SALMI BIBLICI: “IN DOMINO CONFIDO” (X)

Salmo 10: In Domino Confido

CHAINE D’OR SUR LES PSAUMES

ou LES PSAUMES TRADUITS, ANALYSÉS, INTERPRÉTÉS ET MÉDITÉS A L’AIDE D’EXPLICATIONS ET DE CONSIDÉRATIONS SUIVIES, TIRÉES TEXTUELLEMENT DES SAINTS PÈRES, DES ORATEURS ET DES ÉCRIVAINS CATHOLIQUES LES PLUS RENOMMÉS.

[I Salmi tradotti, analizzati, interpretati e meditati con l’aiuto delle spiegazioni e delle considerazioni seguite, tratte testualmente dai santi Padri, dagli oratori e dagli scrittori cattolici più rinomati da …]

Par M. l’Abbé J.-M. PÉRONNE,

CHANOINE TITULAIRE DE L’ÉGLISE DE SOISSONS, Ancien Professeur d’Écriture sainte et d’Éloquence sacrée.

TOME PREMIER.

PARIS

LOUIS VIVES, LIBRAIRE-ÉDITEUR

13, RUE DELAMMIE, 1878

IMPRIM.: Soissons, le 18 août 1878.

f ODON, Evêque de Soissons et Laon.

SALMO X

  In finem. Psalmus David.

[1] In Domino confido;

quomodo dicitis animæ meae: Transmigra in montem sicut passer?

[2] Quoniam ecce peccatores intenderunt arcum; paraverunt sagittas suas in pharetra, ut sagittent in obscuro rectos corde;

[3] quoniam quae perfecisti destruxerunt; justus autem quid fecit?

[4] Dominus in templo sancto suo; Dominus in caelo sedes ejus.

[5]Oculi ejus in pauperem respiciunt, palpebræ ejus interrogant filios hominum.

[6] Dominus interrogat justum et impium; qui autem diligit iniquitatem, odit animam suam.

[7] Pluet super peccatores laqueos; ignis et sulphur, et spiritus procellarum, pars calicis eorum.

[8] Quoniam justus Dominus, et justitias dilexit: aequitatem vidit vultus ejus.

SALMO X

[Vecchio Testamento secondo la Volgata

Tradotto in lingua italiana da mons. ANTONIO MARTINI Arciv. Di Firenze etc.

Vol. XI

Venezia, Girol. Tasso ed. MDCCCXXXI]

Esortazione alla confidenza nel tempo delle calunnie ed altre tribolazioni.

Per la fine, salmo di David.

1. Nel Signore pongo la mia speranza; perché dite voi all’anima mia: Trafugati al monte come una passera? (1)

2. Imperocché ecco che i peccatori han leso l’arco, tengono preparate le loro saette nel

turcasso per saettare all’oscuro quelli che sono di cuore retto.

3. Perché quello che tu facesti di buono, lo hanno ridotto a niente; or il giusto che ha egli fatto?

4. Il Signore nel tempio suo santo, il Signore nel cielo ha sua sede;

5. gli occhi di lui al povero son rivolti: le pupille di lui disaminano i figliuoli degli uomini.

6. Il Signore disamina il giusto e l’empio; echi ama l’iniquità, odia l’anima propria.

7. E i pioverà lacci sopra de’ peccatori; il fuoco eil zolfo e il vento procelloso è la porzione del loro calice. (2)

8. Imperocché il Signore è giusto, ed ha amato la giustizia; la faccia di lui è rivolta alla equità.

(1) I paesi montagnosi nel sud della Giudea, ove Saul inseguiva Davide. Fuggite sulla montagna, come gli uccelli quando sono inseguiti nella pianura fuggono con volo rapido verso le montagne coperte dagli alberi.

(2). Il vento di tempesta è il simoun degli arabi, vento del deserto. Quando esso soffia, in luglio, ci si getta a terra e si evita di essere soffocati, perché soffia con violenza tranne che a due passi da terra.

Sommario analitico

Questo salmo che Davide ha composto probabilmente quando il profeta Gad gli venne a dire « Non dimorate in questo forte, partite ed andate nella terra di Giuda » (I Re XXII, 6), e che, nel senso tropologico si applica all’uomo giusto, rigettante tutte le suggestioni con le quali il demonio cerca di allontanarlo da Dio, può dividersi in due parti: nella prima, Davide fa vedere tutti gli sforzi dei suoi nemici per prenderlo, cosa che determina i suoi amici nel consigliargli di fuggire. Nella seconda, egli dichiara che è senza paura, sicuro com’è della giustizia e della potenza di Dio.

I° PARTE.

I. –  Egli riporta i timidi consigli che gli danno i suoi amici (1);

2) i disegni crudeli dei suoi nemici contro di lui (2); .

3) le loro audaci imprese contro Dio stesso (3).

II PARTE.

II. – Egli espone i quattro motivi della sua fiducia in Dio:

1) coloro che lo attaccano sono peccatori, – essi hanno distrutto ciò che Dio aveva stabilito; – Davide, dal canto suo non aveva mai dato loro, in nessun luogo, alcuna occasione di perseguitarlo;

2) Dio è il Re ed il Signore di tutte le cose, ed Egli può, in un sol colpo, capovolgere e distruggere tutti i loro sforzi (4);

3) Dio è un guardiano vigilante che ha sempre gli occhi sulle sue pecore; Egli esamina con cura tutte le azioni degli uomini (5);

4) Dio è un giudice severo che punisce gli empi secondo la grandezza dei loro crimini e le regole della sua giustizia (6-8).

Spiegazioni e Considerazioni

I. — 1 – 3.

ff. 1, 2. – Le anime lasse e timide trovano mille difficoltà quando si tratta di intraprendere qualcosa per le gloria di Dio ed abbandonano tutto alla minima resistenza. – Sono questi consigli di bassa lega ed interessati di falsi amici che cercano di intimidire un Pastore zelante per la gloria di Dio, per la disciplina della Chiesa e la salvezza delle anime. Bisogna cedere per un tempo alla persecuzione; l’arco già è stato teso, le accuse sono tutte pronte, voi non potrete difendervi, perché si tirerà contro di voi nell’oscurità. Si cerca di distruggere tutto ciò che avete fatto di meglio, e chiederete inutile quel che avete fatto, ma non sarete nemmeno ascoltati. Perché dunque non prendere una condotta più accomodante, e non cedere qualcosa alla consuetudine ed al tempo in cui si vive? Ci sarà una sola e solida risposta a tutto questo: « Io ripongo la mia fiducia nel Signore » (Duguet). – « Perché parlate così alla mia anima? Cosa mi consigliate? Io ho come aiuto il Maestro dell’universo, ho per capo ed appoggio Colui che fa tutto senza fatica e con la più grande facilità, e voi mi spingete a fuggire nei luoghi disabitati, di cercare la mia salvezza del deserto? Può il deserto offrirmi un soccorso più sicuro di Colui che fa tutto senza il minimo sforzo? (S. Chrys.). – A questa prima ragione, io ne aggiungo un’altra che mi impedisce di prendere la fuga. Quando abbiamo Dio come difensore ed i peccatori come nemici, , si può forse consigliare, senza renderci colpevoli di follia, di imitare il timore di timidi uccelli? (Idem).

ff. 3. – Essi hanno distrutto tutto ciò che avete fatto con tanta perfezione, altra causa che completa la distruzione delle loro forze; essi si rivolgono alle opere di Dio, fanno a Dio ed alla sua Chiesa una guerra accanita, distruggono la sua legge e mettono sotto i piedi i suoi precetti. Qual più grande prova di debolezza osar dichiarare la guerra a Dio? (S. Chrys.). – Ordinariamente la vita dei peccatori fa più rumore di quella dei giusti, perché l’interesse e le passioni scuotono tutto nel mondo. I peccatori hanno teso il loro arco, lo hanno rilasciato contro i giusti, li hanno distrutti, li hanno rovesciati, non si parla che di essi nel mondo. Ma il giusto cosa fa? Sembra che non agisca, ed in effetti non agisce secondo l’opinione dei mondani che non conoscono l’azione senza agitazione, né affari senza imprese. Non avendo il giusto azione, almeno secondo il sentimento degli uomini di mondo, non bisogna meravigliarsi che i grandi successi non siano per lui (Bossuet, s. III Dim., ap. Paq.).

II — 4 – 8.

ff. 4. – Come si è preparato il giusto a rigettare gli sforzi dei suoi nemici? Cosa ha fatto? Egli ha cercato il suo rifugio in Dio che è nei cieli, e che tutto riempie con la sua immensità. Egli non ha impiegato le armi per difendersi; le sole sue armi sono state il confidare in Dio, egli non ha opposto ai suoi nemici se non Colui che non ha bisogno di alcun mezzo di difesa, né di luogo, né di tempi favorevoli, né di armi, né denaro, ma che fa tutto con un cenno della sua volontà (S. Chrys.). – Quale fondamento più sicuro della fiducia di un cuore retto? Dio è in cielo e l’uomo sulla terra.

ff. 5. –  Ecco ciò che consola l’uomo giusto; egli sa di non poter dubitare che il Signore, dall’alto del cielo, vede tutto, esamina tutto, giudica tutto ciò che accade sulla terra; discerne e giudica i buoni ed i cattivi; dalla estremità in cui si trova, Dio vede tutto e non dimentica. – Le pupille di Dio da sole sono sufficienti, perché Egli vede tutto, Egli conosce tutto; Egli non ha bisogno della prugnola degli occhi (Teodoreto). – « L’uomo che esce dal suo letto disprezzando la sua anima, dicendo: « … chi mi vede? Le tenebre mi circondano e le muraglie mi coprono e nessuno se ne accorge: perché aver paura? L’Altissimo non si ricorderà dei miei peccati! » quest’uomo non ha compreso che l’occhio del Signore vede ogni cosa … non ha capito che gli occhi del Signore, più luminosi del sole, penetrano tutte le vie dei mortali e la profondità degli abissi, l’intimo dei cuori ed i luoghi più reconditi. » (Eccles. XXIII, 25-28).

ff. 6. – Terribile è l’interrogatorio che lo sguardo di Dio, presente dappertutto, fa subire ai peccatori. – L’iniquità è per l’anima che la commette, un nemico acerrimo, il più pericoloso, e che la minaccia di una certa rovina. Il peccatore ne è la vittima anche prima di essere consegnato al supplizio (S. Chrys.). – Ogni peccatore è nemico della sua anima, corruttore nella sua coscienza, del suo bene più grande che è l’innocenza. Nessuno pecca senza oltraggiare se stesso; nessuno mina l’integrità altrui senza perdere la propria; nessuno si vendica dei suoi nemici e non porti il primo colpo, il più mortale, al proprio seno; e l’odio, questo veleno mortale della vita umana, comincia la sua funesta operazione nel cuore ove esso è concepito, perché vi spegne la carità e la grazia (Bossuet, Circons. De N.-S.).

ff. 7. – Durante questa vita, questo spirito di tempesta sono il tumulto e le agitazioni di una coscienza agitata e che cerca di ingannare se stessa. – La pioggia delle insidie, è incomparabilmente più terribile della pioggia di fuoco e zolfo. Il mondo è inondato da questa pioggia. Un cattivo pastore, un confessore ignorante, debole o compassio-nevole, un predicatore che attenua, che altera, che rende bonarie le severe massime del Vangelo, sono altrettante insidie nelle quali le anime possono cadere (Duguet). Quanto più spaventosi sono questi castighi, comparati alla catastrofe delle cinque città abominevoli, castighi che saranno applicati irrevocabilmente ai peccatori dopo questa vita! Questa sarà la parte del loro calice: vale a dire che questi flagelli saranno la loro parte, il loro possesso; essi non potranno sottrarvisi e ne saranno le tristi vittime.

ff. 8. – La ragione di queste vendette così temibili è che il Signore è giusto, e che Egli essenzialmente ama la giustizia. Egli l’ama in Dio, cioè infinitamente, Egli la vendica in Dio, e cioè mediante pene eterne (Berthier). – Il Signore è giusto ed ama “le giustizie”. Non è senza ragione che questa parola è messa al plurale; non è perché parla degli uomini che il Profeta impiega la parola “giustizie” invece che “giusti”? Sembra in effetti che vi siano tante giustizie per tanti giusti, mentre la giustizia di Dio, alla quale tutti gli altri partecipano, è unica (S. Agost.). – Ad esempio di Dio non si perda mai di vista la giustizia in tutto ciò che si fa: essa è la luce e la regola che si deve seguire.

Autore: Associazione Cristo-Re Rex regum

Siamo un'Associazione culturale in difesa della "vera" Chiesa Cattolica.