambino. – In qual libro, mamma, hai tu imparato le belle storie che mi hai raccontato intorno a Dio e al piccolo Gesù?

La mamma. – Nel catechismo, bimbo mo.

Il bambino. – Che cos’è il catechismo?

La mamma. – È un piccolo libro che parla come noi parliamo, con domande e risposte.

Il bambino. – E sono vere, mamma, le storie di quel piccolo libro?

La mamma. – Vere, mio caro, quanto è vero il mio amore per te.

Il bambino. – E chi l’ha fatto, il catechismo?

La mamma. – È stata la Chiesa, figlio mio.

Il bambino. – La Chiesa, mamma? La Chiesa?

La mamma. – Sì, la Chiesa; e ti dirò che cosa essa sia. È la grande famiglia religiosa della quale Gesù Cristo è il capo.

Il bambino. – E come fece la Chiesa per fare il catechismo?

La mamma. – È pur questa una bella storia che ti posso narrare, bimbo mio.

Il bambino. – Dì su, mamma.

La mamma. – Gesù Cristo scelse dodici uomini ai quali insegnò la sua religione.

Il bambino. – Come me l’insegni tu, mamma?

La mamma. – Sì, un po’ così, bambino mio. Di questi poveri uomini Gesù volle fare i predicatori della sua religione, ovvero i suoi Apostoli. Prima di lasciare la terra, Egli disse dunque ai dodici Apostoli: ” Andate a battezzare tutti gli uomini e insegnate loro tutto quello che Io ho insegnato a voi ,,.

Il bambino. – E lo fecero, mamma?

La mamma. – Sì, essi fecero tutto quello che il loro Maestro aveva comandato; essi portarono nel mondo la buona novella della religione di Gesù Cristo.

Il bambino. – Ma il piccolo catechismo, mamma?

La mamma. – Aspetta un poco. Eccomi al piccolo catechismo. Siccome i dodici Apostoli dovevano andare ciascuno per la propria via, prima di separarsi si misero d’accordo per predicare ovunque le medesime cose, voglio dire le medesime verità.

Il bambino. – E come fecero, mamma, per predicare ovunque le medesime cose?

La mamma. — Composero quella preghiera che tu reciti mattina e sera e si chiama il Simbolo degli Apostoli o il Credo. È il primo catechismo, quello che ha servito a comporre il catechismo che tu imparerai per la tua prima comunione.

Il bambino. – Ma se lo hanno fatto gli Apostoli, mamma, il primo catechismo, non fu più la Chiesa a farlo?

La mamma. – Gli Apostoli hanno fatto il primo catechismo e hanno diffusa, nello stesso tempo, la Chiesa istituita da Gesù Cristo.

Il bambino. – Raccontami anche questa storia, mamma!

La mamma. – Ti dissi, bimbo mio, che la Chiesa era la grande società religiosa della quale Gesù Cristo era il capo.

Il bambino. – No, tu m’hai detto: una grande famiglia religiosa.

La mamma. – Una grande famiglia religiosa o una società religiosa, è la stessa cosa. In una famiglia come in una società, vi sono quelli che comandano e quelli che obbediscono. Così è anche in casa nostra, lo sai.

Il bambino. — Sì, mamma; papà e mamma comandano, ed io obbedisco.

La mamma. – E così è anche nella Chiesa. Gesù Cristo è il padre, ossia il capo di famiglia; tutti quelli che credono in lui e obbediscono ai suoi comandamenti, sono suoi figli. Si chiamano i fedeli.

Il bambino. – Sì, mamma, i fedeli sono i figli della Chiesa.

La mamma. – Questa società i cui fedeli sono oggi in tutti i paesi del mondo, è Gesù Cristo che l’ha fondata e diffusa poi a mezzo dei suoi Apostoli e loro successori. È Lui che ha dato un capo alla Chiesa.

Il bambino. – Ma il capo, mamma, non era bell’e pronto, poiché era Gesù Cristo?

La mamma. – Senza dubbio, mio caro. Ma Gesù Cristo non doveva rimanere sempre sulla terra. Occorreva qualcuno che lo sostituisse.

Il bambino. – Un luogotenente, mamma?

La mamma. – Sì, bimbo mio, e questo luogotenente fu un Apostolo.

Il bambino. – Come si chiamava egli?

La mamma. – Si chiamava Pietro; e Gesù Cristo lo fece sotto i suoi ordini capo della Chiesa quando gli disse: “Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa „.

Il bambino. – E gli altri Apostoli, mamma, non furono dei capi?

La mamma. – Essi pure comandarono sotto gli ordini de l’Apostolo Pietro, come l’Apostolo Pietro comandava sotto gli ordini di Gesù Cristo.

Il bambino. – E quelli che dovevano obbedire, quelli che tu chiami i fedeli, chi li diede alla Chiesa, mamma?

La mamma. – Gli Apostoli, figliuolo mio. Tutti quelli che ebbero fiducia negli Apostoli, si strinsero intorno ad essi. Essi credettero tutto quello che credevano gli Apostoli, essi fecero tutto quello che gli Apostoli dissero loro di fare. Fu una famiglia modello, la Chiesa.

Il bambino. – E sono morti, gli Apostoli?

La mamma. — Sì, bimbo mio.

Il bambino. – Allora non c’è più Chiesa, poiché non c’è più nessuno che la comandi?

La mamma. – La Chiesa non muore, mio caro.

Il bambino. – Perché, mamma?

La mamma. – Perché Gesù Cristo deve sempre rimanere con essa, ossia sempre guidarla da l’alto del Cielo.

Il bambino. – So bene che Gesù Cristo non muore. Ma gli Apostoli sono morti. Furono essi sostituiti?

La mamma. – Sì, bimbo mio; essi ebbero i loro successori.

Il bambino. – Qual è il successore di S. Pietro?

La mamma. – È il Papa. Da Gesù Cristo in poi, sempre vi furono dei Papi e sempre ve ne saranno. Il Papa d’oggi si chiama Pio XI.

Il bambino. – E dov’è?

La mamma. – A Roma, dove tutti lo possono vedere.

Il bambino. – Ma tu non mi hai detto chi abbia sostituito gli Apostoli?

La mamma. – I successori degli Apostoli sono i Vescovi.

Il bambino. – E i primi figli della Chiesa, chi li ha sostituiti?

La mamma. – Tutti quelli che seguono la religione di Gesù Cristo e obbediscono ai capi che Egli ha posti sulla terra.

Il bambino. – E i sacerdoti, a chi obbediscono?

La mamma. – Essi obbediscono ai Vescovi dei quali sono i rappresentanti, come i Vescovi obbediscono al Papa. È per questo che noi dobbiamo ascoltare i sacerdoti quando ci parlano nel nome di Gesù Cristo, come i figli ascoltano il loro padre.

Il bambino. – Come si chiamano oggi i figli della Chiesa?

La mamma. – Si chiamano i CATTOLICI, bambino mio.

Il bambino. – Che cosa significa questo nome?

La mamma. – Il nome di cattolico vuol dire che si appartiene ad una religione fatta per tutti gli uomini e diffusa per tutto l’universo.

Il bambino. – Sono io cattolico, mamma?

La mamma. – Sì, bimbo mio; ma devo dirti che per essere buon cattolico bisogna credere tutto quello che la Chiesa c’insegna e fare tutto quello che essa ci dice di fare. Tu reciti, per esempio, nella tua preghiera, i cinque comandamenti della Chiesa; ebbene, quando sarai più istruito nella tua religione, dovrai obbedire a questi comandamenti.

Il bambino. – E quando si è morti, mamma, si appartiene ancora alla Chiesa?

La mamma. – Quando si muore, bambino mio, con dei peccati mortali dei quali non si è ottenuto il perdono, questi peccati ci conducono immediatamente in un luogo di supplizi che si chiama l’INFERNO e dove si rimane per sempre. Allora da se stessi ci si cancella dal libro della Chiesa.

Il bambino. – E se non si muore con peccati mortali?

La mamma. – Si può morire, mio caro, con dei peccati veniali e andar a soffrire in PURGATORIO per i propri peccati. Ma si resta in Purgatorio solo quel tanto che occorre per fare la propria penitenza. E si è sempre della Chiesa che prega per la nostra liberazione.

Il bambino. – E se quando si muore l’anima fosse candida candida…?

La mamma. – Si va subito in CIELO, mio caro. E in Cielo si ritrova ancora la Chiesa, non più nella prova e nella sofferenza, ma nella felicità e nella gloria.

Il bambino. – E quelli che vanno in Cielo, mamma, non dimenticano quelli che restano sulla terra?

La mamma. – No, bimbo mio. La Chiesa della terra, la Chiesa del Purgatorio e quella del Cielo, che sono come un corpo solo del quale Gesù Cristo è il capo, non possono dimenticarsi. La Chiesa della terra viene in aiuto con le sue preghiere e le sue buone opere alla Chiesa del Purgatorio, e la Chiesa del Cielo intercede le grazie a quella della terra. È questa unione del Purgatorio, del Cielo e della terra, che si chiama la Comunione dei Santi.

Il bambino. – Che cosa sono i Santi?

La mamma. – Quelli dei quali l’anima è senza macchia davanti a Dio, come quella del bambino appena battezzato.

Il bambino. – E quando si faccia una macchia ne l’anima, non si può più essere santo?

La mamma. – Bisogna lavare codesta macchia facendo penitenza, e allora ritorniamo quali Dio ci vuole.

Il bambino. – Si conoscono i Santi, mamma?

La mamma. – Tu troverai i loro nomi nel calendario, ma ve ne sono altri, e sono così numerosi che non si possono contare. Dio li conosce, e tanto basta.

Il bambino. – E d io, mammina, posso essere santo?

La mamma. – Sì, bimbo mio.

Il bambino. – Che cosa si deve fare?

La mamma. – Bisogna in primo luogo non somigliare ai fanciulli disobbedienti, bugiardi, invidiosi, cattivi, golosi, vani, pigri. E poi ricorda bene quest’ultima lezione.

Il bambino. – Quale, mamma?

La mamma. – Tutto quello che tu fai, bambino mio, fallo per piacere a Dio.

SETTIMA LEZIONE

RECITAZIONE

La Chiesa

D. – Che cos’è la Chiesa?

R. – È la società religiosa l’ondata da Gesù Cristo per continuare L’opera sua sulla terra.

D. – Quali sono i capi di questa società?

R. – Il Papa e i Vescovi.

D. – Chi è il Papa ?

R. È il successore di S. Pietro.

D. – Chi era S. Pietro?

R. – Un povero pescatore di Galilea che Gesù Cristo scelse per farlo capo dei suoi Apostoli e della sua Chiesa.

D. – Che cos’erano gli Apostoli?

R. – I primi predicatori della religione cristiana.

D. – Che cosa sono i Vescovi?

R. – Sono i successori degli Apostoli.

D. – Dove si trova la Chiesa?

R. – Essa è diffusa su tutta la terra.

D. – Si deve obbedire ai capi della Chiesa?

R. – Sì, noi dobbiamo obbedir loro, perché essi rappresentano Nostro Signore Gesù Cristo.

D. – Vi sono comandamenti della Chiesa?

R. – Sì, ve ne sono cinque.

D. – Quali sono?

R. – 1. Udir la Messa le domeniche e le altre feste comandate.

2. Non mangiar carne nei Venerdì e negli altri giorni proibiti, e digiunare nei giorni comandati.

3. Confessarsi almeno una volta all’anno e comunicarsi almeno a Pasqua.

4. Soccorrere la Chiesa nelle sue necessità, secondo le leggi e le usanze.

5. Non celebrare solennemente le nozze nei tempi proibiti.

D. — Che cosa ci ordinano i comandamenti della Chiesa?

R. – Il primo comandamento ci ordina di passare santamente i giorni di festa. – Il secondo, ci ordina di osservare il digiuno e l’astinenza nei giorni comandati dalla Chiesa, quando l’età ce ne fa un obbligo. – Il terzo, ci ordina di comunicarci almeno una volta a l’anno, a Pasqua. – Il quarto, ci ordina di fare elemosina e soccorrere la Chiesa nelle sue necessità. – Il quinto, di non celebrare nozze solenni nei giorni proibiti.

D. – La Chiesa, si trova essa soltanto sulla terra?

R. – Essa esiste anche nel Cielo, dove sono le anime dei santi, e nel Purgatorio, dove sono le anime di coloro che sono morti in grazia di Dio, ma che hanno ancora da scontare qualche pena per i loro peccati.

D. – I santi del cielo, le anime del Purgatorio, e i fedeli della terra, sono essi uniti fra loro?

R. – Sì, essi sono uniti fra loro coi vincoli della carità e della preghiera.

D. – Come chiamate voi questa unione?

R. – Io la chiamo la Comunione dei Santi.

D. – Quali sono in Cielo i compagni dei Santi?

R. – Gli angeli.

D. – Che cosa sono gli angeli?

R. – Sono spiriti.

D. – Che cosa fanno gli angeli in Cielo?

R. – Essi lodano Dio e gli obbediscono.

D. – Non vi sono degli Angeli che Dio ha incaricato di vegliare su di noi?

R. — Sì, e si chiamano gli Angeli custodi.

D. – Dove vanno coloro che seguono i consigli dei loro Angeli custodi?

R. – In Cielo, dove questi Angeli hanno ricevuto missione di condurli.

D. – Gli Angeli custodi come ci fanno sentire i loro buoni consigli?

R. Colle buone inspirazioni e mediante la voce della nostra coscienza.

D. Che cos’è la coscienza?

R. È la voce interiore che ci dice: Questo è bene, questo è male. Bisogna fare il bene, bisogna evitare il male.

D. Si deve obbedire alla propria coscienza?

R. Sempre.

* * *

PREGHIERE DEL BAMBINO

Nel nome del Padre, e del Figliuolo e dello Spirito Santo. Così sia.

Mio Dio, credo in Voi.

Spero in Voi.

Vi amo e vi adoro con tutto il mio cuore.

PADRE NOSTRO

Padre nostro, che sei nei cieli: sia santificato il tuo nome; venga il tuo regno: sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non c’indurre in tentazione: ma liberaci dal male. Così sia.

AVE MARIA

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te; tu sei benedetta fra le donne, e benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù. Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e ne l’ora della nostra morte. Così sia.

CREDO

Io credo in Dio Padre onnipotente creatore del cielo e della terra; ed in Gesù Cristo, suo unico Figliuolo, nostro Signore; il quale fu concepito di Spirito Santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso morto e seppellito; discese all’inferno; il terzo giorno risuscitò da morte; salì al cielo, siede alla destra di Dio Padre onnipotente; di là ha da venire a giudicare i vivi e i morti. Credo nello Spirito Santo, la Santa Chiesa Cattolica, la comunione dei Santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna. Così sia.

A L’ANGELO CUSTODE

Angelo di Dio, che sei il mio custode, illumina custodisci, reggi e governa me, che ti fui affidato dalla pietà celeste. Così sia.

* * *

Mio Dio, vi dono il mio cuore, il mio spirito e la mia vita.

* * *

Nel nome del Padre, e del Figliuolo e dello Spirito Santo. Così sia.