DA SAN PIETRO A PIO XII (20)

[G. Sbuttoni: da san Pietro a Pio XII, Ed. A.B.E.S. Bologna, 1953]

IL RISORGIMENTO ITALIANO

PREAMBOLO

Come si giunse alla fine del potere temporale

È chiamato « Risorgimento Italiano » l’ultimo periodo della Storia d’Italia, dal 1815 (anno in cui il Congresso di Vienna assicurò all’Austria la preponderanza in Italia) al 1918, nel quale si compirono i voti degli Italiani con la liberazione di Trento e Trieste. L’Italia al Congresso di Vienna salutò con gioia la fine del dispotismo francese, ma dovette subito ricredersi, quando il Mettermenich, soffocando ogni tendenza nazionale, si propose di ridurre la Penisola ad « espressione geografica ».

Le spietate repressioni produssero un rilevantissimo numero di vittime, ma, invece di soffocare, accesero sempre più vivamente l’idea dell’unità nazionale; idea agitata da Giuseppe Mazzini e dai Neoguelfi. – Mazzini [… Cofondatore mondiale del rito massonico Palladico, oggi: P2 –ndr.-] rappresentava l’azione pronta e subitanea e che aveva peccato di precipitazione. Il Neoguelfismo rinnovava le tendenze riformistiche secondo le tradizioni dell’epoca prerivoluzionaria, e questa politica riformatrice fu detta « neoguelfismo », perché in sostanza ripeteva con altra forma e con altri intendimenti l’idea di appoggiare la salvezza d’Italia alla autorità del Papa. Il vero capo del Neoguelfismo fu l’abate torinese Vincenzo Gioberti. Le speranze dei neoguelfi parvero realizzarsi quando, nel luglio 1846, salì al Papato il card. GIOVANNI MASTAI FERRETTI, con il nome di Pio IX. Egli, Coll’Editto del perdono, cosa nuova in quei tempi, concesse amnistìa ai detenuti politici, poi, inebriato dalle manifestazioni popolari organizzate da Angelo Brunetti, detto Ciceruacchio, accordò libertà di stampa ed istituì una Guardia Civica ed un consiglio chiamato Consulta di Stato. Il 10 marzo del 1848 accordò, come già avevano fatto altri regnanti, la Costituzione. Ma non avendo, come Padre comune, voluto dichiarare guerra all’Austria, divenne impopolare e società segrete [le solite sette di perdizione che non avevano digerito lo smacco napoleonico – ndr.-] ruppero apertamente, a Roma, contro di lui.

Seguì l’assassinio di Pellegrino. Rossi (16 novembre 1848) e quello di Mons. Palma, segretario del Papa; onde Pio IX, pochi giorni dopo, fuggì, travestito, da Roma e riparò a Gaeta (25 novembre 1848). Ritornò, accolto trionfalmente dai Romani, il 12 aprile 1850. Nell’assenza, del Papa era stata proclamata la Repubblica Romana. Il decennio 1849-1859 fu di intensa preparazione al conseguimento dell’unità italiana. Giunti all’annessione di Venezia, mancava Roma. Nella seduta del 27 marzo 1861 il Cavour [altro affiliato alla setta –ndr.-] aveva proclamato alla Camera il diritto su Roma capitale. Il Ricàsoli, successore di Cavour, ma della stessa obbedienza, per aver Roma con le buone, scrisse una lettera a Pio IX, supplicandolo ipocritamente di accontentare gli Italiani. Non avendo ricevuto risposta dal Papa, che « nel potere temporale vedeva l’unica e sicura garanzia della libertà della Chiesa », fece ripetere alla Camera il voto di annessione del 27 marzo.

Nel 1864 il Minghetti stipulò con il governo francese la « Convenzione dì settembre » con cui la Francia s’impegnava a ritirare le sue truppe da Roma entro due anni, e l’Italia si obbligava a rispettare lo Stato Pontificio e a trasportare la capitale da Torino a Firenze. Torino indignata insorse e ci furono 25 morti ed un centinaio di feriti. Il Minghetti dovette lasciare il governo, il suo successore Lamarmora mantenne i patti, e Pio IX, sempre intransigente, pubblicò il famoso « Sìllabo » con cui condannava i principali errori moderni. – Scoppiato il conflitto franco-prussiano le truppe francesi, che presidiavano Roma, furono ritirate, e quando, dopo il disastro di Sédan, si proclamò la repubblica francese, il ministro Lanza credette di agire. Prima di iniziare le ostilità, mandò a Roma il conte Ponza di San Martino con due lettere, una del re per il Papa, l’altra sua per il card. Antonelli. Ottenuto in risposta un « non possumus», il ministro ordinò al Gen. Raffaele Cadorna [dimostratosi in altre circostanze un incapace] di ricorrere alle armi. Fatta la breccia di Porta Pia [una vigliaccata operata in assenza della guarnigione francese, ma d’altra parte i soggetti erano quelli più vili della loggia … -ndr-], il Papa, dopo una breve e, più che altro, simbolica resistenza, ordinò ai suoi soldati di cessare il fuoco: e i soldati di Vittorio Emanuele entrarono in città. Era il 20 settembre 1870. Il 2 ottobre con un plebiscito Roma fu annessa all’Italia. Il Potere Temporale, dopo quindici secoli e mezzo, era finito; il governo nel 1871 si trasferì a Roma e il re pose la sua sede nel Quirinale. [Questo misfatto l’Italia lo ha cominciato a pagare con due guerre mondiali disastrose, una dittatuta fascista ed una criptomasso-comunista ancora in corso, ed il bello deve ancora arrivare …- ndr.- ]. La camera approvò la « legge delle Guarentigie », mai accettata, perché unilaterale, dal Papa. – La Questione Romana, cominciata ora con Pio IX, ebbe fine con un altro Pio, Pio XI, l’11 febbraio 1929. Abrogata la Legge delle Guarentigie, l’Italia riconobbe la piena potestà del Pontefice sullo Stato della Città del Vaticano; dal canto suo la S. Sede accettò quel dominio ridotto che le si volle dare e così al « regime di separazione tra Stato e Chiesa fu sostituito quello di cooperazione », restando ognuno « con i suoi diritti e con i suoi doveri, con le sue potestà e con i suoi confini). I Patti Lateranensi dell’ 11 febbraio 1929 vennero pure riconosciuti ed accettati dalla nuova [massonica] Costituzione Italiana.

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1 – PIO IX

D. Quando cominciarono i primi moti per l’unificazione d’Italia?

— Durante il pontificato di Gregorio XVI, che durò dal 1831 al 1846.

D. Chi fu il successore di Gregorio XVI?

— Fu Pio IX, che iniziò il suo pontificato con l’amnistia ai colpevoli di ribellione contro lo Stato. Il suo gesto fu applaudito.

D. Continuarono tanto gli applausi?

— Non molto. Cessarono al netto rifiuto ch’egli oppose ai tentativi che le società segrete combinavano per indurlo a dichiarare-guerra all’Austria. Anzi si gridò perfino al tradimento. Per evitare mali maggiori, si rifugiò per 16 mesi a Gaeta, dove continuò alacremente a lavorare per il bene della Chiesa Universale.

D. Che avveniva intanto a Roma?

— L a proclamazione della Repubblica Romana con a capo il triumvirato [massonico] — Mazzini, Saffi, Armellini — i quali, dopo aver dichiarato decaduto il Papa, commisero ogni sorta di ribalderie.

D. Durò molto questo stato di cose?

— Finché, dopo la sconfitta di Novara (23 marzo 1849), gli Austriaci occuparono il Nord dello Stato della Chiesa e i Francesi la città di Roma, nella quale Pio IX rientrò trionfalmente il 12 aprile 1850.

D. A chi attribuì il Papa la protezione goduta durante l’esilio e il ritorno alla capitale?

— Alla Vergine Maria, e in segno di gratitudine l’8 dicembre 1854 ne proclamava solennemente 1′ «IMMACOLATA CONCEZIONE», confermata, quattro anni dopo, dalle prodigiose apparizioni di Lourdes.

2 – L’ATTACCO ALLO STATO PONTIFICIO

D. Chi fu l’anima dell’unificazione d’Italia?

— Il conte di Cavour [burattino del gran maestro massone 33° inglese lord Palmerston] il quale, ottenuto di unirsi alla Francia e all’Inghilterra nella spedizione di Crimea, nel 1856 poté parlare della questione italiana al congresso di Parigi; nel luglio 1858, nel convegno di Plombières, poté concludere l’alleanza con la Francia, ottenendone l’aiuto per l’imminente guerra contro l’Austria, nonché libertà d’azione [cioè di razziare] nell’Italia centrale e meridionale, finché il 14 marzo 1861 fu proclamato il Regno d’Italia.

D. Quale fu la politica del nuovo regno?

— Si mantenne sopra un piano ostile alla Chiesa, da prima con il proporre al Papa la rinuncia alla sovranità territoriale, poi, nel 1866, con la legge che proclamava l’abolizione degli Ordini Ecclesiastici e la confisca dei loro beni.

D. Che scriveva, in seguito a questi fatti, il francese Montalembert?

— A proposito dell’aforisma « Libera Chiesa in libero Stato », rinfacciava a Cavour: « In ogni angolo della vostra dominazione vediamo la Chiesa ostacolata, gli scrittori cattolici incarcerati, i Vescovi esiliati, i giornali cattolici rovinati, i conventi chiusi, le monache strappate alle celle ». Così si verificava il « libera Chiesa… ». [ma gli ordini delle logge erano questi … povero Cavour! – ndr.-)

D. Che avvenne ancora alla fine del 1866?

— Dopo che le truppe francesi abbandonarono Roma, nonostante gl’impegni presi nella convenzione del settembre 1864, Garibaldi, in segreta intesa con il governo, si gettò sullo Stato della Chiesa. La Francia però inviò truppe, che a Mentana sconfissero Garibaldi [… che era un rozzo sanguinario incapace di qualsiasi azione militare degna di questo nome – ndr. -] e Roma restò ancora alla Chiesa.