DA SAN PIETRO A PIO XII (12)

[G. Sbuttoni: Da Pietro a Pio XII, Edit. A. B. E. S. Bologna, 1953; nihil ob. et imprim. Dic. 1952]

DAL 1000 AI NOSTRI GIORNI

CAPO II

LE CROCIATE

PREAMBOLO

Il papato alla difesa dell’Europa

La santa vitalità dimostrata dalla Chiesa nella lotta per sopprimere le investiture, per correggere nel Papato stesso le infiltrazioni profane e per riformare gli alti gradi della gerarchia, non le permette soltanto di dominare i microbi che si attaccano al suo organismo, ma si manifesta con delle iniziative audaci.

Il Papato di natura sua ha dalla Provvidenza un mandato di civiltà. E allora gl’incombono due doveri:

— difenderla nei suoi credenti,

— diffonderla presso gl’infedeli.

Difatti la sua storia si svolge su questo binario.

Sempre, anche nel Medioevo. Abbiamo già accennato all’opera di evangelizzazione dei popoli barbari svolta con tenace penetrazione in ogni paese d’Europa, sino a creare un’unità di fede come mai si vide l’uguale. Ma la civiltà d’ Europa corse un pericolo grave: i MUSULMANI.

I Musulmani avevano il fanatismo della conquista. Soggiogata la Palestina, la Siria, la Mesopotamia e la Persia dal 632 al 639, conquistata tutta l’Africa settentrionale dal 647 al 698, soggiogarono la Spagna e parte della Francia meridionale nel 711, occuparono la Sicilia nell’ 828. Con ciò ebbero il dominio del Mediterraneo, che divenne teatro delle loro gesta piratesche; ebbero basi sicure per lanciarsi a scorrerie in Sardegna, in Corsica, nella Provenza, su, tutte, le coste italiane, nella Dalmazia. Intanto molestavano anche l’impero d’Oriente: due volte (668 e 713) diedero l’assalto alla stessa Costantinopoli, e dal 1072 al 1091 riuscirono ad occupare tutta l’Asia Minore. Sicché l’Europa cristiana veniva presa in un cerchio formidabile sempre più stretto, con ruberìe e stragi senza numero; la civiltà, cristiana correva un serio pericolo. Come difendersi? — Nella Provenza li tenevano a bada i Franchi, a incominciare da Carlo Martello, che inflisse loro una sconfitta memorabile a Poitiers nel 732. In Italia svolsero azione efficace e assidua i Pontefici.

Ma non sarebbe stato più efficace attaccarli sul loro territorio? Questa idea si fece più strada quando, dopo un periodo di tolleranza con i pellegrini Cristiani, in Palestina, si ebbero distruzioni e massacri. Liberando i fratelli d’Oriente ed il S. Sepolcro, si avrebbe anche fiaccato la tracotanza dei Turchi e assicurata la tranquillità delle coste mediterranee. L’idea, concepita prima da S. Gregorio VII, lanciata poi da Urbano II, fu accolta con entusiasmo universale. Re e, sudditi, feudatari e, vassalli, prìncipi, e popolani, anche donne e fanciulli, al Nord come al Sud dell’Europa, si sentirono presi da un fascino irresistibile verso la Terra Santa: ogni barriera di censo, di nazionalità scomparve dinanzi al comune ideale: alla parola del Papa come ad un oracolo divino, lo spirito cavalleresco del tempo si polarizzò verso la liberazione del S. Sepolcro.

E si ebbe l’epopea delle Crociate.

Benedetta epopea! anche se troppe volte fallì allo scopo per disobbedienza alle direttive, pontificie e per l’affiorare di passioni umane, perché, grazie alla partenza degli uomini d’arme, ebbero più pace i popoli rimasti in patria; sul campo si creò maggior contatto fra le diverse classi sociali; al ritorno dei reduci si sviluppò il senso della libertà, avviando le città verso il regime comunale; si mise l’Occidente a contatto con la cultura orientale; si ritardò di alcuni, secoli la caduta dell’impèro greco; soprattutto si salvò l’Europa e la civiltà dal piccone demolitore dei Musulmani.

***

D . Qual è uno degli avvenimenti più importanti del Medioevo!

— Le Crociate.

D. Che cosa sono le Crociate!

— Le guerre combattute dai popoli europei contro i Musulmani dal sec. XI al XIV con l’intento di liberare i Luoghi Santi. Esse si fondono con l’attività espansionistica delle vive forze euro-mediterranee; ma le domina e le colorisce la passione religiosa, benché i moventi delle Crociate siano vari.

D . Di chi l’iniziativa delle Crociate!

— Ad una spedizione contro la potenza turchesca e in aiuto dell’impero Cristiano d’Oriente aveva già pensato Gregorio VII, come rivela una sua lettera a Enrico IV e un’altra a Matilde di Canossa; ma il Papa che tradusse in realtà il grande disegno è URBANO II.

D. E l’opera di Pier l’Eremita?

— Una leggenda della metà del sec. XII, coniata con la preoccupazione di attribuire tutto ciò che veniva fatto di buono ai frati, fa risalire a lui l’iniziativa delle Crociate. La realtà invece è che egli la predicò e fu capo di una spedizione, ma nient’altro. L’iniziativa spetta solo a Urbano II.

D. Dove ve prese l’idea Urbano II!

— Non si sa. In questa impresa egli fu guidato dal pensiero di metter fine ai dolori che gli oppressi Cristiani d’Oriente soffrivano per mano dei Musulmani e togliere intanto anche i dissapori dell’Occidente, affratellando in una grandiosa idea comune i popoli tutti e togliendo il tempo di contendere tra loro.

D. Che cosa doveva essere dunque la Crociata secondo Urbano?

— Una guerra religiosa, predicata a nome della Chiesa, fatta da un esercito cosmopolita, sostenuta da privilegi ecc… con lo scopo di liberare i Cristiani e i luoghi di Terra Santa.

D. Che cosa occorreva a questo riguardo?

— Occorreva che il popolo Cristiano acquistasse coscienza di costituire un’unità vivente, altrimenti l’impresa sarebbe stata inconcepibile.

D. L’impresa delle Crociate conseguì una durevole conquista della Terra Santa?

— No; tuttavia le Crociate (1075 – 1270) mettono l’Islam in condizioni tali da non poter più nuocere per parecchi secoli e rafforzano anche nei Cristiani la coscienza della loro unità.

D . Quando ne parlò Urbano II!

— Al termine del Concilio di Clermont.

 L’eloquenza con cui parlò della desolazione della Terra Santa, dei templi devastati, dei fratelli dispersi… eccitò ad emulare le glorie dei padri e a vendicar l’onore cristiano. Parlava ancora, quando dalla moltitudine s’alzò il grido: « Dio lo VUOLE!», grido che il Papa ripeté e propose come parola d’ordine e grido di guerra.

D. Ebbe seguito l’appello del Papa?

— Moltissimi si dichiararono pronti a partire. Ripetuto poi l’appello da monaci e pellegrini, l’Europa rispose con uno scoppio di entusiasmo unico nella storia.

D. Che cosa apparve allora il Papa?

— Nel momento in cui i più grandi sovrani, scomunicati, si isolavano nella loro astensione, il Papa appariva il solo vero sovrano e vero organizzatore dei popoli.

D . Quando partì la prima Crociata?

— Il 15 agosto 1096. Quattro eserciti mossero verso Oriente: uno lorenese con a capo Goffredo di Buglione, uno francese capitanato da Ugo di Vermandois, un terzo in cui era il Legato pontificio e un quarto di Normanni guidati da Tancredi. Punto di concentramento era Costantinopoli.

D. Come li accolse l’imperatore d’Oriente?

— Tentò di servirsi dei Crociati per i suoi scopi guerreschi, quali la riconquista, di Nicea, ribellatasi all’imperatore, e la rioccupazione della Siria, non più in sua mano.

D. Che cosa si notò intanto nell’esercito dei Crociati?

— Il serpeggiare di epidemie micidiali, dovute ai nuovi climi, e, peggio ancora, l’affermarsi delle discordie dei capi, che ne decimarono le file; sicché solo in numero di 40.000 (erano partiti in 600.000) giunsero in vista di Gerusalemme, che conquistarono dopo 39 giorni d’assedio, facendo un massacro di Turchi (15 luglio 1099).

D. Come si ordinò il governo di Terra Santa?

— Goffredo di Buglione fu eletto capo; ma non prese il titolo di re, bensì di « Barone del s. Sepolcro ».

D. In quali condizioni si trovò il Regno di Gerusalemme?

— Ben presto tristi. Nell’agosto dello stesso 1099 Goffredo difese la recente conquista da 200.000 Fatimiti; rinacquero le discordie degli stessi Cristiani, che avevano divisa la Palestina in tanti stati vassalli di Gerusalemme. Tali gelosie, sorte tra i principi cristiani, contribuirono ad indebolire la signoria latina di Oriente e ad affrettarne la caduta.

S. BERNARDO

L E ALTRE CROCIATE

D. Chi è S. Bernardo?

— Dice il Todesco: « Uno dei più grandi personaggi del sec. XII, mescolato a tutti gli avvenimenti del suo tempo, pacificatore di principi e di repubbliche, consigliere di Papi, oracolo di Concili ».

D. Dove rifulse specialmente il suo zelo ?

— Contro gli eretici Abelardo e Arnaldo da Brescia.

D. Che cosa vennero essi, a rappresentare?

— Abelardo fu il precursore del razionalismo e Arnaldo precursore dei nemici dell’autorità pontificia e in particolare precursore del Protestantesimo.

D. Che fece S. Bernardo contro di loro?

— Combatté per l’ortodossia contro Abelardo e per la dottrina sociale della Chiesa contro Arnaldo.

D. Qual è il momento culminante della sua vita!

— Quello della predicazione della 2a Crociata (1146 – 1150), in cui sembra veramente incarnare l’unità cristiana dell’Europa medioevale. Con la sua predicazione compì il miracolo di lanciare in Oriente due armate e due re: Luigi VII di Francia e Corrado III di Germania.

D. Quale esito ebbe la Crociata ?

— Un esito fallimentare; fu come un torrente che precipita dalla montagna e tosto scompare al piano nella sabbia. Nel 1187 il Saladino, sultano di Egitto, riconquistava Gerusalemme.

D. E S. Bernardo?

— Benché amareggiato per l’immenso disastro, adorò umilmente i disegni imperscrutabili di Dio.

D . Che cosa determinò la caduta di Gerusalemme?

— La 3a Crociata, bandita da papa Clemente III. Essa vide partire i tre più grandi sovrani della Cristianità: il Barbarossa, Filippo Augusto di Francia e Riccardo Cuor di Leone d’Inghilterra, ma con il solo effetto della riconquista di S. Giovanni d’Acri (1191).

D. Chi ebbe animatore la quarta Crociata?

— Innocenzo III, uomo di attività sorprendente, che affrontò e risolse tutte le questioni religiose, morali, disciplinari, politiche del suo tempo, e con il quale il Pontificato raggiunse l’apogeo del suo splendore, cogliendo il frutto dell’opera eroica di Gregorio VII e di Alessandro III. – La 4a Crociata da lui indetta però nel puntare su Costantinopoli si esaurì nella creazione dell’impero latino di Oriente.

D. Innocenzo III ebbe da sostenere lotte in Europa?-

— Sì, combatté con estrema energia le diverse eresie, particolarmente quella degli Albigesi, contro i quali da prima invitò una missione apostolica, diretta da S. Domenico di Guzman, e infine bandì una Crociata.

D . Chi propugnò la quinta Crociata?

— Innocenzo III e Onorio III; si diresse verso l’Egitto, sostenuta dalla, parola e dalla presenza di S. Francesco d’Assisi, con l’intenzione di passare poi in Palestina, ma non raggiunse la Terra Santa, per il mancato aiuto dell’imperatore d’Oriente, Onorio (1218-1221).

D. E la Crociata di Federico II nel 1228-1229?

— Fu una farsa. Per liberarsi dalle scomuniche, toccate nella sua diuturna lotta contro il Papato, e per riabilitarsi presso la Cristianità, partì senza esercito per l’Oriente e stipulò con il Sultano d’Egitto un patto che concedeva Gerusalemme ai Cristiani, ma a condizioni talmente svantaggiose, che era infamia accettarlo. Ciò nonostante si coronò di propria mano re di Gerusalemme. È questa l a VI Crociata.

S. Chi ebbero animatori la VII (1248) e l’VIII Crociata (1270)?

— Il piissimo re di Francia, S. Luigi IX, il quale non raggiunse neppur egli il nobile sogno propostosi, perché nella prima fu fatto prigioniero e nella seconda morì di peste a Tunisi. Così si chiude il periodo delle Crociate.

GLI ORDINI RELIGIOSI

PREAMBOLO

Provvidenziale risanamento spirituale

Gli abusi ecclesiastici, che scomparvero soltanto con la fine della lotta delle investiture, e le diverse eresie che pullulavano in quel tempo, avevano portato gli uomini a un grande rilassamento religioso. Chi contribuì efficacemente al risanamento spirituale della società fu il rifiorire della vita claustrale.

D . Chi aveva favorito la liberazione del potere spirituale dai tanti nemici durante l’ « epoca di ferro »?

— Specialmente la congregazione claustrale di Clunv. Ispirato da Cluny, il Papato corresse se stesso, intraprendendo la riforma di tutta la gerarchia.

D, Sorsero altre istituzioni?.

— Sì. I cosiddetti ORDINI MENDICANTI, più consoni alle esigenze dell’epoca in quanto, fuori delle pareti dei chiostri, annunziarono pubblicamente al mondo la povertà, sublimata dall’esempio di Cristo e l’abbracciarono eroicamente.

D. Era necessario tale culto della povertà?

— Sì. L’amore disordinato alle ricchezze era la causa principale dell’universale rilassamento. Era necessario che il popolo vedesse, attraverso esempi tangibili, la povertà cristiana veramente praticata e vissuta.

D. Quali furono gli ORDINI RELIGIOSI invocati dalle necessità del momento?

— 1) L’ordine dei Frati Minori fondato da S. Francesco d’Assisi (1209) con la missione di combattere l’amore per la ricchezza mediante la pratica della povertà e dell’umiltà.

2) L’ordine dei Frati Predicatori fondato da San Domenico di Guzman (1206) per estirpare l’eresia.

LETTURA

IL POVERELLO D’ASSISI

Siamo nel 1209. Il Laterano è il simbolo della Chiesa e della Società cristiana: mentre, considerata dall’esterno, sembra essere indistruttibile, vista dall’intimo, cova le insidie dell’esaurimento. Chi la soccorre? Un giovane, Francesco (n. 1182) precoce nell’ingegno e nei sentimenti più nobili, è ben presto soldato della sua Città e si appresta a partire per la Crociata quando una malattia lo richiama in patria. Un viaggio a Roma (1206) gli fa sentire più forte l’appello di Dio e poi, ad Assisi, rinuncia all’eredità paterna e si dà all’apostolato della povertà e della parola. Giovane era il Papa, a trentasette anni; ventenne l’imperatore svevo: giovane Francesco e giovani, in prevalenza, i suoi seguaci; da quel primo, di Assisi, rimasto senza nome, di cui sappiamo solo che era « spirito puro e semplice », a Bernardo, suo compagno d’infanzia e di poco più grande di lui: a Egidio « fedelissimo e devoto ». Giovani ardenti e puri ai quali si associarono fraternamente due preti, più anziani, Pietro e Silvestro. Dante ricorda la giovinezza di Francesco perché dice di lui che fece sentire alla terra il fascino della santità quando « non era ancor molto lontan dall’orto » (dalla nascita). Come dalla giovinezza Francesco traeva le origini della sua milizia di uomini, così dalla giovinezza faceva nascere la milizia delle pie dame; S. Chiara — che doveva essere madre di tanta famiglia spirituale — aveva dodici anni e già, dice lo storico, era « giovane prudente, savia, bella e gentile di viso e di bello e buono aspetto e di bellissima eloquenza nel parlare e ornata di tutti i buoni e bei costumi ».

Il genio di Francesco si rivela, in quanto fondatore, soprattutto, del Terzo Ordine: il principio del monachismo quale legge di vita che dall’eremo e dal chiostro si diffonde in tutta la società, clero e laicato, trova nel Terzo Ordine la applicazione più geniale e feconda. Sul piano della Povertà, attuata come regime di solidarietà, l’azione dei monaci si trasforma nell’azione dei « fratelli» cioè dei frati. Questi vivono di elemosina — cioè di libero scambio di beni — e ricambiano il dono con altrettanti doni di carità. – Come dice Fra Guidino, nei « Promessi Sposi», parlando di ciò che il convento riceveva e di ciò che dava: « … Si faceva tant’olio, che ogni povero veniva a prenderne secondo il suo bisogno; perché noi siamo come il mare, che riceve acqua da tutte le parti, e la torna a distribuire a tutti i fiumi ». Per attuare questo ideale di povertà — cioè di solidarietà nella distribuzione dei beni —, Francesco e i suoi si propongono di vivere nella società e per la società, di praticare l’apostolato in mezzo ai fratelli tutti; egli è il primo ad asserire questo dovere e ad organizzare definitivamente le missioni tra gli infedeli. I frati (Primo Ordine), le suore (Secondo Ordine) formano una sola grande famiglia con i secolari del Terzo Ordine, laici e preti che vivono nel secolo. È un grande appello al laicato, che torna a porre il problema dei mezzi di perfezione cristiana (un problema che di quando in quando sì impone alla coscienza dei credenti). Scriveva nel sec. IV S. Giovanni Crisostomo: « La fonte dei grandi disordini del mondo sta nel credere che i soli monaci siano obbligati alla perfezione e che i secolari possano farne a meno ». La soluzione francescana del Terzo Ordine che aggrega laici di ogni condizione e porta nella famiglia, nel lavoro, nella professione, lo spirito dell’Ordine, tanto rispondeva alla necessità che, presto o tardi, gli altri ordini religiosi ebbero i loro, terziari; non solo i Domenicani (i quali, si può dire, nacquero insieme con i Francescani) ma anche gli Agostiniani, i Servi dì Maria, i Carmelitani, i Minimi, ì Premostratensi, i Benedettini. – II Terzo Ordine faceva appello a tutti e non solo ai giovani, perché  tutti andavano ‘incontro a S. Francesco e volevano seguirlo

CATERINA DA SIENA E GIOVANNA D’ARCO

Sono due giovanette, che Dio chiama « a miracol mostrare »: terziaria domenicana, Caterina — patrona d’Italia — e terziaria francescana, Giovanna — patrona di Francia — l’una e l’altra incarnazioni del genio di due grandi, popoli cristiani. Caterina è la confortatrice, la predicatrice, l’ambasciatrice, la mistica eloquente che restituisce all’Italia e a Roma il Papato; Giovanna, con il suo genio militare, incarnazione femminile della cavalleria cristiana, restituisce alla patria il suo re con l’impeto di strabilianti vittorie e sale impavida il rogo, a 19 anni, martire di carità.

Autore: Associazione Cristo-Re Rex regum

Siamo un'Associazione culturale in difesa della "vera" Chiesa Cattolica.