DA SAN PIETRO A PIO XII (23)

[G. Sbuttoni: Da san Pietro a Pio XII, Ed. A.B.E.S. Bologna,1953]

CAPO XI.

CONDANNA DEL COMUNISMO

PREAMBOLO

Che cosa è il comunismo

Fondamentalmente è il sistema economico-politico basato sulla comunione dei beni; la quale però fu intesa in vario senso, da Platone (deriso da Aristofane e confutato da Aristotele), ai manichei, ai montanisti e agli eretici da essi derivati, nel Medio Evo, a sfondo pseudomistico, e dalla gnosi panteista di ogni risma e tempi).

Nel sec. XVI si passa ad una visione utopistica del problema, ad esempio con l’« UTOPIA » di Tommaso Moro e poi con la « CITTÀ del SOLE » di T. Campanella; ma via via si scende ad una impostazione pratica (sec. XVII e XVIII) orientata verso un collettivismo, come proprietà collettiva degli strumenti di lavoro e organizzazione nelle mani dello Stato, della produzione e distribuzione della ricchezza; oppure verso una vera abolizione della proprietà privata, almeno dei beni produttivi; sistema detto socialismo o comunismo (Babeuf, Proudhon, Lassalle). Con Carlo Marx ed Engels nasce il vero socialismo o comunismo del sec. XIX; nasce particolarmente con il loro « MANIFESTO dei COMUNISTI » (1848) ed ebbe nei loro scritti la trattazione sistematica, fondata:

a) sul materialismo storico e sul determinismo dialettico;

b) sulla teoria del lavoro, come unico elemento di valore (evoluzionismo panteista mascherato –ndr.- );

c) sull’abolizione della proprietà privata.

Ma nell’attuazione del programma marxista si ebbero varie tendenze e vari metodi; moderati gli uni, oltranzisti gli altri e decisi a tutto, anche alla violenza rivoluzionaria. In Russia prevalse, dopo la rivoluzione del 1917, la tendenza massimalista e s’instaurò il bolscevismo, esprimendo così la forma tipica del comunismo odierno. Esso trova lucida e serena definizione ed analisi in documenti di altissimo valore, collaudati nelle più recenti esperienze, quali le encicliche di Pio IX, Leone XIII, Pio XI, Pio XII. Pio XI con la mirabile enciclica « Divini Redemptoris » (29 marzo 1936), dinanzi ai luttuosi fatti della Spagna, del Messico, della Russia, discopre il vero volto del Comunismo ateo, analizzando il morbo e proponendo i rimedi. Alla luce di questi documenti, il comunismo oggi non è che bolscevismo.

Questo in sintesi è:

a) materialismo assoluto,

b) determinismo ineluttabile,

c) amoralismo,

d) ateismo militante,

e) particolarmente anticristianesimo aggressivo,

f) totalitarismo rivoluzionano e universalistico.

C’è qui più che la sufficienza per giustificate la vigorosa azione del Santo Padre Pio XII con la condanna, attraverso il decreto del S. Ufficio del 1 luglio 1949, del comunismo.

D . Che fece Pio XII contro il comunismo?

— Il 1 luglio 1949, a mezzo del S. Ufficio, folgorò la scomunica, in special modo riservata alla S. Sede, contro coloro che professano la dottrina anticristiana del marxismo e del comunismo. Con la scomunica il subdolo mito comunista della «mano tesa», per trarre agevolmente in inganno i Cattolici, è del tutto finito, come pure, tra le contaminazioni del secolo, è eliminata quella di un idillio tra Cristo e Marx (in Italia questo morbo si è trasformato in un cancro devastante ed incurabile che rientra nella medesima scomunica, chiamato Partito Democratico, parto bicefalo, distocico e mostruoso del P. C. e della cugina Democrazia “anti” cristiana – ndr.-)

D. Che significa la scomunica del comunismo?

— La scomunica dei figli di Marx, Lenin e Stalin significa che la Chiesa — contro tutte le soluzioni empiriche della nostra travagliatìssima società — contrappone la «realtà» Cristo all’« utopia » Marx. Perciò la rottura.

D. In che modo Marx è l’utopìa?

— Proprio perché è la storia dei nostri fallimenti, proprio perché è il bilancio passivo di tutti i nostri tradimenti, fatti alle spalle di Cristo.

NOTA. – Marx non è la realtà della persona umana, tanto è vero che i comunisti, illudendo di migliorarla socialmente, la calpestano nel suo diritto alla libertà. E se agli uomini di poca fede, Cristo può sembrare la maggiore utopìa, nel senso che il suo insegnamento e il suo esempio paiono irraggiungibili, è da credersi invece che la Chiesa ha capito meravigliosamente che, in tempi come i nostri disperati, occorrono rimedi estremi e cioè totali: e proprio perché molti disertano e traviano dietro troppe illusioni, ecco che la Chiesa ha definitivamente rotto ogni possibile incantesimo delle mezze verità, dei baratti conciliativi, delle tattiche prudenziali ecc., e dì fronte ai fedeli e agli infedeli ha dichiarato, con la sua sanzione più grave, che Cristo non è spartibile con niente e con nessuno.

D. È intransigenza questa?

— No. una confortante illuminazione. È finalmente, in un regno del doppio gioco, la proclamazione di una verità che non è bifronte.

NOTA. – Si farà appello al dogmatismo. Ma non è forse per la paura e per la incapacità di essere « dogmatico » — e cioè di avere delle idee reali in testa! — che l’uomo moderno diventa ogni giorno di più un poveruomo? Per non essere dogmatici, siamo diventati i bastardi delle mezze idee e dei mezzi fatti. Il trionfo del comunismo, come già quello del fascismo e del nazismo, non è stato preparato che dalle nostre continue dimissioni di uomini senza più verità, vittime scervellate delle mezze idee dell’ultimo venuto.

D. Per chi è propriamente la scomunica?

— È per i fanatici e soprattutto per i fanatizzanti, che formano il culturame comunistoide.

NOTA. – La Chiesa non condanna Marx per condannare le riforme sociali: la realtà è che le riforme sociali, come oramai è chiaro anche per i ciechi, non stanno dalla parte di Marx. Del marxismo la Russia non tiene vivo che i presupposti materialistici e ateistici. Contro il comunismo la Chiesa ha rivendicato non solo « la libertà dei figli di Dio », ma, in un secolo che continua a mortificare l’uomo nella idolatrìa dei miti, ha sanzionato senza equivoci la « insostituibilità di Cristo ».

Cristo non è un idolo di turno; e ancor meno è un Dio da manomettere, da camuffare, da compromettere, con i Gog e i Magog della giornata. La Chiesa non ha separato; ha invitato l’uomo a tornare ad essere « uno ».Separando Cristo da Marx, la Chiesa ha restituito l’uomo a quella integralità dì idea e di azione, perduta in un secolo e più di romanticismi religiosi e sociali, ideologici e politici. Chissà che i marxisti non siano gli ultimi romantici! Ma Cristo non è romantico; perché la verità non è romantica.

D. Il comunismo potrebbe andar d’accordo con la religione?

— No, nel modo più assoluto. Basta considerare la dottrina insegnata dai suoi maestri e fondatori. La Chiesa Cattolica, a chi domanda di voler conoscere la vera dottrina del Cristianesimo, presenta i quattro Vangeli. Ebbene anche il comunismo ha i suoi quattro evangelisti : Marx, Engels, Lenin e Stalin.

D. Che cosa insegnano i maestri del comunismo?

— Insegnano che la « religione è l’oppio del popolo » , « è uno degli aspetti della oppressione spirituale che grava ovunque sulle masse popolari, schiacciate come sono dal continuo lavoro per il profitto altrui, dalla miseria e dall’abbandono». Gli studiosi del problema religioso sono definiti « lacchè diplomati dell’oscurantismo clericale ». Ritengono da Religione come « il massimo nemico ». Ne fanno fede le persecuzioni religiose da essi promosse : è spaventoso ormai il martirologio dell’oltre cortina di ferro, con il massacro, l’imprigionamento, l’internamento, e praticamente, la scomparsa di presso che tutto il clero in Ucraina, nei Paesi Baltici, Polonia, Cecoslovacchia, Ungheria, Romania, Bulgaria, Jugoslavia, Albania; e si aggiunga pure tutta la Cina.

D. In Italia come si svolge la lotta antireligiosa del comunismo?

Con un’opera scristianizzatrice assidua e calcolata contro i singoli individui, la famiglia e i vari aggruppamenti sociali. In particolare ora si manifesta funesta l’azione contro la fanciullezza, minacciata attraverso l’Associazione dei Pionieri d’Italia (A. P. I.).

D. La Chiesa ha provveduto alla difesa contro l’A.P.l. ? — Sì, con il monito del S. Ufficio del 28 luglio1950, che scomunica i maestri che ne attuano il programma ateistico e corruttore, e proibisce d’amministrare i Sacramenti ai bambini, che entrano a far parte dell’A. P. I. e ai genitori, che ve li mandano.

NOTA. – I comunisti con l’A.P.l. tentano di fare degli dei ribelli ad ogni autorità, alla vecchia morale, vecchia cultura, vecchio ordine. Qui l’aggettivo « vecchia » significa « cristiana »; perciò si parla di « pionieri » della «nuova» morale, « nuova» cultura ecc. Le armi che usano sono: disprezzo della religione e dei suoi ministri, e odio contro l’ordine attuale. Per convincersene basta leggere la lettera di S. E. Mons. Beniamino Socche, vescovo di Reggio Emilia, dell’8 aprile 1952, in cui denuncia i misfatti dell’A.P.I. presso i bimbi di S. Michele di Sassuolo.

Autore: Associazione Cristo-Re Rex regum

Siamo un'Associazione culturale in difesa della "vera" Chiesa Cattolica.